Il finale di Spider-Man: Far From Home (qui la recensione) rappresenta una svolta importante per il Marvel Cinematic Universe, e allo stesso tempo una vittoria finale e un fallimento per Iron Man. Il sequel continua il viaggio di Spider-Man nel MCU dopo le sue precedenti quattro uscite – tra cui il film in solitaria Spider-Man: Homecoming – raccogliendo i pezzi dopo gli eventi di Avengers: Endgame e affrontando ulteriormente la morte di Tony Stark e l’eredità che si è lasciato alle spalle.
Anche se l’azione si allontana dal Queens, terra natale di Peter Parker, per via di una vacanza estiva in Europa, Spider-Man: Far From Home è ancora in linea di massima ciò che ci aspettiamo dall’Uomo Ragno del MCU. Si tratta di un’avventura divertente e veloce che trova il tempo per un’abbondante azione e per del dramma adolescenziale. Con il ritorno della maggior parte del cast di Spider-Man: Homecoming, più la grande aggiunta di Jake Gyllenhaal nei panni dell’apparente nuovo eroe Quentin Beck alias Mysterio, questo sequel vede dunque Spider-Man combattere nuovi nemici e allo stesso tempo cercare di vivere una vita normale.
In gran parte si tratta di cose standard per l’Uomo Ragno, anche se molto ben fatte grazie alle interpretazioni di Tom Holland, Gyllenhaal, Zendaya (che torna nel ruolo di MJ) e altri ancora. I punti di forza del film, però, sono i momenti conclusivi. Il finale di Spider-Man: Far From Home anticipa importanti ripercussioni per Spider-Man, i suoi amici e l’intero MCU, i cui effetti si vedranno più ampiamente nel successivo Spider-Man: No Way Home.
Come Spider-Man batte Mysterio in Spider-Man: Far From Home
Sebbene il marketing di Spider-Man: No Way Home volesse farci credere che Mysterio fosse un altro eroe del film, pochi se la sono bevuta. Il personaggio è tradizionalmente un cattivo di Spider-Man e questo lato di lui viene alla fine rivelato. Non si tratta di un vero e proprio cattivo, ma piuttosto di un ex dipendente di Tony Stark che vuole vendicarsi di Stark e degli altri supereroi, ma desidera anche essere considerato un eroe e riempire il vuoto lasciato da Iron Man.
Grazie alla sua avanzata tecnologia degli ologrammi, Mysterio riesce ad avere la meglio su Spider-Man per gran parte del film. È difficile combattere contro qualcuno in grado di deformare realtà. Nel conflitto finale al Tower Bridge, che vede Mysterio pronto a scatenare un esercito di droni su Londra, Spider-Man riesce però a vincere affidandosi ai suoi sensi di ragno. Grazie a questi, riesce a superare le illusioni, a lottare contro i droni, a recuperare la tecnologia EDITH di Tony Stark e a sconfiggere Mysterio, che viene colpito mortalmente dalla pistola che stava puntando contro Peter.
È importante che sia questo il modo in cui Spider-Man sconfigge Mysterio. Finora, nel MCU, il senso di ragno non ha avuto un ruolo importante. È stato presente in una certa misura, ma non è mai stato veramente esplorato o utilizzato come nei fumetti. Spider-Man: No Way Home accenna all’inizio del film al fatto che non funziona correttamente, e solo alla fine vediamo lo Spider-Man del MCU acquisire la piena padronanza di questo potere.
La spiegazione del finale: Spider-Man non è più un supereroe
Il finale di Spider-Man: No Way Home può vedere Spidey battere il cattivo e uscire con MJ, ma non è una conclusione così felice come sembra. Mysterio è morto, ma la sua eredità continua a vivere grazie al suo piano di emergenza. Come si vede nella scena di metà montaggio, Mysterio – ritenuto un eroe dal mondo intero – si è registrato dopo essere stato attaccato dall’Uomo Ragno, e ha anche un filmato in cui l’Uomo Ragno comanda i droni tramite EDITH, ritoccato per far sembrare che sia lui a comandarli.
Naturalmente, una cosa è che Mysterio filmi tutto questo, un’altra è che l’informazione si diffonda. Questo ci porta al più grande momento “OMG” dell’intero film – e a una delle migliori rivelazioni post-credits dell’intero MCU – quando appare un certo J. Jonah Jameson, interpretato ancora una volta da J. K. Simmons. È difficile anche solo superare lo shock e il clamore che coglie il pubblico in quel momento, ma una volta che lo si fa, le implicazioni sono enormi. Questa versione di Jameson gestisce TheDailyBugle.net, un sito web in stile InfoWars, che si occupa di diffondere il video di Mysterio.
L’aspetto di questa versione di Jameson è diverso da quello della precedente versione di Simmons, soprattutto per la mancanza di capelli, ma sono le sue parole quelle più importanti: “Ecco a voi, gente: la prova definitiva che l’Uomo Ragno è responsabile del brutale omicidio di Mysterio… che senza dubbio passerà alla storia come il più grande supereroe di tutti i tempi!”. Grazie agli sforzi congiunti di Mysterio e Jameson, l’amichevole Spider-Man di quartiere viene quindi dipinto come uno dei più grandi cattivi del mondo.
Al momento dell’uscita in sala del film c’era da chiedersi se la gente ci crederà, dato che Spider-Man: Far From Home affronta vagamente i temi della verità e delle “Fake News”. C’era però anche la possibilità che i newyorkesi, almeno, si stringessero attorno a Spider-Man come uno di loro, o che si creassero grandi divisioni tra persone diverse. Si tratta di un aspetto che, come anticipato, viene approfondito in Spider-Man: No Way Home, ma alla fine di questo film, Spider-Man non se la passa tanto bene e e deve affrontare una costante raffica di attacchi guidati da Jameson.
Il mondo conosce l’identità segreta dell’Uomo Ragno
Il colpo di scena a metà del film in Spider-Man: Far From Home è così bello non solo per il ritorno di Simmons nei panni di Jameson, ma anche per il numero di volte in cui ci coglie alla sprovvista. C’è la prima rivelazione del video di Mysterio, che per le scene precedenti poteva essere sufficiente. Poi c’è J. Jonah Jameson stesso. Ma Spider-Man: Far From Home ha un terzo grande colpo da sferrare – e il fatto che tutti questi avvengano nell’arco di circa 30 secondi lascia storditi – con la parte finale del video di Mysterio.
Come se non bastasse il tentativo di trasformare Spider-Man nel nemico pubblico numero 1, Mysterio annuncia al mondo che Spider-Man è Peter Parker. Questo non solo cambia le fondamenta stesse dell’Uomo Ragno come personaggio, ma significa anche che chiunque abbia sconfitto, o qualsiasi criminale in circolazione, sarà facilmente in grado di prendere di mira lui e le persone a lui più vicine. Peter non è Iron Man, come chiarisce questo film; è ancora un ragazzino e molto più vulnerabile. Questo mette a rischio anche la zia May, così come il suo rapporto con MJ, e significa che le cose non potranno più essere le stesse per Spider-Man.
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Spider-Man: Far From Home è la vittoria (e il fallimento) finale di Iron Man
Come nel caso di Spider-Man: Homecoming, Spider-Man: Far From Home non riguarda solo Peter Parker, ma anche il suo mentore Tony Stark. Tony non è più in vita, ma la sua eredità e la voglia di Spider-Man di esserne all’altezza contribuiscono a definire sia l’arco narrativo del film, come anche alcuni dei temi più importanti di esso. Alla fine, si può dire che Iron Man vince e perde. Fornisce a Spider-Man gli strumenti necessari per sconfiggere Mysterio, tra cui l’EDITH e la sua nuova tuta, ma la sua vittoria è più che altro simbolica. È nel fatto che Peter ha realizzato la propria tuta, proprio come ha fatto Tony.
Nel modo in cui l’Uomo Ragno è in grado di rialzarsi, spolverarsi e rendersi conto che, pur avendo commesso dei grossi errori, può ancora continuare a combattere e vincere. Peter non è Tony e non è il prossimo Iron Man. Ma non ha bisogno di esserlo, e questa è una vittoria finale per Tony Stark. Naturalmente, la vittoria si scontra con persone che vogliono lavorare contro l’eredità di Stark. La squadra di Mysterio è composta da suoi ex dipendenti che si sentono tutti offesi per un motivo o per l’altro. È giusto, in un certo senso, che anche nella morte la tecnologia di Tony torni a salvare e a danneggiare il mondo. È l’ultimo di una lunga serie di errori simili commessi da Tony, che dimostra di non aver mai imparato la lezione, nonché il tipo di addio complicato che funziona per l’eredità di Iron Man.
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