Attore, regista, produttore cinematografico, sceneggiatore (non accreditato), attivista sociale, ambientalista e tanto altro: stiamo parlando di Edward Norton, conosciuto nel mondo dello show business come attore dal grande talento ed estremamente perfezionista.

 

Edward Norton, biografia

Nato nel 1969 a Baltimora, nel Maryland, da padre avvocato e madre insegnante, Norton dimostra fin da piccolo di avere una passione per la recitazione, ma passeranno molti anni prima che questa diventi la sua priorità nella vita. Dopo essersi laureato nel 1991 a Yale in Storia, si trasferisce brevemente a Osaka, in Giappone, per lavorare nella compagnia no-profit del nonno, l’Enterprise Foundation. Tornato a New York per seguire la sua passione, frequenta alcune scuole di recitazione e nel 1996 trova un ingaggio nella Signature Theater Company, che stava mettendo in scena il dramma di Edward Albee, Fragments.

Edward Norton, film e filmografia

In quel periodo, partecipa ai provini per il thriller Schegge di Paura (Primal Fear), lasciando tutti a bocca aperta per l’interpretazione del giovane Aaron, a cui aggiunge di sua iniziativa il difetto della balbuzie. Il film, diretto da Gregory Hoblit, è basato sul romanzo giallo di Willem Diehl e racconta la vicenda del brillante avvocato penalista Martin Vain (Richard Gere), deciso a difendere il diciannovenne chierichetto Aaron Stampler, che è accusato di avere ucciso con 78 coltellate l’arcivescovo di Chicago Richard Rushman.

La strabiliante performance di Norton gli regala subito la sua prima nomination come Miglior Attore Non Protagonista alla 69^ edizione degli Academy Awards (vinto da Cuba Gooding Jr. per Jerry Maguire) e il premio nella stessa categoria ai Golden Globe. Prima che il film uscisse nelle sale, si era già sparsa la voce del suo talento, procurandogli nello stesso anno altre due parti, in Larry Flynt – Oltre lo Scandolo di Milos Forman e in Tutti Dicono I Love You di Woody Allen. Nel bio-pic sull’editore della rivista erotica Hustler, Norton interpreta il ruolo dell’avvocato e amico di Flynt, Alan Isaacman, mentre nel musical romantico di Woody Allen è Holden, un giovane innamorato che rischia di perdere la sua promessa sposa (Drew Barrymore). Attraverso i due lungometraggi, molto diversi per genere, Norton mostra ancora una volta in maniera convincente le sue capacità attoriali e, per la prima volta, quelle canore, caratteristiche che gli porteranno varie nomination come Miglior Attore Non Protagonista e Miglior Performance Rivelazione.

Due anni dopo, nel 1998, torna nelle sale con Il Giocatore (Rounders) di John Dahl, un film drammatico che si sviluppa intorno al gioco e al vizio del poker, nel quale interpreta Worm, l’amico baro del protagonista Mike McDermott /Matt Damon.

Edward NortonTuttavia, il film dell’anno per Edward Norton è American History X, lungometraggio drammatico di Tony Kaye, incentrato sulla questione sociale del razzismo negli Stati Uniti, in particolare dei Nazi Skinhead.

Per interpretare la parte dello skinheah Derek Vinyard, Norton mette su 9 kg di muscoli, ma sono il suo talento e la sua intelligenza a permettergli di rappresentare in modo sublime la metamorfosi che vive il suo personaggio. Questa sua capacità d’impersonare figure con più personalità diventerà ben presto una cifra stilistica evidente nell’arco di tutta la sua carriera. Grazie a questo ruolo, Edward Norton ottiene molte nomination come Miglior Attore, alcune vinte, altre perse, come la seconda nomination agli Oscar.

Nello stesso anno è contattato da David Fincher, che dopo aver visto la sua perfomance in Larry Flynt lo vuole nel ruolo di co-protagonista/narratore in Fight Club, accanto a Brad Pitt/Tyler Durden. Quando il film esce nelle sale l’anno successivo non ci vuole molto perché entri a far parte dei cult generazionali degli anni ’90; Edward Norton si afferma come star di Hollywood e come attore d’indiscusso talento, ricevendo anche il simpatico premio agli MTV Movie Award per il Miglior Combattimento (contro se stesso).

Nel 2000 esce al cinema il suo primo film da regista e da produttore, dedicato alla madre morta di cancro nel 1997. Si tratta di Tentazioni d’Amore (Keeping The Faith), una commedia romantica nella quale interpreta un giovane prete innamorato della sua vecchia amica d’infanzia (Jenna Elfman), che è allo stesso tempo l’oggetto del desiderio del suo amico rabbino (Ben Stiller). Finalmente ritroviamo Norton nei panni di un personaggio più leggero, lontano dai toni cupi e seri dei suoi ultimi ingaggi. La critica americana apprezza il lavoro dell’esordiente regista, che ci regala una storia d’amore con qualcosa in più rispetto alle altre. Lo stesso anno presta la voce a Demon Bradley, un personaggio dei Simpson, nell’episodio “Truffa oggi… truffa domani!”.

Nel 2001, sebbene non entusiasta della sceneggiatura, accetta una parte in The Score per poter lavorare con Robert De Niro e Marlon Brando. Nick Wells/De Niro, abilissimo ladro di gioielli e opere d’arte, gestisce come copertura un ristorante a Montreal, Quebec, ed è pronto a ritirarsi con la sua compagna in un posto esotico. Tuttavia, il suo vecchio amico e socio Max/Brando lo convince a rubare un oggetto dal valore di 4 mln di dollari, custodito nell’ufficio della Dogana; tutto questo grazie all’aiuto di un suo uomo che lavora all’interno, Jack Teller/Norton, che però, non renderà le cose facili a Wells, cercando di incastrarlo. Il thriller di Frank Oz non convince la critica, al contrario di Robert De Niro ed Edward Norton, il quale, quest’ultimo, mostra bene le tre diverse sfaccettature del suo personaggio.

Edward NortonIl successivo progetto a cui prende parte è Eliminate Smoochy (Death to Smoochy) di Danny De Vito: Norton interpreta Sheldon Mopes/Smoochy , un amato personaggio della Tv per bambini, che “Rainbow” Rudolph (Robin Williams) cerca di uccidere per riconquistare la sua popolarità. Totale flop nei cinema nordamericani, questa black-comedy offre almeno un buon terreno di gioco all’eclettico (e canterino) Edward Norton.

Sempre nel 2002, l’attore è in sala con altri tre lungometraggi: Frida di Julie Taymor, Red Dragon di Brett Ratner e La 25^ Ora di Spike Lee. Se nel bio-pic drammatico sulla pittrice messicana Frida Kahlo (Salma Hayek), Norton interpreta il piccolo ruolo di Nelson Rockefeller, negli altri due progetti ottiene quello di protagonista. Red Dragon, prequel de Il silenzio degli Innocenti, racconta di William Graham, ex-agente FBI, ritiratosi in Florida con la famiglia dopo aver rischiato la vita nel catturare il pericoloso serial killer Hannibal Lecter (Anthony Hopkins). Dopo tre anni, un suo vecchio collega gli chiede aiuto nel caso di un serial killer di famiglie, conosciuto come il “lupo mannaro”, Ralph Fiennes.

Il film di Ratner riceve una buona critica e, anche se il personaggio di William Graham risulta sulla carta il meno elaborato ed interessante, Norton ce la mette tutta per staccarlo dal fondo. Presentato in concorso al Festival di Berlino, La 25^ Ora è tratto dal romanzo omonimo di David Benioff ed è considerato il film più poetico di Spike Lee. La storia è ambientata a New York un anno dopo l’11 Settembre e racconta l’ultimo giorno di libertà di Monty Brogan, uno spacciatore di droga condannato a scontare 7 anni di carcere. Edward Norton (anche produttore) porta sullo schermo un personaggio complesso, confuso, tradito che cerca di capire com’è arrivato a quel punto della sua vita: un’intensa performance per quello che è stato definito un bellissimo film di denuncia e autoriflessione. Accanto a Norton, troviamo Philip Seymour Hoffman, Rosario Dawson, Brian Cox e Barry Pepper.

Nel 2003 si unisce malvolentieri al cast di The Italian Job di F. Gary Gray; infatti, in un’intervista rivela di aver preso parte al film esclusivamente per un vincolo contrattuale. Nell’action-thriller con Mark Walhberg/Charlie Croker e Charlize Theron/Stella Bridger, Norton interpreta (e non è la prima volta) il ruolo del traditore, del doppiogiochista Steve Frazelli, che ruba il bottino alla stessa banda di ladri di cui fa parte e ne uccide il capo, John Bridger/Donald Sutherland. Croker con l’aiuto di Stella e degli altri amici ladri cercherà di vendicarsi, recuperando l’oro rubato da Frazelli. Il personaggio di Norton non ha niente di nuovo rispetto agli altri di questo genere, non di meno è ben riuscito nel suo scopo. Nel 2004 produce il documentario Dirty Work di Tim Nackashi e David Sampliner.

Dopo una breve pausa dalle sale cinematografiche, ritorna nel 2005 con Le Crociate (Kingdom of Heaven) di Ridley Scott, dove interpreta efficacemente la parte di Re Baldovino IV di Gerusalemme, nonostante sia assolutamente irriconoscibile poiché col volto sfigurato dalla lebbra e sempre coperto da una maschera.

Nello stesso anno recita a fianco di Evan Rachel Wood e David Morse nel film indipendente Down in the Valley di David Jacobson. La storia racconta di un giovane uomo, Harlan/Norton, che crede di essere un cowboy e della sua breve ma intensa storia d’amore con Tobe/Wood, adolescente ribelle che vive insieme al padre Wade/Morse e al fratello minore Lonnie/Rory Culkin. L’interpretazione di Edward Norton, questa volta, non riesce a migliorare il risultato finale del film, lento e poco convincente.

Nel 2006 interpreta il ruolo del protagonista nel film di Neil Burger, The Illusionist. Eisenheim (Norton), un famoso illusionista della Vienna del 19° secolo, cerca di salvare la donna che ama, la duchessa Sophie (Jessica Biel), dal violento e arrogante futuro Imperatore, con il quale è fidanzata. Dopo aver inscenato la morte di Sophie, Eisenheim farà sì che gli indizi conducano l’onesto ispettore Uhl (Paul Giamatti) a sospettare del Principe Leopold (Rufus Sewell). In questo film giallo dai toni romantici, s’intrecciano magia e inganno, apparenza e realtà; l’interpretazione di Norton nelle vesti del “mago” incanta, ma perde fascino quando non è sul palco. Nello stesso anno recita accanto a Naomi Watts ne Il Velo Dipinto (The Painted Veil) di John Curran; una storia sì drammatica, ma che ci racconta in modo dolce e preciso la nascita dell’amore e le sue sfumature. L’alchimia tra i due protagonisti e la loro intensa performance contribuiscono nel rendere questo lungometraggio diverso dai soliti prodotti drammatico-sentimentali. Il lavoro di Norton nel corso del 2005 (Down in the Valley, The Illusionist, Il Velo Dipinto) verrà premiato con lo Special Award dalla San Diego Film Critics Society.

Dopo aver rifiutato la parte di Hulk nell’omonimo film del 2003, Edward Norton decide di accettarla nel sequel L’Incredibile Hulk del 2008, diretto da Louis Leterrier, spiegando che era stata la visione de Il signore degli Anelli di Jackson a dargli l’ispirazione e a fargli cambiare idea. Grande fan del fumetto (forse da qui la sua passione per i personaggi con la doppia personalità!), Norton contribuisce a riscrivere parte della sceneggiatura, ma vedendo respinte alcune idee decide di non partecipare alla promozione del film. La sua performance gli vale due nomination ai National Movie Awards (UK) come Miglior Attore e Miglior Supereroe, vinte rispettivamente da Johnny Depp/Sweeny Todd e da Il Cavaliere Oscuro.

Sempre nello stesso anno, è nelle sale col ruolo di Ray Tierney, un onesto poliziotto che si trova ad indagare su un caso di corruzione, che vede coinvolta la sua stessa famiglia. Si tratta di Pride and Glory – Il Prezzo dell’Onore, l’action-thriller diretto da Gavin O’Connor, presentato in concorso al Festival del Cinema di Roma; tra gli altri interpreti vediamo Colin Farrell, Jon Voight e Noah Emmerich.

Nel 2009 mette di nuovo alla prova le sue doti comiche e canore nell’episodio “Great Expections” della sit-com Modern Family, vestendo i panni di Izzy LaFontaine, un membro fittizio degli Spandau Ballet, reale band degli anni ’80. Nello stesso anno, lavora all’action-comedy scritta, interpretata e diretta da Tim Blake Nelson, Fratelli in Erba (Leaves of Grass), in cui recita un doppio ruolo, quello di due gemelli identici nell’aspetto e diversissimi in tutto il resto: ennesima e perfetta “doppia interpretazione” di Norton. L’anno successivo, nel thriller drammatico Stone, torna a lavorare sia con John Curran, che lo dirige, sia con Robert De Niro, che lo affianca sullo schermo insieme alla seducente Milla Jovovich; le critiche contrastanti si trovano d’accordo sulle eccezionali interpretazioni della Norton/Jovovich.

Dopodiché dobbiamo aspettare due anni prima di rivedere Edward Norton sugli schermi, nel ruolo di Byer, supervisore cattivo di Aaron Cross/Jeremy Renner. Si tratta del sequel The Bourne Legacy, diretto da Tony Gilroy, sceneggiatore degli altri tre film della saga Bourne. Ancora inedito nel nostro Paese, è Moonrise Kingdom – Una Fuga d’Amore di Wes Anderson, presentato come film d’apertura alla 65^ edizione del Festival di Cannes. La storia è ambientata negli anni ’60 su un’isoletta del New England e racconta, muovendosi sul confine di due generi (commedia/drammatico), l’amore tra due adolescenti che per stare insieme decidono di scappare, gettando tutta la comunità nel caos. Nel cast, insieme a Norton/capo boyscout Ward, troviamo Bruce Willis, Bill Murray, Frances McDormand e Tilda Swinton.

Nel 2012 Norton prende parte, insieme a Jack Black, Elijah Wood ed altri, al cortometraggio All In For The 99% di Joseph Quinn, a cui preme raccontare l’evento artistico e sociale tenutosi a Los Angeles il 31 marzo 2012, con lo scopo di avviare una campagna per la riforma finanziaria in favore delle arti.

Infine, tra i suoi camei, ricordiamo: una comparsa in After The Sunset (2004), un agente di polizia ne Il Primo dei Bugiardi (2009) e se stesso ne Il Dittatore (2012).

Come abbiamo detto all’inizio, Edward Norton non è solo un attore eclettico, che si adatta a tutti i generi e  budget; con la casa di produzione Class V Films, fondata nel 2003, insieme a suo fratello James, allo scrittore Stuart Blumberg e al produttore Bill Migliore, realizza film di finzione (Tentazioni irresistibili, Fratelli in erba, Il velo dipinto, Down in the Valley), documentari (By the People: The Election of Barack Obama) e serie tv (Undaunted Courage); collabora a volte come sceneggiatore (Frida, The Score, L’incredibile Hulk) e presta volentieri la sua voce come narratore di documentari televisivi e non.

Eletto Uomo Internazionale dell’Anno dalla rivista britannica GQ, Edward Norton è da apprezzare sotto ogni punto di vista.

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