Matt Damon: il cinema è anche impegno e filantropia

Matt Damon

Geopolitica e azione sono un binomio ricorrente nella sua filmografia, ma Matt Damon è indubbiamente un interprete versatile, dedito con passione al proprio mestiere e lontano dal glamour hollywoodiano.  Una curiosità: un considerevole numero di film a cui ha partecipato reca nel titolo il nome del suo personaggio. Matt Damon ha lavorato in numerose pellicole per le quali si è sottoposto a un’intensa preparazione fisica, in molte altre prevale invece la sua straordinaria sensibilità umana.

 

Non solo film d’azione e opere d’autore volte all’impegno, ma anche pellicole fantasy (I fratelli Grimm e l’incantevole strega di Terry Gilliam, accanto al compianto Heath Ledger), film psico-romantici (I guardiani del destino), commedie per tutta la famiglia (La mia vita è uno zoo), western d’autore (Il Grinta dei fratelli Coen).

Matthew Paige Damon nasce a Cambridge l’8 ottobre 1970, nei pressi di Boston. Figlio di un  banchiere e di un’insegnante di pedagogia, Matt Damon è il secondogenito di una famiglia agiata che si trasferisce a Newton fino al divorzio dei genitori, quando Matt ha appena due anni. I due figli vengono affidati alla madre e i tre tornano a vivere nella città natale.

Entra in una compagnia teatrale per bambini e a 10 anni conosce una delle persone più importanti della sua futura vita artistica: Ben Affleck. I due stringono una solida amicizia, condividendo numerose passioni, dallo sport (i Boston Red Sox) alla recitazione.

Il giovane Matt è uno studente brillante e a 18 anni si iscrive alla facoltà di Letteratura Inglese alla prestigiosa Università di Harvard. Ma dopo tre anni abbandona gli studi accademici per dedicarsi alla sua più grande passione: il cinema. A proposito di quel periodo, l’attore ha affermato: “I personaggi che vedevo al cinema e in televisione erano quelli che volevo interpretare, volevo diventare Marlon Brando pur rimanendo me stesso”.

Dopo alcune performance teatrali, nel 1988 debutta sul grande schermo con un cameo in Mystic Pizza, al fianco di Julia Roberts. Nei primi anni novanta ottiene soprattutto ruoli minori, fino al ruolo di primo piano ne L’uomo della pioggia di Francis Ford Coppola. Nel film tratto dal bestseller di John Grisham, Matt Damon interpreta il protagonista pronto a tutto pur di lottare in nome della giustizia.
In questi anni, l’attore si diletta anche nella scrittura di una sceneggiatura insieme all’amico Ben Affleck. Finalmente la loro opera attira l’attenzione di un produttore e diventa una pellicola: si tratta di Will Hunting – Genio ribelle, che segna una svolta nella carriera dei due migliori amici di Boston.

Il film diretto da Gus Van Sant è un successo: i due attori/sceneggiatori affiancano Robin Williams, che vince la statuetta come Migliore attore non protagonista, mentre i poco più che ventenni Matt e Ben trionfano con l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale, dopo aver conquistato il Golden Globe e il Satellite Award, nonché numerosi premi della critica.

La storia del ragazzo prodigio complessato che impara a rapportarsi con il mondo apre al giovane Matt le porte di Hollywood: Steven Spielberg lo sceglie per il suo acclamato Salvate il soldato Ryan. Nella pellicola bellica che si aggiudica ben 5 Academy Awards, l’attore interpreta proprio il soldato che il Capitano John Miller (Tom Hanks) cerca di trarre in salvo con una missione di recupero.

matt-damon-elysiumSi tratta di un momento d’oro per Matt Damon. Dopo aver preso parte a Il giocatore al fianco di Edward Norton, nel 1999 recita per un altro grande nome di Hollywood: Anthony Minghella. L’attore è infatti l’ambiguo protagonista di Il talento di Mr. Ripley, circondato da un cast stellare che include Jude Law, Gwyneth Paltrow, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman e una serie di volti italiani (tra cui i fratelli Fiorello e Sergio Rubini). Ripley è un ladro di identità che si vendica fatalmente di una passione non ricambiata: inquietante con quel volto da bravo ragazzo falsamente rassicurante dietro i suoi occhiali, Matt Damon (che impara inoltre a suonare il piano appositamente per il film) ottiene una candidatura ai Golden Globe come Migliore attore drammatico.

Negli anni successivi, l’attore continua a recitare per importanti registi, da Robert Redford (La leggenda di Bagger Vance) a due fondamentali sodalizi della sua carriera: Gus Van Sant (Gerry) e Steven Soderbergh.

Per quest’ultimo, prende parte a una delle due trilogie della sua carriera, ovvero Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco, seguito da Ocean’s Twelve nel 2004 e Ocean’s Thirteen nel 2007. Nella scoppiettante triade, la banda di ladri guidata da Danny Ocean (George Clooney) si muove fra truffe, rapine, inganni nel mondo dei casinò e della finanza.

Il 2002 segna l’inizio di una delle più apprezzate saghe action di inizio millennio: la trilogia di Bourne, ispirata ai romanzi di Robert Ludlum, in cui Matt Damon è l’ex agente segreto Jason Bourne. In The Bourne Identity, il protagonista è un uomo che non ricorda nulla del proprio passato, ma braccato e ricercato e, dunque, costantemente in fuga. La trilogia si completa con The Bourne Supremacy (2004) e The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007), che hanno sbancato al box office mondiale affermandosi come grandi successi al botteghino.

Ormai star agli occhi del grande pubblico (nel 2007 People lo elegge come l’uomo più sexy del mondo), Matt Damon è però un anti-divo che cerca di mantenere il giusto distacco dalla fama e dal successo, dedicandosi alla famiglia (la moglie Luciana e le tre figlie), agli amici e alle sue attività filantropiche. La sua sensibilità nei confronti dei problemi che affliggono il mondo matura anno dopo anno, mostrando la sua indole altruista e solidale: “Devo ringraziare un amico, George Clooney, per avermi aperto gli occhi”, confessa.

Matt Damon è un forte sostenitore del movimento Occupy, nonché di ONE Campaign (organizzazione no profit che cerca di aiutare le popolazioni più disagiate del pianeta), H2O Africa Foundation e Water.org.

Oltre alla sua filantropia, Matt Damon può vantare un curriculum che procede con lavori per altri registi importanti, tra cui Martin Scorsese. In The Departed – Il bene e il male, l’attore duetta con Leonardo DiCaprio in un appassionante scambio di ruoli fra agenti di polizia e infiltrati: i due lati della giustizia si mescolano nella caccia al boss Frank Costello (uno strepitoso Jack Nicholson). Una vera e propria gara di bravura fra i due protagonisti, intensi e carismatici, con una buona dose di mistero e fragilità. The Departed trionfa agli Academy Awards 2007 con quattro statuette, conferendo il primo sospirato Oscar al grande regista italoamericano.

Ancora giustizia, inchieste e spionaggio per Matt Damon, in The Informant! di Soderbergh tratto dall’omonimo libro-inchiesta, ruolo per il quale l’attore è ingrassato di diversi chili, e The Good Shepherd – L’ombra del potere di Robert De Niro. Spietato agente segreto, il suo personaggio è travagliato dal conflitto interiore, costretto a scegliere tra ragion di stato e famiglia.

Un’altra importante parentesi della sua carriera cinematografica è la doppia collaborazione con il grande Clint Eastwood, per il quale recita innanzitutto in Invictus – L’invincibile (2009), del tutto credibile nei panni del capitano della nazionale sudafricana di rugby François Pienaar, al quale Nelson Mandela (un monumentale Morgan Freeman) fa comprendere l’esigenza di unire il Sudafrica sotto il segno dello sport. Con Invictus, Matt Damon viene candidato all’Oscar come Migliore attore non protagonista, ma la statuetta andrà a Christoph Waltz per il suo Hans Landa in Bastardi Senza Gloria.

Nel 2010 l’attore viene nuovamente richiamato dal Maestro Eastwood nella sua pellicola successiva, Hereafter. Il suo personaggio è un operaio con poteri sovrannaturali, la cui storia si intreccia con quella di un bambino e di una donna che hanno fatto fronte alla morte in modi diversi. Pur di avere Damon come protagonista, il regista ha modificato i piani di produzione affinché l’attore potesse completare le riprese su un altro set.

Per Matt Damon, il cinema è anche sinonimo di impegno, così nello stesso anno l’attore ritrova Paul Greengrass, che lo aveva già diretto nei due sequel della trilogia Bourne: il progetto in questione è Green Zone, in cui Matt veste i panni di Roy Miller, un sottufficiale che aiuta un agente della CIA nella ricerca delle armi di distruzione di massa: tra la guerra in Iraq, inevitabili implicazioni geopolitiche e inseguimenti, Miller è un uomo che non si arrende e disposto a garantire l’autenticità dell’informazione.

Dopo l’ultima collaborazione con Soderbergh nel corale Contagion, incentrato sulla minaccia di una terribile pandemia, Matt Damon mostra una totale dedizione al nuovo progetto diretto da Gus Van Sant: Primised Land. Presentato di recente al Festival di Berlino e attualmente sui nostri schermi, all’inizio Promised Land doveva segnare il debutto alla regia di Matt Damon, che tuttavia ha dovuto rinunciare per difficoltà di pianificazione. Basata su una storia dello scrittore Dave Eggers, la sceneggiatura è stata scritta dai due interpreti protagonisti, John Krasinski e lo stesso Damon, che dopo Will Hunting continua a mantenere vivo l’interesse per la sceneggiatura. Promised Land tratta temi scottanti ed estremamente attuali relativi alle discutibili modalità di estrazione del gas naturale ed è stato presentato in Italia come “il film che la lobby dei petrolieri ha tentato invano di sabotare”.

Matt Damon è la star hollywoodiana per eccellenza che invita alla responsabilità civile: ce lo mostrano la sua filmografia di attore e il suo impegno in primo piano. Ci aspettiamo dunque che il prossimo futuro ci offra il suo esordio alla regia, magari con un film che tratti i tempi oscuri che stiamo vivendo negli ultimi anni in un contesto sempre più globale e critico. Del resto, come egli stesso afferma, “Dobbiamo cambiare tutti, dando l’esempio in prima persona”.

- Pubblicità -