Insieme a Superman di James Gunn (qui la nostra recensione), I Fantastici Quattro: Gli Inizi è stato fin dal suo primo annuncio uno dei film di supereroi più attesi e chiacchierati degli ultimi tempi. Il processo di casting, destinato a dare un nuovo volto all’iconica famiglia Marvel, è stato oggetto di una curiosità con pochi eguali. Sono poi seguite immagini dal set, indiscrezioni, rumor e rivelazioni di ogni sorta nel corso dei mesi successivi, alimentando l’hype attorno a questo ambizioso progetto che ha il compito di traghettarci verso il gran finale di questa non proprio riuscita Saga del Multiverso. Ma ridurre a questo il “compito” del film è fargli un evidente torto.
Estrapolandolo da questo contesto, sono infatti molti gli elementi di pregio di I Fantastici Quattro: Gli Inizi come film a sé stante. A partire da una maggior attenzione nella sua ideazione, dal mondo retro-futuristico che propone fino ai grandi temi di cui si fa portatore con spalle più solide dei precedenti Marvel. Titolo inaugurale della conclusiva Fase 6 di questo franchise, il film riporta dunque sul grande schermo la prima famiglia della Marvel con un film che rende loro giustizia e invita a dimenticare il disastroso risultato di Fantastic Four – Fantastici Quattro del 2015 e i piacevoli ma non del tutto riusciti I Fantastici 4 e I Fantastici 4 e Silver Surfer.
La trama di I Fantastici Quattro: Gli Inizi
Ambientato sullo sfondo vivace di un mondo retrò-futuristico ispirato agli anni ’60, I Fantastici Quattro: Gli Inizi presenta la Prima Famiglia della Marvel: Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/La Cosa (Ebon Moss-Bachrach). Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, devono difendere la Terra da un famelico dio spaziale chiamato Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E come se il piano di Galactus non fosse già abbastanza minaccioso, improvvisamente la situazione diventa molto personale.
Supereroi del mondo odierno
Come dovrebbe essere un film di supereroi oggi, nel 2025, per poter avere una concreta presa sul pubblico? Fino al 2019 la Marvel sembrava avere la risposta a questa domanda. Ma con i tanti eventi globali verificatisi negli ultimi anni questa è cambiata e i dirigenti e i creativi dello studio sembrano non essere ancora riusciti del tutto a ristabilirla. Forse è per questo che gli ultimi film della Marvel hanno tanto proposto personaggi in crisi, incerti sulla direzione da prendere e chiamati a contrapporsi con realtà molto più indecifrabili. Mentre cercano una nuova presa sulla realtà, il Superman di Gunn sembra aver trovato la quadra: il lato umano.
Può sembrare una banalità, eppure i recenti progetti Marvel sono stati piuttosto scarsi nel proporre al grande pubblico personaggi con cui poter empatizzare e dai quali sentirsi ispirati. C’era dunque bisogno di un ritorno ad una dimensione più intima, che permettesse di riscoprire quei legami (famigliari ma non solo) che tutti in questo momento di grande crisi globale vanno ricercando. Non è una sorpresa allora che Guardiani della Galassia Vol. 3 (firmato non a caso da Gunn) e il recente Thunderbolts* abbiano incontrato maggiore consenso, presentandoci famiglie non tradizionali alla ricerca delle loro origini e di quel senso di comunità da cui scaturisce il vero potere.
Progetti, i due film appena citati, che sembrano aver condotto e aperto la porta a questo I Fantastici Quattro: Gli Inizi, che dimostra di aver imparato la lezione proponendoci il racconto di una famiglia e del suo obiettivo di fare gruppo per proteggersi dalle minacce esterne. Un messaggio anche politico, volendo, specialmente considerando la necessità qui di un intero mondo chiamato ad unirsi contro un nemico esterno. Nemico che non può non far pensare ad una rappresentazione degli odierni pericoli che minacciano il nostro pianeta, dal cambiamento climatico (e c’è a riguardo un non sottile invito a risparmiare l’energia) fino agli spiriti bellicosi che oggigiorno devastano interi luoghi proprio come Galactus fa con New York.
I Fantastici Quattro in tutta la loro gloria
Andando oltre gli aspetti tematici, I Fantastici Quattro: Gli Inizi conferma ciò che già si pensava in seguito alla diffusione dei materiali promozionali: è un progetto ben pensato, ben diretto, che sa dosare l’intimità e l’azione, che grazie ai suoi variegati protagonisti si rivolge ad un pubblico ampio, dai più giovani fino ai padri e alle madri. Innanzitutto, l’estetica e l’iconografia rappresentano una vera e propria boccata d’aria, dopo fin troppi film Marvel ambientati in contesti visivamente simili tra loro. Il mondo retro-futuristico in stile anni Sessanta permette invece di dar vita ad una serie di luoghi e scenari che restituiscono una sensazione di novità.
All’interno di questo mondo, si muovono dunque i nostri quattro fantastici protagonisti. Occorre subito dire che i quattro interpreti scelti – Pascal, Kirby, Quinn, Moss-Bachrach – si rivelano le giuste scelte non solo esteticamente e in quanto a somiglianza con i personaggi dei fumetti, ma anche per la chimica di gruppo che portano in scena. Ci si appassiona facilmente alle loro personalità, ben definite ma lasciando ancora molto da poter esplorare. Allo stesso modo, finalmente si ha una vera minaccia in Galactus, che pur avendo un ruolo tutto sommato “limitato” è di certo uno dei villain Marvel di questa Saga che più trasmettono il senso di pericolo. Affascinante e ancora tutta esplorare anche la Shalla-Bal di Garner.
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Certo, in alcuni momenti si ha la sensazione che il film acceleri più del dovuto alcuni passaggi risultando frettoloso, ma con un paio di valide sequenze d’azione (quella nell’astronave di Galactus e quella della battaglia finale) e con alcuni momenti più intimi, I Fantastici Quattro: Gli Inizi riesce nel compito di intrattenere ed emozionare, il tutto affidandosi all’umanità dei suoi protagonisti, al loro sapere di non saperne abbastanza e per questo provare paura. Si diceva in apertura della necessità di estrapolare il film dal più ampio contesto del MCU. La cosa viene facile, finalmente, poiché in quanto ambientato in un’altra realtà, il racconto può fare a meno dei tanti fastidiosi riferimenti ad altre opere che pullulano negli altri film Marvel.
Ciò gli permette dunque di costruire da zero le proprie caratteristiche, permettendo al regista Matt Shakman (già regista di WandaVision, da cui ha ripreso alcuni degli elementi di questa particolare estetica retro-futuristica) di esplorarle al meglio. Ecco allora che potendosi muovere con questa libertà, il tutto trova maggiore respiro e ci permette di godere di una famiglia di eroi chiamata a confrontarsi con la paura degli equilibri che cambiano. Finché questi quattro personaggi e il loro rapporto verrà raccontato così, ci si può aspettare cose ben più che buone da loro.
I Fantastici Quattro: Gli Inizi
Sommario
I Fantastici Quattro: Gli Inizi è audace, divertente, ma anche commovente. Ci fa finalmente provare un vero senso di pericolo, ma infondendo anche il coraggio giusto per affrontarlo. Ora possiamo dunque dirlo con certezza: è uno dei migliori film Marvel degli ultimi anni.