Eroico gladiatore, genio della matematica, pugile disperato, leggendario arciere britannico, spietato ispettore e padre di Superman: ecco i mille volti di Russell Crowe. Tra le icone di Hollywood degli ultimi dieci anni, Russell Crowe è uno dei divi più intensi e carismatici della celluloide, in grado di misurarsi con film di generi diversi e di trasformarsi in personaggi memorabili in pellicole di ampio respiro che spesso si reggono interamente sulle sue spalle. Fascino rude, voce profondissima, fisico imponente e magnetico carisma, Russell Crowe ha la presenza di un leader, e non ha caso ha spesso vestito i panni di condottieri di impagabile dignità, sfruttando l’autorità e l’immagine di guida che ispira gli altri.

 

La Biografia

Russell Crowe nasce il 7 aprile 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, figlio di Alex e Jocelyn, addetti al servizio catering sui set cinematografici. Suo nonno, Stan Wemyss, era un operatore filmico che ha ripreso le drammatiche immagini della Seconda Guerra Mondiale, ottenendo per il lavoro svolto un’onorificenza dalla Regina Elisabetta. Russell Crowe è alto 1 metro e 82 centimetri.

Russell Crowe a-beautifull-mind

I genitori decidono di tentare nuove opportunità professionali, così nel 1968 si trasferiscono in Australia insieme ai figli Terry e Russell. Quest’ultimo fa la sua prima comparsa davanti alle telecamere ad appena sei anni, in un episodio della serie tv australiana Spyforce.

A 14 anni, il giovane Russell torna in Nuova Zelanda insieme alla famiglia, quando il padre ottiene la gestione di un pub. Durante il liceo, il ragazzo mette su una rock band chiamata 30 Odd Foot of Grunts, di cui è cantante e chitarrista. L’esperienza in ambito musicale contribuisce alla sua decisione di intraprendere una carriera nello show business. Così a 18 anni torna in Australia e ottiene un ruolo in una versione teatrale di Grease e in seguito in The Rocky Horror Show.

Nel 1990 il regista George Ogilvie lo sceglie Russell Crowe come protagonista del film drammatico The Crossing. Sul set di questo film, l’attore conosce Danielle Spencer che, dopo un lungo fidanzamento, diventerà sua moglie nel 2003 e gli darà i figli Charles (2003) e Tennyson (2006). I due si separeranno nel 2012.

La filmografia di Russell Crowe

Dopo aver attirato l’attenzione della critica in Proof, vincendo il premio come migliore attore non protagonista assegnato dall’Australian Film Institute, ottiene la rilevanza a livello internazionale nel 1992 per la sua performance in Skinheads, in cui interpreta il cinico e spavaldo Hando, leader di una gang di skinheads.

ìFolgorando una diva del calibro di Sharon Stone, Russell Crowe comincia a essere paragonato a star già affermate, come Mel Gibson, per la sua presenza carismatica nei film e sul grande schermo, e mostra di saper spaziare abilmente tra i generi, passando da drammi storici a film per l’infanzia.

Russell Crowe nel 1997 recita nell’acclamato Film thriller L.A. Confidential insieme a Guy Pearce e Kevin Spacey. Crowe interpreta il duro detective Bud White, conquistando Hollywood con la sua performance.

Ormai lanciatissimo, nel 1999 riscuote ampi consensi nel ruolo del dottor Jeffrey Wigand in Insider – Dietro la verità di Michael Mann, per il quale viene candidato per la prima volta agli Academy Awards come Migliore attore protagonista. Crowe mette su diversi chili per calarsi nei panni di un uomo di mezz’età che rischia la vita e la reputazione e, in virtù della sua grandiosa abilità mimetica, viene paragonato a icone quali Marlon Brando e Robert De Niro.

Russell Crowe il GladiatoreIl 2000 è l’anno della svolta professionale e della definitiva consacrazione. Russell Crowe torna in piena forma e inizia il proficuo sodalizio con il regista Ridley Scott, che lo sceglie come protagonista dell’indimenticabile kolossal Il Gladiatore. Crowe è Massimo Decimo Meridio, il valoroso generale ridotto in schiavitù che, dopo aver perso la famiglia assassinata, lotta come gladiatore nell’arena romana fino a scontrarsi direttamente con il viscido imperatore Commodo (un incredibile Joaquin Phoenix), che si era già macchiato del crimine di parricidio dopo aver ucciso il padre Marco Aurelio (il compianto Richard Harris).

Il Gladiatore è un trionfo di pubblico e di critica, conquista innumerevoli riconoscimenti, tra cui cinque statuette agli Academy Awards e lo stesso Russell Crowe vince l’Oscar come Migliore attore protagonista. La sua memorabile interpretazione entra nella storia del cinema, mentre il suo gladiatore si afferma come un’icona nell’immaginario collettivo. Numerose le citazioni che, dopo oltre dieci anni, evocano lo status immortale della sua performance. Tra le tante, la frase diventata ormai proverbiale: “Al mio segnale, scatenate l’inferno!”.

Dopo Il Gladiatore, Crowe entra definitivamente nell’olimpo delle star hollywoodiane più amate e ricercate e, infatti, i ruoli di primo piano si moltiplicano. L’attore si dimostra tuttavia molto selettivo, rifiutando diversi ruoli tra i quali Wolverine e Aragorn. Alla trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, girato nella nativa Nuova Zelanda, preferisce un progetto più intimo, che gli regalerà nuove soddisfazioni.

Il 2001 è infatti l’anno di un’altra acclamata interpretazione, quella del matematico John Nash nel biopic di Ron Howard, A Beautiful Mind. In questa grande prova attoriale, Crowe si cala perfettamente nei panni dello scienziato accusato di schizofrenia, ma che fu in grado di superare la malattia sino a vincere il Premio Nobel per l’economia. Per la sua interpretazione ricca di sfumature, Crowe ottiene la terza nomination consecutiva all’Oscar, ma questa volta si limita a vincere il Golden Globe come Miglior attore.

Inizia un periodo di crisi personale, quando Crowe mostra tratti della sua indole selvaggia (si ricordano, ad esempio, le sue minacce backstage al produttore dei BAFTA) e i media ne approfittano per gettare su di lui una luce negativa. Per l’eccessiva attenzione dei media alla sua vita privata, Crowe si nasconde per un paio d’anni dai riflettori, facendo ritorno sul grande schermo nel 2004 in Master & Commander: Sfida ai confini del mare. Nel kolossal storico di Peter Weir, l’attore rivela ancora una volta il suo carisma di leader nei panni del Capitano Jack Aubrey, il cui fervente onore e spirito patriottico palpitano sul volto dell’impavido interprete.

Nel 2005 ritrova Ron Howard, che lo dirige in Cinderella Man al fianco di Renée Zellweger, ispirato alla vera storia del pugile James Braddock. L’attore presta la sua fisicità al lottatore disperato che combatte con integrità per sopravvivere alla Grande Depressione e viene nuovamente candidato al Golden Globe.

Un-ottima-annata-russell-croweDopo un temporaneo arresto seguito all’ennesima dimostrazione del suo carattere irruente, l’attore si scusa pubblicamente per il suo comportamento durante un’apparizione al David Letterman Show. Si immerge nel lavoro, riprendendo la collaborazione con Ridley Scott in Un’ottima annata. Si tratta di una produzione meno imponente rispetto a quelle cui l’attore ci ha abituato, misurandosi anche con un ruolo inedito. Crowe è un funzionario bancario della City di Londra che, dopo la morte dello zio (Albert Finney), eredita una tenuta nella bucolica Provenza. Conquistato dalla campagna francese, l’uomo finisce per innamorarsi di un’affascinante cameriera, interpretata da una Marion Cotillard che comincia a farsi strada nel cinema americano.

L’attore  continua il sodalizio con Ridley Scott anche nella pellicola successiva, American Gangster, in cui  è un detective che dà la caccia al gangster Denzel Washington. Passa dall’altra parte della legge in Quel treno per Yuma, western di James Mangold in cui affianca Christian Bale e interpreta un pericoloso fuorilegge.

Russel Crowe Robin Hood Dopo la parentesi da cinico agente della CIA che collabora con Leonardo DiCaprio in Nessuna verità di Ridley Scott, altro ruolo per cui ingrassa di diversi chili, Crowe si misura con la leggenda dell’arciere più famoso di sempre nella pellicola successiva del regista, il kolossal Robin Hood. Il film è una sorta di prequel della storia del fuorilegge che, dopo aver combattuto nelle crociate al fianco di Re Riccardo, torna in Inghilterra per annunciare a Lady Marion (Cate Blanchett) la morte del marito. Robin Hood di Scott è la storia di come Robert Longstride divenne il fuorilegge della foresta di Sherwood perseguitato da Re Giovanni (Oscar Isaac) e dallo Sceriffo di Nottingham (Matthew Macfadyen). L’inizio della leggenda è dunque affidato a Crowe che, non sfoggiando più il fisico prestante di un tempo, interpreta ancora una volta un personaggio eroico.

Russel Crowe Les MiserablesIn arrivo sui nostri schermi, Les Misérables di Tom Hooper vanta un cast stellare capitanato da Hugh Jackman, in cui il nostro fronteggia la co-star australiana nei panni dello spietato ispettore Javert, che dà la caccia per tutta la vita a Jean Valjean. Nell’atteso musical di Tom Hooper, gli attori avranno modo di mostrarci le loro capacità canore. Così, per interpretare al meglio le canzoni del film, Crowe ha rivelato di aver preso lezioni di canto, benché il panorama musicale non sia del tutto inedito per l’attore che, come abbiamo visto, sin da ragazzo si è dedicato alla musica. Ricordiamo anche la sua esibizione a Roma, in Piazza di Spagna, insieme ad alcune co-star di Robin Hood durante la promozione del film nel 2010. Tuttavia, in quanto professionista che prepara minuziosamente i propri ruoli, Crowe ha voluto perfezionare la sua tecnica.

Carisma e forza nei film che interpreta

Dopo Les Misérables, Russell Crowe ha già in cantiere altri progetti sul grande schermo, di cui ricordiamo i due più attesi: Noah di Darren Aronofsky, l’adattamento cinematografico della storia biblica (in arrivo nel 2014) e L’uomo d’acciaio di Zack Snyder. Previsto per l’estate 2013, il film reinventa il mito del supereroe per antonomasia, Superman, che avrà il volto di Henry Cavill. E per interpretare il padre Jor-El (ruolo affidato in passato a Marlon Brando), è stato chiamato proprio Russell Crowe, ovvero l’interprete per eccellenza di valorosi condottieri in grado di infondere fiducia negli altri. Profetiche in tal senso le parole da lui pronunciate nel teaser trailer del film: “Tu darai alla gente un ideale al quale ispirarsi. Correranno con te, vacilleranno, cadranno, ma col tempo saranno accanto a te nella luce. Col tempo, li aiuterai a compiere meraviglie.”

Che sia un passaggio di testimone? L’immortalità delle immagini sul grande schermo saprà fornirci una risposta perché il cinema, per dirla come il gladiatore, “riecheggia nell’eternità”.

- Pubblicità -