Dark Shadows

Trai tanti registi del panorama cinematografico mondiale, Tim Burton è davvero tra quegli eletti che si fanno riconoscere da pochissime inquadrature, e così anche Dark Shadows, la sua ultima creatura, incarna alla perfezione il suo immaginario estetico e stilistico.

 

Barnabas Collins è l’erede di una importante famiglia di imprenditori e vive una vita agiata e laboriosa nella sua grande casa a Collinswood. Un giorno però rifiuta l’amore di una donna e questa si rivela essere una strega che gli farà pagare caro l’affronto subito trasformandolo in vampiro e aizzandogli contro gli abitanti del villaggio. Questi lo seppelliscono vivo in una bara e solo dopo 200 anni, per errore, Barnabas viene riesumato e torna così nella sua vecchia dimora dove i suoi discendenti non versano proprio in ottime condizioni.

Dark Shadows, la serie tv rivive al cinema

Basato sull’omonima serie tv degli anni ’70 e fortemente voluto dal suo protagonista Johnny Depp, qui anche produttore, Dark Shadows è, come accennato, un film pienamente burtoniano, o meglio che rispecchia benissimo l’amore per l’estetica e la bellezza scenografica dell’ultimo Burton. Nell’ultima parte della sua carriera il regista sembra aver dimenticato la semplicità realizzava propria dei suoi primi lavori a favore di una ricostruzione magniloquente degli scenari e del decor in generale, merito del maggiore afflusso di denaro del quale si può servire adesso rispetto agli inizi, tuttavia questa attenzione alla parte estetica sembra fargli perdere di vista l’anima dei suoi film, che all’inizio riempiva gli occhi e il cuore dello spettatore.

Dark Shadows

Dark Shadows si rivela quindi, purtroppo, una bellissima scatola con poco contenuto. Fanno eccezione i protagonisti del film: Johnny Depp è uno straordinario Barnabas che strizza l’occhio ripetutamente al temibile Nosferatu di Murnau per le sue movenze singhiozzanti e le sue lunghe unghie scure; Eva Green è di una bellezza mozzafiato, strizzata fino all’inverosimile nei sontuosi abiti di Colleen Atwood e con lei ci sono altre splendide tre donne: Michelle Pfeiffer nel ruolo della capo famiglia Elizabeth Collins, Chloe Moretz nei panni della irriverente figlia adolescente e Helena Bonham Carter, che con Depp, è quasi una presenza fissa nel cinema di Burton è invece la dottoressa Hoffmann.

Da buon abitudinario Burton punta sui suoi cavalli affidando a Danny Elfman la colonna sonora, che non è affatto male e che costituisce uno dei punti più interessanti del film. Il tono del film prevalentemente scanzonato e divertente assume a tratti le giuste tinte fosche e la giusta quantità di schizzi di sangue che solo un vampiro può giustificare; allo stesso tempo il tono ironico sembra prevalere su quello violento e così, per quanto a tratti macabro, il film può considerarsi una commedia per tutti, divertente e portata a casa dalle belle performance degli attori.

Tim Burton non riesce con Dark Shadows a risollevarsi dopo la deludente realizzazione di Alice in Wonderland, rimanendo ancora lontano dai bei film che ha dimostrato di saper fare con Big Fish.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
dark-shadows-recensioneIl tono del film prevalentemente scanzonato e divertente assume a tratti le giuste tinte fosche e la giusta quantità di schizzi di sangue che solo un vampiro può giustificare; allo stesso tempo il tono ironico sembra prevalere su quello violento e così, per quanto a tratti macabro, il film può considerarsi una commedia per tutti, divertente e portata a casa dalle belle performance degli attori.