Christopher Nolan rivela il suo film preferito del 2024. Nolan è il regista visionario dietro a blockbuster come la trilogia del Cavaliere Oscuro, Inception, Interstellar e Dunkirk. Il suo ultimo film, Oppenheimer, ha guadagnato quasi un miliardo di dollari al botteghino e ha vinto sette premi Oscar, tra cui quello per il miglior film e la miglior regia. Sebbene non sia uscito un nuovo film nel 2024, il prossimo film di Nolan ha fatto notizia quest’anno per il suo ensemble di stelle, tra cui Matt Damon, Anne Hathaway, Zendaya, Robert Pattinson, Charlize Theron, Tom Holland e Lupita Nyong’o.
Anche il prossimo film di Nolan, le cui riprese dovrebbero iniziare all’inizio del 2025, utilizzerà la nuovissima tecnologia IMAX.
Come la maggior parte dei registi, Nolan è spesso influenzato dal lavoro degli altri e occasionalmente condivide le sue opinioni su altri registi. Fin da giovane, Nolan è stato profondamente ispirato dal lavoro di registi come Ridley Scott, Star Wars di George Lucas e il grande Stanley Kubrick, in particolare dal suo classico di fantascienza 2001: Odissea nello spazio. Più recentemente, Nolan ha elogiato The Curse – interpretato da Nathan Fielder, Benny Safdie ed Emma Stone – come “innovativo” e ha anche dato una recensione entusiastica a Godzilla: Minus One, definendolo “un film straordinario”.
Christopher Nolan sceglie Il gladiatore 2 come film preferito del 2024
Christopher Nolan sceglie Il Gladiatore 2 come film preferito del 2024. Diretto ancora una volta da Ridley Scott, questa volta con una sceneggiatura scritta da David Scarpa, il sequel segue Lucio, il figlio di Massimo e Lucilla, mentre diventa un gladiatore e combatte nel Colosseo dopo che la sua casa è stata conquistata dai tirannici imperatori di Roma. Paul Mescal guida il cast de Il gladiatore 2 nel ruolo di Lucio insieme a Pedro Pascal, Connie Nielsen, Denzel Washington, Joseph Quinn, Fred Hechinger, Lior Raz e Derek Jacobi.
Ora, mentre i registi scelgono i loro film preferiti del 2024 per il nuovo articolo di Variety, Christopher Nolan ha rivelato che Il Gladiatore 2 è il suo film preferito dell’anno. Il regista ha elogiato il sequel per aver integrato senza soluzione di continuità l’intima profondità emotiva del suo predecessore con le esigenze espansive di un sequel moderno, offrendo al contempo un’azione visivamente sbalorditiva e meticolosamente messa in scena al servizio dei temi del film. Nolan ammira la capacità di Ridley Scott di usare lo spettacolo – come gli squali nel Colosseo – non solo per intrattenere, ma per rivelare la complicità del pubblico nel sensazionalismo, offrendo uno specchio alle nostre ossessioni culturali. Leggete la spiegazione completa di Nolan qui sotto:
Nel primo “Gladiatore” di Ridley Scott, Massimo ci chiede: “Non vi divertite?” e ci mette di fronte alla verità del perché visitiamo il Colosseo attraverso un film. Scott sa che non siamo lì per conoscere la cultura romana; siamo lì per vedere i nostri desideri oscuri a una distanza confortevole. Ma è un regista troppo esperto per farsi sorprendere a fare paralleli con il nostro tempo. Lascia che il mondo de “Il Gladiatore II” parli da solo, mostrandoci ancora una volta chi siamo semplicemente invitandoci a goderci la folle corsa inflazionistica. Perché ci sono gli squali nel colosseo? Perché li chiediamo, e Scott ce li dà magistralmente. Mentre rivela come i giochi vengono usati per manipolare l’opinione pubblica, non possiamo fare a meno di vedere proiettate sulla sabbia le ombre della nostra stessa arena pubblica.
Come i migliori sequel attesi da tempo, “Il gladiatore II” deve essere un remake e un sequel in uno, ed è una prova della bravura di Scott il fatto che riesca a bilanciare il pathos individuale dell’originale con le esigenze espansionistiche del tema centrale del sequel, portando con sé una vita di esperienza nel controllo del tono. Scott alza il tiro con la messa in scena dell’azione: la sua incredibile, iper-osservante messa in scena multi-camera (così diversa da quella dell’originale) fa sì che l’azione si trasformi magistralmente in una sequenza chiara e sbalorditiva. L’effetto non è solo quello di intrattenere, ma di spingere alla consapevolezza dei temi del film. Pochi registi hanno lavorato in modo così invisibile su più livelli. In film come “Blade Runner”, “Thelma e Louise” e “Il Gladiatore II”, la densità visiva dell’arte di Scott funge da sfondo alla sua chiarezza tematica.
Nonostante il suo successo, il contributo di Scott all’evoluzione della narrazione cinematografica non è mai stato adeguatamente riconosciuto. Le innovazioni visive apportate al cinema da lui e dai suoi colleghi dell’adland britannico degli anni Settanta sono state spesso liquidate come superficiali, ma i critici dell’epoca non hanno colto il punto: la fotografia sontuosa e il design meticoloso hanno apportato una nuova profondità al linguaggio visivo dei film, una messa in scena in grado di dirci come potrebbero essere i mondi che ritraggono. Questo non è mai stato così chiaro come nella magistrale inquadratura di apertura de “Il Gladiatore II”, dove la mano di Paul Mescal culla delicatamente il grano raccolto dall’ondeggiare del film originale.