Dopo
la prima clip, ecco una nuova clip del film in questi giorni al
cinema Jeanne du Barry – La Favorita del Re,
diretto da
Maïwenn con un inedito Johnny Depp. Al cinema dal 30 Agosto
distribuito da Notorious Pictures. Dopo aver aperto fuori concorso
il 76° Festival
di Cannes, arriva anche in Italia Jeanne
du Barry – La Favorita del Re, diretto da
Maïwenn (attrice e regista pluricandidata ai
Premi César e vincitrice del premio della giuria al
Festival di Cannes con la sua terza opera da regista,
Polisse).
Un’intensa storia d’amore e di
passione alla corte di Versailles che racconta la vita, l’ascesa e
la caduta di Jeanne – interpretata dalla stessa
Maïwenn – amante di Sua Maestà Luigi XV, che ha il volto di un
inedito Johnny Depp. A completare il cast, le star
Benjamin Lavernhe (The French Dispatch),
Melvil Poupaud (Brother and Sister),
Pierre Richard (Ti presento i tuoi),
Pascal Greggory (L’ultima ora) e
India Hair (La Ligne – La linea
invisibile). Il film sarà distribuito nelle nostre sale da
Notorious Pictures a partire dal 30
agosto.
La trama
Jeanne Vaubernier, una giovane
donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la
sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i
gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV
che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di
lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e
contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a
Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…
Prima di diventare la nota attrice
televisiva che è oggi, Jeanine Mason si è
guadagnata una grande fama come ballerina. Tale attività le ha così
permesso di ottenere una grande popolarità, che l’ha infine portata
a comparire in alcune celebri serie della TV statunitense. Giovane,
carismatica e ricca di talenti, la Mason sembra decisa a volersi
affermare come uno dei volti di punta della sua generazione, e
grazie ai ruoli fino ad ora ricoperti ciò sembra un traguardo
sempre più prossimo.
Ecco 10 cose che non sai di
Jeanine Mason.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jeanine Mason: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in alcuni
noti film. Divenuta una celebrità sul piccolo schermo,
l’attrice debutta per la prima volta al cinema con il thriller
Default, con protagonista David Oyelowo,
dove ricopre il ruolo di Marcela. Nel 2016 torna sul grande schermo
con l’action The Archer, mentre negli anni seguenti si
concentra prevalentemente su ruoli televisivi. Tornerà però al
cinema nel 2020 figurando tra i protagonisti di El
Empantanado: The Muddy e Dolly Parton’s Christmas on
the Square.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Sin da giovanissima, la Mason prende parte ad
alcuni episodi di note serie come CSI – Scena del crimine
(2011), Hollywood Heights – Vita da popstar (2012), A
passo di danza (2013), La vita segreta di una teenager
americana (2013), Diario di una nerd superstar (2014)
e On Kings and Prophets (2016). Nel 2017 ottiene maggior
popolarità come attrice recitando nel ruolo della dottoressa Sam
Bello in Grey’s Anatomy, accanto a Ellen
Pompeo e Chandra
Wilson. Nel 2018 termina il suo ruolo nella serie ed
entra a far parte di Roswell, New
Mexico, con protagonista Nathan
Parsons.
Jeanine Mason in So You Think You
Can Dance
8. Ha vinto il celebre
programma di ballo. All’età di 18 anni, nel 2009,
l’attrice ha partecipato alla quinta stagione del programma
televisivo So You Think You Can Dance, dove si afferma
grazie alle sue performance versatili e particolarmente
carismatiche. La giovane era infatti cresciuta in una famiglia
particolarmente appassionata di ballo, che le ha permesso di
prendere lezioni sin dall’età di tre anni. Settimana dopo
settimana, la Mason ha scalato la classifica, fino ad arrivare
infine alla vittoria del programma. Ciò le ha permesso di ottenere
grande popolarità a livello nazionale, iniziando così a ricevere
numerose richieste per partecipazioni a programmi e serie TV.
7. Ha stabilito due
importanti record. Con la sua vittoria del programma, la
Mason non ha soltanto guadagnato grande popolarità, ma ha anche
stabilito due importanti record all’interno del programma. Lei è
infatti la più giovane vincitrice nella storia dello show, ma anche
la prima vincitrice di origini cubane. Entrambi i suoi genitori,
infatti, sono di origine cubana e l’attrice si è sempre dichiarata
particolarmente orgogliosa di poter contribuire a portare ulteriore
diversità all’interno del mondo dello spettacolo.
Jeanine Mason e Beau Mirchoff
6. Ha avuto una relazione
con l’attore. Grazie alla serie Diario di una nerd
superstar, la Mason ha modo di conoscere l’attore Beau
Mirchoff, con il quale intraprende una relazione. I due si
sono nel tempo dichiarati molto innamorati, condividendo in diverse
interviste ciò che amano l’uno dell’altro. Ad oggi, tuttavia, non è
chiaro se i due stiano ancora insieme. Secondo alcune fonti,
infatti, la coppia si sarebbe separata già da diversi anni ormai,
ma essendo molto riservati a riguardo i due non hanno mai lasciato
che si parlasse troppo della cosa.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jeanine Mason in Grey’s
Anatomy
5. Ha recitato nella
celebre serie medical drama. A partire dalla
quattordicesima stagione, con l’episodio Ain’t That a Kick in
the Head, l’attrice ha fatto la sua comparsa nella serie
Grey’s Anatomy nel ruolo della dottoressa Sam Bello. In
breve il suo personaggio diventa particolarmente amato e centrale
nella storia della stagione. La Mason reciterà poi in tutto in
dodici episodi tra il 2017 e il 2018, facendo la sua ultima
apparizione nell’episodio Judgment Day, ventesimo della
quattordicesima stagione.
4. Ha lasciato la
serie. Divenuta ormai particolarmente celebre, all’attrice
viene offerto un ruolo da protagonista nella nuova serie
Roswell, New Mexico. Per tale motivo, l’attrice ha reso
noto che non sarebbe tornata a far parte del cast di Grey’s
Anatomy, terminando il suo ruolo con la fine della
quattordicesima stagione. Il suo addio ha generato malcontento
negli spettatori, i quali si erano ormai affezionati al suo
personaggio. Ma la Mason non ha dato segni di ripensamento,
lasciando poi il ruolo come anticipato.
Jeanine Mason e Nathan Parsons in
Roswell, New Mexico
3. È la protagonista della
serie. In Roswell, New Mexico, l’attrice
interpreta Liz Ortecho, un ingegnere biomedico di ritorno nella
città del titolo. Qui si imbatterà in una sua vecchia fiamma, Max,
interpretato dall’attore NathanParsons, che scoprirà essere un alieno sotto
copertura. Per lei, a quel punto, si apriranno le porte di un mondo
molto più grande e strano del previsto. Per l’attrice si tratta del
primo vero ruolo da protagonista, e la Mason ha dichiarato di
sentirsi particolarmente a suo agio nel ruolo, e di sentirsi sempre
più fiduciosa nelle proprie capacità attoriali.
Jeanine Mason è su Instagram
2. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 186 mila persone. All’interno
di questo, la Mason è solita condividere post relativi alla propria
quotidianità, tra momenti di svago, curiosità o luoghi da lei
visitati. Non mancano inoltre anche diverse immagini o video
riguardo al proprio lavoro da interprete. Grazie a questi, infatti,
l’attrice promuove ulteriormente il proprio lavoro, permettendo ai
fan di rimanere costantemente aggiornati sui suoi progetti.
Jeanine Mason: età e altezza
1. Jeanine Mason è nata a
Miami, in Florida, Stati Uniti, il 14 gennaio del 1991.
L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.
L’attore Jean-Paul
Belmondo è morto nella sua casa di Parigi, all’età di 88
anni, Ha dato l’annuncio ufficiale il suo avvocato, Michel
Godest, citato come fonte dalla France Presse.
“Era molto affaticato da qualche
tempo. Si è spento serenamente”, ha riferito il legale. Icona
della Nouvelle Vague, mostro sacro del cinema francese ed europeo,
Belmondo ha girato circa 80 film. Il suo ruolo in A bout de
souffle’ (Fino all’ultimo respiro) di Jean-Luc
Godard ha cambiato la storia del cinema e lo ha innalzato
a vera e propria leggenda della settima arte.
In Italia è ricordato anche per il
suo ruolo ne La Ciociara al fianco di
Sofia Loren.
Si è spento domenica, a 58 anni, il
regista Jean-Marc Vallée, autore, tra gli altri,
di Dallas Buyers Club. Tra le opere di maggior
successo di Vallée c’è la prima stagione della serie Big Little Lies – Piccole grandi bugie.
L’annuncio della morte è stato dato dalla famiglia che non ne ha
però comunicato le cause.
Classe 1963, aveva studiato
all’Università del Québec e aveva raggiunto il successo negli anni
2000, con C.R.A.Z.Y, nel 2005,
The Young Victoria, nel 2009 e
Café de Flore, nel 2011. Il 2013 è l’anno
di Dallas Buyers Club, per il quale sia Matthew McConaughey che Jared Leto vinsero un premio Oscar.
A seguire, Vallée ha diretto
Wild, che pure è arrivato a raggiungere diverse
nomination agli Oscar e, per la HBO, Big Little
Lies e Sharp Object.
Il 13 settembre del 2022 diventerà
una data tristemente nota trai cinefili di tutto il mondo, perché è
il giorno in cui Jean-Luc Godard, 91 anni, padre
fondatore della Nouvelle Vague francese. Gianni Canova ha detto che
con lui muore davvero il Novecento, ma grazie a lui il cinema ha
avuto e avrà anche vita più lunga.
Inizialmente ossessionato dal cinema
verità, la sua carriera ha avuto diverse fasi, molte vite, tutte
piegate alla necessità di raccontare il mondo anche in modo lontano
rispetto al suo punto di partenza. Nel giorno dell’annuncio della
sua dipartita, vogliamo proporvi 5 film trai suoi più belli e
famosi, per ripercorrere la sua carriera e ricordarlo.
Fino all’ultimo respiro
Considerato da tutti i
cinefili il manifesto della Nouvelle Vague, il film vede
protagonisti due icone di stile e di classe, Jean-Paul
Belmondo e Jean Seberg. Opera prima di Godard, il film ha
reinventato il racconto cinematografico, permettendo alla realtà di
irrompere nella finzione e così frammentandola. Il film, da un
soggetto di Truffaut e Chabrol, è stato girato con pochissimi soldi
in circa tre settimane e sovverte ogni regola conosciuta fino a
quel momento, lanciando la carriera di due icone e scrivendo la
storia del cinema.
Trasposizione
dell’omonimo romanzo di Alberto Moravia, il film è un grande
successo per Godard, il secondo dopo il film d’esordio, e si avvale
del travolgente fascino di Brigitte Bardot. Nel film, Michel Piccoli è un
drammaturgo che deve scrivere un adattamento dell’Odissea, che sarà
diretto da Fritz Lang (che interpreta se stesso).
Il film è una riflessione lucida e biografica sull’incomunicabilità
tra arte e industria, un discorso che ancora oggi, dopo circa 60
anni, è ancora più che attuale.
Il bandito delle 11.00
Jean-Paul Belmondo
torna in questo breve elenco, forse perché il suo volto così
affascinante ha dato vita così bene all’idea di protagonista
maschile che aveva Godard, e infatti anche ne Il bandito
delle 11.00 torna l’attore francese, per una parabola che
è molto simile a quella percorsa in Fino all’ultimo respiro. Con
lui Anna Karina. Il film è però anche speculare rispetto all’opera
prima del regista francese, tanto era in bianco e nero quella,
quanto colorata e debitrice della pop-art questa, tanto era
istintiva e immediata la prima, quando costruita sulla poetica
anti-borghese la seconda. Forse il film più famoso di Godard agli
occhi del grande pubblico.
Due o tre cose che so di lei
Titolo citatissimo e
punto di non ritorno nel cinema di Godard. Il film esce in un anno
fondamentale per la carriera del regista, in cui escono tre suoi
film e in cui consolida il suo allontanamento dalla forma narrativa
tradizionale che aveva già seminato nelle opere immediatamente
precedenti. Il film segue Marina Vlady, una
donna borghese con marito e figli, in una sua giornata normale in
cui alterna commissioni quotidiane a sesso a pagamento. Non c’è più
traccia del cinema verità che aveva dato inizio alla sua carriera,
ma c’è la volontà di raccontare con occhio critico la società,
simulando un approccio cronachistico alla costruzione della
finzione.
E’ il film che, insieme a
Le livre d’image, è il testamento di
Jean-Luc Godard. E che testamento! Nulla nel film
mostra stanchezza o vecchiaia, anzi, una continua ricerca della
destrutturazione della storia e della poesia all’interno della
realtà ne fanno il contraltare perfetto rispetto a quell’occhio
così aderente alla realtà che aveva caratterizzato l’inizio della
sua carriera cinematografica. Addio al linguaggio è la continua
messa in discussione di se stesso e dell’occhio con cui ha imparato
a guardare alla realtà nel corso degli anni.
È morto
all’età di 91 anni l’attore francese Jean-Louis
Trintignant, esponente di spicco del cinema e del teatro
d’Oltralpe. A darne notizia è la moglie, Mariane Hoepfner
Trintignant.
Nato l’11 dicembre 1930 a Point Saint Exprit de Gard, in Provenza,
Jean-Louis Trintignant deve la sua fama
principalmente a tre grandi successi, che ne hanno segnato la
carriera e sancito il successo: Il sorpasso, di
Dino Risi, accanto a Vittorio
Gassmann, Un uomo, una donna di
ClaudeLelouch, in cui recitava al
fianco di Anouk Aimée, e Il
Conformista, di Bernardo
Bertolucci.
Ha
lavorato tantissimo a teatro, suo primo amore, e ha girato
tantissimi film in Italia, lavorando con i più grandi, non solo
Bertolucci e Risi, ma anche Zurlini e Amelio, ma anche tantissimi
registi internazionali. Fino a uno dei suoi più grandi ruoli nel
magnifico Amour di Michel Haneke, collaborazione che ha
ripetuto nel 2017 con Happy End.
È disponibile da oggi, 15 Dicembre,
su Amazon
Prime, Jean-Claude Van Johnson,
con protagonista Jean-Claude Van Damme. Di seguito
il trailer:
Jean-Claude Van Johnson vede
come protagonista una delle star più famose degli action movie,
Jean-Claude Van Damme, nel ruolo di “Jean-Claude Van Damme” uno dei
più sensazionali esperti di arti marziali nel cinema…e anche come
Johnson, il più pericoloso agente segreto mai esistito.
Infelicemente in pensione, passa le sue giornate nella superficiale
Hollywood fino a quando l’incontro con una vecchia fiamma non lo
riporta in gioco, arrivando addirittura a scontrarsi con il nemico
più pericoloso mai affrontato: un cartello della droga
bulgaro. Non è vero, in realtà è sé stesso.
Nel cast di Jean-Claude Van Johnson,
al fianco di Van Damme: Kat Foster (Your Family or
Mine), Moises Arias (The Middle), e
Phylicia Rashad (Creed). I produttori esecutivi dello
show sono Dave Callaham (The Expendables), Peter
Atencio (Key & Peele), Ridley Scott (The Good
Wife), David W. Zucker (The Man in the High Castle).
Una produzione Scott Free Productions, la serie è diretta da
Atencio, scritta e creata da Callaham. Jean-Claude Van
Johnson è disponibile in esclusiva su Amazon Prime Video a partire da oggi, 15
dicembre.
Per celebrare questo lancio, la Germania ha costruito un
monumento a Jean-Claude van Damme. La star di arti marziali famosa
in tutto il mondo posa di fronte ad una statua creata da Amazon per
promuovere il suo nuovo show Prime Original Jean-Claude Van
Johnson. Lo sfondo è uno scenario incantevole della città di Monaco
dove Mr. van Damme ha completato le interviste alla stampa dopo la
sua prima mondiale di successo a Parigi questo martedì.
Jean-Claude Van
Damme è uno di quegli attori ha conquistato milioni di fan
grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono
diventati dei veri e propri cult. L’attore ha lavorato duramente
per dare solidità alla propria carriera e, ancora oggi, continua a
lavorare sodo nell’industria cinematografica, rimanendo un
professionista del settore tra i più ammirati.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Jean-Claude Van Damme.
Jean-Claude Van Damme film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera dell’attore belga è iniziata nel 1979
grazie a Donna tra cane e lupo, per poi continuare con
Rombo di tuono (1984) e Kickboxers – Vendetta
personale (1986). In seguito ha recitato in Aquila
nera (1988), Cyborg (1989), DoubleImpact – La vendetta finale (1991), I nuovi
eroi (1992), Senza tregue (1993), Last Action Hero
(1993), Street Fighter (1994), A rischio della
vita (1995), La prova (1996) e The Order
(2001). In seguito, lavora in Wake of Death (2004),
The Eagle Path (2010) e Gli occhi del dragone
(2012). Tra i suoi ultimi film vi sono I mercenari 2 (2012), 6 Bullets (2012),
Benvenuti nella giungla (2013), Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Kill
‘em All (2017), Kickboxer: Retaliation (2018),
Black Water (2018) e L’ultimo mercenario
(2021).
2. È anche doppiatore,
produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua
carriera ha esplorato diversi ambiti del cinema, prestando la
propria voce per i film d’animazione Kung Fu Panda 2 (2011)
e Kung Fu Panda 3 (2016).
Inoltre, ha prodotto film come Double Impact, Fino
all’inferno (1999), Assassinion Games (2011),
Full Love (2014) e della serie Jean-Claude Van
Johnson (2017- in corso). Come regista ha diretto i film
La prova (1996), The Eagle Path (2010) e Full
Love e, inoltre, ha sceneggiato film com La prova
(1996), The Order e Full Love.
Jean-Claude Van Damme: la moglie
Maria Rodriguez e le altre
3. Si è sposato
giovanissimo. L’attore si è sposato per la prima volta nel
1980, a soli diciotto anni, con Maria Rodriguez. I
due si erano conosciuti nel 1978, per poi sposarsi il 25 agosto del
1980. Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco: infatti, i due
hanno divorziato nel 1984, dopo tre anni.
4. Si è sposato diverse
altre volte. L’attore si è poi sposato altre quattro
volte. Nello stesso anno del suo primo divorzio, l’attore si è
sposato con Cynthia Derderian nel 1985, per poi
divorziare già l’anno successivo. Nel 1987 è convolato a nozze per
la terza volta con la culturista Gladys Portugues,
dalla quale ha divorziato cinque anni dopo. Nel 1994 è stato
protagonista del quarto matrimonio, avvenuto con Darcy
LaPier, divorziando da lei tre anni dopo. Infine, dal 1999
è sposato con Gladys Portugues.
Jean-Claude Van Damme e i suoi
figli
5. Ha avuto diversi
figli. Dalla culturista Gladys Portugues Van Damme ha
avuto due figli: Kristopher Van Varenberg, nato il 20 maggio 1987,
e Bianca Bree Van Varenberg, nata 17 ottobre 1990, modella ed
esperta di arti marziali. Il figlio è anche apparso nei film
Universal Soldier – I nuovi eroi, The Quest – La
prova, Derailed, Universal Soldier –
Regeneration. Dalla moglie LaPier, invece, ha avuto un altro
figlio, Nicholas, nato il 10 ottobre 1995. Anche quest’ultimo è
apparso in un film del padre, Wake of Death.
Jean-Claude Van Damme in
Kickboxer
6. Il film del 1989 si
ispira ad un evento reale. La scena in cui Kurt ha della
carne legata alla gamba ed è inseguito dal cane di Xian Chow è
ispirata ad un evento accaduto nella vita reale dell’attore quando
era giovane. Nella fattispecie, all’attore era stato ordinato di
indossare una tuta protettiva e di resistere ai tentativi di un
cane addestrato per farlo cadere a terra.
7. È apparso in
Kickboxer: Retaliation. Nonostante l’originale
Kickboxer abbia cinque sequel, l’attore è apparso solo in
un sequel del franchise, ovvero Kickboxer:
Retaliation. Si tratta dunque della seconda volta che il
personaggio di Kurt Sloan sarà il protagonista, smentendo dunque il
fatto di essere stato ucciso come viene detto in Kickboxer
2.
Jean-Claude Van Damme in I
mercenari
8. Ha fatto parte di un cast
stellare. L’attore è stato protagonista de I mercenari
2 e l’attore Sylvester
Stallone ha confermato che il suo personaggio si
chiama Vilain per renderlo simile al nome del poeta francese del
XIX Paul Verlaine. Sul set de I mercenari 2, ha ritrovato
i suoi colleghi Dolph Lundgren e Scott
Adkins con cui aveva già lavorato altre tre volte nella
sua carriera.
9. Si è allenato a lungo per
il ruolo. Per prendere parte ad un action movie come I
mercenari 2, l’attore si è sottoposto ad un’allenamento
particolarmente intensivo al fine di poter interpretare
personalmente la maggior parte delle scene più pericolose previste
per il suo personaggio. Van Damme, come noto, non ha in realtà mai
smesso di allenarsi e presenta ancora oggi un fisico
particolarmente atletico e invidiabile, che in questo film sfoggia
una volta di più.
Jean-Claude Van Damme: età e altezza dell’attore oggi
10. Jean-Claude Van Damme è
nato il 18 ottobre del 1960 a Berchem-Sainte-Agathe, a
Bruxelles. La sua altezza complessiva corrisponde a 177
centimetri.
Jean-Claude Van Damme sta
gettando le basi per il sequel di Double Impact – Vendetta finale,
action movie in cui scorazzò nel lontano 1991. L’attore e super
Jean Reno è nato il 30 luglio 1948 a
Casablanca (Marocco) da genitori nati nella provincia di Cadice in
Andalusia, Spagna. Suo padre, Manuel, era linotipista de Le Petit
Marocain, un importante giornale di Casablanca e sua madre, Carmen,
lavorava in casa come sarta.
Il Marocco era un
protettorato francese e Jean Reno ha cominciato a
studiare il francese andando a scuola. Molto presto è stato
affascinato dal mondo dello spettacolo: aveva il cinema e il teatro
nel sangue, adorava Louis Jouvet, Jean Gabin, Vittorio Gassman,
John Wayne e Montgomery Clift: non ci sono frontiere nel mondo
dello spettacolo.
A dodici anni vive la sua prima
esperienza teatrale con L’ecole des Femmes, messa in scena con gli
alunni della sua scuola. In quel momento capisce quale sarebbe
stato il suo destino: sarebbe diventato un attore!
Jean Reno,
biografia
A sedici anni Jean
Reno partecipa per la prima volta a una produzione
teatrale. Con un gruppo di amici collabora alla produzione di Juego
de Niños, una commedia scritta da Victor Ruiz Iriarte e diretta da
Candide Carrasco, che viene rappresentata molte volte in un teatro
da cinquecento posti a Casablanca. È la prima volta di Jean su un
palcoscenco, di fronte al pubblico, recitando in spagnolo, e si
innamora dell’emozione di quella esperienza. Ed è anche la prima
volta che ottiene una lusinghiera recensione su un giornale! Niente
lo fermerà…non rinuncerà mai ai suoi sogni.
Nel 1968 presta servizio militare
per la Francia in Germania. Poi si trasferisce a Parigi dove vive
in un piccola camera. Si iscrive al Cours Simon ma lo segue solo
per pochi mesi.
Il 1970 è un anno difficile pe
rJean Reno; è solo e si sente un estraneo. A
Parigi non ha amici né la famiglia. Sopravvivere ogni giorno è
una sfida e spesso pane e caffè sono l’unico pasto che si può
permettere.
Sono anni di
magra: Jean Reno per sopravvivere fa dei
lavoretti, vende strumenti musicali, lavora in un drugstore, fa la
guida, il contabile, l’agente assicurativo, poi l’agente di viaggi,
il commesso, il venditore porta a porta e l’impiegato in un Duty-
free, dove comincia a imparare un discreto giapponese. Qualsiasi
cosa per sopravvivere e trovare un piccolo posto in quella città
che sembra così fredda e ostile.
Nel 1975Jean
Reno frequenta i corsi di Andreas Voutsinas al
Bouffes du Nord. Voutsinas usa un metodo che si ispira sia a
Stanislavski che al New York Actor Studio.
È uno stage molto importante per la
vita di Jean Reno, il corso è seguito da
attori molto conosciuti (Delphine Seyrig, Brigitte Fossey, Claude
Brasseur e molti altri); la loro presenza non solo ispira gli
studenti ma permette di avere un posto dove gli esercizi teatrali
possono essere messi in pratica in condizioni quasi
professionali.
Qui Jean Reno
incontra Didier Flamand con il quale lavora insieme ad altri trenta
attori per la compagnia Le Retour de Gulliver. È l’inizio di una
grande amicizia e di una collaborazione artistica che dura ancora
oggi.
La compagnia Le Retour de Gulliver
mette in scena molte opere, “creazioni collettive”, dirette e
ispirate da Didier Flamand, rappresentate a Parigi al Bouffes du
Nord, all’Opera Comique, al festival d’Avignone e in tour europei
da Helsinki a Madrid.
È grazie alla sua presenza in
questa compagnia che viene notato da registi teatrali e
cinematografici e che comincerà ad avere piccole parti come
attore.
La sua prima esperienza
professionale teatrale è con la compagnia “Le Retour de Gulliver”
diretta da Didier Flamand in Prends Bien Garde aux Zeppelins,
scritta e diretta da Didier Flamand al Bouffes du Nord di Parigi.
Il fascino di questa opera sembra perfetto per un tour europeo.
Poi Jean lavora in Ecce Homo,
un’altra opera scritta da Didier Flamand nel 1978 e diretta dallo
scrittore per il Festival d’Avignone. Nel 1978 Jean, con Darry
Cowl, recita, in tour francese, in Celimare Le Bien Aime scritta da
Eugene Labiche e diretta da Andreas Voutsinas. Nel 1981, a Parigi,
Jean partecipa a La Manufacture, un’altra opera scritta e diretta
da Didier Flamand. Jean apparirà anche in Terre Etrangere scritta
da Arthur Schnitzler (1983) diretta da Luc Bondy al Theatre des
Amandiers di Nanterre, con Michel Piccoli, Andromaque di Racine
(1987) per la regia di Roger Planchon a Villeurbanne, con Richard
Berry, Montserrat scritta da Emmanuel Robles (1991) diretta da Jean
François Prevand al TBB di Boulogne- Billancourt, Les Grandes
Occasions (2006) scritta da Bernard Slade e diretta da Bernard
Murat al teatro Edouard VII di Parigi con Clementine Celarie.
Nel 2005, continuando la sua
esperienza teatrale, Jean dirige, assistito dall’amico Didier
Flamand, l’opera di Puccini Manon Lescaut al Teatro Regio di
Torino, in Italia, in occasione dei Giochi olimpici invernali.
Nel 2015, torna sul palcoscenico al
Theatre de Paris con Nos Femmes, scritto da Eric Assous e diretto
da Richard Berry.
Jean Reno, filmografia
Il suo debutto cinematografico è
molto lento: nel 1978/79 lavora in L’hypothese Du Tableau Volédi
Raul Ruiz. Nel 1979 Costa-Gavras, che lo aveva notato in Prend Bien
Garde Aux Zeppelins, di Didier Flamand al Bouffes du Nord di
Parigi, gli offre una piccola parte in Chiaro di donna che gli
permette di recitare con Romy Shneider e Yves Montand.
Durante il casting di Bidasses Aux
Grandes Manoeuvres Jean incontra Luc Besson (che era primo
assistente alla regia di quel film. È la seconda volta che la vita
di Jean cambia per l’incontro con un amico e artista. Poco dopo Luc
Besson gli propone di lavorare in L’avant Derniere, nel 1982, e gli
offre una parte nel suo primo lungometraggio, Le Dernier Combat,
che otterrà decine di premi internazionali,come quello del
Festival du Cinema Fantastique di Avoriaz nel 1983.
Jean Rene Leon e l’incontro con Luc
Besson
Jean Reno
lavorerà molte altre volte con Besson: Subway (1985) con Isabelle
Adjani e Christophe Lambert; Le grand Bleu (1987) con Jean-Marc
Barr e Rosanna Arquette, con un ruolo che lo presenterà al grande
pubblico e gli farà ottenere una nomination ai prestigiosi Cesars
(l’equivalente francese degli Oscar); Nikita (1989) con Anne
Parillaud e Tcheky Karyo, e, soprattutto, Leon, (The professional),
(1994) con Nathale Portman e Gary Oldman.
Con Leon ottiene una seconda
candidatura ai Cesars. Il film diventerà un cult negli Usa e farà
di Jean Reno una star internazionale.
Nel 1990 lavora con Christian
Clavier e Valerie Lemercier in L’Operation Corned-Beef di
Jean-Marie Poire. Il trio Poire-Clavier-Reno si ritrova nel 1992
nel film Les Visiteurs; nel 1996 in Les Couloirs Du Temps, Les
Visiteurs 2, con Muriel Robin, e nel 2001 in Les Visiteurs En
Amerique, con Christina Applegate.
Nel 1990 Jean Reno
appare in L’homme au Masque d’Ordi Eric Duret, con Marlee Matlin, e
in Loulou Graffiti di Christian Lejalet. Nel 1991 in La Vis di
Didier Flamand che nel 1994 otterrà un Cesar come miglior corto, e
ha partecipato agli Oscar per la Francia lo stesso
anno. Jean Reno è diventato uno degli attori
francesi più popolari negli Stati Uniti e ha lavorato in molte
produzioni americane:
French Kiss (1994) di Lawrence
Kasdan con Meg Ryan. Mission Impossible (1995) di Brian de Palma
con Tom Cruise. Godzilla (1997) di Roland Emmerich con Matthew
Broderick. Ronin (1997) di John Frankenheimer con Robert de Niro.
Rollerball (2002) di John Mc Tiernan con Chris Klein.
Nel 2006 Jean è membro con diritto
di voto agli Oscar. Jean
Reno intraprende una carriera che rifugge dagli
stereotipi.
Jean Reno ha
ottenuto due nomination ai “Cesars du Cinema Français” (l’Oscar
francese), la prima volta nel 1989 per il ruolo di Enzo in Le Grand
Bleu di Luc Besson, come miglior attore non protagonista; la
seconda volta nel 1995, per il personaggio di Leon in Leon di Luc
Besson come miglior attore.
Nel 2000 Jean Reno
ha ottenuto l’European Achievement in the World Cinema Award della
European film Academy. L’impegno di Jean Reno nella beneficenza in
Europa, Canada e negli Stati Uniti è vario e spontaneo, in base
alle necessità del momento e ai suoi impegni professionali.
In Francia è padrino dell’Institut
du cerveau et de la moelle epiniere (ICM), centro di ricerca sul
cervello e le malattie del midollo spinale. Jean è stato membro
del consiglio di Les Amis de la Fondation Abbe Pierre, associazione
che si occupa dei bisogni dei senza casa. Jean ha anche contribuito
alla campagna “E-Enfance” per la protezione dei bambini sul web e a
“Perce Neige” che ha in tutta la Francia centri di accoglienza per
i bambini con disturbi mentali.
Nel 2006 il governo di Andalusia e i
deputati della provincia di Cadice hanno insignito Jean, alla
presenza dell’ambasciatore francese in Spagna, del titolo di
Privileged Son Of Andalusia una onorificenza molto importante, che
ha profondamente emozionato Jean perché lo lega alla storia della
sua famiglia.
Jean Reno ha anche
ottenuto le più alte onorificenze francesi, infatti è stato
nominato Officer de la Legion d’Honneur, Chevalier Dans L’ordre Du
Merite National e Chevalier Des Arts Et Des Lettres.
Negli anni Novanta, Jean
Reno era uno dei più popolari interpreti non solo in
Francia ma a livello internazionale. Celebri sono infatti le sue
partecipazioni ad alcuni dei film più cult di quegli anni.
Particolarmente prolifico, Reno ha prestato il proprio talento a
generi e pellicole molto diverse tra loro, sfoggiando la
versatilità per cui è sempre stato lodato.
Ecco 10 cose che non sai di
Jean Reno.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno: i film in cui ha
recitato
10. Ha preso parte a celebri
lungometraggi. Il primo ruolo cinematografico per l’attore
è quello per il film Chiaro di donna (1979), ma il vero
successo arriva grazie ai film Subway (1985), Le Grand
Bleu (1988), Nikita (1990), e, in particolare,
Léon (1994), con Natalie
Portman e Gary
Oldman. Negli anni successivi continua ad affermarsi
con titoli come Al di là delle nuvole (1995), Mission:
Impossible (1996), Godzilla (1998), Ronin (1998), I
fiumi di porpora (2000), con Vincent
Cassel,Sta’ zitto… non rompere (2003),
Hotel Rwanda (2004), La tigre e la neve (2005),
di Roberto
Benigni, La pantera rosa (2006), Il codice da
Vinci (2006), Vento di
primavera(2011), Chef (2012), Hector
e la ricerca della felicità (2014), Il tuo ultimo
sguardo (2016), di Sean
Penn, e La ragazza
nella nebbia (2017). Prossimamente tornerà al cinema
con il thriller Doorman, con Ruby
Rose.
9. Ha doppiato un celebre
film d’animazione. Nel pieno della sua popolarità, Reno
viene scelto per partecipare al doppiaggio francese del classico
d’animazione Disney Il re leone. Egli ha infatti dato voce
al personaggio di Mufasa, padre del protagonista. Altre sue
attività come doppiatore sono state quella per il film Giù per
il tubo (2006), dove ha dato voce al personaggio di Le Frog, e
quella per il videogioco Onimusha 3: Demon Siege,
doppiando il personaggio di Jacques Blanc, modellato proprio a
partire dai tratti somatici dell’attore.
8. È stato più volte
nominato ad un importante premio. Reno vanta tre
nomination ai premi César, i più prestigiosi riconoscimenti
cinematografici francesi. Fu candidato una prima volta nel 1989
come miglior attore non protagonista per il Le grand bleu,
e in seguito come miglior attore protagonista nel 1994 per Les
visiteurs, e nel 1995 per Léon. Pur non riportando
vittorie, tali nomination consacrarono il periodo d’oro vissuto in
quegli anni dall’attore.
Jean Reno e Natalie Portman
7. È molto legato alla nota
attrice. Per Reno, Léon fu il film della
consacrazione, per l’attrice Natalie Portman
rappresentò invece il debutto nel mondo del cinema. L’attore
francese ha più volte ricordato il set da loro condiviso,
affermando che da subito non ebbe dubbi sulle qualità della giovane
interprete e sul radioso futuro che la attendeva. Reno ha inoltre
raccontato che ancora oggi è lieto di incontrarla in amicizia
lontano dai set.
Jean Reno: i figli dell’attore
6. È padre di diversi
figli. Durante il primo matrimonio, durato dal 1977 al
1995, l’attore diventa padre di due figli, nati rispettivamente nel
1978 e nel 1980. In seguito, risposatosi, nel 1996 diventa padre
per la terza volta in quello stesso anno, e una quarta nel 1998.
L’attore si è in seguito sposato una terza volta, ma non ha avuto
figli dall’attuale moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno in Léon
5. Ha caratterizzato in modo
particolare il suo personaggio. In Léon,
l’attore interpreta uno spietato sicario che accoglie sotto la sua
protezione la giovane Mathilda. A riguardo, Reno ha raccontato
di aver costruito il suo personaggio immaginandolo con un lieve
ritardo mentale e un’emotività particolarmente repressa. Ciò doveva
favorire il pensiero che una persona del genere non avrebbe mai
pensato in termini sessuali nei confronti della ragazza da lui
adottata.
4. Il ruolo era pensato per
lui. Grazie alle sue precedenti collaborazioni con il
regista Luc Besson, l’attore fu la prima e unica
scelta per il ruolo del sicario Léon. Besson raccontò di aver
scritto il personaggio proprio basandosi su Reno. Molti altri
attori però si dichiararono estremamente interessati a ricoprire il
ruolo, e tra questi vi erano anche Mel
Gibson e Keanu
Reeves.
3. Non fece prove per una
particolare scena. All’interno del film vi è una celebre
scena dove Mathilda indossa un abito regalatole da Léon. Essendo
una scena molto delicata emotivamente, ai due attori non fu
concesso di fare prove, poiché il regista desiderava catturare il
loro spontaneo imbarazzo nel momento in cui la recitavano per la
prima volta.
Jean Reno in Chef
2. Si è ispirato a noti
chef. Nel film Chef, Reno interpreta Alexandre
Lagarde, celebre chef in crisi di ispirazione. Per ricoprire tale
ruolo, l’attore ha raccontato di essersi fatto aiutare da alcuni
chef famosi, i quali sono anche suoi amici. Reno ha affermato di
averli osservati a lungo durante la preparazione dei loro piatti, e
invece che imitare il loro modo di comportarsi ha cercato di
comprenderlo, per arrivare alla radice di come pensa e agisce un
grande maestro della cucina.
Jean Reno: età e altezza
1. Jean Reno è nato a
Casablanca, in Marocco, il 30 luglio 1948. L’attore è alto
complessivamente 188 centimetri.
Novità per Hector And
The Search For Happyness: nel cast del film,
protagonista Simon Pegg, entra Jean
Reno; assieme a lui, entrano nel cast Stellan
Skarsgard, Desiree Zurowski e
Jakob Davies, oltre a Toni
Collette, Rosamund Pike e
Chritopher Plummer, già precedentemente entrati
nel progetto, diretto da Peter Chelsom.
Al centro del film, Hector-Pegg, un
eccentrico psichiatra londinese che cade in crisi quando capisce di
non riuscire a rendere più felice nessuno dei suoi pazienti,
partendo poi per un viaggio alla ricerca del segreto della
felicità. Rosamund Pike sarà la ragazza di Hector, Plummer un
professore della UCLA specializzato in studi sulla felicità, mentre
Davies dovrebbe interpretare il protagonista da adolescente.
Chelsom si è anche occupato della
sceneggiatura, a fianco di Maria von Heland,
Francois Lelord e Tinker Lindsay.
La data di uscita non è ancora stata fissata.
Con la sua Mediterranea Productions,
Angelo Bassi presenta a Roma Marie
Heurtin – Dal Buio alla Luce del cineasta francese
Jean-Pierre Améris. La storia di Marie che si
svolge a cavallo tra ‘800 e ‘900, narra della creazione di una
nuova lingua, quella usata oggi dai ragazzi sordi e ciechi per
comunicare con il mondo.
La casa di distribuzione, in coerenza con la materia trattata dal
film, avvalendosi della collaborazione dell’ Istituto Statale per
Sordi di Roma, Lega del Filo d’oro, CINEDEAF (Festival
Internazionale di Cinema Sordo), Eyes Made (iniziativa di
innovazione sociale a base culturale incentrata sulla
valorizzazione delle abilità visive che risiedono nelle persone
sorde), Big Bang – Universo accessibile (startup a vocazione
sociale) e Movie Reading (applicazione per smartphone), a partire
dal 3 marzo porterà il film in circa 30 sale italiane, cercando di
renderlo fruibile e accessibile a tutti.
Ha avuto difficoltà a
lavorare con un’attrice realmente sorda?
Jean-Pierre Améris:Prima di scegliere Ariana ho incontrato 200 ragazze. Non è
stato un problema imparare a lavorare con loro. Nel mio primo film
c’era una ragazza sorda, quindi ne avevo già esperienza. Il
messaggio del film è proprio che l’handicap non è una difficoltà.
La difficoltà sarebbe stata trovare un’attrice poco capace. Abbiamo
girato con degli interpreti, ma si è creata un’atmosfera
particolare durante il film e tutti hanno imparato in qualche modo
a comunicare con le attrici.
Inizialmente il suo progetto
era di raccontare la storia di Hellen Keller, su cui si basa anche
un altro film (Anna dei miracoli). Cosa l’ha portata a dirottare su
quest’altra storia?
Sin dall’adolescenza sono stato
affascinato dalla storia di Hellen Keller, una donna americana
sorda e cieca, che lo diventa però all’età di 15 anni. Come Marie
Heurtin, inizialmente era una ragazza selvaggia, ed è stata salvata
dalla sua governate che le ha insegnato un modo per comunicare.
Volevo fare un remake di Anna dei Mircoli, ma ho scoperto che gli
americani ne fanno un remake più o meno ogni 15 anni, e che era
molto difficile reperire i diritti. Per cui mi sono informato, ho
conosciuto meglio il problema dei sordo-ciechi e ho scoperto Marie.
Per due anni ho fatto ricerche, partendo dagli scritti della suora
che ha deciso per prima di occuparsi della ragazza, e poi sui testi
scritti appunto da Marie. Sono stato molto fedele alla storia vera,
ho passato due anni nel centro di Poitiers, dove ancora arrivano
bambini sordi e ciechi da tutto il mondo. Mi ricorderò sempre del
mio primo giorno lì. Ero un po’ spaventato e ho visto arrivare
tutti questi adolescenti che volevano incontrarmi e che per
avvicinarsi a me mi hanno letteralmente respirato. Siamo in una
società virtuale, dove il contatto fisico non esiste quasi più.
Queste persone hanno invece bisogno necessariamente di un contatto
fisico e hanno bisogno quindi di più tempo per conoscerti. Mi è
piaciuto stare con loro e sono venuti poi alla prima proiezione del
film, con gli educatori che lo traducevano nella loro lingua. Dopo
abbiamo anche avuto un dibattito sul film e loro erano felici che
si parlasse di questo tema.
Nei suoi ultimi tre film
parla delle difficoltà relative alla comunicazione, è una
continuità intenzionale?
Faccio film su temi che mi
interessano, come il tema della comunicazione, a prescindere dalla
difficoltà. Mi interessa la libertà di poter comunicare qualcosa ed
è così che intendo anche il cinema. Ammiro l’essere umano e il suo
impegno e ingegno che utilizza per adattarsi al mondo.
Come mai ha scelto Isabelle
Carrè per il personaggio di Suor Marguerite?
È il terzo film che facciamo
insieme, è un attrice che mi ispira e mi piace tantissimo. Non c’è
alcuna somiglianza fisica con la persona reale a cui si rifà il
personaggio, anzi Isabelle è l’opposto. Ma lei ha una forte
propensione a comunicare con l’altro, a capire le difficoltà
altrui, ed è per questo che l’ho scelta. Ha seguito corsi per
imparare il linguaggio dei segni, per lei è diventata una vera e
propria passione, mentre io devo ammettere di avere ancora molta
difficoltà. Con Ariana abbiamo lavorato a Parigi per due mesi per
ripetere le scene, soprattutto quelle di lotta fisica che sono
state le più difficili. Era molto importante che instaurassero una
relazione profonda, poiché dovevano avere un rapporto molto fisico,
molto materno. Nel tempo in cui è ambientata la storia non si
sapeva affatto come comunicare con questo tipo di persone. Suor
Marguerite è stata tenace e davvero geniale nel metodo che ha
individuato per l’insegnamento di questa lingua.
Lei usa un tono leggero, che
non ci aspetteremmo da un film con un tema del genere.
Nella vita è tutto mischiato, il
triste e il comico. Ho riso molto con questi ragazzi, mi sono
divertito. Dove pensate che ci siano delle cose terribili, c’è in
realtà della gioia: volevo dimostrare questo. La gioia non è
soltanto nelle cose belle della società, dove c’è la salute e la
bellezza. C’è molta gente felice anche altrove.
Tra i più celebri e apprezzati
attori del cinema francese, Jean Dujardin ha
dimostrato di poter portare il suo talento anche oltre oceano,
conquistando gli Stati Uniti e vincendo un premio importante come
l’Oscar al miglior attore. Diviso tra impegnati film d’autore e
film più leggeri, l’attore non manca mai di sfoggiare il suo
fascino e il suo istrionico talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Jean Dujardin.
Jean Dujardin carriera
1. I film. La
carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 2002, con il
film Ah! Se fossi ricco. Successivamente prende parte ad
alcune popolari pellicole francesi. Un primo punto di svolta nella
sua carriera arriva con il film Piccole Bugie tra amici,
del regista Guillame
Canet, che gli permette di raggiungere un pubblico più
ampio. Nel 2012 è invece protagonista del film The Artist,
con il quale vincerà il suo primo Oscar. Negli anni successivi
ottiene dei ruoli nei film Gli infedeli (2012), The Wolf of Wall Street (2013), Monuments Men (2014), French Connection
(2014), e Un amore all’altezza (2016). Nel 2019 partecipa
al sequel del film di Canet, intitolato Grandi buie tra amici, dove recita accanto all’attrice
Marion
Cotillard. Sempre nel 2019 è protagonista del film
L’ufficiale e la spia, del regista Roman
Polanski.
Jean DuJardin Instagram
2. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 682 mila
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago con amici, o ancora foto
promozionali dei progetti a cui l’attore ha preso parte.
Jean DuJardin vita privata
3. E’ stato sposato tre
volte. Il primo matrimonio dell’attore risale al 2003, con
una donna di cui tuttavia si sa poco o nulla. Con lei avrà due
figli. Nel 2009 sposa invece l’attrice Alexandra Lamy, da cui però
si separa nel 2013. Dal 2018 è invece sposato con la ballerina
Nathalie Péchalat, da cui aveva già avuto un figlio nel 2015.
Jean DuJardin premi e
nomination
4. Ha vinto un
Oscar. Grazie alla sua interpretazione nel film The
Artist, l’attore ottiene riconoscimenti da ogni parte del
mondo. Vince innanzitutto il premio come miglior interpretazione
maschile al Festival
di Cannes, dove il film era in concorso. Successivamente
ottiene il Golden Globe, il Bafta, lo Screen Actors Guild Award e
infine l’Oscar al miglior attore protagonista.
5. Ha stabilito un
primato. Con l’Oscar vinto, DuJardin è diventato il primo
attore francese a vincere tale premio nella categoria miglior
attore. E’ invece il quinto attore francese a vincere un premio
Oscar in generale, ma i precedenti quattro rientravano nelle altre
categorie attoriali.
Jean DuJardin Cannes
6. Ha una cosa in comune con
l’attore Christoph Waltz. L’attore francese è l’unico,
insieme al premio Oscar Christoph Waltz, ad aver vinto sia il premio
per l’interpretazione a Cannes che il SAG Awards, il Golden Globe,
il Bafta e l’Oscar per il medesimo film.
Jean DuJardin The Artist
7. Si esercitò nel
ballo. Per girare le scene di ballo insieme all’attrice
Bérénice Bejo, i due si sottoposero ogni
giorno per cinque mesi a continue prove per acquisire il giusto
feeling. I due si esercitarono inoltre nello studio dove si
esercitarono a loro tempo gli attori Debbie
Reynolds e Gene Kelly per Cantando
sotto la pioggia.
Jean DuJardin Gli infedeli
8. Ha diretto uno degli
episodi del film. Il film
Gli infedeli è composto da sette diversi episodi sul tema
dell’infedeltà maschile. Jean DuJardin, regista di uno degli
episodi, ebbe l’idea del titolo del film quando vide la locandina
francese del film The Departed, di Martin
Scorsese. Questa riportava il titolo “Les Infiltrés”, ma
l’attore lesse erroneamente “Les Infedéles”, decidendo poi di
utilizzarlo come titolo.
Jean DuJardin gruppo comico
9. Fa parte di un noto
gruppo comico. L’attore è membro del gruppo “Nous C Nous”,
insieme agli attori Bruno Salomone, Eric Collado, Emmanuel Joucla
ed Eric Massot. Il gruppo è noto in francia per i loro sketch
comici e le loro partecipazioni a noti programmi televisivi.
Jean DuJardin età e altezza
10. Jean DuJardin è nato a
Rueil-Malmaison, in Francia, il 19 giugno 1972. L’altezza
complessiva dell’attore è di 182 centimetri.
Fino a un anno fa, quasi nessuno ne
aveva mai sentito parlare: star in patria, nel resto del mondo il
nome Jean Dujardin suscitava solo una domanda:
Jean, chi?
Il grande pubblico ignorava la sua
esistenza sino alla svolta del Festival di Cannes 2011:
Jean Dujardin è stato premiato come migliore
attore per The
Artist, il film muto in bianco e nero
acclamatissimo negli ultimi mesi. Da allora la notorietà
internazionale si è consolidata giorno dopo giorno e l’attore,
anzi, l’Artista, non fa che suscitare grande ammirazione come il
personaggio che ha segnato la sua consacrazione, l’affascinante
George Valentin.
Jean Dujardin, carisma, brio, ironia
e charme
Carisma, brio, ironia e charme:
sono solo alcune delle infinite qualità che contraddistinguono
questo attore francese dal volto senza tempo, la cui carriera ha
conosciuto un’inarrestabile ascesa, dalle serate di cabaret nei bar
parigini al Golden Globe appena conquistato a Los
Angeles. Jean Dujardin nasce il 19 giugno
1972 a Rueil-Malmaison, a nord di Parigi, ultimo di quattro figli
maschi. Bambino timido e insicuro, trova la sua dimensione nel
gioco, immagina di essere un cowboy o un eroe, mentre con gli anni
sviluppa il suo talento di comico e imitatore. Dopo essersi
diplomato in filosofia ed arti plastiche, svolge il servizio
militare durante il quale inizia a scrivere piccoli sketch che in
seguito propone in alcuni bar francesi, durante il cabaret della
sera. La prima apparizione di fronte alle telecamere avviene
nel 1996 al talent show televisivo Graines de star, in cui
si afferma come comico molto amato dal pubblico nei panni di Brice
de Nice, surfista ingenuo e sfrontato, che ripropone anche nella
compagnia Nous C Nous, di cui fa parte insieme a Bruno Salomone e
altri comici francesi; con loro realizza diverse parodie di boy
band in voga negli anni novanta.
Jean Dujardin
diventa poi un volto popolare della tv francese nella serie
Un gars, une fille (ovvero Love Bugs), di
cui è protagonista insieme ad Alexandra Lamy: con oltre 400 episodi
dal 1999 al 2003, l’affiatata coppia “Loulou e Chouchou” si
innamora anche nella vita reale. Dopo una precedente relazione da
cui nascono i figli Simon e Jules, Jean trova in Alexandra la
compagna della vita, si fidanzano nel 2003 e si sposano nel
2009.
Dopo il successo in tv, arrivano i
primi ruoli al cinema: dapprima secondari poi, dopo
Mariages!, nel 2005 è protagonista di Brice de
Nice di James Huth, in cui ripropone
il personaggio da lui inventato e conquista il box office. Ma il
grande incontro della sua carriera è quello con il regista
Michel Hazanavicius, che nel 2006 lo sceglie come
protagonista del film OSS 117: Le Caire, nid
d’espions; Jean interpreta l’agente segreto Hubert
Bonisseur de la Bath, simil James
Bond: simpatico, francese fino al midollo, seduttore e anche un
po’ razzista, nei panni di OSS 117 Jean Dujardin
rivela ancora una volta le sue grandiose doti comiche, e in questa
divertente parodia ambientata negli anni cinquanta è affiancato da
Bérénice Bejo, con cui lavorerà nuovamente in
The Artist. Il film è un successo e se ne
ricorda soprattutto la scena culto in cui Jean canta “Bambino” di
Dalida in arabo. Per questo ruolo viene nominato al César come
migliore attore, il che accade raramente per una commedia.
Nel 2007 recita in 99
francs di Jan Kounen, adattamento
dell’omonimo romanzo di Frédéric Beigbeder in cui
interpreta Octave Parrango, cinico agente pubblicitario; in questa
commedia graffiante, il suo personaggio non vuole suscitare
simpatie (“Spero che mi disprezzerete per meglio disprezzare
l’epoca che mi ha plasmato”, dice Parrango). Nello stesso anno
interpreta per la prima volta un ruolo drammatico in
Contre-enquête, dove è un poliziotto che indaga sulla
morte della figlia, mostrandosi all’altezza di altri generi oltre
il comico. Produce e dirige Palizzi, una
serie tv di due stagioni che racconta a mo’ di documentario il
reinserimento nella società di un ex mafioso uscito di prigione
dopo quindici anni di reclusione.
Nel frattempo, divenuto uno degli
attori francesi più amati oltralpe, Jean recita a teatro con
Alexandra Lamy in Deux sur la balançoire. È inoltre attivo
nell’ambito umanitario contro il maltrattamento dei bambini,
partecipando alla Fondation Mouvement pour les Villages
d’Enfants. Il 2008 è l’anno di Cash – Fate il
vostro gioco, una sorta di Ocean’s
Eleven alla francese in cui è affiancato da
Jean Reno e Valeria Golino. Diretto da Eric
Besnard, il film corale è una commedia poliziesca in cui
non mancano i colpi di scena.
Segue Un homme et son
chien, remake francese di Umberto D.
di Vittorio De Sica, dove recita con Jean-Paul
Belmondo, al quale Jean Dujardin è spesso
paragonato in patria. Torna poi nuovamente nei panni di
Hubert Bonisseur de la Bath in OSS 117: Rio ne répond
plus, sequel di successo ancora diretto da Michel
Hazanavicius, divenuto uno dei suoi migliori amici. Jean
ama infatti collaborare con professionisti di cui ha stima e
infatti nel 2009 ritrova James Huth, che lo dirige
nel western Lucky Luke, in cui interpreta con brio il
celebre cowboy solitario in grado di sparare più veloce della
propria ombra.
Tra i lavori più recenti, possiamo
citare Le bruit des glaçons diretto da
Bertrand Blier e Les petits
mouchoirs di Guillaume
Canet: quest’ultimo film, presentato al Festival
del Film di Roma 2010, uscirà in Italia in primavera
con il titolo Piccole bugie tra
amici. Jean interpreta Ludo e, benché abbia un
piccolo ruolo accanto a un cast stellare che comprende
Marion Cotillard e François
Cluzet, il suo personaggio è l’anima di tutto il film.
Nel 2010 torna al genere drammatico
nello struggente Un balcon sur la mer di Nicole
Garcia: è il protagonista, l’agente immobiliare Marc
Palestro, che incontra una donna misteriosa (una bravissima
Marie-Josée Croze) che lui riconosce come Cathy, la ragazzina di
cui era innamorato durante l’infanzia trascorsa in Algeria: ma la
verità potrebbe essere un’altra… Nel cast anche Toni Servillo e
Claudia Cardinale. In questo film Jean offre la vibrante
interpretazione di un uomo tormentato dal suo passato, rivelandosi
eccezionale anche nel registro drammatico. Un talento che si
paleserà ancora di più nel ruolo della vita.
Il 2011 è infatti l’anno della
consacrazione. Michel Hazanavicius gli offre il
ruolo più difficile della sua carriera in un film nato come
‘impossibile’ e che il regista sognava di realizzare già da una
decina d’anni: si tratta di The Artist,
muto e in bianco e nero, che Hazanavicius dirige con maestria e in
cui Jean veste i panni del divo George Valentin, star del muto la
cui carriera subisce un inevitabile declino con l’arrivo del
sonoro, mentre la giovane comparsa Peppy Miller (una brillante
Bérénice Bejo, nel frattempo divenuta moglie del
regista) diventa una stella proprio grazie ai film parlati. Jean
dedica anima e corpo a questo ruolo, recupera i classici muti di
Murnau e Borzage, studia Douglais Fairbanks, Gene Kelly,
Clark Gable e Vittorio Gassman, prende
lezioni di tip tap per cinque mesi e incarna alla perfezione il
divo del muto che non vuole rinunciare alla sua integrità di
artista sia nelle parti briose che in quelle drammatiche,
conquistando critica e pubblico. Ottiene la Palma d’oro di migliore
attore a Cannes; mentre sale sul palco, si inchina al presidente di
giuria e suo mito personale, Robert De Niro, e
improvvisa qualche passo di tip tap. The
Artist ottiene riconoscimenti in numerosi festival
internazionali, sino alla recente vittoria ai Golden
Globe: 3 statuette, tra cui il premio a Jean
Dujardin come Migliore Attore in un film commedia o
musicale. Durante il discorso di accettazione, in un inglese
stentato – giacché sta studiando la lingua da pochissimo dietro la
pressione di Harvey Weinstein – si prende una
rivincita contro un agente che gli aveva pronosticato che non
avrebbe mai fatto nessun film: “Il tuo viso è troppo espressivo,
troppo grande”. La straordinaria espressività di Jean
Dujardin è, al contrario, uno dei suoi maggiori pregi: sin
dagli esordi, la sua recitazione è particolarmente basata sul
corpo; si trattava inizialmente di un complesso di inferiorità, non
avendo mai frequentato l’accademia d’arte drammatica, dunque la
recitazione fisica avrebbe dovuto compensare una presunta mancanza
di profondità. La profondità invece c’è, accompagnata da un talento
esplosivo che non lascia mai indifferenti e una versatilità da vero
Artista.
Amante del cinema italiano di un
tempo (soprattutto Vittorio Gassman e Dino Risi),
di Charles Baudelaire e del buon vino; battuta sempre pronta e
irresistibile sorriso smagliante, Jean affronta il cinema con la
genuinità tipica di un bambino: recitare è per lui un modo per
prolungare l’infanzia, affinché l’uomo che è diventato riesca ad
aiutare il bambino che fu a realizzare i propri
sogni. Nominato ai SAG e ai BAFTA per The
Artist, Jean non sogna affatto una carriera a
Hollywood: se otterrà proposte interessanti, come da lui affermato,
non esiterà ad accettare, ma non abbandonerà mai la sua umiltà
(“Del resto mi chiamo Jean Dujardin, John Of the
Garden, quindi rimango con i piedi per terra”). Né la sua amata
Francia. Infatti oltralpe il 29 febbraio uscirà Les
infidèles che ha scritto, prodotto, diretto e
interpretato insieme al collega e amico Gilles Lellouche: si tratta
di un film suddiviso in sette sketch incentrato sull’adulterio da
parte del sesso maschile.
Ma febbraio è anche il mese degli
Oscar: con una nomination praticamente certa per il suo
indimenticabile ruolo nel film muto, chissà se il 26 febbraio
l’Artista trionferà nella notte più magica che celebra la settima
arte. Nessun francese ha vinto l’Oscar come Migliore Attore
protagonista: questa potrebbe essere l’occasione più opportuna per
dimostrare che ancora oggi si può essere grandi attori anche senza
dire una parola.
Dopo aver preso parte a due grandi
produzioni americane come The Wolf of Wall Street
di Martin Scorsese e The Monuments
Men di George Clooney, Jean
Dujardin è tornato in patria per recitare in alcuni film
francesi come The French, crime-thriller
sulla droga in cui è protagonista e che è in questi giorni a
Cannes.
Durante un’intervista con Variety
l’attore francese ha parlato anche delle opportunità che gli ha
regalato l’Oscar e del suo rapporto con il cinema francese:
“C’è una grande fantasia sull’Oscar che ho vinto, ma posso dire
con certezza che non l’ho comprato. È stata un’esperienza favolosa
ma dopo tutto io sono francese e non americano ed amo recitare
nella mia lingua”.
Dujardin ha poi avuto modo di
parlare della sua esperienza da produttore (ha appena aperto una
casa di produzione a Parigi con il fratello ed ha già iniziato
l’attività producendo The Players) e
della sua ammirazione per il cinema italiano: “Vorrei recitare
in ambiziosi film europei come ad esempio Le
Meraviglie di Alice Rohrwacher; il cinema
italiano contemporaneo è davvero fantastico ed è una
fonte d’ispirazione in questi tempi”
Dopo aver recitato per Scorsese in
Wolf of Wall Street, Jean Dujardin (Premio Oscar per The
Arstist) potrebbe partecipare al prossimo film diretto da George
Clooney, The Monuments Men, nel cast del quale sono già entrati
Paul Giamatti e Cate Blanchett. L’annuncio da parte di Clooney
dell’intenzione di realizzare un adattamento dell’omonimo libro di
Robert M. Edsel risale allo scorso gennaio; l’attore e regista ne
ha nel frattempo terminato la scrittura, assieme a Grant
Heslov.
Il romanzo, sottotitolato Eroi
alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della
storia segue le vicende di George Stout (Clooney) un ufficiale
dell’esercito americano e collezionista d’arte che aiutò e
reimpatriare decine di migliaia di opere d’arte trafugate dai
nazisti. Al momento non ci sono particolari sul ruolo affidato a
Dujardin, mentre Giamatti dovrebbe vestire i panni del co-fondatore
del New York City ballet Lincoln Kirstein, mentre Cate Blanchett,
sarà Rose Valland, militante della resistenza francese ed esperta
in storia dell’arte. Il casting del film è tuttavia ancora alle
battute iniziali, le scelte da effettuare restano ancora tante, ma
l’impressione è che il progetto sia molto attraente e che in tanti
siano coloro che aspirano a prendere parte alle riprese, previste
per la prossima primavera nel Regno Unito e in giro per
l’Europa.
Jean Dujardin, attore francese da tenere d’occhio
nei prossimi mesi, e la belga Cécile De France reciteranno in un
thriller romantico diretto da Eric Rochant e prodotto da Luc
Besson.
Bisogna aspettare il 2015 per vedere nei cinema il
seguito di The Avengers. La pellicola diretta da
un poliedrico Joss Whedon, forte dei sui 1.5
miliardi di dollari incassati in tutto il mondo, fa crescere di
giorno in giorno l’attesa per il secondo capitolo. Lo stesso
regista durante un’intervista, racconta che oltre a confermare
tutti gli attori del precedente lungometraggio, ha lasciato la
porta aperta per permettere a chi vuole di prendere parte a questa
strabiliante catena di montaggio. Un improbabile attore si propone
per prendere parte al secondo capitolo del cinecomics più atteso. Il duro dei duri
Jean-Claude Van Damme, tramite il suo profilo
Facebook, si candida spontaneamente per avere un ruolo nel film di
Whedon. Avrà forse sentito il profumo di soldi e fama, ma per un
attore del suo calibro, un piccolo ruolo in The
Avengers potrebbe essere l’ideale. E voi cosa ne
pensate?
Vi ricordiamo che è in programma
già il sequel del film di successo del 2012
In principio doveva essere
Tony Jaa (Furious 7) ad interpretare il
co-protagonista del remake di Kickboxer.
Adesso che l’attore non è più coinvolto nel progetto a causa di un
conflitto con la produzione dovuto ad altri impegni lavorativi,
arriva la notizia che sarà la star del film originale, Jean
Claude Van Damme, a tornare nel remake in una nuova
versione di Master Chow, mentore dell’allievo protagonista del
film, che sarà interpretato da Alain Moussi.
Diretto da John
Stockwell (Cat Run), il film annovera nel cast
anche Dave Bautista (Guardians of the
Galaxy) e George St. Pierre (Captain America: The Winter
Soldier). La produzione del remake del cult del 1989
inizierà questa settimana; le riprese si svolgeranno a New Orleans,
Louisiana e in Tailandia.
Di seguito vi mostriamo il primo
teaser poster del film.
Trama di Kickboxer – Il
nuovo guerriero: In America ormai Eric Sloane non ha
più rivali in grado di sconfiggerlo nella Kick boxing, una violenta
forma di pugilato tailandese, e quindi col fratello-manager Kurt
decide di recarsi a Bangkock per trovare un avversario degno di
lui. Lo trova in Tong Po, un picchiatore un pò esaltato, protetto
da uno spregiudicato boss della zona, Freddy Li. Purtroppo per
Eric. il campione locale è troppo forte per lui e, nonostante Kurt
voglia ritirarsi, il tailandese infierisce su di lui con un
micidiale colpo alla schiena che lo renderà paralizzato per sempre.
Kurt è furioso, vuole punire quel mostro ma la sua preparazione
atletica è assolutamente inadeguata per sconfiggere Tong Po. Allora
Taylor, un americano che ha fatto fortuna col traffico di armi, lo
conduce da Xian, maestro tra i migliori nella Kick boxing. L’uomo,
dapprima incerto, accetta poi di prepararlo al grande incontro.
L’addestramento e la disciplina sono duri ma Kurt, spinto da Xian e
dal desiderio di vendetta, stringe i denti e arriva ad un punto di
preparazione più che accettabile. Conosce poi la nipote di Xian, My
Lee, molto graziosa, con la quale simpatizza subito. Xian fa in
modo di organizzare col boss Freddy Li un incontro tra Kurt e un
pugile locale. L’americano stravince e si guadagna la stima del
pubblico del posto. Freddy Li capisce che Kurt fa sul serio e
potrebbe mettere in difficoltà Tong Po. Allora fa aggredire My Lee
e la fa portare al campione tailandese, che la violenta. Fa poi
rapire Eric e lo fa rinchiudere in un posto sicuro. Alla vigilia
dell’incontro con Tong Po Kurt, scosso da questi eventi, è
deconcentrato e nervoso. L’incontro si svolge nell’antico modo
tailandese con le mani fasciate da corde sulle quali sono
conficcati vetri aguzzi. Tong Po all’inizio sembra avere la meglio
su Kurt, che non reagisce come dovrebbe e come gli ha insegnato
Xian. My Lee, che è tra il pubblico, è disperata anche perchè Xian
è sparito: l’uomo è andato a liberare Eric. Ci riuscirà grazie
anche all’aiuto di Taylor, reduce del Vietnam ed esperto di armi,
ed insieme uccidono tutti gli scagnozzi di Freddy Li. Eric,
liberato, può assistere all’incontro di Kurt e di Tong Po: la sua
presenza dà nuovo vigore al fratello che, come una furia, si
abbatte sul tailandese riducendolo ad un fantoccio incapace di
difendersi.
Presentato Fuori Concorso al Festival del Film di Roma
Je Fais Le Mort , commedia poliziesca del regista
Jean-Paul Salomè.
Jean Renault (Francois Damiens) è un attore
fallito che viene deriso anche dai propri figli e dalla ex moglie.
La sua agente , disperata quanto lui perché viene licenziato dalle
varie produzioni in quanto troppo preciso e quindi rompiscatole ,
gli propone una parte particolare : quella del morto! Così per
pochi soldi Jean parte alla volta di Mauve , un paesino in mezzo
alle montagne , colpito dalla tragedia di un triplice omicidio. Lì
lui dovrà aiutare la rigida magistrato donna ( Gèraldine
Nakache ) e il capo della polizia del luogo il Tenente
Lamy ( Lucien Jean-Baptiste ) , a ricostruire le
azioni dell’assassino sulla scena del delitto per concludere le
indagine giudiziarie, facendo la parte del morto. La sua eccessiva
ossessione per i dettagli e esperienza recitativa lo porterà a
dubitare e a far dubitare del ragazzo preso come colpevole, che
risulta già dal primo sguardo poco credibile. Tra gag divertenti e
antipatie che si trasformeranno in qualcos’altro , l’inesperto
attore aiuterà la polizia a risolvere il caso in un modo
inaspettato.
Pochi semplici ingredienti rendono la storia intrigante e
leggera, e Jean-Paul Salomè manovra un cast di bravi attori che non
coprono la trama con il loro protagonismo ma accompagnano bene
l’allegro andare dell’indagine. L’idea è abbastanza innovativa per
un film, ma non molto per la televisione. Ricorda ad esempio
The Mentalist o Castle , dove un
personaggio esterno e spesso eccentrico, riesce con un intuito
più umano e derivante dall’esperienza in un altro campo a vedere
degli indizi anche dove al momento non sono ben visibili a polizia
e magistrati. Ma non è un punto a sfavore, anzi.
Con il classico humor francese e un Francois Damiens che
potrebbe pure non parlare, dalle efficacissime espressioni facciali
quasi da film muto, Je Fais Le Mort è un divertente parentesi di
tranquillità.
Ancora in cerca di un ruolo che
possa regalargli una maggior fama, l’attore Jay
Ryan ha comunque saputo farsi apprezzare per alcune
partecipazioni a serie televisive di successo. Pur con piccoli
ruoli ha dimostrato così di sapersi far valere, specialmente se il
personaggio è ben scritto e riesce a far trasparire le sue
doti.
Ecco 10 cose che non sai di
Jay Ryan.
Jay Ryan carriera
1 I film. Ancora
agli inizi, la carriera cinematografica dell’attore è per ora
composta da solo un titolo, It – Capitolo
Due, sequel del film del 2017 e dove Ryan interpreta la
versione adulta di Ben Hanscom. Nel film l’attore recita insieme ai
più famosi Jessica
Chastain, James
McAvoy, e Bill Skarsgard. Il film,
dal grande successo di pubblico, potrebbe facilmente aprirgli
numerose nuove porte per nuovi progetti cinematografici.
2 Le serie TV. Ben
più ricca è la carriera televisiva dell’attore, dove ha potuto
dimostrare in modo più variegato il suo talento. Tra le serie a cui
l’attore ha preso parte si annoverano Young Hercules
(1998), Xena – Principessa guerriera (1999), Being
Eve (2002), Neighbours (2002-2005), Sea
Patrol (2007-2009), Go Girls (2009-2012), Terra
Nova (2011), Beauty and the Beast (2012-2016),
Top of the Lake (2013) e Mary Kills People
(2017-in corso).
3 Il doppiaggio.
Nel 2017 l’attore presta la sua voce ad uno dei personaggi del
cortometraggio Lou, realizzato dalla Disney Pixar e
nominato come miglior cortometraggio d’animazione ai premi Oscar
2018.
Jay Ryan Instagram
4 Ha un proprio profilo
personale. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account personale, seguito da 186 mila persone. All’interno di
questo Ryan è solito condividere fotografie scattate in momenti di
svago con la propria famiglia o con amici. Non mancano inoltre foto
promozionali dei progetti a cui l’attore ha preso parte.
Jay Ryan vita sentimentale
5 Ha avuto una
figlia. Nel 2013 l’attore diventa padre della sua prima
figlia, Eve, avuta insieme alla scrittrice Dianna Fuemana, con la
quale ha una lunga relazione.
Jay Ryan precedenti lavori
6 È stato un clown.
Prima di ottenere successo come attore, Ryan ha lavorato come
clown, intrattenendo i bambini per feste di compleanno o nei
supermercati. Ryan ha dichiarato che questo lavoro gli ha permesso
di affinare il suo rapporto con il pubblico, diventando
particolarmente ricettivo.
Jay Ryan It – Capitolo Due
7 Desiderava da tempo un
ruolo del genere. L’attore ha dichiarato di essersi
sentito particolarmente entusiasta nell’ottenere il ruolo, poiché
da tempo sperava di riuscire ad affermarsi anche nei film
hollywoodiani. Dopo mesi passati a Los Angeles per cercare di
ottenere la parte, fu richiamato proprio pochi giorni prima di
ripartire per la Nuova Zelanda.
8 Da giovane assomigliava al
Ben del primo film. Preoccupati per il suo non essere
particolarmente famoso, i produttori del film chiesero a Ryan di
inviare loro alcune foto di lui da giovane, per valutare un
eventuale somiglianza con l’attore Jeremy Ray Taylor, che
interpretava Ben da giovane nel primo film. Fortunatamente tra i
due correva una certa somiglianza, e così i produttori si
convinsero a sceglierlo per la parte.
9 È un fan del romanzo di
Stephen King. Ryan ha dichiarato di tenere così tanto alla
parte poiché è un grande fan del romanzo di King, che ha inoltre
utilizzato durante le riprese come una bibbia da cui attingere.
L’attore è nato negli anni in cui il libro veniva pubblicato e
questo, insieme alla serie televisiva degli anni ’90, ha in qualche
modo segnato la sua crescita.
Jay Ryan età e altezza
10 Jay Ryan è nato a
Auckland, in Nuova Zelanda, il 29 agosto 1981. L’attore è
alto complessivamente 185 centimetri.
Il regista candidato all’Oscar
Noah Baumbach sta collaborando con George Clooney e Adam Sandler
per Jay Kelly, una nuova, straziante commedia in
arrivo su Netflix questo autunno.
Jay Kelly arriverà su Netflix
Baumbach ha già scritto e diretto
The Meyerowitz Stories (New and Selected),
Marriage Story e White Noise per
Netflix; i suoi lavori precedenti includono The Squid and the
Whale, Greenberg, Margot at the Wedding, Frances Ha e Mistress
America, e ha co-scritto la sceneggiatura di Barbie, candidata all’Oscar.
Il film è co-scritto dall’attrice
Emily Mortimer (che ha già scritto episodi di Doll & Em e The
Pursuit of Love e apparirà anche nel film) e prodotto da David
Heyman e Amy Pascal.
Invece di un compenso economico, la
compianta Carrie Fisher, la celeberrima Leia della saga
di Star Wars, chiese qualcosa di
molto particolare come “riconoscimento” per la sua apparizione nei
panni di una suora in Jay & Silent Bob… Fermate
Hollywood!, il film del 2001 scritto, diretto e
prodotto da Kevin Smith.
A rivelarlo è stato lo stesso Smith
via
Twitter, durante un #QuarantineWatchParty
dedicato proprio al film: “Carrie Fisher ha accettato di
apparire in Fermate Hollywood! gratis”, si legge nel tweet del
regista. “Ha soltanto richiesto che le comprassimo un paio di
antiche sedie di castoro. Quando l’ho incontrata sul set le ho
chiesto: ‘Perché le sedie?, e lei mi ha risposto: ‘Pensavo che il
castoro potesse rappresentare una valuta ironica adeguata per
essere nel tuo film’. L’amavo davvero tanto…”
Carrie Fisher ha raggiunto la fama
internazionale grazie al ruolo della Principessa (poi Generale)
Leia nella saga di Star Wars. La sua prima
apparizione nel franchise risale al 1977, nel film Una Nuova Speranza.
L’attrice è tragicamente scomparsa il 27 dicembre 2016, all’età di
60 anni. L’ultima volta che l’abbiamo vista nella celebre saga
fantascientifica è stato lo scorso Dicembre, quando l’utilizzo di
materiale d’archivio ha permesso che il personaggio di Leia fosse
comunque presente ne L’Ascesa di Skywalker.
Jay & Silent Bob…
Fermate Hollywood! raccontava una spassosissima
avventura dei due personaggi più iconici del View
Askewniverse ideato da Smith: nel film, i personaggi del
titolo si recavano a Hollywood per impedire la realizzazione di un
film. Anche Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker
nella saga di Star Wars e grande amico della
Fisher, aveva un cameo nella pellicola.
Nel 2019 Kevin Smith ha realizzato Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood, in cui
sia lui che Jason Mewes sono tornati nei panni dei
due protagonisti. Il film è uscito negli Stati Uniti direttamente
in VOD.
Kevin Smith ha
pubblicato sul suo account Instagram un screen del desktop del
suo personal computer, in cui compare una pagina bianca con la
scritta: “Jay e Silent Bob reboot di Kevin Smith”.
Il regista annuncia così l’arrivo di
una riproposizione delle avventure dei due protagonisti del
View Askewniverse, l’universo immaginario condiviso
popolato dai personaggi dei film di Smith stesso,
creato ancora prima che esistessero gli universi condivisi al
cinema.
Jay e Silent Bob
reboot, Kevin Smith ha annunciato il
progetto
Ecco come ha accompagnato la foto il
regista: “Sì ragazzi, è il mio vero schermo del laptop,
@jayandsilentbob stanno tornando! Sono impaziente di tornare a
giocare con i miei giocattoli nell’universo interconnesso View
Askewniverse in cui ho trascorso i primi anni della mia carriera. E
più di tutto sto ridendo tantissimo mentre scrivo Jay e Silent Bob
Reboot, in cui i due Jersey Boys devono tornare a Hollywood a
fermare una nuova minaccia del vecchio Bluntman & Chronic Movie che
loro odiano così tanto. Si tratta di una satira pungente e buffa in
cui compariranno tutte le facce note di questo mondo, volti
familiari e cameo! Ho già incontrato tutti alla Miramax e sono
tutti coinvolti, quindi spero che gireremo quest’estate.”
Con Kevin Smith,
che riprenderà il ruolo di Silent Bob, nelle
traduzioni italiane Zittino Bob, tornerà senza
dubbio Jason Mewes nei panni di
Jay, mentre aspettiamo notizie dalla produzione
per sapere chi dei “vecchi amici” tornerà nel progetto.
Il View
Askewniverse sta per tornare. Lo sceneggiatore, regista e
ideatore di Jay e Silent Bob, Kevin
Smith, ha condiviso su Twitter un post in cui rileva che
Jay e Silent Bob Reboot batterà il primo ciak
lunedì 18 febbraio.
In un post su Instagram in cui ha
annunciato la produzione del film, Smith ha riflettuto anche sui
suoi ultimi due anni, menzionando che è quasi morto per un infarto
e che questo ha sicuramente rallentato il progetto annunciato nel
2017.
Ora, Smith sta finalmente riportando
in vita le sue creazioni più popolari, e ha chiuso il suo post
dicendo ai lettori di non mollare mai, anche quando il cuore viene
messo alla prova (riferimento reale e figurato alla sua situazione
di salute).
Il 25 febbraio 2018, Smith ha avuto
un attacco di cuore mentre si esibiva sul palco durante uno
spettacolo comico a Glendale, in California. Ora, a meno di un anno
dall’incidente, Smith ha perso più di 50 pound ed è pronto a
riportare in vita Jay e Silent Bob.
In altri post condivisi di recente,
Smith ha detto che originariamente aveva intenzione di dirigere
Clerks III, ma ha detto che uno dei principali
membri del cast si è tirato indietro. Ha anche provato a fare
Mallrats 2, ma ha finito per svilupparlo in una
serie TV che non è mai decollata.
Questi fallimenti hanno portato a
Jay e Silent Bob Reboot. Non si tratterà del
reboot del precedente Jay e Silent Bob Strike Back
del 2001, ma è la storia di Jay e Silent Bob che apprendono che
Hollywood sta facendo il reboot dei loro eroi di fantasia, Bluntman
& Chronic.
Smith ha detto che il film si
prenderà gioco dell’ossessione di Hollywood per i reboot e i
remake, mentre presenta molti cameo direttamente dal View
Askewniverse. Jay e Silent Bob Reboot è diretto da Kevin
Smith che tornerà a interpretare Silent Bob (da noi
Zittino Bob), mentre tornerà Jason Mewes nei panni
di Jay.
In occasione del Comic Con di San
Diego, è stato diffuso in rete il primo trailer di Jay and
Silent Bob Reboot, il film diretto da Kevin
Smith in cui il regista e sceneggiatore torna a
interpretare Silent Bob (Zittino Bob da noi in Italia) al fianco di
Jason Mewes che torna a interpretare Jay.
Nel primo trailer possiamo notare
subito la valanga di guest star che parteciperanno al film.
Vi ricordiamo che l’originale del
2001, intitolato Jay e Silent Bob Strike
Back, aveva segnato il debutto sulle scene della coppia di
strafumati Jay (Mewes) e Silent Bob (Smith), recatosi nella città
degli angeli per impedire che il loro fumetto Bluntman and
Chronic venisse trasformato in un film.
Tornerà protagonista il duo comico
composto dallo stesso Smith e Jason Mewes,
che avevamo visto insieme l’ultima volta sul grande schermo nel
2006 in Clerks II (ma l’attore era
comparso già nei cinque film precedenti dell’amico ambientati
all’interno del View Askewverse).
In questo nuovo capitolo i
personaggi continueranno nella loro folle impresa aiutati da Becky
(Rosario Dawson), che faceva già parte del cast di
Clerks 2. Con loro, nel film, anche Jason Lee, Brian O’Halloran,
Shannon Elizabeth, Frankie Shaw, Justin Long, Harley Quinn Smith,
Chris Jericho, Jason Biggs, James Van Der Beek, Grant Gustin e Tom
Cavanagh.