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Jeanne du Barry – La Favorita del Re, nuova clip dal film con Johnny Depp

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Dopo la prima clip, ecco una nuova clip del film in questi giorni al cinema Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn con un inedito Johnny Depp. Al cinema dal 30 Agosto distribuito da Notorious Pictures. Dopo aver aperto fuori concorso il 76° Festival di Cannes, arriva anche in Italia Jeanne du Barry – La Favorita del Re, diretto da Maïwenn (attrice e regista pluricandidata ai Premi César e vincitrice del premio della giuria al Festival di Cannes con la sua terza opera da regista, Polisse).

Un’intensa storia d’amore e di passione alla corte di Versailles che racconta la vita, l’ascesa e la caduta di Jeanne – interpretata dalla stessa Maïwenn – amante di Sua Maestà Luigi XV, che ha il volto di un inedito Johnny Depp. A completare il cast, le star Benjamin Lavernhe (The French Dispatch), Melvil Poupaud (Brother and Sister), Pierre Richard (Ti presento i tuoi), Pascal Greggory (L’ultima ora) e India Hair (La Ligne – La linea invisibile). Il film sarà distribuito nelle nostre sale da Notorious Pictures a partire dal 30 agosto.

La trama

Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…

Jeanine Mason: 10 cose che non sai sull’attrice

Jeanine Mason: 10 cose che non sai sull’attrice

Prima di diventare la nota attrice televisiva che è oggi, Jeanine Mason si è guadagnata una grande fama come ballerina. Tale attività le ha così permesso di ottenere una grande popolarità, che l’ha infine portata a comparire in alcune celebri serie della TV statunitense. Giovane, carismatica e ricca di talenti, la Mason sembra decisa a volersi affermare come uno dei volti di punta della sua generazione, e grazie ai ruoli fino ad ora ricoperti ciò sembra un traguardo sempre più prossimo.

Ecco 10 cose che non sai di Jeanine Mason.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Jeanine Mason Grey's Anatomy

Jeanine Mason: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in alcuni noti film. Divenuta una celebrità sul piccolo schermo, l’attrice debutta per la prima volta al cinema con il thriller Default, con protagonista David Oyelowo, dove ricopre il ruolo di Marcela. Nel 2016 torna sul grande schermo con l’action The Archer, mentre negli anni seguenti si concentra prevalentemente su ruoli televisivi. Tornerà però al cinema nel 2020 figurando tra i protagonisti di El Empantanado: The MuddyDolly Parton’s Christmas on the Square. 

9. È nota per i suoi ruoli televisivi. Sin da giovanissima, la Mason prende parte ad alcuni episodi di note serie come CSI – Scena del crimine (2011), Hollywood Heights – Vita da popstar (2012), A passo di danza (2013), La vita segreta di una teenager americana (2013), Diario di una nerd superstar (2014) e On Kings and Prophets (2016). Nel 2017 ottiene maggior popolarità come attrice recitando nel ruolo della dottoressa Sam Bello in Grey’s Anatomy, accanto a Ellen Pompeo e Chandra Wilson. Nel 2018 termina il suo ruolo nella serie ed entra a far parte di Roswell, New Mexico, con protagonista Nathan Parsons.

Jeanine Mason in So You Think You Can Dance

8. Ha vinto il celebre programma di ballo. All’età di 18 anni, nel 2009, l’attrice ha partecipato alla quinta stagione del programma televisivo So You Think You Can Dance, dove si afferma grazie alle sue performance versatili e particolarmente carismatiche. La giovane era infatti cresciuta in una famiglia particolarmente appassionata di ballo, che le ha permesso di prendere lezioni sin dall’età di tre anni. Settimana dopo settimana, la Mason ha scalato la classifica, fino ad arrivare infine alla vittoria del programma. Ciò le ha permesso di ottenere grande popolarità a livello nazionale, iniziando così a ricevere numerose richieste per partecipazioni a programmi e serie TV.

7. Ha stabilito due importanti record. Con la sua vittoria del programma, la Mason non ha soltanto guadagnato grande popolarità, ma ha anche stabilito due importanti record all’interno del programma. Lei è infatti la più giovane vincitrice nella storia dello show, ma anche la prima vincitrice di origini cubane. Entrambi i suoi genitori, infatti, sono di origine cubana e l’attrice si è sempre dichiarata particolarmente orgogliosa di poter contribuire a portare ulteriore diversità all’interno del mondo dello spettacolo.

Jeanine Mason e Beau Mirchoff

6. Ha avuto una relazione con l’attore. Grazie alla serie Diario di una nerd superstar, la Mason ha modo di conoscere l’attore Beau Mirchoff, con il quale intraprende una relazione. I due si sono nel tempo dichiarati molto innamorati, condividendo in diverse interviste ciò che amano l’uno dell’altro. Ad oggi, tuttavia, non è chiaro se i due stiano ancora insieme. Secondo alcune fonti, infatti, la coppia si sarebbe separata già da diversi anni ormai, ma essendo molto riservati a riguardo i due non hanno mai lasciato che si parlasse troppo della cosa.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Jeanine Mason Nathan Parsons

Jeanine Mason in Grey’s Anatomy

5. Ha recitato nella celebre serie medical drama. A partire dalla quattordicesima stagione, con l’episodio Ain’t That a Kick in the Head, l’attrice ha fatto la sua comparsa nella serie Grey’s Anatomy nel ruolo della dottoressa Sam Bello. In breve il suo personaggio diventa particolarmente amato e centrale nella storia della stagione. La Mason reciterà poi in tutto in dodici episodi tra il 2017 e il 2018, facendo la sua ultima apparizione nell’episodio Judgment Day, ventesimo della quattordicesima stagione.

4. Ha lasciato la serie. Divenuta ormai particolarmente celebre, all’attrice viene offerto un ruolo da protagonista nella nuova serie Roswell, New Mexico. Per tale motivo, l’attrice ha reso noto che non sarebbe tornata a far parte del cast di Grey’s Anatomy, terminando il suo ruolo con la fine della quattordicesima stagione. Il suo addio ha generato malcontento negli spettatori, i quali si erano ormai affezionati al suo personaggio. Ma la Mason non ha dato segni di ripensamento, lasciando poi il ruolo come anticipato.

Jeanine Mason e Nathan Parsons in Roswell, New Mexico

3. È la protagonista della serie. In Roswell, New Mexico, l’attrice interpreta Liz Ortecho, un ingegnere biomedico di ritorno nella città del titolo. Qui si imbatterà in una sua vecchia fiamma, Max, interpretato dall’attore Nathan Parsons, che scoprirà essere un alieno sotto copertura. Per lei, a quel punto, si apriranno le porte di un mondo molto più grande e strano del previsto. Per l’attrice si tratta del primo vero ruolo da protagonista, e la Mason ha dichiarato di sentirsi particolarmente a suo agio nel ruolo, e di sentirsi sempre più fiduciosa nelle proprie capacità attoriali.

Jeanine Mason è su Instagram

2. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 186 mila persone. All’interno di questo, la Mason è solita condividere post relativi alla propria quotidianità, tra momenti di svago, curiosità o luoghi da lei visitati. Non mancano inoltre anche diverse immagini o video riguardo al proprio lavoro da interprete. Grazie a questi, infatti, l’attrice promuove ulteriormente il proprio lavoro, permettendo ai fan di rimanere costantemente aggiornati sui suoi progetti.

Jeanine Mason: età e altezza

1. Jeanine Mason è nata a Miami, in Florida, Stati Uniti, il 14 gennaio del 1991. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

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Jean-Paul Belmondo: muore a 88 anni l’icona della Nouvelle Vague

L’attore Jean-Paul Belmondo è morto nella sua casa di Parigi, all’età di 88 anni, Ha dato l’annuncio ufficiale il suo avvocato, Michel Godest, citato come fonte dalla France Presse.

“Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente”, ha riferito il legale. Icona della Nouvelle Vague, mostro sacro del cinema francese ed europeo, Belmondo ha girato circa 80 film. Il suo ruolo in A bout de souffle’ (Fino all’ultimo respiro) di Jean-Luc Godard ha cambiato la storia del cinema e lo ha innalzato a vera e propria leggenda della settima arte.

In Italia è ricordato anche per il suo ruolo ne La Ciociara al fianco di Sofia Loren.

Jean-Marc Vallée, morto a 58 anni il regista di Dallas Buyers Club

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Si è spento domenica, a 58 anni, il regista Jean-Marc Vallée, autore, tra gli altri, di Dallas Buyers Club. Tra le opere di maggior successo di Vallée c’è la prima stagione della serie Big Little Lies – Piccole grandi bugie. L’annuncio della morte è stato dato dalla famiglia che non ne ha però comunicato le cause.

Classe 1963, aveva studiato all’Università del Québec e aveva raggiunto il successo negli anni 2000, con C.R.A.Z.Y, nel 2005, The Young Victoria, nel 2009 e Café de Flore, nel 2011. Il 2013 è l’anno di Dallas Buyers Club, per il quale sia Matthew McConaughey che Jared Leto vinsero un premio Oscar.

A seguire, Vallée ha diretto Wild, che pure è arrivato a raggiungere diverse nomination agli Oscar e, per la HBO, Big Little Lies e Sharp Object.

Jean-Luc Godard: 5 film per ricordare il Maestro

Jean-Luc Godard: 5 film per ricordare il Maestro

Il 13 settembre del 2022 diventerà una data tristemente nota trai cinefili di tutto il mondo, perché è il giorno in cui Jean-Luc Godard, 91 anni, padre fondatore della Nouvelle Vague francese. Gianni Canova ha detto che con lui muore davvero il Novecento, ma grazie a lui il cinema ha avuto e avrà anche vita più lunga.

Inizialmente ossessionato dal cinema verità, la sua carriera ha avuto diverse fasi, molte vite, tutte piegate alla necessità di raccontare il mondo anche in modo lontano rispetto al suo punto di partenza. Nel giorno dell’annuncio della sua dipartita, vogliamo proporvi 5 film trai suoi più belli e famosi, per ripercorrere la sua carriera e ricordarlo.

Fino all’ultimo respiro

Considerato da tutti i cinefili il manifesto della Nouvelle Vague, il film vede protagonisti due icone di stile e di classe, Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg. Opera prima di Godard, il film ha reinventato il racconto cinematografico, permettendo alla realtà di irrompere nella finzione e così frammentandola. Il film, da un soggetto di Truffaut e Chabrol, è stato girato con pochissimi soldi in circa tre settimane e sovverte ogni regola conosciuta fino a quel momento, lanciando la carriera di due icone e scrivendo la storia del cinema.

Il disprezzo

Trasposizione dell’omonimo romanzo di Alberto Moravia, il film è un grande successo per Godard, il secondo dopo il film d’esordio, e si avvale del travolgente fascino di Brigitte Bardot. Nel film, Michel Piccoli è un drammaturgo che deve scrivere un adattamento dell’Odissea, che sarà diretto da Fritz Lang (che interpreta se stesso). Il film è una riflessione lucida e biografica sull’incomunicabilità tra arte e industria, un discorso che ancora oggi, dopo circa 60 anni, è ancora più che attuale.

Il bandito delle 11.00

Jean-Paul Belmondo torna in questo breve elenco, forse perché il suo volto così affascinante ha dato vita così bene all’idea di protagonista maschile che aveva Godard, e infatti anche ne Il bandito delle 11.00 torna l’attore francese, per una parabola che è molto simile a quella percorsa in Fino all’ultimo respiro. Con lui Anna Karina. Il film è però anche speculare rispetto all’opera prima del regista francese, tanto era in bianco e nero quella, quanto colorata e debitrice della pop-art questa, tanto era istintiva e immediata la prima, quando costruita sulla poetica anti-borghese la seconda. Forse il film più famoso di Godard agli occhi del grande pubblico.

Due o tre cose che so di lei

Titolo citatissimo e punto di non ritorno nel cinema di Godard. Il film esce in un anno fondamentale per la carriera del regista, in cui escono tre suoi film e in cui consolida il suo allontanamento dalla forma narrativa tradizionale che aveva già seminato nelle opere immediatamente precedenti. Il film segue Marina Vlady, una donna borghese con marito e figli, in una sua giornata normale in cui alterna commissioni quotidiane a sesso a pagamento. Non c’è più traccia del cinema verità che aveva dato inizio alla sua carriera, ma c’è la volontà di raccontare con occhio critico la società, simulando un approccio cronachistico alla costruzione della finzione.

Addio al linguaggio

E’ il film che, insieme a Le livre d’image, è il testamento di Jean-Luc Godard. E che testamento! Nulla nel film mostra stanchezza o vecchiaia, anzi, una continua ricerca della destrutturazione della storia e della poesia all’interno della realtà ne fanno il contraltare perfetto rispetto a quell’occhio così aderente alla realtà che aveva caratterizzato l’inizio della sua carriera cinematografica. Addio al linguaggio è la continua messa in discussione di se stesso e dell’occhio con cui ha imparato a guardare alla realtà nel corso degli anni.

Jean-Luc Godard non si presenta a Cannes.

Jean-Luc Godard non si presenta a Cannes.

Jean-Luc Godard cittadino onorario italiano

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Jean-Luc-Godard

Il regista Jean-Luc Godard (80) è stato insignito della cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Settimo San Pietro.

Jean-Louis Trintignant, addio all’attore francese, aveva 91 anni

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Jean-Louis Trintignant, addio all’attore francese, aveva 91 anni

È morto all’età di 91 anni l’attore francese Jean-Louis Trintignant, esponente di spicco del cinema e del teatro d’Oltralpe. A darne notizia è la moglie, Mariane Hoepfner Trintignant.

Nato l’11 dicembre 1930 a Point Saint Exprit de Gard, in Provenza, Jean-Louis Trintignant deve la sua fama principalmente a tre grandi successi, che ne hanno segnato la carriera e sancito il successo: Il sorpasso, di Dino Risi, accanto a Vittorio Gassmann, Un uomo, una donna di Claude Lelouch, in cui recitava al fianco di Anouk Aimée, e Il Conformista, di Bernardo Bertolucci

Ha lavorato tantissimo a teatro, suo primo amore, e ha girato tantissimi film in Italia, lavorando con i più grandi, non solo Bertolucci e Risi, ma anche Zurlini e Amelio, ma anche tantissimi registi internazionali. Fino a uno dei suoi più grandi ruoli nel magnifico Amour di Michel Haneke, collaborazione che ha ripetuto nel 2017 con Happy End.

Jean-Claude Van Johnson: da oggi disponibile su Amazon Prime

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Jean-Claude Van Johnson: da oggi disponibile su Amazon Prime

È disponibile da oggi, 15 Dicembre, su Amazon PrimeJean-Claude Van Johnson, con protagonista Jean-Claude Van Damme. Di seguito il trailer:

Jean-Claude Van Johnson vede come protagonista una delle star più famose degli action movie, Jean-Claude Van Damme, nel ruolo di “Jean-Claude Van Damme” uno dei più sensazionali esperti di arti marziali nel cinema…e anche come Johnson, il più pericoloso agente segreto mai esistito. Infelicemente in pensione, passa le sue giornate nella superficiale Hollywood fino a quando l’incontro con una vecchia fiamma non lo riporta in gioco, arrivando addirittura a scontrarsi con il nemico più pericoloso mai affrontato: un cartello della droga bulgaro. Non è vero, in realtà è sé stesso.

Nel cast di Jean-Claude Van Johnson, al fianco di Van Damme: Kat Foster (Your Family or Mine), Moises Arias (The Middle), e Phylicia Rashad (Creed). I produttori esecutivi dello show sono  Dave Callaham (The Expendables), Peter Atencio (Key & Peele), Ridley Scott (The Good Wife), David W. Zucker (The Man in the High Castle). Una produzione Scott Free Productions, la serie è diretta da Atencio, scritta e creata da Callaham. Jean-Claude Van Johnson è disponibile in esclusiva su Amazon Prime Video a partire da oggi, 15 dicembre.

Per celebrare questo lancio, la Germania ha costruito un monumento a Jean-Claude van Damme. La star di arti marziali famosa in tutto il mondo posa di fronte ad una statua creata da Amazon per promuovere il suo nuovo show Prime Original Jean-Claude Van Johnson. Lo sfondo è uno scenario incantevole della città di Monaco dove Mr. van Damme ha completato le interviste alla stampa dopo la sua prima mondiale di successo a Parigi questo martedì.

Jean-Claude Van Damme: 10 cose che non sai sull’attore

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Jean-Claude Van Damme: 10 cose che non sai sull’attore

Jean-Claude Van Damme è uno di quegli attori ha conquistato milioni di fan grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult. L’attore ha lavorato duramente per dare solidità alla propria carriera e, ancora oggi, continua a lavorare sodo nell’industria cinematografica, rimanendo un professionista del settore tra i più ammirati.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jean-Claude Van Damme.

Jean-Claude Van Damme film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore belga è iniziata nel 1979 grazie a Donna tra cane e lupo, per poi continuare con Rombo di tuono (1984) e Kickboxers – Vendetta personale (1986). In seguito ha recitato in Aquila nera (1988), Cyborg (1989), Double Impact – La vendetta finale (1991), I nuovi eroi (1992), Senza tregue (1993), Last Action Hero (1993), Street Fighter (1994), A rischio della vita (1995), La prova (1996) e The Order (2001). In seguito, lavora in Wake of Death (2004), The Eagle Path (2010) e Gli occhi del dragone (2012). Tra i suoi ultimi film vi sono I mercenari 2 (2012), 6 Bullets (2012), Benvenuti nella giungla (2013), Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Kill ‘em All (2017), Kickboxer: Retaliation (2018), Black Water (2018) e L’ultimo mercenario (2021).

2. È anche doppiatore, produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua carriera ha esplorato diversi ambiti del cinema, prestando la propria voce per i film d’animazione Kung Fu Panda 2 (2011) e Kung Fu Panda 3 (2016). Inoltre, ha prodotto film come Double Impact, Fino all’inferno (1999), Assassinion Games (2011), Full Love (2014) e della serie Jean-Claude Van Johnson (2017- in corso). Come regista ha diretto i film La prova (1996), The Eagle Path (2010) e Full Love e, inoltre, ha sceneggiato film com La prova (1996), The Order e Full Love.

jean-claude van damme

Jean-Claude Van Damme: la moglie Maria Rodriguez e le altre

3. Si è sposato giovanissimo. L’attore si è sposato per la prima volta nel 1980, a soli diciotto anni, con Maria Rodriguez. I due si erano conosciuti nel 1978, per poi sposarsi il 25 agosto del 1980. Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco: infatti, i due hanno divorziato nel 1984, dopo tre anni.

4. Si è sposato diverse altre volte. L’attore si è poi sposato altre quattro volte. Nello stesso anno del suo primo divorzio, l’attore si è sposato con Cynthia Derderian nel 1985, per poi divorziare già l’anno successivo. Nel 1987 è convolato a nozze per la terza volta con la culturista Gladys Portugues, dalla quale ha divorziato cinque anni dopo. Nel 1994 è stato protagonista del quarto matrimonio, avvenuto con Darcy LaPier, divorziando da lei tre anni dopo. Infine, dal 1999 è sposato con Gladys Portugues.

Jean-Claude Van Damme e i suoi figli

5. Ha avuto diversi figli. Dalla culturista Gladys Portugues Van Damme ha avuto due figli: Kristopher Van Varenberg, nato il 20 maggio 1987, e Bianca Bree Van Varenberg, nata 17 ottobre 1990, modella ed esperta di arti marziali. Il figlio è anche apparso nei film Universal Soldier – I nuovi eroi, The Quest – La prova, Derailed, Universal Soldier – Regeneration. Dalla moglie LaPier, invece, ha avuto un altro figlio, Nicholas, nato il 10 ottobre 1995. Anche quest’ultimo è apparso in un film del padre, Wake of Death.

Jean-Claude Van Damme in Kickboxer

6. Il film del 1989 si ispira ad un evento reale. La scena in cui Kurt ha della carne legata alla gamba ed è inseguito dal cane di Xian Chow è ispirata ad un evento accaduto nella vita reale dell’attore quando era giovane. Nella fattispecie, all’attore era stato ordinato di indossare una tuta protettiva e di resistere ai tentativi di un cane addestrato per farlo cadere a terra.

7. È apparso in Kickboxer: Retaliation. Nonostante l’originale Kickboxer abbia cinque sequel, l’attore è apparso solo in un sequel del franchise, ovvero Kickboxer: Retaliation. Si tratta dunque della seconda volta che il personaggio di Kurt Sloan sarà il protagonista, smentendo dunque il fatto di essere stato ucciso come viene detto in Kickboxer 2.

jean-claude van damme

Jean-Claude Van Damme in I mercenari

8. Ha fatto parte di un cast stellare. L’attore è stato protagonista de I mercenari 2 e l’attore Sylvester Stallone ha confermato che il suo personaggio si chiama Vilain per renderlo simile al nome del poeta francese del XIX Paul Verlaine. Sul set de I mercenari 2, ha ritrovato i suoi colleghi Dolph Lundgren e Scott Adkins con cui aveva già lavorato altre tre volte nella sua carriera.

9. Si è allenato a lungo per il ruolo. Per prendere parte ad un action movie come I mercenari 2, l’attore si è sottoposto ad un’allenamento particolarmente intensivo al fine di poter interpretare personalmente la maggior parte delle scene più pericolose previste per il suo personaggio. Van Damme, come noto, non ha in realtà mai smesso di allenarsi e presenta ancora oggi un fisico particolarmente atletico e invidiabile, che in questo film sfoggia una volta di più.

Jean-Claude Van Damme: età e altezza dell’attore oggi

10. Jean-Claude Van Damme è nato il 18 ottobre del 1960 a Berchem-Sainte-Agathe, a Bruxelles. La sua altezza complessiva corrisponde a 177 centimetri.

Fonti: IMDb

Jean-Claude Van Damme lavora al sequel di Double Impact

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Jean-Claude Van Damme sta gettando le basi per il sequel di Double Impact – Vendetta finale, action movie in cui scorazzò nel lontano 1991. L’attore e super

Jean Reno: film e carriera dell’attore francese

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Jean Reno: film e carriera dell’attore francese

Jean Reno è nato il 30 luglio 1948 a Casablanca (Marocco) da genitori nati nella provincia di Cadice in Andalusia, Spagna. Suo padre, Manuel, era linotipista de Le Petit Marocain, un importante giornale di Casablanca e sua madre, Carmen, lavorava in casa come sarta.

Il Marocco era un protettorato francese e Jean Reno ha cominciato a studiare il francese andando a scuola. Molto presto è stato affascinato dal mondo dello spettacolo: aveva il cinema e il teatro nel sangue, adorava Louis Jouvet, Jean Gabin, Vittorio Gassman, John Wayne e Montgomery Clift: non ci sono frontiere nel mondo dello spettacolo.

A dodici anni vive la sua prima esperienza teatrale con L’ecole des Femmes, messa in scena con gli alunni della sua scuola. In quel momento capisce quale sarebbe stato il suo destino: sarebbe diventato un attore!

Jean Reno, biografia

A sedici anni Jean Reno partecipa per la prima volta a una produzione teatrale. Con un gruppo di amici collabora alla produzione di Juego de Niños, una commedia scritta da Victor Ruiz Iriarte e diretta da Candide Carrasco, che viene rappresentata molte volte in un teatro da cinquecento posti a Casablanca. È la prima volta di Jean su un palcoscenco, di fronte al pubblico, recitando in spagnolo, e si innamora dell’emozione di quella esperienza. Ed è anche la prima volta che ottiene una lusinghiera recensione su un giornale! Niente lo fermerà…non rinuncerà mai ai suoi sogni.

Nel 1968 presta servizio militare per la Francia in Germania. Poi si trasferisce a Parigi dove vive in un piccola camera. Si iscrive al Cours Simon ma lo segue solo per pochi mesi.

Il 1970 è un anno difficile pe rJean Reno; è solo e si sente un estraneo. A Parigi non ha amici né la famiglia. Sopravvivere ogni giorno è una sfida e spesso pane e caffè sono l’unico pasto che si può permettere.

Sono anni di magra: Jean Reno per sopravvivere fa dei lavoretti, vende strumenti musicali, lavora in un drugstore, fa la guida, il contabile, l’agente assicurativo, poi l’agente di viaggi, il commesso, il venditore porta a porta e l’impiegato in un Duty- free, dove comincia a imparare un discreto giapponese. Qualsiasi cosa per sopravvivere e trovare un piccolo posto in quella città che sembra così fredda e ostile.

Nel 1975Jean Reno frequenta i corsi di Andreas Voutsinas al Bouffes du Nord. Voutsinas usa un metodo che si ispira sia a Stanislavski che al New York Actor Studio.

È uno stage molto importante per la vita di Jean Reno, il corso è seguito da attori molto conosciuti (Delphine Seyrig, Brigitte Fossey, Claude Brasseur e molti altri); la loro presenza non solo ispira gli studenti ma permette di avere un posto dove gli esercizi teatrali possono essere messi in pratica in condizioni quasi professionali.

Qui Jean Reno incontra Didier Flamand con il quale lavora insieme ad altri trenta attori per la compagnia Le Retour de Gulliver. È l’inizio di una grande amicizia e di una collaborazione artistica che dura ancora oggi.

La compagnia Le Retour de Gulliver mette in scena molte opere, “creazioni collettive”, dirette e ispirate da Didier Flamand, rappresentate a Parigi al Bouffes du Nord, all’Opera Comique, al festival d’Avignone e in tour europei da Helsinki a Madrid.

È grazie alla sua presenza in questa compagnia che viene notato da registi teatrali e cinematografici e che comincerà ad avere piccole parti come attore.

La sua prima esperienza professionale teatrale è con la compagnia “Le Retour de Gulliver” diretta da Didier Flamand in Prends Bien Garde aux Zeppelins, scritta e diretta da Didier Flamand al Bouffes du Nord di Parigi. Il fascino di questa opera sembra perfetto per un tour europeo.

Poi Jean lavora in Ecce Homo, un’altra opera scritta da Didier Flamand nel 1978 e diretta dallo scrittore per il Festival d’Avignone. Nel 1978 Jean, con Darry Cowl, recita, in tour francese, in Celimare Le Bien Aime scritta da Eugene Labiche e diretta da Andreas Voutsinas. Nel 1981, a Parigi, Jean partecipa a La Manufacture, un’altra opera scritta e diretta da Didier Flamand. Jean apparirà anche in Terre Etrangere scritta da Arthur Schnitzler (1983) diretta da Luc Bondy al Theatre des Amandiers di Nanterre, con Michel Piccoli, Andromaque di Racine (1987) per la regia di Roger Planchon a Villeurbanne, con Richard Berry, Montserrat scritta da Emmanuel Robles (1991) diretta da Jean François Prevand al TBB di Boulogne- Billancourt, Les Grandes Occasions (2006) scritta da Bernard Slade e diretta da Bernard Murat al teatro Edouard VII di Parigi con Clementine Celarie.

Nel 2005, continuando la sua esperienza teatrale, Jean dirige, assistito dall’amico Didier Flamand, l’opera di Puccini Manon Lescaut al Teatro Regio di Torino, in Italia, in occasione dei Giochi olimpici invernali.

Nel 2015, torna sul palcoscenico al Theatre de Paris con Nos Femmes, scritto da Eric Assous e diretto da Richard Berry.

Jean Reno, filmografia

Il suo debutto cinematografico è molto lento: nel 1978/79 lavora in L’hypothese Du Tableau Volédi Raul Ruiz. Nel 1979 Costa-Gavras, che lo aveva notato in Prend Bien Garde Aux Zeppelins, di Didier Flamand al Bouffes du Nord di Parigi, gli offre una piccola parte in Chiaro di donna che gli permette di recitare con Romy Shneider e Yves Montand.

Durante il casting di Bidasses Aux Grandes Manoeuvres Jean incontra Luc Besson (che era primo assistente alla regia di quel film. È la seconda volta che la vita di Jean cambia per l’incontro con un amico e artista. Poco dopo Luc Besson gli propone di lavorare in L’avant Derniere, nel 1982, e gli offre una parte nel suo primo lungometraggio, Le Dernier Combat, che otterrà decine di premi internazionali,come quello del Festival du Cinema Fantastique di Avoriaz nel 1983.

Jean Rene Leon e l’incontro con Luc Besson

Jean Reno leonJean Reno lavorerà molte altre volte con Besson: Subway (1985) con Isabelle Adjani e Christophe Lambert; Le grand Bleu (1987) con Jean-Marc Barr e Rosanna Arquette, con un ruolo che lo presenterà al grande pubblico e gli farà ottenere una nomination ai prestigiosi Cesars (l’equivalente francese degli Oscar); Nikita (1989) con Anne Parillaud e Tcheky Karyo, e, soprattutto, Leon, (The professional), (1994) con Nathale Portman e Gary Oldman.

Con Leon ottiene una seconda candidatura ai Cesars. Il film diventerà un cult negli Usa e farà di Jean Reno una star internazionale.

Nel 1990 lavora con Christian Clavier e Valerie Lemercier in L’Operation Corned-Beef di Jean-Marie Poire. Il trio Poire-Clavier-Reno si ritrova nel 1992 nel film Les Visiteurs; nel 1996 in Les Couloirs Du Temps, Les Visiteurs 2, con Muriel Robin, e nel 2001 in Les Visiteurs En Amerique, con Christina Applegate.

Nel 1990 Jean Reno appare in L’homme au Masque d’Ordi Eric Duret, con Marlee Matlin, e in Loulou Graffiti di Christian Lejalet. Nel 1991 in La Vis di Didier Flamand che nel 1994 otterrà un Cesar come miglior corto, e ha partecipato agli Oscar per la Francia lo stesso anno. Jean Reno è diventato uno degli attori francesi più popolari negli Stati Uniti e ha lavorato in molte produzioni americane:

French Kiss (1994) di Lawrence Kasdan con Meg Ryan. Mission Impossible (1995) di Brian de Palma con Tom Cruise. Godzilla (1997) di Roland Emmerich con Matthew Broderick. Ronin (1997) di John Frankenheimer con Robert de Niro. Rollerball (2002) di John Mc Tiernan con Chris Klein.

Nel 2006 Jean è membro con diritto di voto agli Oscar. Jean Reno intraprende una carriera che rifugge dagli stereotipi.

Jean Reno ha ottenuto due nomination ai “Cesars du Cinema Français” (l’Oscar francese), la prima volta nel 1989 per il ruolo di Enzo in Le Grand Bleu di Luc Besson, come miglior attore non protagonista; la seconda volta nel 1995, per il personaggio di Leon in Leon di Luc Besson come miglior attore.

Nel 2000 Jean Reno ha ottenuto l’European Achievement in the World Cinema Award della European film Academy. L’impegno di Jean Reno nella beneficenza in Europa, Canada e negli Stati Uniti è vario e spontaneo, in base alle necessità del momento e ai suoi impegni professionali.

In Francia è padrino dell’Institut du cerveau et de la moelle epiniere (ICM), centro di ricerca sul cervello e le malattie del midollo spinale. Jean è stato membro del consiglio di Les Amis de la Fondation Abbe Pierre, associazione che si occupa dei bisogni dei senza casa. Jean ha anche contribuito alla campagna “E-Enfance” per la protezione dei bambini sul web e a “Perce Neige” che ha in tutta la Francia centri di accoglienza per i bambini con disturbi mentali.

Nel 2006 il governo di Andalusia e i deputati della provincia di Cadice hanno insignito Jean, alla presenza dell’ambasciatore francese in Spagna, del titolo di Privileged Son Of Andalusia una onorificenza molto importante, che ha profondamente emozionato Jean perché lo lega alla storia della sua famiglia.

Jean Reno ha anche ottenuto le più alte onorificenze francesi, infatti è stato nominato Officer de la Legion d’Honneur, Chevalier Dans L’ordre Du Merite National e Chevalier Des Arts Et Des Lettres.

Jean Reno: 10 cose che non sai sull’attore

Jean Reno: 10 cose che non sai sull’attore

Negli anni Novanta, Jean Reno era uno dei più popolari interpreti non solo in Francia ma a livello internazionale. Celebri sono infatti le sue partecipazioni ad alcuni dei film più cult di quegli anni. Particolarmente prolifico, Reno ha prestato il proprio talento a generi e pellicole molto diverse tra loro, sfoggiando la versatilità per cui è sempre stato lodato.

Ecco 10 cose che non sai di Jean Reno.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Jean Reno Chef

Jean Reno: i film in cui ha recitato

10. Ha preso parte a celebri lungometraggi. Il primo ruolo cinematografico per l’attore è quello per il film Chiaro di donna (1979), ma il vero successo arriva grazie ai film Subway (1985), Le Grand Bleu (1988), Nikita (1990), e, in particolare, Léon (1994), con Natalie Portman e Gary Oldman. Negli anni successivi continua ad affermarsi con titoli come Al di là delle nuvole (1995), Mission: Impossible (1996), Godzilla (1998), Ronin (1998), I fiumi di porpora (2000), con Vincent Cassel, Sta’ zitto… non rompere (2003), Hotel Rwanda (2004), La tigre e la neve (2005), di Roberto Benigni, La pantera rosa (2006), Il codice da Vinci (2006), Vento di primavera (2011), Chef (2012), Hector e la ricerca della felicità (2014), Il tuo ultimo sguardo (2016), di Sean Penn, e La ragazza nella  nebbia (2017). Prossimamente tornerà al cinema con il thriller Doorman, con Ruby Rose.

9. Ha doppiato un celebre film d’animazione. Nel pieno della sua popolarità, Reno viene scelto per partecipare al doppiaggio francese del classico d’animazione Disney Il re leone. Egli ha infatti dato voce al personaggio di Mufasa, padre del protagonista. Altre sue attività come doppiatore sono state quella per il film Giù per il tubo (2006), dove ha dato voce al personaggio di Le Frog, e quella per il videogioco Onimusha 3: Demon Siege, doppiando il personaggio di Jacques Blanc, modellato proprio a partire dai tratti somatici dell’attore.

8. È stato più volte nominato ad un importante premio. Reno vanta tre nomination ai premi César, i più prestigiosi riconoscimenti cinematografici francesi. Fu candidato una prima volta nel 1989 come miglior attore non protagonista per il Le grand bleu, e in seguito come miglior attore protagonista nel 1994 per Les visiteurs, e nel 1995 per Léon. Pur non riportando vittorie, tali nomination consacrarono il periodo d’oro vissuto in quegli anni dall’attore.

Jean Reno e Natalie Portman

7. È molto legato alla nota attrice. Per Reno, Léon fu il film della consacrazione, per l’attrice Natalie Portman rappresentò invece il debutto nel mondo del cinema. L’attore francese ha più volte ricordato il set da loro condiviso, affermando che da subito non ebbe dubbi sulle qualità della giovane interprete e sul radioso futuro che la attendeva. Reno ha inoltre raccontato che ancora oggi è lieto di incontrarla in amicizia lontano dai set.

Jean Reno: i figli dell’attore

6. È padre di diversi figli. Durante il primo matrimonio, durato dal 1977 al 1995, l’attore diventa padre di due figli, nati rispettivamente nel 1978 e nel 1980. In seguito, risposatosi, nel 1996 diventa padre per la terza volta in quello stesso anno, e una quarta nel 1998. L’attore si è in seguito sposato una terza volta, ma non ha avuto figli dall’attuale moglie.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Jean Reno Léon

Jean Reno in Léon

5. Ha caratterizzato in modo particolare il suo personaggio. In Léon, l’attore interpreta uno spietato sicario che accoglie sotto la sua protezione la giovane Mathilda. A riguardo, Reno ha raccontato di aver costruito il suo personaggio immaginandolo con un lieve ritardo mentale e un’emotività particolarmente repressa. Ciò doveva favorire il pensiero che una persona del genere non avrebbe mai pensato in termini sessuali nei confronti della ragazza da lui adottata.

4. Il ruolo era pensato per lui. Grazie alle sue precedenti collaborazioni con il regista Luc Besson, l’attore fu la prima e unica scelta per il ruolo del sicario Léon. Besson raccontò di aver scritto il personaggio proprio basandosi su Reno. Molti altri attori però si dichiararono estremamente interessati a ricoprire il ruolo, e tra questi vi erano anche Mel Gibson e Keanu Reeves.

3. Non fece prove per una particolare scena. All’interno del film vi è una celebre scena dove Mathilda indossa un abito regalatole da Léon. Essendo una scena molto delicata emotivamente, ai due attori non fu concesso di fare prove, poiché il regista desiderava catturare il loro spontaneo imbarazzo nel momento in cui la recitavano per la prima volta.

Jean Reno in Chef

2. Si è ispirato a noti chef. Nel film Chef, Reno interpreta Alexandre Lagarde, celebre chef in crisi di ispirazione. Per ricoprire tale ruolo, l’attore ha raccontato di essersi fatto aiutare da alcuni chef famosi, i quali sono anche suoi amici. Reno ha affermato di averli osservati a lungo durante la preparazione dei loro piatti, e invece che imitare il loro modo di comportarsi ha cercato di comprenderlo, per arrivare alla radice di come pensa e agisce un grande maestro della cucina.

Jean Reno: età e altezza

1. Jean Reno è nato a Casablanca, in Marocco, il 30 luglio 1948. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Jean Reno in Hector And The Search For Happyness

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Novità per Hector And The Search For Happyness: nel cast del film, protagonista Simon Pegg, entra Jean Reno; assieme a lui, entrano nel cast Stellan Skarsgard, Desiree Zurowski e Jakob Davies, oltre a Toni Collette, Rosamund Pike e Chritopher Plummer, già precedentemente entrati nel progetto, diretto da Peter Chelsom.

Al centro del film, Hector-Pegg, un eccentrico psichiatra londinese che cade in crisi quando capisce di non riuscire a rendere più felice nessuno dei suoi pazienti, partendo poi per un viaggio alla ricerca del segreto della felicità. Rosamund Pike sarà la ragazza di Hector, Plummer un professore della UCLA specializzato in studi sulla felicità, mentre Davies dovrebbe interpretare il protagonista da adolescente.

Chelsom si è anche occupato della sceneggiatura, a fianco di Maria von Heland, Francois Lelord e Tinker Lindsay. La data di uscita non è ancora stata fissata.

Fonte: Empire

Jean Pierre Améris presenta a Roma Marie Heurtin – Dal Buio alla Luce

Con la sua Mediterranea Productions, Angelo Bassi presenta a Roma Marie Heurtin – Dal Buio alla Luce del cineasta francese Jean-Pierre Améris. La storia di Marie che si svolge a cavallo tra ‘800 e ‘900, narra della creazione di una nuova lingua, quella usata oggi dai ragazzi sordi e ciechi per comunicare con il mondo.
La casa di distribuzione, in coerenza con la materia trattata dal film, avvalendosi della collaborazione dell’ Istituto Statale per Sordi di Roma, Lega del Filo d’oro, CINEDEAF (Festival Internazionale di Cinema Sordo), Eyes Made (iniziativa di innovazione sociale a base culturale incentrata sulla valorizzazione delle abilità visive che risiedono nelle persone sorde), Big Bang – Universo accessibile (startup a vocazione sociale) e Movie Reading (applicazione per smartphone), a partire dal 3 marzo porterà il film in circa 30 sale italiane, cercando di renderlo fruibile e accessibile a tutti.

Ha avuto difficoltà a lavorare con un’attrice realmente sorda?

Jean-Pierre Améris: Prima di scegliere Ariana ho incontrato 200 ragazze. Non è stato un problema imparare a lavorare con loro. Nel mio primo film c’era una ragazza sorda, quindi ne avevo già esperienza. Il messaggio del film è proprio che l’handicap non è una difficoltà. La difficoltà sarebbe stata trovare un’attrice poco capace. Abbiamo girato con degli interpreti, ma si è creata un’atmosfera particolare durante il film e tutti hanno imparato in qualche modo a comunicare con le attrici.

Inizialmente il suo progetto era di raccontare la storia di Hellen Keller, su cui si basa anche un altro film (Anna dei miracoli). Cosa l’ha portata a dirottare su quest’altra storia?

Sin dall’adolescenza sono stato affascinato dalla storia di Hellen Keller, una donna americana sorda e cieca, che lo diventa però all’età di 15 anni. Come Marie Heurtin, inizialmente era una ragazza selvaggia, ed è stata salvata dalla sua governate che le ha insegnato un modo per comunicare. Volevo fare un remake di Anna dei Mircoli, ma ho scoperto che gli americani ne fanno un remake più o meno ogni 15 anni, e che era molto difficile reperire i diritti. Per cui mi sono informato, ho conosciuto meglio il problema dei sordo-ciechi e ho scoperto Marie. Per due anni ho fatto ricerche, partendo dagli scritti della suora che ha deciso per prima di occuparsi della ragazza, e poi sui testi scritti appunto da Marie. Sono stato molto fedele alla storia vera, ho passato due anni nel centro di Poitiers, dove ancora arrivano bambini sordi e ciechi da tutto il mondo. Mi ricorderò sempre del mio primo giorno lì. Ero un po’ spaventato e ho visto arrivare tutti questi adolescenti che volevano incontrarmi e che per avvicinarsi a me mi hanno letteralmente respirato. Siamo in una società virtuale, dove il contatto fisico non esiste quasi più. Queste persone hanno invece bisogno necessariamente di un contatto fisico e hanno bisogno quindi di più tempo per conoscerti. Mi è piaciuto stare con loro e sono venuti poi alla prima proiezione del film, con gli educatori che lo traducevano nella loro lingua. Dopo abbiamo anche avuto un dibattito sul film e loro erano felici che si parlasse di questo tema.

Nei suoi ultimi tre film parla delle difficoltà relative alla comunicazione, è una continuità intenzionale?

Faccio film su temi che mi interessano, come il tema della comunicazione, a prescindere dalla difficoltà. Mi interessa la libertà di poter comunicare qualcosa ed è così che intendo anche il cinema. Ammiro l’essere umano e il suo impegno e ingegno che utilizza per adattarsi al mondo.

Come mai ha scelto Isabelle Carrè per il personaggio di Suor Marguerite?

È il terzo film che facciamo insieme, è un attrice che mi ispira e mi piace tantissimo. Non c’è alcuna somiglianza fisica con la persona reale a cui si rifà il personaggio, anzi Isabelle è l’opposto. Ma lei ha una forte propensione a comunicare con l’altro, a capire le difficoltà altrui, ed è per questo che l’ho scelta. Ha seguito corsi per imparare il linguaggio dei segni, per lei è diventata una vera e propria passione, mentre io devo ammettere di avere ancora molta difficoltà. Con Ariana abbiamo lavorato a Parigi per due mesi per ripetere le scene, soprattutto quelle di lotta fisica che sono state le più difficili. Era molto importante che instaurassero una relazione profonda, poiché dovevano avere un rapporto molto fisico, molto materno. Nel tempo in cui è ambientata la storia non si sapeva affatto come comunicare con questo tipo di persone. Suor Marguerite è stata tenace e davvero geniale nel metodo che ha individuato per l’insegnamento di questa lingua.

Lei usa un tono leggero, che non ci aspetteremmo da un film con un tema del genere.

Nella vita è tutto mischiato, il triste e il comico. Ho riso molto con questi ragazzi, mi sono divertito. Dove pensate che ci siano delle cose terribili, c’è in realtà della gioia: volevo dimostrare questo. La gioia non è soltanto nelle cose belle della società, dove c’è la salute e la bellezza. C’è molta gente felice anche altrove.

Jean Dujardin: 10 cose che non sai sull’attore

Tra i più celebri e apprezzati attori del cinema francese, Jean Dujardin ha dimostrato di poter portare il suo talento anche oltre oceano, conquistando gli Stati Uniti e vincendo un premio importante come l’Oscar al miglior attore. Diviso tra impegnati film d’autore e film più leggeri, l’attore non manca mai di sfoggiare il suo fascino e il suo istrionico talento.

Ecco 10 cose che non sai di Jean Dujardin.

Jean Dujardin carriera

1. I film. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 2002, con il film Ah! Se fossi ricco. Successivamente prende parte ad alcune popolari pellicole francesi. Un primo punto di svolta nella sua carriera arriva con il film Piccole Bugie tra amici, del regista Guillame Canet, che gli permette di raggiungere un pubblico più ampio. Nel 2012 è invece protagonista del film The Artist, con il quale vincerà il suo primo Oscar. Negli anni successivi ottiene dei ruoli nei film Gli infedeli (2012), The Wolf of Wall Street (2013), Monuments Men (2014), French Connection (2014), e Un amore all’altezza (2016). Nel 2019 partecipa al sequel del film di Canet, intitolato Grandi buie tra amici, dove recita accanto all’attrice Marion Cotillard. Sempre nel 2019 è protagonista del film L’ufficiale e la spia, del regista Roman Polanski.

Jean DuJardin Instagram

2. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 682 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago con amici, o ancora foto promozionali dei progetti a cui l’attore ha preso parte.

Jean DuJardin vita privata

3. E’ stato sposato tre volte. Il primo matrimonio dell’attore risale al 2003, con una donna di cui tuttavia si sa poco o nulla. Con lei avrà due figli. Nel 2009 sposa invece l’attrice Alexandra Lamy, da cui però si separa nel 2013. Dal 2018 è invece sposato con la ballerina Nathalie Péchalat, da cui aveva già avuto un figlio nel 2015.

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Jean DuJardin premi e nomination

4. Ha vinto un Oscar. Grazie alla sua interpretazione nel film The Artist, l’attore ottiene riconoscimenti da ogni parte del mondo. Vince innanzitutto il premio come miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes, dove il film era in concorso. Successivamente ottiene il Golden Globe, il Bafta, lo Screen Actors Guild Award e infine l’Oscar al miglior attore protagonista.

5. Ha stabilito un primato. Con l’Oscar vinto, DuJardin è diventato il primo attore francese a vincere tale premio nella categoria miglior attore. E’ invece il quinto attore francese a vincere un premio Oscar in generale, ma i precedenti quattro rientravano nelle altre categorie attoriali.

Jean DuJardin Cannes

6. Ha una cosa in comune con l’attore Christoph Waltz. L’attore francese è l’unico, insieme al premio Oscar Christoph Waltz, ad aver vinto sia il premio per l’interpretazione a Cannes che il SAG Awards, il Golden Globe, il Bafta e l’Oscar per il medesimo film.

Jean DuJardin The Artist

Jean Dujardin the artisti7. Si esercitò nel ballo. Per girare le scene di ballo insieme all’attrice Bérénice Bejo, i due si sottoposero ogni giorno per cinque mesi a continue prove per acquisire il giusto feeling. I due si esercitarono inoltre nello studio dove si esercitarono a loro tempo gli attori Debbie Reynolds e Gene Kelly per Cantando sotto la pioggia.

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Jean DuJardin Gli infedeli

8. Ha diretto uno degli episodi del film. Il film Gli infedeli è composto da sette diversi episodi sul tema dell’infedeltà maschile. Jean DuJardin, regista di uno degli episodi, ebbe l’idea del titolo del film quando vide la locandina francese del film The Departed, di Martin Scorsese. Questa riportava il titolo “Les Infiltrés”, ma l’attore lesse erroneamente “Les Infedéles”, decidendo poi di utilizzarlo come titolo.

Jean DuJardin gruppo comico

9. Fa parte di un noto gruppo comico. L’attore è membro del gruppo “Nous C Nous”, insieme agli attori Bruno Salomone, Eric Collado, Emmanuel Joucla ed Eric Massot. Il gruppo è noto in francia per i loro sketch comici e le loro partecipazioni a noti programmi televisivi.

Jean DuJardin età e altezza

10. Jean DuJardin è nato a Rueil-Malmaison, in Francia, il 19 giugno 1972. L’altezza complessiva dell’attore è di 182 centimetri.

Fonte: IMDb

 

 

 

Jean Dujardin, l’Artista

Jean Dujardin, l’Artista

Fino a un anno fa, quasi nessuno ne aveva mai sentito parlare: star in patria, nel resto del mondo il nome Jean Dujardin suscitava solo una domanda: Jean, chi?

Il grande pubblico ignorava la sua esistenza sino alla svolta del Festival di Cannes 2011: Jean Dujardin è stato premiato come migliore attore per The Artist, il film muto in bianco e nero acclamatissimo negli ultimi mesi. Da allora la notorietà internazionale si è consolidata giorno dopo giorno e l’attore, anzi, l’Artista, non fa che suscitare grande ammirazione come il personaggio che ha segnato la sua consacrazione, l’affascinante George Valentin.

Jean Dujardin, carisma, brio, ironia e charme

Carisma, brio, ironia e charme: sono solo alcune delle infinite qualità che contraddistinguono questo attore francese dal volto senza tempo, la cui carriera ha conosciuto un’inarrestabile ascesa, dalle serate di cabaret nei bar parigini al Golden Globe appena conquistato a Los Angeles. Jean Dujardin nasce il 19 giugno 1972 a Rueil-Malmaison, a nord di Parigi, ultimo di quattro figli maschi. Bambino timido e insicuro, trova la sua dimensione nel gioco, immagina di essere un cowboy o un eroe, mentre con gli anni sviluppa il suo talento di comico e imitatore. Dopo essersi diplomato in filosofia ed arti plastiche, svolge il servizio militare durante il quale inizia a scrivere piccoli sketch che in seguito propone in alcuni bar francesi, durante il cabaret della sera. La prima apparizione di fronte alle telecamere avviene nel 1996 al talent show televisivo Graines de star, in cui si afferma come comico molto amato dal pubblico nei panni di Brice de Nice, surfista ingenuo e sfrontato, che ripropone anche nella compagnia Nous C Nous, di cui fa parte insieme a Bruno Salomone e altri comici francesi; con loro realizza diverse parodie di boy band in voga negli anni novanta.

Jean Dujardin the artistiJean Dujardin diventa poi un volto popolare della tv francese nella serie Un gars, une fille (ovvero Love Bugs), di cui è protagonista insieme ad Alexandra Lamy: con oltre 400 episodi dal 1999 al 2003, l’affiatata coppia “Loulou e Chouchou” si innamora anche nella vita reale. Dopo una precedente relazione da cui nascono i figli Simon e Jules, Jean trova in Alexandra la compagna della vita, si fidanzano nel 2003 e si sposano nel 2009.

Dopo il successo in tv, arrivano i primi ruoli al cinema: dapprima secondari poi, dopo Mariages!, nel 2005 è protagonista di Brice de Nice di James Huth, in cui ripropone il personaggio da lui inventato e conquista il box office. Ma il grande incontro della sua carriera è quello con il regista Michel Hazanavicius, che nel 2006 lo sceglie come protagonista del film OSS 117: Le Caire, nid d’espions; Jean interpreta l’agente segreto Hubert Bonisseur de la Bath, simil James Bond: simpatico, francese fino al midollo, seduttore e anche un po’ razzista, nei panni di OSS 117 Jean Dujardin rivela ancora una volta le sue grandiose doti comiche, e in questa divertente parodia ambientata negli anni cinquanta è affiancato da Bérénice Bejo, con cui lavorerà nuovamente in The Artist. Il film è un successo e se ne ricorda soprattutto la scena culto in cui Jean canta “Bambino” di Dalida in arabo. Per questo ruolo viene nominato al César come migliore attore, il che accade raramente per una commedia.

Nel 2007 recita in 99 francs di Jan Kounen, adattamento dell’omonimo romanzo di Frédéric Beigbeder in cui interpreta Octave Parrango, cinico agente pubblicitario; in questa commedia graffiante, il suo personaggio non vuole suscitare simpatie (“Spero che mi disprezzerete per meglio disprezzare l’epoca che mi ha plasmato”, dice Parrango). Nello stesso anno interpreta per la prima volta un ruolo drammatico in Contre-enquête, dove è un poliziotto che indaga sulla morte della figlia, mostrandosi all’altezza di altri generi oltre il comico. Produce e dirige Palizzi, una serie tv di due stagioni che racconta a mo’ di documentario il reinserimento nella società di un ex mafioso uscito di prigione dopo quindici anni di reclusione.

Nel frattempo, divenuto uno degli attori francesi più amati oltralpe, Jean recita a teatro con Alexandra Lamy in Deux sur la balançoire. È inoltre attivo nell’ambito umanitario contro il maltrattamento dei bambini, partecipando alla Fondation Mouvement pour les Villages d’Enfants. Il 2008 è l’anno di Cash – Fate il vostro gioco, una sorta di Ocean’s Eleven alla francese in cui è affiancato da Jean Reno e Valeria Golino. Diretto da Eric Besnard, il film corale è una commedia poliziesca in cui non mancano i colpi di scena.

Segue Un homme et son chien, remake francese di Umberto D. di Vittorio De Sica, dove recita con Jean-Paul Belmondo, al quale Jean Dujardin è spesso paragonato in patria.  Torna poi nuovamente nei panni di Hubert Bonisseur de la Bath in OSS 117: Rio ne répond plus, sequel di successo ancora diretto da Michel Hazanavicius, divenuto uno dei suoi migliori amici. Jean ama infatti collaborare con professionisti di cui ha stima e infatti nel 2009 ritrova James Huth, che lo dirige nel western Lucky Luke, in cui interpreta con brio il celebre cowboy solitario in grado di sparare più veloce della propria ombra.

Tra i lavori più recenti, possiamo citare Le bruit des glaçons diretto da Bertrand Blier e Les petits mouchoirs di Guillaume Canet: quest’ultimo film, presentato al Festival del Film di Roma 2010, uscirà in Italia in primavera con il titolo Piccole bugie tra amici. Jean interpreta Ludo e, benché abbia un piccolo ruolo accanto a un cast stellare che comprende Marion Cotillard e François Cluzet, il suo personaggio è l’anima di tutto il film.

Nel 2010 torna al genere drammatico nello struggente Un balcon sur la mer di Nicole Garcia: è il protagonista, l’agente immobiliare Marc Palestro, che incontra una donna misteriosa (una bravissima Marie-Josée Croze) che lui riconosce come Cathy, la ragazzina di cui era innamorato durante l’infanzia trascorsa in Algeria: ma la verità potrebbe essere un’altra… Nel cast anche Toni Servillo e Claudia Cardinale. In questo film Jean offre la vibrante interpretazione di un uomo tormentato dal suo passato, rivelandosi eccezionale anche nel registro drammatico. Un talento che si paleserà ancora di più nel ruolo della vita.

Il 2011 è infatti l’anno della consacrazione. Michel Hazanavicius gli offre il ruolo più difficile della sua carriera in un film nato come ‘impossibile’ e che il regista sognava di realizzare già da una decina d’anni: si tratta di The Artist, muto e in bianco e nero, che Hazanavicius dirige con maestria e in cui Jean veste i panni del divo George Valentin, star del muto la cui carriera subisce un inevitabile declino con l’arrivo del sonoro, mentre la giovane comparsa Peppy Miller (una brillante Bérénice Bejo, nel frattempo divenuta moglie del regista) diventa una stella proprio grazie ai film parlati. Jean dedica anima e corpo a questo ruolo, recupera i classici muti di Murnau e Borzage, studia Douglais Fairbanks, Gene Kelly, Clark Gable e Vittorio Gassman, prende lezioni di tip tap per cinque mesi e incarna alla perfezione il divo del muto che non vuole rinunciare alla sua integrità di artista sia nelle parti briose che in quelle drammatiche, conquistando critica e pubblico. Ottiene la Palma d’oro di migliore attore a Cannes; mentre sale sul palco, si inchina al presidente di giuria e suo mito personale, Robert De Niro, e improvvisa qualche passo di tip tap. The Artist ottiene riconoscimenti in numerosi festival internazionali, sino alla recente vittoria ai Golden Globe: 3 statuette, tra cui il premio a Jean Dujardin come Migliore Attore in un film commedia o musicale. Durante il discorso di accettazione, in un inglese stentato – giacché sta studiando la lingua da pochissimo dietro la pressione di Harvey Weinstein – si prende una rivincita contro un agente che gli aveva pronosticato che non avrebbe mai fatto nessun film: “Il tuo viso è troppo espressivo, troppo grande”. La straordinaria espressività di Jean Dujardin è, al contrario, uno dei suoi maggiori pregi: sin dagli esordi, la sua recitazione è particolarmente basata sul corpo; si trattava inizialmente di un complesso di inferiorità, non avendo mai frequentato l’accademia d’arte drammatica, dunque la recitazione fisica avrebbe dovuto compensare una presunta mancanza di profondità. La profondità invece c’è, accompagnata da un talento esplosivo che non lascia mai indifferenti e una versatilità da vero Artista.

Amante del cinema italiano di un tempo (soprattutto Vittorio Gassman e Dino Risi), di Charles Baudelaire e del buon vino; battuta sempre pronta e irresistibile sorriso smagliante, Jean affronta il cinema con la genuinità tipica di un bambino: recitare è per lui un modo per prolungare l’infanzia, affinché l’uomo che è diventato riesca ad aiutare il bambino che fu a realizzare i propri sogni. Nominato ai SAG e ai BAFTA per The Artist, Jean non sogna affatto una carriera a Hollywood: se otterrà proposte interessanti, come da lui affermato, non esiterà ad accettare, ma non abbandonerà mai la sua umiltà (“Del resto mi chiamo Jean Dujardin, John Of the Garden, quindi rimango con i piedi per terra”). Né la sua amata Francia. Infatti oltralpe il 29 febbraio uscirà Les infidèles che ha scritto, prodotto, diretto e interpretato insieme al collega e amico Gilles Lellouche: si tratta di un film suddiviso in sette sketch incentrato sull’adulterio da parte del sesso maschile.

Ma febbraio è anche il mese degli Oscar: con una nomination praticamente certa per il suo indimenticabile ruolo nel film muto, chissà se il 26 febbraio l’Artista trionferà nella notte più magica che celebra la settima arte. Nessun francese ha vinto l’Oscar come Migliore Attore protagonista: questa potrebbe essere l’occasione più opportuna per dimostrare che ancora oggi si può essere grandi attori anche senza dire una parola.

Jean Dujardin sarà il giustiziere di Marsiglia

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Il premio Oscar Jean Dujardin affiancherà l’amico Gilles Lellouche nel thriller La French, tratto da una storia vera ambientata a Marsiglia.

Jean Dujardin parla dell’Oscar ed elogia il cinema italiano

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Jean Dujardin parla dell’Oscar ed elogia il cinema italiano

Dopo aver preso parte a due grandi produzioni americane come The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese e The Monuments Men di George Clooney, Jean Dujardin è tornato in patria per recitare in alcuni film francesi come The French, crime-thriller sulla droga in cui è protagonista e che è in questi giorni a Cannes.

Durante un’intervista con Variety l’attore francese ha parlato anche delle opportunità che gli ha regalato l’Oscar e del suo rapporto con il cinema francese: “C’è una grande fantasia sull’Oscar che ho vinto, ma posso dire con certezza che non l’ho comprato. È stata un’esperienza favolosa ma dopo tutto io sono francese e non americano ed amo recitare nella mia lingua”.

Dujardin ha poi avuto modo di parlare della sua esperienza da produttore (ha appena aperto una casa di produzione a Parigi con il fratello ed ha già iniziato l’attività producendo The Players) e della sua ammirazione per il cinema italiano: “Vorrei recitare in ambiziosi film europei come ad esempio Le Meraviglie di Alice Rohrwacher; il cinema italiano contemporaneo è davvero fantastico ed è una fonte d’ispirazione in questi tempi”

Fonte: Variety

Jean Dujardin in The Momuments Men?

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Dopo aver recitato per Scorsese in Wolf of Wall Street, Jean Dujardin (Premio Oscar  per The Arstist) potrebbe partecipare al prossimo film diretto da George Clooney, The Monuments Men, nel cast del quale sono già entrati Paul Giamatti e Cate Blanchett. L’annuncio da parte di Clooney dell’intenzione di realizzare un adattamento dell’omonimo libro di Robert M. Edsel risale allo scorso gennaio; l’attore e regista ne ha nel frattempo terminato la scrittura, assieme a  Grant Heslov.

Il romanzo, sottotitolato Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia segue le vicende di George Stout (Clooney) un ufficiale dell’esercito americano e collezionista d’arte che aiutò e reimpatriare decine di migliaia di opere d’arte trafugate dai nazisti. Al momento non ci sono particolari sul ruolo affidato a Dujardin, mentre Giamatti dovrebbe vestire i panni del co-fondatore del New York City ballet Lincoln Kirstein, mentre Cate Blanchett, sarà Rose Valland, militante della resistenza francese ed esperta in storia dell’arte. Il casting del film è tuttavia ancora alle battute iniziali, le scelte da effettuare restano ancora tante, ma l’impressione è che il progetto sia molto attraente e che in tanti siano coloro che aspirano a prendere parte alle riprese, previste per la prossima primavera nel Regno Unito e in giro per l’Europa.

Fonte: Empire

Jean Dujardin e Cécile De France in Mobius

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Jean Dujardin, attore francese da tenere d’occhio nei prossimi mesi, e la belga Cécile De France reciteranno in un thriller romantico diretto da Eric Rochant e prodotto da Luc Besson.

Jean Claude Van Damme si propone per The Avengers 2

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The Avengers 2 Jean Claude Van DammeBisogna aspettare il 2015 per vedere nei cinema il seguito di The Avengers. La pellicola diretta da un poliedrico Joss Whedon, forte dei sui 1.5 miliardi di dollari incassati in tutto il mondo, fa crescere di giorno in giorno l’attesa per il secondo capitolo. Lo stesso regista durante un’intervista, racconta che oltre a confermare tutti gli attori del precedente lungometraggio, ha lasciato la porta aperta per permettere a chi vuole di prendere parte a questa strabiliante catena di montaggio. Un improbabile attore si propone per prendere parte al secondo capitolo del cinecomics più atteso. Il duro dei duri Jean-Claude Van Damme, tramite il suo profilo Facebook, si candida spontaneamente per avere un ruolo nel film di Whedon. Avrà forse sentito il profumo di soldi e fama, ma per un attore del suo calibro, un piccolo ruolo in The Avengers potrebbe essere l’ideale. E voi cosa ne pensate?

Vi ricordiamo che è in programma già il sequel del film di successo del 2012

 

Jean Claude Van Damme ritornerà nel remake di Kickboxer

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In principio doveva essere Tony Jaa (Furious 7) ad interpretare il co-protagonista del remake di Kickboxer. Adesso che l’attore non è più coinvolto nel progetto a causa di un conflitto con la produzione dovuto ad altri impegni lavorativi, arriva la notizia che sarà la star del film originale, Jean Claude Van Damme, a tornare nel remake in una nuova versione di Master Chow, mentore dell’allievo protagonista del film, che sarà interpretato da Alain Moussi.

Diretto da John Stockwell (Cat Run), il film annovera nel cast anche Dave Bautista (Guardians of the Galaxy) e George St. Pierre (Captain America: The Winter Soldier). La produzione del remake del cult del 1989 inizierà questa settimana; le riprese si svolgeranno a New Orleans, Louisiana e in Tailandia.

Di seguito vi mostriamo il primo teaser poster del film.

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Trama di Kickboxer – Il nuovo guerriero: In America ormai Eric Sloane non ha più rivali in grado di sconfiggerlo nella Kick boxing, una violenta forma di pugilato tailandese, e quindi col fratello-manager Kurt decide di recarsi a Bangkock per trovare un avversario degno di lui. Lo trova in Tong Po, un picchiatore un pò esaltato, protetto da uno spregiudicato boss della zona, Freddy Li. Purtroppo per Eric. il campione locale è troppo forte per lui e, nonostante Kurt voglia ritirarsi, il tailandese infierisce su di lui con un micidiale colpo alla schiena che lo renderà paralizzato per sempre. Kurt è furioso, vuole punire quel mostro ma la sua preparazione atletica è assolutamente inadeguata per sconfiggere Tong Po. Allora Taylor, un americano che ha fatto fortuna col traffico di armi, lo conduce da Xian, maestro tra i migliori nella Kick boxing. L’uomo, dapprima incerto, accetta poi di prepararlo al grande incontro. L’addestramento e la disciplina sono duri ma Kurt, spinto da Xian e dal desiderio di vendetta, stringe i denti e arriva ad un punto di preparazione più che accettabile. Conosce poi la nipote di Xian, My Lee, molto graziosa, con la quale simpatizza subito. Xian fa in modo di organizzare col boss Freddy Li un incontro tra Kurt e un pugile locale. L’americano stravince e si guadagna la stima del pubblico del posto. Freddy Li capisce che Kurt fa sul serio e potrebbe mettere in difficoltà Tong Po. Allora fa aggredire My Lee e la fa portare al campione tailandese, che la violenta. Fa poi rapire Eric e lo fa rinchiudere in un posto sicuro. Alla vigilia dell’incontro con Tong Po Kurt, scosso da questi eventi, è deconcentrato e nervoso. L’incontro si svolge nell’antico modo tailandese con le mani fasciate da corde sulle quali sono conficcati vetri aguzzi. Tong Po all’inizio sembra avere la meglio su Kurt, che non reagisce come dovrebbe e come gli ha insegnato Xian. My Lee, che è tra il pubblico, è disperata anche perchè Xian è sparito: l’uomo è andato a liberare Eric. Ci riuscirà grazie anche all’aiuto di Taylor, reduce del Vietnam ed esperto di armi, ed insieme uccidono tutti gli scagnozzi di Freddy Li. Eric, liberato, può assistere all’incontro di Kurt e di Tong Po: la sua presenza dà nuovo vigore al fratello che, come una furia, si abbatte sul tailandese riducendolo ad un fantoccio incapace di difendersi.

Fonte: CS

Je Fais Le Mort: recensione del film di Jean-Paul Salomè

Je Fais Le Mort: recensione del film di Jean-Paul Salomè

JE FAIS LE MORT recensione

Presentato Fuori Concorso al Festival del Film di Roma Je Fais Le Mort , commedia poliziesca del regista Jean-Paul Salomè.

Jean Renault (Francois Damiens) è un attore fallito che viene deriso anche dai propri figli e dalla ex moglie. La sua agente , disperata quanto lui perché viene licenziato dalle varie produzioni in quanto troppo preciso e quindi rompiscatole , gli propone una parte particolare : quella del morto! Così per pochi soldi Jean parte alla volta di Mauve , un paesino in mezzo alle montagne , colpito dalla tragedia di un triplice omicidio. Lì lui dovrà aiutare la rigida magistrato donna ( Gèraldine Nakache ) e il capo della polizia del luogo il Tenente Lamy ( Lucien Jean-Baptiste ) , a ricostruire le azioni dell’assassino sulla scena del delitto per concludere le indagine giudiziarie, facendo la parte del morto. La sua eccessiva ossessione per i dettagli e esperienza recitativa lo porterà a dubitare e a far dubitare del ragazzo preso come colpevole, che risulta già dal primo sguardo poco credibile. Tra gag divertenti e antipatie che si trasformeranno in qualcos’altro , l’inesperto attore aiuterà la polizia a risolvere il caso in un modo inaspettato.

Pochi semplici ingredienti rendono la storia intrigante e leggera, e Jean-Paul Salomè manovra un cast di bravi attori che non coprono la trama con il loro protagonismo ma accompagnano bene l’allegro andare dell’indagine. L’idea è abbastanza innovativa per un film, ma non molto per la televisione. Ricorda ad esempio The Mentalist o Castle , dove un personaggio esterno e spesso eccentrico, riesce con un intuito più umano e derivante dall’esperienza in un altro campo a vedere degli indizi anche dove al momento non sono ben visibili a polizia e magistrati. Ma non è un punto a sfavore, anzi.

JE FAIS LE MORT recensione

Con il classico humor francese e un Francois Damiens che potrebbe pure non parlare, dalle efficacissime espressioni facciali quasi da film muto, Je Fais Le Mort è un divertente parentesi di tranquillità.

 

 

 

 

 

 

La nostra foto gallery del Festival:

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Jay Ryan: 10 cose che non sai sull’attore

Jay Ryan: 10 cose che non sai sull’attore

Ancora in cerca di un ruolo che possa regalargli una maggior fama, l’attore Jay Ryan ha comunque saputo farsi apprezzare per alcune partecipazioni a serie televisive di successo. Pur con piccoli ruoli ha dimostrato così di sapersi far valere, specialmente se il personaggio è ben scritto e riesce a far trasparire le sue doti.

Ecco 10 cose che non sai di Jay Ryan.

Jay Ryan carriera

1 I film. Ancora agli inizi, la carriera cinematografica dell’attore è per ora composta da solo un titolo, It – Capitolo Due, sequel del film del 2017 e dove Ryan interpreta la versione adulta di Ben Hanscom. Nel film l’attore recita insieme ai più famosi Jessica Chastain, James McAvoy, e Bill Skarsgard. Il film, dal grande successo di pubblico, potrebbe facilmente aprirgli numerose nuove porte per nuovi progetti cinematografici.

2 Le serie TV. Ben più ricca è la carriera televisiva dell’attore, dove ha potuto dimostrare in modo più variegato il suo talento. Tra le serie a cui l’attore ha preso parte si annoverano Young Hercules (1998), Xena – Principessa guerriera (1999), Being Eve (2002), Neighbours (2002-2005), Sea Patrol (2007-2009), Go Girls (2009-2012), Terra Nova (2011), Beauty and the Beast (2012-2016), Top of the Lake (2013) e Mary Kills People (2017-in corso).

3 Il doppiaggio. Nel 2017 l’attore presta la sua voce ad uno dei personaggi del cortometraggio Lou, realizzato dalla Disney Pixar e nominato come miglior cortometraggio d’animazione ai premi Oscar 2018.

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Jay Ryan Instagram

4 Ha un proprio profilo personale. L’attore è presente su Instagram con un proprio account personale, seguito da 186 mila persone. All’interno di questo Ryan è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago con la propria famiglia o con amici. Non mancano inoltre foto promozionali dei progetti a cui l’attore ha preso parte.

Jay Ryan vita sentimentale

5 Ha avuto una figlia. Nel 2013 l’attore diventa padre della sua prima figlia, Eve, avuta insieme alla scrittrice Dianna Fuemana, con la quale ha una lunga relazione.

Jay Ryan precedenti lavori

6 È stato un clown. Prima di ottenere successo come attore, Ryan ha lavorato come clown, intrattenendo i bambini per feste di compleanno o nei supermercati. Ryan ha dichiarato che questo lavoro gli ha permesso di affinare il suo rapporto con il pubblico, diventando particolarmente ricettivo.

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Jay Ryan It – Capitolo Due

7 Desiderava da tempo un ruolo del genere. L’attore ha dichiarato di essersi sentito particolarmente entusiasta nell’ottenere il ruolo, poiché da tempo sperava di riuscire ad affermarsi anche nei film hollywoodiani. Dopo mesi passati a Los Angeles per cercare di ottenere la parte, fu richiamato proprio pochi giorni prima di ripartire per la Nuova Zelanda.

8 Da giovane assomigliava al Ben del primo film. Preoccupati per il suo non essere particolarmente famoso, i produttori del film chiesero a Ryan di inviare loro alcune foto di lui da giovane, per valutare un eventuale somiglianza con l’attore Jeremy Ray Taylor, che interpretava Ben da giovane nel primo film. Fortunatamente tra i due correva una certa somiglianza, e così i produttori si convinsero a sceglierlo per la parte.

9 È un fan del romanzo di Stephen King. Ryan ha dichiarato di tenere così tanto alla parte poiché è un grande fan del romanzo di King, che ha inoltre utilizzato durante le riprese come una bibbia da cui attingere. L’attore è nato negli anni in cui il libro veniva pubblicato e questo, insieme alla serie televisiva degli anni ’90, ha in qualche modo segnato la sua crescita.

Jay Ryan età e altezza

10 Jay Ryan è nato a Auckland, in Nuova Zelanda, il 29 agosto 1981. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.   

Fonte: IMDb

Jay Kelly: la prima foto del film con George Clooney

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Jay Kelly: la prima foto del film con George Clooney

Il regista candidato all’Oscar Noah Baumbach sta collaborando con George Clooney e Adam Sandler per Jay Kelly, una nuova, straziante commedia in arrivo su Netflix questo autunno.

Jay Kelly arriverà su Netflix

Baumbach ha già scritto e diretto The Meyerowitz Stories (New and Selected), Marriage Story e White Noise per Netflix; i suoi lavori precedenti includono The Squid and the Whale, Greenberg, Margot at the Wedding, Frances Ha e Mistress America, e ha co-scritto la sceneggiatura di Barbie, candidata all’Oscar.

Il film è co-scritto dall’attrice Emily Mortimer (che ha già scritto episodi di Doll & Em e The Pursuit of Love e apparirà anche nel film) e prodotto da David Heyman e Amy Pascal.

JAY KELLY – George Clooney – Cortesia di Netflix

Jay e Silent Bob: i dettagli dietro il cameo di Carrie Fisher

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Jay e Silent Bob: i dettagli dietro il cameo di Carrie Fisher

Invece di un compenso economico, la compianta Carrie Fisher, la celeberrima Leia della saga di Star Wars, chiese qualcosa di molto particolare come “riconoscimento” per la sua apparizione nei panni di una suora in Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood!, il film del 2001 scritto, diretto e prodotto da Kevin Smith.

A rivelarlo è stato lo stesso Smith via Twitter, durante un #QuarantineWatchParty dedicato proprio al film: “Carrie Fisher ha accettato di apparire in Fermate Hollywood! gratis”, si legge nel tweet del regista. “Ha soltanto richiesto che le comprassimo un paio di antiche sedie di castoro. Quando l’ho incontrata sul set le ho chiesto: ‘Perché le sedie?, e lei mi ha risposto: ‘Pensavo che il castoro potesse rappresentare una valuta ironica adeguata per essere nel tuo film’. L’amavo davvero tanto…”

Carrie Fisher ha raggiunto la fama internazionale grazie al ruolo della Principessa (poi Generale) Leia nella saga di Star Wars. La sua prima apparizione nel franchise risale al 1977, nel film Una Nuova Speranza. L’attrice è tragicamente scomparsa il 27 dicembre 2016, all’età di 60 anni. L’ultima volta che l’abbiamo vista nella celebre saga fantascientifica è stato lo scorso Dicembre, quando l’utilizzo di materiale d’archivio ha permesso che il personaggio di Leia fosse comunque presente ne L’Ascesa di Skywalker.

Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood! raccontava una spassosissima avventura dei due personaggi più iconici del View Askewniverse ideato da Smith: nel film, i personaggi del titolo si recavano a Hollywood per impedire la realizzazione di un film. Anche Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker nella saga di Star Wars e grande amico della Fisher, aveva un cameo nella pellicola.

Nel 2019 Kevin Smith ha realizzato Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood, in cui sia lui che Jason Mewes sono tornati nei panni dei due protagonisti. Il film è uscito negli Stati Uniti direttamente in VOD.

Jay e Silent Bob reboot: Kevin Smith a lavoro sulla sceneggiatura

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Kevin Smith ha pubblicato sul suo account Instagram un screen del desktop del suo personal computer, in cui compare una pagina bianca con la scritta: “Jay e Silent Bob reboot di Kevin Smith”.

Il regista annuncia così l’arrivo di una riproposizione delle avventure dei due protagonisti del View Askewniverse, l’universo immaginario condiviso popolato dai personaggi dei film di Smith stesso, creato ancora prima che esistessero gli universi condivisi al cinema.

Jay e Silent Bob reboot, Kevin Smith ha annunciato il progetto

Jay e Silent Bob Reboot

Ecco come ha accompagnato la foto il regista: “Sì ragazzi, è il mio vero schermo del laptop, @jayandsilentbob stanno tornando! Sono impaziente di tornare a giocare con i miei giocattoli nell’universo interconnesso View Askewniverse in cui ho trascorso i primi anni della mia carriera. E più di tutto sto ridendo tantissimo mentre scrivo Jay e Silent Bob Reboot, in cui i due Jersey Boys devono tornare a Hollywood a fermare una nuova minaccia del vecchio Bluntman & Chronic Movie che loro odiano così tanto. Si tratta di una satira pungente e buffa in cui compariranno tutte le facce note di questo mondo, volti familiari e cameo! Ho già incontrato tutti alla Miramax e sono tutti coinvolti, quindi spero che gireremo quest’estate.”

Con Kevin Smith, che riprenderà il ruolo di Silent Bob, nelle traduzioni italiane Zittino Bob, tornerà senza dubbio Jason Mewes nei panni di Jay, mentre aspettiamo notizie dalla produzione per sapere chi dei “vecchi amici” tornerà nel progetto.

Jay e Silent Bob Reboot: al via le riprese del film di Kevin Smith

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Il View Askewniverse sta per tornare. Lo sceneggiatore, regista e ideatore di Jay e Silent Bob, Kevin Smith, ha condiviso su Twitter un post in cui rileva che Jay e Silent Bob Reboot batterà il primo ciak lunedì 18 febbraio.

In un post su Instagram in cui ha annunciato la produzione del film, Smith ha riflettuto anche sui suoi ultimi due anni, menzionando che è quasi morto per un infarto e che questo ha sicuramente rallentato il progetto annunciato nel 2017.

Ora, Smith sta finalmente riportando in vita le sue creazioni più popolari, e ha chiuso il suo post dicendo ai lettori di non mollare mai, anche quando il cuore viene messo alla prova (riferimento reale e figurato alla sua situazione di salute).

Il 25 febbraio 2018, Smith ha avuto un attacco di cuore mentre si esibiva sul palco durante uno spettacolo comico a Glendale, in California. Ora, a meno di un anno dall’incidente, Smith ha perso più di 50 pound ed è pronto a riportare in vita Jay e Silent Bob.

In altri post condivisi di recente, Smith ha detto che originariamente aveva intenzione di dirigere Clerks III, ma ha detto che uno dei principali membri del cast si è tirato indietro. Ha anche provato a fare Mallrats 2, ma ha finito per svilupparlo in una serie TV che non è mai decollata.

Questi fallimenti hanno portato a Jay e Silent Bob Reboot. Non si tratterà del reboot del precedente Jay e Silent Bob Strike Back del 2001, ma è la storia di Jay e Silent Bob che apprendono che Hollywood sta facendo il reboot dei loro eroi di fantasia, Bluntman & Chronic.

Smith ha detto che il film si prenderà gioco dell’ossessione di Hollywood per i reboot e i remake, mentre presenta molti cameo direttamente dal View Askewniverse. Jay e Silent Bob Reboot è diretto da Kevin Smith che tornerà a interpretare Silent Bob (da noi Zittino Bob), mentre tornerà Jason Mewes nei panni di Jay.

Jay and Silent Bob Reboot: valanga di guest star nel primo trailer

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In occasione del Comic Con di San Diego, è stato diffuso in rete il primo trailer di Jay and Silent Bob Reboot, il film diretto da Kevin Smith in cui il regista e sceneggiatore torna a interpretare Silent Bob (Zittino Bob da noi in Italia) al fianco di Jason Mewes che torna a interpretare Jay.

Nel primo trailer possiamo notare subito la valanga di guest star che parteciperanno al film.

Vi ricordiamo che l’originale del 2001, intitolato Jay e Silent Bob Strike Back, aveva segnato il debutto sulle scene della coppia di strafumati Jay (Mewes) e Silent Bob (Smith), recatosi nella città degli angeli per impedire che il loro fumetto Bluntman and Chronic venisse trasformato in un film.

Tornerà protagonista il duo comico composto dallo stesso Smith e Jason Mewes, che avevamo visto insieme l’ultima volta sul grande schermo nel 2006 in Clerks II (ma l’attore era comparso già nei cinque film precedenti dell’amico ambientati all’interno del View Askewverse).

In questo nuovo capitolo i personaggi continueranno nella loro folle impresa aiutati da Becky (Rosario Dawson), che faceva già parte del cast di Clerks 2. Con loro, nel film, anche Jason Lee, Brian O’Halloran, Shannon Elizabeth, Frankie Shaw, Justin Long, Harley Quinn Smith, Chris Jericho, Jason Biggs, James Van Der Beek, Grant Gustin e Tom Cavanagh.

Jay and Silent Bob Reboot: il diario di produzione di Kevin Smith

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