Daniel Craig ha parlato apertamente delle riprese di
scene di sesso per Queer di
Luca Guadagnino durante la conferenza stampa del
Festival del Cinema di Venezia, dicendo che lui e il
co-protagonista Drew Starkey“hanno cercato di
renderle divertenti”.
“Sapete bene quanto me che non
c’è niente di intimo nel girare una scena di sesso sul set di un
film”, ha detto Craig. “Volevamo solo renderla il più
toccante, reale e naturale possibile. Drew è un attore
meraviglioso, fantastico e bellissimo con cui lavorare e ci siamo
fatti una bella risata. Abbiamo cercato di renderla
divertente”.
Basato sull’omonimo romanzo di
William S. Burroughs, “Queer” è
ambientato nella Città del Messico degli anni ’50 e segue Lee
(Craig), un espatriato americano che “trascorre le sue giornate
quasi completamente da solo, fatta eccezione per alcuni contatti
con altri membri della piccola comunità americana”, secondo la
sinossi ufficiale. “Il suo incontro con Eugene Allerton
(Starkey), un giovane studente appena arrivato in città, gli
mostra, per la prima volta, che potrebbe essere finalmente
possibile stabilire un legame intimo con qualcuno”.
Quando gli è stato chiesto come è
arrivato a essere coinvolto nel progetto, Craig ha detto che voleva
lavorare con Guadagnino “da molto tempo”.
Ecco Daniel Craig, Sam
Mendes e Naomie Harris a Roma per presentare Skyfall,
ultima pellicola del franchise sul personaggio James
Bond 007 ideato da Ian Flaming. Il film è interpretato
anche da Javier Bardem, Ralph Finnes, Bérénice Marlohe, Ben
Whishaw, Albert Finney e Judi Dench.
La conferenza e photocall si sono
svolti al The St. Regis Hotel di Roma, mentre questa sera i
due protagonisti, il regista e la produttricie sfileranno in piazza
della Repubblica per un evento in grande stile per celebrare i 50°
Anniversario della saga. Noi di Cinefilos.it saremo presenti e
intervisteremo i protagonisti della serata. Rimanete sintonizzati
per foto, interviste e molto altro sull’evento.
Nonostante siano sposati da diversi
anni, Daniel Craig e Rachel Weisz
hanno sempre tenuto un profilo basso in pubblico, senza mai
lasciarsi andare a particolari coccole. Adesso però sembra che le
cose siano cambiate e che l’algido attore britannico abbia scelto
proprio la premiere londinese di Spectre
per esternare il suo amore alla bellissima compagna.
Eccoli immortalati durante un
rarissimo scambio di effusioni in occasione della premiere tenutasi
ieri sera nella capitale del Regno Unito:
Niente più scene pericolose
per Daniel Craig. Pochi giorni dopo aver confermato il suo
ritorno nei panni di James
Bond, l’attore inglese ha annunciato che abbandonerà gli
spericolati stunts degli ultimi film, per lasciarli agli
stuntmen professionisti. Per sua stessa ammissione, il fattore
determinante è stato la volontà della moglie, l’attrice
Rachel Weisz, preoccupata per i pericoli incorsi
dal marito sul set.
Craig, 49 anni, ha interpretato
l’agente speciale 007 negli ultimi quattro film della saga. Ha
cominciato nel 2006 con Casino Royale, adattamento del
primo romanzo di Ian Fleming, per poi proseguire con
Quantum of Solace (2008), Skyfall (2012) e Spectre (2015).
Nove anni di Bond, però, hanno
lasciato il segno. Daniel Craig è uno dei pochi attori che non
ricorre mai a controfigure per le scene d’azione. In questo club è
in buona compagnia (Jason
Statham, Tom Cruise, Matt Damon) ma è in assoluto il
primo fra i James Bond. “Con Sean Connery, a meno che non lo
vedessi in faccia era una controfigura” ha raccontato Gary Powell,
coordinatore degli stuntmen in Quantum of Solace e Casino Royale.
“Daniel invece pensa: “state pagando per vedere me, ed eccomi qua”.
Vuole che il pubblico lo sappia.”
L’amore per il realismo ha avuto le
sue conseguenze. Come raccontava lo stesso Craig due anni fa al
Graham Norton Show, “sul set di Spectre mi sono infortunato al
ginocchio e mi hanno dovuto operare, mi hanno ricostruito la spalla
destra e operato all’altro ginocchio, e poi mi sono fatto male al
pollice.”
Questi infortuni però sono solo gli
ultimi di una lunga serie. I dolori sono cominciati nel 2005,
quando Craig si è rotto due denti filmando il primo stunt di
Casino Royale. Il danno era così grave che il suo
dentista ha dovuto prendere un volo da Londra per incapsulargli i
denti.
A questo hanno fatto seguito una
serie di infortuni sul set di Quantum of Solace,
nel 2008, inclusa una botta al volto che ha richiesto l’intervento
di un chirurgo plastico. Si è anche tagliato la falange di un dito,
distorto un muscolo della spalla e incrinato delle costole.
I due infortuni al ginocchio sul
set di Spectre sono stati la ciliegina sulla torta. I produttori
hanno pensato di fermare le riprese per sei mesi, ma Craig ha
insistito per tornare sul set dopo due settimane.
Per questa ragione, quando il
marito ha accettato di vestire i panni di 007 per la quinta volta
(numero che lo mette alla pari con Sean Connery, ma dietro Roger
Moore) Rachel Weisz gli ha chiesto di lasciar fare agli stuntmen.
Soprattutto considerando
il recente infortunio di Tom Cruise sul set di Mission
Impossible 6.
Il titolo provvisorio del film è Shatterhand, e
sarà basato sul romanzo del 2001 Never Dream of Dying,
scritto da Raymond Benson. Benson è autore di tre
romanzi di Bond, adattamenti di altrettanti film, ma questo è il
suo primo romanzo a fare il percorso inverso.
C’è ancora incertezza, invece, sul
nome del regista. Gli ultimi due film, diretti da Sam
Mendes, hanno incassato complessivamente 2 miliardi di
dollari.
A poche settimane dall’uscita al
cinema di Spectre,
Daniel Craig commenta così la sua esperienza e il
suo futuro nei panni di James
Bond, mentre fa i conti con il contratto, con il
fisico ma soprattutto con l’età.
“Continuerò a interpretarlo fin
quando mi sarà fisicamente possibile. Per contratto devo farne
ancora un altro, ma non faccio previsioni. Questi film non vengono
girati molto spesso, per me [Spectre] è il quarto. Se non sei
eccitato all’idea di girare un film di queste proporzioni, con
questo cast, con Sam Mendes…meglio andare a casa”.
Cosa sappiamo sul film
Spectre
Spectre
è un film di spionaggio del 2015 e il ventiquattresimo
della serie James Bond prodotta da Eon
Productions. Diretto da Sam
Mendes e scritto da Neal Purvis, Robert
Wade, John Logan e Jez Butterworth, vede nel
cast Daniel
Craignei panni di Bond, accanto
a
Monica Bellucci, Christoph
Waltz, Léa
Seydoux, Jesper Christensen, Ralph
Fiennes, Naomie
Harris, Ben
Whishaw, Andrew Scott, Rory Kinnear, Dave
Bautista. È stato distribuito da Sony
Pictures Releasing. Nel film, Bond viene a conoscenza
di Spectre , un’organizzazione criminale internazionale
guidata da Ernst Stavro Blofeld (Waltz).
Nonostante inizialmente avesse
affermato che non avrebbe diretto Spectre, Mendes
ha confermato il suo ritorno nel 2014 dopo che Nicolas Winding
Refn ha rifiutato di dirigere; Mendes è diventato il
primo a dirigere successivi film di James
Bond dopo John Glen . L’inclusione di
Spectre e dei personaggi associati segnò la fine
della controversia Thunderball , in
cui Kevin McClory e Fleming furono coinvolti in lunghe
controversie legali sui diritti cinematografici del
romanzo; Spectre è il primo film a presentare
questi elementi dai tempi di Diamonds Are
Forever (1971). Dopo l’ hacking della Sony
Pictures, è stato rivelato che Sony ed Eon si sono scontrati per
quanto riguarda la finanza, le acrobazie e le location delle
riprese; Si stima che Spectre
abbia un budget finale di 245-300 milioni di dollari,
rendendolo uno dei film più costosi mai
realizzati . Le riprese principali sono iniziate a
dicembre 2014 e sono durate fino a luglio 2015, con location delle
riprese tra cui Austria, Regno Unito, Italia, Marocco e
Messico.
Roger Moore, che
ha interpretato James
Bond per ben sette film, ha sempre dichiarato che il miglior
Bond di sempre era stato Sean Connery. Ora però
sembra aver cambiato idea, dopo aver visto in azione Daniel
Craig in Skyfall.
“Se avessi visto
Skyfall prima di finire il mio libro, Bond on
Bond, avrei dedicato un intero capitolo a Craig, che è un Bond
superbo – ha detto l’attore – Credo che egli abbia
garantito al franchise altri 50 anni“. Moore ha anche detto
che Skyfall è il miglior film di tutto il
franchise: “Secondo me Skyfall è uno
straordinario pezzo di cinema“.
Deniz Gamze
Ergüven, regista e sceneggiatrice turca naturalizzata
francese, nota per il grandissimo successo del suo film di debutto
Mustang (uscito lo scorso anno), si
prepara a girare il suo primo film in lingua inglese, che si
intitolerà Kings.
Oggi Deadline ci informa che il
progetto avrà come protagonisti Daniel Craig
(Spectre) e il premio Oscar Halle
Berry (Monster’s Ball).
Kings
racconterà la storia, ambientata nel 1992, di un uomo (Craig) che
vive a South Los Angeles e che inizia una relazione con una madre
single (Berry). La coppia, in seguito ai fatti che videro coinvolto
il tassista afroamericano Rodney King (vittima di
un violento pestaggio da parte di diversi agenti del Los Angeles
Police Department), si troverà coinvolta nella conseguente rivolta
di Los Angeles (la grande sommossa a sfondo razziale scoppiata
nella città dopo l’assoluzione dei poliziotti), cercando di portare
in salvo i figli del personaggio interpretato dalla Berry.
Kings non
è l’unico film in lavorazione ad essere incentrato sulla rivolta di
Los Angeles del 92. Anche la Broad Green Pictures sta sviluppando
una pellicola sui medesimi fatti che sarà scritta e diretta da
John Ridley, sceneggiatore premio Oscar per
12 anni schiavo.
Prossimamente vedremo
Halle Berry in Kingsman The
Golden Circle, sequel del cinecomic di Matthew Vaughn
con protagonisti Colin Firth e Taron Egerton. Daniel
Craig invece sarà il protagonista della miniserie
Purity sviluppata dal network
Showtime.
Come riportato da Deadline, Daniel Craig ha abbandonato Sgt.
Rock, il film della DC sul supereroe della Seconda Guerra
Mondiale che avrebbe dovuto segnare una nuova collaborazione con il
regista Luca Guadagnino, sulla scia di Queer,
il film presentato al Festival di Venezia e in uscita in Italia
ad aprile. I rappresentanti dei DC Studios non sono stati
contattati per un commento e le ragioni dell’abbandono non sono
ancora chiare. Sgt. Rock era stato indicato
come il prossimo film di Guadagnino, prima di un reboot di
American Psycho per Lionsgate su cui però non ci sono
ancora certezze. A questo punto, anche il progetto per i DC Studios
entra in una fase di incertezza.
Sappiamo però che la sceneggiatura
del film esiste ed è stata scritta Justin
Kuritzkes, collaboratore di Guadagnino nei recenti
Challengers
e Queer.
Creato dallo scrittore Robert Kanigher e
dall’artista Joe Kubert, il sergente Franklin
“Frank” Rock è stato introdotto per la prima volta in Our Army
at War #83 nel giugno 1959. È forse uno degli eroi più iconici
dei fumetti di guerra, con la sua guida senza fronzoli della
fittizia Compagnia Easy durante la Seconda Guerra Mondiale. Craig è
solo l’ultimo attore che si è legato a questo ruolo nel corso dei
decenni, unendosi ad attori del calibro di Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis.
Daniel Craing in Queer di Luca
Guadagnino
In uscita ad aprile, dopo essere
stato presentato in anteprima mondiale a Venezia, Queer
di Guadagnino è un adattamento della novella semi-autobiografica di
William S. Burroughs del 1985, in cui Daniel Craig interpreta William Lee, un
espatriato americano alle prese con la sua identità sessuale e con
la ricerca di un uomo più giovane (Drew Starkey)
nella Città del Messico degli anni Cinquanta. Entrambi gli attori
hanno ricevuto critiche entusiastiche per il loro lavoro, anche se
il film non è stato candidato agli Oscar.
Dopo aver intrapreso la propria
carriera in Germania, dove è cresciuto, l’attore Daniel
Brühl diventa celebre grazie ad alcuni titoli
internazionali, grazie ai quali arriva poi a recitare per
produzioni hollywoodiane. Brühl si è così distinto sia per la sua
grande versatilità, sia per la capacità di portare nei personaggi
ricoperti un po’ del suo naturale carisma. Qualità che gli hanno
permesso di essere indicato come interprete di qualità.
Ecco 10 cose che non sai di Daniel
Brühl.
9. Ha preso parte a note
serie TV. L’attore arriva sul piccolo schermo grazie alla
serie NetflixL’alienista, dove
ricopre il ruolo del Dr. Laszlo Kreizler, di genere
storico-poliziesco. Prossimamente, invece, Brühl riprenderà il
ruolo del villain Zemo per la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier (2020), dove sarà l’avversario dell’attore
Anthony
Mackie. Riprenderà poi il ruolo di Laszlo Kreizler per
la serie sequel The Angel of Darkness (2020).
8. Ha ricevuto importanti
nomination. Grazie al ruolo del pilota Niki Lauda l’attore
ha avuto modo di mettere ulteriormente in luce le proprie doti.
Viene ricompensato ottenendo la nomination come miglior attore non
protagonista ai Bafta Awards, ai Sag Awards e ai Golden Globe.
Viene nuovamente nominato a quest’ultimo premio nel 2019 come
miglior attore per la serie L’alienista. Prima della fama
statunitense, Brühl aveva vinto un European Film Awards come
miglior attore e miglior attore europeo per Good Bye,
Lenin!.
Daniel Brühl è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 311 mila persone. All’interno
di questo è solito condividere fotografie scattate durante momenti
di svago quotidiano, ma particolarmente presenti sono anche
immagini tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte o a fini
promozionali dei suoi progetti da interprete.
Daniel Brühl: chi è sua
moglie?
6. Non è sposato.
Attualmente l’attore non è sposato, ma dal 2010 vive
un’appassionata relazione con la psicologa Felicitas Rombold. La
coppia negli anni si è sempre tenuta alla larga dall’invasività dei
media, ricercando una vita di coppia il quanto più privata
possibile. Tra i pochi annunci pubblici fatti vi è quello per la
nascita del primo figlio, avvenuta nel 2016.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Daniel Brühl in Bastardi senza
gloria
5. Interpreta un eroe di
guerra. Nel film diretto da Quentin
Tarantino, Brühl ricopre il ruolo di Friedrich zoller,
eroe della nazione tedesca divenuto una vera e propria leggenda per
essere riuscito a sopravvivere da solo su di una torre, uccidendo
oltre 300 nemici. Nel film, il suo personaggio è popolare a tal
punto che gli viene dedicato un film, Orgoglio della
nazione, interpretato da egli stesso.
4. Ha aiutato nella ricerca
della giusta attrice. Nel film, il personaggio di Brühl è
fortemente attratto da Shosanna. Affinché il desiderio fosse
percepibile, era necessario trovare la giusta interprete. Brühl
partecipò così ai casting, contribuendo con la sua opinione
riguardo alla chimica di coppia percepita con le varie
candidate.
3. Non parlava un perfetto
francese. Al momento del suo casting, all’attore venne
chiesto di recitare alcune battute in francese. Pur essendo
poliglotta, Brühl dichiarò in seguito che a quel tempo non aveva
ancora un’ottima padronanza del francese, e che per tanto
improvvisò mischiando l’accento francese con quello spagnolo,
risultando convincente. Al momento delle riprese, poi, aveva avuto
modo di studiare e parlare un perfetto francese.
Daniel Brühl in Rush
2. Ha lavorato sul proprio
accento. Per poter risultare maggiormente credibile nei
panni di Niki Lauda, l’attore ha vissuto per un periodo a Vienna,
così da poter acquisire un corretto accento austriaco. Ulteriore
aiuto nell’immedesimazione è stato dato dalla speciale dentiera
indossata da Brühl, che riproduceva la caratteristica dentatura di
Lauda.
Daniel Brühl: età e altezza
1. Daniel Brühl è nato a
Barcellona, in Spagna, il 16 giugno 1978. L’attore è alto
complessivamente 176 centimetri.
Becoming Karl Lagerfeld, la nuova
serie originale francese Disney+ è stata presentata oggi a
Milano con la partecipazione di
Daniel Brühl, attore protagonista che
interpreta proprio Karl Lagerfeld. Becoming Karl
Lagerfeld sarà disponibile su Disney+ da venerdì 7 giugno
ed è prodotta da Gaumont e Jour Premier ed ecco cosa ha
raccontato il protagonista.
La serie è ambientata a
Parigi nel 1972, quando Karl è in cerca di un posto nel mondo e sa
esattamente dove vuole arrivare, è affamato di fama, di conoscenza
e anche alle prese con il suo primo amore.
“Vorrei poter parlare
italiano come faceva Karl – ha iniziato
Daniel Brühl– che era un genio anche dal punto di
vista linguistico. Pur avendo un forte accento tedesco, aveva
padronanza del francese anche raffinata. Nell’interpretarlo ho
dovuto calcare l’accento tedesco che naturalmente non ho, per
interpretarlo.”
“E’ molto stato
interessante scoprire chi fosse Karl prima di diventare famoso e
prima che arrivasse a perfezionare quel ruolo che si era inventato
per sé, quell’icona. L’ho incontrato vent’anni fa ma era già il
simbolo che lui aveva costruito di se stesso, per proteggersi, come
aveva fatto anche Andy Wharol. Ricordo i capelli bianchi, i suoi
guanti, ho visto i suoi occhi solo per un attimo. Mi interessava
interpretare l’uomo che era arrivato a costruire quel simbolo di se
stesso, anche con tutte le sue insicurezze e le sue
fragilità”.
Sulla
preparazione che ha affrontato per interpretare il
ruolo:
“E’ stato un processo
lungo. Io più invecchio più non ho voglia di nascondere la mia età
e in questa fase della mia vita mi piace affrontare nuove sfide.
Qui si trattava di mettere insieme un rompicapo con moltissimi
pezzi. Ho letto tre sue biografie e ho avuto la possibilità di
imparare quanto sin da giovane era molto bravo a vendere se stesso,
guardando le sue interviste. Ho potuto acquisito il suo linguaggio
e il modo in cui si muoveva, ho anche incontrato suoi vecchi amici.
Grazie a loro ho trovato nuovi spunti. Poi mi sono tuffato a testa
in giù. I primi che hanno potuto testimoniare i miei sforzi di
immedesimazione sono stati gli animali della fattoria vicino a dove
vivo, in Spagna. Le pecore sono rimaste molto colpite da me con i
tacchi che parlo in francese”.
Sulla solitudine di Karl
Lagerfeld:
“E’ stato
particolarmente impegnativo, perché quando si tratta di
interpretare un personaggio così misterioso ma anche così iconico
il rischio è di scivolare nella caricatura. Era un uomo molto
discreto, ed è stato necessario prendere delle decisioni per
cercare di capire lui e quello che desiderava. Voleva l’amore,
conquistare Parigi, essere rispettato? Era affamato di
affermazione. Per quanto riguarda invece il suo amore, cercava di
aprirsi ma temeva di perdere il controllo. Io riesco anche ad
identificarmi con alcuni aspetti di questo personaggio, ma non
posso paragonarmi certo all’attenzione cui era soggetto Karl. Ho
condiviso però alcuni aspetti della sua personalità, come la
solitudine e la voglia di essere amati. Da attore cerco di
collegarmi con alcuni aspetti estremi di sentimenti che non mi
appartengono.”
Sugli attori come
mercenari e i registi come stilisti che li scelgono e li
“vestono”:
“Devo dire che ho
conosciuto dei registi che possono essere considerati stilisti
haute couture. Ma il mio maestro p stato mio padre, che dirigeva
documentari. Quando ho cominciato ad avvicinarmi alla recitazione
mi ha sempre sostenuto, e mi diceva che avremmo dovuto puntare a
raccontare storie di cui avrebbero parlato tutti. I primi film che
mio padre mi fece vedere da adolescente sono stati quelli di
Visconti, De Sica e Fellini. Il mio eroe era Marcello
Mastroianni.”
Sull’equilibrio
tra la profondità della drammaturgia e la superficialità della
moda:
“Quello che amo negli
esseri umani e quello che è arricchente per un attore da mettere in
scena è la contraddizione. Karl Lagerfeld era effettivamente pieno
di contraddizioni, era un uomo di profonda e vasta cultura, ma era
anche una icona di moda e di tutto ciò che è effimero e frivolo.
Era un artista, un illustratore, un fotografo e un creativo
eccezionale, ma era anche un uomo d’affari estremamente duro e
pratico. Mi sono divertito a esplorare queste contraddizioni che ha
continuato a vivere fino alla fine. È ammirevole che nonostante
l’età non abbia mai smesso di essere curioso e di rimanere in
contatto con il tempo. Un uomo appassionato di Proust e dei
romantici tedeschi, ma anche di sfilare dai ritmi folli, così
diverso da quel XVIII secolo che così tanto amava.”
Sull’eredità
tedesca che
Daniel Brühl condivide con Karl Lagerfeld:
“Mi rapporto al
desiderio di Karl di riuscire a superare i confini e riuscire a
esplorare e lavorare con culture diverse. Già da giovanissimo avevo
questo desiderio, forse a causa della mia famiglia con madre
spagnola, padre tedesco e due zii francesi. Ero abituato a questa
commistione di culture, avevo già il desiderio di lavorare in tutta
Europa, non osavo neanche sognare gli Stati Uniti, e mi piace
recitare in più lingue. Mio padre citava spesso Carlo V re di
Spagna, che diceva che con Dio parlava in spagnolo, con l’amante in
francese e con il cavallo il tedesco. Mi piace lavorare con le
debolezze e con i punti di forza di ogni lingua.”
Becoming Karl Lagerfeld sarà disponibile su
Disney+ da venerdì 7 giugno ed è
prodotta da Gaumont e Jour Premier. Vede protagonista
Daniel Brühl.
Dopo le voci degli ultimi tempio,
arriva la conferma ufficiale: Daniel Brühl entra nel cast stellare
assemblato da Anton Corbijn per l’adattamento di A
Most Wanted Man, romanzo di John Le Carré, uscito
in Italia col titolo di Yssa il buono. La storia è appunto
incentrata su Yssa, un rifugiato scappato da una prigione turca e
inseguito dalla polizia svedese con l’accusa di essere un
terrorista ceceno.
Arrivato ad Amburgo, il
protagonista rivela di avere la possibilità di accedere a dei conti
bancari segreti nei quali è contenuto denaro di provenienza molto
dubbia: e ciò attirerà su di sè l’attenzione dei servizi segreti di
mezzo mondo. Al momento sul ruolo assegnato a Brühl non è stato
ancora rivelato, mentre il protagonista sarà interpretato da
Grigoriy Dobrygin, in un cast che cui parteciperanno, tra gli alti,
Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Rachel McAdams, Willem Dafoe,
oltre a una serie di attori tedeschi trai quali Nina Hoss, Franz
Hartwig, Kostja Ullman, Rainer Bock, Charlotte Schwab, Max Volkert
Martens e Martin Wuttke; al film parteciperà inotre l’attrice turca
Derya Alabora. L’adattamento è stato firmato da Andrew Bowell
(Lantana). Le riprese sono già in corso, l’uscita è prevista per il
2013.
Arriva dall’Hollywood Reporter la
notizia che Daniel Bruhl (attualmente nelle nostre
sale con Captain America Civil War) è in
trattative finali per unirsi al cast del film thriller sci-fi
God Particle (La Particella di
Dio), prodotto dalla Bad Robot di
J.J. Abrams sulla base di uno script di
Oren Uziel. Nel film reciteranno anche
John Krasinski (13
Hours), David Oyelowo
(Selma), Elizabeth
Debicki (Operazione UNCLE)
e Gugu Mbatha-Raw (La Ragazza del
Dipinto).
La Paramount Pictures distribuirà
God Particle a partire dal 24 febbraio
2017. Definito a microbudget, il film era stato annunciato già nel
2012.
God
Particle racconta di una stazione spaziale americana
che, dopo un incidente con un acceleratore di particelle, scopre
che la Terra è sparita del tutto. Quando scoprono la presenza di
un’altra stazione spaziale in prossimità, le cose cominciano a
diventare sempre più strane.
In fisica la Particella di
Dio, da cui il titolo del film God Particle, è il
bosone di Higgs, un bosone elementare, massivo e scalare che
gioca un ruolo fondamentale all’interno del Modello standard. Venne
teorizzato nel 1964 e rilevato per la prima volta nel 2012 negli
esperimenti ATLAS e CMS, condotti con l’acceleratore LHC del
CERN.
La sua importanza è quella di
essere la particella associata al campo di Higgs, che
secondo la teoria permea l’universo conferendo la massa alle
particelle elementari. Inoltre la sua esistenza garantisce la
consistenza del Modello standard, che senza di esso porterebbe a un
calcolo di probabilità maggiore di uno per alcuni processi
fisici.Il film sarà diretto da Julius Onah e
basato su una sceneggiatura riscritta da Doug
Jung.
Daniel Brühl ha interpretato il Barone Zemo in
diversi progetti Marvel Studios, ultimo in ordine di tempo
The Falcon and The Winter
Soldier, in cui tenta una precaria alleanza con i
protagonisti dello show Disney+. Adesso si parla di un suo
possibile coinvolgimento in Thunderbolts*.
Il film Marvel Studios riunirà un mix di
eroi e cattivi, ma non segue esattamente i fumetti, in cui il
Barone Zemo riunisce i Signori del Male per farli comportare da
eroi, così che questi, alla fine, decidono davvero di voler fare
del bene.
Al momento, non c’è nulla che
suggerisca che Daniel Brühl apparirà come Zemo, tuttavia
il suo eludere in maniera divertita la domanda diretta sembra
implicare che ci sarà. Data la sua storia con Wakanda e la sua
brillantezza tattica, è abbastanza facile immaginare i vari modi in
cui Valentina Allegra de Fontaine potrebbe essere
in combutta con il cattivo.
Apparendo sul red carpet del London
Film Festival, a Brühl è stato chiesto senza mezzi termini se
apparirà in Thunderbolts*. E, dopo aver riso
divertito, ha risposto: “Prossima
domanda!”. Cosa ne pensate? Sarebbe interessante
rivedere l’attore anche solo per un cameo alle prese con il Soldato
d’Inverno?
Diretto da Jake Schreier (Paper
Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Arriva da The Wrap la notizia
esclusiva che Daniel Brühl (Il quinto potere,
Rush) affiancherà Jessica Chastain
(Interstellar, Crimson Peak) in
The Zookeeper’s Wife, adattamento
cinematografico del romanzo di Diane Ackerman.
La storia del film di svolge durante
l’invasione della Germania ai danni della Polonia, durante il
secondo conflitto mondiale, nel quale i bombardieri tedeschi
devastano la città di Varsavia e il suo zoo. Da qui seguiamo
le vicende di una dozzina di personaggi che si nascondono nella zoo
di uno dei personaggi Jan, che sarò fra le persone più attivi nella
resistenza polacca alla Germania di Hitler. La pellicola sarà
diretta da Niki Caro, già regista
di North Country con Charlize
Theron.
Prossimamente vedremo Daniel
Brühl al fianco di Bradley Cooper in
Burnt, insieme ad Emma Watson in
Colonia, e al fianco di Brendan Gleeon ed
Emma Thompson in Alone in Berlin.
L’attore farà anche parte del cast di Captain America: Civil
War nei panni di Baron Zemo.
Il terzo episodio di The Falcon and The Winter Soldier della
Marvel, dal titolo “Power
Broker“, ha visto Sam e Bucky fare una visita a Zemo per
scoprire cosa sapeva dei Flag Smashers. È probabile che le cose non
siano andate del tutto come si aspettavano i fan.
Alla fine, Zemo si è unito agli eroi
nella loro missione dopo che Bucky lo ha fatto evadere di prigione.
Abbiamo quindi visto un lato diverso del freddo e calcolatore
villain di Captain
America: Civil War. Nello specifico, in una particolare
scena (che sarebbe poi diventata oggetto di numerosi meme) abbiamo
visto il Barone scatenarsi e sferrare un po’ di pugni in una
discoteca di
Madripoor.
Durante un’intervista con
EW, Daniel Brühl ha rivelato di aver
effettivamente improvvisato quella scena e che, in realtà, hanno
girato molto di più rispetto a quanto abbiamo visto nell’episodio:
“Quel momento è stato improvvisato quando ho visto la folla
ballare, impazzire”, ha detto l’attore. “Ho sentito il
ritmo e ho pensato: ‘Zemo è stato rinchiuso in una prigione tedesca
per anni. Ha bisogno di sfogarsi e mostrare le sue mosse.
Andiamo!’. Mi è piaciuta davvero tanto la reazione di Anthony e
Sebastian mentre mi guardavano. Tuttavia, ero sicuro al 100% che
l’avrebbero tagliata dalla serie. Alla fine sono rimasto davvero
sorpreso e felice che l’abbiano tenuta. È stato un lungo ballo.
Avevamo girato di più, ma hanno comunque tenuto questo
piccolo momento.”
A Brühl è stato anche chiesto di
anticipare qualcosa sul futuro di Zemo nella serie, ma ha
specificato che preferirebbe non rovinare la sorpresa ai fan.
Tuttavia, ha comunque parlato del cameo, alla fine dell’episodio,
di Florence Kasumba e di ciò che il coinvolgimento
di Ayo nella serie potrebbe significare per il suo personaggio.
“Si tratta di guerrieri molto
intimidatori che mi stanno inseguendo”, ha spiegato l’attore.
“Per quanto mi abbia fatto piacere rivedere Florence e parlare
con lei – l’unico altro attore tedesco presente sul set -, per Zemo
invece la sua presenza significa guai. Dovrebbe stare
attento.”
L’ultima volta che abbiamo visto
Zemo, il temibile villain era riuscito a dividere in due team
opposti i Vendicatori. Dall’uscita di Captain
America: Civil War è passato molto tempo e ora Daniel Brühl si prepara a tornare nei panni
del personaggio grazie all’attesissima serie The Falcon and the Winter Soldier.
In attesa dell’arrivo dello show (il
cui primo episodio debutterà su Disney+ questo venerdì), l’attore
ispano-tedesco ha condiviso alcune nuove informazioni su Zemo e su
ciò che il cattivo ha combinato dalla sua cattura. “Ha passato
molto tempo prigioniero in quella e ha avuto modo di leggere,
pensare”, ha spiegato l’attore a Entertainment
Weekly. “Quindi, puoi star certo che non sta tramando
niente di buono.”
Brühl ha continuato rivelando che
nel 2019 Malcolm Spellman, lo showrunner della
serie Disney+, si è recato in Canada mentre
stava girando la serie The Alienist con una misteriosa
valigia che conteneva la classica maschera di Zemo. “È stato un
momento molto speciale ed emozionante per me. Avremmo finalmente
visto Zemo in quel vestito iconico”. Brühl ha poi aggiunto che
l’inclusione della maschera ha cambiato la sua interpretazione
nella serie, anticipando un “background aristocratico” per
il personaggio e ammettendo che “si sentiva come un
barone”.
Per quanto riguarda ciò che Zemo ha
pianificato in The Falcon e The Winter Soldier, sembra che
sia davvero in missione per porre fine ai supereroi dato quello che
è successo alla sua famiglia in Sokovia. “È vero che in
passato, e forse anche nel presente, Zemo è rigorosamente contro i
super soldati, perché ha visto il pericolo che questo può causare.
Ecco perché ha perso tutta la sua famiglia nella guerra di Sokov. È
qualcosa che infastidisce Zemo e lo fa riflettere molto.”
Sembra quindi che l’attesissima
serie Disney+ abbia in serbo per Zemo
qualcosa di molto speciale. La speranza è che lo show possa
finalmente gettare le basi per una maggiore inclusione a livello
narrativo del personaggio, che a tutte le carte in regola per
diventare una minaccia ricorrente all’interno del più ampio
MCU.
Diretto dal regista Michael
M. Scott – Amarsi ancora,
Una tata magica, Best
Friends – arriva su Netflix dal 30 aprile un nuovo prodotto originale
della piattaforma streaming. Dangerous
Lies è un thriller in tema di denaro, occasioni e
salate contropartite.
Katie, Camila Mendes, lavora come badante presso la
lussuosa casa di un tranquillo pensionato, Leonard, Elliot
Gould, con cui ha instaurato un buon rapporto. È sposata
con Adam, Jessie T. Usher, che non trova lavoro, e
le spese cominciano ad essere troppe. Katie si confida con Leonard,
che vorrebbe aiutarla. Pochi giorni dopo l’anziano muore e lascia
la sua casa a Katie. Da questo momento una serie di personaggi
iniziano a gravitare attorno alla coppia e alla casa, che
nasconde segreti inaspettati, mentre le indagini sulla morte di
Leonard procedono a cura della detective Chesler, Sasha
Alexander, che inizia ad avere dei sospetti e invita Katie
a guardarsi anche da chi le è più vicino.
Dangerous Lies, una
sceneggiatura che sa sorprendere
Dangerous
lies può contare sulla sceneggiatura di David
Golden, grazie alla quale lo spettatore, che si crede
vicino alla verità, resta più di una volta sorpreso. Man mano che
si procede nel racconto ci si rende conto che tutti i personaggi
hanno le loro ombre e a loro modo tutti contribuiscono al mistero,
hanno i loro piccoli o grandi segreti. Inoltre, si pone
inevitabilmente una domanda: davanti a un’inaspettata fortuna –
denaro, una lussuosa villa – alla possibilità insomma di
sistemarsi e risolvere in un colpo solo tutti i propri problemi,
cosa si dovrebbe fare? Farsi tentare, anche a rischio che tutta
questa buona sorte presenti prima o poi un inevitabile conto, come
accade ai protagonisti, o passare la mano? Lo spettatore è spinto a
mettersi nei panni della giovane coppia e la vicenda coinvolge al
punto giusto, riuscendo a mantenere viva l’attenzione. La pecca
sta, semmai, nel fatto che un paio di interrogativi alla fine
restino aperti, ma d’altro canto, può avere un suo fascino. Anche
il finale mantiene una certa ambiguità.
L’ambientazione all’interno di una
grande villa che ha mille spazi e che ben si presta a nasconde, è
molto appropriata e contribuisce a creare suspense: i vari piani,
la soffitta, il capanno, le pareti che nascondono porte di accesso
segreto. Anche le musiche di James Jandrisch
contribuiscono a creare la giusta atmosfera.
I protagonisti di
Dangerous Lies
Camila Mendes ha
qui la sua occasione di cimentarsi con il genere thriller e con un
film per tutti, dopo la serie tv che l’ha lanciata, Riverdale,
dove recitava accanto a KJ Apa, e due commedie romantiche dirette
prettamente a un pubblico di adolescenti, The New
Romantic e The Perfect
Date. La sfrutta piuttosto bene, dando corpo al
personaggio forse più limpido del film, ma con alcune sfumature
inaspettate.
Jessie T. Usher
dopo essere stato diretto da Roland Emmerich in
Independence Day – Rigenerazione,
aver recitato al fianco di Samuel L. Jackson in
Shaft (2019) e più recentemente in
The Banker, è un coprotagonista efficace
in un ruolo che con luci e ombre gli consente di mettere alla prova
le sue capacità attoriali.
La partecipazione di Elliot
Gould – diretto nella sua lunga e fortunata carriera da
registi del calibro di Ingmar Bergman,
Robert Altman e StevenSoderbergh ma anche Dino Risi –
che è sempre un piacere rivedere sul grande schermo, impreziosisce
il tutto. Nel cast anche Jamie Chung e Cam
Gigandet.
Dangerous
lies non è certo un capolavoro del thriller, ma un
buon prodotto made in Usa per gli amanti del genere, adatto per
trascorrere una serata casalinga, comodamente seduti sul
divano.
È stato distribuito online il
trailer di Dangerous Liaisons adattamento del classico
francese Le relazioni pericolose, ambientato questa volta
a Shangai. La storia racconta
Entra nel vivo la produzione di
Danger Girl, adattamento del fumetto creato da J.
Scott Cambpell e Andy Hartnell e ora nelle mani della Costantin
Film, che a quanto pare ha già assunto il regista Jeff
Wadlow (Obbligo o Verità,
Kick-Ass 2, Never Back Down) per
dirigere il film.
La storia originale pubblicata nel
1998 seguiva le avventure di un gruppo di spie donne – Abbey Chase,
Sydney Savage e Sonya Savage – sulla falsariga di franchise di
successo alla Charlie’s Angels, James
Bond e Indiana Jones, guidate da un ex agente dei servizi
segreti britannico di nome Deuce e dalla geniale adolescente
Silicon Valerie.
I primi sviluppi sul cinecomic
risalgono ad aprile 2010, quando il produttore di Hitman:
Agent 47 Adrian Askarieh aveva annunciato di essere al
lavoro sull’adattamento con il regista Todd Lincoln. Sette anni
dopo, a novembre 2017, la Constantin Film ha aqcuistato i diritti
di Danger Girl per trasformarla in un
lungometraggio o serie tv in collaborazione con la Prime Universe
Films di Askarieh e la Bolt Pictures di Jeremy Bolt.
Soltanto a febbraio 2018 sono stati
confermati Umair Aleem in qualità di sceneggiatore e i creatori dei
personaggi, J. Scott Campbell e Andy Hartnell, come produttori
esecutivi insieme a Martin Moszkowicz.
Nonostante la sua giovane età,
Dane DeHaan ha lavorato per il cinema e la
televisione ed è già uno degli attori più popolari e ricercati
della sua generazione.
Dane DeHaan ha
da poco ultimato le riprese del film indipendente
Tulip Fever, diretto da Justin
Chadwick, accanto ad Alicia
Vikander, Christoph Waltz, Zach Galifianakis e Jack
O’Connell. Ambientato nel XVII secolo, il film racconta la
storia d’amore (segreta) tra un pittore (DeHaan) e una giovane
donna sposata (Vikander) di cui il marito (Waltz) gli ha
commissionato il ritratto.
Di recente lo abbiamo visto nel film
d’azione The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di
Electro, nel ruolo di Harry Osbourne, accanto a
Andrew Garfield, Emma Stone e Jamie Foxx. Diretto
da Marc Webb, il film è uscito nelle sale il 2
maggio del 2014 e fino ad oggi ha incassato 694 milioni di dollari
in tutto il mondo.
Dane DeHaan, filmografia
Dane DeHaan ha
interpretato accanto a Aubrey Plaza la commedia horror Life
After Beth – L’amore ad ogni costo. Diretto da
Jeff Baena e presentato al Sundance Film Festival
nel 2014, il film racconta la storia di Zach (DeHaan), un ragazzo
che continua a frequentare la sua ragazza Beth (Plaza) dopo che è
morta ed è diventata una zombie.
Nel 2013, Dane
DeHaan è stato candidato a un Gotham Award e allo
Hamptons International Film Festival nella categoria “Miglior
rivelazione”, per il suo ruolo in Giovani ribelli – Kill Your Darlings, un film
sulla beat generation. Diretto da John Krokidas e
molto apprezzato dalla critica, il film è liberamente ispirato
alla vita del poeta Allen Ginsberg (Daniel
Radcliffe). Dane DeHaan interpreta Lucien
Carr, amico anticonformista e turbolento di Ginberg, e il film
racconta la storia inedita di un delitto del 1944 che vede
coinvolti a diverso titolo anche il giovane Allen Ginsberg, Jack
Kerouac (Jack Huston) e William S. Burroughs
(Ben Foster).
Presentato in anteprima al
Sundance Film Festival, il film è uscito nelle
sale il 16 ottobre 2013 ed è stato proiettato al Toronto
International Film Festival, con grande successo di critica. Sempre
nel 2013 Dane DeHaan è apparso in Metallica:
Through The Never, un documentario diretto da Nimrod Antal. Dehaan
interpreta un giovane assistente dello staff a cui viene affidata
una missione delicata e urgente durante il concerto della band.
Dane DeHaan, una carriera in
ascesa
Sempre nel 2013, Dane
DeHaan ha interpretato il film Come un
tuono di Derek Cianfrance (Blue
Valentine), accanto a Ryan Gosling, Eva Mendes e Bradley
Cooper. Nel film – inserito tra le dieci migliori
pellicole del 2013 dalla National Board of Review – DeHaan era il
figlio di Gosling, Jason.
Nel 2012, Dane DeHaan ha
interpretato il film Lawless di John
Hillcoat (The Road), accanto a Shia LaBeouf, Tom
Hardy, Jason Clark, Gary Oldman e Guy Pearce. Ambientato
nella Virginia della depressione, il film segue tre fratelli che
fanno parte di una banda di produttori illegali di alcolici.
Lawless è uscito nelle sale il 29 agosto
2012.
Sempre nel 2012, Dane DeHaan ha
interpretato Chronicle, un film campione d’incassi
in cui tre liceali (DeHaan Michael B. Jordan e Alex
Russell) sviluppano superpoteri in seguito a una scoperta
segreta, e si ritrovano a dover fare i conti con i loro lati più
oscuri.
Dane DeHaan si è
imposto per la prima votla all’attenzione del pubblico e della
critica nella terza stagione della popolare serie tv della HBO In
Treatment, in cui interpretava il personaggio di Jesse, accanto a
Gabriel Byrne. Per quel ruolo ha ottenuto
recensioni entusiastiche sia da Variety che dal Chicago Sun
Times.
Nel 2010, Dane
DeHaan ha vinto un Obie Award per il suo ruolo nella
produzione off-Broadway di The Aliens, per la regia di Annie Baker.
La pièce ha ricevuto l’ambito riconoscimento del New York Times
che l’ha nominata “Commedia dell’anno”. DeHaan aveva esordito a
Broadway nel 2008, in American Buffalo di David Mamet.
Tra i suoi altri titoli per il
cinema e la televisione ricordiamo anche Lincoln
di Steven Spielberg, Devil’s Knot –
Fino a prova contraria, True Blood, Stormy
Weather, Woodrow Wilson, e Jack & Diane di Bradley Rust
Gray.
Dane DeHaan ha
iniziato la sua carriera cinematografica in un film del 2011, Amigo
di John Sayles, il regista due volte candidato all’Oscar.
Dane DeHaan Laureato presso la
University of North Carolina School of the Arts, attualmente
risiede a New York.
Divenuto celebre per il suo sguardo
penetrante, l’attore Dane DeHaan ha
negli anni dato prova di grande versatilità partecipando a film di
diverso genere e ricoprendo ruoli in grado di portare alla luce le
sue qualità. In breve DeHaan si è affermato come uno dei migliori
interpreti della sua generazione, favorito anche dalla sua aria da
bello e dannato che lo rende erede di alcuni celebri attori di tale
categoria.
Ecco 10 cose che non sai su
Dane DeHaan.
Dane DeHaan: i suoi film
1. È divenuto celebre con il
suo esordio. L’attore debutta al cinema nel 2012 con
il film Chronicle,
dove ricopre il ruolo del protagonista. Grazie a questa parte,
l’attore diventa in breve tempo una star. Negli anni successivi
prende così parte a celebri film come
Lawless (2012), Lincoln(2012), Come un
tuono(2012), Giovani ribelli – Kill Your
Darlings (2013), Metallica 3D Through the
Never (2013), Devil’s
Knot (2013), The Amazing Spider-Man 2 – Il potere
di Electro (2014), Life After
Beth (2014), Life (2015), Knight of
Cups(2015), La cura del
benessere(2016), La ragazza dei
tulipani (2017), Valerian e la città
dei mille pianeti (2017) e The
Kid (2019).
2. Ha recitato anche in
televisione. L’attore ottiene una prima popolarità,
all’inizio della sua carriera, recitando nella serie In
Treatment (2010). Successivamente compare in alcuni
episodi della serie True Blood (2011), per poi
tornare in televisione con un ruolo di rilievo nella
serie ZeroZeroZero (2019) e recitando
in La storia di Lisey (2020).
Dane DeHaan è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 728 mila persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o della sua
famiglia. Non mancano inoltre foto tratte dal dietro le quinte dei
set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete.
Dane DeHaan: la vita privata
4. È
sposato. Dal 2012 l’attore è sposato con l’attrice
americana Anna Wood, conosciuta anni prima e con la quale ha anche
recitato nel film Chronicle. I due hanno in seguito
avuto una figlia, nata nell’aprile del 2017.
Dane DeHaan e Leonardo
DiCaprio
5. Ha una forte somiglianza
con il celebre attore. Sin dal suo esordio sul grande
schermo, in molti hanno notato la somiglianza dell’attore
con Leonardo
DiCaprio. DeHaan è stato così indicato come l’erede
del celebre premio Oscar, e c’è anche chi ha riscontrato alcune
somiglianze tra alcuni film da loro interpretati.
Dane DeHaan in Chronicle
6. Ha vissuto con i suoi
colleghi. Per dar vita alla sintonia tra i tre
personaggi principali, DeHaan ha vissuto per due settimane a
stretto contatto con gli attori Michael B.
Jordan e Alex Russell,
protagonisti con lui del film Chronicle.
Dane DeHaan in Spider-Man
7. Ha interpretato un
personaggio chiave. In The Amazing
Spider-Man 2 – Il potere di Electro, l’attore ricopre il
ruolo di Harry Osborn, che diventerà poi il temibile Green Goblin,
acerrimo nemico di Spider-Man.
8. Ha ruoli in comune con
James Franco. DeHaan è il secondo attore ad
interpretare il ruolo di Harry Osborn. Il primo
fu James Franco. Casualmente, entrambi gli
attori hanno interpretato James Dean in due
distinti film sul leggendario interprete.
Dane DeHaan in ZeroZeroZero
9. È tra i protagonisti
della serie. L’attore ricopre il ruolo di Chris
Lynwood nella serie ZeroZeroZero, ideata
da Stefano Sollima e basata sull’omonimo
romanzo di Roberto Saviano. La serie
sarà trasmessa in Italia a partire dal 14 febbraio 2020.
Dane DeHaan età e altezza
10. Dane DeHaan è nato ad
Allentown, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 6
febbraio 1986. L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.
All’inizio di quest’anno hanno
cominciato a fare il giro del web alcune voci secondo cui Dane DeHaan sarebbe tornato nei panni di
Harry Osborn/Green Goblin – personaggio interpretato in The Amazing Spider-Man 2 di Marc Webb – in
Spider-Man:
No Way Home.
Purtroppo, si trattava di un puro e
semplice rumor, dal momento che poco dopo fu lo stesso attore a
smentire categoricamente l’indiscrezione. “Non c’è nulla di
vero in quelle voci. Non so nemmeno come siano uscite
fuori”, aveva spiegato DeHaan. “Nonho assolutamente
idea di cosa stiano facendo con i film di Spider-Man oggi. Non
capisco nemmeno come sarebbe possibile un ritorno del mio
personaggio.”
Quindi, assodato che non vedremo la
versione di Dane DeHaan di Harry Osborn in
Spider-Man: No Way Home, i fan si chiedono se l’attore
sia comunque interessato a rivisitare il personaggio in futuro.
“Spero di prendere parte a cose nuove, questo è certo”, ha
commentato l’attore quando
ComicBook.com gli ha chiesto di un potenziale ritorno nel
franchise di Spider-Man o del coinvolgimento in un altro franchise
supereroistico, magari nei panni di un nuovo personaggio. “La
cosa eccitante per me è fare sempre cose nuove, e sono certo che
qualcosa del genere accadrà di nuovo nella mia vita. Sono
entusiasta all’idea di scoprire di cosa si tratta.”
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel Studios e da Amy
Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà
nelle sale americane il 17 dicembre 2021.
Dane DeHaan è certamente uno
dei giovani attori più interessanti del panorama internazionale.
Visto in Chronicle nel ruolo da
protagonista, è anche apparso in Come un
Tuono accanto a Bradley Cooper e lo
vedremo presto in The Amazing Spider-Man 2
nei panni di Harry Osborn e in Giovani Ribelli – Kill
Your Darlings con Daniel Radcliffe e
Michael C. Hall.
Intervistato da Comingsoon.net,
il giovane Dane DeHaan parla di un possibile
sequel di Chronicle film diretto da
Josh Trank in cui interpreta un ragazzino timido
che per caso viene a contatto con una strana sostanza che gli
conferirà dei super poteri inauditi. Da un po’ circola la notizia
che il film potrebbe avere un sequel, essendosi trattato di una
delle grandi rivelazioni cinematografiche dello scorso anno:
costato 12 milioni di dollari, ne ha incassati 127 in tutto il
mondo. La 20th Century Fox ha così pensato di realizzare
un sequel nel quale però non sarà coinvolto Max
Landis, autore del soggetto originale del film.
“Josh Trank ha portato una
grande energia nel film, il film è davvro una sua idea, ma Max
(Landis) l’ha messo su carta e ha fatto un ottimo lavoro. La storia
però ha preso vita anche grazie all’approccio di Trank,
sicuramente“. Ha detto DeHaan commentando l’uscita di Landis
dal progetto. Sul sequel invece ha raccontato: “Non ho idea di
quello che si sta progettando in merito al sequel. Ho ricevuto solo
una telefonata e sono completamente all’oscuro di quello che sta
succedendo. Se dovesse esserci un sequel spero solo che renda onore
al primo, e che ci sia la stessa passione nella storia e nel film
per come è stato visto in sala. Penso che abbiamo fatto davvero
qualcosa di speciale, perchè c’erano una sacco di persone in gamba
coinvolte con tanta passione che hanno combattuto ogni giorno per
quel film. Spero davvero che qualunque cosa facciano con il
secondo, se davvero dovesse esserci, onori il primo film“.
Durante la premiere di Come
un Tuono, l’attore Dane DeHaan ha avuto muovo di
parlare nuovamente del suo ruolo di Harry Osborn in The Amazing Spider-Man 2. Il
giovane attore ha infatti affermato:
“Mi interessa partecipare a
questo film perché sono un grande fan dei film di supereroi. Il mio
ruolo è estremamente complesso e complicato. Le persone coinvolte
nella produzione sono tutte persone con cui ho sempre voluto
lavorare. E’ una grande sfida, e per una volta sto facendo un film
di dimensioni molto più grandi rispetto a quelli che ho fatto in
precedenza, così proverò cosa significa. Quello che mi piace fare è
recitare, e ultimamente ho fatto diversi film. Voglio continuare a
recitare e crescere, se questi film poi hanno anche molti fan è
tutto grasso che cola”.
DeHaan ha poi raccontato in che
modo si preparerà per il ruolo di Osborn:
“Il punto è credere al contesto
fantastico su cui si basa il film. Si tratta della stessa cosa, è
la stessa cosa che calarsi in altre circostanze immaginarie. E’
semplicemente un contesto diverso, ma è sempre immaginario. Non è
la realtà, e quindi devi auto-illuderti che stia capitando
veramente”.
Vi ricordiamo che nel film
ritorneranno i protagonisti Andrew
Garfield e Emma Stone ai quali si
aggiungono Jamie Foxxin Electro,
Shailene Woodley nei panni di Mary Jane Watson
e Dane DeHaan come Harry Osborn. Tutte le news sul
film le trovate nel nostro speciale: The Amazing
Spider-Man 2.
Mentre per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra Scheda
Film: The Amazing Spider-Man
2. La pellicola è diretta ancora una
volta da Marc Webb su una sceneggiatura
di Alex Kurtzman, Jeff
Pinkner, Roberto Orci ed uscirà il 2
Maggio 2014.
Dane DeHaan farà coppia sullo schermo con
Tatiana Maslany (Orange is the new
black) nel film indipendente Two Lovers
and a Bear diretto da Kim Nguyen
(War Witch).
Il film verrà girato in Canada, a
Timmins in Ontario e poi nel Nunavut, il territorio più
settentrionale del paese. Two Lovers and a
Bear racconta di Roman e Lucy, i personaggi
interpretati da DeHaan e Maslany,
e del loro innamoramento, concentrandosi sui loro sentimenti, sui
loro tumulti interiori e sul loro inevitabile senso di isolamento,
provocato dal vivere in un piccolo paese del Canada artico. Il
film, distribuito da TF1, cercherà compratori a livello
internazionale al mercato del prossimo Festival
di Cannes.
Vedremo prossimamente Dane
DeHaan in Life di Anton
Corbijn e in Tulip Fever di
Justin Chadwick. Tatiana Maslany
interpreta, invece, la giovane Helen Mirren in
Woman in Gold di Simon Curtis.
Guarda la nuova foto inedita di
Dane DeHaan nell’atteso nuovo film
action Valerian di Luc Besson.
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Nel cast
di Valerian e la Città dei Mille
Pianeti ci sono Dane DeHaan, Cara Delevingne,
Clive Owen, Ethan Hawke, John Goodman e
Rihanna. Le riprese sono cominciate in Francia il
prossimo gennaio e il film uscirà il 21 luglio 2017.
Il film è l’adattamento di una
graphic novel di Pierre Christin e
Jean-Claude Mezieres che è ambientata nel 28esimo
secolo, quando l’umanità scopre i viaggi nel tempo.
Storie di alieni strambi, fantasmi
invadenti, medium affascinanti e adolescenti pasticcioni abbondano
ormai nel catalogo di Netflix. Tuttavia, sono decisamente più rare le
narrazioni che uniscono elementi soprannaturali e fantascientifici
con tematiche sociali più cupe e complesse, come il bullismo,
l’abbandono e la vulnerabilità dei più giovani. È proprio questo
mix inusuale di giovani piantagrane e creature
ultraterrene, a volte in veste di inquietanti predatori
sessuali, a caratterizzare l’irriverente e disturbante
anime DanDaDan.
Prodotta dallo studio Science SARU,
DanDaDan è una serie paranormale e soprannaturale
basata sul celebre manga omonimo scritto e illustrato da
Yukinobu Tatsu, pubblicato anche in Italia dall’etichetta
J-Pop. La serie, che ha debuttato ufficialmente su Netflix e Crunchyroll lo scorso 3 ottobre, è
diventata rapidamente uno dei battle shonen più discussi degli
ultimi anni. Probabilmente composta da una prima stagione di 12
episodi, l’anime è attualmente in corso con la
pubblicazione di un episodio a settimana, conquistando il
pubblico grazie alla sua capacità di mescolare azione, humor
irriverente e tematiche adulte che vanno oltre i confini del genere
shonen tradizionale.
Cosa racconta Dandadan?
DanDaDan è una tenera e
adrenalinica storia d’amore tra due adolescenti agli antipodi: la
bella, forte e intraprendente Momo Ayase e
l’insicuro nerd Ken Takakura, che lei ribattezza
affettuosamente “Okarun”. Dopo essersi conosciuti
per caso, e spinti dalla curiosità e da un pizzico di sfida, i due
giovani decidono di mettere alla prova le proprie opposte
convinzioni sull’esistenza di alieni e spiriti maligni: Momo,
scettica verso l’idea di creature extraterrestri, crede fermamente
nei fantasmi, mentre Okarun è affascinato dagli alieni ma dubita
dell’esistenza del sovrannaturale.
Quella che inizia come una scommessa
innocente li trascina presto in un mondo oscuro e
pericoloso, in cui alieni e fantasmi non solo esistono, ma
sono minacce sinistre, spietate e viscide: da un lato, la razza
aliena di Serpo, con intenti brutali, rapiscono giovani donne per
sottoporle a crudeli esperimenti di riproduzione, tentando di
perpetuare la propria specie. Dall’altro lato, spettri spaventosi
(come l’insistente vecchia “turbo-nonna”) cacciano giovani uomini
per rubare loro ciò che più rappresenta l’essenza della virilità…
ovvero i cosiddetti “gioielli di famiglia”.
DanDadan – Cortesia di Netflix
È così che questo bizzarro e
improbabile duo si ritrova coinvolto in un’avventura soprannaturale
che, tra un combattimento e l’altro, li avvicinerà sempre di più,
portandoli a scoprire cosa significhi davvero amare qualcuno e
acquisendo una nuova consapevolezza di se stessi e dei propri
sentimenti.
Oltre il soprannaturale: tra horror e critica
sociale
Fin dai primi minuti di visione,
DanDaDan si presenta al pubblico come un anime
provocatorio e iperbolico, capace di fondere umorismo,
romanticismo e critica sociale con una buona dose di horror
angosciante. L’opera sfrutta appieno la fantasia, costruendo una
trama assurda e paradossale che non ha paura di
esagerare, alternando con abilità momenti leggeri e
spiritosi ad altri più intensi e drammatici. Questa
alternanza di toni contribuisce a mantenere alta
l’attenzione dello spettatore, rendendo l’esperienza visiva
imprevedibile, coinvolgente e mai noiosa.
Nel corso della narrazione,
DanDaDan esplora anche temi ben più complessi e
delicati, come la violenza di genere e lo
stupro, trattato con un approccio non superficiale e
decisamente controverso. Mentre i protagonisti, Momo e Okarun,
affrontano le sfide che il destino e le misteriose forze
sovrannaturali pongono sul loro cammino, l’anime non si limita
semplicemente a raccontare le loro avventure, ma scava in
profondità, trattando con grande sensibilità e, talvolta, un tocco
di crudezza, il tema della violenza sessuale e delle
dinamiche di potere che la accompagnano. Un esempio di
questo approccio si vede fin dall’inizio della serie, quando Momo
affronta la volgare sfacciataggine del ragazzo di cui era
infatuata, o poco dopo, quando la vediamo combattere contro alieni
predatori sessuali (che non sono scelti a caso con le sembianze di
grossi e inquietanti uomini) per difendere la propria
verginità.
Un altro momento particolarmente
toccante si svolge intorno alla figura della “turbo-nonna”, che si
rivela essere uno spirito maligno nato dalle anime
tormentate di ragazze violentate, uccise e abbandonate in
quello stesso tunnel in cui Okarun ha il suo primo incontro
paranormale. Questa inaspettata rivelazione aggiunge un ulteriore
strato di complessità alla serie, mostrando come DanDaDan non solo
esplori tematiche particolarmente dolorose e attuali, ma lo faccia
con un’intensità emotiva che rende la storia ancora più profonda e
significativa di quanto appare.
DanDadan – Cortesia di Netflix
Un anime che merita una possibilità
Nonostante sia attualmente
disponibile solo la prima metà della stagione, DanDaDan è
già riuscito a conquistare sia gli appassionati di anime sia il
pubblico meno avvezzo al genere, grazie a un perfetto mix
di azione, elementi fantastici e crudo realismo. La
produzione ha investito notevoli sforzi per rendere omaggio
al manga di Yukinobu Tatsu, cercando di rimanere il più
fedele possibile all’opera originale, con animazioni dinamiche e
curate nei minimi dettagli che danno vita a un’esperienza visiva
assolutamente degna dell’attenzione del pubblico di Netflix.
Particolarmente interessanti sono
anche i dettagli grotteschi ed esagerati con cui sono stati
realizzati i mostri di DanDaDan, che ricordano le
assurde e iconiche creature horror di Junji Ito, maestro del genere
per il suo stile unico. Questi tocchi rendono la serie
inconfondibile, offrendo una visione originale e provocatoria
dell’horror.
In definitiva, DanDaDan è
un anime bizzarro e fantasioso che, con
un’estetica distintiva e una scrittura schietta e ironica,
racconta una toccante storia di crescita, amore e forze
oscure… molto più tangibili e reali di alieni e
fantasmi.
Il cast di Harry
Potter si è riunito per augurare buona fortuna a
Evanna Lynch, l’attrice che ha interpretato
Luna Lovegood nel franchise Warner Bros, arrivata
in finale a Dancing with the Stars, l’edizione USA
dello show che abbiamo anche in Italia, condotto da Milly
Carlucci.
L’attrice ha dimostrato da subito
grande entusisamo, promuovendo la sua coppia con l’hashtag
#kevanna (o #TeamKevanna), risultato
della fusione tra il suo nome e quello di Keo Motsepe, il
professionista che la affianca.
In occasione della finale, Evanna
ha ricevuto un messaggio di auguri molti speciale dai suoi colleghi
di cast di Harry Potter. Emma Watson, Tom
Felton, Bonnie Wright e tanti altri si sono uniti
all’interprete di Luna Lovegood per augurarle buona fortuna.
Tra gli illustri volti potteriani
che possiamo vedere nel video, spiacca anche quello di
J.K. Rowling alla fine del montaggio,
una specie di benedizione per colei alla quale tutti questi giovani
talenti, ormai noti in tutto il mondo, devono la loro possibilità
di affacciarsi nel mondo delle star.
Possiamo pensare alla danza come
alle parole di una poesia che, sfiorate dal vento, si staccano
dalla carta per prendere corpo? Maria Fux,
danzatrice, coreografa e danzaterapeuta argentina, sa che ogni
corpo contiene in sé una danza, che può farsi forma andando ben
oltre gli impedimenti fisici o mentali. Oggi è una pioniera seguita
da molti operatori, medici e psicologi, che hanno sperimentato la
validità del suo metodo, applicandolo con scopi riabilitativi e
terapeutici nel trattamento di persone con problemi sensoriali,
sindrome di Down e disagio psicologico.
Ormai ultra novantenne, Maria è capace ancora di infinita grazia,
mentre insegna la grande armonia che scaturisce dalla
consapevolezza del corpo come modificazione dello spazio, e dello
spazio come modificazione del corpo, in un incontro che diventa
mezzo d’espressione laddove le parole non bastano o non riescono a
bastare.
E con altrettanta grazia e
armonia, Ivan Gregolet trasforma l’insegnamento in
immagini, perdendosi tra i corpi che affollano lo studio di Maria,
accompagnato dalle musiche originali di Luca Ciut, mixati con il
sottofondo quasi sempre presente del suono d’ambiente in presa
diretta gestito con padronanza, che contribuisce bene a rendere
questo documentario un piccolo gioiello. Immagini e suoni, insieme,
ricompongono i pezzi di una poesia che sembra riemergere finalmente
nella memoria, come una melodia che esiste dentro di noi da molto
tempo, ma che non riuscivamo più a ricordare. Un documentario
piccolo, eppure così intenso perché intimo, del genere che si
dovrebbe andare in sala a vederlo da soli, senza distrazioni,
concentrandosi sul proprio corpo per proiettarlo nello studio di
Maria, che sembra dissolvere le paure con un gesto della sua
mano.
In uscita il 26 febbraio,
Dancing with Maria è un ritratto che
emerge dagli effetti che la personalità stessa di Maria produce
sullo spazio. Ci racconta con semplicità la storia di una ballerina
insolita, che dai palchi dei più grandi teatri di Buenos Aires,
Stati Uniti, Polonia, Russia, Perù, Brasile e Uruguay, arriva in un
piccolo ma grande studio, inseguendo l’idea di una danza che non è
guidata dalla musica, ma dal mondo che ci circonda, una danza che
può essere di tutti e per tutti.