Home Blog Pagina 2930

L’Orlo Argenteo delle Nuvole: trailer finale

0
L’Orlo Argenteo delle Nuvole: trailer finale

L’Orlo Argenteo delle Nuvole, film trionfatore a Toronto per il quale si sente già profumo di nomination agli Oscar, è sicuramente uno dei prodotti di punta per la Westein quest’anno.

Primo dietro le quinte di White House Down

0
Primo dietro le quinte di White House Down

Ecco il primo video dietro le quinte di White House Down, ultimo film di Roland Emmerich ambientato nella Casa Bianca. I protagonisti del film sono Channing Tatum, un agente segreto

Padroni di Casa: recensione del film con Elio Germano

0
Padroni di Casa: recensione del film con Elio Germano

In Padroni di Casa Elia e Cosimo sono due muratori; vengono chiamati per un lavoro dalla vecchia gloria della musica pop italiana Fausto Mieli, in odore di rientro dopo anni di forzato esilio dovuto alla malattia invalidante della moglie Moira. Il cantante abita in uno sperduto villaggio nell’appennino tosco emiliano dove vivono personaggi chiusi e montanari che guardano all’arrivo dei due romani con curiosità ma anche con diffidenza. Una serie di sfortunati eventi complicherà quello che doveva essere un semplice lavoro di ristrutturazione.

Padroni di Casa, il film

Edoardo Gabbriellini, noto soprattutto per la sua interpretazione all’esordio in Ovosodo di Paolo Virzì, è alla sua opera seconda dopo l’esordio con B.B. e il cormorano, e cerca di infrangere le regole del quasi esordiente, che lo vorrebbero cauto nella scelta del soggetto e nell’uso degli attori. La storia, scritta a quattro mani anche con Valerio Mastandrea, uno dei protagonisti, insieme a Elio Germano, Gianni Morandi e Valeria Bruni Tedeschi, inizia, come tiene a sottolineare lo stesso regista, come una commedia leggera per sfociare nel tragico. Il vortice in cui cadono i personaggi a partire dalla rottura di un mosaico, fatto guarda caso a spirale, porta ad una situazione di caos che sfugge ad ogni controllo.

La tensione in Padroni di Casa aumenta mano a mano che le differenti estrazioni, caratteri e ambizioni dei personaggi vengono a galla, mettendo a nudo la preoccupante facilità con cui cinismo, paura e violenza possano invadere di colpo le nostre vite. Una normale due giorni di paura, ad eccheggiare il tranquillo week-end realizzato da John Boorman un paio di decine di anni fa, ma il tutto rinchiuso in un ambiente che dovrebbe essere aperto, un parco nazionale, che diventa invece trappola altamente claustrofobica che ricorda anche l’ineluttabilità della violenza e la semplicità con cui ci si arriva che troviamo nel cinema di Michael Haneke, ad esempio.

Le due assi sulle quali si muove il film sono quelle della tolleranza e della decenza, ad un estremo, del fastidio e dell’insofferenza dall’altro. Estremi che la società ci ha insegnato, attraverso l’educazione e l’informazione, a tenere lontani dall’emergere, occultati da un sorriso cordiale seppur falso e da un costante evitare di affrontare le proprie ossessioni e dipendenze, dall’altro. Il punto di non ritorno è facile da superare se solo quello che ci mantiene uomini sociali viene a mancare.

Padroni di Casa esce la prossima settimana, a partire dal 4 Ottobre, in 150 copie, ed ha anche una particolarità nella locandina, scelta dallo stesso regista per realizzare la quale è stato chiamato un gruppo di designer milanesi.

La carriera e i film di Paolo Virzì

La carriera e i film di Paolo Virzì

Per essere definito il degno erede della commedia italiana, Paolo Virzì ha percorso un lungo itinerario. Nato a Livorno nel 1964, già da ragazzo manifesta la passione per la recitazione e la stesura di sceneggiature, tanto da dirigere e scrivere rappresentazioni teatrali nella città natale.

La sua passione è tale da voler diventare il mestiere di tutta una vita, così frequenta il corso di sceneggiatura nel Centro sperimentale di cinematografia, dove si diplomerà nel 1987. Un passo importante, che gli aprirà le porte al mondo del cinema, iniziando proprio da due suoi insegnanti molto importanti: Gianni Amelio e Furio Scarpelli. Con quest’ultimo, in particolare, collaborerà alla sceneggiatura di Tempo di uccidere (1989) di Giuliano Montaldo. Altre sue collaborazioni iniziali si riconoscono in Turnè (1990) di Gabriele Salvatores, Condominio (1991) di Felice Farina e Centro storico di Roberto Giannelli.

Arriva l’ora di camminare con le proprie gambe e muovere i primi passi verso il cinema indipendente. Il suo vero debutto arriva nel 1994 con La bella vita. I protagonisti sono Sabrina Ferilli e Massimo Ghini, interpreti di una coppia di coniugi che si avvia verso una crisi irreversibile. La pellicola, che prende ispirazione dal film Romanzo popolare di Mario Monicelli, porta sullo schermo la realtà provinciale italiana degli anni ’80: il marito, un ex operaio, non riesce a uscire dalla depressione dopo aver perso il lavoro, mentre la moglie spinta dall’aspirazione di una vita economicamente migliore si infatua di un uomo che lavora in una piccola televisione.

Virzì costruisce le basi su cui fonderà la sua filmografia: in primo piano c’è la realtà italiana tra la miseria, l’ignoranza e l’incertezza politica, ben lontana da un vero e proprio sviluppo. Il talento del regista viene premiato con il Ciak d’Oro, il Nastro d’Argento e il David di Donatello nella categoria “Miglior Regista Esordiente”.

Nell’anno successivo Ferie d’agosto, basato sul conflitto ideologico – politico tra due famiglie sull’isola di Ventotene, gli vale il David di Donatello come miglior film dell’anno. Ancora una volta il teatro della vicenda è l’Italia fuorviata dagli schieramenti politici e dalla superficialità.

Il regista riesce ad azzeccare un film dopo l’altro, tanto che nel 1997 arriva Ovosodo, storia di un ragazzo cresciuto nell’omonimo quartiere di Livorno, tra amori, illusioni e dolori. Al film va il Gran Premio della Giuria alla mostra di Venezia nel 1997.

Nel 1999 Virzì torna con Baci e abbracci, pellicola fondata sull’equivoco dello scambio di persona basata su L’Ispettore generale, opera satirica del drammaturgo Gogol. Il clima grottesco dominato dalla corruzione e dall’opportunismo, aderisce alla nostra Italia. L’attore esordiente Corrado Fortuna è il protagonista di My name is Tanino (2002), storia di un giovane siciliano che vuole diventare sceneggiatore. Una pellicola che presenta il “sogno americano” in chiave moderna, proprio perché il ragazzo fuggirà negli Stati Uniti. Durante la realizzazione, il film ha attraversato delle difficoltà dovute al budget ristretto a causa di problemi economici della casa di produzione di Vittorio Cecchi Gori.

Nel 2003 è la volta di Caterina va in città. Caterina va ad abitare a Roma dopo che il padre, insegnante di ragioneria, ha chiesto il trasferimento dal paesino dove lavorava. Nella capitale la bambina, nonostante frequenti la terza media, viene già a contatto con le ideologie politiche che dividono la sua classe.

Ritorna la protagonista preferita dal regista: l’Italia, con una situazione politica in grado di influenzare persino le vite di giovani adolescenti e con egoismo e falsità dilaganti.

Nel 2006 il regista si cimenta in un film storico per l’adattamento del romanzo N di Ernesto Ferrero. Recluta come attori Elio Germano, Daniel Auteil e Monica Bellucci in N (Io e Napoleone), per narrare le vicende che interessarono Napoleone durante il suo esilio sull’isola d’Elba.

Evidentemente Virzì non vuole rinunciare all’attualità che domina i suoi film e con Tutta la vita davanti (2008) si concentra sullo spietato mondo del lavoro. Isabella Ragonese è la protagonista di nome Marta, laureata con lode che, mentre aspetta di ottenere un posto come ricercatrice, trova lavoro in un call center. La sua storia si intreccia con quella di Sonia (Micaela Ramazzotti), ragazza madre, e Daniela, interpretata da Sabrina Ferilli nell’insolito ruolo dell’arpia. La pellicola ha avuto successo ottenendo il Ciack d’Oro come miglior film e regia, il Nastro d’Argento e il Globo d’Argento come miglior film. Per quanto riguarda le attrici, a Isabella Ragonese è andato il Premio Braghi come rivelazione dell’anno; Sabrina Ferilli ha ottenuto il Ciack D’Oro, il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro, mentre il Premio Kinéo come miglior attrice non protagonista è andato a Micaela Ramazzotti.

La carriera di Virzì è ormai all’apice e nello stesso anno riceve il Premio Sergio Leone al “Festival di Annecy, Cinema Italien”. Micaela Ramazzotti e Valerio Mastandrea seguiranno il regista in La prima cosa bella (2010). Bruno (Valerio Mastandrea) e Valeria (Claudia Pandolfi) sono due fratelli che si trovano al capezzale della madre Anna, in fin di vita a causa del cancro. Di qui i flashback mostreranno le vicende della famiglia Michelucci agli inizi degli anni Settanta, quando Anna dopo aver vinto un concorso come “mamma più bella”, getterà nel caos l’intero nucleo familiare in una spirale di ricordi tristi e gioiosi.

Il film ha ottenuto tre David di Donatello per l’attrice protagonista (Micaela Ramazzotti), l’attore protagonista (Valerio Mastandrea) e per la sceneggiatura. Per il Nastro d’Argento ha vinto il premio come miglior film, miglior sceneggiatura e attrici protagoniste (oltre alla Ramazzotti anche Stefania Sandrelli che interpreta Anna da anziana) e i costumi.

A distanza di due anni Paolo Virzì torna con una nuova commedia intitolata Tutti i santi giorni. È la storia di Guido (Luca Marinelli) e Antonia (Federica Victoria Caiozzo) due ragazzi dal carattere completamente diverso, che vivono la loro storia d’amore esilarante e tormentata insieme. A complicare le cose ci si mette il desiderio di avere un figlio. Il film ci aspetta nelle sale l’11 ottobre 2012.

Tutti i santi giorni: arriva il piccolo film “romanticissimo” di Virzì

Ci aveva lasciato due anni fa con il successo di La prima cosa bella. Paolo Virzì, regista che si è fatto un nome nel panorama cinematografico per aver riportato in auge la commedia italiana, torna quest’anno con Tutti i santi giorni. Luca Marinelli interpreta Guido, un giovane colto e appassionato di lingue antiche che lavora come portiere di notte. La sua amata è Antonia (Federica Victoria Caiozzo) che presenta un carattere completamente opposto: lavora in un autonoleggio e aspira a diventare una musicista.

Nonostante provengano da famiglie differenti e abbiamo poco in comune, i due riescono a portare avanti la loro storia d’amore. A mettere in crisi l’equilibrio della coppia saranno le conseguenze per una gravidanza che tarda ad arrivare. Sullo sfondo Virzì pone Roma, la grande e caotica metropoli, descritta attraverso i personaggi che ruotano attorno alla coppia.

La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista con il collaboratore di sempre, Francesco Bruni, e con Simone Lenzi, autore del libro La Generazione da cui Virzì ha preso liberamente spunto.

A muovere il regista è la volontà di non deludere dopo il successo dei suoi precedenti film. Lui stesso ha affermato che, a causa “dell’ansia da prestazione” dopo La prima cosa bella, voleva concentrarsi sulle vicende di due personaggi senza strafare sul cast o sulla storia. Una mossa prudente che non rinuncia ad avere le sue sfumature di attualità: i protagonisti si amano nonostante vivano due realtà diverse e insieme affrontano il cinismo del mondo esterno. L’arrivo di un figlio potrebbe coronare il loro amore e sigillarlo in modo permanente, ma sembrerà invece allontanarli. Gli spunti di riflessione sono disseminati per tutta la pellicola: per esempio la fecondazione assistita -campo interessante per Virzì, che però non ha voluto approfondire-, ma soprattutto il sentimento di amore puro che soffre dell’ossessione della maternità e della paternità.

È “un film piccolo e intimo”, come lo ha definito Virzì ed è proprio l’effetto che è riuscito ad ottenere grazie ai due protagonisti. Luca Marinelli che si è fatto le ossa con la recitazione a teatro, è al suo secondo film per il grande schermo dopo il debutto con La solitudine dei numeri primi (2010) e L’ultimo terrestre (2011).

Mentre Federica Victoria Caiozzo, in arte Thony, è una cantante siciliana che ha realizzato anche la colonna sonora del film. Con un disco solista alle spalle (With the gremì in my mouth, 2011), ha ammesso di avere già alcuni fan sparsi per l’Italia grazie alle sue esibizioni nei locali. È stata contattata dalla Motorino Amaranto, la casa di produzione di Paolo Virzì, dopo che il regista l’aveva scoperta con una semplice ricerca su Internet e anche per lo stupore di alcuni suoi amici che l’avevano sentita in un pub di Livorno.

Aspettiamoci un film pronto a stupirci, modesto e al contempo veritiero, o, come lo definisce semplicemente Paolo Virzì: “Un piccolo film romanticissimo”.

Ralph Spaccatutto: tante nuove foto

0
Ralph Spaccatutto: tante nuove foto

Ecco una ricca galleria fotografica di Ralph Spaccatutto, ultimo film Walt Disney in uscita il prossimo 20 dicembre.

Nel film Ralph è uno spaccatutto dalla

L’uomo in più: recensione del film di Paolo Sorrentino

L’uomo in più: recensione del film di Paolo Sorrentino

L’uomo in più è il film del 2001 di Paolo Sorrentino con protagonisti nel cast Toni Servillo e Andrea Renzi.

  • Anno: 2001
  • Regia: Paolo Sorrentino
  • Cast: Toni Servillo, Andrea Renzi

L'uomo in piùTrama: Due vite parallele in una Napoli di inizio anni ’80: Antonio Pisapia è un calciatore all’apice della propria carriera; la sua è una “vita da mediano”, dentro e fuori il campo: timido, introverso, leale, scrupoloso. Mentre gli altri calciatori a fine carriera si sporcano con la vergogna del calcio scommesse per l’incertezza economica del post-ritiro, lui decide di restarne fuori; distinguendosi ancora una volta. Antonio “Tony” Pisapia è invece un cantante di musica leggera; voce “sporca” come la sua anima: cinico, spavaldo, egocentrico. Ha vissuto sempre “al massimo”, finendo due volte in carcere per droga. Le loro vite corrono come due treni su binari paralleli, così diverse e opposte. Ma finiscono entrambi per deragliare.

L’uomo in più, il primo film di Paolo Sorrentino

L’uomo in più è il primo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino nel 2001. La pellicola da l’avvio al fortunato connubio professionale con l’attore casertano Toni Servillo, che apparirà in altri suoi tre film successivi, sempre da protagonista e con ruoli sempre diversi che esaltano le sue grandi doti istrioniche. In questa occasione Servillo interpreta il cantante Tony Pisapia, dandogli magnificamente quel tocco di cinico egoista ricucitogli da Sorrentino. L’altro Pisapia, il calciatore, è invece interpretato da Andrea Renzi, attore romano.

I due protagonisti si ispirano a personaggi reali: il cantante Tony Pisapia al cantautore Franco Califano, mentre il calciatore Antonio Pisapia a Agostino Di Bartolomei, calciatore della Roma suicidatosi nel 1994, il 30 maggio, dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni 1983-1984 persa dalla Roma contro il Liverpool.

Sorrentino racconta le due storie aggiungendoci passaggi di fantasia; in modo più estremo nel caso del cantante (commetterà un omicidio) e ribaltando la realtà nel caso del calciatore (Pisapia vorrebbe allenare ma gli fanno fare il dirigente, mentre Di Bartolomei voleva proprio fare il dirigente).

Oltre ai due protagonisti, ve n’è un terzo ispirato alla realtà: il Molosso – l’allenatore interpretato da Nello Mascia – è ispirato al “Petisso” Bruno Pesaola, allenatore del Napoli, della Fiorentina campione d’Italia nel 1969 e del Bologna.

Le canzoni di Tony Pisapia sono interpretate dallo stesso Toni Servillo e scritte dal fratello Peppe insieme a Paolo Sorrentino. Tutta la colonna sonora consta di 11 tracce non pubblicate, dunque non trovabili.

Devil: recensione del film con Logan Marshall-Green

Devil: recensione del film con Logan Marshall-Green

Devil è il film del 2010 da un’idea di M. Night Shyamalan diretto da John Erick Dowdle e con protagonisti nel cast Chris Messina, Logan Marshall-Green, Jenny O’Hara, Bojana Novakovic, Bokeem Woodbine. 

Devil, la trama

Un gruppo di sconosciuti si ritrova bloccato all’interno di un ascensore. Quando uno di loro viene ritrovato morto dopo un blackout delle luci durato pochi secondi, un poliziotto dovrà far luce sull’accaduto.

Analisi: La storia delle buone idee mal realizzate, affligge il cinema sin dalla sua nascita. Questo Devil, diretto da John Erick Dowdle, è un prodotto potenzialmente affascinante: un’ambientazione claustrofobica, quattro sconosciuti costretti a confrontarsi per salvare la pelle e una cornice soprannaturale a completare il quadro. Niente che non si sia già visto, ma il film fallisce, anche se non miseramente, nel trasmettere quella necessaria dose di angoscia fondamentale a sostenere una sceneggiatura di per sé  sì funzionale, ma anche ricca di cliches abusatissimi; la piega soprannaturale è, erroneamente, quasi del tutto palesata all’inizio  da una voce fuori campo che narra un’antica leggenda messicana in cui il Diavolo, desideroso di appropriarsi di anime corrotte e perdute, si nasconde tra la gente comune pronto ad uccidere senza remore.

Devil filmUn espediente, questo, perfettamente in grado di smorzare la già poca curiosità che l’intera vicenda sarà in grado di suscitare nello spettatore, quando invece si sarebbe potuto optare, in fase di scrittura, per un palesarsi degli eventi più graduale e affascinante. Questo, forse, è il principale difetto del film, ovvero  il suo voler dichiarare apertamente la sua natura troppo presto (ma c’è da immaginarsi che fosse necessario farlo, per poterlo pubblicizzare da subito come la nuova frontiera dell’orrore partorita dalla mente di M. Night. Shyamalan).

Per quanto riguarda la regia, ci troviamo dinanzi ad un lavoro svolto con perizia tecnica ma totalmente privo di qualsiasi guizzo o idea in grado di donare smalto alle immagini, una debolezza di certo non aiutata dagli attori, che svolgono decentemente il loro mestiere senza però strafare. Non manca comunque qualche momento riuscito, in cui l’assurdità della situazione si fonde con efficacia alla dimensione demoniaca, ed è da lodare l’uso estremamente sobrio degli effetti speciali, a favore di un impianto più realistico. Da dimenticare invece il finale, portatore di un messaggio morale forzatissimo e fin troppo buonista e accomodante.

Devil è un’esperienza che raggiunge la sufficienza piena ma nulla più , salvato da una buona idea di fondo e da alcune trovate interessanti. Ma, paragonato ad altri thriller soprannaturali di ben altro calibro, finisce inesorabilmente nel dimenticatoio.

Ecco il Contest di Hunger Games – La Ragazza di Fuoco!

0

In attesa del film ecco a voi il CONTEST di Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, il nuovo film di Francis Lawrence in uscita al cinema Giovedì 21 Novembre 2013 con Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Lenny Kravitz, Philip Seymour Hoffman e Jeffrey Wright, con Stanley Tucci e Donald Sutherland.

Fino al 12 ottobre 2012 avrete la possibilità di vincere un viaggio per 2 persone ad Atlanta con un’esclusiva visita guidata sul set del film. Per partecipare al contest, è sufficiente registrarsi sul sito: http://www.catchingfireconcorso.it/ e inviare un video secondo le modalità ivi indicate, formulando una domanda al cast.

SOCIAL NETWORK

Facebook:
https://www.facebook.com/hungergamesIT

Twitter:

Partecipa alla conversazione su Twitter:
#hungergames

Hunger Games – La ragazza di Fuoco, il film

Hunger Games – La ragazza di Fuoco è diretto da Francis Lawrence e oltre a Jennifer Lawrence il cast comprende anche Josh HutchersonLiam HemsworthPhilip Seymour HoffmanWoody HarrelsonElizabeth Banks, Lenny Kravitz, Jeffrey WrightStanley Tucci, Donald Sutherland, Amanda Plummer e Lynn Cohen. Tutte le news sulla saga nel nostro speciale Hunger Games. Per tutte le info sul film vi segnaliamo la nostra scheda Hunger Games – La ragazza di Fuoco.

La trama del film: Katniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74ª edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare familiari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Lungo la strada Katniss percepisce che la ribellione sta montando, ma che il Capitol cerca ancora a tutti i costi di mantenere il controllo proprio mentre il Presidente Snow sta preparando la 75ª edizione dei giochi (The Quarter Quell), una gara che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

Daniel Radcliffe in Frankenstein di Paul McGuigan?

0

Era uno dei progetti a rischi quello di Frankenstein, ma ora che Paul McGuigan è entrato in trattative per dirigere la pellicola sembra che i tempi bui siano passati, infatti arriva la notizia che Daniel Radcliffe stia mostrano interesse per il ruolo da protagonista

Il Trailer di Gambit con Colin Firth e Cameron Diaz!

0

Ecco a voi il Trailer di  Gambit, remake dell’omonimo film del 1966 che vedeva protagonisti Shirley MacLaine e Michael Caine. Il film è sceneggiato da Ethan e Joel Coen e diretto da Michael Hoffman, uscirà da noi nel mese di marzo 2013.

The Master: il trailer esteso

0
The Master: il trailer esteso

Ecco il trailer esteso di The Master, il film trionfatore all’ultimo Festival di Venezia, nonostante la vittoria ufficiale di Kim Ki-Duk.

Paul Thomas Anderson

Argo: nuove foto dal set

0

Ecco tante nuove foto dal set di Argo, il film diretto e interpretato da Ben Affleck e presentato all’ultimo Festival di Toronto. Nel cast con Affleck anche John Goodman e

Andy e Lana non vogliono essere più chiamati “fratelli Wachowski”

0

Quando The Matrix invase gli schermi del mondo, vennero allo scoperto due illustri sconosciuti, i fratelli Wachowski, così infatti vennero ribattezzati Andy e Larry, effettivamente fratelli

Billy Connolly: dichiarazioni shock su Tolkien!

0

Il New York Magazine ha avuto la possibilità di intervistare Billy Connolly, l’attore che interpreta il Nano Dain nella trilogia de Lo Hobbit. L’attore ha dichiarato di avere ancora alcune scene

Total Recall – Atto di forza: recensione del film

0
Total Recall – Atto di forza: recensione del film

Arriva al cinema il remake Total Recall – Atto di forza diretto da Len Wiseman, con Colin Farrell e Kate Beckinsale distribuito da Sony Pictures Italia.

In principio era Philip Dick con il suo racconto fantascientifico “We Can Remember It for You Wholesale”, poi Arnold Schwarzenegger diede al racconto una consistenza cinematografica, infine Colin Farrell ridà la giovinezza a Douglas Quaid, operaio convinto di essere una persona normale che scopre poi, in maniera rocambolesca, di essere qualcun altro, qualcuno che le autorità vogliono morto. Riuscirà Douglas a fare chiarezza con una moglie che vuole “separarsi” da lui, ed una misteriosa donna che popola i suoi incubi?

Total Recall – Atto di forza nasce come remake del film del 1990, per trasformarsi un action adrenalinico con una sua autonomia senza rinunciare alla spettacolarità che il genere modernamente richiede. Len Wiseman, alla regia del film, conduce benissimo il gioco regalandoci sequenze d’azione di grande forza, senza mai far smarrire lo spettatore, conducendolo nelle viscere delle città futuristiche in cui il film è ambientato. A fare gli onori di casa, come detto, è Colin Farrell, che si assume l’onore di reinterpretare il personaggio che fu di Governator. Nessuna eredità fu mai così pesante, ma Colin riesce a portare a casa una buona interpretazione, la migliore del film, lavorando come sa fare lui, con solidità, attraverso l’utilizzo del corpo, ma soprattutto dello sguardo, senza rifare Schwarzy, ma ricreando un personaggio tutto suo.

Total Recall - Atto di forza

Accanto a Farrell due bellissime del cinema hollywoodiano entrambe perfette per il ruolo assegnato loro. Da una parte abbiamo la scattante e quasi aliena Kate Beckinsale, moglie presunta e agilissima saltatrice, darà la caccia al suo uomo fino alla fine. In contrapposizione con l’energia della Beckinsale, Wiseman ha scelta la passionale e atletica Jessica Biel, la donna dei sogni, o meglio degli incubi, che cercherà di far orientare nel mondo il disorientato Quaid.

Parte integrante Total Recall – Atto di forza è la scenografia di Patrick Tatopoulos, fortemente incentrata sull’iconografia collettiva della città futuristica, tanto da ricordare Blade Runner e Minority Report, senza un vero e proprio apporto personale ma con grande perizia e verosimiglianza. E’ difficile orientarsi nel mondo quando non si conosce nemmeno la propria identità, e in questo il film e la recitazione di Farrell, sono bravissimi a far passare il messaggio, tuttavia il film mette anche l’accento sul presente, sulla volontà e sullaforza di ognuno di scegliere giorno per giorno quello che si fa e quello che si è.

Total Recall – Atto di forza – La musica adrenalinica e le sequenze d’azione perfettamente concepite fanno di Total Recall un film di genere molto ben confezionato, concitato al punto giusto e di piacevole visione.

L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva: recensione del film

L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva: recensione del film

Con L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva ritorna al cinema il simpatico e variegato branco dell’Era Glaciale per una nuova ed esilarante avventura, fra i ghiacci, il mare e le ghiande irresistibili. Questa volta la pellicola è diretta da due giovani registi, Steve Martino e Mike Thurmeier.

La storia di L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva racconta che la forsennata caccia all’inafferrabile ghianda da parte di Scrat, iniziata nella notte dei tempi, ha delle conseguenze sconvolgenti per il mondo intero: un cataclisma continentale che sfocia in un’avventura grandiosa per Manny, Diego e Sid. Durante le loro peripezie, Sid ritrova la bisbetica nonna e il branco incontra una combriccola di pirati assortiti decisi a impedire loro di tornare a casa.

L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva, il film

Questo quarto capitolo sin dall’incipit rivela il suo punto di forza, ovvero l’avventura, e da subito il film sembra soddisfare le premesse viste fin dal trailer. Come ogni nuovo capitolo ritornano gli storici elementi che hanno fatto il successo della serie, il senso di appartenenza ad un gruppo/famiglia, le amicizie, gli amori e proprio questi temi ancora una volta catalizzano l’attenzione della narrazione che riesce nell’intento di raccontare una storia avventurosa, romantica e divertente.

Tuttavia seppur riuscito, quest’ultimo capitolo è decisamente un po’ sottotono rispetto ai predecessori e a tratti sembra soffrire ormai lo schema consolidato e per questo motivo non troppo sorprendente. Tuttavia di certo le peripezie di Scrat in quel di Scratlantide faranno certamente la gioia di molti bambini e anche di qualche papà.

Step Up 4 Revolution 3D: recensione del film

0
Step Up 4 Revolution 3D: recensione del film

Nel 2006 Channing Tatum otteneva uno dei suoi primi successi cinematografici ballando in Step Up. A distanza di sei anni, lui continua a ballare e si spoglia in Magic Mike, mentre il franchise che l’ha lanciato è arrivato al quarto capitolo. Step Up 4 Revolution 3D si conferma, sulla scia dei capitoli precedenti, un film che mostra la danza nelle sue inflessioni più varie e spettacolari.

In Step Up 4 Revolution 3D Sean ed Eddy, amici d’infanzia, lavorano come camerieri nell’elegantissimo Dimont Hotel di Miami, di proprietà del costruttore Bill Anderson. Quando non sono in servizio i due sono a capo di una trasgressiva crew conosciuta come “The Mob”, un gruppo di ballerini, musicisti e artisti d’avanguardia che si sta mettendo in mostra per gli spettacolari flash mob che mette in atto. Le esibizioni dei The Mob attraggono l’attenzione della figlia di Anderson, Emily, anche lei talentuosa ballerina, che decide di unirsi al gruppo. Quando Anderson annuncia un piano per radere al suolo il quartiere dove vivono i ragazzi della crew per costruirci un gigantesco centro residenziale, il gruppo prepara il suo flash mob più coraggioso, costringendo Emily e Sean a scegliere tra i legami di sangue e il loro amore.

Step Up 4 Revolution 3D, il film

Step Up 4 Revolution 3D, nella sua esile trama, rappresenta un costrutto pretestuoso per mettere in scena gli straordinari numeri di ballo, questa volta ambientati per strada, alla ricerca dell’originalità e della forma d’espressione più personale che si possa conoscere oggi.

La differenza principale con gli altri film della serie Step Up, è che qui il ballo non è più visto con uno strumento di rivalsa sociale, ma come un mezzo d’espressione all’inizio e di protesta in un secondo momento, sollevando, forse involontariamente, la questione dell’utilità dell’arte, che però rimane sospesa. A troneggiare su questo gruppo di ballerini professionisti ci sono due giovani attori al loro esordio cinematografico: Ryan Guzman e Kathryn McCormick. Il maggiore limite dei due ragazzi è una scarsa preparazione cinematografica, entrambi non sono a loro agio con la recitazione, tuttavia sulla scena tra loro si crea una particolare e innegabile alchimia che li rende credibili nella parte dei due giovani innamorati.

Il film è fondamentalmente costituito da una serie di momenti musicali trascinanti e straordinari, molto al di là dei limiti dell’hip hop ai quali ci aveva abituato il franchise, che in questo quarto episodio si apre a tutti gli stili di danza. Step Up 4 Revolution 3D è un film senza pretese, molto divertente per chi ama la musica e la danza e senza dubbio pensato in un 3D abbastanza luminoso che rende giustizia alle splendide coreografie grazie ad una regia, firmata da Scott Speed, servizievole e funzionale.

Festival di Roma 2012: Tarantino, Spielberg, Van Sant, Les Misérables, Twilight, Bond e molto altro?

Arrivano dall’Hollywood Reporter le prime anticipazioni sui possibili presenti al Festival Internazionale di Roma targato Mueller.

La Scatola delle Emozioni: la sfida di Cristina Cri

0
La Scatola delle Emozioni: la sfida di Cristina Cri

Cristina Cri si definisce la regina dei film romantici e ha lanciato una sfida strappalacrime. Sul suo Blog scrive di cinema ed emozioni direttamente dal suo divano.

Nuovo poster per Lo Hobbit: ecco tutti i Nani insieme!

0
Nuovo poster per Lo Hobbit: ecco tutti i Nani insieme!

Arriva un nuovo poster per Lo Hobbit: un viaggio inaspettato. La locandina mette insieme tutti i Nani che comporranno la compagnia de Lo Hobbit.L’immagine è stata pubblicata da Peter Jackson in persona tramite facebook. 

Hideo Kojima parla del film Metal Gear Solid: Ground Zeroes!

0
Hideo Kojima parla del film Metal Gear Solid: Ground Zeroes!

Finalmente arrivano dichiarazioni di Hideo Kojima sul film  Metal Gear Solid: Ground Zeroes. Intervistato da Eurogamer Expo, Kojima ha dichiarato

Video e foto di Tom Hiddleston dal backstage di The Avengers!

0
Video e foto di Tom Hiddleston dal backstage di The Avengers!

Con l’uscita del Blu-Ray di The Avengers sono iniziate le pubblicazioni di materiale inedito del film e dopo le foto e le scene tagliate arriva anche un video inedito di Tom Hiddleston, insieme ad un po’ di foto

Nel video l’attore si prepara alle riprese:

Tutte le foto sono su  ComicBookMovie.

L’ANICA esprime il plauso per la candidatura all’Oscar di Cesare deve morire

0

Il presidente dell’Anica, Riccardo Tozzi, a nome di tutta l’Associazione, esprime il plauso per la candidatura all’Oscar di “Cesare deve morire”.

E’ un bellissimo

Amour: recensione del film di Michael Haneke

0
Amour: recensione del film di Michael Haneke

In Amour Anne (Emmanuelle Riva) e Georges (Jean-Louis Trintignant) sono una coppia molto innamorata: entrambi musicisti, entrambi intellettuali, entrambi amanti della musica e della lettura.   Un’intera vita insieme, però, non li ha preparati a ciò che la vecchiaia ha in serbo per loro. Anne, dopo un’operazione andata male, resta infatti semi paralizzata e da quel momento in poi per i coniugi inizia un lento e inevitabile declino.

Mentre la donna lotta contro la malattia che, inesorabile, si impossessa del suo corpo, Georges, pur facendo di tutto per accudire la moglie, si trova ogni giorno a combattere contro un nemico più infimo, la sua mente. Egli, infatti, avrà il compito di cercare, dietro a questa nuova Anne che non può più muoversi, che bagna il letto e che non sa più parlare, la sua affascinante e intelligentissima moglie, quella che amava con tutte le sue forze, quella che suonava per lui e che adesso è costretta in un letto, indifesa come un neonato.

Amour, il film

Amour film recensione

In ogni inquadratura lo spettatore, che all’inizio del film si vede riflesso come in uno specchio ed è quasi chiamato direttamente in causa, assiste all’opera della vecchiaia: inchiodato sulla poltrona, come Anne lo è sulla sua sedia a rotelle prima, e sul suo letto poi, chi guarda si rende conto di come la malattia agisca per sottrazione togliendo lucidità, mobilità, intelletto, coscienza e, infine, dignità all’essere umano.

Ogni stadio del morbo è uno stillicidio fatto di lunghe sequenze riprese con la camera fissa, di dialoghi ridotti all’osso e di movimenti lenti intrisi di una fortissima impotenza, ma che hanno però la forza di guardare dritto in faccia uno degli incubi più comuni: il fatto che ogni più alta forma d’arte e ogni più sublime volo dello spirito sono destinati a schiantarsi di fronte all’arrendersi del corpo.

La claustrofobia dell’appartamento della coppia, dove è girato tutto Amour, rende la casa una gabbia, un luogo in cui l’unica via di fuga è seguire il corso dei propri pensieri; ma quali pensieri e quali vite sono possibili per due persone consapevoli del fatto che, arrivate al capolinea, ci sarà la morte per lei e la solitudine per lui?

Haneke, portando questa domanda alle estreme conseguenze, dirige un film duro, al limite del sopportabile e fa scendere il pubblico, gradino per gradino, fino allo stadio più basso dell’esistenza. Il regista impone dunque una reazione e spinge tutti ad interrogarsi sul senso della vita nel suo spegnersi. È vita non poter più disporre del proprio corpo? È vita essere del tutto nelle mani degli altri, senza potere decisionale, senza parole?

Amour, Palma d’oro al Festival di Cannes 2012, risponde senza sconti, spietato, sincero e sonda la vita e la morte, ma anche, come dice il titolo, la natura di un certo tipo di amore, fatto di cura, di rispetto e di tenerezza nonostante le condizioni estreme cui tale amore è chiamato a resistere. Un film che evoca emozioni forti, come dice Trintignant in un dialogo particolarmente riuscito, anche e soprattutto dopo i titoli di coda. Ottimi gli interpreti. Fare un bel respiro prima di entrare in sala.

Taken – La vendetta: il ritorno dell’intrepido Liam Neeson

Torna sugli schermi Liam Neeson/Bryan Mills nell’atteso sequel di Io vi troverò, in arrivo in Italia a ottobre.

Uscito nel 2008, Io vi troverò ha riscosso un certo successo di pubblico nonché al botteghino e, soprattutto, ha costituito una svolta nella carriera del grande Liam Neeson,

Un sapore di ruggine e ossa: recensione del film

Un sapore di ruggine e ossa: recensione del film

Un sapore di ruggine e ossa (De rouille et d’os) è il film del 2012 diretto da Jacques Audiard basato sulla raccolta di racconti Ruggine e ossa (Rust and Bone) di Craig Davidson.

In Un sapore di ruggine e ossa, Alì, giovane arrabbiato senza arte né parte, si ritrova improvvisamente a dover gestire il figlio Sam, che ha solo 5 anni e suo padre lo conosce appena. Senza casa e senza soldi, i due si trasferiscono nella città dove vive la sorella di Alì e dove lui trova un primo lavoro come buttafuori in un locale. È qui che incontra Stéphanie, affascinante ammaestratrice di orche in un parco acquatico. Le loro esistenze, apparentemente inconciliabili, sono destinate a incontrarsi e scontrarsi ancora, in seguito ad un tragico incidente che li costringerà entrambi a fare i conti con sé stessi e a far pace con la vita.

A due anni dall’acclamatissimo Il profeta, Jacques Audiard torna con un altro film denso e coinvolgente, Un sapore di ruggine e ossa (De rouille et d’os), liberamente ispirato a una serie di racconti brevi di Craig Davidson e presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes. Un film “fisico”, in tutto e per tutto. A cominciare dal titolo, così semplice – quasi didascalico – eppure così evocativo.

Un sapore di ruggine e ossaDue parole che subito si fanno immagine: l’immagine di qualcosa che è stato trascurato, abbandonato a sé stesso, e di qualcosa che si rompe, ma che forse riuscirà a rigenerarsi. Parole che evocano tristezza, dolore, ma anche speranza, rinascita. “Fisica” è la regia, con la macchina da presa sempre in movimento, e il fiato sul collo dei protagonisti. Letteralmente. La macchina gli sta addosso, li segue da vicino, ci immerge nella loro realtà, rendendoci partecipi fino in fondo dei loro drammi e delle loro fragilità. Ci sbatte in faccia i loro corpi e la loro sofferenza, e ci spinge a chiederci cosa faremmo noi al loro posto…

Un sapore di ruggine e ossa recensione del film con Marion Cotillard

Ma la “fisicità” sta anche nei rapporti fra i personaggi, soprattutto nel modo in cui Alì (il formidabile Matthias Schoenaerts) si relaziona con le persone attorno a lui. Tanto per iniziare, è fisico il rapporto che ha con se stesso e con la sua vita, un rapporto fatto di rabbia e aggressività repressa, cui darà libero sfogo combattendo negli incontri clandestini di boxe. È fisico il rapporto di Alì col piccolo Sam, con cui l’uomo non riesce a comunicare se non con le maniere forti (non è esattamente un padre amorevole, ecco).

Ed è fisico il suo rapporto con Stéphanie (una Marion Cottilard tormentata e straziante), già dal loro primo incontro. I due, infatti, si vedono per la prima volta al locale dove Alì fa il buttafuori e dove interviene dopo che la ragazza è stata malmenata da un brutto ceffo.

Stéphanie si troverà a vivere una situazione drammatica e all’apparenza irrisolvibile, in cui la dimensione fisica si imporrà con violenza ma “per sottrazione”, mettendo quindi in evidenza tutti i limiti cui sarà costretta la ragazza, e rafforzando inevitabilmente il contrasto con l’esuberanza quasi animalesca di Alì.

Tanta “fisicità” farebbe pensare a un film (Un sapore di ruggine e ossa) ruvido e povero di sentimenti, invece Audiard ci regala ancora una volta un film che è, sì, crudo ed estremamente diretto nel rappresentare la realtà dei suoi personaggi, ma anche ricco di sfumature e di emozioni potenti. E che ti lascia con quel sapore tutto particolare di ruggine e ossa.

Todd Phillips si da al Thriller in Trust Your Eyes!

0

Dopo Una Notte da Leoni 3 Todd Phillips abbandonerà la commedia per dedicarsi a progetti più ambiziosi, che la Warner Bros dopo l’enorme successo delle sue commedie

Una parte da attore in Django Unchained per Tarantino!

0
Una parte da attore in Django Unchained per Tarantino!

Sembra che Quentin Tarantino avrà anche un piccolo ruolo da attore in Django UnchainedA rivelarlo è Rex Linn, attore che interpreta uno dei cattivi del film, che ha recitato in una scena appunto con Tarantino, Jonah Hill e Don Johnson. Ovviamente nessun altro particolare è stato rivelato, non ci resta che attendere l’uscita del film, o magari il Festival di Roma!

Richard Kelly e Nicolas Cage in Amicus!

0

Il regista Richard Kelly, famoso per Donnie Darko presto dirigerà Nicolas Cage nel nuovo dramma dal titolo Amicus.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità