Arriva al cinema distribuito
da Warner Bros. Pictures Italia Poliziotti fuori –
Due sbirri a piede libero, il film diretto da Kevin Smith
e con protagonisti Bruce
Willis e Tracy Morgan.
In Poliziotti fuori – Due
sbirri a piede libero Jimmy e Paul sono due poliziotti in
coppia da molti anni. Affiatati ma molto diversi: Paul (Tracy
Morgan)non perde occasione per imitare i suoi colleghi del grande
schermo, compresi i personaggi di Die Hard (cosa paradossale
considerando che il suo collega è interpretato da Bruce Willis che
dice: “Non ho mai visto questo film!”…..), Jimmy (Willis) dal canto
suo è molto più serio e soprattutto si prende molto più sul
serio.
Poliziotti fuori – Due sbirri a piede: il film
Dopo aver subito l’esonero dal
servizio in seguito a un’operazione non andata a buon fine, i due
si trovano sulle tracce di un pericoloso capogang. Inoltre Paul è
preoccupato per il presunto tradimento da parte della moglie con il
vicino di casa mentre Jimmy deve a tutti i costi ritrovare una
preziosissima figurina (che gli è stata rubata nel corso di una
rapina) la cui vendita gli permetterebbe di sostenere le spese del
lussuoso matrimonio della figlia. Se non fosse in grado di pagare
sarebbe il nuovo compagno della ex moglie a farlo, umiliandolo.
Si ripete qui la storia dei due
poliziotti che lavorano in squadra e che più diversi l’uno
dall’altro non si può. Purtroppo l’idea è usurata, e Kevin
Smith, genio ribelle, non riesce a rinfrescare il
cliché della coppia scoppiata, con l’aggravante della
riproposizione di una Scuola di Polizia sui genris.
Tuttavia ci tengo a sottolineare,
complice il mio amore per il cinema precedente di Smith, le
accidentate vicende produttive del film, che già durante le riprese
se l’è dovuta vedere con la censura, a partire dal titolo, che in
originale era A couple of Dick che in italiano sarebbe suonato più
o meno fedelmente così “Una coppia di C****”, decisamente troppo
per la società americana, forse anche per Kevin che con Dogma,
ricordiamo, aveva fatto molto peggio in modo decisamente migliore.
Ma lungi dall’attribuire la colpa alla censura, è senza dubbio che
il film, pur riservando parentesi esilaranti, non è all’altezza del
resto della produzione del regista di Clerks.
Nota di merito tuttavia per Willis,
che impotente davanti all’età che avanza, riesce a reinventarsi,
ripetendo in maniera beffarda il suo John MaClane, ma
adattando la sua persona non più giovanissima a ruoli che riescono
in qualche modo a risultare credibili. Come già aveva fatto con gli
intensi personaggi offertigli da Shyamalan, il
nostro Bruce, non si prende troppo sul serio e resta un piacere
andare al cinema a guardarlo, anche quando si mette consapevolmente
in ridicolo.