E’ stata rilasciata una nuova clip di Super 8, riguardante lo spettacolare incidente del treno.
Hobbit: prima foto del Bianco Consiglio
Che Peter Jackson fosse un gran mattacchione era risaputo, basti pensare alla sua trasformazione fisica in un hobbit durante e dopo le riprese de Il Signore degli Anelli.
Todd Philipps parla di un possibile Una notte da leoni 3!
Visto l’ottimo andamento di Una notte da leoni 2 al box office, si è iniziato a parlare di un possibile terzo capitolo, Una Notte da Leoni 3. Ecco alcune dichiarazioni in merito rilasciate dal regista e ideatore Todd Philips, su alcune ipotesi di location papabili per la terza parte. Se faremo un terzo film, se ci fossero il pubblico e il desiderio per farlo, penso che ci sia già una chiara idea di dove dovremmo spostarci e certamente non sarà lo stesso template che avete visto in questi due film. Come potete immaginare avevamo ovviamente pensato a una trilogia fin dall’inizio. Il terzo sarebbe un capitolo conclusivo. Il massimo che posso dire è che non ne ho parlato con gli attori ma non ho intenzione di seguire il template già collaudato, sarebbe un’idea nuova.
Jamie Chung, invece ipotizza quale possa essere la nuova località protagonista:
Probabilmente Amsterdam. Se pensate alle città più folli e divertenti del mondo, sarebbero Las Vegas, Bangkok e Amsterdam.
Al contrario Philips non si è lasciato andare e ha scherzato sulla scelda della prossima città:
La decisione verrà presa da una commissione come quella olimpica, che valuta le città candidate e vola per il mondo fra donne e tangenti per decidere il vincitore.
Fonte: Latinoreview via badtaste
Nauta di Guido Pappadà: il cast racconta
Alla conferenza stampa per l’opera prima Nauta, del regista napoletano Guido Pappadà, presso il cinema Quattro Fontane di Roma, sono presenti tutti gli attori David Coco, Luca Ward, Elena Di Cioccio, Massimo Andrei, Paolo Mazzarelli, Giovanni Esposito, i produttori e il regista stesso. Il clima rilassato e goliardico tra i protagonisti del filmconquista tutta la sala.
Uscite al cinema dell’1 e del 3 giugno 2011
Uscite mercoledì 1 giugno – Zack & Miri – Amore a primo sesso: Zack (Seth Rogen) e Miriam (Elizabeth Banks) condividono uno squallido appartamento alla periferia di Pittsburgh, oltre ad un rapporto d’amicizia estremamente schietto e gioviale che dura dagli anni del liceo.
Entrambi vicini ai trent’anni, continuano a vivere di piccoli lavori insignificanti con cui non arrivano neanche a pagarsi le bollette, e di storie occasionali. Una sera, durante una festa di riunione coi vecchi compagni di liceo, Zack e Miri ritrovano Bobby Long, ex-stella del football e ragazzo più ammirato della scuola, diventato nel frattempo il partner di un famoso attore di gay porn californiano. Quest’ultimo riconosce Miri come la protagonista dalle mutande imbarazzanti di un filmato ripreso di nascosto che ha già fatto il pieno di contatti in rete. La serata fa venire a Zack un’idea: darsi al porno amatoriale su internet per sbarcare il lunario.
Consigliabile a chi cerca una commedia spensierata, ricca di equivoci, e protagonisti che in fondo hanno grattacapi quotidiani comuni a tanti di noi.
Paul: In viaggio dall’Inghilterra al ComiCon di San Diego, due amici decidono di completare il loro giro americano con un tour dei più noti siti di avvistamento alieni. E proprio in quei deserti avvisteranno un alieno di nome Paul in un incontro ravvicinatissimo. Nonostante l’epiteto cristiano, Paul è evoluzionista convinto, oltre ad essere il classico extraterrestre dalla pelle grigia e gli occhi allungati, avere tutti i poteri che gli extraterrestri hanno nei film ed essere in viaggio verso il punto di incontro con i suoi simili presso una grande montagna. La motivazione di tutto è semplice e la più classica possibile: è arrivato negli anni ‘40 e da quel momento ha collaborato come consulente con il governo e l’industria dell’entertainment fornendo spunti narrativi a tutti (Spielberg compreso) in modo che la Terra si abituasse alla sua immagine e non fosse scioccata un giorno dallo scoprirne l’esistenza. Ora però è braccato dai servizi segreti e i due nerd di ritorno dal ComiCon sono la sua unica speranza di ritornare sul suo pianeta. Ci riuscirà?
Milo su Marte: Milo (Seth Green), nove anni, scopre quanto abbia bisogno della sua mamma (Joan Cusack) quando questa viene rapita dai marziani che hanno intenzione di rubare il suo “essere mamma” per i loro piccoli. L’impresa di Milo per salvare sua madre comprenderà viaggiare come clandestino in una navicella spaziale, navigare in un elaborato pianeta su più livelli e affrontare la nazione aliena e il loro capo (Mindy Sterling). Con l’aiuto di un esperto di tecnologia terrestre sotterraneo chiamato Gribble (Dan Fogler) e di una ragazza marziana ribelle chiamata Ki (Elisabeth Harnois), Milo deve trovare la strada per tornare dalla sua mamma.
ESP – Fenomeni paranormali: Lance Preston e la sua troupe televisiva si occupano di documentare, in stile reality, luoghi infestati da fantasmi o presunti tali. Per una puntata decidono di rinchiudersi dentro il vecchio, abbandonato ospedale psichiatrico di Collingwood, dove fenomeni inspiegabili vengono segnalati da anni. Tutto in nome di una buona televisione. Così entrano dentro l’edificio per l’intera notte e cominciano l’indagine paranormale, catturando tutto sulla macchina fotografica. Ben presto si rendono conto che l’edificio non è solo infestato da qualche presenza, ma che l’essere “paranormale” non ha alcuna intenzione di lasciarli uscire. Si ritrovano persi in un labirinto di corridoi senza fine, terrorizzati dai fantasmi delle ex pazienti. Ben presto cominciano a interrogarsi sulla loro sanità mentale, scivolando sempre più in profondità negli abissi della follia e, alla fine, scoprono la verità nascosta dietro l’oscuro passato…
Garfield, il
supergatto: La malvagia super-eroina Vetvix ha attaccato
il pianeta Dorkon e ha rubato un’invenzione che la renderebbe
capace di conquistare e sottomettere sia il Mondo dei Fumetti che
quello dei Cartoni.
Questa temibile arma, è in realtà un miscelatore a livello
molecolare (chiamato anche pistola Moscram) che, colpendo qualcosa
con i suoi raggi, può mescolare insieme le molecole di due oggetti
qualsiasi … o anche di due persone qualsiasi! I malcapitati che
vengono Moscram-miscelati, cadono inevitabilmente sotto il
controllo di colui che li ha colpiti con la pistola Moscram,
riducendosi a degli zombie senza alcuna volontà personale.
Per caricare la pistola, però, Vetvix ha disperatamente bisogno del
cristallo Klopman che Garzooka ha rubato e con il quale è fuggito
nel Mondo dei Cartoni. Vetrix è sulle tracce di Garzooka e, se
dovesse riuscire ad impossessarsi del cristallo, anche tutti gli
abitanti del Mondo dei Cartoni sarebbero in grave pericolo: una
volta colpiti dai raggi Moscram, diventerebbero inevitabilmente
suoi schiavi.
Tutto questo potrebbe essere evitato se Garfield riuscisse a
trovare la volontà, e la forza, di unirsi al suo alter ego (il
supereroe Garzooka) in una feroce quanto inevitabile battaglia per
salvare i due mondi. Riuscirà il nostro super esperto della
pennichella pomeridiana a dimenticare, o anche accantonare per un
breve periodo, i suoi prelibati spuntini per unirsi ad una onorata
causa?
La polvere del tempo: A., Regista americano di origine greca, si reca a Cinecittà per ridare il via a un film di cui aveva improvvisamente interrotto le riprese senza fornire spiegazioni. Il film racconta la storia di Eleni, sua madre, che nella vita ha amato due uomini ed è stata a sua volta riamata nonostante la vita e le vicende politiche l’abbiano in passato separata a lungo da loro. Gli eventi che hanno segnato la seconda metà del Ventesimo Secolo, a partire dalla morte di Stalin, vengono rivisitati con trasferimenti nel tempo e nello spazio. Si passa dal Kazakistan alla Siberia, dall’Italia alla Germania agli Stati Uniti. Si tratta di un flusso di ricordi che si fanno presente mentre la vita di A. è turbata dalla separazione dalla moglie e dalla scoperta del dolore che attraversa l’animo della figlia adolescente.
Un gradito ritorno quello del regista greco Théo Angelopulos, a 7 anni dal suo ultimo film, nel cast grandi nomi: Willem Dafoe, Bruno Ganz e Michel Piccoli.
Tutti per uno: Nel 2067, Milana ricorda il periodo della sua prima infanzia, quando passava i pomeriggi coi compagni della scuola elementare a creare un piccolo commercio di dvd pirata e a rubare liquirizie dai negozi. In quegli anni, le nuove politiche d’immigrazione francesi causano l’espulsione di molti clandestini e lei, nata in Cecenia e arrivata a Parigi a tre anni senza documenti, rischia di dover abbandonare presto i suoi amichetti. Ma quando i bambini si rendono conto della situazione, si organizzano per tutelare la loro amica. In modo particolare Blaise, il giovanissimo leader della piccola banda, si impegna dapprima facendo in modo che la famiglia accolga Milana in casa sua, e poi organizzando una vera sparizione di grande richiamo per i media.
Venerdì 3 giugno – Four lions: Storia in salsa comica e buffa di un gruppo di amici jihadisti britannici che abbracciano la causa della guerra santa e sono pronti a morire per la propria fede.
Esordio coraggioso per Christopher Morris, che tratta con comicità ed ironia un tema delicato qual è quello del Terrorismo islamico. Morris promette dunque bene, almeno per quanto concerne il coraggio nel trattare con discreta comicità un tema delicato.
Nauta: Bruno, antropologo e professore universitario, apprende che sull’isola di La Galite si è verificato uno straordinario quanto misterioso fenomeno naturale. Risvegliatosi dallo stato di apatia in cui è caduto per la crisi con l’amatissima moglie Sara, decide di riprendere gli studi relativi ad alcune antiche testimonianze storiche del fenomeno e, ottenuti in qualche modo dei finanziamenti, mette insieme una spedizione, che parte alla volta di La Galite alla ricerca della perfetta armonia tra l’uomo e la natura. Il gruppo è formato da Davide, burbero capitano e vecchio amico di Bruno, Max il suo nuovo marinaio, Laura, giovane biologa, e Lorenzo, esperto di sport estremi e provetto sommozzatore. Su tutti domina “Mariella”, lo splendido e antico yacht a vela di Davide. Durante i tre giorni di traversata l’equipaggio, costretto all’intimità forzata tipica della navigazione, vive prima una fase di reciproca diffidenza e poi una di grande apertura, dove tutte le anime della compagnia si svelano, ma, soprattutto, in maniera morbida ed emozionante, il mare, i paesaggi ed il legame strettissimo con la natura indirizzano il gruppo a rapporti sempre più semplici e diretti, facendo crescere in loro il desiderio di scoprire davvero il segreto del fenomeno. Il viaggio cambierà le loro vite.
Nauta: recensione del film con Luca Ward
Nauta, film statico ed estetico. Un’opera, quella del regista Guido Pappadà, sul sogno, con una struttura lineare atta a dare spazio alle immagini, tutte giocate sui toni del giallo e del blu. Bruno, circa quarant’anni, antropologo e professore universitario, grazie alla telefonata di Paolo, un vecchio amico, apprende che sull’isola di La Galite si è verificato uno straordinario fenomeno naturale. Risvegliatosi dallo stato di apatia in cui è caduto per la crisi con l’amatissima moglie Sara, mette insieme una spedizione, che parte alla volta dell’isola alla ricerca della perfetta armonia tra l’Uomo e la Natura. Durante la traversata, su uno splendido e antico yacht a vela, le anime della compagnia, dopo un primo momento di diffidenza, si sveleranno.
Nauta, il film
Nauta è un film on the road, o meglio “on the sea”, dal finale romantico. Un estetismo curato nei minimi dettagli a scapito, purtroppo, di un mancato approfondimento di alcuni temi, esaminati con troppa superficialità. La New Age è trattata come un prodotto da supermercato, il rapporto tra Uomo e Natura non viene approfondito e alla nuova consapevolezza non ci si arriva attraverso questo legame, ma attraverso una solitudine catartica.
Il regista napoletano, alla sua opera prima, gioca molto con la differenza tra notte e giorno, luce e oscurità. La notte, onirica e immaginifica, è consacrata all’incontro di queste anime inquiete che popolano lo yacht. All’oscurità è legata l’empatia, il contatto profondo tra esseri umani. La sensualità e la delicatezza delle tenebre sono bruscamente interrotte dall’accecante e fastidiosa luminosità del giorno. Il buio tende a nascondere le miserie umane, al contrario la luce le illumina in maniera quasi pornografica.
Gli attori, attraverso il proprio personaggio, ben riproducono i limiti della società moderna, primo fra tutti il rifiuto di sentire anche il minimo dolore, l’incapacità di rimanere nell’attrito, di mettersi in discussione e di abbandonarsi alla relazione con se stessi. La più difficile da sostenere.
Pappadà cerca, attraverso un finale romantico, ma un po’ banale, di risvegliare una consapevolezza verso questi difetti ponendo l’accento sull’importanza di non perdere la capacità di sognare e sulla necessità di una continua ricerca dell’armonia.
Reds di Warren Beatty
Reds, Anno: 1981 – Regia: Warren Beatty – Cast: Warren Beatty, Diane Keaton, Jack Nicholson, Gene Hackman.
Storia di John Reed, cronista americano appena tornato dal Messico dove aveva seguito la rivoluzione socialista di Pancho Villa. Appassionatosi a quella causa politica, va a vivere a New York con Louise, ma dopo un po’ decide di partire per la Russia dove è in corso la rivoluzione bolscevica. Tornato da quell’entusiasmante nuova esperienza, vorrebbe impiantare i valori della solidarietà e dell’uguaglianza nella sua conservatrice America, riuscendo anche a fondare un partito comunista americano. Torna così in Russia, per ottenere l’ufficializzazione del suo partito da parte dei Soviet; ma si renderà presto conto che la realtà è molto più dura di quanto pensasse, trovando ostacoli anche e soprattutto all’interno dello stesso partito comunista.
Se non fosse stato per la prima ora alquanto sonnacchiosa e per l’eccessiva lunghezza (oltre 3 ore), il film poteva essere davvero un capolavoro, per intensità dei due attori protagonisti, che del resto non sono certo una scoperta: Warren Beatty e la Keaton. Di spessore la prova di Jack Nicholson, che veste benissimo i panni del cinico e del disilluso, e di Gene Hackman, nei panni di Pete Van Wherry.
Questo, dei pochi film da regista di Warren Beatty, è senza dubbio il più riuscito. Il regista si è ispirato al libro dello stesso Reed: I dieci giorni che sconvolsero il mondo del 1919, autentico diario e cronistoria dei viaggi e dei cambiamenti politici in atto in quegli anni. Reds ricevette non a caso molti riconoscimenti, in particolare a Beatty alla regia, e a Jack Nicholson e Maureen Stapleton come attori non protagonisti. Diane Keaton vinse l’italiano David di Donatello ’92 come migliore attrice straniera.
Monsters: recensione del film di Gareth Edwards
Monsters è il film del 2010, opera prima scritta e diretta da Gareth Edwards, che ne ha curato anche fotografia, scenografia ed effetti visivi. La prima impressione che si ha di Monsters è quella di trovarsi di fronte all’ennesimo disastre-movie a basso costo fotocopia dei vari successi recenti di Cloverfield e District 9. Ma non appena si fa scivolare via questa prima impressione quello che viene alla luce è la curiosità per questo film, realizzato con pochissimi mezzi e post-prodotto quasi interamente a casa del regista.
La pellicola racconta che sei anni fa, una sonda della NASA, di ritorno sulla Terra con campioni di forme di vita aliena, precipitò in America Centrale. Presto, nuove forme di vita presero a svilupparsi nella zona, e da allora metà dell’attuale Messico è stato messo in quarantena come “zona infetta”. Ancora oggi americani e messicani lottano contro mostruose creature che cercano di uscire dall’area. La storia del film ha inizio quando un fotografo statunitense accetta di scortare la figlia del suo capo attraverso la zona infetta fino alla salvezza, al confine con gli USA.
Seppur con qualche riserva,
il film è strutturato discretamente bene, con un buon montaggio che
fa scivolare via la prima mezzora con un decenti ritmo. Notevoli
gli effetti speciali, soprattutto dopo aver appreso che sono
realizzati dal regista Gareth
Edwards a casa sua. Questo giovane, alla sua opera
prima, è un piccolo genio della computer grafica, che recentemente
ha deciso di passare alla regia. A quanto si apprende dal film,
anche in regia sa il fatto suo. Il film è una di quelle opere prime
che costruiscono dei presupposti interessanti per il futuro di
nuove leve, come negli ultimi anni è successo per il Duncan
Jones di
Moon.
In Monsters Edwards riesce nell’intento di raccontare una semplice storia d’amore ambientata in un’America latina ostile all’uomo, che ospita creature mostruose e imprevedibili. Il punto forte è quello di essere riuscito a creare un buon equilibrio fra la storia dei due personaggi ed il loro viaggio farcito di incontri “mostruosi”, che li porterà alla salvezza, lasciando intravedere anche buone capacità di costruzione della suspence.
Monsters non è certo un capolavoro del genere, ma ha del potenziale che ha già mostrato in gran parte del globo, ricevendo un ottimo riscontro di pubblico e critica. Come ormai abitudine in Italia il film arriva con un paio d’anni di ritardo rispetto al resto del Mondo. Il film è una buona palestra per Edwards che potremo vedere di nuovo all’opera nel suo prossimo, impegnativo, rilancio del franchise Godzilla.
Nastri D’Argento 2011 – le cinquine
Garfield 3D: recensione del film
Quando il “Mondo dei Cartoni” incontra il “Mondo dei fumetti” in un’avventura interdimensionale, la trovata non può che funzionare. Quando poi il protagonista è il famoso gatto sornione Garfield, c’è da aspettarsene delle belle.
Questa la nuova idea del regista Mark. A.Z. Dippè, che dopo il 2007, il 2008 e il 2009 torna a realizzare una nuova pellicola sul gattone tigrato. Sempre lui, Garfield, il gatto che passa le sue giornate a mangiare e a dormire, con quelle caratteristiche fisiche dell’americano da “divano” che ha scelto di attribuirgli il suo creatore fumettista Jim Davis: “E’ semplicemente un essere umano dentro un abito da gatto”. In questa nuova avventura Garfield è contornato dai suoi amici, il gatto Nermal e il cagnolino Odie e dalla sua fidanzata gattina Arlene, alla quale Garfield ha poco tempo da dedicare preso continuamente a mangiare hot dog strapieni di ketchup .
Ma avverrà qualcosa che sconvolgerà la vita dei cartoni e contro ogni aspettativa, anche quella di Garfield: un supereroe dei fumetti, Garzooka, un gatto super palestrato molto somigliante al panciuto Garfield, arriverà nel “Mondo dei cartoni” portando brutte notizie. Vetvix, una malvagia super-eroina sta per atterrare sul pianeta dei cartoni per conquistarlo e rendere tutti degli zombie al suo servizio.
Garfield, icona dei fumetti, apparso per la prima volta il 24 gennaio 1978 sullo United Features Syndacate e protagonista di tanti episodi, di serie animate televisive, di videogiochi, lungometraggi, torna in 73 minuti di divertente animazione, accompagnata dalle musiche di Kenneth Burgomaster e prodotta dall’Animation Picture Company e dalla Paws Inc.
Voyage of Time di Malick avrà la voce di Brad Pitt
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: Voldemort poster!
Dopo i Character poster di Ron, Harry ed Hermione, ecco giungere quello di Voldemort interpretato dal bravissimo Ralph Finnes. Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 uscirà il 13 luglio in Italia, in 2D, 3D e IMAX 3D.
Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
Orlando Bloom nella Terra di Mezzo
Cinefilos ai Cinepatici
Tutti per uno: recensione del film di Romain Goupil
E’ una storia più che attuale quella dell’ultimo film di Romain Goupil, in uscita nelle sale italiane il 1 giugno. Tutti per uno (titolo originale Les Mains en l’air – Mani in alto) tratta infatti il tema dell’immigrazione e della gestione delle politiche migratorie da parte dei paesi europei. In particolare, della Francia. Al centro della vicenda, un gruppo di bambini che frequentano le scuole elementari di Parigi. Sono molto amici, tra loro ci sono anche Youssef e Milana/Linda Doudaeva, due bambini stranieri clandestini. Cominciano i rimpatrii dei sans-papiers: Youssef è il primo del gruppo, assieme alla sua famiglia , e quella di Milana forse sarà la prossima. La vicenda avrà un esito imprevisto e dal sapore dolce-amaro per Milana. Affiatati e spontanei paiono i piccoli attori, accanto a un’intensa Valeria Bruni Tedeschi, allo stesso Goupil nel ruolo del marito Luc, e a Hippolyte Girardot in un cameo. Lodevole l’intenzione di porre all’attenzione del pubblico il tema dell’immigrazione, ma la pellicola non coinvolge a pieno.
Il regista mette molti elementi in gioco: i bambini e il loro mondo, la loro maniera di far fronte all’emergenza, davanti all’incapacità degli adulti; gli adulti, coi loro molteplici punti di vista sull’argomento, la scarsa capacità di comunicare in modo costruttivo tra loro; il personaggio di Cendrine, donna e madre, con la sua visione delle cose; il ruolo delle istituzioni, della polizia; una cornice temporale futura – il 2067 in cui Milana adulta racconta, ricordandoli, i fatti avvenuti nel 2009 – che racchiude l’intera vicenda. Tali elementi, però, sono spesso non approfonditi, suggeriti, accennati. E forse è proprio questo approccio, che riguarda la scrittura di Tutti per uno, la sceneggiatura che non permette di essere partecipi fino in fondo, di appassionarsi. Ci si muove in superficie, con un’ottica un po’ naïf, retorica, come rivelano alcune ingenuità della trama.
Il mondo degli adulti, poi, non risulta ben delineato. I personaggi secondari sono debolmente caratterizzati: sono voci, cenni, echi di società, che se approfondite, avrebbero forse chiarito la lettura del fenomeno da parte del regista e messo in moto maggiori riflessioni. Allo stesso modo, le ragioni dell’accoglienza, sostenute da Cendrine – e attraverso di lei dal regista – non sono ben circostanziate, così come, nonostante la scelta di introdurre l’elemento ceceno (Milana e la sua famiglia vengono proprio dalla Cecenia), non si fa mai cenno esplicito alla questione cecena, alle scelte politiche di Putin, o in generale, alle motivazioni che spingono persone di altri paesi a venire in Francia, in Italia, in Germania ecc… Prevale un generico umanitarismo e la constatazione che la politica e la burocrazia non tengono conto dei legami affettivi tra le persone.
Altra scelta sospesa, quella di inserire la vicenda in una cornice futura, il 2067. Ma, del 2067 non si sa nulla. Tutti per uno è una pellicola d’impegno, dunque, che vuole conciliare toni da commedia a temi d’attualità anche drammatici, ma che non riesce del tutto a portare lo spettatore “nella vicenda”. Presentata al Festival di Cannes, dove ha riscosso un buon successo, è distribuita in Italia da Teodora Film e Spazio Cinema.
Elio racconta la voce di Paul
In maglietta nera dei Ramones, il gruppo rock che adora e che «lo protegge da lassù», jeans e scarpe da ginnastica, Elio, leader dell’omonima band Elio e le storie tese
Kate Beckinsale e Jessica Biel nel nuovo Atto di Forza!
Transfomers 3: ecco due nuovi spot!
Michael Bay tramite il suo sito ufficiale ha rilasciato due nuovi spot di Transfomers 3. Il film uscirà fra un mese e mezzo in tutto il mondo.
Anna Torv di Fringe al Fantasy Horror Award!
L’alba del pianeta delle Scimmie Trailer Ufficiale
Ecco il trailer ufficiale in italiano de L’alba del pianeta delle Scimmie che vede trai suoi protagonisti James Franco, Freida Pinto e il potteriano Tom Felton.
Four Lions: recensione del film di Chris Morris
Chris Morris, ennesimo acquisto del cinema dalla tv inglese, porta in sala Four Lions, una commedia esilarante e allo stesso tempo agghiacciante, che tocca con leggerezza, ma con concretezza la realtà del terrorismo e di quelle persona che fanno della guerra santa la loro missione sulla terra.
Four Lions ambientato nella Londra contemporanea racconta di quattro uomini che hanno un piano segreto. Omar è stanco del modo in cui i Musulmani sono trattati in giro per il mondo ed è deciso a diventare un combattente e Way condivide la stessa idea. Inizialmente al suo fianco e poi contro di lui, c’è Barry, bianco convertitosi all’Islam, che trasporterà con sé, nella nuova religione, non una vera e propria credenza, ma il suo personale nichilismo. Faisal è l’intruso che iconograficamente più assomiglia all’immagine del musulmano che hanno gli occidentali, ma che meno crede nella lotta armata agli infedeli. I quattro devono portare a termine un attentato nel loro territorio, il guaio è che tutti e quattro sono totalmente incapaci di qualunque atto violento e soprattutto maldestri fino all’inverosimile.
Four Lions, il film
Un argomento scottante e un taglio che sfiora i toni della commedia demenziale fanno di Four Lions un vero gioiello, non tanto per la regia o per le interpretazioni in sé, quanto per la genialità di scrittura, il coraggio della messa in scena e la totale dedizione di questi giovani protagonisti, che non perdono occasione di dimostrare la loro mancanza di capacità a svolgere il compito del quale si sentono investiti. Molte le scene memorabili, da Faisal che prova ad addestrare cornacchie kamikaze, ai tentativi di Way di registrare un video in cui inneggia alla guerra Santa, tutti episodi che ovviamente si risolvono in clamorosi e inverosimili fallimenti.
Alla fine ogni personaggio mostrerà la sua vera (mancanza di) dedizione alla causa, e lo spettatore riuscirà a ridere anche di quell’argomento, il terrorismo, che tanto fa tremare il Mondo. Perché come dice lo stesso Morris, quando scoppia una bomba tutti scappiamo, ma poi tentiamo di calmarci e facciamo finta di niente. L’ilarità, lo sberleffo, viene fuori anche nei momenti meno opportuni, in quelli più delicati, e allora perché non provare a riderci sopra? Si, anche sul terrore.
The Hunter – Il cacciatore: recensione del film
Sarà in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo mese di giugno, questo nuovo film del già apprezzato e conosciuto regista iraniano Rafi Pitts. Prodotto dalla Twenty Twenty Vision in co-produzione con la Aftab Negaran Film Production, The Hunter – Il cacciatore, sarà distribuito in Italia dalla Fandango di Domenico Procacci.
In The Hunter – Il cacciatore Teheran, giorno d’oggi. Alì Alavi ( Rafi Pitts) è da poco uscito dal carcere dopo aver scontato una pena di alcuni anni in seguito ad un misterioso crimine. Per poter mantenere la bella moglie Sara (Mitra Hajjar) e la piccola figlioletta, Alì trova un impiego come guardiano notturno in una fabbrica di automobili. Un giorno, tornato dal lavoro, Alì non trova la moglie ad aspettarlo, la casa è deserta. Inizia così un oscuro cammino che condurrà il protagonista verso un’inesorabile e drammatica fine.
Pitts, che ha presentato il film al 60mo Festival di Berlino, è ormai ben noto in tutte le principali rassegne internazionali avendo, negli ultimi anni, partorito diversi lungometraggi riconosciuti e premiati da importanti giurie come quella di Berlino appunto (nel 2006 con It’s winter) o Venezia ( 1997 con Season five suo primo ed importante lavoro). Quando nel 2000 presentò Sanam la critica francese lo battezzò addirittura come il Quattrocento colpi iraniano.
Nato e cresciuto a Teheran ma abbandonato l’Iran nel 1981 con tutta la sua famiglia ed in piena guerra iraniano-irachena, Pitts si trasferisce a Londra dove conseguirà la laurea in film e fotografia. Negli anni Novanta andrà a vivere a Parigi ma il suo paese e tutte le contraddizioni interne ad esso continueranno ad ossessionarlo ed a essere al centro dei suoi film. Anche ne The Hunter – Il cacciatore l’Iran con il suo stato poliziesco repressivo, è lo sfondo costante e incombente in una Teheran che lo stesso Pitts definisce ormai simile ad una città come Los Angeles. Grattacieli ammassati l’uno contro l’altro, autostrade che sinuose si intrecciano in ogni dove, una metropoli caotica e impersonale dove i rapporti umani sono ormai banditi. Un uomo, solo in mezzo agli altri uomini, ostacolato nel suo tentativo di reintegrazione in seguito ad un non specificato crimine che potrebbe anche essere politico. La voce del regime che per bocca dell’ayatollah Khamenei inonda le frequenze radiofoniche e accompagna ad ogni ora i tristi tragitti da casa a lavoro dello sconsolato protagonista.
The Hunter – Il cacciatore è un film che arriva a trent’anni dalla rivoluzione dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica, che non a caso aprono il film sin dai titoli di testa con una foto, scattata nel 1981, e che li ritrae minacciosi a bordo di scintillanti motociclette. Una foto che simboleggia e che ha rappresentato un simbolo della repressione post-rivoluzionaria e che oggi, vuole comunicarci Pitts, non è certo storia passata. Il regista tratta ne The Hunter – Il cacciatore il tema della mancanza di vera democrazia nell’Iran odierno come a voler denunciare un sinistro collegamento diretto con i fatti di trent’anni fa. La moglie di Alì, Sara, che partecipando ad una manifestazione anti-governativa cade vittima della repressione poliziesca, è una sorta di simbolo e icona del martirio a cui va incontro chi protesta contro il potere.
Oggi in Iran non si è liberi di dissentire e chi lo fa muore. Se pensiamo che il film è stato girato poco prima dei tragici fatti post-elettorali del 2010, capiamo come The Hunter – Il cacciatore assuma una valenza quasi profetica. Pitts interpreta il ruolo di Alì dopo aver scartato il protagonista prescelto già al primo giorno di riprese ritenendolo inaffidabile e imprevedibile. Questo doppio ruolo non lo ha entusiasmato in quanto si è sentito quasi condizionato nella regia. Tra gli altri interpreti spicca la bella attrice iraniana Mitra Hajjar, famosissima in patria ed unica attrice professionista del cast. Il film si sviluppa su ritmi particolarmente lenti, pochi e scarni i dialoghi, quasi assente la colonna sonora e non certo mirabile la qualità interpretativa degli attori, compreso il regista stesso.
Come afferma Rafi Pitts, il suo intento originario era di creare un film che oscillasse tra il noerealismo ed il formalismo sino ad arrivare ad essere una sorta di “western neorealista”. A nostro avviso, questo difficile e insidioso cammino stilistico ha condotto il regista verso un film piatto ed inespressivo dove manca l’introspezione dei personaggi principali e dove si avverte una spiazzante assenza di pathos e carica emotiva pur trattando il film temi molto drammatici. Nella parte finale della sceneggiatura, curata sempre dallo stesso Pitts, assistiamo alla disperata vendetta personale che Alì intraprende armato del suo fucile da caccia. La narrazione si inerpica così in un improbabile roseto di situazioni quasi farsesche che convincono poco e non riabilitano di certo un film che sino ad allora si era stancamente trascinato senza destare, nello spettatore, la benché minima emozione.
A Pupi Avati il Nastro d’Argento Speciale del 65.mo
Star Trek 2 rinviato?
Deadline ci aggiorna sulla situazione di Star Trek 2. J.J. Abrams al momento lavora agli ultimi ritocchi di Super 8 e difficilmente si dedicherà a Star Trek prima dell’uscita del film. Nel frattempo Robert Orci, Alex Kurtzman e Damon Lindelof hanno già sviluppato un trattamento di 70 pagine per il sequel e aspettano l’uscita di Super 8 che libererà Abrams così da poter finalmente dedicare loro attenzione.
Quello che è certo è il suo ritorno alla regia nel Sequel, quello che invece sembra un’impresa è riuscire a rispettare la già annunciata data d’uscita 29 giugno 2012. Deadline a questo proposito aggiunge che la compagnia sta valutando la possibilità di rinviare il film al Natale 2012. Secondo la Paramount, comunque, nulla verrà deciso finché Abrams non annuncerà di aver accettato di dirigere il film, cosa che accadrà molto probabilmente entro la fine di giugno.
Fonte: deadline via Badtaste
Ron Howard parla di La Torre Nera
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Cirkus Columbia: recensione del film di Denis Tanovic
Storia di amori perduti e ritrovati ambientata in una Bosnia – Erzegovina in bilico fra la fine del regime comunista e lo spettro di una nuova guerra civile. E’ questo Cirkus Columbia il nuovo film del regista premio Oscar Denis Tanovic che torna a parlare di personaggi che vivono le loro esistenze sullo sfondo di una guerra che il regista ha vissuto e che rappresenta una ferita difficilmente rimarginabile.
Cirkus Columbia, liberamente ispirata al romanzo breve di Ivica Djikic, racconta la storia di Divko Buntic che torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Cash e il cugino Ivanda, recentemente e “democraticamente” eletto sindaco, aiutano Divko a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Dopo essere scampati all’arresto in seguito alla rissa durante lo sfratto, Martin e Lucija vengono sistemati in un piccolo appartamento in una casa comunale. A sua volta sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto.
I tratti biografici presenti nella pellicola sono evidenti, ma rispetto a quanto realizzato fino ad ora il regista di Triage, riesce nell’intento di realizzare un film più leggero a metà strada fra una comicità latente ed uno humor invisibile, supportato da una discreta sceneggiatura improntata su alcune scene divertenti. Il dramma c’è ma fa solo da sfondo alla vicenda dei personaggi per poi diventare solo nel finale protagonista. Il tutto supportato dalla brillante prova di attori come Miki Manojlovic e Mira Furlan che contribuiscono alla causa artistica.
Tuttavia il limite di questo film e forse del regista stesso, è quello di essere vittima di alcuni schemi ormai riscontrabili nei suoi film precedenti. Forse l’essere così fortemente legato alla guerra impedisce al regista di raccontare qualcos’altro di nuovo che non sia il vissuto della sua esperienza. I personaggi che si muovono nei suoi film sono sempre individui macchiati dalla drammaticità degli eventi vissuti, in cui il cielo azzurro più che una speranza diventa quasi un illusione, un sogno che non si avvererà mai.
Cirkus Columbia seppur a tratti piacevole e divertente, non aggiunge altro di nuovo, se non l’idea affascinante di un paese indifferente alla guerra, che invece di preoccuparsene, si dedica alla ricerca di un gatto appena perso da un riccone di ritorno da un esilio.
Danis Tanovic porta a Roma Cirkus Columbia
Terry Gilliam presenta The Wholly Family a Roma
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: character poster
Ecco tre nuovi character poster per l’ultimo film di Harry Potter, dedicati al trio di maghetti che ha stregato più di una generzione. Vai alla nostra Gallery per vederli.
Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.