Dopo la positiva esperienza in
Precious, Lenny Kravitz ci riprova con The Hunger Games di Gary
Ross.
The Muppets: trailer!
Una Notte da Leoni 2: recensione del film di Todd Philipps
Squadra che vince non si cambia. Lo sa bene Todd Philipps che per Una Notte da Leoni 2, il sequel omonimo di Una Notte da Leoni schiera in campo stessa formazione e stessi schemi, cambiando solo il campo di gioco. Questa volta Las Vegas lascia il posto a Bankok, il magnifico terzetto (Bradley Cooper, Ed Helms e Zach Galifianakis) festeggia questa volta l’addio al celibato dell’imbranato Stu, e di nuovo il risveglio sarà una sorpresa per il pubblico e soprattutto per i nostri.
Più che di un sequel sembrerebbe trattarsi di un remake, perché Phillips non solo replica la tremenda sbronza a base di alcool e drogucce varie, ma ricalca pedissequamente ogni momento narrativo che ha scandito con esilarante puntualità tutto il percorso del primo episodio. Nessuna novità quindi, ma c’è da ammettere che i personaggi funzionano e le loro caratteristiche si incastrano perfettamente regalando allo spettatore scanzonate risate, in almeno due occasioni davvero esilaranti.
Una Notte da Leoni 2, sequel della commedia di successo
In Una Notte da
Leoni,
Bradley Cooper e compagnia formavano, o
meglio, mostravano nel corso della storia il loro personaggio.
Adesso invece già li conosciamo, loro sembrano ugualmente a loro
agio nel ripetersi e quindi sanno cosa e chi fa ridere lo
spettatore, riferendosi di continuo alla precedente disavventura.
Inutile dire che il mattatore del rocambolesco film è
Zach Galifianakis, con il suo fantastico Alan,
mentre lo sposo Stu tira fuori la grinta e il suo ‘seme di follia’.
Assurto a sex symbol in pochissimo tempo ed a partire proprio da
Una Notte da Leoni, Bradley Cooper primeggia più per i suoi
ondeggianti pettorali che per vero carisma.
Una Notte da Leoni 2, in originale Hangover 2 (che vuol dire ‘dopo-sbornia’), si confermerà probabilmente un successo di pubblico, perché rischiando poco riesce a ridare allo spettatore la stessa sensazione di smarrito ed esilarante divertimento del primo episodio.
Transformers 3 al Festival di Mosca
Box Office Usa del 23 maggio 2011
Nella settimana in cui Terrence Malick ha vinto la Palma d’oro a Cannes con il suo Tree of life, il box office statunitense ha consegnato la palma del film piú visto a Pirates of the caribbean: on stranger tides, che ha incassato 90 milioni di dollari nella prima settimana di uscita.
Nonostante la critica lo abbia massacrato, e lo storico regista, Gore Verbinsky, abbia abbandonato il galeone, la saga continua ad avere un fascino irresistibile sul pubblico.
Segue ad una discreta distanza, ma guadagnando diverse posizioni rispetto alla scorsa settimana, Bridesmaids, wedding comedy con star del Satuday Night Live.
Resiste nella terza posizione del podio anche Thor che, con questa settimana, raggiunge il ragguardevole incasso di 145 milioni di dollari.
In quarta posizione troviamo invece il quinto capitolo di Fast and Furious, Fast Five, che questa settimana incassa 10 milioni di dollari, mentre a metá classifica rimane Rio, anche questo con un incasso totale di 132 milioni di dollari, maturati nelle 5 settimane di uscita.
In sesta posizione l’action movie di vampiri Priest, seguito da un’accoppiata di film da matrimonio che sembrano fatti apposta per avanzare o scendere insieme nella classifica: Jumping the broom è infatti in settima posizione, seguito da Something borrowed, in ottava.
A chiudere la classifica troviamo il mélo Water for elephants, alla quarta settimana di uscita e un incasso settimanale di 2 milioni di dollari, e Madea’s big happy family, commedia en travesti che fino ad oggi ha messo da parte 52 milioni di dollari.
La prossima settimana si attendono le uscite di alcuni pesi massimi che di sicuro daranno una rinfrescata alla classifica: esce infatti The hangover II, secondo episodio e secondo addio al celibato per Zach Galifianakis e soci, The tree of life, che oltre alla figura mitica del regista porta con sé il peso dell’appena conquistato premio in Francia e Kung fu Panda 2, con le voci di Jack Black, Angelina Jolie e Gary Oldman.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2: due nuovissime foto!
Empire ha diffuso due nuovissime immagini di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2. Mancano poco più di un mese all’uscita del film che chiuderà una delle sage più redditizie dell’industria cinematografica contemporanea. L’attesa inizia ad essere molto concitata. Le immagini sono diverse: la prima è tratta dal film metre la seconda proviene dal backstage del film.
Tutto quello che sappiamo su Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 è diretto da David Yates da una sceneggiatura di Steve Kloves. Il film è la seconda di due parti cinematografiche basate sul romanzo del 2007 Harry Potter ei Doni della Morte di JK Rowling . È il sequel di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e l’ottavo e ultimo capitolo della serie di film di Harry Potter. La storia conclude la ricerca di Harry Potter degli Horcrux per distruggere Lord Voldemort e fermarlo una volta per tutte.
Il film è interpretato da un cast corale composto da Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter e Rupert Grint ed Emma Watson nei panni dei migliori amici di Harry, Ron Weasley e Hermione Granger, insieme a Helena Bonham Carter, Robbie Coltrane, Warwick Davis , Ralph Fiennes , Michael Gambon, John Hurt , Jason Isaacs, Gary Oldman, Alan Rickman, Maggie Smith, David Thewlis e Julie Walters.
Ufficiale: Tom Cruise in Oblivion
Dopo avervi suggerito che la Universal era seriamente intenzionata ad ingaggiare Tom Cruise per Oblivion, ecco arrivare l’ufficialità dell’avvio del film di fantascienza che ricordiamo sarà diretto da Joseph Kosinski (Tron Legacy).
Vi rammentiamo che Cruise vestirà i panni di un meccanico che salva una donna da un incidente e inizia ad avere dubbi sulla società che lo circonda, sospesa letteralmente tra le nuvole. Le riprese inizieranno in ottobre con un budget di 100 milioni di dollari.
Darren Aronofsky per Maleficent al posto di Tim Burton?
Dall’annunciata rinuncia a dirigere The Wolverine e dall’annullamento di Robocop, Darren Aronofky è ancora alla ricerca del suo prossimo progetto dopo Il Cigno nero. Giunge notizie che sarebbe stato consultato dalla Disney per Maleficent, adattamento sulla strega della Bella addormentata abbandonato da Tim Burton.
Anche se da diversi giorni si vociferava che a sostituire Burton sarebbe stato David Yates, reduce dalla conclusione di Harry Potter. Tuttavia a quanto sembra Aronofky è comunque in mezzo a diversi fuochi: anche la Warner Bros è interessata ad affidargli il progetto Moses, sulla fuga degli Isdraeliti dall’Egitto. Staremo a vedere cosa farà Darren.
Fonte:comingsoon
Box Office ITA del 23 maggio 2011
Fine settimana all’insegna del Festival di Cannes anche al botteghino italiano, in cui Pirati dei Caraibi 4 domina incontrastato. Quasi tutte le new entry di questa settimana, infatti, sono state presentate sulla Croisette e hanno anche ottenuto qualche premio. Ma andiamo con ordine.
Pirati dei Caraibi 4: Oltre i confini del mare, presentato Fuori concorso, è in testa al box office italiano e internazionale con incassi che, soltanto nel secondo caso, hanno definito nuovi record. In Italia il sequel della fortunata saga disney ha infatti raccolto 7,1 milioni di euro da mercoledì a domenica (5,3 milioni nei tre giorni): di certo un ottimo incasso, ma al di sotto delle potenzialità di questa serie macina soldi, soprattutto se consideriamo la mastodontica distribuzione (circa 1000 sale) e il sovraprezzo 3D, assente negli altri tre film.
Per fare un confronto, Pirati dei Caraibi 3 e Pirati dei Caraibi 2 avevano incassato rispettivamente nei primi cinque giorni 5,5 e 7,5 milioni di euro. Ma indubbiamente il quarto film della saga dominerà anche nelle prossime settimane…
Fast and Furious 5 scende al secondo posto con altri 743.000 euro e giunge a ben 9,9 milioni complessivi. Terza posizione per Red, che supera i 2 milioni totali con altri 427.000 euro.
The Tree of Life debutta al quarto posto con 464.000 euro raccolti nei cinque giorni (381.000 euro da venerdì a domenica). L’imponente film di Terrence Malick ha suscitato pareri contrastanti nel pubblico nostrano, portando alcuni delusi (o meglio, che non hanno compreso…) ad abbandonare la sala prima della fine dello spettacolo, mentre altri a gridare al capolavoro. Di certo il film, che ieri sera è stato consacrato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes, non può essere apprezzato globalmente da un pubblico che, per la maggior parte, segue il cinema mainstream e commerciale, o che magari non si era mai accostato alle altre pellicole dell’Autore texano. Però magari la curiosità spingerà nuovi spettatori a visionare questa meravigliosa opera, soprattutto all’indomani dell’importante premio ottenuto ieri.
Quinto posto per un altro film
presentato a Cannes, ovvero Mr. Beaver:
la pellicola diretta da Jodie Foster con un redivivo Mel Gibson ha
raccolto 316.000 euro.
Seguono film in calo, ovvero Beastly
(227.000 euro) e Thor (170.000 euro), che
giungono rispettivamente a 1,1 e 7,3 milioni totali.
Il Dilemma, la commedia di Ron Howard, esordisce all’ottavo posto con 158.000 euro, seguito da Habemus Papam: quest’ultimo, tornato a mani vuote da Cannes, ottiene altri 122.000 euro e arriva a quota 5,4 milioni.
Chiude la top10 un altro film apprezzato e premiato a Cannes: Il ragazzo con la bicicletta, ex-aequo Gran Premio della Giuria, debutta con 107.000 euro nel nostro Paese.
Una notte da leoni 2: quando il risveglio è molto doloroso.
Penélope Cruz: da musa del cinema spagnolo a “piratessa” dei Caraibi
Penélope Cruz è una delle attrici oggi più amate, in Europa e in America. Musa di Almodóvar, che l’ha lanciata, e ora anche di Woody Allen per cui ha interpretato il personaggio che le è valso l’Oscar. È quasi un’icona in Spagna – la sua patria, alla quale è molto legata – ma ha saputo adattarsi ottimamente al rutilante mondo di Hollywood.
Gli Usa l’hanno accolta a braccia aperte e lei ricambia l’affetto: ama New York e suo figlio è nato a Los Angeles. Ha conquistato pubblico e critica di tutto il mondo con interpretazioni intense e ritratti leggeri, incarnando personaggi delicati, così come donne forti e passionali, senza pregiudizi di sorta nei confronti del ruolo affidatole, ma con la voglia di capirlo a fondo e mettere al suo servizio la bellezza, il talento e la bravura di cui è dotata.
Penélope Cruz, castigliana doc, nata a Madrid il 28 aprile del ’74, figlia del commerciante Eduardo Cruz e della parrucchiera Encarna Sánchez. È la maggiore di tre figli: dopo di lei, la sorella Mónica – oggi nota ballerina di flamenco e attrice – e il fratello Eduardo, musicista.
Piccola di statura, mora, profondi occhi scuri, la tipica bellezza mediterranea, e un temperamento esuberante. Ha le idee chiare fin da piccola Penélope: osserva attentamente il variegato caleidoscopio femminile che popola il negozio della madre e ne conserva informazioni, che utilizzerà poi nella sua carriera di attrice. Sa di volersi esibire davanti a un pubblico e per farlo, sceglie inizialmente di seguire la sua passione per la danza. Frequenta infatti per molti anni scuole di vario genere – il Conservatorio Nazionale spagnolo di danza classica, la scuola di Angela Garrido, il corso di danza jazz di Raul Caballero, fino alla scuola di ballo e recitazione di Cristina Rota che seguirà a New York. Da qui, passando attraverso l’esperienza della moda, maturerà la decisione di diventare attrice. Lascia dunque la scuola senza completare gli studi superiori, e si dedica completamente alla recitazione. Diventa in breve tempo assai popolare nella tv spagnola, grazie a video musicali – tra cui quello de La fuerza del destino del gruppo spagnolo Mecano, col cui leader Nacho Cano avrà una lunga relazione – film per la tv e trasmissioni per ragazzi.
Di lì a poco, nel 1992 a soli diciotto anni, esordisce al cinema, diretta da Bigas Luna in Prosciutto, prosciutto. La pellicola, che riunisce accanto alla giovane esordiente anche due italiane di fama come Stefania Sandrelli e Anna Galiena, ha due meriti: far conoscere Penélope ad altri registi, spagnoli e non, che poi la vorranno per i loro film, e farle incontrare Javier Bardem, che sposerà, ma solo diciott’anni più tardi. Tornerà a lavorare con Luna nel ’99 per altri due film. Lo stesso anno è diretta anche da Fernando Trueba in Belle époque, ambientato in Spagna negli anni ’30. L’attrice è una delle quattro sorelle che si contendono l’amore del giovane protagonista, Fernando. Dissacrante nei confronti della morale spagnola, della prima metà del Novecento e non solo, la pellicola ottiene l’Oscar come Miglior Film straniero, contribuendo a portare alla ribalta la giovane Penélope. Tornerà sotto la direzione di Trueba nel ’99 per La niña dei tuoi sogni.
Penélope Cruz: da musa del cinema spagnolo a “piratessa” dei Caraibi
L’attrice riscuote apprezzamento anche in Italia, dove viene subito reclutata da Giovanni Veronesi, che la vede bene nei panni di Maria, accanto a Diego Abbatantuono nel suo Per amore solo per amore (1993) – adattamento dell’omonimo romanzo di Pasquale Festa Campanile – e, lo stesso anno, da Aurelio Grimaldi per La ribelle. Seguono una serie di collaborazioni con registi spagnoli. Finché nel ’97 non viene scelta dal suo maestro, Pedro Almodóvar, per una piccola parte in Carne tremula. L’incontro è senza dubbio uno dei più importanti della carriera dell’attrice, che corona così un suo sogno. Ha dichiarato, infatti, che a scatenare in lei la passione per la recitazione fu proprio un film del regista spagnolo: Légami!, che vide a soli quattordici anni. Dopo la visione di quel film, ha affermato, si attivò subito per intraprendere il mestiere d’attrice, e presto incontrò quella che sarebbe diventata la sua agente, iniziando così il percorso nel mondo del cinema. Il sogno di lavorare con Almodóvar, dunque, diventa realtà nel ’97 e darà il via a un proficuo sodalizio, ricco di soddisfazioni per entrambi. Lo stesso anno, l’attrice è scelta invece dal regista Alejandro Amenábar per il ruolo più corposo di Sofia nel thriller psicologico Apri gli occhi.
Il film ha una trama complessa, è incentrato sulla figura di Cesàr/Eduardo Noriega e sul suo amore per Sofia, la cui possibilità sembra stroncata dal tragico evento che lo vede protagonista. Un sentimento però così forte, che va anche al di là della realtà, sconfinando nella dimensione visionaria, e scavando nei meandri della psiche di Cesàr. Il film ottiene in Spagna un grandissimo successo e diventa un cult anche altrove. Anni dopo Penélope sarà chiamata a interpretare nuovamente il personaggio di Sofia, stavolta nel remake americano del film, Vanilla Sky (2001), accanto a Tom Cruise, per la regia di Cameron Crowe. La pellicola non sarà però efficace quanto l’originale. Sarà invece l’occasione per l’inizio di un legame sentimentale con Cruise. La vicenda renderà i due oggetto di gossip per diverso tempo. Intanto, in questi secondi anni ’90, incontra anche il regista inglese Stephen Frears, che la dirige in Hi-Lo Country (1998).
Ma il vero spartiacque nella carriera dell’attrice, quello che la fa conoscere al grande pubblico e le dà la prima vera notorietà, è il secondo lavoro che la vede diretta da Almodóvar, e certamente uno dei migliori del regista spagnolo: Tutto su mia madre (1999). Si tratta, come spesso nel miglior Almodovar, di una storia tutta al femminile, caleidoscopica ed eccentrica, allegra, ma allo stesso tempo tragica, dove non trovano posto stereotipi, ma anzi la loro demolizione. Abbiamo una madre, Manuela/Cecilia Roth, che vive la tragica morte del figlio Esteban in un incidente stradale, trova il suo diario e va alla ricerca della sua attrice preferita, Huma Rojo/Marisa Paredes. Poi scoprirà che è stata proprio la macchina dell’attrice a investire accidentalmente Esteban. Intorno alla protagonista, si muovono una miriade di personaggi, tutti efficacemente caratterizzati e ben scelti per rappresentare le sfaccettature dell’essere umano. Dunque un film profondamente vitale, sull’esistenza umana, nei suoi aspetti più piacevoli e amari, allegri e tristi, le sue contraddizioni. Un film profondamente anticonformista. Emblema ne è, tra gli altri, proprio il personaggio della Cruz, Rosa: una giovane suora che rimane incinta dopo aver avuto una relazione con un uomo, divenuto poi il transessuale Lola e che, malato di Aids, l’ha contagiata. L’interpretazione dell’attrice, seppur non dello spessore di quelle che seguiranno, riesce a rendere la delicatezza e l’ingenuità della suora, incredibilmente non scalfite dalla sua esperienza di vita. Il film raccoglie numerosi riconoscimenti: primo fra tutti l’Oscar come Miglior Film straniero, il Golden Globe nella stessa categoria e la Palma d’Oro alla sapiente regia di Almodóvar al Festival di Cannes. Penélope, che lavora qui al fianco di Marisa Paredes, da sempre musa del regista, entra così a far parte del gruppo di attrici che egli predilige, e tornerà a dirigere più volte, sempre con grande sensibilità.
Due anni dopo, la nostra attrice sbarca oltreoceano, essendo reclutata da Ted Demme per Blow, dove interpreta Mirtha, la moglie del narcotrafficante George Young/Johnny Depp, da John Madden per Il mandolino del capitano Corelli, che la vede accanto a Nicholas Cage, e, come detto, da Cameron Crowe per Vanilla Sky. La più riuscita delle tre pellicole è forse la prima, che racconta la parabola discendente, vera nell’ispirazione, di George Jung: dalla vita spericolata dello sballo e dei soldi facili ottenuti grazie alla gestione del narcotraffico, al carcere e alla solitudine. Vicenda umana dai molteplici risvolti che vede, accanto a Johnny Depp, Penélope Cruz cimentarsi con un ruolo di moglie non certo convenzionale, in un rapporto non facile, spesso conflittuale.
Un altro incontro importante nella vita dell’attrice madrilena avviene nel 2004, ed è quello con Sergio Castellitto, che la vuole in Italia per il suo Non ti muovere, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini. Una storia di forte impatto emotivo, estrema, in cui c’è posto per il dolore e la sofferenza da una parte, ma anche per la travolgente passione, per l’amore e l’affetto in tutte le loro possibili declinazioni, dall’altra. La vita del chirurgo Timoteo/Sergio Castellitto è sconvolta quando la figlia adolescente ha un incidente in motorino e finisce in coma. Nelle lunghe ore di apprensione e di angoscia per la sorte della figlia, il protagonista sente vicina la presenza della donna che più ha amato. Non la bella moglie in carriera Elsa/Claudia Gerini, con cui pure ha avuto la figlia, ma Italia: una Penélope Cruz quasi irriconoscibile, un brutto anatroccolo raccolto ai margini della società, prima violentata, usata; poi scoperta nella sua umanità fragile e forte allo stesso tempo, e amata. Amore ricambiato da lei, che sembra non averne mai conosciuto prima d’allora, proprio perché non se ne considerava e non ne era considerata degna. Passione per la quale il medico rischia di mettere a repentaglio la sua stabilità familiare con Elsa. Le due donne rimangono incinte, ma Italia, che vede Timoteo allontanarsi, decide di abortire clandestinamente. Lui lo scoprirà troppo tardi, quando immancabilmente tornerà da lei. Pur facendo tutto il possibile, non riuscirà a salvarla dalle conseguenze dell’aborto improvvisato. Una storia intensa dunque, e anche dolorosa, che torna alla mente del protagonista proprio quando in ballo c’è la vita della persona cui, dopo Italia, tiene di più al mondo: sua figlia. Notevole la capacità di Castellitto regista di riuscire a trasformare Penélope Cruz in Italia: capelli corti, sguardo scavato, andatura sghemba e abbigliamento kitch – e un italiano con inflessione apparentemente regionale, che in realtà è l’accento spagnolo della Cruz, italo parlante senza doppiaggio per una felice intuizione. L’interpretazione è intensissima e coinvolgente e segna senza dubbio una crescita artistica dell’attrice, che riceve il David di Donatello come Miglior Attrice protagonista e il People’s Choice Award alla Miglior Attrice europea agli EFA. Lei stessa ha ribadito l’importanza dell’esperienza sul set con Castellitto, affermando di aver imparato molto interpretando Italia. Non ci ha pensato perciò due volte, prima di accettare la proposta del regista di essere protagonista del suo Venuto al mondo, targato 2011, ancora una volta tratto da un testo della Mazzantini, di cui s’attende l’uscita nelle sale.
Due anni dopo Non ti muovere, intanto, l’attrice ritrova Almodóvar per Volver, una pellicola che le dà ancora grandi soddisfazioni, grazie al personaggio di Raimunda, che interpreta. Ambientato nella Mancha, con più di un occhio alle origini dello stesso regista, il film è l’ennesimo omaggio al mondo femminile, e a quella capacità, tutta delle donne, di far fronte con pragmatismo alle vicende della vita, senza farsene abbattere. Sentita e notevole, anche qui, l’interpretazione di Penélope, in veste di madre e figlia al contempo, alle prese con fantasmi del passato e del presente. La Cruz vince la Palma d’Oro a Cannes per la migliore interpretazione femminile, assieme alle altre donne del cast, il Premio Goya in patria e l’EFA per la Miglior Attrice. Il film – tra i migliori di Almodóvar – ottiene il Nastro d’Argento come miglior pellicola europea. Penélope sarà diretta ancora da lui ne Gli abbracci spezzati (2009).
In questi anni, però, l’attrice spagnola che ha conquistato Hollywood, diventa anche una delle muse ispiratrici di un altro mostro sacro del cinema mondiale: Woody Allen. Sarà la collaborazione con lui a portarla a stringere tra le mani la statuetta più ambita del cinema. Il regista americano la vuole infatti accanto a Scarlett Johansson nella commedia Viky, Cristina, Barcelona. Film sull’amore, ambientato nella solare e viva Barcellona, dove il pittore José Antonio/Javier Bardem cerca consolazione per la fine del suo matrimonio con l’instabile Maria Elena/Penélope Cruz, proponendo a due giovani turiste – la morigerata Vicky/Rebecca Hall e la spregiudicata Cristina/Scarlett Johansson – una vacanza con lui a Oviedo, con tanto di noches calientes. L’ex moglie – una efficacissima Cruz, “variabile impazzita” della vicenda – giungerà però a dare risvolti imprevisti al tutto. L’interpretazione dell’attrice nei panni di Maria Elena le vale l’Oscar come Miglior Attrice non protagonista. A quanto pare, l’eccentrico Allen dev’essersi trovato bene con Penélope, se l’ha scelta anche per la sua prossima fatica, che sembra si girerà a Roma nel 2012. Altrettanto bene s’è trovata la coppia Bardem-Cruz. Javier e Penélope si sono sposati la scorsa estate, dopo aver tenuto, per quanto possibile, a riparo da indiscrezioni la loro storia. A confermare le voci al riguardo è stato lo stesso attore, solamente a maggio dello scorso anno, durante la passata edizione del Festival di Cannes. Ricevendo la Palma d’Oro per la Miglior interpretazione maschile, infatti, non si è lasciato sfuggire l’occasione per una romantica dedica a Penélope. A gennaio 2011 è nato il loro figlio.
Per quel che riguarda il lavoro, negli ultimi anni, la Cruz è stata impegnata ancora in Usa per il musical di Rob Marshall Nine (2009), ispirato a Fellini e al suo Otto e mezzo. Occasione per l’attrice di rispolverare le proprie doti nel ballo, e di lavorare assieme alle colleghe Marion Cotillard, Nicole Kidman, Judi Dench e Sophia Loren. Lo stesso Marshall che l’ha fatta entrare nel cast di Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, in questi giorni nelle sale, dove l’attrice madrilena prende il posto di Keira Knightley e torna a lavorare al fianco di Johnny Depp. È così che, nell’edizione 2011 del Festival di Cannes, Penélope è presente, fuori concorso, proprio con la saga dei pirati – il cui ultimo capitolo è stato accolto, però, piuttosto freddamente dai critici. Mentre il suo maestro, Almodóvar, porta in gara un thriller di cui torna a essere protagonista – non succedeva dai tempi di Légami! – Antonio Banderas.
Cannes 2011: Palma d’oro a The tree of life di Terrence Malick!
E’ stato annunciato pochissimi minuti fa la palma d’oro del 64 esimo Festival di Cannes. L’ambito premio va a The Tree of life di Terrence Malick. Miglior attrice a Kirsten Dunst, Miglior regia a Nicolas Winding Refn per Drive, miglior attore a Jean Dujardin per The Artist.
Nuovo spot per Super 8
Lo spot, pubblicato da IGN è ricco di scene inedite e altre che sono il continuo delle scene del trailer pubblicato in precedenza.
Un Certain Regard, vincono Kim Ki-Duk e Andreas Dresen
Il Festival
di Cannes edizione 2011 sta volgendo al termine, domani infatti
ci sarà l’assegnazione della palma d’oro e dei premi
collaterali.
Una notte da leoni 2: clip italiana
Dal 25 maggio sarà al cinema il prossimo film di Todd Philipps, ma da Comingsoon.it arriva una clip in italiano di Una Notte da Leoni 2.
Lo sciopero di Radu Mihaileanu
This Must be the Place: reazione/allucinazione
Ieri è stata la volta di Paolo Sorrentino, uno dei più rappresentativi registi italiani nel mondo che con il suo This Must be the Place, da il suo contributo artistico al 64 esimo festival di Cannes.
Tom Cruise per Harizons
Trasformers: Dark of the Moon trailer con nuove immagini!
Ecco un trailer più esteso di Trasformers: Dark of the Moon. In sostanza il trailer è sempre quello, con l’aggiunta però di alcune immagini mozzafiato.
The Dark Knight Rises: Matthew Modine nel cast
This must be the place: una clip
Dopo il grande giorno al Festival di Cannes, dove il film del nostro Paolo Sorrentino è stato presentato al pubblico e alla stampa, ecco una clip di This Must Be the Place
The Dark Knight Rises: prima foto ufficiale!
La Warner Bros ha lanciato il sito ufficiale di The Dark Knight Rises in concomitanza con l’inizio delle riprese del film.
14^ edizione di CinemAmbiente: Cimino presidente di Giuria
Grande accoglienza per Drive!
Finita la proiezione stampa di This Must Be the Place di Sorrentino
Von Trier bandito da Cannes? ecco la sua difesa.
Titanic ritorna in 3D il 6 Aprile 2012
Arriva il comunicato: la Paramount Pictures, la Twentieth Century Fox e la Lightstorm Entertainment hanno reso noto il giorno esatto in cui è prevista la ridistribuzione cinematografica di Titanic, uno dei più grandi successi della storia del cinema. La data rivelata è il 6 aprile 2012. Il film di James Cameron tornerà nelle sale in formato 3D riconvertito. Il 6 Aprile non è una data casuale, infatti nel 2012 ricorrerà il centenario della partenza del transaltantico sfortunato che partì per la precisione il 10 Aprile 1912.
Ecco alcuni dichiarazione di James Cameron:
“C’è un’intera generazione che non ha mai visto Titanic nel modo in cui era stato pensato per essere visto, cioè al cinema”, ha affermato Cameron, “E questo sarà un Titanic che non avete mai visto prima, rimasterizzato in digitale 4K e faticosamente riconvertito in 3D. Con una forza emozionale rimasta intatta e immagini più potenti che mai, sarà un’epica esperienza per i fan e per i nuovi arrivati”
Qualcuno di certo di si domanderà se ce n’era la necessità di riportarlo nelle sale? … non sono bastati un miliardo e duecento milioni di dollari?