Barbie, le sei più grandi domande senza risposta lasciate dal film

Pur essendo una storia semplice, il film di Greta Gerwig lascia comunque alcune domande senza risposta a fine visione. Ma quali sono?

Greta Gerwig con Barbie, terzo film della regista attualmente in sala, ha portato sul grande schermo una storia pregna di riflessioni sulla nostra società, ma anche sul significato insito nella bambola più famosa al mondo nata dalla mente geniale (e si potrebbe dire rivoluzionaria) di Ruth Handler. Pur toccando una serie di tematiche importanti, stimolando nello spettatore alcuni pensieri sul mondo in cui vive, la pellicola non ha una trama complicata, ed è per questo che riesce ad essere apprezzata da un pubblico molto eterogeneo. Nonostante questo, il film lascia comunque delle domande a fine visione, riguardanti anzitutto Barbie stessa, ma anche il suo mondo magico. Alcuni passaggi, infatti, non vengono approfonditi e questo fa sorgere alcuni dubbi a riguardo, che probabilmente non verranno mai sciolti. Cerchiamo di capire quali sono.

5Come fa il fantasma di Ruth Handler a esistere?

Barbie cast

Un’altra scena che lascia il punto interrogativo è quella del fantasma di Ruth Handler, l’inventrice di Barbie. Quando Barbie Stereotipo sta scappando dalla Mattel che la vuole chiudere nella scatola, si imbatte in una stanza dall’atmosfera calda e familiare, situata all’interno del grattacielo, in cui incontra un’anziana signora, che prima di salutarla le dice d’essere per l’appunto Ruth Handler. Lei, però, è solo un fantasma, ma il film non spiega mai come il suo spirito rimanga in quella stanza, perché sia lì e non vada nell’aldilà, e soprattutto quale sia il suo scopo. Solo alla fine si capisce qualcosa in più, ossia che serviva come preparazione al finale, nel quale appare a Barbieland per aiutare Barbie Stereoptipo a trovare un senso alla sua vita. Il problema, però, è che la sua eterea presenza non si adatta alla narrazione.

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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.