Greta Gerwig con Barbie, terzo film della regista attualmente in sala, ha portato sul grande schermo una storia pregna di riflessioni sulla nostra società, ma anche sul significato insito nella bambola più famosa al mondo nata dalla mente geniale (e si potrebbe dire rivoluzionaria) di Ruth Handler. Pur toccando una serie di tematiche importanti, stimolando nello spettatore alcuni pensieri sul mondo in cui vive, la pellicola non ha una trama complicata, ed è per questo che riesce ad essere apprezzata da un pubblico molto eterogeneo. Nonostante questo, il film lascia comunque delle domande a fine visione, riguardanti anzitutto Barbie stessa, ma anche il suo mondo magico. Alcuni passaggi, infatti, non vengono approfonditi e questo fa sorgere alcuni dubbi a riguardo, che probabilmente non verranno mai sciolti. Cerchiamo di capire quali sono.
5Come fa il fantasma di Ruth Handler a esistere?
Un’altra scena che lascia il punto interrogativo è quella del fantasma di Ruth Handler, l’inventrice di Barbie. Quando Barbie Stereotipo sta scappando dalla Mattel che la vuole chiudere nella scatola, si imbatte in una stanza dall’atmosfera calda e familiare, situata all’interno del grattacielo, in cui incontra un’anziana signora, che prima di salutarla le dice d’essere per l’appunto Ruth Handler. Lei, però, è solo un fantasma, ma il film non spiega mai come il suo spirito rimanga in quella stanza, perché sia lì e non vada nell’aldilà, e soprattutto quale sia il suo scopo. Solo alla fine si capisce qualcosa in più, ossia che serviva come preparazione al finale, nel quale appare a Barbieland per aiutare Barbie Stereoptipo a trovare un senso alla sua vita. Il problema, però, è che la sua eterea presenza non si adatta alla narrazione.