Silvio Orlando è uno degli attori italiani più amati e richiesti. Nato a Napoli nel 1957, è capace di passare disinvoltamente dal cinema, al teatro, alla tv, alternando ruoli drammatici a ruoli comici, dagli esordi negli anni ’80 in teatro, grazie a Gabriele Salvatores passa al cinema con Kamikazen – Ultima notte a Milano (1988) per poi non lasciarlo più, pur continuando a portare avanti la sua passione per il palcoscenico. Da allora, è diretto da Salvatores stesso, ma anche da Nanni Moretti, cui lo lega una solida amicizia, che lo ha voluto per diversi film. In particolare, per la sua interpretazione in Aprile Silvio Orlando ottenne il David di Donatello come miglior attore non portagonista, mentre con Il caimano guadagnò sia il David che il Nastro d’Argento. Molteplici anche le collaborazioni con Daniele Luchetti, tra cui ricordiamo La scuola e il più recente Lacci, ma anche con Mazzacurati, Calopresti, Avati, Virzì. Senza dimenticare il suo esordio nella serialità su piattaforma, diretto da Paolo Sorrentino in The Young Pope (2016) e The New Pope (2019).
Oltre che per la sua versatilità, l’attore partenopeo si fa apprezzare per sobrietà e minimalismo nei ruoli drammatici e per estrosità e tempi comici nei ruoli da commedia. Il suo aspetto rassicurante, da uomo normale, da signore della porta accanto, interprete di personaggi spesso goffi e impacciati, avvicina il pubblico. Orlando gioca con questo impaccio, con le proprie imperfezioni e fragilità, portando il pubblico a empatizzare con lui e a riconoscervisi. Ecco quattro sue ultime interpretazioni in film da recuperare o da non perdere prossimamente in sala.
Il sol dell’avvenire
Nel 2023 prosegue il sodalizio ormai consolidato tra Silvio Orlando e Nanni Moretti, che lo vuole anche ne Il sol dell’avvenire. Il film arriva nelle sale dal 20 aprile. Moretti ha collezionato diversi premi nella sua lunga e fortunata carriera. Dal Leone d’argento a Venezia agli esordi con Sogni d’Oro, al Prix de la mise en scène e alla Palma d’Oro a Cannes rispettivamente per Caro Diario (1994) e La stanza del figlio (2001). Il regista è stato insignito anche dell’Orso d’argento a Berlino per La messa è finita (1986). Numerosi i riconoscimenti in patria. Tra i David di Donatello ricordiamo quelli per La messa è finita e Palombella rossa – miglior regia e miglior film – miglior regia anche per Caro Diario, La stanza del figlio, Habemus Papam. Dopo averlo visto interpretare lo psicanalista ne Il colibrì, e dopo la sua ultima regia, Tre piani, adattamento del romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, 2021, con Il sol dell’avvenire torna a dirigere un cast corale, in cui figurano, assieme allo stesso regista, Margherita Buy, Mathieu Amalric, Barbora Bobulova, Elena Lietti e Valentina Romani. Il lavoro è prodotto da Fandango con Sacher Film e Rai Cinema, mentre la sceneggiatura è curata da Nanni Moretti, Francesca Marciano, Valia Santella e Federica Pontremoli.
La trama de Il sol dell’avvenire non è ancora stata diffusa. Ciò che si sa della storia lo si può dedurre per ora dal trailer e dalla locandina. Molti i richiami al cinema di Moretti, le citazioni di suoi film, come la coperta che compare proprio nel trailer: la stessa di Sogni d’oro. Essendo il protagonista, interpretato dallo stesso Moretti, un regista che affronta le riprese del suo nuovo film, si parla anche di una riflessione sul cinema. Non manca la consueta ironia laconica e disillusa, propria dei film di Moretti, Poi, vi è la politica, anche questa, in un modo o nell’altro, spesso presente nei lavori del regista. Qui, il riferimento compare fin dal titolo, che ricorda tanto una celebre frase di Garibaldi, quanto una delle più note canzoni partigiane, Fischia il vento, che contiene l’espressione nel testo. Possiamo quindi immaginare una riflessione sullo stato attuale della sinista, nei confronti della quale il regista è sempre stato costruttivamente critico. Ci sono, poi, anche l’amore e il circo, chiaramente richiamato nella locandina. La colonna sonora, per quanto è dato finora sapere, si ricollega ai precedenti film, specie quelli del primo Moretti, dove Franco Battiato era immancabile. Ne Il sol dell’avvenire, il cantautore siciliano è presente con Voglio vederti danzare.
Ariaferma
Nel 2021, in piena pandemia, esce nelle sale italiane Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, di cui Silvio Orlando è stato l’acclamato protagonista, assieme a Toni Servillo. Caso cinematografico dell’anno, in tempi di confinamento e magra per le sale. Per l’interpretazione del detenuto Carmine Lagioia, Silvio Orlando si è aggiudicato sia il Nastro d’Argento che il David di Donatello. Nastro d’argento ha ricevuto anche la fotografia di Luca Bigazzi. Mentre il David di Donatello è andato anche alla sceneggiatura di Leonardo di Costanzo, Valia Santella e Bruno Oliviero. Il regista – che esordì nel 2013 con L’intervallo, seguito da I ponti di Sarajevo (2014) e L’intrusa (2017) – pur con soli quattro film all’attivo, costituisce uno degli sguardi più interessanti del nostro cinema e mostra qui la sua abilità non solo nel costruire storie e scegliere protagonisti, ma anche nel creare atmosfere che sono il fulcro del film. La suspense, la sensazione di pericolo incombente che però non viene mai mostrato, un’aria ferma, appunto, come quella di cui si parla nel titolo, carica di tensione. È coadiuvato in questo dalla fotografia e dall’uso della luce di Luca Bigazzi. Di Costanzo ha una visione personale e chiara del carcere, come di un luogo diverso, non necessariamente cruento, ma luogo in cui si possono instaurare relazioni inaspettate, in cui sopravvive l’umanità. Nel cast, accanto a Silvio Orlando e Toni Servillo, vi sono Fabrizio Ferracane, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Roberto De Francesco. Ariaferma è prodotto da Tempesta, con Rai Cinema.
La trama del film porta lo spettatore all’interno di un vecchio carcere ottocentesco in dismissione. Per problemi burocratici, il trasferimento degli ultimi detenuti ad altra destinazione è rinviato e il carcere resta senza direttore. Così, è l’agente di polizia penitenziaria più anziano, Gaetano Gargiulo (Toni Servillo) ad assumenre la direzione. All’interno sono rimasti una decina di detenuti, tra cui Carmine Lagioia (Silvio Orlando), pericoloso camorrista. In questa particolare situazione, carcerati e carcerieri si trovano a condividere uno spazio ristretto e situazioni inusuali. Lagioia cercherà di aizzare una rivolta e Gargiulo di mantenere l’ordine, vigilando in particolare sul pericoloso criminale. I normali equilibri però, sono destinati a saltare, costringendo ciascuno a guardare l’altro in una nuova prospettiva.
Siccità
A quasi trent’anni di distanza da Ferie d’agosto (1995), Paolo Virzì torna a dirigere Silvio Orlando in Siccità nel 2022. Anche stavolta si tratta di un lavoro corale. Nel cast, accanto a Orlando, Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea, Claudia Pandolfi, Emanuela Fanelli, Tommaso Ragno, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Max Tortora ed Elena Lietti. Il soggetto è di Paolo Virzì, assieme allo scrittore Paolo Giordano, mentre la sceneggiatura vede accanto al regista la storica collaboratrice e regista a sua volta, Francesca Archibugi, e lo scrittore Francesco Piccolo. Ad accompagnare la vicenda, le musiche di Paolo Piersanti e Carlo Virzì. Mentre, a dare al film la sua luce particolare, gialla e calda, arida in questo caso, è la fotografia di Luca Bigazzi. Il film è lontano dal registro di commedia che è proprio del cinema di Paolo Virzì, da Ovosodo e Ferie d’agosto appunto, a La prima cosa bella e La pazza gioia, per citarne alcuni. Siccità, infatti, è piuttosto l’istantanea desolata e desolante di una umanità allo sbando, frutto anche dei lunghi mesi di confinamento e dell’esperienza della pandemia. Premio Pasinetti a Venezia 2022 per il miglior film.
Con Siccità siamo in uno scenario distopico: una Roma futuribile in preda alla cronica mancanza d’acqua e invasa dagli insetti, uno scenario da terzo mondo. A colpire altrettanto, però è l’aridità dei sentimenti, l’umanità disseccata, che a stento si ritrova nei personaggi. Basti pensare a Loris (Valerio Mastandrea), ex autista di un politico, ora fantasma di sé stesso, che gira per le strade di Roma con la sua vecchia auto sporca, in cerca di qualche cliente da portare a destinazione. È un uomo sfatto e cinicamente rassegnato. Ma anche chi è benestante, dal punto di vista umano non ha più fortuna, come il personaggio interpretato da Elena Fanelli, poco considerata nell’azienda di famiglia e in cerca di riscatto, o alla coppia formata da Vinicio Marchioni, che interpreta l’avvocato Luca, e Claudia Pandolfi, Sara, dottoressa ed ex di Loris. Tutti appaiono disillusi e inariditi, scarsamente capaci di umanità nei confronti di sé e dell’altro. Silvio Orlando è forse l’eccezione, colui che riporta l’umanità nel film. L’attore napoletano interpreta Antonio, che esce quasi malvolentieri dal carcere in cui è detenuto, un mondo protetto, in cui si sente, nonostante tutto, a suo agio. Si ritrova a vagare nella desolazione del sole cocente, con la sua preziosa tanica d’acqua e con un unico obiettivo: incontrare sua figlia, Giulia, Sara Serraiocco, per chiederle perdono. Appare come l’unico che non si riconosce in questo mondo. Gli altri vi sono ormai assuefatti e vivono questa realtà agghiacciante come normale.
Un altro ferragosto
Si torna a parlare di Paolo Virzì, poiché stanno per prendere il via le riprese di Un altro ferragosto, prossimo film del regista livornese, sequel di Ferie d’agosto – commedia brillante e caciarona su vizi e virtù degli italiani di destra e di sinistra, divisi in due schieramenti fieramente contrapposti – che arriva a quasi trent’anni da questo. Il film vede protagonisti ancora una volta Silvio Orlando, Laura Morante e Sabrina Ferilli, si può presumere, di nuovo in vacanza e alle prese con lo scorrere del tempo. A marzo 2023 si sono svolti i sopraluoghi nelle location del primo film, sulla riviera pontina. Ventotene è di nuovo la località prescelta. Le riprese partiranno alla fine di aprile. Virzì riprende così le fila del proprio passato cinematografico, cambiando rotta dopo Siccità e ricollegandosi alle sue prime, fortunate commedie. Per questa operazione collabora alla sceneggiatura con Francesco Piccolo. Tornano nel cast anche Rocco Papaleo, Silvio Vannucci, Raffaele Vannoli e Claudia Della Seta. Peserà certo l’assenza di Piero Natoli ed Ennio Fantastichini, nel frattempo scomparsi. Virzì punta però su nuovi ingressi come Vinicio Marchioni, Christian De Sica, Emanuela Fanelli e Lorenzo Fantastichini.