David Koepp: sceneggiatore “sbanca botteghini” e regista in cerca del vero successo

Jurassic Park

David Koepp: l’America lo ama per le sue sceneggiature, che ottengono sempre un’enorme successo di pubblico. Il suo lavoro agli script di famosi film hollywoodiani, spesso caratterizzati da azione ed effetti speciali, gli è però valso un consistente seguito in tutto il mondo. La sua collaborazione ad una pellicola è insomma una sorta di garanzia “sbanca botteghino”. In particolar modo, gli vengono spesso affidati episodi di saghe e simili, specie laddove il momento è delicato o difficile; dove c’è una svolta necessaria da imprimere alla storia, dove occorre il cosiddetto “colpo di genio”, oppure dove c’è da riprendere un discorso interrotto molti anni prima.

 

Per questo lo ha voluto Steven Spielberg, che gli ha affidato le avventure nel celebre parco giurassico per ben due volte (Jurassic Park e Il mondo perduto – Jurassic Park), ma anche altri successi come il ritorno di Indiana Jones nell’ultimo: Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Per questo, ha diretto lo Spider-Man di Sam Raimi e c’è chi fa il suo nome per un eventuale sequel di Biancaneve e il Cacciatore. A rivolgersi a lui ad Hollywood, però, sono stati anche Brian De Palma, per il quale ha firmato un cult come  Carlito’s Way e Mission: Impossible, o Ron Howard, che dopo aver collaborato con lui agli esordi, lo ha chiamato a tenere le fila della trasposizione del romanzo di Dan Brown Angeli e Demoni. Già, perché una specialità del nostro personaggio sono proprio le trasposizioni cinematografiche da romanzi e racconti. Non altrettanta fortuna ha avuto finora la sua carriera di regista e su questo fronte, vedremo se saprà stupirci con Senza freni, che potremo vedere dal prossimo 7 settembre.

David Koepp, nativo del Wisconsin, classe ’63, studia recitazione e drammaturgia alla locale università e poi alla School of Theatre, Film and Television dell’Università della California. L’esordio alla sceneggiatura è una collaborazione con Martin Donovan: assieme scrivono l’ossatura di Apartment Zero (’88), un giallo poi diretto dallo stesso Donovan, con Colin Firth e Fabrizio Bentivoglio. Ma il primo vero successo di Koepp sarà la sceneggiatura della commedia satirico-grottesca La morte ti fa bella (’92), diretta da Robert Zemeckis sull’eterna giovinezza e la paura della morte, che ha per protagonisti Meryl Streep, Goldie Hawn e Bruce Willis.

Il vero ingresso ad Hollywood arriva però per Koepp l’anno seguente, quando è scelto da Steven Spielberg per Jurassic Park, trasposizione sul grande schermo di un romanzo di Michael Crichton. Koepp riesce a dosare i giusti ingredienti: fantascienza, azione, thriller e riportare rocambolescamente in vita i dinosauri ai giorni nostri, dove ovviamente c’è qualcuno pronto a sfruttarli e farne un business. Le avventure che seguono, con i grossi animali preistorici che sfuggono al controllo umano e diventano una minaccia, tengono lo spettatore amante del genere fantastico incollato alla poltrona, grazie anche alla sapiente direzione di Spielberg e alla giusta dose di effetti speciali. Il film è infatti premiato con l’Oscar proprio per gli effetti speciali visivi e sonori e per il suono. Del cast fanno parte Sam Neill, Jeff Goldblum e Laura Dern.

Dello stesso anno, un film drammatico, anche se sempre caratterizzato da azione e ritmo, vede Koepp alla sceneggiatura e inaugura la sua collaborazione con un altro grande nome di Hollywood: è Carlito’s Way  di Brian De Palma. Il regista offre qui una delle sue migliori prove, tratteggiando il ritratto umanissimo di un ex malavitoso portoricano, Carlito Brigante/Al Pacino, che dopo la galera è deciso a rifarsi una vita ma verrà risucchiato dal vortice del crimine, in cui si sentirà costretto a rientrare per aiutare l’avvocato che l’ha fatto uscire di prigione, e suo migliore amico, David Kleinfeld/Sean Penn corrotto e cocainomane. Assieme all’incalzante regia di De Palma, Koepp orchestra abilmente l’andamento della storia, narrata in flash back, che corre verso l’unico finale possibile, con buona pace dello spettatore, che non può che parteggiare per il protagonista, sinceramente ravvedutosi e ora reo solo di non poter cancellare il proprio passato. Le interpretazioni di Pacino e di Sean Penn  fanno il resto, come pure, per la versione italiana, il sempre impeccabile doppiaggio di Giancarlo Giannini, premiato col Nastro d’Argento.

L’anno dopo Koepp esordisce dietro la macchina da presa, ma senza molto successo. Si ributta così nella collaborazione con De Palma, all’insegna dell’azione e del genere spionistico. I due danno vita al primo episodio di quello che sarà un fecondo blockbuster d’ispirazione televisiva: Mission: Impossible (’96). Film dal ritmo adrenalinico che punta sui colpi di scena e gli effetti speciali, tutto costruito attorno al protagonista, Tom Cruise nei panni dell’agente Ethan Hunt.

Anche la seconda regia di Koepp non è eclatante: si tratta del thriller Effetto Blackout (’96), di cui cura pure la sceneggiatura. L’idea di partenza è singolare e poteva essere  efficace, ma il lavoro è complessivamente debole e poco avvincente. Le cose vanno decisamente meglio l’anno seguente, quando il nostro torna a dedicarsi solo agli script: Spielberg lo vuole ancora con sé per Il mondo perduto – Jurassic Park, che pur non bissando gli esiti del primo episodio, porta comunque un consistente numero di spettatori in sala.

Seguono altre due regie per Koepp, sempre nei territori del thriller: una nel ’99 con Echi mortali e l’altra nel 2004 con Secret Window. Lo sceneggiatore e regista si avvale qui di due protagonisti di tutto rispetto: nel primo caso, Kevin Bacon e nel secondo, Johnny Depp, coadiuvato anche da John Turturro. In entrambi i casi, riesce a darci una maggiore suspense e risultati migliori della sua precedente prova, pur non riuscendo a portare del tutto lo spettatore dalla sua. Non riesce, insomma, a spezzare quella sorta di maledizione, che lo vuole sempre un po’ in difficoltà nei suoi passaggi dietro la macchina da presa.

La stella di Koepp brilla invece per la maestria con cui orchestra l’avvincente trama del thriller claustrofobico Panic Room (2002) di David Fincher, sceneggiato e anche prodotto da Koepp, nonché ben condotto a termine dal regista e da attori di grande valore come Jodie Foster e Forest Whitaker. Nello stesso 2002 il nostro mago degli script è chiamato a rinverdire i fasti della saga cinematografica dell’Uomo Ragno assieme al regista Sam Raimi con Spider-Man. L’operazione riesce e la pellicola è premiata anche stavolta da buoni incassi. In quest’anno particolarmente fortunato, Koepp lavora anche in tv, creando per la CBS la serie televisiva Hack.

Nel 2005, nuova collaborazione con Spielberg per il fantascientifico e ancora una volta avvincente La guerra dei mondi, seguita da quella di tre anni dopo che vede i due impegnati a riportare sul grande schermo le avventure del mitico Indiana Jones in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Risale invece al 2009 la sua più recente collaborazione con Ron Howard, con cui aveva già lavorato a metà anni ’90. Per dare un seguito a Il Codice da Vinci (ma sarà in realtà un prequel), anche questo come il precedente, tratto da un best seller di Dan Brown, Howard si affida alla sceneggiatura di Koepp. Insieme confezionano un thriller esoterico che si muove tra la Città Eterna e il Vaticano. Tom Hanks, che interpreta ancora una volta il professore di semiologia Robert Langdon, in questa avventura è chiamato a indagare sulla scomparsa improvvisa di quattro cardinali, proprio i favoriti che potrebbero salire al soglio pontificio. Si sta infatti per eleggere il nuovo Papa. Non mancano azione e suspense, non manca neppure la minaccia della setta degli Illuminati, che sconvolge gli equilibri della Chiesa. Tema di fondo è sempre la diatriba (e qui possibile conciliazione) tra scienza e fede. La pellicola ottiene un notevole successo al botteghino, come nella migliore tradizione di Koepp.

Ma lo sceneggiatore non ha accantonato la regia, riuscendo nel 2008 ad ottenere buoni risultati con un radicale cambio di genere. Abbandonati il thriller e l’avventura, vira verso la commedia dai toni romantici con il gradevole Ghost Town. Protagonista l’introverso e asociale Dottor Pincus/Ricky Gervais, che si ritrova alle prese con i fantasmi: rischia che tutti quelli che ci sono a New York – anime che non possono riposare in pace perché hanno conti in sospeso sulla terra – continuino a tormentarlo, se non aiuterà almeno uno di loro, Frank Herlihy/Greg Kinnear ad impedire il matrimonio della sua vedova Gwen/Téa Leoni. La commedia si muove piuttosto agevolmente tra sviluppo romantico, seppure di una certa prevedibilità, e momenti ironici e genuinamente divertenti, sorretta da due buone interpretazioni. Koepp ripropone, sì, il tema dell’uomo da far ravvedere tramite l’incontro con dei fantasmi, già esplorato in letteratura, cinema e tv, ma riesce a darcene una versione senz’altro godibile.

L’ultima fatica di Koepp regista, invece, vede la luce proprio in questo 2012, ed è un ritorno al film d’azione con Senza freni. Protagonista un giovane fattorino (Joseph Gordon-Levitt) che trasporta una misteriosa busta e si troverà inseguito per le strade della Grande Mela, impegnato in corse mozzafiato in bicicletta. Il film sarà nelle sale americane dal prossimo 24 agosto e nelle nostre dal 7 settembre.

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