È uno dei titoli che
accompagnano l’inaugurazione di Star, Godfather of
Harlem, disponibile su Disney+ all’interno
dell’offerta del suo nuovo canale che offrirà contenuti più adulti
ai suoi abbonati. E non a caso si tratta di una storia di violenza,
di mafia, di potere e di lotta per i diritti civili.
Ispirato a persone ed
eventi reali, Godfather of Harlem reimmagina la
storia del famigerato boss del crimine Bumpy Johnson (il vincitore
Premio Oscar
Forest Whitaker), che nei primi anni ’60 torna
dopo dieci anni di prigione e trova in rovina il quartiere che un
tempo governava. Con le strade controllate dalla mafia italiana,
Bumpy deve affrontare la famiglia criminale Genovese, che nel
frattempo aveva steso la sua mano su Harlem, per riprendere il
controllo. Durante la brutale battaglia, forma un’alleanza con il
predicatore radicale Malcolm X (Nigél Thatch) e la
loro storia si interseca tra l’ascesa politica di Malcolm, in pieno
sconvolgimento sociale, e una guerra di mafia che minaccia di fare
a pezzi la città. Godfather of Harlem è una collisione tra la
malavita e il movimento per i diritti civili durante uno dei
periodi più tumultuosi della storia americana.
Godfather of Harlem: reimmaginando una storia vera
Scritto da Chris
Brancato e da Paul Eckstein,
Godfather of Harlem deve la sua esistenza al suo
produttore esecutivo e protagonista,
Forest Whitaker, che ha scelto di indagare per
prima cosa luoghi e persone, per ricreare il suo Bumpy Johnson,
nato Ellsworth Raymond Johnson, che per 38 anni
governò a tutti gli effetti il grande quartiere di New York, per il
quale era “uomo d’affari, un padre di famiglia, un poeta, uno
stratega, un giocatore di scacchi”, a tutti gli effetti un
supervisore, un padrino.
L’aspetto più
interessante di questa storia è che la malavita si intreccia con la
politica, in una circostanza che però ha come obbiettivo il bene
comune, o almeno queste erano le motivazioni di Malcolm X, che si
alleò con il boss per portare avanti la sua rivoluzione per la
difesa e la promozione dei diritti civili dei neri. A interpretare
il politico radicale è stato chiamato Nigél
Thatch, che aveva già interpretato il personaggio storico
in
Selma, di Ava DuVernay, e che
qui torna ad offrire non solo i suoi tratti, ma il suo spirito ad
una delle figure più fondanti e controverse della storia
americana.
Tra Whitaker e
Thatch si inserisce un gigantesco, non solo per la sua stazza,
Vincent D’Onofrio, a cui è stato affidato il
ruolo di Vincent Chin Gigante, appartenente alla
famiglia italiana che aveva preso il controllo della zona in
assenza di Johnson, e che era un personaggio violento e
profondamente razzista. Molte sono le dichiarazioni di D’Onofrio
proprio in merito alla sgradevolezza del suo personaggio, che
spesso, ha detto, era difficile da interpretare perché gli lasciava
addosso un’energia negativa che lo seguiva fino a casa. Lo sforzo
interpretativo dell’attore è stato però premiato da un risultato
eccellente, come ci ha abituato da molto tempo fino a oggi.
Un’altra difficoltà riscontrata da D’Onofrio, è stata che se
Whitaker e Thatch hanno avuto la possibilità di parlare e
confrontarsi con i parenti delle persone chiamate ad interpretare,
o comunque di avere riferimenti audiovisivi su cui studiare il
personaggio, per lui questo non è stato possibile, il che aggiunge
un grado di difficoltà ulteriore alla performance.
Tuttavia, proprio questo
elemento introduce una componente a cui la piattaforma produttiva
tiene molto, ovvero che la storia, pur basandosi su fatti reali, è
stata oggetto di drammatizzazione e invenzione, per rendere i fatti
raccontati più adatti alla struttura seriale, che prima di tutto
tende all’intrattenimento. Nei comunicati ufficiali di Godfather of
Harlem si legge infatti che “nonostante questa storia sia
ispirata a eventi reali, alcuni personaggi, caratterizzazioni,
fatti, luoghi e dialoghi sono stati romanzati o inventati per
necessità di drammatizzazione”.
Se Godfather of
Harlem trova il suo punto di forza principalmente nelle
interpretazioni degli attori, così solidi e in parte, è anche una
serie tv che è un piacere guardare da un punto di vista estetico,
visto che offre una ricostruzione davvero curata e attenta degli
anni Sessanta ad Harlem, e pure se spesso indugia su scenari
trasandati e non certo gradevoli, lo fa con una ricercatezza e una
verità filologica che non fanno altro che arricchire il valore
complessivo del lavoro svolto.
I primi due episodi di
Godfather of Harlem saranno disponibili su
Disney+ dal 23 febbraio, mentre dal 26
in poi verranno resi disponibili in streaming gli altri otto
episodi della prima stagione.