Cavalcando l’onda del successo
della trilogia di Dario
Argento (L’Uccello Dalle Piume di
Cristallo, Il Gatto a Nove Code e Quattro Mosche di Velluto
Grigio) anche Lucio Fulci, spinto
dal produttore Edmondo Amati, fu costretto a
cambiare il titolo del suo ultimo film – in un primo momento
La Gabbia – in Una Lucertola
con La Pelle di Donna.
La trama di Una Lucertola
con La Pelle di Donna
Il 1971 è, nel cinema italiano, un
anno popolato da mosche, gatti, lucertole, tarantole, uccelli dalle
piume di cristallo e scorpioni; niente a che fare con un
improbabile oroscopo cinese comunque: quell’anno videro la luce
numerosi thriller dalle venature horror che avevano come
protagonisti- almeno nel titolo- gli animali.
Il film di Lucio
Fulci
Il film rappresenta la seconda
incursione di Fulci nel thriller, dopo il promettente esordio di
L’Una sull’Altra, e attraverso una narrazione
sospesa tra l’onirico e il gore racconta la storia di
Carol Hammond, che vive a Londra col marito avvocato Frank e la
figliastra Joan; improvvisamente, però, le notti della donna
vengono turbate da strani incubi ricorrenti, che confida al suo
psicanalista: sogna di correre nello stretto e claustrofobico
corridoio di un treno, che poi si popola di uomini e donne nude;
prima Carol comincia a cadere nel buio, poi si ritrova nel “king
size bed” della sua vicina, Julia Durer, una donna bizzarra e
ambigua che organizza, ogni notte, degli strani festini in casa sua
invitando hippie e sballati. Nell’incubo, dopo un rapporto d’amore
lesbico, uccide la donna piantandole un fermacarte nel petto.
La mattina dopo, Carol apprende
proprio dalla polizia che Julia è morta realmente, e che hanno
ritrovato vicino al suo corpo una pelliccia e un fermacarte, gli
stessi oggetti che aveva Carol nel sogno, e che la fanno diventare
a tutti gli effetti l’indiziata numero uno nelle indagini condotte
dall’ispettore Corvin.
Una Lucertola con La Pelle di
Donna, classico giallo all’italiana
Una Lucertola con La Pelle
di Donna ha l’impianto solido e ben strutturato del
classico giallo italiano, caratterizzato da una trama ricca di
colpi di scena e un gusto splatter che ha reso Fulci il
Godfather of gore in tutto il mondo, raccogliendo perfino
il plauso di Mario Bava: ma proprio i numerosi
colpi di scena che dovrebbero servire a rendere ancora più
intricata la diegesi di questo giallo tendono piuttosto ad
appesantirne lo svolgimento, perdendo di vista il fil
rouge che dovrebbe tenere uniti gli eventi.
Il pregio maggiore di Una
Lucertola con La Pelle di Donna riguarda le innovazioni
tecnico- visive: già nel precedente thriller Fulci aveva
sperimentato con la fotografia, premiando soprattutto le variazioni
cromatiche in chiave pop; qui fa ancora di più, realizzando alcune
delle scene più oniriche – e sensuali – della storia del
cinema italiano, restituendo allo spettatore la medesima sensazione
di un trip psichedelico e lisergico prettamente anni ’70,
una discesa nel maelstrom popolata da incubi e fantasmi
del mondo dei sogni, perturbanti freudiani che popolano la nostra
realtà quotidiana e che, durante il sonno della ragione notturno,
tornano a farci visita sotto altre, inquietanti, forme.
Per lo spettatore – come per Carol
– diventa quasi impossibile discernere il confine tra realtà e
sogno lucido, incubo e inferno del quotidiano, senza perdere la
bussola della propria lucidità mentale.