Il Kino continua con le
interconnessioni tra presente e passato. Lunedì 30 Luglio,
nell’arena di Parco San Sebastiano alle Terme di Caracalla a Roma,
verrà sonorizzato da Leonardo Celeri e Daniele Pozzovio uno dei
capolavori di Charlie Chaplin, Tempi Moderni.
Inizia anche una altra
sperimentazione, che sulla carta appare già vincente: le
Kinocene, ovvero cene a tema ispirato dal film in
programmazione, in fondo ogni buon cinefilo è anche una buona
forchetta, in fondo. La prima portata sarà quella di
Estomago, film brasiliano che mette in scena il
“ristorante che è la vita”, che verrà proiettato il 18 Luglio,
Mozzarella Stories, il 25 Luglio, che vedrà il
regista, Edoardo De Angelis, presente sia a cena che al tavolo.
Un altro evento del tutto speciale
sarà la proiezione di una versione riveduta e ampliata, una sorta
di Director’s cut per un film culto, Le iene di
Quentin Tarantino, di cui quest’anno cade il ventennale.
E’ iniziato da due giorni
l’edizione 2012 del Giffoni Film Festival ed è già tempo di
accogliere la prima star internazionale della manifestazione
campana famosa in tutto il mondo e dedicata completamente ai
giovani. Da Los Angeles arriva la bellissima Jessica Alba
Dopo il teaser trailer (in versione
bootleg) presentato ieri al Comi Con di San Diego, ecco il teaser
poster di Man of Steel, l’atteso reboot
di Superman diretto da Zach Snyder ed interpretato, nel doppio
ruolo di Clark Kent/Superman da Henry Cavill.
L’ideatore e sceneggiatore della saga
cinematografica di Bourne, Tony Gilroy, prende le redini della regia in questo nuovo
attesissimo quarto episodio: The Bourne Legacy.
La leggenda del cacciatore di vampiri:
Il giovane Abraham, dopo aver scoperto che la madre è stata
assassinata da una creatura misteriosa, darà inizio ad una caccia
ai vampiri che durerà per tutta la sua vita.
Cominciato il tour
europeo del cast di The Bourne Legacy, così come promesso
Edward Norton e il protagonista Jeremy
Renner sono intervenuti, insieme al regista e
sceneggiatore del film Tony Gilroy, alla
conferenza stampa di questa mattina.
In occasione del Comic-Con
attualmente in costo a San Diego, oltre a parlare del suo prossimo
progetto, Pacific Rim, Guillermo Del
Toro è tornato sulla vicenda della mancata realizzazione
di Alle montagne della follia, tratto dal racconto di H.P.
Lovecraft a causa della concomitante realizzazione di Prometheus
di Ridley Scott.
Del Toro ha sottolineato come la
chiusura dell’adattamento lovecraftiano sia stata un brutto colpo:
il lavoro infatti era già a buon punto: le creature del film erano
già state disegnate, i set in buona parte realizzati, le location
in fase di ricerca; la sceneggiatura aveva già sperimentato varie
stesure; poi, tutto venne stoppato, a causa della scelta da parte
della 20th Century Fox di puntare su Prometheus.
I due film infatti avrebbero
condiviso il concetto di fondo, così come alcuni sviluppi della
trama: va infatti ricordato che lo stesso racconto di
Lovecraft fu una delle fonti di ispirazione per il
primo Alien. Del Toro ha comunque confermato di
non aver rinunciato all’idea – si tratta del resto di un progetto
che ha in mente da anni – ma di voler prima vedere Prometheus per capire l’effettiva affinità trai
due progetti.
Si avvicina l’edizione 2012 del
Faito Doc Festival, evento cinematografico estivo dedicato ai
documentari e alla varietà di questa categoria che al mondo viene
prodotta.
Arriva una succulente
anticipazione da The Playlist e ripresa da Badtaste.it
dell’interessante intervista a Christopher Nolan fatta
da Entertainment Weekly
Squadra che vince non
si cambia. Anzi, si migliora. Quando un paio di anni fa
Sylvester Stallone decise di celebrare il suo
pensionamento dal cinema d’azione realizzando un film con tutti i
suoi colleghi delle ultime decadi e per passare metaforicamente il
testimone a Jason Statham, forse aveva immaginato
che l’operazione avrebbe avuto successo, puntando dritta al cuore
di chi i suoi film, e quelli dei suoi colleghi, li ammirava con
devozione, ma non tanto da prevedere un sequel e poi chissà.
Arriva la dichiarazione che molti
attendevano dal giorno in cui è stata diffusa la foto di Ron
Perlman con indosso nuovamente il trucco e il costume di
Hellboy.
Ecco una nuovo clip de Il cavaliere oscuro – Il ritorno in
cui il medico diagnostica a Bruce Wayne un problema alle ginocchia.
Il montaggio della prima parte dle video, abbastanza ironico,
potrebbe (ovviamente) essere diverso da qui al film. Inoltre nella
parte finale diverse mini scene inedite. Ecco il video:
Dopo la gaffe che David Letterman
ha fatto in sua presenza, ecco una intervista ad Anne Hathaway che
arrossisce ai complimenti della giornalista. Da notare il poster 3D
alle sue spalle! Ecco il video:
Nel panorama cinematografico
mondiale, e hollywoodiano in particolare, non esiste altro attore
che abbia legato indissolubilmente il proprio volto a quello dei
suoi personaggi più celebri: Sylvester Stallone,
detto anche Sly, è stato, è e sarà per tutti e per sempre Rocky Balboa e John
Rambo.
Eppure, dietro a questo volto che
oggi appare innaturalmente deformato dalla chirurgia estetica e da
sconsigliabili rimedi sintetici contro la vecchiaia, si cela un
uomo la cui storia di vita merita di essere raccontata a tutti
coloro che non dovessero conoscerla. E’ una storia fatta di grandi
successi raggiunti attraverso grandi difficoltà, grandi sconfitte e
delusioni figlie di scelte sbagliate, rinascite e ricadute continue
collocate all’interno di una vicenda umana e familiare spesso
tormentata e caratterizzata dal dolore e da grandi tragedie
personali.
Sylvester Stallone: la star
più criticata e longeva di Hollywood
Sylvester Gardenzio Stallone nasce
a New York il 06 luglio del 1946 in un istituto di carità di
Manhattan chiamato in modo sinistro “Hell’s kitchen”, la cucina
dell’inferno. I genitori sono emigranti provenienti dalla vecchia
Europa: il padre Frank è un barbiere di origini italiane, pugliesi
più precisamente (Gioa del Colle, Bari) mentre la madre Jaqueline
Labofish è un’astrologa figlia di emigranti ucraini e francesi.
Dalla coppia nascerà anche un secondogenito: Frank Jr.
La vita per Sly comincia subito in
salita infatti durante il parto, in seguito ad un utilizzo
inappropriato del forcipe, gli viene rescisso un nervo facciale
sulla parte sinistra del volto e nei primi anni di vita dovrà
affrontare altri problemi di salute come il rachitismo. Non è uno
studente modello, tutt’altro, è un giovane e vivace ragazzo
indomabile che si farà espellere da 14 scuole quando non avrà
ancora compiuto i 15 anni. La situazione in famiglia non lo aiuta
di certo: la madre è un’alcoolista e dopo essersi separata dal
marito se ne andrà di casa lasciando i due figli alla severa
educazione del padre.
Ma questa situazione non durerà
molto infatti a poco più di 15 anni Sylvester e il fratello Frank
raggiungeranno la madre e il suo nuovo compagno a Filadelfia dove
frequenterà il college ottenendo diverse borse di studio per meriti
sportivi; football e scherma ma anche palestra, un ambiente che
conoscerà a fondo, e che tanto inciderà nella sua carriera. Siamo
alla fine degli anni ’60 e Sylvester grazie allo sport non solo
supera i limiti fisici che lo hanno tormentato per tutta l’infanzia
ma vede aprirsi possibilità di studio inaspettate; si iscrive alla
facoltà di arte drammatica della University of Miami ma i libri non
fanno per lui e dopo poco lascerà gli studi per dedicarsi, nella
pratica, alla carriera di attore.
1969, Stallone torna a New York, la
città della sua infanzia. Prime piccole particine in produzioni
off-Brodway, prime sceneggiature scritte sotto falsi nomi,
pseudonimi come Q Moonblood. La prima apparizione cinematografica
fotografa fedelmente le sue precarie condizioni di vita e la sua
disperata necessità di lavorare: è un film hard, Porno proibito
– Italian Stallion. Per quella scrittura riceverà 200 dollari
e poco dopo otterrà una parte da protagonista nel film Rebel –
fuga senza scampo.
Nei primi anni ’70 comparirà in
vari film ma sempre con ruoli molto secondari, tra gli altri
ricordiamo Il dittatore dello stato libero di Bananas
diretto da Woody Allen. Ma se non fatica a trovare parti e
particine, ancora nel genere erotico in un opera teatrale minore,
sarà scartato dal casting per una parte ne Il padrino di
Francis Ford Coppola.
Siamo quindi nel 1974 un anno che
sarà molto importante per Stallone, primo per il suo matrimonio con
l’attrice Sasha Czack da cui avrà due figli maschi: Sage e Seth;
secondo perchè deciderà di lasciare New York per Los Angeles. Nella
città degli angeli le cose sembrano girare per il verso giusto
quando ottiene una parte di un certo rilievo nel film con Henry
Winkler Happy Days – La banda dei fiori di pesco e
soprattutto quando interpreta Frank Nitti in Quella sporca
ultima notte.
Ma un’ennesima delusione è subito
lì, dietro l’angolo, quando presentatosi al casting di Guerre stellari
di George Lucas, per il ruolo di Han Solo, verrà irrimediabilmente
scartato. La carriera di Stallone è però sempre stata
caratterizzata da un’incredibile alternarsi di alti e di bassi, e
anche in questa occasione ad una delusione segue un capitolo
positivo e quello che accadrà nel 1975 sarà la vera e decisiva
svolta della sua vita.
Il famoso manager
pugilistico Don King, vero e indiscusso padre padrone della boxe
professionistica statunitense, decide di organizzare un singolare
incontro tra Mohammed Alì, campione del mondo in carica, e uno
sconosciuto sfidante Chuck Wepner. Wepner, invece di vestire i
panni della vittima sacrificale, rimane in piedi per tutte e 15 le
riprese togliendosi anche il lusso di stendere al tappeto il
campione alla nona ripresa; finirà KO solo all’ultimo gong. Tra gli
spettatori increduli e sbalorditi dalla tenacia e dal coraggio di
quel pugile sconosciuto c’è, guarda caso, anche Sylvester
Stallone.
La sceneggiatura del film si
scrisse praticamente da sola in appena tre giorni e dopo qualche
correzione Sly la propose subito a tutti i produttori che riuscì a
contattare. Gli unici lungimiranti che gli diedero retta furono
Irwin Winkler e Robert Chartoff i quali però avevano intenzione di
acquistare i diritti dello script per affidare poi la parte
principale ad un attore già affermato. E’ in questo delicatissimo
frangente che Stallone si è giocato tutta la sua fortuna seguente;
determinato, ostinato e risoluto non ha mai ceduto alle
lusinghe dei produttori che arrivarono a mettere sul piatto cifre
importanti, anche fino a 300 mila dollari, tanti per un attore e
sceneggiatore scapestrato che in banca aveva sì e no un centinaio
di bigliettoni verdi. Rocky Balboa, il protagonista del film,
doveva essere interpretato da lui, da quella condizione Sly non si
volle muovere.
Il resto è storia: Rocky,
la storia di un povero e ignorante pugile italo-americano che vive
nella periferia di Filadelfia, ovviamente, e che arriverà a sfidare
il campione del mondo dei pesi massimi, avrà il volto angoloso di
Sylvester Stallone e sarà l’inizio del mito. Dieci nomination
all’Oscar, tre quelli vinti: film, regia e montaggio e per Stallone
la soddisfazione anche di ricevere una nomination per la miglior
interpretazione e per la miglior sceneggiatura originale, un
binomio che nel passato era riuscito solo a due mostri sacri quali
Chaplin e Orson Welles.
Più di 200 milioni di incassi,
ottima critica, un successo incontestato e assoluto capace di
sbaragliare concorrenti di tutto rispetto quali Taxi
Driver, Quinto potere e Tutti gli uomini del
presidente. Ma soprattutto l’inizio di una delle saghe
cinematografiche più amate e seguite dal grande pubblico che da lì
in avanti accompagnerà e segnerà nel bene e nel male, negli ultimi
anni, la carriera di Stallone. Nel 1979, senza perdere tempo,
dirigerà lui personalmente il sequel Rocky II che otterrà
altrettanto successo di critica e pubblico.
Il successo di
Rocky giunge alla fine degli anni ’70 e
con gli anni ’80 si apre per Sly il decennio più prolifico e
importante per la sua carriera, il periodo dove l’attore, regista e
sceneggiatore si afferma come protagonista e icona mondiale del
genere action–movie. Basta pensare che in questo
decennio magico Stallone uscirà nelle sale con I falchi della
notte, 1980 di Bruce Malmuth, bellissimo poliziesco in cui
veste i fortunatissimi panni dell’agente Deke Da Silva e nello
stesso anno con Fuga per la vittoria di John Huston.
Nel 1982 è la volta di Rocky
III quindi l’anno successivo dirigerà Staying alive,
sequel de La febbre del sabato sera con John Travolta. Nel
1985, in piena guerra fredda, uscirà nelle sale con il quarto
capitolo di Rocky, film in cui il nostro eroe deve vedersela con un
gelido e spietato campione sovietico; Rocky IV ancora oggi
è al primo posto assoluto nella classifica di incassi per i film di
genere sportivo. Cobra (1986), Over the top
(1987), Tango e Cash e Sorvegliato speciale
(1989) sono gli altri grandi successi di botteghino con cui Sly
chiude un decennio magico che lo ha definitivamente incoronato come
icona mondiale del cinema d’azione hollywoodiano.
Ma a farlo entrare una volta per
tutte nell’immaginario collettivo sarà un altro personaggio su cui
Stallone costruirà una seconda e fortunatissima saga
cinematografica: stiamo ovviamente parlando di John Rambo.
Personaggio nato dalla penna di David Morrell e da un suo celebre
romanzo del 1972, Rambo è un violento berretto verde reduce dalla
guerra in Vietnam, esperienza che ha irrimediabilmente scalfito la
sua vita e la sua personalità ormai quasi incapace di approcciarsi
al prossimo.
Quando Ted Kotcheff nei primi anni
’80 viene incaricato di dirigere un riadattamento cinematografico
del romanzo di Marrell saranno parecchi i nomi proposti per la
parte del protagonista: da Steve McQueen, molto interessato ma
ritenuto troppo vecchio, a Clint Eastwood, Al Pacino, Jeff Bridges sino a
De Niro e Travolta. Stallone sbaragliò la concorrenza grazie al
planetario successo di Rocky e ottenne non solo la parte ma anche
la possibilità di limare a suo piacimento il carattere del
protagonista che Sly rese più umano e “buono” rispetto al
romanzo.
Dal 1982, anno di Rambo, the
first blood, seguiranno altri due seguiti campioni di incassi
al botteghino: Rambo II – la vendetta, uscito nella stessa
stagione di Rocky IV, e nel 1987 Rambo III,
quello che raccoglierà l’accoglienza più tiepida e delusa.
Come per l’ultimo Rocky
anche queste tre pellicole, in cui il muscoloso e invincibile
marine stermina interi eserciti di cattivi con occhi a mandorla o
con divise sovietiche, diventano oggetto di discussione e polemica
socio-politica in quanto ritenute bieco strumento di propaganda e
retorica patriottarda al servizio dell’amministrazione Reagan. E’
in quel frangente infatti che il “reaganesimo” era all’apice del
suo attacco concentrico all’URSS. Indubbiamente queste critiche e
queste discussioni giovarono alla popolarità stessa del film e del
suo personaggio.
Finiti i magici anni ’90 Stallone
inizia una fase di carriera dalle fortune più alterne. Film
discretamente riusciti come Cliffhanger diretto da Harry
Harlin nel 1993 e meritevole di tre nomination agli Oscar ad altri
decisamente meno fortunati come Demolition Man di Marco
Brambilla , Assasins in cui recita al fianco di Banderas e
Julienne Moore e soprattutto il pessimo Dredd – La legge sono
io di Danny Cannon.
Ma come di suo solito il caro Sly,
come la mitica fenice, sa sempre come risollevarsi dai propri
insuccessi e da un periodo poco brillante ne esce con quella che
molti critici considerano la sua migliore interpretazione di
sempre: stiamo parlando di Freddy Helfin, il timido e disorientato
sceriffo di un distretto di New York protagonista di Cop
Land riuscitissimo film sulla corruzione della polizia
newyorkese diretto da James Mangold. Per questa complicata e
inusuale interpretazione Stallone arriva ad ingrassare sino a 18
chili immergendosi in un ruolo molto diverso e lontano dai suoi
precedenti .
Purtroppo nell’ultimo decennio Sly
non ha voluto continuare la strada tracciata da Cop land e
perseguire con ruoli più adatti ad un attore non più giovane e non
più fisicamente adatto a certe parti da superuomo. Il nuovo
millennio ha visto Stallone riproporsi in film da blockbuster dove
interpreta in modo poco convincente e quasi caricaturale quei
personaggi da lui creati e da cui sembra non riuscire più a
liberarsi. Stiamo parlando di Rocky Balboa del 2006 e
John Rambo del 2008; due ennesimi ed estenuanti sequel dei
sequel che lui stesso anni fa aveva promesso e garantito di non
voler fare; forse non prevedendo quel drastico calo di popolarità
che è poi sopraggiunto.
Ma dal 2009 ad oggi Sly la fenice
ha avuto il suo ennesimo colpo di reni; capito che forse era meglio
appendere definitivamente i guantoni al chiodo e di lasciare la
guerra del Vietnam tra i libri di storia, Sylvester ha ideato una
serie di film che rimanendo nel genere d’azione si sono però
liberati dalle catene dei vecchi personaggi ormai fuori moda.
Quindi, trovando la determinante co-partecipazione di altri mostri
del genere come Arnold Scwarzneggere , Jean-Claude Van Damme, Chuck
Norris e addirittura Bruce Willis, ecco presentarsi nelle sale con
gli ultimissimi I mercenari- The Expendables, film del
2009, di cui è già pronto il sequel in uscita il prossimo mese di
agosto. Sempre in fase di lancio anche The Tomb, thriller
carcerario in cui reciterà ancora al fianco di Schwarzy oltre che
con 50 Cent e Jim Caviezel.
Non saranno capolavori nel senso
più estetico del termine ma hanno raccolto un importantissimo
gradimento da parte del pubblico da multisala.
Sylvester Stallone è indubbiamente
un personaggio controverso per cui il successo come icona di un
certo genere cinematografico ha sempre camminato in parallelo allo
scetticismo dei critici sulle sue reali capacità artistiche. Il suo
nome è scolpito dal 1984 sulla Hollywood Walk of Fame di Los
Angeles, che AskMen.com lo colloca al terzo posto nella classifica
“dei più grandi attori d’azione viventi” e la rivista Empire al
92mo posto tra gli attori di sempre.
Tre matrimoni alle spalle, il
secondo molto discusso e oggetto di inverosimili maldicenze con la
giunonica attrice e modella Brigitte Nielsen e cinque figli: due,
come già detto, dalla prima moglie e tre femmine avute dall’ultima
consorte Jennifer Flavin sposata nel 1997.
Una vita famigliare difficile e
disseminata da grandi dolori: il secondogenito Seargeoh “Seth”, il
piccolo neonato che compare in Rocky II, è affetto da una
forma di autismo mentre, ed è triste cronaca di questi giorni, il
primogenito Sage Stallone, con cui recitò in Rocky V, è
stato trovato morto in un appartamento di Los Angeles dove viveva
come un eremita in mezzo ad immondizia e farmaci.
Una vita piena dove non gli è
mancato nulla, nel bene e nel male, anche un’imputazione nel 2007
per essere stato colto dalla polizia australiana con grandi
quantità di anabolizzanti.
Lui, Sly, non da peso ai detrattori
e a chi lo considera un classico caso di uomo e attore “tutto
muscoli e niente cervello”; va da sé che la Miami University gli
abbia conferito una laurea al merito, che sia un pittore
surrealista di un certo successo (potete visitare una sua
permanente a St Moritz) o che a breve lancerà una nuova linea di
abbigliamento maschile. Ed è forse di poco conto che in tutta la
sua carriera abbia fatto tantissima beneficenza, fondando anche
un’associazione internazionale in aiuto dei bambini colpiti da
autismo. Insomma non proprio solo muscoli e niente cervello, il
buon Sly è anche molto altro e in questi giorni di grande dolore
personale è a lui che va il nostro caloroso saluto.
Sospesi nel tempo
è il film cult del 1996 di Peter Jackson con
protagonisti nel cast Michael J. Fox, Trini Alvarado, Peter
Dobson, John Astin, Jeffrey Combs, Dee Wallace, Jake Busey, Chi
McBride, Jim Fyfe, Troy Evans, Julianna McCarthy, R. Lee Ermey,
Elizabeth Hawthorne.
Sospesi nel tempo, la
trama: L’architetto Frank Bannister ha abbandonato il suo
lavoro a causa di un misterioso incidente d’auto in cui la moglie è
rimasta uccisa. Ha la capacità di comunicare con gli spettri e
grazie all’aiuto di tre di questi (il giudice, Cyrus e Stuart), si
guadagna da vivere come disinfestatore di fantasmi. Tuttavia, dopo
una serie di misteriose morti e di numeri che Bannister vede
impressi sulla fronte delle persone, si rende conto che in città
c’è uno spirito spietato che miete vittime stritolandogli il cuore.
Bannister, con l’aiuto di Lucy Lynskey, un’affascinante dottoressa,
indagherà e scoprirà anche qualcosa sul suo passato.
Sospesi nel tempo,
l’analisi
Se volessimo attribuire un
aggettivo a questo film, esilarante sarebbe il più adatto. Non ci
si può di certo annoiare con una commedia horror dei primi anni di
Peter Jackson. Tra i suoi lavori più famosi
ricordiamo Fuori di testa, uno splatter del 1987 rimasto
un modello per gli amanti del genere, Splatters – Gli
schizzacervelli e Creature del cielo. Nel medesimo
periodo possiamo collocare Sospesi nel tempo, che si
allontana dallo splatter per concentrarsi sull’horror e sull’humor
nero.
Per tutta la durata del film non ci
sarà un attimo di tregua dall’azione e dalla tensione, persino le
scene comiche a volte potranno concludersi in tragedia. Nella trama
ben congeniata, ogni personaggio ha un ruolo ben preciso e nulla è
lasciato al caso. Persino lo schizofrenico agente FBI
(interpretato da Jeffrey Combs) non verrà messo da parte durante il
procedere della storia. I continui colpi di scena non permetteranno
a Frank Bannister (Michael J.Fox) di tirare un
sospiro di sollievo e, al contrario, dovrà redimersi per non aver
sfruttato adeguatamente il suo dono. In questo modo, grazie alla
sua bravura Michael J. Fox offre al suo personaggio spontaneità e
coraggio, utili a reggere ai fini della storia.
Tra i protagonisti
compaiono i fantasmi, fedeli collaboratori di truffe di Bannister,
ma anche spietati come Johnny Bartlett (Jake
Busey), che faticherà ad uscire dalla mente dello
spettatore per il sorriso spietato e gli occhi sgranati. Ognuna di
queste “essenze ectoplasmatiche” conserva la propria identità, come
per rammentare che la condotta assunta durante la vita terrena è
determinante anche dopo la morte. L’originalità non manca, dal
vecchio giudice (John Astin) in depressione per il
suo ectoplasma quasi del tutto essiccato, al militare custode del
cimitero (R. Lee Ermey) che ha il compito di
tenere i defunti in riga, o meglio, in tomba (lo stesso attore ha
interpretato il Sergente Hartman in Full Metal
Jacket).
Una difficoltà per film di questo
genere riguarda gli effetti speciali. Al regista non bastava
mostrare i fantasmi come le solite figure bianche e trasparenti che
deambulavano fluttuando, ma li ha rivisti dentro le mura, a
sollevare tappezzeria, tappeti, quadri e così via a dare
l’impressione di superfici elastiche. Pur riconoscendo che si
tratta di effetti speciali datati, ma innovativi per la metà degli
anni ’90, la pellicola non perde il suo fascino.
La frenesia dell’azione mista a
momenti di comicità sono stati un mix efficace e ben distribuito.
Molto prima de Il Signore degli Anelli, Peter
Jackson mostrava promettenti capacità, tanto da rendere i
suoi film cult indimenticabili.
E’ stato pubblicato in
versione bootleg il teaser trailer di Superman: Man of Steel presentato al
Comic-Con di San Diego. Ecco il video
Nel pantheon dei supereroi,
Superman è il personaggio più riconoscibile e riverito di tutti i
tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un giovane intorno ai
vent’anni che si sente alienato dai suoi poteri che oltrepassano
qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa sulla Terra da
Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e distante, il
giovane Clark è attanagliato dalla domanda “Perché sono finito
quaggiù?”. Plasmato dai valori dei suoi genitori
adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner),
Clark scopre che l’avere delle straordinarie abilità conduce a
dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è
in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor
più grande. Clark dovrà diventare l’Uomo d’Acciaio per proteggere le persone
che ama e per ergersi a salvatore del genere umano.
Al Comic Con di San
Diego la Marvel ha cominciato a concedere
qualche assaggio de I Guardiani della Galassia, cavallo di
battaglia del 2014 (annunciata la data d’uscita
Il Comic Con 2012, come
prevedibile, continua a regalare chicche ed succose indiscrezioni.
Nella ribollente cornice della convention californiana, la Marvel ha rivelato i titoli
Il colossale attore
afroamericano Michael Clarke Duncan, il John Coffey de Il miglio
verde visto anche in FBI:
protezione testimoni e Sin City, venerdì mattina ha avuto un
infarto
E’ stata svelata al
Comic Con l’armatura che Tony Stark indosserà nell’attesissimo
Iron
Man 3! Il terzo capitolo del franchise, diretto da Shane Black,
uscirà
Realizzare un film in
live action/ computer grafica dalla serie di cartoon anni ’60
Courageous Cat: questa l’intenzione di Evergreen Media Group che,
dimostrando di fare sul serio
La 20th Century Fox
Italia ha deciso di anticipare di un mese l’uscita
italiana di Prometheus,
il nuovo film di Ridley Scott, prevista
inizialmente per il 19 ottobre. Forse le numerose proteste dei
fans, nate e proliferate sul web, all’annuncio che Prometheus sarebbe uscito nelle sale
cinematografiche italiane solo 5 mesi dopo l’uscita in quasi tutti
gli altri paesi del mondo, alla fine sono state ascoltate. Il film
arriverà quindi in Italia il 14 Settembre.
Nel film
Un gruppo di scienziati è in viaggio verso un lontano pianeta alla
ricerca delle origini dell’uomo. Gli astronauti, però, entrano in
contatto con un’entità che potrebbe causare l’estinzione della
razza umana.
Il cast di Olympus Has Fallen,
thriller di Antoine Fuqua, acquista altri due attori di rilievo:
Ashley Judd e Robert Forster, questi ultimi andranno infatti ad
unirsi ai già confermati Gerard Butler, Aaron Eckhart, Melissa Leo,
Radha Mitchell, Angela Bassett, Cole Hauser, Dylan McDermott e Rick
Yune.
Il film, che entrerà in produzione
la prossima settimana a Shreveport, in Louisiana, sarà prodotto
dalla Nu Image/Millennium ed avrà come protagonista un ex agente
dei servizi segreti, unica speranza degli Stati Uniti quando la
Casa Bianca viene assaltata da un commando di terroristi coreani
che cattura il Presidente (Aaron Eckhart). Secondo le ultime
indescrezioni sembra che Ashley Judd interpreterà la First Lady,
mentre Robert Forster vestirà i panni di un generale impegnato
nella lotta contro i terroristi.
E’ morto ieri, 13 luglio, a Los
Angeles, Richard D. Zanuck, il celebre produttore che, seguite le
orme del padre Darryl Zanuck, ha prodotto nella sua
carriera molti film entrati nella storia, come Lo Squalo.