Presentato questa mattina Amore
Nero, il cortometraggio scritto e diretto da Raul Bova, mette in
tavola un problema molto serio nella società italiana, tanto più
serio quanto ricoperto da vergogna paura e omertà. E’ la violenza
sulle donne che sempre più spesso viene perpetrata all’interno
delle mura domestiche.
Il cortometraggio con grande
efficacia, anche se con un po’ di retorica nel finale, vuole
mostrare delle emozioni, delle situazioni e soprattutto, e qui ci
riesce davvero bene,la sensazione di impotenza e solitudine che si
prova davanti ad una situazione che tante volte, troppe volte, si
preferisce subire anzichè affrontare.
Attrice protagonista del corto è
un’inedita Michelle Hunziker, che messo da parte per un attimo il
suo proverbiale buon umore, si cala perfettamente nel ruolo di
Laura, una donna che subisce la violenza del marito senza trovare
supporto neanche nella madre, della quale a quanto si intuisce, sta
rivivendo le durissime esperienze coniugali. Solo davanti alla
tragedia la madre di Laura riuscirà a trovare la forza di
contravvenire alle norme sociali e di aiutare la figlia contro un
marito violento.
Il progetto si colloca nell’ambito
di una produzione più ampia, resa possibile grazie alla sinergia di
MediaFriends, Doppia Difesa (l’associazione a difesa delle donne
fondata dalla stessa Hunziker), SanMarco Production, con il
sostegno di Euronics Italia, e prevede la realizzazione di cinque
cortometraggi che saranno incentrati su diversi problemi sociali.
Lo stesso Bova ha detto che non era sua intenzione passare dietro
la macchina da presa, ma si è prestato perchè crede in queste
iniziative. Numerosissime sono infatti le collaborazioni che lo
vedono accanto alla Polizia di Stato per la Sicurezza dei
giovani.
“Attraverso il cinema si riesce
a sensibilizzare le persone, usando strumenti che capisco e che
sono i miei – ha detto Raul – Mi sono sperimentato
regista, ed ho trovato il compito molto simile al mio lavoro
d’attore, anche se sono consapevole che per intraprendere questo
tipo di carriera è necessaria una grande competenza tecnica e la
ferma passione di farlo. Sono stato fortunato perchè ho lavorato
con una grande squadra, sia tecnica che artistica. Michelle non
voleva partecipare come protagonista,non voleva metterci la faccia,
dal momento che fa già tanto dietro le quinte con Doppia Difesa, ma
alla fine si è convinta ed è stata bravissima“.
La Hunziker ha confermanto,
aggiungendo che la sua iniziale ritrosia era forse dovuta anche al
fatto che, avendo subito le violenze di alcuni stalker in passato,
non voleva mettere avanti la sua situazione, “poi però mi sono
convinta – ha detto – ho dovuto fare un lavoro molto duro
come attrice perchè tendo sempre a portare gioia e qui mi sono
dovuta svuotare della mia personalità. E’ importante rompere un
circolo vizioso culturale che in Italia era soprattutto avallato
dalla mancanza di una legge. L’approvazione del provvedimento
contro lo stalking ha cambiato molte cose, ed ora le donne non sono
più legate come prima, hanno uno strumento e possono
reagire“.
Quello che però è davvero
importante è trovare la forza di parlarne, di uscire dalla propria
omertà e dalla profonda solitudine in cui una violenza ci fa
sprofondare e parlarne. A questo mira il cortometraggio che riesce
nel finale a far vedere la luce alla sventurata protagonista, e
così capisce finalmente che non è sola e può combattere, e aquesto
mira anche l’associazione Doppia Difesa, che ogni anno aiuta
moltissime donne che hanno il coraggio di ‘uscire’ dalla propria
solitudine.
Il cortometraggio è già in vendita
a 9.90 euro presso tutti i punti Euronics italiani (circa 270) dal
9 novembre appena trascorso, fino al 30 giungo 2012. I proventi
delle vendite, detratti i costi di produzione, verranno devoluti
interamente alla realizzazione dei progetti in cantiere
dell’associazione Doppia Difesa. All’interno del Dvd, oltre al
cortometraggio, sono presenti contenuti speciali per una durata di
due ore, che comprendono backstage, interviste e un documentario
dal titolo La Vittima e il Carnefice diretto da Roberto
Burchielli.