Dare vita nuova al Marvel Cinematic Universe dopo la grande chiusura di Avengers: Endgame era una sfida difficile. I film della Fase Quattro del MCU successivi a Endgame, infatti, hanno dato risultati misti: partiamo da quelli più mediocri, come Black Widow ed Eternals, ad altri che hanno svoltato la formula Marvel e addiriturra superato i precedenti, come Spider-Man: No Way Home e Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli. In occasione dell’uscita di Black Panther: Wakanda Forever, è giunto il momento di stabilire quali dei film della Fase 4 del MCU rivedremmo effettivamente: da Eternals al sequel di Black Panther, ecco quali di questi film godono del fattore rewatch.
Eternals (2021)
Il film della Fase Quattro che forse i fan rivedrebbero meno è Eternals. Con una durata eccessiva, scarse scene d’azione e sviluppo dei personaggi, Eternals fatica a coinvolgere già a una prima visione. Partendo da 10 personaggi principali, Eternals ne riesce a sviluppare troppo pochi per farne dei protagonisti memorabili e degni di essere ricordati. Come sempre, ci sono un paio di punti fermi nella pellicola, come l’esilarante botta e risposta di Kingo con il suo valletto e la simpatica interpretazione di Gemma Chan nel ruolo di Sersi, ma nel complesso Eternals è un esperimento audace che non ha funzionato.
Il film è visivamente stupefacente, dal momento che il premio Oscar Chloé Zhao ha girato in esterna piuttosto che in studio, utilizzando il più possibile la luce naturale, ma non ha una trama avvincente o un cast di personaggi convincenti a supporto di queste splendide location. Portare una sensibilità d’essai in un film Marvel sarebbe stata un’idea interessante, in teoria, ma il risultato finale non ha soddisfatto né i fan più di nicchia che i fedelissimi della Marvel.
Black Widow (2021)
Dopo aver atteso un decennio per un film tutto suo, Natasha Romanoff ha dovuto attendere una pandemia globale prima che la sua prima uscita da solista nel MCU arrivasse finalmente al pubblico. Il film su Black Widow prometteva di essere un thriller di spionaggio serrato, che avrebbe segnato un rinfrescante cambio di ritmo rispetto ai soliti film action su larga scala della Marvel, ma la sua più grande debolezza ha finito per essere il suo approccio formulaico. Ci sono un paio di sequenze ben calibrate, come l’inseguimento in moto, ma il film culmina nell’ennesima battaglia royale in computer grafica con oggetti che cadono inspiegabilmente dal cielo.
La trama di Black Widow è fin troppo complicata e la rivelazione di Taskmaster fallisce perché il film non è riuscito a presentare in maniera efficace cattivo misterioso che si cela sotto la maschera. Tuttavia, Scarlett Johansson è sempre convincente nel ruolo di Nat e condivide un’ottima chimica con Florence Pugh, alla quale passa il testimone. Inoltre, il film ha una fantastica scena d’apertura!
Thor: Love and Thunder (2022)
All’inizio dell’anno, Taika Waititi è tornato nel Marvel Cinematic Universe con Thor: Love and Thunder. Purtroppo, la seconda uscita di Waititi nel MCU non è neanche lontanamente paragonabile alla prima. Mentre il suo primo film Marvel, Thor: Ragnarok, non invecchia mai, Love and Thunder è così disarticolato e sbilanciato sui toni che regge solo in un paio di sequenze. A ogni rewatch di Love and Thunder, probabilmente, i difetti del film diventano sempre più evidenti. Korg ha troppo tempo sullo schermo, dato che passa dall’essere comico al ruolo di narratore, mentre tutti gli altri – da Valchiria ai Guardiani della Galassia – non godono di un arco caratteriale tangibile che fornisca uno sviluppo sostanziale.
Il tono di Love and Thunder, forse, ne costituisce la maggiore problematica: le tematiche serie della storia, come la battaglia di Jane Foster contro il cancro e il regno del terrore seminato da Gorr il Macellatore di Dei, risultano fuori luogo accanto a gag sciocche come le capre spaziali urlanti e una rappresentazione cartoonesca di Zeus. Il film ha una durata piacevole e veloce, che si aggira intorno alle due ore, ma il risultato è che molti dei suoi personaggi e delle sue trame risultano poco sviluppati. Tuttavia, la scena finale emotivamente risonante – in cui Thor trova un nuovo scopo di vita diventando padre – conclude il film con una nota positiva.
Doctor Strange nel multiverso della follia (2022)
Il sequel di Doctor Strange di Sam Raimi è certamente all’altezza del suo titolo e della leggendaria reputazione del suo regista. Film di Raimi da cima a fondo (in egual misura divertente e terrificante), il secondo film da solista dello stregone non spreca nemmeno un minuto del suo minutaggio (tranne la scena della famigerata canzone del gelato).
Nel film c’è molta azione, ma anche tante spiegazioni. Una volta che lo spettatore ha acquisito familiarità con concetti come le incursioni e il dream-walking, diventa un po’ noioso guardare i personaggi che li spiegano in continuazione. Tuttavia, quando l’esposizione viene lasciata un po’ da parte, Multiverse of Madness si trasforma in un vero e proprio Evil Dead con uno Strange zombificato che vola su ali fatte con le anime addomesticate dei dannati per combattere una strega che usa il potere demoniaco di un libro maledetto.
Black Panther: Wakanda Forever (2022)
L’ultimo film della Fase Quattro, Black Panther: Wakanda Forever, è anche il più lungo. E non solo: con ben 161 minuti, è il film più lungo del MCU dopo le famigerate tre ore di Avengers: Endgame. Ma Wakanda Forever ha molto da raccontare. Introduce Riri Williams nell’ensemble del MCU, istituisce un’intera nazione sottomarina, la contrappone al Wakanda nel momento di massima vulnerabilità geopolitica e, soprattutto, affronta la tragica perdita della sua amata star. È sufficiente dire che Wakanda Forever ha molto materiale da trattare, quindi il pubblico viene catturato dall’inizio alla fine, sia dallo spettacolo del cinecomic che dai commoventi omaggi a Chadwick Boseman.
Ci sono alcune sequenze lente, come ogni volta che Shuri sviluppa gadget high-tech nel suo laboratorio fortificato, e il tutto culmina in una battaglia finale standard, dalla CGI “pesante”, a bordo di una nave wakandiana rovesciata. Ma, per la maggior parte, il sequel è un’avvincente avventura supereroistica. Le scene d’azione, come l’inseguimento in auto di Ironheart e l’invasione del Wakanda, sono entusiasmanti, e abbondano le sequenze di profonda commozione per i personaggi. Il tempo ci dirà quanto Wakanda Forever goda del fattore rewatch, ma il film ha già superato un esame veramente difficile.
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (2021)
Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli di Destin Daniel Cretton è un film d’azione che mischia arti marziali, il buddy movie, l’avventura fantasy piena di VFX e un dramma familiare intimo sull’amore e il dolore. Simu Liu offre la quintessenza della performance del supereroe Marvel nel ruolo del protagonista: è esilarante, affascinante, profondamente commovente ed è facilissimo tifare per lui. Shang-Chi presenta molte delle caratteristiche familiari dei film d’origine Marvel – in primo luogo un eroe “prescelto” con la sindrome dell’impostore e problemi con il padre – ma la sua struttura non lineare mantiene salda l’azione e rende la narrazione archetipica sorprendentemente fresca.
Spider-Man: No Way Home (2021)
Il film che rivedremmo mille volte della Fase Quattro è Spider-Man: No Way Home. Il trequel di Jon Watts è riuscito a portare a termine il suo ambizioso crossover di franchise concentrandosi sul culmine del viaggio di Tom Holland nel MCU come Peter Parker. No Way Home porta con sé i due Spider-Man “precedenti” e cinque dei loro cattivi, ma sono tutti funzionali all’arco narrativo di Holland. Soprattutto, No Way Home è un film molto intenso. Inizia con la rivelazione al mondo dell’identità segreta di Peter, Doctor Strange apre il continuum spaziale alla fine del primo atto e, quando si arriva alla battaglia finale, lo Spidey di Holland ha fatto squadra con Tobey Maguire e Andrew Garfield.
Non c’è un solo momento di noia in questa avventura fumettistica dal ritmo incalzante, divertente ed emotivamente coinvolgente. Non solo è una miniera d’oro per i fan dei supereroi; No Way Home è una delle storie di Peter Parker per eccellenza. Non c’è limite al numero di volte in cui un fan di Spider-Man può godersi questo film: non invecchierà mai.