Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione

La serie ha debuttato su Paramount+ negli Stati Uniti il 14 novembre 2021 mentre in Italia è disponibile dal 15 settembre 2022. Nel febbraio 2022 è stata rinnovata per una seconda stagione, che ha debuttato il 15 gennaio 2023 negli USA ed è stata distribuita in Italia a partire dal 16 marzo 2023.

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Se questa seconda stagione dello show ideato da Taylor Sheridan e Hugh Dillon si dimostra tutto sommato uno spettacolo capace di interessare, paradossalmente lo deve alle puntate della prima. E parliamo di paradosso perché, quando appunto confrontata con quanto visto in precedenza, la stagione 2 di Mayor of Kingstown non regge minimamente il confronto.

 

I nuovi episodi che vedono ancora una volta protagonista indiscusso il Mike McKlusky interpretato da Jeremy Renner vivono in poche parole di rendita: tutto quello che infatti era stato settato nella prima stagione a livello di potenza espressiva, di spessore dei personaggi, di ambientazioni e atmosfere capaci di restituire il senso di orrore e tragedia imminente, riesce ad espandersi anche in questi nuovi episodi come una nebbia minacciosa e incombente. Ben presto però ci si rende conto che a livello principalmente di scrittura è stato fatto un notevole passo indietro. Le trame di questi nuovi episodi sono infatti sviluppate e messe in scena con fretta eccessiva, segnale che probabilmente a livello narrativo la stagione 2 di Mayor of Kingstown ha il fiato corto: non appare ad esempio un caso se la maggior parte delle puntate non arriva a quaranta minuti, anzi spesso se ne tiene ben al di sotto. Eppure si ha fin troppo spesso la sensazione che per tentare di chiudere il percorso narrativo di un episodio gli scrittori siano ricorsi a deviazioni di trama inutili, o ancor peggio alla delineazione approssimativa di alcuni personaggi.

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A risentirne maggiormente sono ad esempio la figura di Iris, la quale nelle prime puntate viene sviluppata tramite comportamenti incoerenti, difficili da sostenere a livello di credibilità. Nella stagione 2 di Mayor of Kingstown tutto sembra avvenire in maniera troppo veloce, e talvolta senza la necessaria logica: quando non si arrivano a comprendere le motivazioni e le spinte interiori dei personaggi, ecco che la loro bidimensionalità inizia a vacillare. Addirittura Mike non risulta neppure lontanamente quella figura tragica e dilaniata che avevamo amato e sofferto nella prima stagione.

Mayor of Kingstown, la recensione della seconda stagione

Cosa salvare dunque dei nuovi episodi dello show carcerario di Paramount +? Prima di tutto l’ambientazione industriale durissima, spietata, che come in precedenza non concede davvero nulla alla spettacolarizzazione del prodotto. Sotto questo punto di vista il fatto che Stephen Kay sia alla regia di tutti o quasi gli episodi contribuisce allo sviluppo di una coerenza estetica precisa e ficcante. Mayor of Kingstown rappresenta la delineazione di un microcosmo molto coerente nella sua brutalità, e la seconda stagione almeno a livello visivo si riallaccia alla precedente senza sfigurare. Quando poi in scena si hanno attori come Jeremy Renner, la due volte premio Oscar Dianne Wiest o un caratterista sempre affidabile come Aidan Gillen, ecco che comunque qualcosa di comunque degno di essere visto non può che venirne fuori.

Alla fine della visione della stagione 2 di Mayor of Kingstown si ha l’impressione che il tutto poteva esser raccontato, e meglio, con la metà degli episodi che invece sono stati realizzati. L’esempio lampante arriva proprio con l’ultima puntata, in cui Sheridan e il resto delle menti dietro allo show si lasciano andare a gustosi omaggi al cinema di genere – su tutti i film di Michael Mann e il montaggio alternato de Il Padrino – salvo però poi rovinare la tensione con un finale che si protrae all’infinito, quando una maggiore coesione avrebbe senza dubbio contribuito a tenere lo spettatore incollato alla sedia. Ed è questo in fin dei conti il problema maggiore della seconda stagione, dilatata oltre il possibile al fine di arrivare a coprire il necessario numero di episodi. Il risultato si rivela troppo alterno per convincere veramente, soprattutto dopo che la stagione 1 si era dimostrata così efficace sotto ogni punto di vista.

Sommario

Alla fine della visione della stagione 2 di Mayor of Kingstown si ha l’impressione che il tutto poteva esser raccontato, e meglio, con la metà degli episodi che invece sono stati realizzati.
Adriano Ercolani
Adriano Ercolani
Nasce a Roma nel 1973. Laureato in Storia e Critica del Cinema alla "Sapienza", inizia a muovere i primi passi a livello professionale a ventidue anni, lavorando al tempo stesso anche nel settore della produzione audiovisiva. Approda a Coming Soon Television nel 2006, esperienza lavorativa che gli permette di sviluppare molteplici competenze anche nell'ambito del giornalismo televisivo. Nel 2011 si trasferisce a New York, iniziando la sua carriera di corrispondente di cinema dagli Stati Uniti per Comingsoon.it e Cinefilos.it - È membro dei Critics Choice Awards.

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