Attori da Oscar 2019: i nominati di quest’anno in numeri

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Si avvicina la notte degli Oscar 2019, mai come quest’anno preceduta da polemiche e critiche, causate anche da decisioni infelici dell’Academy, poi ritrattate. Le polemiche però corrono il rischio di distogliere l’attenzionedai veri protagonisti della serata, gli attori nominati e le loro straordinarie performance.

Di seguito, proviamo a raccontarveli “in numeri”: quante nomination hanno avuto in carriera? Quanti premi Oscar già conquistati? Qual è la performance per la quale concorrono? Saranno “degni” successori degli straordinari vincitori dello scorso anno (Frances McDormand, Gary Oldman, Allison Janney, Sam Rockwell)?

Miglior attrice protagonista

Ereditare lo scettro di un’attrice dal carisma e il talento di Frances McDormand non è cosa semplice, ma le cinque candidate di quest’anno sembrano essere tutte all’altezza, forti di ruoli complicati in film magnifici. Sono Yalitzia Aparicio, Glenn Close, Olivia Colman, Lady Gaga e Melissa McCarthy.

Yalitzia Aparicio è la protagonista del film più nominato, Roma, che con 10 candidature promette di portarsi a casa moltissimi premi, soprattutto tra quelli importanti. La sua nomination è arrivata a sorpresa ed è la prima della sua carriera. Non male per il suo ruolo d’esordio sul grande schermo.

La favorita della notte del 24 febbraio è Glenn Close. La straordinaria attrice è arrivata alla sua settima nomination, senza mai aver conquistato una statuetta. La prima candidatura è arrivata per Il Mondo secondo Garp, nel 1983, seguita da una doppietta (1984 e 1985) per Il migliore e Il grande freddo. Nell’88 e nell’89, l’attrice riceve due meritatissime nomination per Attrazione Fatale e Le relazioni pericolose. Quest’ultimo ruolo è considerato la sua migliore interpretazione in carriera. Dopo anni di “silenzio”, la Close torna nelle grazie dell’Academy con Albert Nobbs, ma è quest’anno, con The Wife, che dovrebbe finalmente portare a casa il premio. Non che un’attrice così abbia bisogno di una tale consacrazione, ma sarebbe certamente bello per lei, e per tutti i suoi fan. L’Oscar si piazzerebbe accanto al Golden Globe e al SAG (pari merito con Lady Gaga).

La bravissima attrice inglese, alla sua prima nomination per La Favorita, potrebbe effettivamente un’insidia per la Close. La performance di Olivia Colman le ha già fatto guadagnare un Golden Globe e la Coppa Volpi a Venezia 75. La sua patria l’ha premiata con un BAFTA, ma chissà se anche Hollywood la apprezzerà così tanto.

Lady Gaga è arrivata quest’anno alla sua terza nomination. Ebbene sì, perché anche se questa è la sua prima volta da attrice, per A Star is Born, la pop star ha anche collezionato, sempre quest’anno, la nomination alla migliore canzone originale (premio che ha già in tasca) e, nel 2016, per The Hunting Ground, sempre nella categoria musicale. La sua Ally ha vinto un SAG, condiviso con Glenn Close. Riuscirà a spuntarla?

Talento comico di punta della Hollywood al femminile, Melissa McCarthy è alla sua seconda nomination con Copia Originale. La sua intensa e tormentata performance le ha ritagliato, per la seconda volta, un posto tra le migliori di Hollywood, secondo l’Academy. La prima volta è stata per Le amiche della sposa nel 2012.

Migliore attore protagonista

Lo scorso anno, Gary Oldman ha finalmente conquistato il suo premio Oscar per l’interpretazione di Winston Churchill in L’Ora più Buia. Quest’anno il suo successore sarà scelto tra Christian Bale, Bradley Cooper, Willem Dafoe, Rami Malek e Viggo Mortensen.

Attore amatissimo dal pubblico generalista e da quello “cinefilo”, Christian Bale è alla sua quarta nomination agli Oscar. Dopo la prima nomination nel 2011, che gli valse anche il premio Oscar, per The Fighter di David O. Russell, l’attore ha ricevuto altre tre nomination: per American Hustle, sempre di Russell; per La grande scommessa di Adam McKay; per Vice, quest’anno, ancora di McKay.

La storia d’amore di Bradley Cooper con gli Oscar comincia nel 2013, con la sua prima nomination in Il Lato Positivo di David O. Russell. Sempre lo stesso regista lo ha portato alla sua seconda nomination, per American Hustle nel 2014. La svolta arriva nel 2015, quando Cooper riceve due nomination, per la migliore performance maschile e per il miglior film, in veste di produttore: American Sniper, di Clint Eastwood. Quest’anno, Cooper è da record, con tre nomination: attore, produttore e sceneggiatore per A Star is Born.

Poker di nomination, quest’anno, per il grande Willem Dafoe, che è reduce da una bellissima stagione e che ha regalato agli amanti del cinema una bellissima interpretazione nei panni di Van Gogh, che gli ha fatto anche vincere la Coppa Volpi a Venezia 75. La sua prima nomination però risale al 1987, con Platoon di Oliver Stone. Replica nel 2001 con L’Ombra del Vampiro, di E. Elias Merhige, mentre dell’anno scorso è la sua terza nomination, per il bellissimo The Florida Project di Sean Baker.

Rami Malek non è solo il novellino di categoria, ma è anche il favorito. La sua interpretazione mimetica di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody gli ha già fatto vincere un Golden Globe, un SAG e un BAFTA. Sembra molto probabile che l’attore arriverà a conquistarsi anche questo premio Oscar!

Salito alla ribalta del grande pubblico nei panni di Aragorn, nella trilogia de Il Signore degli Anelli, che ha conquistato 17 statuette vinte per e ben 30 nomination agli Oscar, Viggo Mortensen si è costruito una carriera molto lontana dalle atmosfere fantasy di Peter Jackson. Quella di Green Book è la sua terza nomination. La prima è stata quella per la sua intensa interpretazione in La promessa dell’Assassino di David Cronenberg (2008), mentre la seconda è stata per Captain Fantastic di Matt Roos, nel 2017.

Migliore attrice non protagonista

La giunonica Allison Janney conquistò lo scorso anno un premio Oscar meritatissimo, ringraziando prima di tutto se stessa. Quest’anno, mirano ad essere le sue ideali eredi Amy Adams, Marina De Tavira, Regina King, Emma Stone e Rachel Weizs.

Amy Adams è la veterana del gruppo. Nominata a sei premi Oscar, il posto sulla mensola di casa per la statuetta è ancora inspiegabilmente vuoto, visto che si tratta di una delle attrici più talentuose di questo secolo. E la prima volta, l’Academy la notò nel 2006, con Junebug. A intervalli regolari (2009, 2011, 2013, 2014, 2019) Amy è stata nominata per Il Dubbio, The Fighter, The Master, American Hustle e quest’anno per Vice, di Adam McKay. Certo, l’Academy l’ha ignorata nell’anno di Animali Notturni e Arrival, per cui se non dovesse vincere nemmeno quest’anno, non rimarremmo sorpresi.

Come quella di Yalitzia Aparicio, anche la nomination a Marina De Tavira è arrivata a grande sorpresa, per una interpretazione intensa e dolorosa che l’attrice ha offerto al bellissimo Roma di Alfonso Cuaron. Sono pochissime le possibilità di vittoria, ma la sua presenza nella cinquina è siccuramente il simbolo di una Hollywood che si sta aprendo a linguaggi e colori differenti.

La favorita della lista è l’intensa Regina King di Se la strada potesse parlare. Alla sua prima nomination agli Oscar, la King può vantare una performance intensa in un film di grande valore e troppo poco nominato, che segna il ritorno di Barry Jenkins. Dopo i Golden Globes, l’attrice corre veloce verso gli Academy Awards.

Amatissima dal grande pubblico e già premiata dall’Academy per La la Land, Emma Stone è alla sua terza nomination, compresa quella del 2017 che le è valsa la statuetta accettata dalle mani di Leonardo DiCaprio. La prima nomination è del 2015, per Birdman di Alejandro G. Inarritu, mentre quest’anno è stato Yorgos Lanthimos a dirigerla ne La Favorita.

Completa il trittico di attrici nominate per il film di Lanthimos Rachel Weizs. Come la Stone, anche lei ha già vinto un Oscar nel 2006, per The Constant Gardener – La cospirazione, e questa è la sua seconda nomination. Nonostante il BAFTA in categoria conquistato poche settimane fa, l’attrice non ha molte possibilità di vincere contro la King (o magari contro la Adams), ma la sua è una delle migliori perfomance dell’anno.

Migliore attore non protagonista

Outsider di lusso, lo scorso anno Sam Rockwell ha conquistato il premio per il migliore non protagonista in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Quest’anno, non pago di quanto raggiunto nel 2018, ha deciso di riprovarci, o meglio, l’Academy ha deciso per lui, visto che l’attore compare anche quest’anno nella categoria dei non protagonisti, insieme a Mahershala Ali, Adam Driver, Sam Elliot e Richard E. Grant.

In Green Book, Mahershala Ali ci ha consegnato una performance incredibile, delicata e divertente. Per l’attore californiano si tratta della seconda nomination. Nel 2017 è stato nominato (e ha vinto) per Moonlight. Da allora la sua carriera è decollata e sembra che anche le sue doti di attore si siano man mano affinate.

Adam Driver fa parte della lista di attori che quest’anno hanno conquistato la loro prima nomination. L’attore, noto al grande pubblico per la nuova trilogia di Star Wars, ha conquistato un giusto riconoscimento per BlackkKlansman, il film di Spike Lee che meriterebbe molti più premi di quanti ne vincerà, senza dubbio.

Incredibile ma vero, Sam Elliot è alla sua prima nomination. Il suo piccolo ruolo in A Star is Born gli ha fatto guadagnare l’attenzione dell’Academy, nonostante nel corso della sua carriera abbia già collezionato diverse interpretazioni notevoli. Potrebbe addirittura avere delle possibilità di vittoria!

Richard E. Grant è un attore incredibile. Tra cinema e tv, ha recitato in produzioni davvero importanti e la sua interpretazione in Copia Originale gli ha fatto guadagnare la sua prima nomination agli Oscar. La sua candidatura va ad impreziosire una delle categorie più interessanti di questi Oscar 2019.

Già vincitore lo scorso anno, Sam Rockwell guadagna la sua seconda nomination per Vice, in cui dà corpo a George W. Bush. Interpretazione mimetica ma anche carismatica, la sua, che aggiunge prestigio ad una carriera di grande spessore, con o senza Oscar.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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