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Venezia 73: Spira Mirabilis e Voyage of Time vincono il Green Drop Award

Green Drop AwardSpira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e Voyage of Time: Life’s Journey di Terrence Malick sono ex aequo i vincitori della quinta edizione del Green Drop Award, premio collaterale per il film che meglio interpreta la sostenibilità tra quelli in gara alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. “Per aver raccontato l’aspirazione della natura all’immortalità e per aver aperto più di una riflessione sul rapporto fra uomo e natura e sul senso del nostro incedere nell’universo”, spiega la giuria del premio composta quest’anno da Ricky Tognazzi, Simona Izzo e Antonio Disi. A consegnare il premio la madrina dell’edizione 2016 del Green Drop Award, l’attrice Francesca Cavallin.“Spira Mirabilis” dei registi italiani Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e “Voyage of Time: Life’s Journey” dello statunitense Terrence Malick sono i due film che si aggiudicano, ex-aequo, il trofeo del Green Drop Award, il premio collaterale istituito da Green Cross Italia per premiare il film tra quelli in concorso ufficiale alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che meglio interpreta la sostenibilità.

La motivazione del premio a “Spira Mirabilis” e “Voyage of Time: Life’s journey”
A decretarlo è stata la giuria del Green Drop Award, composta da Ricky Tognazzi, Simona Izzo e Antonio Disi, responsabile del servizio Comunicazione dell’Unità Efficienza Energetica per ENEA. «La prima goccia va al film “Spira Mirabilis” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti per aver raccontato l’aspirazione della natura all’immortalità; la seconda goccia, invece, va a “Voyage of time: life’s journey” di Terence Malick, opera con cui l’autore giunge al compimento di un discorso sulla natura avviato già dai tempi di “La Rabbia giovane”».

Giunto alla quinta edizione, per la prima volta il trofeo del Green Drop Award viene assegnato non ad uno ma a due film. «Quest’anno la Mostra internazionale di arte cinematografica con le opere in visione ha aperto più di una riflessione sul rapporto fra uomo e natura e sul senso del nostro incedere nell’universo», sottolinea la giuria motivando la scelta dei vincitori. «Il fatto che artisti diversi abbiano esplorato temi contigui e in molti casi identici rende manifesto, oggi più che mai, la ricerca di una visione di insieme seppure nelle diversità che ci aiuti a capire il nostro posto nella storia del tempo e della vita».

«Il Green Drop Award, che quest’anno contiene la terra della Selva di San Francesco, non è soltanto un premio ma una grande responsabilità per testimoniare e sensibilizzare alla difesa dell’ambiente», spiega Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia. «Centocinquanta anni fu coniata la parola ecologia, per spiegare il rapporto fra tutti i viventi e il resto del mondo, sia esso organico o inorganico; e appena trenta anni fa fu stabilito il principio secondo il quale non può esserci giustizia ambientale senza giustizia sociale», aggiunge Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award. «Tutto questo  è espresso in due opere in concorso dallo straordinario impatto visivo ed emozionale».

Il trofeo consegnato dalla madrina Francesca Cavallin
Il trofeo del Green Drop Award, una goccia realizzata dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese, contiene ogni anno la terra di un luogo di particolare importanza: dopo Brasile, Egitto, Antartide e Senegal, per la quinta edizione è stata scelta la terra natìa di San Francesco, Assisi, per rimarcare il messaggio che nel corso dell’ultimo anno Papa Francesco ha voluto dedicare alla salvaguardia dell’ambiente e del creato con l’Enciclica Laudato si’, ispirata proprio al Santo di Assisi. La terra è stata raccolta nella Selva di San Francesco e donata da Padre Fortunato, custode del Sacro Convento di Assisi. In cambio, alla Basilica è stato dato il compost prodotto dal Consorzio Italiano Compositori (CIC), per sottolineare come la difesa dell’ambiente passi anche attraverso le buone pratiche dell’economia circolare.

I trofei sono stati consegnati dall’attrice Francesca Cavallin, madrina del Green Drop Award 2016, che ha portato a Venezia il suo esempio di stile di vita sostenibile. «È una gioia riuscire a far collimare due passioni, due modi di vivere come il cinema e questa abitudine “green” che coltivo sin da quando sono bambina e che per me è sempre stata la normalità. Non sprecare le cose e dare importanza all’ambiente è per un valore e una consuetudine legata al buon senso e alla saggezza familiare, che passa attraverso piccoli gesti quotidiani, a partire dall’utilizzo di pannelli solari alla coltivazione di un orto in terrazzo, puntando ad un consumo di prodotti a km0».

Venezia 73: Sonia Bergamasco madrina del Festival

Sarà l’attrice Sonia Bergamasco la madrina della 73esima edizione delle Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ad annunciarlo, il direttore della Mostra, Alberto Barbera, e il presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta.

L’attrice sarà la protagonista della serata di apertura della kermesse veneziana, la sera del 31 agosto prossimo e il 10 settembre condurrà la cerimonia di chiusura, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali.

Di seguito il commento Sonia Bergamasco: “Sono molto grata ad Alberto Barbera e Paolo Baratta per avermi chiamato a interpretare un ruolo così speciale, e aspetto l’apertura dell’edizione 2016 della Mostra del Cinema di Venezia, con lo sguardo puntato sul grande cinema del presente. La mia prima volta alla Mostra di Venezia è stata con il film L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci, grande artista con cui ho collaborato anche a progetti teatrali. Ricordo ancora la proiezione in sala, il sentimento di stupore quasi infantile, l’emozione provata in quell’occasione. Sono tornata più volte, negli anni, alla Mostra di Venezia e quello stupore si è sempre rinnovato, con la consapevolezza di condividere un rito contemporaneo di grande forza e di abitare uno spazio di incontro e di confronto artistico fondamentale.”

Venezia 73 si svolgerà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016.

Venezia 73: Robert Guédiguian e Kim Rossi Stuart presidenti delle giurie collaterali

Venezia 73Il regista francese Robert Guédiguian (Marius et Jeannette, La ville est tranquille, Les neiges du Kilimandjaro) e l’attore e regista italiano Kim Rossi Stuart (Le chiavi di casa, Romanzo criminale, Anche libero va bene), sono state scelti come Presidenti di due Giurie della 73. Mostra del Cinema di Venezia, rispettivamente per la sezione Orizzonti e per il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro. Presidente della Giuria del Concorso Venezia 73 – come già annunciato – è il regista Sam Mendes.

Il regista Robert Guédiguian può essere considerato il moderno cantore di Marsiglia, la città dove è nato e vissuto e dove si svolge anche La ville est tranquille, presentato a Venezia nel 2000. La filmografia di Guédiguian è una sorta di epopea della sua città, con storie ambientate nel microcosmo del quartiere natio, privilegiando vicende di gente comune.

Attore tra i più importanti del cinema italiano, Kim Rossi Stuart è stato più volte protagonista alla Mostra di Venezia con alcune delle sue più note interpretazioni, tra cui Le chiavi di casa (2004) di Gianni Amelio e Vallanzasca (2010) di Michele Placido. Per Anche libero va bene (2006), suo esordio dietro la macchina da presa, Rossi Stuart è stato premiato con il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior nuovo regista.

La 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, si svolgerà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti presieduta da Robert Guédiguian, composta da un massimo di 7 personalità, assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti riconoscimenti: Premio Orizzonti per il miglior film; Premio Orizzonti per la migliore regia; Premio Speciale della Giuria Orizzonti; Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile o femminile; Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura; Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro presieduta da Kim Rossi Stuart, composta da un massimo di 5 personalità tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex-aequo un premio di 100.000 dollari messi a disposizione da Filmauro, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore, fra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione Ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele).

Venezia 73: primi nomi al Lido, ci saranno Tom Ford e Denis Villeneuve?

Venezia 73Con una settimana di anticipo rispetto all’annuncio ufficiale del programma della prossima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2016, arrivano le prime indiscrezioni sul programma direttamente da Variety.

Nocturnal Animals di Tom Ford e Arrival di Denis Villeneuve sono stati virtualmente assicurati alla selezione del Lido.

Venezia 73 – La La Land: il trailer del film con Emma Stone e Ryan Gosling

Anche I Magnifici 7 di Antonie Fuqua potrebbe essere trai titoli che vedremo a Venezia 73, insieme a On the Milky Road di Emir Kusturica e The Beautiful Days of Aranjuez di Win Wenders.

Il programma ufficiale di Venezia 73 verrà annunciato il prossimo 28 luglio. Il film d’apertura è La La Land di Damien Chazelle. Il festival si svolgerà al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: Ombre dal fondo chiuderà le Giornate degli autori

Venezia 73: Ombre dal fondo chiuderà le Giornate degli autori

Il film di chiusura della XIII edizione delle Giornate degli Autori (in programma dal 31 agosto al 10 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia) sarà Ombre dal fondo di Paola Piacenza, racconto documentario a due voci in cui il protagonista assoluto è il giornalista e inviato di guerra Domenico Quirico.

Giornalista de “La Stampa”, l’ultimo grande inviato ancora in attività, rapito in Siria l’8 aprile 2013 e liberato dopo 152 giorni di prigionia, Quirico rievoca il percorso di una vita spesa a collezionare frammenti di vite altrui e ridiscende in quel pozzo in cui la privazione della libertà e della dignità, per la prima volta, lo hanno costretto ad accomunare il proprio destino a quello dei protagonisti dei suoi racconti. Per la prima volta il giornalista che non ha mai lavorato né con filmmaker né con fotografi, accetta in questo film-documento di condividere la propria esperienza sul campo, lungo il fronte russo-ucraino. Un viaggio che proseguirà poi lungo altri fronti e che, inevitabilmente, condurrà al luogo «dove tutto è cominciato e tutto è finito», la Siria della prigionia, perché «il ritorno non è a casa, il ritorno è lì».

Giornate degli Autori 2016“Parola e azione – dice l’autrice Paola Piacenzasi specchiano nel film: il modus operandi del reporter sul campo rivela come il suo sguardo nel corso degli anni si sia formato e come si sia posato sugli eventi e sugli uomini che ne sono gli artefici e i protagonisti. Includendo se stesso e il proprio percorso esistenziale nel quadro finale.” Indispensabili gli apporti d’archivio, forniti dalla Stampa, dalla Rai, da Quirico stesso. Un riferimento importante per le riprese, che sono state effettuate nel suo studio, scenario privato ed eloquente, sono i film-intervista di Errol Morris. “La mia voce – prosegue la regista – è una presenza discreta: il racconto non è un soliloquio, è un dialogo come è sempre stato il lavoro di Quirico”.

“C’è una scelta di campo nel collocare l’appassionante inchiesta di Paola Piacenza – dice il direttore delle Giornate, Giorgio Gosettia sigillo della nostra selezione: apriamo con un racconto dal cuore della Siria e chiudiamo con uno sguardo su quella stessa terra. Una testimonianza che idealmente si salda con il racconto di The War Show e ne sviluppa le drammatiche premesse. E’ un segno del tempo, ma anche la conferma della centralità ormai acquisita dal cinema della realtà nel panorama mondiale”.

Giornate degli Autori XIII edizione: ecco il programma

OMBRE DAL FONDO è un film di Paola Piacenza, prodotto da Frenesy Film (Luca Guadagnino) in collaborazione con Rai Cinema, riconosciuto di interesse culturale con il contributo del MIBACT e del DOC FILM FUND Piemonte Film Commission.

Il documentario sarà presentato fuori concorso, sabato 10 settembre, come film di chiusura delle Giornate degli Autori 2016.

Venezia 73: oggi Terrence Malick con Voyage of Time Life′s Journey

È oggi il grande giorno di Terrence Malick a Venezia 73 dove presenta fuori concorso  Voyage of Time Life′s Journey, il documentario prodotto negli ultimi anni e costola di Three of Life.

Il progetto viene annunciato da Terrence Malick, col titolo provvisorio Q, all’inizio degli anni settanta descrivendolo come “uno dei suoi più grandi sogni da realizzare“, cioè narrare le origini della vita sul pianeta Terra.

Negli anni a seguire il progetto non viene più nominato fino al 2011, quando lo stesso regista dichiara che parte del materiale di Voyage of Time è stato inserito all’interno del film The Tree of Life.

Venezia 73: oggi Paradise di Andrei Konchalovsky

Il premiato regista Andrei Konchalovsky arriva a Venezia 73 per presentare in concorso Paradise, il suo ultimo film che vede protagonisti Julia Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Victor Sukhorukov, Peter Kurt.

Paradise è un film monito: storie di vita quotidiana durante la Seconda guerra mondiale per ricordare “che questo è stato”. Rai (Paradise) è un lungometraggio sui destini incrociati di tre personaggi nel tempo triste di una guerra senza precedenti: Olga, un’aristocratica russa emigrata e ora parte della Resistenza francese; Jules, un collaborazionista francese; Helmut, un ufficiale di alto rango delle SS.

Venezia 73: oggi Assalto al Cielo di Francesco Munzi

Venezia 73: oggi Assalto al Cielo di Francesco Munzi

Dopo il successo di Anime nere, Francesco Munzi torna al Festival di Venezia con Assalto al Cielo, un film che attraverso un’immersione in alcuni dei più importanti archivi d’Italia (Luce, Teche Rai, Archivio del Movimento operaio, Cineteca di Bologna…) mostra immagini, energie, immaginario, di un taglio di tempo eccezionale e complesso della nostra storia. 

Costruito esclusivamente con materiale documentario di archivio, il film racconta la parabola di quei ragazzi che animarono le lotte politiche extraparlamentari negli anni compresi tra il 1967 e il 1977 e che tra slanci e sogni, ma anche violenze e delitti, inseguirono l’idea della rivoluzione, tentando  l’ “Assalto al Cielo”. 

Diviso in tre movimenti come fosse una partitura musicale, il film esprime il sentimento che oggi conserviamo di quegli anni, mescolando nelle scelte del materiale e di montaggio, memoria personale, storia, spunti di riflessione e desiderio di trasfigurazione.

Regia Francesco Munzi montaggio Giuseppe Trepiccione aiuto regia Icaro Lorenzoni ricerche d’archivio Nathalie Giacobino archivi Archivio storico Istituto Luce Cinecittà, Rai Teche, Associazione Alberto Grifi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca di Bologna

Una produzione Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Cinema produzione esecutiva Maura Cosenza Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

Venezia 73: Nocturnal Animals recensione del film di Tom Ford

Dopo l’acclamata opera prima A Single Man – film presentato a Venezia nel 2009 e che ha fruttato a Colin Firth la Coppa Volpi e una nomination Oscar nello stesso anno – , Tom Ford fa il suo trionfale ritorno in laguna con Nocturnal Animals.

Tratto dal romanzo di Austin Wright dal titolo Tony & Susan, il film racconta la storia di una donna, Susan, interpretata da Amy Adams, incastrata in una relazione sentimentale con un uomo infedele e assente, costretta ad una vita fin troppo ordinaria ed insoddisfacente. Un giorno però Susan riceve il manoscritto di un romanzo che porta la firma di Walker (Jake Gyllenhaal), sua ex fiamma al college nonché suo ex marito. Attraverso quelle pagine e grazie all’angosciante storia dei protagonisti del romanzo, Susan si risveglia bruscamente dal suo torpore e capisce di essere in qualche modo ancora legata ai fantasmi del suo passato.

NOCTURNAL ANIMALS

La semplicità della trama potrebbe trarre in inganno eppure in questo film non c’è niente di convenzionale. Quello di Tom Ford è infatti un thriller ansiogeno la cui complessa narrazione si sviluppa in tre direzioni, dando vita a tre storie differenti ma parallele. Attraverso gli occhi di Susan abbiamo infatti accesso alle inquietanti vicende di Tony – ancora Jake Gyllenhaal – un professore universitario che, in viaggio con la moglie (Isla Fisher) e la figlia (Ellie Bamber), si imbatte in un gruppo di malintenzionati in autostrada, andando incontro purtroppo ad un tragico destino. Allo stesso tempo però ripercorriamo, attraverso alcuni flashback, le tappe principali della storia d’amore tra Walker e Susan che ha poi portato quest’ultima tra le braccia di un altro uomo apparentemente perfetto.

NOCTURNAL ANIMALS

Il regista, e anche sceneggiatore in questa occasione, riesce quindi a sostenere perfettamente il peso di questo ingombrante intreccio, presentandoci una storia in cui realtà e finzione si fondono e confondono, dove presente, passato e immaginazione corrono sugli stessi binari. Il thriller in questo caso si trasforma, grazie alla meravigliosa ed intensa Amy Adams – che si vocifera potrebbe essere la candidata perfetta per la Coppa Volpi femminile di quest’anno -, in un vero e proprio dramma in cui le angosce di Susan sembrano respirare all’unisono con quelle di Tony, interpretato da un immenso Jake Gyllenhaal che, dopo la deludente prova di Everest, film d’apertura della scorsa edizione del festival, torna a brillare con un impegnativo duplice ruolo.

Ma quello che incanta e sbalordisce di Nocturnal Animals è l’eleganza e l’estetica così lineare di Tom Ford che fonde i tre piani narrativi con l’ausilio a volte di pochi semplici elementi riuscendo a creare una connessione spazio temporale tra le storie. In un meraviglioso crescendo, il film si conclude con un finale all’apparenza scontato ma bensì aperto a molteplici interpretazioni e che, in linea con il clima d’incertezza caratteristico della storia, lascia lo spettatore con mille domande e solo una manciata di risposte.

Venezia 73: Nocturnal Animals di Tom Ford in concorso

Venezia 73: Nocturnal Animals di Tom Ford in concorso

Nocturnal AnimalsTom Ford ha scelto Venezia 73 per il suo secondo, nuovo film da regista. Lo stilista che ha esordito al Lido con A Single Man porta questa volta nella selezione ufficiale Nocturnal Animals, con Amy Adams e Jake Gyllenhaal. Il film è un inquietante thriller romantico, che esplora il sottile confine tra amore e crudeltà, vendetta e redenzione. Susan Morrow, una mercante d’arte di Los Angeles, conduce una vita agiata ma vuota insieme al marito Hutton Morrow. Durante un weekend, mentre Hutton è via per un viaggio di lavoro, Susan trova un pacco inaspettato nella cassetta delle lettere. È un romanzo intitolato Nocturnal Animals, scritto dal suo ex marito, Edward Sheffield, con cui Susan non ha contatti da anni. Insieme al manoscritto c’è un biglietto di Edward che incoraggia Susan a leggere il libro e a chiamarlo durante la sua visita in città. Sola nel suo letto, di notte, Susan si immerge nella lettura. Il romanzo è dedicato a lei…

Sempre il concorso prevede oggi El Cristo ciego di Christopher Murray, storia di Michael, che è convinto di aver avuto una visione divina nel deserto. I vicini non gli credono e lo considerano folle. Una sera un suo amico d’infanzia subisce un incidente in un lontano villaggio. Michael abbandona ogni cosa per intraprendere a piedi nudi un pellegrinaggio nel deserto con l’intento di guarire l’amico mediante un miracolo: sarà un viaggio che attraverserà la disperazione di una società bisognosa di fede.

Nocturnal Animals: Jake Gyllenhaal e Amy Adams nelle prime foto

Di seguito gli scatti dal Festival:

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La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: Natalie Portman racconta la sua Jackie

Grande protagonista del giro di boa di questo Venezia 73, arriva al Lido Natalie Portman per presentare Jackie, primo film americano del regista cileno Pablo Larraín.

L’attrice premio Oscar per Il Cigno Nero, accompagnata dallo stesso Larraín, ha così spiegato il suo approccio con questa iconica figura femminile: “Jackie era una donna dalle infinite sfumature. Da attrice, la cosa più difficile è stato cogliere le numerose piccole differenze che c’erano tra la sua immagine pubblica e la sua immagine privata”.

Pablo Larraín ha aggiunto: “Jackie era una donna molto misteriosa. Probabilmente la più sconosciuta delle persone conosciute della storia. Abbiamo lavorato a lungo con Natalie su un aspetto in particolare, che è poi essenzialmente il cuore del film: una persona che si trova in un momento di profonda crisi e come decide di affrontarlo”.

Venezia 73: Jackie recensione del film di Pablo Larraín con Natalie Portman

Mettendo in relazione Jackie con la sua penultima opera (un altro biopic, Neruda), Larraín ha specificato: “Non credo di aver utilizzato due stili differenti. Credo di aver utilizzato lo stile più funzionale alla storia. Ho girato quel film e Jackie nel modo che più ritenevo giusto. Sono due film completamente diversi. Il mio intento con Jackie era quello di ricreare una sorta di illusione, un’illusione che potesse racchiudere al suo interno bellezza e dolore. Inoltre, volevo catturare il lato più umano di questa figura così tormentata. Non è un biopic, è più un approccio affascinante su questo bellissimo personaggio”. 

Tornando a parlare del ruolo, la Portman ha dichiarato: “Credo che Jackie sia stato il personaggio più pericoloso che io abbia mai interpretato. Tutti l’America la conosceva. Tutti avevano un’idea di lei. Cadere nell’imitazione era una tentazione costante. Fortunatamente però non ho mai dovuto prendere come riferimento le attrici del passato che l’avevano intepretata. Ci sono talmente tanti materiali su Jackie Kennedy che non ne ho avuto bisogno. Sapevo perfettamente da quali fonti attingere”.

jackie

Venezia 73: Natalie Portman protagonista in JACKIE

Venezia 73: Natalie Portman protagonista in JACKIE

Arriva in concorso a Venezia 73 altro grande atteso titolo, JACKIE di  Pablo Larraín con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt.

JACKIE

Nel cast del film oltre a Natalie Portman anche Greta Gerwig, Peter Sarsgaard, Max Casella, Beth Grant e John Hurt.

Jackie si concentrerà sui quattro giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando Jackie Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo un’icona agli occhi degli americani e non solo. Nel cast ci sarà anche Peter Sarsgaard (An Education, Experimenter) che interpreterà il ruolo Robert Kennedy, fratello di John.

Venezia 73: Michael Fassbender, Amy Adams e Win Wender in concorso

the light between oceansIl concorso di Venezia 73 entra oggi nel vivo con ben tre film in concorso di altrettanti registi che, tra passato presente e promettente futuro, arricchiscono la mostra di una vera e propria parata di star.

The Light Between Oceans, di Derek Cianfrance con Michael Fassbender e Alicia Vikander, Arrival di Denis Villeneuve con Amy Adams e Jeremy Renner e Les beaux jours d’Aranjuez di Wim Wenders sono i film del Concorso ufficiale che si candidano al Leone d’Oro.

La sezione Orizzonti, São Jorge di Marco Martins e Laavor Et Hakir di Rama Burshtein.

Di seguito gli scatti dal festival:

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La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: Michael Fassbender e Alicia Vikander presentano The Light Between Oceans

Light Between Oceans Michael Fassbender Alicia VikanderUn fascino irresistibile lui, una bellezza angelica lei. Entrambi dotati di un talento attoriale incredibile. Michael Fassbender e Alicia Vikander sono sbarcati oggi al Lido per presentare, insieme al regista Derek Cianfrance, The Light Between Oceans, in concorso a Venezia 73.

“Dopo Come un tuono, avevo voglia di realizzare un film che non fosse tratto da un mio soggetto”, ha detto in apertura di conferenza il regista Derek Cianfrance. “Sin da subito ho pensato che il romanzo avesse un grandissimo potenziale cinematografico. In un certo senso ho sempre creduto che The Light Between Oceans fosse il film che ero destinato a dirigere”. 

I due protagonisti hanno poi parlato dei loro personaggi all’interno del film. Michael Fassbender ha spiegato: “Non credo che la questione riguardi quale delle due scelte sia la più giusta, se quella di Tom o quella di Isabel. Credo che il punto sia con quale decisione si è disposti a vivere. Per quanto riguarda il mio personaggio, tutto parte dal suo passato e dal fatto che ha combattuto in guerra. Non vuole infliggere più dolore a nessuno, così quando incontra Hannah diventa per lui insostenibile andare avanti solo per amore della moglie”.

“Non sono una madre e calarmi nei panni di un personaggio come quello di Isabel è stata davvero una sfida”, ha rivelato Alicia Vikander. “Il mio compito, da attrice, è quella di riuscire a cogliere la psicologia di quel determinato personaggio, ma per farlo devi fare un grandissimo lavoro su te stessa. Non sono ancora una madre, spero di diventarlo in futuro e di avere una famiglia, ma la storia di Isabel è qualcosa che mi ha profondamente colpito. Con Derek ne abbiamo parlato tanto. Mi sono anche confrontata con persone che conosco, parenti e amiche che hanno già fatto esperienza della maternità. Il film affronta tutta una serie di tematica di cui molto spesso si preferisce non parlare. Sono tematiche scottanti, ma anche tematiche molto vicine al pubblico”.

Venezia 73: The Light Between Oceans recensione del film con Michael Fassbender e Alicia Vikander

Sempre sui personaggi della pellicola, Cianfrance si è così espresso: “Non credo che nel film ci siamo personaggi buoni o cattivi, eroi o persone da condannare. Semplicemente, si tratta di esseri umani. Si feriscono a vicenda, ma prendono le loro decisioni con il cuore e ne accettano le conseguenze”. 

Sul profondo significato della storia, Alicia Vikander ha dichiarato: “Credo che questo film parli sì d’amore, di maternità e del desiderio di costruire una famiglia, ma parla anche di brave persone dal cuore grande che spesso si ritrovano a fare la scelta sbagliata”.

Michael Fassbender ha aggiunto: “Ho amato il personaggio di Tom sin da quando ho letto il libro. Adoro la sua forza e la sua lealtà. È strano: le persone pensano che il film sia una storia d’amore. E lo è, ma non è soltanto questo: è una storia sulla vita. Sono sicuro che anche ML Stedman (l’autrice del libro, NdR) volesse scrivere un’opera dal respiro più ampio sin dal primo momento, una storia che abbracciasse anche la guerra e le conseguenze sulle persone, così come la morte, l’isolamento, la maternità e tante altre tematiche. Credo comunque che il tema principale sia quello del perdono ed è anche quello che preferisco”.

The Light Between Oceans

Venezia 73: Mel Gibson con Hacksaw Ridge racconta un eroe della realtà

Fuori concorso al Festival di Venezia 73, Mel Gibson presenta il suo ultimo film da regista, Hacksaw Ridge (qui la nostra recensione), storia vera di un soldato obiettore di coscienza, Desmond Doss, arruolatosi come volontario alla fine della Seconda guerra mondiale. Per scelta Doss non voleva impugnare armi, ma come medico dell’esercito portò in salvo decine di suoi commilitoni durante la pioggia d’acciaio della battaglia di Okinawa.

Alla domanda su quale delle due professioni che esercita con successo, attore e regista, preferisce, Gibson ha risposto: “Regista o attore fanno parte di uno stesso processo, quello di raccontare una storia. Personalmente preferisco dirigere, forse perché sono megalomane, ma mi piace raccontare una storia in base alla mia visione. In questo caso, la vicenda di un uomo ordinario in circostanze straordinarie è una delle combinazioni più feconde per creare un racconto leggendario. Desmond vive l’inferno in terra, armato solo di fede e convinzione.”

Come si sa da tempo, Mel Gibson e Hollywood non sono in rapporti troppo felici, per sua stessa definizione si tratta di “sopravvivenza”, ma in questo caso dei produttori hanno sostenuto il suo progetto e Gibson si è trovato a lavorare con un cast di superstar: Vince Vaughn, Hugo Weaving, Andrew Garfield, Teresa Palmer.

Garfield, interprete del protagonista, ha dichiarato: “Era un uomo semplice, nel cuore sapeva che non doveva uccidere un altro essere umano, che il suo percorso era più grande di lui. Viviamo in un periodo pieno di violenza ideologica, mentre Desmond era un simbolo meraviglioso del motto ‘vivi e lascia vivere’, non importa quale ideologia o sistema di valori porti avanti. È stato un uomo che sapeva chi fosse e cosa dovesse fare e l’ha perseguito in un contesto in cui tutti facevano l’opposto. Anche nel mondo in cui viviamo non vieni certo incoraggiato a seguire la via che ritieni giusta per te. Mentre giri Mel è sempre con te, accanto a ogni attore in ogni singolo momento, come un buon padre.”

Sui veri eroi, lui che ne ha interpretato uno ‘finto’ sul grande schermo, Andrew Garfiled ha dichiarato: “Ho un fratello che è dottore, ha una moglie e tre bei figli, non fa conferenze stampa o riceve applausi, è come Desmond, uno di quei veri eroi che non cercano di esserlo, ma sono semplicemente se stessi nel loro piccolo angolo di mondo. È stato un grande regalo potere rappresentare uno di questi eroi silenziosi.”

Il protagonista del film è un obbiettore di coscienza, che si rifiuta di impugnare le armi, un messaggio forte in un Paese, gli USA, dove l’uso delle armi è una delle principali questioni sociali e politiche dibattute negli ultimi anni: “sicuramente rifiutare di uccidere e usare un fucile può essere un messaggio del film, ma pur odiando le guerre bisogna amare i nostri guerrieri e onorarli, come fa questo film nei confronti di chi si è sacrificato; penso anche al Vietnam. È innegabile la fede enorme che aveva Desmond, altrimenti non si sarebbe lanciato contro quella pioggia di piombo, come la chiamarono i giapponesi. Tanto che lui tributava le sue azioni a un potere superiore.”

Venezia 73: L’uomo che non cambiò la storia per le Giornate degli Autori

Venezia 73La Biennale di Venezia annuncia un nuovo titolo in programma alla 73. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre 2016, Venezia 73), presentato in collaborazione con le Giornate degli Autori – Venice Days.

È il film documentario di Enrico Caria L’uomo che non cambiò la storia, liberamente ispirato al diario dell’archeologo e storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli “Il viaggio del Führer in Italia”, e realizzato grazie alle immagini d’archivio dell’Istituto Luce – Cinecittà.

“Ranuccio Bianchi Bandinelli ė figura notissima fra gli storici dell’arte e gli archeologi italiani – dichiara Alberto Barbera, direttore della Mostra di Venezia – Meno noto il fatto che, costretto a far da guida a Hitler e Mussolini in occasione del primo viaggio in Italia del Führer, si fosse interrogato sull’opportunità di organizzare un attentato per togliere di mezzo gli ingombranti dittatori. Caria ricostruisce con ironia e precisione documentale l’incredibile vicenda, che suscita ancora oggi interrogativi di grande attualità”.

“Sono grato ad Alberto Barbera – dice Giorgio Gosetti, direttore delle Giornate degli Autori – di averci voluto associare a un’occasione che non solo segnala il vivace talento di Enrico Caria, ma riporta d’attualità una pagina della storia italiana che molto insegna al nostro presente. La tutela del patrimonio storico dell’Italia, la forza della bellezza contro la brutalità delle dittature, la figura di un grande intellettuale come l’archeologo Bianchi Bandinelli e la sua paradossale vicenda a fianco di Mussolini e Hitler, sono tutti elementi di una riflessione culturale e politica che questo documentario di finzione (ma rigoroso nell’utilizzo delle fonti) rende straordinariamente attuali”.L'uomo che non cambiò la storia

Enrico Caria è un regista, scrittore e giornalista italiano. Nato a Roma (1957), è vignettista e giornalista per “Paese Sera”, “Cuore”, “Repubblica”, “L’Unità”, “Il Mattino”, “Il Fatto quotidiano”, “Le Iene”. È sceneggiatore per la radio, la televisione e il cinema. Regista di commedie nere e satiriche (17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino, Carogne, Blek Giek, L’era legale) e del docu-film Vedi Napoli e poi muori. Ha pubblicato due libri “Bandidos” (Feltrinelli) e “L’uomo che cambiava idea” (Rizzoli).

Ranuccio Bianchi Bandinelli (Siena, 1900 – Roma, 1975), archeologo e storico dell’arte, ha notevolmente contribuito al rinnovamento degli studi di archeologia e arte antica in Italia, in contatto con la cultura europea del suo tempo. Negli anni ’30 insegnò archeologia nelle università di Cagliari, Pisa, Groniga (Olanda) e Firenze. Nel 1935 fondò la rivista “Critica d’arte” (1935) insieme a Carlo Ludovico Ragghianti. Nel 1938 fu incaricato dal Ministero della cultura popolare di svolgere la funzione di guida in occasione della visita a Roma e Firenze di Adolf Hitler. Accettò in seguito di tenere conferenze in Germania e di svolgere un’analoga funzione per la visita a Roma di Hermann Goering. L’anno successivo rifiutò la direzione della Scuola Archeologia italiana di Atene, dalla quale era stato appena rimosso il direttore ebreo Alessandro Della Seta, e nel 1942 rifiutò un incarico del Ministero per l’insegnamento a Berlino di “Storia della civiltà italiana”. Manifestò quindi una decisa opposizione al fascismo, con la partecipazione al movimento clandestino liberal-socialista (da cui si sviluppò successivamente il Partito d’Azione). Nel dopoguerra ha insegnato all’università di Roma fino al 1964. Ha fondato e la rivista “Società” (1947). Tra le numerose pubblicazioni: Storicità dell’arte classica (1943), Archeologia e cultura (1961), Dal diario di un borghese (1962), Roma: l’arte romana nel centro del potere (1969), Roma: la fine dell’arte antica (1970).

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Venezia 73: Liev Schreiber diventa il vero Rocky Balboa alla Mostra

Liev SchreiberChuck Wepner è il pugile a cui Sylvester Stallone si è ispirato per raccontare la storia di Rocky Balboa nel 1976. La sua storia ce la racconta, al Lido, in occasione della Mostra del Cinema, Liev Schreiber, che in The Bleeder, interpreta il pugile che è stato quasi campione del mondo dei pesi massimi.

Schreiber, protagonista e produttore del film, ha affidato il copione a Philippe Falardeau, regista canadese di Monsieur Lazhar, che con la sua sensibilità verso i personaggi ha convinto l’attore a sceglierlo. Ma il progetto nasce da una proposta avuta da Naomi Watts, moglie di Schreiber e interprete, nel film, di Linda, la seconda e attuale moglie di Wepner. “Ho amato lo script non solo perché parla di boxe, e io amo questo sport – ha dichiarato Liev – ma perché grazie a questa storia ho conosciuto questo personaggio e ho scoperto come ha affrontato la trappola del narcisismo, dell’apparire a tutti i costi. Per me questa condizione è simbolica anche del lavoro di attore, nell’essere un personaggio famoso.”

Nel film compaiono alcune icone che hanno incrociato la via di Wepner, da Ali a Stallone in persona, che è stato molto collaborativo con il progetto e con l’atore a cui ha raccontato del suo rapporto con il boxeur.

Anche Naomi Watts ha raccontato come è stato per lei interpretare questo ruolo minore, per la storia del film, ma così importante nella vita reale per Chcuck: “Non ho voluto interpretare la moglie di Chuck perché in qualche modo era un ruolo che avevo già interpretato. Inoltre quando sei una coppia nella vita reale tendi sempre un po’ a distrarti. Ho incontrato Linda e abbiamo parlato una sera intera, mi piace molto la sua saggezza e la sua chiarezza nel vedere le cose e ho cominciato a costruirla conoscendola, con il look, con la voce, econ i modi di fare. Lei è una persona piena di vita e per me è stato bello perché ho sempre interpretato personaggi un po’ tetri, donne sull’orlo di una crisi di nervi.”

Questa sera verrà consegnato a Liev Schreiber il Persol Tribute to Visionary Talent Award.

Venezia 73: Les Beaux Jours d’Aranjuez recensione del film di Wim Wenders

Immaginate di poter staccare la spina e allontanarvi dalla rumorosa vita quotidiana, anche solo per pochi giorni, per rifugiarvi in un piccolo angolo di paradiso. Come trascorrereste la vostra piccola fuga dal mondo?
In una Parigi estiva e desolata si insidia Les Beaux Jours d’Aranjuez l’ultima silenziosa fatica cinematografica di Wim Wenders.

Les Beaux Jours d-Aranjuez 3

Tratto dall’opera teatrale dello scrittore austriaco Peter Handke, il film si svolge interamente in un giardino in una dimensione vuota, sospesa nel tempo e nello spazio, all’interno della quale due persone, un uomo e una donna, si interrogano sulla vita, il sesso, l’amore, il potere dei sentimenti, condividendo ricordi più o meno lontani del loro passato. Tutto questo Wenders lo fa attraverso le parole di uno scrittore che, seduto alla scrivania con la sua macchina da scrivere, immagina la storia che si concretizza come per magia davanti ai nostri e ai suoi occhi.

Les Beaux Jours d-Aranjuez 2

Tutto è silenzioso e statico e il 3D, che potrebbe sembrare un po’ fine a se stesso e poco adatto ad un film di questo genere, aiuta invece a dare alla scena una profondità che in realtà la location non possiede. Il giardino diventa un confessionale a cielo aperto dove i protagonisti continuano ad interagire tra loro scambiandosi domande e raccontando episodi lontani e dimenticati senza seguire una vera e propria logica, abbandonandosi ad una sorta di disarmante flusso di coscienza. Come in una lunga ed estenuante seduta di bird watching, i due restano seduti per ore avvolti dai dolci suoni della campagna estiva francese a conversare e ad osservare il meraviglioso spettacolo pacifico dinnanzi ai loro occhi; le uniche interruzioni concesse sono gli intermezzi musicali offerti dal jukebox dello scrittore che spesso interferisce con lo svolgersi degli eventi.

Les Beaux Jours d-Aranjuez 1

Un esperimento, quello di Wim Wenders, estremamente complesso che non segue nessuna delle regole convenzionali del cinema e si trasforma in un film dalla staticità quasi snervante. L’opera cinematografia in questo caso sembra infatti non avere più bisogno della dimensione visiva; chiudendo gli occhi e affidando al solo udito la comprensione si riesce infatti a godere della stessa pace dei protagonisti.

Ecco il nostro speciale di Venezia 73

Venezia 73: La SIAE e le Giornate per Paolo Sorrentino

Venezia 73: La SIAE e le Giornate per Paolo Sorrentino

Paolo SorrentinoOspite d’onore della Giornata che la SIAE dedica ai Venice Days, domani venerdì 2 Settembre, sarà il premio Oscar Paolo Sorrentino. Atteso alla Mostra per l’anteprima dei primi due episodi di /*The Young Pope*/, Sorrentino riceverà lo speciale premio /*SIAE per l’innovazione creativa, */in occasione del suo arrivo a Venezia.

A consegnarlo sarà il direttore generale della SIAE, Gaetano Blandini.

Il riconoscimento viene attribuito con la seguente motivazione: “A un autore italiano che nel momento più luminoso della sua crescita artistica, all’indomani del successo mondiale che ha portato /*La Grande Bellezza*/fino al traguardo dell’Oscar, ha saputo rinnovarsi attingendo al suo straordinario patrimonio di creatività per poi sfidare nuove forme espressive e produttive, misurandosi con linguaggi diversi e scommesse internazionali senza venir meno alle sue radici culturali e alla sua originalità espressiva”.

La Società Italiana degli Autori ed Editori è partner qualificante delle Giornate degli Autori sin dalla loro fondazione nel 2004 per l’impegno diretto delle associazioni degli autori cinematografici e televisivi nella politica culturale e nella promozione del cinema di qualità e della creatività. Negli anni, il ruolo di SIAE all’interno della selezione delle Giornate è cresciuto in maniera rilevante, in sintonia con il proprio impegno a favore del cinema italiano.

“Siamo personalmente grati a Paolo Sorrentino – dice Giorgio Gosetti, direttore dei Venice Days – per un’attenzione al nostro lavoro e alla SIAE che, attraverso questo premio, valorizza i protagonisti dell’originalità e del rinnovamento del nostro cinema nel mondo”.

Le Giornate degli AutoriVenice Days, sono una sezione indipendente della 73 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, promossa da ANAC e 100autori. Main Sponsor: Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, BNL Gruppo BNP Paribas. Creative Partner: Miu Miu. Partner: SIAE, Sub-ti, Premio Lux del Parlamento Europeo. Partner Tecnici: Frame by Frame, I-Club, L’Eco della Stampa, Europa Cinemas, Cinecittà News, Cineurop.

Venezia 73: la leggerezza di Roan Johnson protagonista del concorso con Piuma

Piuma Roan JohnsonArriverà in sala il prossimo 20 ottobre distribuito da Lucky Red Piuma, il terzo film di Roan Johnson, selezionato in concorso alla settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Per Johnson si tratta di un film in cui ha voluto raccontare se stesso e le sue stesse paure, proiettandosi però indietro nel tempo e raccontando di Cate e Ferro, due adolescenti che si trovano a fare i conti con una gravidanza inaspettata. “È stato il casting più difficile che abbia mai fatto – ha dichiarato il regista e sceneggiatore – dopo 600-700 provini ho pensato addirittura di cambiare le età dei protagonisti, perché era difficilissimo trovare dei diciottenni all’altezza, in grado di essere naturali. Una volta trovati Luigi Fedele e Blu Yoshimi però è stato come un miracolo, ci siamo trovati in sintonia. Il film è una commedia atipica perché abbiamo girato con tanti piani sequenza, abbiamo fatto molte prove ma in realtà c’è moltissimo di loro, dei protagonisti. Ho dato loro estrema libertà di scelta.”

Piuma trailer del film di Roan Johnson in concorso a Venezia 73

Nonostante si tratti di una storia d’amore tra adolescenti, non si dice mai Ti Amo nel film, questo perché, secondo Johnson, si è cercato in fase di scrittura di uscire dai cliché. “Ho usato un linguaggio che si potesse avvicinare a quello dei coetanei dei protagonisti, infatti loro hanno aiutato tantissimo con i loro modi di dire. Non credo che nella vita vera si ci dica ‘ti amo’ tutti i giorni, ma sono più importanti le dichiarazioni di vicinanza, del prendersi cura dell’altro. Sono questi i veri modi per comunicare l’amore.”

Il film è senza dubbio erede, per formazione, della commedia all’italiana, ma allo stesso tempo guarda anche alla leggerezza intelligente della commedia indipendente internazionale. Per Roan Johnson, lo scopo era di osservare da vicino il processo di presa di coscienza, di assunzione delle proprie responsabilità che i giovani, costretti a vivere in un mondo caotico, sono costretti ad affrontare, spesso meglio degli adulti con cui vivono, a riprova che le nuove generazioni sono capaci anche di scelte e di coraggio.

Venezia 73: La La Land recensione del film con Emma Stone e Ryan Gosling

Città delle stelle, degli angeli, dei sogni infranti e dei desideri dorati. Los Angeles è l’ambientazione perfetta per La La Land, la romantica storia che Damien Chazelle, dopo l’energico e violentemente poetico Whiplash, decide di raccontare come un musical, strabordante di colori, che strizza l’occhio agli anni ’50 e che si avvale di due volti amatissimi, Emma Stone e Ryan Gosling.

Prestando le loro voci e i piedi danzerini a Mia e Sebastian, la coppia, che si riunisce dopo Crazy, Stupid, Love e Gangster Squad, ci accompagna per mano nelle vite di due giovani talentuosi sognatori, lei attrice lui jazzista, che nella città delle opportunità cercano, più che il successo, la realizzazione delle loro aspirazioni.

Con Whiplash, Chazelle ci aveva mostrato l’animo sportivo e agonistico dell’arte, la ricerca della perfezione attraverso l’allenamento, il sudore, il sangue. Con La La Land, il giovane regista ci racconta la parte romantica, lieve, eppure densa, di quella stessa arte che diventa bisogno fisiologico connaturato. Con essa ci mostra anche la danza di due anime che, volteggiandosi intorno accompagnate da un buffo destino, si incrociano e si toccano a ritmo di jazz. E, proprio come le note leggere e non scritte di questo sensuale genere musicale, entrambi si fondono l’uno nell’altra con spensierata leggerezza, all’inizio, alla ricerca di sé, una ricerca che porterà a una crescita e a una svolta, il punto di non ritorno che esiste nella vita di ognuno di noi e che si pone di fronte al tradizione “what if…” (cosa sarebbe accaduto se…).

La La Land

Ma in alcuni momenti, la storia cronologicamente intesa sembra un pretesto per raccontare con le immagini la musica, per fare di ogni rumore, perfettamente orchestrato, una sinfonia di tramonti, stelle, colori e sogni. Con la macchina da presa, Chazelle si sbizzarrisce, correndo, viaggiando, roteando e mostrandoci dei quadri perfettamente equilibrati e compositi, in un classicismo formalmente elegantissimo e rassicurante ma con un evidente e fervente spirito d’amore per l’immagine.

L’alchimia trai due protagonisti completa la magia: in La La Land  Stone e Gosling si amano per davvero, con lacrime, sguardi e sorrisi, nei loro intensi primi piani, raccontano a tutti la loro storia d’amore con autenticità e trasporto, con passione e leggerezza, accantonando i drammi e concentrandosi sul cuore delle emozioni.

Damien Chazelle ci propone un racconto di musica fatta non più solo di suoni, ma di immagini, di sfrenate corse e di frenate brusche, di battiti emozionanti, di ritmi coinvolgenti, di tempi colorati. Nelle sue mani le note non sono più sette, ma un arcipelago di armonie, un’esperienza da gustare con gli occhi e con le orecchie, a cuore aperto, lasciandosi penetrare dalla magia della “city of stars”.La La Land

Venezia 73: il programma con Malick, Ford, Wenders, Villeneuve, Sorrentino

È stato annunciato oggi a Roma il programma della 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un’edizione, quella di Venezia 73, che si preannuncia ricchissima di nomi e titoli che non sono assolutamente da meno rispetto ai Festival Internazionali più prestigiosi, trai quali, alla luce di questo programma, nessuno potrà più non includere la kermesse del Lido, dopo qualche anno di buio.

Di seguito i titoli:

Film d’apertura

La La Land, di Damien Chazelle

 

Film di chiusura

The Magnificent 7, di Antoine Fuqua

CONCORSO

The Bad Batch, di Ana Lily Amirpour

Une vie, di Stephane Brize

The Light Between Oceans, di Derek Cianfrance

El ciudadano illustre, di Mariano Cohn e Gaston Duprat

Spira Mirabilis, di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

The woman who left, di Lav Diaz

La region salvaje, di Amat Esclalante

Nocturnal Animals, di Tom Ford

Piuma, di Roan Johnson

Venezia 73

Rai (Paradise), di Andrei Konchalovsky

Brimstone, di Martin Koolhoven

On the milky road, di Emir Kusturica

Voyage of Time, di Terrence Malick

El Cristo ciego, di Christopher Murray

Frantz, di Francois Ozon

Questi giorni, di Giuseppe Piccioni

Arrival, di Denis Villeneuve

Les beaux jours d’Aranjuez, di Wim Wenders

Jackie, di Pablo Larrain

 

FUORI CONCORSO

The Young Pope (ep. 1 e 2), di Paolo Sorrentino

The Bleeder, di Philippe Falardeau

The Magnificent Seven, di Antoine Fuqua

Hacksaw Ridge, di Mel Gibson

Planetarium, di Rebecca Zlotowski

The Journey, di Nick Hamm

A jamais, di Benoit Jaquot

Gantz:O, di Kawamura Yasushi

The age of Shadows, di Kim Jee woon

Monte, di Amir Naderi

Tommaso, di Kim Rossi Stuart

Venezia 73: il gran giorno di Questi giorni di Giuseppe Piccioni

Venezia 73: il gran giorno di Questi giorni di Giuseppe Piccioni

Oggi è il gran giorno del terzo film in concorso a Venezia 73, ovvero Questi giorni di Giuseppe Piccioni che vede protagonisti Margherita Buy, Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Filippo Timi.

Trama: Una città di provincia. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell’incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali. Ad unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro.

Venezia 73: il giorno del giovane Papa di Paolo Sorrentino

Venezia 73: il giorno del giovane Papa di Paolo Sorrentino

Oggi a Venezia 73 è il giorno di The Young Pope, la serie Sky diretta e scritta da Paolo Sorrentino. Il regista premio Oscar è infatti l’ospite d’onore di oggi al Lido, dove vengono presentati anche in concorso anche Frantz di François Ozon e Brimstone di Martin Koolhoven.

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La settantatreesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si svolge al Lido dal 31 agosto al 10 settembre.

Venezia 73: il Festival visto dal fotografo Greg Williams

Greg Williams è uno dei fotografico al momento, più famosi al mondo. Celebri sono i suoi ritratti delle star e in particolare durante gli eventi importanti come i Festival di cinema, Greg si aggira per i luoghi che ospitano gli eventi rubando scatti ai volti più famosi di Hollywood e non solo.

In occasione della conclusione di Venezia 73, potete vedere di seguito la Mostra vista attraverso gli occhi, o meglio le lenti di Greg Williams.

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Venezia 73, tutti i vincitori: Leone d’Oro a The Woman Who Left di Lav Diaz

Venezia 73: il calendario delle proiezioni pubbliche

Venezia 73: il calendario delle proiezioni pubbliche

Ecco il calendario completo delle proiezioni aperte al pubblico di Venezia 73, la  73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si terrà al Lido dal 31 agosto all’11 settembre.

Venezia 73: il programma con Malick, Ford, Wenders, Villeneuve, Sorrentino

31 agosto

19:00  SALA GRANDE
CERIMONIA DI APERTURA – INVITI
PREMIAZIONE DEL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A JERZY SKOLIMOWSKI
 
A SEGUIRE
VENEZIA 73 – FILM D’APERTURA
LA LA LAND di Damien Chazelle (Usa, 127’, v.o. inglese s/t italiano) con Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, J. K. Simmons, Finn Wittrock
16:00  SALA DARSENA
OMAGGIO A KIAROSTAMI
24 FRAMES di Abbas Kiarostami (Iran, 4’)
TAKE ME HOME di Abbas Kiarostami (Iran, 17’)
76 MINUTES AND 15 SECONDS WITH KIAROSTAMI di Samadian Seifollah (Iran, 76’)
17:00  SALA PERLA
GIORNATE DEGLI AUTORI – FILM D’APERTURA
THE WAR SHOW di Andreas Dalsgaard, Obaidah Zytoon (Danimarca, Finlandia, Siria, 100’, v.o. arabo s/t inglese/italiano)
20:00  PALABIENNALE
VENEZIA 73 – FILM D’APERTURA
LA LA LAND di Damien Chazelle (Usa, 127’, v.o. inglese s/t italiano) con Ryan Gosling, Emma Stone, John Legend, J. K. Simmons, Finn Wittrock
 
A SEGUIRE
OMAGGIO A KIAROSTAMI
24 FRAMES di Abbas Kiarostami (Iran, 4’)
TAKE ME HOME di Abbas Kiarostami (Iran, 17’)
76 MINUTES AND 15 SECONDS WITH KIAROSTAMI di Samadian Seifollah (Iran, 76’)

1 settembre

14:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
I CALLED HIM MORGAN di Kasper Collin (Svezia, Usa, 92’, v.o. inglese s/t italiano)
 
16:30  SALA GRANDE
VENEZIA 73
LES BEAUX JOURS D’ARANJUEZ (3D) di Wim Wenders (Francia, Germania, 97’, v.o. francese s/t italiano) con Reda Kateb, Sophie Semin, Jens Harzer, Nick Cave
 
19:00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
THE LIGHT BETWEEN OCEANS di Derek Cianfrance (Usa, Australia, Nuova Zelanda, 133’, v.o. inglese s/t italiano) con Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Emily Barclay
22:00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
ARRIVAL di Denis Villeneuve (Usa, 116’, v.o. inglese/heptapod – linguaggio inventato s/t italiano/inglese) con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg
14:30  SALA DARSENA
ORIZZONTI
SÃO JORGE di Marco Martins (Portogallo, Francia, 112’, v.o. portoghese s/t inglese/italiano) con Nuno Lopes, Mariana Nunes, David Semedo
 
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
LAVOR ET HAKIR (THROUGH THE WALL) di Rama Burshtein (Israele, 110’, v.o. ebraico s/t inglese/italiano) con Noa Koler, Amos Tamam, Oz Zehavi

2 settembre

14:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
AMERICAN ANARCHIST di Charlie Siskel (Usa, 80’, v.o. inglese s/t italiano)
16:45  SALA GRANDE
VENEZIA 73
EL CRISTO CIEGO di Christopher Murray (Cile, Francia, 85’, v.o. spagnolo s/t inglese/italiano) con Michael Silva, Bastian Inostroza, Ana Maria Henriquez, Mauricio Pinto
18:45  SALA GRANDE
VENEZIA 73
NOCTURNAL ANIMALS di Tom Ford (Usa, 115’, v.o. inglese s/t italiano) con Jake Gyllenhaal, Amy Adams, Michael Shannon, Aaron Taylor-Johnson, Isla Fisher, Laura Linney
21:45  SALA GRANDE
CERIMONIA DI CONSEGNA DEL PREMIO PERSOL TRIBUTE TO VISIONARY TALENT AWARD 2016 A LIEV SCHREIBER
A SEGUIRE
FUORI CONCORSO
THE BLEEDER di Philippe Falardeau (Usa, Canada, 101’, v.o. inglese s/t italiano) con Liev Schreiber, Naomi Watts, Elisabeth Moss, Ron Perlman, Jim Gaffigan, Pooch Hall
14:45  SALA DARSENA
ORIZZONTI
TARDE PARA LA IRA di Raúl Arévalo (Spagna, 92’, v.o. spagnolo s/t inglese/italiano) con Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
DIE EINSIEDLER di Ronny Trocker  (Germania, Austria, 110’, v.o. tedesco s/t inglese/italiano) con Andreas Lust, Ingrid Burkhard, Orsi Toth

3 settembre

14:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
SAFARI di Ulrich Seidl (Austria, Danimarca, 90’, v.o. tedesco/inglese/africaans s/t inglese/italiano)
16:15  SALA GRANDE
VENEZIA 73
FRANTZ di François Ozon (Francia, Germania, 113’, v.o. francese/tedesco s/t inglese/italiano) con Pierre Niney, Paula Beer, Marie Gruber, Ernst Stötzner, Cyrielle Claire
19:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO – EVENTO SPECIALE
THE YOUNG POPE (EPISODI I E II) di Paolo Sorrentino (Italia, Francia, Spagna, Usa, 112’, v.o. inglese/italiano s/t italiano/inglese) con Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Tony Bertorelli, James Cromwell
21:45  SALA GRANDE
VENEZIA 73
BRIMSTONE di Martin Koolhoven (Paesi Bassi, Germania, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Svezia, 148’, v.o. inglese/lingua dei segni/olandese s/t italiano/inglese) con Dakota Fanning, Guy Pearce, Emilia Jones, Kit Harington, Carice Van Houten
14:30  SALA DARSENA
ORIZZONTI
HOME di Fien Troch (Belgio, 103’, v.o. olandese s/t inglese/italiano) con Sebastian Van Dun, Mistral Guidotti, Loïc Batog, Lena Suijkerbuijk, Karlijn Sileghem, Els Deceukelier, Robby Cleiren
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
KING OF THE BELGIANS di Peter Brosens, Jessica Woodworth (Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, 94’,
v.o. inglese/fiammingo/francese/bulgaro/serbo/albanese s/t inglese/italiano) con Peter Van den Begin, Lucie Debay, Titus De Voogdt, Bruno Georis

4 settembre

14:00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
SPIRA MIRABILIS di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti (Italia, Svizzera, 121’, v.o. iakota/inglese/svizzero-tedesco/giapponese/francese s/t inglese/italiano)
 
16:30  SALA GRANDE
VENEZIA 73
EL CIUDADANO ILUSTRE di Mariano Cohn, Gastón Duprat (Argentina, Spagna, 118’, v.o. spagnolo s/t inglese/italiano) con Oscar Martínez, Dady Brieva, Andrea Frigerio, Nora Navas, Gustavo Garzón
19:15  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
HACKSAW RIDGE di Mel Gibson (Usa, Australia, 131’, v.o. inglese s/t italiano) con Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Sam Worthington, Luke Bracey
22.00  SALA GRANDE
VENEZIA CLASSICI
AN AMERICAN WEREWOLF IN LONDON di John Landis (Gran Bretagna, 137’, v.o. inglese s/t italiano)
14:30  SALA DARSENA
ORIZZONTI
RÉPARER LES VIVANTS di Katell Quillévéré (Francia, Belgio, 104’, v.o. francese s/t inglese/italiano) con Tahar Rahim, Emmanuelle Seigner, Anne Dorval, Bouli Lanners, Kool Shen
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
IL PIÙ GRANDE SOGNO di Michele Vannucci  (Italia, 97’, v.o. italiano s/t inglese) con Mirko Frezza, Alessandro Borghi, Vittorio Viviani, Milena Mancini, Ivana Lotito, Ginevra De Carolis

5 settembre

14:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
MONTE di Amir Naderi (Italia, Usa, Francia, 105’, v.o. italiano s/t inglese) con Andrea Sartoretti, Claudia Potenza, Anna Bonaiuto, Zaccaria Zanghellini
 
16:45  SALA GRANDE
VENEZIA 73
LA REGIÓN SALVAJE di Amat Escalante (Messico, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, 100’, v.o. spagnolo s/t inglese/italiano) con Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesús Meza, Edén Villavicencio
 
19:30  SALA GRANDE
VENEZIA 73
PIUMA di Roan Johnson (Italia, 98’, v.o. italiano s/t inglese) con Luigi Fedele, Blu Yoshimi Di Martino, Sergio Pierattini, Michela Cescon, Francesco Colella
 
22:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
ONE MORE TIME WITH FEELING (3D) di Andrew Dominik (Gran Bretagna, 112’, v.o. inglese s/t italiano) con Nick Cave
 
15:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
MAUDITE POUTINE di Karl Lemieux (Canada, 91’, v.o. francese s/t inglese/italiano) con Jean-Simon Leduc, Martin Dubreuil
 
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
DAWSON CITY: FROZEN TIME di Bill Morrison (Usa, 120’, v.o. inglese s/t italiano)
Venezia 73

6 settembre

14:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
ASSALTO AL CIELO di Francesco Munzi (Italia, 72’, v.o. italiano s/t inglese)
16:30  SALA GRANDE
VENEZIA 73
UNE VIE di Stéphane Brizé (Francia, Belgio, 119’, v.o. francese s/t inglese/italiano) con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau
 
19:15  SALA GRANDE
VENEZIA 73
THE BAD BATCH di Ana Lily Amirpour (Usa, 115’, v.o. inglese s/t italiano) con Suki Waterhouse, Jason Momoa, Keanu Reeves, Jim Carrey, Giovanni Ribisi
22:00  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
TOMMASO di Kim Rossi Stuart (Italia, 97’, v.o. italiano s/t inglese) con Kim Rossi Stuart, Camilla Diana, Jasmine Trinca, Cristiana Capotondi
15:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
WHITE SUN di Deepak Rauniyar (Nepal, Usa, Qatar, Paesi Bassi, 87’, v.o. nepalese/inglese/italiano s/t inglese/italiano) con Dayahang Rai, Asha Magrati, Rabindra Singh Baniya, Sumi Malla, Amrit Pariyar
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
GUKOROKU (GUKOROKU – TRACES OF SIN) di Ishiakawa Kei (Giappone, 120’, v.o. giapponese s/t inglese/italiano) con Tsumabuki Satoshi, Mitsushima Hikari

7 settembre

14:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
AUSTERLITZ di Sergei Loznitsa (Germania, 94’, v.o. tedesco/inglese/spagnolo s/t inglese/italiano)
17:00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
VOYAGE OF TIME: LIFE’S JOURNEY di Terrence Malick (Usa, Germania, 90’, v.o. inglese s/t italiano) con Cate Blanchett
19:15  SALA GRANDE
VENEZIA 73
JACKIE di Pablo Larraín (Usa, Cile, 95’, v.o. inglese s/t italiano) con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt
21:45  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
THE JOURNEY di Nick Hamm (Gran Bretagna, 94’, v.o. inglese s/t italiano) con Timothy Spall, Colm Meaney, Freddie Highmore, John Hurt, Toby Stephens
15:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
KÉKSZAKÁLLÚ di Gastón Solnicki (Argentina, 72’, v.o. spagnolo s/t inglese/italiano) con Laila Maltz, Katia  Szechtman, Lara Tarlowski, Natali Maltz, Maria Soldi, Pedro Trocca, Denise Groesman
 
17:15  SALA DARSENA
ORIZZONTI
LIBERAMI di Federica Di Giacomo (Italia, Francia, 89’, v.o. italiano s/t inglese)

8 settembre

14.00  SALA GRANDE
CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA
                 
A SEGUIRE
VENEZIA CLASSICI
LE VOLEUR (1965) di Louis Malle (Francia, Italia, 122’, v.o. francese, s/t inglese, italiano)
17.00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
RAI (PARADISE) di Andrei Konchalovsky (Russia, Germania, 130’, v.o. russo/tedesco/francese/yiddish s/t inglese/italiano) con Julia Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Victor Sukhorukov, Peter Kurt
19:45  SALA GRANDE
VENEZIA 73
QUESTI GIORNI di Giuseppe Piccioni (Italia, 120’, v.o. italiano s/t inglese) con Margherita Buy, Marta Gastini, Laura Adriani, Maria Roveran, Caterina Le Caselle, Filippo Timi
22:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
GANTZ:O di Kawamura Yasushi (Giappone, 95’, v.o. giapponese s/t inglese/italiano)
14.45  SALA DARSENA
ORIZZONTI
KOCA DÜNYA (BIG BIG WORLD) di Reha Erdem (Turchia, 100’, v.o. turco s/t inglese/italiano) con Ecem Uzun, Berke Karaer
17.15  SALA DARSENA
FUORI CONCORSO – PROIEZIONE SPECIALE
PLANETARIUM di Rebecca Zlotowski (Francia, Belgio, 106’, v.o. francese/inglese s/t inglese/italiano) con Natalie Portman, Lily-Rose Depp, Emmanuel Salinger

9 settembre

13:45  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
OUR WAR di Bruno Chiaravalloti, Claudio Jampaglia, Benedetta Argentieri (Italia, Usa, 69’, v.o. inglese, italiano, curdo, arabo, s/t inglese, italiano)
15:30  SALA GRANDE
VENEZIA 73
ANG BABAENG HUMAYO (THE WOMAN WHO LEFT) di Lav Diaz (Filippine, 226’, v.o. tagalog/inglese s/t inglese/italiano) con Charo Santos-Concio, John Lloyd Cruz
20:00  SALA GRANDE
VENEZIA 73
NA MLIJECNOM PUTU (ON THE MILKY ROAD) di Emir Kusturica (Serbia, Gran Bretagna, Usa, 125’, v.o. serbo s/t inglese/italiano) con Monica Bellucci, Emir Kusturica, Sloboda Micalovic, Predrag Manojlovic
22:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO
À JAMAIS diBenoît Jacquot (Francia, Portogallo, 86’, v.o. francese s/t inglese/italiano) con Mathieu Amalric, Julia Roy, Jeanne Balibar
14:45  SALA DARSENA
ORIZZONTI
MALARIA di Parviz Shahbazi (Iran, 90’, v.o. farsi s/t inglese/italiano) con Saghar Ghanaat, Saed Soheili, Azarakhsh Farahani, Azadeh Namdari
17:00  SALA DARSENA
ORIZZONTI
BOYS IN THE TREES di Nicholas Verso  (Australia, 112’, v.o. inglese s/t italiano) con Toby Wallace, Gulliver McGrath, Mitzi Ruhlmann, Justin Holborow

10 settembre

19:00  SALA GRANDE
CERIMONIA DI PREMIAZIONE – INVITI
21:30  SALA GRANDE
FUORI CONCORSO – FILM DI CHIUSURA
THE MAGNIFICENT SEVEN di Antoine Fuqua (Usa, 134’, v.o. inglese s/t italiano) con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Byung-Hun Lee, Peter Sarsgaard
20:00  SALA DARSENA
VENEZIA 73
PROIEZIONE DEL FILM VINCITORE DEL LEONE D’ORO
22:30  SALA DARSENA
VENEZIA 73
PROIEZIONE DEL FILM VINCITORE DEL GRAN PREMIO DELLA GIURIA
Il calendario completo è consultabile qui.

Venezia 73: i film restaurati di Venezia Classici

Venezia 73: i film restaurati di Venezia Classici

Sarà il regista italiano Roberto Andò (Le confessioni, Viva la libertà, Il manoscritto del principe) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per la quarta volta – assegnerà i PREMI VENEZIA CLASSICI per il MIGLIOR FILM RESTAURATO e per il MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA. Venezia 73

Tra i diversi capolavori restaurati di Venezia Classici della 73. Mostra, saranno ad esempio presentati: L’argent di Robert Bresson (1983), La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966), Il ladro di Parigi di Louis Malle (1965), La leggenda della montagna di King Hu (1979), Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis (1981), Manhattan di Woody Allen (1979), Oci Ciornie di Nikita Michalkov (1987), L’uomo dei cinque palloni di Marco Ferreri (1965), Zombi di George A. Romero (1978)

La 73. Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 31 agosto al 10 settembre 2016, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Venezia Classici è la sezione che dal 2012 presenta alla Mostra in anteprima mondiale, con crescente successo, una selezione dei migliori restauri di film classici realizzati nel corso dell’ultimo anno da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Stefano Francia di Celle, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. La Giuria presieduta da Roberto Andò è composta da 26 studenti – indicati dai docenti – dell’ultimo anno dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari.

Questo l’elenco dei titoli di Venezia Classici selezionati per la 73. Mostra:

  • 1848

di Dino Risi (Italia, 1948, 11’, B/N)

restauro: Archivio Nazionale Cinema Impresa-CSC-Cineteca Nazionale e Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

  • An American Werewolf in London  [Un lupo mannaro americano a Londra]

di John Landis (Gran Bretagna, 1981, 137’, Colore)

restauro: Universal Studios

  • L’argent (Money) [Il denaro]

di Robert Bresson (Francia, Svizzera, 1983, 83’, Colore)

restauro: MK2

  • La battaglia di Algeri (The Battle of Algiers)

di Gillo Pontecorvo (Italia, Algeria, 1966, 121’, B/N)

restauro: Cineteca di Bologna e Istituto Luce – Cinecittà in collaborazione con Surf Film Srl e Casbah Entertainment

  • The Brat [La trovatella]

di John Ford (Stati Uniti, 1931, 65’, B/N)

restauro: The Museum of Modern Art e The Film Foundation

  • Break up – L’uomo dei cinque palloni (The Man with the Balloons)

di Marco Ferreri (Italia, Francia, 1965, 85’, B/N)

Restauro: Cineteca di Bologna e Museo Nazionale del Cinema  in collaborazione con Warner Bros

  • Dawn of the Dead – European Cut [Zombi]

di George A. Romero (Stati Uniti, Italia, 1978, 116’, Colore)

restauro: Koch Media in collaborazione con Norton Trust e Antonello Cuomo

  • Manhattan

di Woody Allen (Stati Uniti, 1979, 97’, B/N)

restauro: Park Circus, Metro Goldwyn Mayer

  • Oci Ciornie (Dark Eyes)

di Nikita Michalkov (Italia, URSS, 1987, 144’, Colore)

restauro: Istituto Luce-Cinecittà e CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Viggo

  • The Ondekoza

di Kato Tai ( Giappone 1979, 107’, Colore)

restauro: Shochiku Co., Ltd.

  • Opfergang (The Great Sacrifice) [La prigioniera del destino]

di Veit Harlan (Germania, 1942-1943, 97’, Colore)

restauro: Friedrich Wilhelm Murnau Stiftung

  • Pretty Poison [Dolce veleno]

di Noel Black (Stati Uniti, 1968, 89’, Colore)

restauro: 20th Century Fox

  • Processo alla città (The City Stands Trial)

di Luigi Zampa (Italia, 1952, 99’, B/N)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Gaumont in collaborazione con Astrea. Sentimenti di giustizia

  • Profumo di donna (Scent of a Woman)

di Dino Risi (Italia, 1974, 105’, Colore)

restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Dean Film

  • Shanzhong Chuanqi (Legend of the Mountain) [La leggenda della montagna]

di King Hu (Hong Kong, 1979, 184’, Colore)

restauro: Taiwan Film Institute

  • Shichinin no Samurai (Seven Samurai) [I sette samurai]

di Akira Kurosawa (Giappone, 1954, 207’, B/N)

restauro: Tōhō

  • Stalker

di Andrej Tarkovskij (URSS, 1979, 162’, B/N, Colore )

restauro: Mosfilm (produttore del restauro Karen Shakhnazarov)

  • Tutti a casa (Everybody Go Home!)

di Luigi Comencini (Italia, Francia, 1960, 115’, B/N)

restauro: Filmauro e CSC-Cineteca Nazionale

  • Twentieth Century [XX secolo]

di Howard Hawks (Usa, 1934, 91’, B/N)

restauro: Sony Pictures

  • Le Voleur (The Thief of Paris) [Il ladro di Parigi]

di Louis Malle (Francia, Italia, 1965, 122’, Colore)

restauro: Gaumont

A completamento della sezione Venezia Classici, verrà presentata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori. L’elenco completo della sezione sarà reso noto nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma della Mostra di Venezia, che si terrà a Roma giovedì 28 luglio alle ore 11.00 (Hotel Excelsior).

Roberto Andò – Nota biografica

E’ nato a Palermo l’11 gennaio del 1959. Dopo aver seguito studi filosofici, giovanissimo, collabora come assistente alla regia con Francesco Rosi e Federico Fellini, e, in seguito, con Michael Cimino e Francis Ford Coppola. Decisivo è l’incontro con Leonardo Sciascia, con cui stringerà legami di profonda amicizia, e da cui sarà avviato alla scrittura.

 Le sue regie, per il teatro, l’opera e il cinema, lo hanno reso noto al pubblico italiano e internazionale. Importante il suo sodalizio con Harold Pinter di cui metterà in scena AnniversarioLa stanza, e Vecchi tempi, prima versione italiana autorizzata dal grande drammaturgo dopo la contestata regia del 1972 di Luchino Visconti. Al grande commediografo inglese è rivolto anche un importante film-ritratto, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, un documentario che chiude un trittico di film dedicati ai suoi maestri: Memory Loss, incentrato sul regista Robert Wilson, Il cineasta e il labirinto, una conversazione con l’amico e mentore Francesco Rosi, Vivere è difendere la forma, sul grande compositore viennese Anton Webern.

Tra i suoi spettacoli di prosa sono da ricordare quelli creati in sodalizio con Moni Ovadia, Diario ironico dall’esilio, Il caso Kafka, Le storie di Keuner da Bertoldt Brecht, Shylock, ovvero il Mercante di Venezia in prova, da William Shakespeare, e le installazioni-spettacolo Natura morta per i diritti umani, da testi di Umberto Eco, Paul Auster, Jean Baudrillard, con Isabelle Huppert, Proprio come se nulla fosse avvenuto, da Anna Maria Ortese, con Anna Bonaiuto, Vincenzo Pirrotta, Maria Nazionale.

Tra le sue regie d’opera, sono da ricordare Norma di Vincenzo Bellini, Le Martyre de Saint Sebastien di Debussy, Il sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schoenberg (Harvey Keitel voce recitante), La madre invita a comer di Luis De Pablo (Biennale di Venezia), Il Flauto Magico di Mozart, L’olandese volante di Richard Wagner.

Tra i suoi film di maggior rilievo: Diario senza date, con Bruno Ganz, Lorenza Indovina, Franco Scaldati, Moni Ovadia; Il manoscritto del principe con Michel Bouquet, Laurent Terzieff, Jeanne Moreau, Paolo Briguglia, Leopoldo Trieste; Sotto falso nome, con Daniel Auteuil, Anna Mouglalis, Michel Lonsdale, Greta Scacchi; Viaggio segreto, con Alessio Boni, Valeria Solarino, Donatella Finocchiaro, Claudia Gerini, Emir Kusturica; Viva la libertà con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto; Le Confessioni con Toni Servillo, Connie Nielsen, Daniel Auteuil, Pierfrancesco Favino, Marie Josèe Croze, Moritz Bleibtreu. Film presentati nei maggiori festival del mondo, e premiati con importanti riconoscimenti internazionali e nazionali.

Il suo primo romanzo, Il trono vuoto, edito da Bompiani ha vinto il premio Campiello Opera Prima.

Venezia 73: i cannibali e la realtà distopica di Ana Lily Amirpour

A spiccare per originalità e coraggio in questo Venezia 73 è senza alcun dubbio la regista americana di origini iraniane Ana Lily Amirpour, che ha presentato il suo secondo lungometraggio, The Bad Batch, in concorso al festival. Nonostante la sua carriera sia appena agli inizi, la Amirpour sembra già una regista navigata e dalle idee molto chiare.

Criticata per aver presentato un film visionario e quasi psichedelico dalla tematica profondamente disturbante, la regista ha condiviso con noi qualche dettaglio del processo creativo del suo The Bad Batch.

The Bad Batch

“Quando inizio a lavorare su di un nuovo progetto, parto prima dalla musica. Lo so, è strano, ma a volte quando ascolto delle canzoni è come se le scene poi si scrivessero da sole”. Non a caso infatti, uno dei tanti punti di forza del film di Ana è proprio la travolgente colonna sonora che sembra uno strano mix di generi (proprio come The Bad Batch) perfettamente funzionale alla storia. “Tra i tanti pezzi utilizzati, le canzoni che ho scelto sin da subito per il mio film sono state quelle dei White Lies; non so perché, è una questione di pura chimica.”

Venezia 73: The Bad Batch recensione del film di Ana Lily Amirpour

Decidere di ambientare la sua storia in una realtà distopica e nel bel mezzo del deserto non è stata per la regista una scelta facile e ha richiesto un gran lavoro: “Ho fatto tantissime ricerche sull’argomento e sono stata in giro per circa un anno. Ho deciso di allontanarmi dai centri abitati per esplorare tutta quella desolazione, lontana dalle abbaglianti luci delle metropoli. Ho passato molto tempo nel deserto e ho visitato quella che viene chiamata Slab City, un accampamento situato a sud-est della California, abitato da una comunità nomade”. Non è la prima volta che il cinema e la letteratura prendono spunto dallo stile di vita di queste persone; nel 1997 John Krakauer ha scritto il suo Into The Wild proprio ispirandosi alla Slab City e dieci anni più tardi, nell’omonimo adattamento cinematografico di Sean Penn con Emile Hirsch, sono anche apparsi alcuni membri della comunità.

The Bad Batch

A chi la accusa di non aver saputo rendere chiaro il messaggio del suo film, la regista risponde ammettendo che accendere un dibattito su argomenti socio politici non era il suo scopo. “Fare film per me significa semplicemente raccontare una storia, raccontare cosa penso e sento. Non parlo della società e men che meno di politica, parlo solo per me stessa e non cerco di imporre il mio punto di vista. Nella mia vita ho sempre cercato ed inseguito la libertà, dalla società, dalla politica e dal sistema”. E questa libertà di cui la regista sente tanto la necessità, regna sovrana anche e soprattutto nel finale di The Bad Batch che alcuni purtroppo hanno definito inconcludente. “Ho creduto che fosse giusto optare per un finale aperto perché per me la vita stessa è un finale aperto. Nessuno sa mai  cosa accadrà in futuro ma, proprio come Arlen, [interpretata da Suki Waterhouse] continuiamo a sperare.”

Venezia 73: I Called Him Morgan recensione del documentario di Kasper Collin

Dopo il successo di pubblico ottenuto con Janis la scorsa edizione, quest’anno Venezia prova a fare il bis con I Called Him Morgan, un documentario musicale diretto da Kasper Collin sulla vita del famoso jazzista Lee Morgan.

Questo musicista dal talento straordinario – è stato uno dei migliori trombettisti dell’epoca – è morto purtroppo prematuramente, all’età di soli trentatré anni, nel febbraio del 1972 a causa di un colpo di pistola. A mettere fine alla sua breve vita e ad un pezzo di storia del jazz fu la moglie Helen alla quale sono incredibilmente affidate le redini della narrazione. Il documentario di Collin parte infatti da un’intervista fatta da Larry Reni Thomas – famoso scrittore di jazz e speaker radiofonico – alla vedova Morgan che racconta la sua versione della storia e della vita con Lee.

credits: Kasper Collin Produktion AB / Francis Wolff © Mosaic Images LLC
credits:
Kasper Collin Produktion AB / Francis Wolff © Mosaic Images LLC

Nata in un piccolo paesino a sud degli States, Helen cresce in una fattoria e resta incinta a soli tredici anni. Rifiutandosi di crescere il suo primogenito e anche gli altri figli che seguirono, la donna decide di scappare da quel buco polveroso ed isolato e si trasferisce nella caotica New York. Lì nella comunità afroamericana spicca subito tra la folla per il suo abbigliamento eccentrico e poco raffinato ma, grazie alla sua personalità prorompente, si guadagna subito il rispetto e l’amicizia di molte persone del quartiere. La sua casa diventa un vero e proprio porto di mare e, durante una delle sue famose cene, una sera d’inverno, conosce Lee.

I Called Him Morgan

Quello per il musicista non era per niente un periodo felice; nonostante il suo enorme talento, la sua giovane età ed il successo, il musicista era caduto in disgrazia per colpa della droga ed era ormai completamente dipendente dall’eroina, mandando all’aria così il suo lavoro e rovinando alcune delle sue più preziose amicizie. L’incontro tra i due sarà la fortuna di Morgan ma anche l’inizio di una vera e propria crociata per Helen. Nonostante infatti la loro differenza d’età – lei è molto più grande di lui – la loro relazione funziona alla perfezione e il jazzista riesce a rimettersi in carreggiata fin quando però non decide di rivolgere le sue attenzioni ad un’altra donna.

credits: Kasper Collin Produktion AB / Courtesy of the Afro-American Newspaper Archives and Research Center
credits:
Kasper Collin Produktion AB / Courtesy of the Afro-American Newspaper Archives and Research Center

Potrebbe sembrare strano ma questo documentario di musicale ha veramente poco; ambientato tra gli anni cinquanta e settanta, I Called Him Morgan è più che altro la storia di una giovane anima perduta e di una maledetta storia d’amore tra due persone finite insieme un po’ per sbaglio per colpa del fato. Grazie all’intervista registrata su cassetta nel 1996 da Morgan poco prima della morte di Helen, siamo in grado di ricostruire il puzzle della vita di Lee Morgan arricchito anche dalle testimoniante di alcuni dei suoi colleghi ed amici più carini e a meravigliosi filmati di repertorio che ci mostrano uno stralcio del vibrante mondo del jazz di quegli anni: fumosi club notturni, scarpe lucide, capelli impomatati, vestiti da ‘bravi ragazzi’ e fiumi di alcol. Quello di Kasper Collin non è, in sostanza, il semplice ritratto di un artista ma bensì di un uomo perduto, schiavo del successo, un uomo debole che ha distrutto la vita di una donna ed inconsapevolmente anche la propria.

Venezia 73: fuori concorso Tommaso di Kim Rossi Stuart

Venezia 73: fuori concorso Tommaso di Kim Rossi Stuart

A Venezia 73 arriva fuori concorso il film TOMMASO di Kim Rossi Stuart con Kim Rossi Stuart, Camilla Diana, Jasmine Trinca e Cristiana Capotondi.

Una produzione Palomar con Rai Cinema, in associazione con Unicredit Factoring  ai sensi delle norme sul Tax Credit,prodotto da Carlo Degli Esposti.

SINOSSI: Dopo una lunga relazione, Tommaso riesce a farsi lasciare da Chiara, la sua compagna.    Ora ad attenderlo pensa ci sia una sconfinata libertà e innumerevoli avventure. E’ un attore giovane, bello, gentile e romantico ma oscilla perennemente tra slanci e resistenze e presto si rende conto di essere libero solo di ripetere sempre lo stesso copione: insomma è una “bomba innescata” sulla strada delle donne che incontra.

Le sue relazioni finiscono dolorosamente sempre nello stesso modo, tra inconfessabili pensieri e paure paralizzanti.

Questa sua coazione a ripetere un giorno finalmente s’interrompe e intorno a sé si genera un vuoto assoluto. Tommaso ora è solo e non ha più scampo: deve affrontare quel momento del suo passato in cui tutto si è fermato.

Tommaso è cresciuto. Il bambino di “Anche libero va bene” qui è diventato un uomo che faticosamente e furiosamente cerca di liberarsi delle conseguenze della sua storia.