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Dampyr, la genesi della produzione nelle parole dei protagonisti

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Dampyr, la genesi della produzione nelle parole dei protagonisti

Esce al cinema il 28 ottobre Dampyr, il film di Sergio Bonelli Editore, Eagle Pictures e Brandon Box che segna l’esordio sul grande schermo di una produzione che porta la firma di Bonelli Entertainment. 

L’operazione ha una natura particolarmente complessa, fatta di incontri fortunati e di comunità di intenti. A dare il via alla macchina c’è stato Andrea Sgaravatti di Brandon Box, che con la sua casa di produzione aveva l’ambizione di realizzare prodotti italiani che potessero uscire dai nostri confini ed essere apprezzati in tutto il mondo” ha spiegato lo stesso Sgaravatti. La sua intenzione ha trovato terreno fertile in Bonelli, dove Michele Masiero e Vincenzo Sarno si sono resi aperti e disponibili a intraprendere un cammino comune. In quel momento, infatti, era il 2018, la casa editrice di Tex stava pensando di aprirsi alla produzione multimediale. Gli incontri fortunati sono continuati nel momento in cui è arrivata Eagle Pictures, che dopo anni e successi nel campo della distribuzione, ha voluto fare un salto della fede, buttandosi nella produzione. 

Con questi tre player scesi in campo, il progetto poteva partire, e da subito si è scelto di cominciare con Dampyr, di Maurizio Colombo e Mauro Boselli, perché se da una parte era sempre stato il sogno di Sgaravatti quello di fare un film su Harlan e company, dall’altra il personaggio si prestava molto bene a una narrazione classica per una origin story che fosse anche l’origine di un progetto più vasto.

Dampyr, recensione del primo film di Bonelli Entertainment

Come raccontato da Michele Masiero, direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore: “Questo film rappresenta l’inizio di una nuova era per noi. L’idea di trasportare i nostri personaggi e le nostre creatività di carta in un’altra dimensione, quella del cinema, è stata portata avanti con grande determinazione. Abbiamo voluto creare un braccio produttivo interno, Bonelli Entertainment, di cui Dampyr rappresenta il primo tassello, per essere coinvolti in prima persona in tutte le fasi della produzione, da quella creativa a quella più tecnica, da quella più commerciale a quella distributiva. In passato abbiamo avute alcune esperienze purtroppo deludenti, ma solo perché non eravamo coinvolti direttamente. Ora che siamo coinvolti al 100%, difenderemo le creatività, gli autori, i personaggi e i lettori che da generazioni si riconoscono nelle nostre storie”. 

“La scelta di adattare Dampyr è stata una casualità”, continua Masiero. “È stata un’intuizione di Andrea Sgaravatti e Brandon Box, in cui abbiamo subito creduto. Partire da un personaggio iconico della storia recente della nostra casa editrice, ma non il più iconico in assoluto rispetto al passato, poteva essere il biglietto da visita giusto. Ora siamo impegnati su altro, tra cui una serie animata su Dragonero in collaborazione con Rai e una serie live action su Dylan Dog a cui stiamo lavorando insieme a James Wan. La speranza è che Dampyr aprirà le porte ad un percorso si spera il più lungo possibile, sicuramente molto ambizioso. Ce la stiamo mettendo tutta”. 

Completamente in linea con le dichiarazioni del compagno di scuderia, Vincenzo Sarno ha cercato di spiegare come, all’atto pratico, si è passati dalla carta allo schermo: “Produrre una trasposizione è un grandissimo atto d’amore – spiega – ma anche con tantissima professionalità, circondarsi delle persone migliori. Lavorare alla Bonelli mi permette di realizzare sogni e dove credono nelle idee che vengono trasformate in un piano industriale. Il nostro scopo era quello di coinvolgere lo spettatore con il film, così come il lettore di Dampyr era stato coinvolto dal fumetto. Per farlo siamo stati assolutamente fedeli, pur passando attraverso dei piccoli tradimenti, indispensabili affinché il lavoro venisse svolto al meglio.”

E questo impegno si rispecchia evidentemente nei risultati, perché se Dampyr esce il 28 ottobre nelle sale italiane con Eagle Pictures, e il pubblico ancora deve avere modo di esprimersi sul suo effettivo successo, all’estero, il film sarà distribuito worldwide da SONY Pictures. Un inizio promettente per una grande scommessa tutta italiana che guarda con ambizione fuori dai confini del nostro Paese.

Dampyr, interviste al cast: Stuart Martin e Luke Roberts

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Dampyr, interviste al cast: Stuart Martin e Luke Roberts

Ecco le nostre interviste al cast di Dampyr. Stuart Martin, che interpreta il soldato Kurjak, e Luke Roberts, che invece è il Maestro della Notte Draka, rispondono alle domande sul primo film Bonelli Entertainment.

Opera prima di Riccardo Chemello, DAMPYR è una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box. I protagonisti sono Wade Briggs, Stuart Martin e Frida Gustavsson.

Dampyr, recensione del primo film di Bonelli Entertainment

Girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer sono Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star Crossed, Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”, “Army of Thieves) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The Batman).

Dampyr, interviste ai protagonisti: David Morrissey e Riccardo Chemello

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Ecco le nostre interviste ai protagonisti di DAMPYR. David Morrissey, che interpreta il villain Gorka, e Riccardo Chemello, regista all’opera prima, rispondono alle domande sul primo film Bonelli Entertainment.

Opera prima di Riccardo Chemello, DAMPYR è una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box. I protagonisti sono Wade Briggs, Stuart Martin e Frida Gustavsson.

Dampyr, recensione del primo film di Bonelli Entertainment

Girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer sono Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star Crossed, Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”, “Army of Thieves) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The Batman).

Dampyr, il red carpet di Lucca in diretta streaming nelle sale italiane

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Il Red Carpet della première mondiale con cast di DAMPYR che si terrà a Lucca Comics & Games verrà trasmesso in diretta nei cinema italiani il 28 ottobre alle ore 19.45. Un appuntamento per tutti i fan che potranno assistere alla diretta via satellite dello speciale Red Carpet lucchese e gustarsi il film dedicato al fumetto di culto.

Opera prima di Riccardo Chemello, DAMPYR è una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box.

Girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer sono Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star Crossed, Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”, “Army of Thieves) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The Batman).

Dampyr, il film: riprese ad ottobre, novità sul primo film Bonelli

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Dopo l’annuncio ufficiale al Lucca Comics and Games 2018, arrivano le prime notizie relative al film su Dampyr, serie a fumetti di genere horror pubblicata dal 2000 in Italia dalla Sergio Bonelli Editore, creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.

Alla produzione di Dampyr c’è, ad affiancare la Bonelli Entertainment, Eagle Pictures e Brandon Box, nelle figure di Roberto Proia e Andrea Sgaravatti. La Eagle fa parte da poco del gruppo produttivo Spyglass, al fianco di Warner. Con questa associazione, lo studio conta di trovare il percorso che porterà questi suoi progetti negli Stati Uniti, primo di tutti proprio Dampyr. Proia di Eagle ha inoltre confermato che il sequel del film è già in cantiere.

La regia è stata affidata a Riccardo Chemello, mentre per gli attori coinvolti non ci sono ancora certezze, tuttavia sappiamo che il casting è stato affidato a Gail Stevens, che ha lavorato a livelli altissimi negli Stati Uniti, con registi del calibro di Danny Boyle e Kathryn Bigelow. A firmare la sceneggiatura Alberto Ostini, Mauro Uzzeo e Giovanni Masi.

Alla presentazione di Lucca l’uscita del film era stata stabilita per il 23 gennaio 2020, ma non sappiamo ancora se la data sarà rispettata, visto che le riprese cominceranno ad ottobre.

Dampyr, esordio esplosivo negli USA: dritto in Top 10 di Netflix, supera anche Spider-Verse

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Dampyr, il primo film del Bonelli Cinematic Universe, sta rubando il cuore degli spettatori statunitensi, che nel fine settimana del Ringraziamento scelgono proprio l’esordio alla regia di Riccardo Chemello dalla vastissima library di Netflix USA.

Uscito il 22 novembre sulla versione nordamericana della piattaforma, il film ha esordito al nono posto della Top 10, scalando rapidamente la classifica e arrivando, nella giornata di domenica 26 novembre, a raggiungere la sesta terza posizione tra i dieci film più visti di Netflix, superando titoli in classifica da mesi, e persino il capolavoro dell’animazione SONY, Spider-Man: Accross the Spider-Verse, aggiunto di recente.

Dopo essere stato distribuito in digitale in Italia, su Sky e NOW, in occasione di Halloween 2023, e dopo la messa in commercio dell’edizione Home Video, Dampyr comincia anche a farsi spazio nel mercato internazionale, riscontrando un innegabile interesse da parte di un pubblico che storicamente è avvezzo ai blockbuster fantasy e che dimostra di gradire questa insolita storia di supereroi made in Italy, confermandone l’aspirazione internazionale.

Diretto da Riccardo Chemello, su una sceneggiatura firmata da Alberto Ostini, Giovanni Masi, Mauro Uzzeo e lo stesso Mauro Boselli che insieme a Maurizio Colombo ha creato il personaggio, e interpretato da Wade Briggs, Stuart Martin, Frida Gustavsson, Sebastian Croft, David Morrissey e Luke Roberts, Dampyr è prodotto da Bonelli Entertainment con Eagle Pictures e Brandon Box e distribuito in Nordamerica da Sony Pictures.

Uscito al cinema nell’ottobre 2022, Dampyr è il primo progetto del Bonelli Cinematic Universe. A oggi, questo universo annovera anche una serie animata di Dragonero, mentre in occasione del Lucca Comics and Games 2023, sono state annunciate la seconda stagione di Dragonero e una serie animata dedicata a Martin Mystére. Ricordiamo inoltre che è in produzione anche una serie in live action dedicata a Dylan Dog, per la quale Bonelli Entertainment lavorerà fianco a fianco con la Atomic Monster di James Wan.

Dampyr tra Lucca e Matera: la mostra Sassi, Nuvole e Lupi al Matera Film Festival

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Sarà inaugurata il 24 settembre a Matera la mostra SASSI, NUVOLE E LUPI, organizzata da APT Basilicata e dal Matera Film festival (24-26 settembre 2020) e promossa da Lucca Changes (Lucca Comics & Games) in collaborazione con la Sergio Bonelli Editore.

L’evento è dedicato alla città dei Sassi, al fumetto Dampyr, sceneggiato da Giorgio Giusfredi e disegnato da Alessio Fortunato, e all’arte di Giuseppe Palumbo.

Nel dettaglio la mostra si dividerà in due spazi. Nello spazio principale saranno esposte in anteprima alcune tavole de “Il licantropo di Matera” di Alessio Fortunato e alcune tavole bonelliane di Giuseppe Palumbo ambientate a Matera.

Nel secondo spazio invece saranno esposte le tavole del libro PASOLINI 1964 – Oltre Matera e il Mediterraneo” di Maurizio Camerini, Alessandro Manna e Giuseppe Palumbo.

La mostra fa parte della programmazione ufficiale di Lucca Changes l’edizione 2020 di Lucca Comics & Games (il festival più importante in Europa dedicato al fumetto, al gioco, al videogioco, alla narrativa fantasy, e alle serie TV) e si inserisce all’interno dell’offerta proposta dai Campfire, di cui la città di Matera fa parte. I campfire non sono altro che avamposti sparsi su tutta la penisola, coordinati dallo staff centrale del festival, con il duplice obiettivo di raggiungere i fan appassionati di fumetti e giochi che quest’anno non potranno raggiungere Lucca e coinvolgerli in attività pensate esclusivamente per loro stringendo i rapporti con le realtà locali che sono per loro un riferimento durante tutto l’anno. L’offerta culturale si arricchisce in questo caso proprio grazie alla collaborazione con un editore partner come la Sergio Bonelli Editore.

Grazie alla partnership stretta con APT Basilicata e il Matera Film Festival sarà possibile partecipare fisicamente all’evento, ai talk e agli incontri.

Una collaborazione unica quella tra la città di Lucca e di Matera, entrambe conosciute per il loro patrimonio artistico e culturale, che sottolinea l’importanza di fare rete per valorizzare opere d’arte e artisti del nostro Paese.

Di seguito il programma dettaglio dell’evento:

24 settembre – 1° novembre               
Exhibition Matera SASSI, NUVOLE E LUPI            
“Due artisti Bonelli a Matera – Palumbo e Fortunato”
Spazio Basilicata Openspace (P.zza Vittorio Veneto, Matera)

24 Settembre, ore 11.00      
Inaugurazione mostra SASSI, NUVOLE E LUPI apertura del Matera Film Festival
Intervengono direttore APT, disegnatore Dampyr
Creative Director MFF, Produttore e Presidente onorario MFF.

26 Settembre, ore 18.00

Talk dal vivo con gli ospiti Alessio Fortunato, Giuseppe Palumbo, in collegamento streaming da Lucca Giorgio Giusfredi, sceneggiatore e co-curatore editoriale Dampyr e Emanuele Vietina, direttore di Lucca Comics & Games.

Diretta Streaming disponibile dal canale  Youtube di Lucca Comics & Games

DAMPYR in prima tv su SKY e NOW

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DAMPYR in prima tv su SKY e NOW

Arriva in prima tv su Sky DAMPYR (recensione), il film tratto dall’omonimo fumetto di culto pubblicato da Sergio Bonelli Editore, da sabato 21 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Halloween), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Prodotto in Italia ma girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è diretto da Riccardo Chemello e vede nel cast Wade Briggs, Frida Gustavsson, Stuart Martin, Sebastian Croft, David Morrissey e Luke Roberts. Il film è una coproduzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, con il suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box ed è basato sui primi 2 albi degli oltre 300 di cui è finora composta la serie a fumetti creata nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo. La sceneggiatura è di Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo. 

La trama di DAMPYR

Balcani. Primi anni ’90. Harlan è un giovane uomo, perseguitato continuamente da terribili incubi, che sbarca il lunario fingendosi un Dampyr (nella mitologia slava, una creatura metà uomo e metà vampiro). Insieme a Yuri, suo “agente” e fidato amico, Harlan inganna la povera gente dei villaggi della regione, fingendo di liberarli da terribili maledizioni, e facendo leva su superstizioni antiche e mai sopite. Quando un gruppo di soldati, che si batte contro inquietanti creature assetate di sangue, chiede il suo aiuto, Harlan scoprirà con stupore di essere davvero un Dampyr. Chiamato ad affrontare un terribile “Maestro della Notte”, Harlan dovrà imparare a gestire inaspettati poteri (il suo sangue infatti è letale per i vampiri) e sarà costretto a fare i conti con se stesso e il suo misterioso passato. Lo accompagneranno in questo oscuro viaggio una vampira rinnegata e un soldato in cerca di vendetta.  

Il film fa parte anche della programmazione del canale SKY CINEMA HALLOWEEN (canale 303) che, per celebrare la festa più spaventosa dell’anno, si accenderà dal 21 al 31 ottobre, con oltre 70 titoli “da paura” che spaziano nei generi: avventure a tinte dark, titoli per tutta la famiglia e horror. Tra i titoli proposti anche le prime tv BUSSANO ALLA PORTA e HALLOWEEN ENDS, capitolo conclusivo di uno dei franchise horror più famosi della storia del cinema.

Dampyr e il successo negli USA: parlano gli autori. È arrivato il momento per Dampyr 2?

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Dopo il già straordinario sesto posto nella Top 10 di Netflix USA durante il fine settimana del Ringraziamento, Dampyr di Riccardo Chemello è guadagnato la vetta della classifica raggiungendo il terzo posto e occupandolo stabilmente, dietro soltanto a due film Netflix Original (Leo e Best. Christmas. Ever!), superando The Killer della coppia Fincher/Fassbender, Spider-Man: Accross the Spider-Verse, I Minions e Lone Survivor, action con Mark Wahlberg.

Un risultato davvero incredibile per un film tutto italiano, che non gode certo di una fan-base negli States, e che è non solo l’opera prima del regista Chemello, ma anche il primo tassello del Bonelli Universe, prima produzione per il cinema di Bonelli Entertainment che proprio con Dampyr ha esordito sul grande schermo.

Abbiamo raggiunto telefonicamente i protagonisti di questo grande e insperato successo, gli autori del film che dal 2018 al 2022 hanno lavorato, affrontando difficoltà, pregiudizio e, per non farsi mancare nulla, anche una pandemia, affinché il film arrivasse al cinema e che ora, a un anno dall’uscita nelle sale italiane del film, si godono un successo che non era arrivato a suo tempo. E magari vedono farsi più concreta un’idea, un’ipotesi caldeggiata dai fan della prima ora: Dampyr 2 si farà?

Andrea Sgaravatti, di Brandon Box, co-produttore del film, ha dichiarato entusiasta: “Facciamo ancora fatica a riprenderci, dopo quest’anno passato in attesa. L’uscita theatrical è arrivata in un momento in cui si faceva fatica a prevedere il box office, ma abbiamo deciso che era giusto che il film uscisse, visto che era pronto da tanto tempo. Vedere ora come sta reagendo il pubblico statunitense è uno shock, positivo certo, ma che comunque ci lascia senza parole.”

Commentando invece la concorrenza in piattaforma, Sgaravatti sottolinea: “Tutti i film che Dampyr ha superato hanno avuto una campagna marketing pazzesca, ad esempio Fincher è stato lanciato a Venezia 80, per non parlare della campagna promozionale di Spider-Verse. Netflix USA ha promosso anche l’uscita di Dampyr, ma si tratta di potenze di fuoco che non si possono paragonare. È un fenomeno che ci lascia in estasi e basiti.”

La stessa incredulità la esprime Michele Masiero, Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore: “È un esito inaspettato. Chiaramente il fatto che SONY, già l’anno scorso, avesse acquistato il film per distribuirlo worldwide per noi era stato un riconoscimento della bontà del nostro lavoro. Quello che sta succedendo adesso è stato un evento favoloso e sorprendente. Non ci aspettavamo di entrare in Top 10, né di salire in terza posizione, in compagnia di film che sono dei giganti da un punto di vista produttivo. Siamo lì in bella compagnia.”

Parlando del futuro e del programma del Bonelli Universe, Masiero prosegue: “Il film è stato lanciato sulla piattaforma nel fine settimana del Ringraziamento, e vederlo arrivare in Top10 solo attraverso il passaparola è stata per noi una gioia infinita. Cosa significa questo per i piani di Bonelli Entertainment, resta da vedere. Noi abbiamo continuato e continuiamo a lavorare ai progetti che abbiamo. Avremmo voluto che alcuni di essi vedessero la luce prima, ma sono progetti in movimento, ci lavoriamo costantemente e arriveranno presto. Tra questi c’è ovviamente la famosa serie di Dylan Dog (a cui Bonelli sta lavorando con la Atomic Monster James Wan, ndr), le serie animate che stiamo già realizzando (Dragonero stagione due e Martin Mystère, ndr) e altri progetti a cui stiamo lavorando sotto traccia. Sul fronte Dampyr, questo risultato ci rincuora, perché quel film era un progetto nato con ambizioni di proseguire il lavoro, e questo successo Oltreoceano è sicuramente una spinta che ci conferma che la strada che avevamo intrapreso è quella giusta.”

“Questo risultato è anche una soddisfazione per il cinema italiano – continua Michele Masieroe allo stesso tempo un piccolo dispiacere, perché sembra che il riconoscimento per un lavoro ben svolto debba arrivare sempre dall’estero. Dampyr ha un elemento di vantaggio rispetto all’estero per il fatto che è girato in inglese e ha attori anglofoni. Ma il regista è italiano, è alla sua opera prima, le maestranze sono italiane, la produzione è italiana, e italiana è la tradizione del grande cinema di genere a cui il film si riferisce. È stato il primo tassello del Bonelli Universe e ora ci godiamo questo successo un anno dopo la sua uscita ufficiale. Mi piace pensare che l’intera industria cinematografica italiana può sentirsi soddisfatta.”

Per commentare questa seconda primavera che Dampyr sta vivendo negli Stati Uniti, e in parte anche nel nostro Paese, grazie alla sua uscita su Sky e NOW e in Home Video, abbiamo parlato anche col regista Riccardo Chemello e gli sceneggiatori  Giovanni Masi, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo.

Giovanni Masi: “La lavorazione di questo film è stata un’esperienza professionale importante e di crescita. Avere in mano un personaggio che si è sviluppato per 30 anni, con storie di altissimo livello e una continuity così amata dagli appassionati e così curata da Mauro Boselli, non è stato per niente semplice. Dovevamo sì prendere i primi due albi, ma dovevamo già cominciare a pensare a quali elementi inserire dalla serie a fumetti per valorizzare il più possibile la storia che stavamo raccontando. In più, traducendo il materiale di partenza dal linguaggio fumetto a quello cinematografico. Un’enorme mole di lavoro e di una tale portata che mi sento fortunato ad aver potuto lavorare con Mauro Boselli, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo. Ognuno di loro ha portato la propria esperienza e la propria voce unica al servizio di un affresco narrativo incredibile. E, personalmente, le riunioni con loro sono state anche una bellissima esperienza al di là del lavoro. Un divertimento e un’emozione.”

Alberto Ostini: “Una battuta famosa di Gracie Allen, attrice degli anni Trenta, fa così: “Quando sono nata ero così sorpresa che non ho parlato per un anno e mezzo.” Più o meno è stato così anche per me con Dampyr. Sia quando mi hanno chiesto di partecipare al progetto, quando ho visto i personaggi sulla carta diventare corpi reali, sia quando ho visto il film la prima volta al cinema. E naturalmente oggi con il successo negli Stati Uniti. Ora che ci penso, può darsi che gli altri abbiano pensato “perché abbiamo preso un muto nella squadra?” Ma in realtà i miei erano silenzi dettati dalla meraviglia di quello che stavo vivendo È stato tutto un riprovare lo stupore, quello bello, quello dei bambini che rimangono senza parole. Che per uno sceneggiatore è un divertente paradosso…”

Mauro Uzzeo: “In veste di sceneggiatori del film abbiamo avuto la possibilità di partecipare all’esperienza sul set. Sono stati giorni freddissimi, riscaldati dalla professionalità di tutta la crew e dal lavoro straordinario fatto da attori e maestranze, ma soprattutto dal grande calore umano che si è generato all’interno della produzione.
 Ricordo ancora la commozione sul volto di tutti nel momento dell’ultimo ciak che è coinciso con la rivelazione di una serie di sorprese che erano state silenziosamente preparate nel tempo e mostrate solo in quel momento. Tra tutte, quella che più mi è rimasta nel cuore è quella che ci ha fatto Stuart Martin, che ha raccolto ogni singolo proiettile sparato durante le riprese interpretando il ruolo del “soldatino” Kurjak e ne ha fatto tanti piccoli portachiavi brandizzati “Dampyr” che ha personalmente regalato a tutta la crew. 
Quello stesso calore lo sto rivivendo proprio in questi giorni, perché l’incredibile successo internazionale che sta avendo il film, raggiungendo il podio dei film più visti di Netflix USA, sta spingendo gli attori a pubblicare sui loro social le immagini girate nel backstage in quei giorni. 
Ed è ogni volta come tornare lì, senza la nostalgia di chi si volta indietro, ma con lo sguardo proiettato in avanti verso tutto quello che ancora possiamo fare insieme.

Chemello, che sul set di Dampyr non aveva ancora 30 anni, aggiunge: “Questo successo rappresenta la chiusura di un cerchio, secondo me, perché all’uscita Dampyr non aveva avuto il successo che meritava. Credo sia importante ricordare che il film è stato il frutto di un rischio, una vera e propria impresa, un investimento economico di produttori privati, che di tasca loro hanno scommesso su un regista di 29 anni all’opera prima, credo che questa impresa sia una bella storia che forse non è mai stata raccontata. Ora, grazie a questo successo, c’è la possibilità di farla conoscere. Questo film rappresenta anche la volontà da parte dei produttori di dare spazio e voce a me, nonostante la mia età e la mia inesperienza.”

“Vedere un film che non è Netflix Originals che entra in classifica è davvero incredibile: Dampyr non ha la fanbase di Spider-Man, io non sono Fincher, il film non era spinto e promosso dalla piattaforma, eppure è saldo lì, in terza posizione, per ora.” aggiunge Chemello.

Parlando del cinema italiano di oggi, Riccardo Chemello spiega: “Stiamo assistendo a un’altra grande impresa, oggi nel nostro cinema, con un’altra opera prima sta avendo un successo di sala insperato, il film è di Paola Cortellesi (C’è ancora domani), un attore importante nella storia del cinema italiano contemporaneo. Noi non avevamo quella componente di fama, il nostro mercato non poteva essere quello che oggi è il suo – prosegue – Personalmente ero molto interessato a vedere come il film sarebbe stato accolto in Nord America, era quello il nostro banco di prova, secondo me. Netflix USA non è soltanto la piattaforma di una nazione, è anche un indice del mercato di riferimento, perché ancora oggi il mercato internazionale è definito e influenzato da quello statunitense.” 

Quando gli chiediamo della possibilità di un Dampyr 2, ora che il primo film sta avendo questo riscontro internazionale (è pronto a esordire sui mercati di tutto il mondo e all’inizio del 2024 arriverà in Giappone, ndr), Chemello ci dice: “Dal mio punto di vista, una delle cose più importanti, è portare avanti il progetto Bonelli. Questo film era un pioniere, non poteva piacere certo a tutti, ma ha un grande valore e un grande compito all’interno dell’azienda Bonelli, di Eagle Pictues e di Brandon Box. A questo punto, credo che sarebbe un peccato non sfruttare l’esperienza fatta con questo set, con questa produzione. Vorrei continuare a portare avanti questo know-how, voglio fare Dampyr 2, anche per mettere in pratica quello che ci siamo detti e che abbiamo imparato in questi anni. Ma che ci sia io o altri alla regia, l’importante è che questa conoscenza venga messa in pratica e che il progetto Bonelli continui.”

Dampyr è disponibile in Italia su Sky e NOW e in Home Video.

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe. Parola del produttore Vincenzo Sarno

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Sergio Bonelli Editore ha sancito l’inizio del suo universo cinematografico, il vero e proprio Bonelli Cinematic Universe. Dopo l’annuncio, risalente allo scorso anno, dell’entrata in produzione del film su Dampyr, personaggio creato nel 2000 da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, la casa editrice ha ufficialmente mostrato al pubblico i volti gli eroi di questa prima avventura del BCU. Si tratta di Harlan, Kurjak e Tesla, i tre eroi riluttanti di Dampyr – il film, che hanno occupato il centro di piazza Antelminelli per tutta la durata del Lucca Comics and Games 2019, in forma di giganteschi character poster.

A dare loro corpo e (è proprio il caso di dirlo) sangue, sono, rispettivamente, Wade Briggs, Stuart Martin e Frida Gustavsson i cui volti cominciano adesso ad entrare nell’immaginario collettivo degli appassionati di fumetto. Ma perché cominciare proprio da Dampyr? E come è nata l’idea del BCU? E soprattutto quali sono le speranze, le ambizioni e le aspettative per un progetto del genere? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio Sviluppo e produttore del film per Bonelli Entertainment insieme a Roberto Proia (di Eagle Pictures) e Andrea Sgaravatti (di. Brandon Box).

Dampyr ha una collocazione storica molto chiara, la guerra civile nei Balcani, un momento molto preciso della nostra timeline – esordisce Sarno – Questo ci permetteva di avere un punto da cui partire e avventurarci verso il futuro. Se fossimo partiti dal nostro presente, avremmo avuto altri personaggi che interagivano sul domani, invece noi volevamo che il nostro universo si muovesse su una linea temporale limpida, volevamo incasellare precisamente ognuno di loro in un periodo storico. Dire che Dampyr è l’origine, significa dire che la guerra dei Balcani è il tempo zero, da cui si evolveranno tutte le nostre storie. Non è detto che alcuni di loro non possano agire prima di quel momento storico, ma li vedremo principalmente attraverso flashback.

La guerra dei Balcani è un periodo della storia molto conosciuto e che ha un impatto realistico molto forte. Le scene di quella guerra spaventosa sono molto vive negli occhi di tutti. Volevamo dire che partiamo da un orrore reale, non un evento fantastico. L’avventura degli eroi Bonelli è l’avventura delle persone comuni, che si trovano ad interagire con la grande storia e con un orrore reale.”

Dampyr è il ‘tempo zero’ del Bonelli Universe

A sentir parlare di timeline, sembra chiaro che c’è una progettualità precisa. Ci dobbiamo aspettare scene post credits, easter eggs, riferimenti agli altri personaggi bonelliani già in Dampyr?

“Vogliamo che Dampyr sia un film indipendente e che abbia il suo pubblico, ma che sia facilmente identificabile come prodotto Bonelli. Gli elementi che useremo per connotarlo, saranno quelli che diventeranno comuni a tutti gli altri progetti del Bonelli Cinematic Universe.”

Il Marvel Cinematic Universe è un modello di riferimento obbligato, anche solo per l’aspetto strutturale del progetto. Ma i film Marvel si somigliano per estetica e realizzazione, e questa è una critica che si rivolge spesso a questi prodotti, perché sembrano annichilire completamente il cinema di storytelling. In che direzione si muoverà l’Universo Bonelli?

“Il nostro punto di partenza è la centralità degli autori. Questo significa non tradire mai quello che Maurizio Colombo e Mauro Boselli hanno scritto. Per questo abbiamo creato una writing room con autori che già lavoravano con noi, in modo che potessero trasporre senza tradire, perché conoscono le regole del fumetto Bonelli e sanno come replicarle nel mondo cinematografico. Per questo abbiamo scelto tre persone che hanno un forte background cinematografico e bonelliano: Giovanni Masi, Mauro Uzzeo e Alberto Ostini. Il modello produttivo sarà costruito intorno al personaggio, perché prima di tutto vogliamo raccontare la storia di queste persone che non saltano da un palazzo all’altro né che vivono in una giostra, ma che devono fare i conti con fallimento, crescita e difficoltà, con la necessità di superare tutto con la propria umanità. Dampyr è il racconto di un alcolizzato che vive per strada senza credere più in niente, ma che sceglie di assumersi delle responsabilità, per difendere gli uomini come lui da persone e mostri che sono estremamente realistici.”

Il fatto di dare fiducia a risorse interne alla Bonelli, come vi ha fatto porre rispetto a co-produzioni che avrebbero potuto voler intervenire nella scrittura? Il fatto che Masi, Ostini e Uzzeo conoscano e facciano fumetti è una dichiarazione di intenti verso il materiale di partenza del BCU?

“Prima di arrivare allo svelamento di oggi, che rimarrà un momento fissato nella nostra storia (le 17.30 del 31/10/2019), abbiamo lavorato per cinque anni per attuare una strategia, per poterci sedere al tavolo dei produttori ed avere la facoltà e i poteri legali di dire cosa dovevano o non dovevano essere la sceneggiatura e il film. Trovare i partner giusti e costruire questo progetto è stato complicatissimo ma se volevamo mettere i personaggi e gli autori al centro, senza dimenticare il core business dell’azienda, dovevamo riuscirci. Non volevamo che un produttore ci spiegasse come si fa un film, dovevamo essere noi a trovare le giuste regole con i coproduttori giusti che ci comprendessero.”

Una writing room per rispettare il Dampyr del fumetto

Quando è nata l’idea del Bonelli Cinematic Universe?

“Storicamente ci sono delle cene e delle riunioni. Non c’è stato un giorno in cui ci siamo detti: ‘partiamo’, ma un periodo in cui Davide Bonelli ha dichiarato che voleva un futuro per l’azienda e dei talenti a lavorarci, per realizzare quel futuro. Devo ringraziare lui per aver messo insieme la squadra.”

Com’è stato il confronto della Writing Room di Dampyr con Mauro Boselli (co-autore del personaggio)?

“Costante, continuo, impegnativo, ma fondante. Ci siamo presi il tempo e gli spazi, ma anche la possibilità di tornare indietro ed andare avanti, di confrontarci sempre, di lavorare con un obbiettivo che non era quantificabile in termini di tempo ma di qualità.”

E come si coniugano le necessità industriali con le necessità di tempo e qualità?

“Con la volontà di realizzare un progetto d’unione. La nostra squadra non vuole vincere il campionato, la prima volta che scende in campo, ma vuole giocare una partita bellissima. Questo vuol dire imporre all’industria la qualità. Cambiare un modello industriale è stata la cosa che ci ha richiesto più impegno, ma è stato anche il primo obbiettivo da raggiungere. L’importante non era avere attori di richiamo, o effetti visivi importanti. Era avere storie bellissime da raccontare, con un team di creatori di storie straordinario, e darsi come obbiettivo raccontare al meglio quelle storie bellissime, non l’uscita al cinema.”

“Il film di Dampyr è un unicum, al momento, nel panorama cinematografico italiano – spiega Vincenzo Sarnoma il nostro obbiettivo è quello di fare un film che piaccia alla gente, indipendentemente da dove è stato fatto. Per questo vorremmo che piacesse non solo al pubblico italiano. Scegliere di adottare una grammatica universale forse è arrogante, ma è anche l’unica strada percorribile.”

“Tutto il percorso di Dampyr ha un set-up internazionale, pur rimanendo italiano. Questo vuol dire che le maestranze per la realizzazione del film vengono da tutto il mondo, ma non tradiscono né il gusto per il cinema italiano, né quello per il cinema d’azione e horror a marchio internazionale. Vogliamo realizzare un bel film.” Conclude, infervorato.

Timeline, comics, cinematic universe. Sono parole che l’industria del cinema americano ha imparato a conoscere molto bene nel corso dell’ultimo decennio, da quando i Marvel Studios hanno traslato sul grande schermo il loro immaginario a fumetti, creando un universo coerente e affollato. Dal prossimo anno, da quando Dampyr arriverà al cinema, linee temporali, fumetti, universi cinematografici cominceranno a parlare anche il linguaggio del cinema a marchio Bonelli Entertainment.

Dampyr: svelato il first look del film al Lucca Comics 2019

Dampyr distribuito nel mondo da SONY

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Dampyr distribuito nel mondo da SONY

In occasione della conferenza stampa di presentazione di DAMPYR, film di Riccardo Chemello al cinema dal 28 ottobre, Roberto Proia di Eagle Pictures annuncia che il film sarà distribuito worldwide da Sony Pictures.

Il film aprirà il Lucca Comics and Games con la premiere mondiale e arriverà su 300 schermi distribuito da Eagle nel nostro paese. Dampyr segna anche l’esordio di Bonelli Entertainment sul grande schermo.

Opera prima di Riccardo Chemello, DAMPYR è una co-produzione Eagle Pictures, Sergio Bonelli Editore, la celebre Casa editrice di fumetti col suo braccio produttivo Bonelli Entertainment, e Brandon Box.

Girato interamente in lingua inglese, DAMPYR è una produzione impressionante con un budget di oltre 15 milioni di dollari; questo primo film del Bonelli Cinematic Universe annovera dietro le quinte le migliori maestranze del cinema italiano: l’Hair Designer Giorgio Gregorini, Premio Oscar® per il Miglior Trucco ed acconciatura nel film Suicide Squad, la Makeup Designer Francesca Galafassi (“Game of Thrones”, Ben-Hur), Vladimir ‘Furdo’ Furdik come Fight Choreographer (Skyfall, “Game of Thrones”, “The Witcher”), Lubomir Misak come Supervising Stunt Coordinator (“Game of Thrones”, The Last Legion, Kingdom of Heaven) e Giovanni Casalnuovo come Costume Designer (Wanted, Romeo & Juliet, Beowulf). I producer sono Roberto Proia, Vincenzo Sarno, Andrea Sgaravatti.

Il film, basato sulla serie a fumetti creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo, è sceneggiato da Mauro Boselli, Giovanni Masi, Alberto Ostini, Mauro Uzzeo. Un cast tutto internazionale in cui Dampyr è Wade Briggs (Still Star Crossed, Please Like Me, “Foundation”, “His Dark Materials”), Stuart Martin è Emil Kurjak (“Jamestown”, “Medici”, “Crossing Lines”, “Army of Thieves) e Frida Gustavsson è Tesla (“Dröm”, “Eld Lagor”, “Arne Dahl”, “Vikings: Valhalla”). Al loro fianco, David Morrissey come Gorka (“Britannia”, “The Missing”, “Good Omens”, “The Walking Dead”), Sebastian Croft come Yuri (“Game of Thrones”, “Horrible Histories: The Movie”, “Doom Patrol”, “Heartstopper”) e Luke Roberts a interpretare Draka (“Game of Thrones”, “Pirates of the Caribbean”, 300: Rise of an Empire, The Batman).

Dampyr – il film: il panel da Lucca Change con i protagonisti

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Dampyr – il film: il panel da Lucca Change con i protagonisti

Nel 2018 venne annunciato il film, con nomi degli sceneggiatori, dei produttori, di tutti i comparti che avrebbero dato vita al progetto. Nel 2019 abbiamo visto i volti dei protagonisti, abbiamo conosciuto il regista e ci sono stati mostrati alcuni estratti dal backstage del film, in Romania. Nell’anno della pandemia, in una insolita Lucca Comics and Games (Lucca Changes) “a distanza”, Michele Masiero, Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore, ha condotto un panel dedicato interamente a Dampyr – il film, in cui ha ospitato nel suo studio digitale il regista Riccardo Chemello, alla sua opera prima per il cinema, con Stuart Martin (Kurjak), Wade Briggs (Harlan) e Frida Gustavsson (Tesla), il trio protagonista del film.

E sembra davvero chiaro che le riprese del film, in circostanze fisicamente difficili, abbiano cementato un bel legame trai protagonisti, dal momento che non perdono occasione per scherzare su chi sia in effetti il personaggio più importante della storia, salvo poi convenire tutti con le sagge parole di Gustavsson: “Il film si chiama Dampyr, quindi è chiaramente la storia del viaggio di Harlan, ma nessuno dei tre avrebbe potuto farcela senza gli altri, ed è questa la cosa bella.”

Ma è Masiero a fare un riassunto perfetto dell’evoluzione e dell’importanza dei tre personaggi, senza rovinare nulla della trama del film: “Abbiamo tre personaggi che affrontano una profonda trasformazione nel corso del film. All’inizio abbiamo un vampiro, un soldato e… come definirlo… un ciarlatano ubriacone. E poi diventate un trio davvero in gamba, destinato a salvare il mondo.”

La particolarità di Dampyr – il film, che sembra emergere dalle poche immagine dal backstage e dalle foto di scena, è che per quanto si tratti di un horror fantasy, il film ha un’ambientazione estremamente realistica, dal momento che i set sono quasi completamente reali e si immerge inun periodo storico poco indagato dal cinema: la guerra nei Balcani.

Dampyr – il film girato tutto in location

Martin infatti spiega: “Siamo stati molto fortunati, per via dell’atmosfera creata da Riccardo e da tutti gli altri. Non abbiamo filmato nulla in studio, ma sempre in location, credo che quello sia stato l’elemento che ha dato maggiore concretezza al mondo in cui ci siamo infilati. Dalle fotografie che vedete, dal set, si può vedere quel mondo. Mettevi il costume, eri sul set e lo sentivi, proprio quel mondo, vivido, sporco e fumoso.”

La ricerca delle location naturali giuste ha coinvolto naturalmente Chemello, che ha detto quanto questa fase sia stata importante per la buona riuscita del film: “Cercare le location è stata una delle parti migliori, perché sappiamo quanto è difficile registrare con uno schermo verde. E trovare le giuste location è stato un passo importantissimo.”

Ma se per calarsi nei panni di Kurjak e Harlan si è trattato di prepararsi fisicamente a scazzottate, imparando un po’ di tecnica militare, per diventare una fascinosa e letale vampira il cammino è stato più difficile. Gustavsson ha detto infatti: “Per me la preparazione è stata legata principalmente all’aspetto fisico, Tesla è una vampira ed è capace di fare cose fuori dalla norma. Per me è stata un’esperienza magnifica, imparare a ‘volare’ ma sono d’accordo con ciò che dice Stuart. Siete stati in grado di creare un ambiente in cui tutto sembrava davvero reale, e sono molto grata per questo e per come abbiamo collaborato a creare il mondo del film.”

E al di là di preparazioni fisiche, location reali, freddo e difficoltà, sembra davvero che il cuore della storia saranno i personaggi e il loro viaggio iniziatico verso quello che immaginiamo sarà un racconto molto più lungo, data la presenza, all’orizzonte, di due sequel già annunciati e di un ancora molto misterioso universo condiviso di personaggi Bonelli al cinema. “Credo sia interessante vedere come il fatto che Dampyr sia un fumetto, poteva farci cadere nell’errore che in genere capita in questo tipo di film, di non investigare a 360° il personaggio – ha spiegato Wade BriggsCredo che qui invece ci sia stato fatto un vero e proprio regalo, di tre personaggi che davvero si trasformano e crescono nel corso del film. Sarà sicuramente interessante da esplorare.”

Un blockbuster con l’anima indie

“Il film è come un blockbuster americano, per budget e sequenze d’azione, però alla base sembra un film indipendente perché è tutto basato sui personaggi, sulla loro intimità.” Conclude Martin. Ma quello che veramente interessa a tutti, ed arriva a fine panel, è la data d’uscita di Dampyr – il film. A rispondere è Chemello, che però rimane molto misterioso. Le riprese del film si sono concluse, per fortuna, poche settimane prima dello scoppio della pandemia, mentre il montaggio è stato fatto durante il primo lockdown. Ma, stando a quanto dice il regista, il film sarà pieno di sequenze con effetti visivi, che hanno bisogno di tempo per essere elaborati e realizzati come si deve. “Non so quanti mesi – spiega Chemello – ma diciamo, abbiamo ancora una lunga strada per finire questo film perché abbiamo molti. Credo che metà film abbia effetti digitali, quindi immaginate la quantità di lavoro”

Dampyr – il film è diretto da Riccardo Chemello, su sceneggiatura di Giovanni Masi, Alberto Ostini e Mauro Uzzeo, il film è basato sul personaggio creato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo. Prodotto da Sergio Bonelli Editore, Eagle Pictures e Brandon Box, il film segnerà l’avvio del Bonelli Cinematic Universe, universo condiviso con altri progetti cinematografici e televisivi realizzati dalla Bonelli Entertaiment, divisione multimedia della casa editrice. Nel cast del film Wade Briggs (Harlan), Stuart Martin (Kurjak), Frida Gustavsson (Tesla), Sebastian Croft (Yuri), David Morrissey (Gorka). Dampyr – il film uscirà nel 2021.

Damon Wayans: 10 cose che non sai sull’attore

Damon Wayans: 10 cose che non sai sull’attore

Gli appassionati di televisione, sit-com americane e commedie, conoscono senza dubbio Damon Wayans, attore comico e sceneggiatore. In Italia è conosciuto principalmente per prodotti televisivi come Tutto in Famiglia e Lethal Weapon ma la carriera di Damon è molto ricca ma soprattutto molto lunga.

Scopriamo quindi insieme tutto quello che c’è da sapere su Damon Wayans.

Damon Wayans film: gli inizi della sua carriera

10. Secondogenito di ben dieci figli, Damon Wayans è nato nel 1960 a New York e ha deciso subito dopo il diploma di intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo. Il suo primo ingaggio, infatti, risale al 1984 anno in cui ha partecipato al film, diretto da Martin Brest, Beverly Hills Cop – Un Piedipiatti a Beverly Hills. Nonostante abbia più di trent’anni, questo film è un vero classico di genere, a metà strada tra un poliziesco e una commedia.

Negli anni ottanta ricordiamo anche altri film come Roxanne (1987), Hollywood Shuffle (1987), Colors (1988), Scappa Scappa…Poi ti Prendo! (1988), Le Ragazze della Terra Sono Facili (1988) e L’ultima Battuta (1989).

Damon Wayans
Damon Wayans e Eddie Murphy in “Beverly Hills Cop”

Gli anni novanta per Damon sono stati davvero una continua sorpresa; dopo aver fatto un bel po’ di gavetta, adesso sempre più registi iniziano a riconoscere il suo talenti. Uno tra questi è Tony Scott che nel 1991 lo scrittura per il film L’Ultimo Boy Scout. Seguono poi film come Pioggia di Soldi (1992), Last Action Hero (1993), Un Eroe Fatto In Casa (1994), Il Maggiore Payne (1995), Celtic Pride (1996), La Grande Promessa (1996), Bulletproof (1996), Harlem Aria (1999) e Goosed (1999).

Nel 2000 Damon lavora con il grande regista Spike Lee che lo sceglie come protagonista del suo film dal titolo Bamboozled. A seguire, gli ultimi due progetti cinematografici di Damon Wayans saranno Marci X (2000) e Behind the Smile (2006), film di cui è protagonista e regista.

Damon Wayans al Saturday Night Live

9. Forse poche persone sanno che la carriera televisiva di Damon Wayans – un po’ come quella di Will Forte – è cominciata proprio con il famoso Saturday Night Live. L’attore ha preso parte a ben undici episodi dello show, andati in onda dal 1985 al 1986. Grazie a questa incredibile esperienza, Damon è riuscito a esplorare il suo lato comico che negli anni successivi della sua carriera ha dato vita a perfetti prodotti televisivi d’intrattenimento.

Damon Wayans in tv

8. Ormai lanciato dal Saturday Night Live, Damon continua la sua spumeggiante carriera televisiva. Alla fine degli anni ottanta, Wayans partecipa a diversi progetti come il film tv Triplecross (1986) e alle serie Sweet Surrender (1987) e Tutti al College (1988). Ma per lui i ruoli più duraturi arrivano solo tra gli anni novanta e duemila con le serie tv In Living Color e Damon.

In Living Color è una serie tv statunitense fatta di sketch comici, creata da Keenen Ivory Wayans e lo stesso Damon Wayans. Gli sketch, ideati dai fratelli Wayans, avevano come tema centrale la differenza tra uomini e donne di colore. La serie ha avuto un grandissimo successo ed è andata in onda per ben cinque stagione e 127 episodi, dal 1990 al 1994.

Damon Wayans
Damon Wayans nella serie “In Living Color”

Damon, invece, è una serie andata in onda nel 1998 per una sola stagione che comprende tredici episodi. La storia ruota attorno a un detective di Chicago un po’ sopra le righe che propone sempre piani stranissimi ed esilaranti per risolvere i suoi casi. Ama passare il tempo e circondarsi di persone bizzarre come la sua squadra di colleghi, tutta composta da personaggi a dir poco naif, e da suo fratello Bernard (David Alan Grier) con cui divide l’appartamento.

Damon Wayans in Tutto in Famiglia

Damon Wayans
Damon Wayans in “Tutto in Famiglia”

7. Una delle sit-com più seguite soprattutto qui in Italia è proprio Tutto in Famiglia che vede Damon Wayans nei panni di protagonista e creatore della serie.

La serie, andata in onda per ben cinque stagioni e 123 episodi, dal 2001 al 2005, racconta la storia dei Kyle, una tipica famiglia afroamericana medio borghese composta dai genitori e tre figli. Michael Kyle (Wayans) è un padre decisamente particolare, goffo e un po’ immaturo mentre Janet (Tisha Campbell-Martin) è una moglie molto gelosa, un po’ nevrotica e preoccupata sempre del suo aspetto fisico. Abbiamo poi i tre figli di età assai diverse; c’è Junior (George O. Gore II ), figlio maggiore ma assai imbranato e poco sveglio; Claire (Jennifer Freeman), teenager carina, un po’ vanitosa e fin troppo interessata ai ragazzi; e infine la piccola Kady (Parker McKenna Posey) molto dolce e sveglia, una piccola combina guai.

Tutto in Famiglia ha ottenuto un grandissimo successo ma, dopo la fine dell’ultima stagione, la carriera di Damon Wayans è andata avanti. Tra i progetti più recenti abbiamo le serie The Underground (2006) e Happy Endings (2011) e i film tv Never Better (2008) e Herd Mentality (2011).

Damon Wayans in Lethal Weapon

Damon Wayans
Damon Wayans e Sean William Scott in “Lethal Weapon”

6. Secondo per successo solo a Tutto in Famiglia c’è la serie poliziesca Lethal Weapon, andata in onda dal 2016 al 2019.

Ideata da Matt Miller, la serie segue le vicende del detective Roger Murtaugh, interpretato da Damon Wayans, e del suo partner Martin Riggs (Clayne Crawford). I due agenti si ritrovano sempre nel pieno dell’azione, intenti a stanare pericolosi criminali. Nella terza stagione però c’è un grande plot twist; Riggs esce di scena e lascia il posto al nuovo partner di Murtaugh, il detective Wesley Cole, interpretato da Sean William Scott.

5. La serie è andata in onda per tre stagioni, con un totale di ben 55 episodi. Nonostante la risposta positiva del pubblico, non sono mancate le tensioni sul set.Durante le riprese, alcuni giornali americani avevano riportato la notizia di un ipotetico abbandono della serie da parte di Wayans proprio all’inizio della terza stagione. Ebbene solo di recente, proprio subito dopo l’annuncio della chiusura del telefilm, Matt Miller ha chiarito la situazione imputando malumore, stanchezza e irritabilità del protagonista ad un’agenda fin troppo piena di impegni. L’atteggiamento di Wayans, nonostante gli accomodamenti fatti per ridurre il carico di lavori, pare però non sia migliorato e in molto sembra si siano lamentati dei suoi continui sbagli d’umore. [fonte Cinemablend]

Damon Wayans curiosità

4. Nel 1992, proprio agli inizi della sua carriera nel mondo dello spettacolo, Damon Wayans ha preso parte al video musicale di The best things in life are free di Luther Vandross & Janet Jackson.

3. Damon, a differenza di molti suoi colleghi e coetanei, si è sposato molto giovane. Nel 1984 sposa Lisa Thorner dalla quale ha avuto ben quattro figli: Damon Jr, Michael, Cara Mia e Kyla. Purtroppo il matrimonio non è durato e i due hanno divorziato nel 2000. I rapporti tra i due ex coniugi sono rimasti buoni e anche quelli di Damon con i suoi figli. Soltanto un anno dopo il divorzio, Wayans è diventato nonno e l’intera famiglia ha accolto la bellissima Ava Marie Jean.

2. Nel 1990 Damon Wayans ha fatto la sua prima esperienza come doppiatore nel film Senti Chi Parla 2. Nella versione originale del film, infatti, l’attore presta la sua voce al piccolo Eddie, un dolcissimo bambino di colore amico di Mikey (Bruce Willis, voce). I due piccoli chiacchierano amabilmente dei loro problemi quotidiani e Mikey confessa a Eddie di non riuscire a fare a meno del pannolino. Eddie allora fa al suo amico una rivelazione scioccante; gli rivela infatti l’esistenza del “mostro del gabinetto” sempre pronto a mordicchiare i sederini dei poveri bambini che si siedono su di lui. Inutile precisare che questa informazione terrorizza il povero Mikey.

1. Damon Wayans pare abbia degli amici molto speciali. Oltre a essere un grandissimo attore comico apprezzato dai suoi colleghi, negli anni è riuscito a stringere alcune preziosissime amicizie come quella con l’attore Jim Carrey e quella con Michael Jordan, campione indiscusso e leggendario dell’NBA, con il quale condivide anche la grandissima passione per il basket, uno sport che pratica da tutta la vita.

 

Fonte: IMDB, Cinemablend, PopcornTv

Damon protagonista per Cameron Crowe

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Cameron Crowe (Quasi famosi) è a lavoro su un nuovo progetto intitolato We Bought a Zoo.

Damon Lindelof: niente Prometheus 2

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Damon Lindelof non scriverà il seguito di Prometheus: lo sceneggiatore, già co-autore del primo film, ha annunciato che non si occuperà del sequel, ufficialmente per i troppi impegni concomitanti.

Sulla decisione tuttavia sembrano aver pesato le critiche negative giunte in occasione del primo capitolo. In una recente intervista, Lindelof ha spiegato come con Ridley Scott abbiano a lungo parlato dello sviluppo della storia nei capitoli successivi; tuttavia in seguito sono arrivate le critiche negative, che si sono sommate agli impegni dello sceneggiatore nella nuova saga cinematografica di Star Trek e ad altre idee, tra cui un altro film e un progetto per la tv.

Fonte: Empire

Damon Lindelof, creatore di Watchmen e Lost, al lavoro su un film di Star Wars?

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Secondo quanto riferito, il creatore di Watchmen vincitore dell’Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando a un nuovo film di Star Wars. Lindelof, noto anche per aver co-creato Lost e The Leftovers, è conosciuto per la sua narrazione ambiziosa, i colpi di scena bizzarri, gli insiemi tentacolari e le strutture uniche, tutti punti che si adatterebbero bene al canone di Star Wars. Al di fuori della televisione, Lindelof ha contribuito a film come Star Trek Into Darkness, Tomorrowland e The Hunt.

Una nuova voce arriva da un tweet fatto da Jeff Sneider, un giornalista di The Ankler, e afferma che Damon Lindelof sta lavorando a un nuovo film di Star Wars. Poco altro si sa del progetto, ma la reputazione di Lindelof in televisione parla da sé, e la notizia potrebbe suscitare l’entusiasmo dei fan. Con le tendenze di Lindelof per grandi cast e narrazioni sfaccettate, ci sono molte parti dell’universo di Star Wars in cui i suoi talenti potrebbero essere ben utilizzati.

Damon Lindelof scrive fantascienza per la Disney!

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Damon Lindelof  è stato messo sotto contratto dalla Disney per scrivere e produrre  un film fantascientifico per famiglie. E’  Deadline ad annunciarlo in esclusiva. Ricordiamo per chi non conoscesse Damon Lindelof che è tra i creatori di Lost, e sceneggiatore tra gli altri anche di Star Trek di J.J. Abrams. Il film avrà il titolo provvisorio di 1952. Non si conoscono altri dettagli in merito. Lindelof, ha anche  scritto in squadra con Alex Kurtzman e Roberto Orci “Cowboys and Alien”. Scriverà il nuovo Star Trek di J.J. Abrams e ha recentemente riscritto Prometheus di Ridley Scott.

Fonte: Deadline

Damon Lindelof riscrive Warld War Z!

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Più giorni passano e più Damon Lindelof diventa il salvatore della barca che cola a picco. Infatti, l’autore di Lost, nonché assiduo collaboratore di Abrams è stato chiamato a salvare la barca che cola a picco World War Z.

Damon Lindelof parlerà ai fan su Twitter di Prometheus!

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Per chi attende con ansia Prometheus di Ridley Scott arrivano ottime notizie dal mondo di Twitter. Infatti domani, mercoledì 16 maggio, a partire dalle ore 20, Damon Lindelof, sceneggiatore dell’attesissimo film risponderà in diretta su Twitter alle domande che i fans di tutto il mondo possono già inviare al profilo ufficiale del film @PrometheusMovie con l’hashtag #Prometheus.

Damon Lindelof parla di Star Trek 2 e di Benedict Cumberbatch!

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Damon Lindelof parla di Star Trek 2 e di Benedict Cumberbatch!

Intervistato da Collider, Damon Lindelof ha parlato dell’atteso sequel di Star Trek firmato J.J. Abrams, in questi giorni al centro di numerose discussioni sul rulo del Villain che ricordiamolo, sarà interpretato da Benedict Cumberbatch,attore di talento visto nella serie Sherlock Holmes e in War Horse e La Talpa, nonché nell’atteso Lo Hobbit.

Fra le prime battute Lindelof descrive le sensazioni provate nel rimettere piede sul set di un film di Star Trek(Traduzione ripresa su Badtaste.it): E’ stato incredibile e credo che in questo Star Trek 2 ci sia sicuramente voglia di realizzare qualcosa di ancora più imponente in un sequel. Una delle cose che abbiamo fatto è stato collegare tutti i set, in modo da rendere possibile seguire gli attori dal ponte di comando all’ascensore e poi giù, camminando lungo una piazza all’interno di vari ambienti, al contrario di dover eseguire uno stacco ogni volta che si fa qualcosa del genere, come quando giravamo alla Paramount e semplicemente non disponevamo dei soldi per collegare tutti i set. Perciò il primo giorno che ho camminato sull’Enterprise mi è sembrato di camminare davvero lungo l’Enterprise, e si tratta di un’esperienza davvero singolare del tipo: wow, sono su una nave spaziale.

Circa Chris Pine: Quando vedi tutti gli attori ancora, e Kirk nella sua uniforme gialla – che nel primo film vedevamo solo alla fine – e iniziano quelle interazioni tra lui e Bones, lui e Scotty, Spock e Bones ecc.. E in più portare della carne fresca: Alice Eve è meravigliosa.

A proposito di Benedict Cumberbatch nei panni del villain: Benedict Cumberbatch, posso già dirvi con una certa sicurezza che sta dando un’interpretazione iconica e una delle migliori performance in un film di fantascienza che io abbia mai visto. E ancora non ho nemmeno visto il film, lo dico semplicemente osservandolo dalla regia con le cuffie. Perciò sono davvero eccitato.

Fonte: Collider

Damon Lindelof parla di Prometheus di Ridley Scott!

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Damon Lindelof parla di Prometheus di Ridley Scott!

Damon Lindelof, chiamato da Scott a riscrivere il precedente script di Jon Spaihts, ha rilasciato a MTV una ricca intervista, rivelando particolari sulla trama dell’attesissimo film Prometheus, nato da una costola del prequel di Alien.

Evoca un po’l’idea alla base di Blade Runner, come se il film fosse visto dal punto di vista del robot. E’ come se gli avessimo chiesto “Cosa ne pensi di tutto questo? Cosa sta succedendo? Cosa ne pensi di questi umani che ti circondano?”. Sarebbe fico trovare una maniera per rispondere a queste domande.

Questo è un altro degli elementi familiari ripresi dai film di Alien, ovvero gli interessi delle corporazioni economiche. Secondo me, Charlize Theron porta nuova linfa a quella vecchia variabile. E’ un remix….Non è viscida come il personaggio di Paul Reiser in Aliens. Non è la faccia ingannevole e dalla parlantina rapida della compagnia. E comunque la domanda “Ma quale multinazionale rappresenta?” fornisce gran parte del divertimento. Mentre stavamo sviluppando la sceneggiatura, ha avuto delle idee davvero valide che hanno confezionato un abito che non siete abituati a vedere.

Ritengo che il mettere insieme un gruppo davvero tosto di attori e giocare con il dubbio che inevitabilmente attanaglierà il pubblico che si domanderà “Chi sarà ancora vivo alla fine del film? Forse tutti. Ma, molto probabilmente, non sarà prorio così” sia un elemento molto importante, e divertente, di quello che ci apprestiamo a fare.

Prometheus uscirà l’8 Giugno 2012 in 3D. E’ diretto da Ridley Scott e nel cast figurano Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Sean Harris, Kate Dickie e Logan Marshall-Green.

 

Damon Lindelof fuori dal suo progetto di Star Wars per il cinema

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Damon Lindelof fuori dal suo progetto di Star Wars per il cinema

Deadline ha confermato la segnalazione di Above the Line secondo cui gli sceneggiatori Damon Lindelof e Justin Britt-Gibson hanno entrambi lasciato il loro film di Star Wars, che era ancora senza titolo. Il progetto, che sarà diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy, sta però ancora andando avanti alla Lucasfilm.

Inoltre, nonostante l’uscita di Lindelof dal progetto, è stato riferito che il film sarà annunciato ufficialmente ad aprile durante la Star Wars Celebration di quest’anno. La trama del film rimane in gran parte misteriosa, ma le prime indicazioni suggeriscono che il progetto è incredibilmente importante per Lucasfilm per una grande ragione. Si dice che il film avrà luogo dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker e conterrà i personaggi della trilogia del sequel. Se fosse vero, questo segnerebbe la prima volta che i personaggi dei film più recenti torneranno nel franchise. Inoltre, sarebbe probabilmente il prossimo lungometraggio di Star Wars ad arrivare nei cinema.

La lista di progetti Stars Wars destinati al cinema ha dovuto affrontare significativi problemi negli ultimi tempi, problemi legati a uscite dai progetti “per ragioni creative”. Recentemente, è stato riferito che il misterioso progetto di Star Wars del presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, scritto da Michael Waldron di Doctor Strange and the Multiverse of Madness, non stava più andando avanti. Inoltre, Patty Jenkins non avrebbe più diretto il film sul Rogue Squadron precedentemente annunciato, oltretutto il progetto è stato accantonato a tempo indeterminato. Le ragioni esatte delle loro cancellazioni premature rimangono poco chiare. Detto questo, sembra che lo studio sia determinato a far decollare il film di Obaid-Chinoy nonostante l’assenza di Lindelof e Britt-Gibson.

Sebbene la notizia arrivi inaspettata, non è del tutto sorprendente. Durante un’intervista con /Film, Damon Lindelof ha sottolineato la difficoltà di entrare nell’universo di Star Wars e ha accennato all’inutilità di realizzare il progetto:

“Dirò solo che per ragioni che non posso approfondire, il grado di difficoltà è estremamente, estremamente, estremamente alto. Se non può essere eccezionale, non dovrebbe esistere. Questo è tutto ciò che dirò, perché è il primo film che ho visto seduto in grembo a mio padre, a quattro anni, nel maggio del 1977. Penso che sia possibile che a volte quando tieni qualcosa in così grande rispetto e stima, cominci ad entrare in cucina e dici semplicemente: “Forse non dovrei cucinare. Forse dovrei solo mangiare”. “

Damon diventa R.F. Kennedy

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L’attore Matt Damon, fresco di nomination all’Oscar per Invictus, interpreterà ora il senatore Robert F. Kennedy in un nuovo biopic, diretto dal regista di Seabiscuit Gary Ross.

Damien Chazelle: intervista al regista de Il primo Uomo

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Damien Chazelle: intervista al regista de Il primo Uomo

Oltre alla protagonista, abbiamo avuto il piacere di intervistare anche il regista Damien Chazelle, acclamato per il suo La La Land e che torna a Venezia con Il primo Uomo. Ecco cosa ci ha detto del suo ultimo film:

[brid video=”383712″ player=”15690″ title=”Damien Chazelle intervista al regista de Il primo Uomo”]

First Man narra l’avvincente storia della missione della NASA per portare un uomo sulla Luna. Il film si concentra sulla figura di Neil Armstrong e gli anni tra il 1961 e il 1969. Resoconto viscerale e in prima persona, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplora i sacrifici e il costo, per Armstrong e per l’intera nazione, di una delle missioni più pericolose della storia.

Il regista ha così commentato il film First Man

Prima di iniziare a lavorare a First Man, conoscevo la storia della missione sulla Luna, la storia di successo di una conquista leggendaria… ma nulla di più. Dopo avere iniziato a esplorare il tema in profondità, sono rimasto sbalordito di fronte alla follia e al pericolo dell’impresa: il numero di volte in cui è stata sull’orlo del fallimento così come il pesante tributo costato a tutte le persone coinvolte. Volevo capire cosa potesse avere spinto quegli uomini a intraprendere un viaggio nella vastità infinita dello spazio, e quale sia stata l’esperienza vissuta, momento dopo momento, passo dopo passo. E per poter capire dovevo necessariamente addentrarmi nella vita privata di Neil. Questa è una storia che doveva essere articolata tra la Luna e il lavello della cucina, tra l’immensità dello spazio e il tessuto della vita quotidiana. Ho deciso di girare il film come un reportage, e di catturare sia la missione nello spazio che i momenti più intimi e privati della famiglia Armstrong come un testimone invisibile. Speravo che questo approccio potesse mettere in luce il tormento, la gioia, i momenti di vita vissuta e perduta in nome di uno dei traguardi più celebri della storia: lo sbarco sulla Luna.

Damien Chazelle, Presidente di Giuria di Venezia 80, sostiene lo sciopero di sceneggiatori e attori

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Con una t-shirt che lancia molto chiaramente il suo messaggio (vi si legge Writers Guild on Strike), sotto la giacca d’ordinanza, Damien Chazelle ha partecipato oggi alla conferenza stampa di apertura di Venezia 80, in qualità di Presidente di Giuria del Concorso.

Il regista premio Oscar ha ribadito in conferenza il suo sostegno agli scioperi non solo degli sceneggiatori, ma anche degli attori che vanno ormai avanti da diversi giorni, a Hollywood, situazione che affligge anche il Festival, in quanto moltissimi degli ospiti internazionali non hanno potuto e non potranno partecipare alla kermesse proprio perché impossibilitati dal sindacato in sciopero.

“Oggi è il 121° giorno in cui gli sceneggiatori di Hollywood sono in sciopero; il 48esimo giorno di sciopero degli attori”, ha esordito Chazelle. “Penso che ci sia un’idea di base secondo cui ogni opera d’arte ha un valore a se stante, che non è solo un contenuto (piece of content) – per usare la parola preferita di Hollywood in questo momento – da mettere in cantiere. E quell’idea, che è basilare per l’arte e il modo in cui l’arte è fatta e come l’arte può essere resa sostenibile per le persone che la realizzano, è stato un po’ erosa negli ultimi 10 anni”.

“Ci sono molte questioni sul tavolo in merito a questi scioperi, ma per me questa è la questione centrale. Ecco da dove nasce il dibattito, ad esempio, sui residui e su altre cose del genere. Tutto si riduce all’idea che le persone vengano remunerate per ogni opera d’arte realizzata, e possiamo trovare un modo per mantenere e recuperare quell’idea: l’arte al di sopra del contenuto. Penso che siamo qui per riconoscere che questa lotta è in corso e, di conseguenza, molte persone che altrimenti avrebbero voluto essere qui durante questo festival non possono essere qui. È un momento difficile, ovviamente, a Hollywood, soprattutto per gli sceneggiatori, gli attori ma anche la troupe che lavorano. Tutti sono colpiti dallo stato del mondo in questo momento. Quindi volevo trovare un modo per riconoscerlo mentre siamo qui a celebrare l’arte del cinema”.

Gli scioperi hanno avuto un forte impatto sulla presenza dei talent che possono partecipare al festival, portando persino Challengers di Luca Guadagnino, con protagonista Zendaya, a ritirarsi come film di apertura dell’evento. Non saranno presenti anche star di alto profilo come Bradley Cooper (Maestro) ed Emma Stone (Poor Things). Tuttavia, i film che hanno già ottenuto la distribuzione attraverso formati tradizionali (non tramite streamer) e i film indipendenti possono essere promossi al festival. Ciò significa che Adam Driver (Ferrari), il cast di Priscilla di Sofia Coppola e altri potranno sfilare sul tappeto rosso.

Damien Chazelle fissa il suo prossimo film con la Paramount al 2025

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Il premio Oscar per La La Land, Damien Chazelle, sembra aver trovato il primo film che dirigerà per la Paramount Pictures da quando ha firmato un accordo globale con lo studio. I dettagli sulla trama sono vaghi, ma le fonti riferiscono a Deadline che Chazelle dirigerà un film senza titolo per la Paramount, basato su una sceneggiatura originale da lui scritta. Anche se non è stato confermato, gli addetti ai lavori dicono che il film sarà ambientato in una prigione.

Chazelle produrrà insieme alla sua partner Olivia Hamilton attraverso il loro marchio Wild Chickens. Non si sa quando il film entrerà in produzione, dal momento che non ci sono altri talenti legati al progetto, ma le fonti dicono che Chazelle e i dirigenti della Paramount si daranno presto da fare per incontrare personalità di prima grandezza per un progetto che sicuramente attirerà una lunga lista di pretendenti.

Damien Chazelle ha firmato il suo accordo globale con la Paramount alla fine del 2022 dopo aver lavorato con lo studio per il suo ultimo film, Babylon dello scorso anno, e mentre lui e Hamilton stanno producendo una serie di film presso lo studio, come Heart of the Beast – che ha appena aggiunto David Ayer come regista – questo è il primo film che Chazelle dirigerà dopo aver firmato l’accordo.

Damien Chazelle e i suoi film

Chazelle è diventato il tipo di scrittore e regista che, quando si viene a sapere che ha una nuova sceneggiatura sul mercato, vede i migliori talenti fare pressione per ottenere un incontro. Inoltre, ha dimostrato di essere in grado di dirigere qualsiasi tipo di film, che si tratti di un musical moderno come La La Land, candidato a 14 premi Oscar, di un’emozionante biografia sul primo allunaggio come Il primo uomo o di un dramma avvincente come Whiplash, che gli è valso una nomination all’Oscar per la sceneggiatura non originale. Ha il talento per gestire qualsiasi genere, e se il suo prossimo film fosse confermato come un dramma ambientato in una prigione, sicuramente anche stavolta saprà entusiasmerà i fan offrendo qualcosa di inaspettato.

Damien Chazelle e Netflix insieme per la serie musical The Eddy

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Dopo la “pausa” biopic di First Man – Il Primo Uomo (il film sulla vita di Neil Armstrong uscito nelle nostre sale lo scorso 31 Ottobre, con Ryan Gosling e Claire Foy), Damien Chazelle tornerà al genere prediletto che l’ha reso famoso a Hollywood: il musical. Lo farà insieme a Netflix dirigendo due episodi della serie The Eddy in collaborazione con Lagardere Studios’ Atlantique Productions.

Come riportato da Variety le riprese dello show inizieranno nella prima metà del 2019 a Parigi, mentre Chazelle figurerà anche nelle vesti di produttore esecutivo. Alle musiche ci sarà invece Glen Ballard, già compositore e produttore per Alanis Morrisette nell’album “Jagged Little Pill” e per Michael Jackson in “Bad”, oltre che co-autore della colonna sonora di Six Feet Under e The Newsroom.

The Eddy è stata scritta da Jack Thorne (National Treasur”), e racconta la vita di un club musicale parigino e del suo proprietario, ruotando attorno alle esperienze della band che suona al locale ogni sera.

Damien Chazelle racconta First Man – Il Primo Uomo

Sulla scia del grande successo di La La Land, vincitore di sei premi Oscar, il regista premio Oscar Damien Chazelle e il protagonista Ryan Gosling tornano a lavorare insieme nel film Il Primo Uomo della Universal Pictures, che narra l’avvincente storia della missione della NASA per portare un uomo sul luna. Il film si concentra sulla figura di Neil Armstrong e sugli anni tra il 1961 e il 1969. Resoconto viscerale in prima persona, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplorerà i sacrifici e il costo che avrà per Armstrong e per l’intera nazione, una delle missioni più pericolose della storia.

Scritto dal premio Oscar Josh Singer (Il caso Spotlight), il film è prodotto da Wyck Godfrey Marty Bowen (La saga di Twilight, Colpa delle stelle) per la Temple Hill Entertainment, insieme a Chazelle e Gosling. Il produttore esecutivo è Isaac Klausner(Colpa delle stelle). La Amblin Entertainment co-finanzia il film.

Nel cast anche Claire FoyCorey Stoll, Kyle Chandler, Jason Clarke, Shea Whigham, e Jon Bernthal. Le musiche originali sono state scritte da Justin Hurwitz.

Fonte: Variety

Damien Chazelle dirige Leonardo DiCaprio in Evel Knievel on Tour

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Damien Chazelle dirige Leonardo DiCaprio in Evel Knievel on Tour

Il mese scorso, un rapporto indicava che il prossimo film di Damien Chazelle avrebbe raccontato la storia del celebre stuntman Evil Knievel e avrebbe avuto come protagonista Leonardo DiCaprio. Grazie a nuovi dettagli emersi tramite Production Weekley, sembra ora che questo progetto sia effettivamente in programma. Innanzitutto, come riportato, il film si intitola Evel Knievel on Tour ed è scritto da William Monahan (The Departed) e Terrence Winter (The Wolf of Wall Street, I Soprano). Inoltre, non si tratterà di un semplice biopic sull’ascesa e la caduta.

La storia, a quanto pare, sarà invece ambientata nel corso di un solo anno, il 1974, e affronta l’ambizioso progetto di Knievel di saltare attraverso lo Snake River dell’Idaho con la sua moto. Knievel, come anticipato, è stato un acrobata e intrattenitore americano, noto per i suoi salti in moto (e per il suo pessimo carattere). Durante la sua carriera di stuntman, ha subito più di 433 fratture ossee, entrando nel Guinness dei primati come sopravvissuto al “maggior numero di ossa rotte in una vita”.

Knievel rovinò la sua carriera quando attaccò un uomo con una mazza da baseball a causa di un libro poco lusinghiero scritto su di lui. La vittima perse i sensi e dovette subire un’importante operazione chirurgica per riparare il braccio. Knievel scontò 6 mesi di carcere, ma perse a quel punto tutti i suoi contratti e le sue sponsorizzazioni. Per il momento questo è dunque tutto quello che sappiamo sul progetto, con Leonardo DiCaprio che dovrebbe dunque andare ad interpretare proprio Knievel.

Damien Chazelle torna alla regia dopo Babylon

L’ultimo film di Chazelle, Babylon, è stato accolto da pareri contrastanti da parte della critica (qui la nostra recensione) e ha fatto fiasco al botteghino, guadagnando 63 milioni di dollari a fronte di un budget di produzione di poco inferiore ai 100 milioni. Alla fine ha fatto perdere alla Paramount una cifra stimata in 87 milioni di dollari. Ad aprile 2024, Chazelle ha fissato con la Paramount il suo presunto prossimo film, che si diceva si svolga in una prigione. È stato descritto come un dramma “a medio budget” con elementi d’azione.

Quel progetto sembra però ora essere stato abbandonato. Qualche mese dopo, infatti, Chazelle ha dichiarato a Vanity Fair che stava lavorando a due progetti e non sapeva quale sarebbe stato realizzato per primo. A quanto pare, Evel Knievel on Tour, che al momento risulta ancora in fase di sviluppo, potrebbe essere il suo prossimo progetto, ottenendo dunque la precedenza sull’altro ancora avvolto nel mistero.

Damien Chazelle a Roma presenta Babylon: “Mostro quello che Hollywood è brava a nascondere”

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Ha floppato rumorosamente negli Stati Uniti, ma Babylon, il nuovo film di Damien Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla “ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto indignato la stampa estera.

Babylon mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare una forma d’arte riconosciuta.

Damien Chazelle rivendica la libertà dei primordi del cinema

Oggi, a Hollywood è andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e facevano ciò che volevano.

È stata una vera esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo, e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15 anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non purtroppo in meglio.

Questa grande vitalità è raccontata attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di Babylon rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle questa era un’intenzione sin dal primo momento.

Babylon film 2023Un viaggio attraverso i generi

“Credo che fin dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo raccontare.”

Nonostante lo scopo fosse così nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui, Babylon sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere quello europeo.

Sapevo che il film avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente, tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di dover scendere a compromessi.

Un film in cerca del suo pubblico

Per me è stato importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando solo la facciata.

“L’unica speranza è che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al mondo giudicarlo e accoglierlo.”

La volontà di guardare dietro alla facciata di Hollywood

Per fare rumore e per “dare fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha sempre nascosto:

“Credo che sia importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso, volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon, è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti, personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa nel mezzo del nulla.

Era folle la stessa idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere, improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne avesse chiunque al mondo.”

E in questo delirio di eccessi e nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di Babylon, il film più rischioso di Damien Chazelle e anche l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal 19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito da Eagle Pictures.

Damiano Gavino: 10 cose che non sai sull’attore

Damiano Gavino: 10 cose che non sai sull’attore

È bastato un solo ruolo all’attore Damiano Gavino per affermarsi come uno dei più interessanti giovani volti della recitazione italiana. Comparso in una popolare serie TV, egli ha dato prova di saper perfettamente gestire un personaggio complesso ma ricco di emotività, svelando dunque un talento tutto da coltivare. In attesa di poter rivedere sul piccolo o grande schermo l’attore, ecco alcune cose da sapere su di lui.

Ecco 10 cose che non sai su Damiano Gavino.

Damiano Gavino: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in una popolare serie per la TV. Ad aver reso celebre Damiano Gavino è stata la sua partecipazione alla serie Un professore, andata in onda sulla Rai nel corso del 2021 e che vanta come protagonisti gli attori Alessandro Gassmann e Claudia Pandolfi. Nella serie Damiano interpreta Manuel Ferro, uno dei principali protagonisti tra il gruppo di studenti a cui insegna Dante Balestra, il personaggio interpretato da Gassmann.

2. Ha recitato anche in un film per il cinema. Nel corso del 2021 l’attore ha avuto anche modo di recitare nel suo primo film per il cinema. Si tratta di The Boat, diretto da Alessio Liguori con protagonisti Marco Bocci e Filippo Nigro. Non è noto in che ruolo recita Gavino, mentre è noto che il film appartiene al genere thriller e vede un gruppo di persone rimanere bloccate su di una barca, dando vita ad un vero e proprio incubo.

3. Non sono ancora noti i suoi progetti futuri. Ora che è divenuto molto popolare come giovane attore, ci si attendono diversi nuovi ruoli sia cinematografici che televisivi per Gavino. Al momento, però, l’attore non ha rivelato cosa gli riserva il futuro e per tanto bisognerà attendere sue comunicazioni ufficiali circa i progetti che lo vedranno comprarire tra i protagonisti.

Damiano Gavino Un professore

Damiano Gavino è su Instagram e Twitter

4. Ha un profilo sul social network. Damiano Gavino è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente dda 79.5 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena 21 post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

5. È anche su Twitter. Oltre che su Instagram, l’attore può essere seguito anche su Twitter. Qui Gavino possiede un profilo seguito da oltre ventimila persone, anche se è solito pubblicare tweet in modo non frequente. Come per Instagram, si possono però ritrovare curiosità sui progetti a cui ha preso parte, come anche suoi commenti relativi ad altre situazioni.

Damiano Gavino non recita in Skam Italia

6. Non ha recitato nella serie Netflix. Molti fan dell’attore speravano che egli entrasse a far parte del cast della serie Netflix Skam Italia, dedicata ad un gruppo di adolescenti alle prese con i loro problemi quotidiani. Un Gavino nella nuova stagione, la quinta, in realtà c’è, ma non si tratta di Damiano, bensì di sua sorella Lea Gavino, la quale è co-protagonista della nuova stagione nei panni di Viola. L’attore ha dedicato diversi post su Instagram al fatto che sua sorella avrebbe ricoperto tale ruolo, sopportandola dall’inizio alla fine.

Damiano Gavino Instagram

Damiano Gavino: chi è sua sorella

7. Sua sorella è un’attrice. Damiano ha dunque una sorella attrice di due anni più grande, di nome Lea, che oltre ad aver recitato in Skam Italia è presente anche nel film L’ombra di Caravaggio e nelle serie TV Io ricordo Piazza Fontana e Oltre la soglia. Pare che sia stata proprio Lea a convincere il fratello Damiano a candidarsi per il ruolo di Manuel Ferro nella fiction Un professore. Avendo saputo dei casting, Lea avrebbe infatti inviato una foto di suo fratello, dandogli l’opportunità di partecipare alle selezioni.

Damiano Gavino ha una fidanzata?

8. Non si sa molto della sua vita privata. Da poco divenuto celebre, l’attore è attualmente al centro delle attenzioni del mondo dello spettacolo. Tuttavia, si sa ancora molto poco della sua vita privata. Ad esempio, non è noto se sia attualmente impegnato in una relazione o se sia single. Bisognerà aspettare che sia l’attore a rivelare qualcosa di più a riguardo, se vorrà farlo.

Damiano Gavino in Un professore

9. Ha recitato nella popolare serie TV. In Un professore, l’attore è Manuel Ferro, uno studente della 3^B, figlio di Anita, interpretata da Claudia Pandolfi. È un ragazzo complicato e turbato, spesso in preda a comportamenti autodistruttivi. Nel corso della serie egli acquista sempre più importanza tra i vari personaggi e si trova anche a doversi scontrare con un giro di delinquenza nel quale rimane coinvolto. Per sua fortuna, può sempre contare sull’amico Simone, il figlio del professor Dante.

Damiano Gavino: data di nascita, età e altezza dell’attore

10. Damiano Gavino è nato a Roma, il 16 settembre 2001. Oggi l’attore ha dunque 21 anni. Non è invece nota la sua altezza.

Fonte: PlanetFilm, Instagram

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