Totò contro i
quattro è il film del 1963 diretto da Steno con
protagonista Totò, Aldo Fabrizi, Ermione Macario.
Il Commissario Antonio Saracino
(Totò) è un arguto e coscienzioso servitore dello Stato, coadiuvato
dal fido brigadiere Di Sabato che lo aiuta a risolvere i casi che a
loro si presentano. Ironia della sorte, un gruppo di ladruncoli e
ricettatori di auto ruba proprio la sua, vinta con il Telefortuna.
Il commissario è naturalmente molto adirato, e come se ciò non
bastasse, nella stessa giornata si presentano a lui quattro
personaggi alquanto infastiditi e dai casi bislacchi (di qui il
titolo).
C’è il Cavalier Alfredo Fiore
(Peppino De Filippo) il quale, in base alla testimonianza del suo
pappagallo, sostiene che sua moglie lo tradisce con un veterinario,
il dottor Cavallo, ma il commissario lo manda via in malo modo. Ben
presto, però, il cavaliere tornerà portando con sé un bitter
accompagnato da una lettera, secondo la quale la bevanda gli
sarebbe stata inviata in quanto egli è un rappresentante, per
l’appunto, di bibite. Egli, però, è convinto che sia un tentativo
di avvelenamento da parte di sua moglie e del suo amante.
Totò contro i quattro, il
film
Poi c’è il Commendatore Lancetti
(Mario Castellani), ricattato da un uomo misterioso. Il commissario
consiglia al Commendatore di fingere di accettare il ricatto e di
recarsi al luogo concordato per la consegna. Ancora, c’è il
sedicente colonnello La Matta (Erminio Macario) invita il
commissario ad un incontro al bar per informarlo che, per la sua
professione di detective privato, ha scoperto che in una villa
molto isolata quotidianamente entrano molte ragazze, ma non ne
escono mai. Teme, così, che vengano attirate nella casa per essere
uccise. Fingendosi imbianchini, i due riescono a entrare nella
casa.
Infine, c’è l’ispettore di dogana
Mastrillo (Nino Taranto), un servitore intransigente dello Stato
che non fa sconti neanche al commissario, bloccando un pacchetto a
lui destinato contenente supposte ma che per la privacy passava
come “contenente effetti personali”. In seguito, il Commissario
Saracino scoprirà che Mastrillo tanto onesto e trasparente non
è…
A questi bislacchi “clienti” del
Commissario, si aggiunge un prete, Don Amilcare (Aldo Fabrizi), il
quale da un lato cerca di redimere i ladruncoli di quartiere (gli
stessi che hanno fregato l’auto del Commissario) ma dall’altro di
difenderli dalla sua voglia di metterli in gattabuia.
Totò contro i
quattro è un film del 1963 diretto da Steno su
sceneggiatura di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi. Oltre ad
essere una divertente e piacevole commedia tipica del cinema
italiano di quegli anni, questo lungometraggio si distingue perché
riunisce un cast di grande spessore, dato che vi figurano quasi
tutti gli attori comici italiani più importanti del dopoguerra:
Totò, Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Peppino De Filippo, Erminio
Macario, Ugo d’Alessio, un giovane Carlo Delle Piane e la storica
spalla di Totò, Mario Castellani.
Totò contro i
quattro raccoglie quattro episodi uniti tra loro come
fosse un’unica giornata di disavventure per il povero Commissario
Saracino. Il risultato finale è un film divertentissimo nel quale
si susseguono gag esilaranti a raffica, rese tali non solo dalla
presenza degli attori protagonisti sopracitati, così spontaneamente
affiatati tra loro, ma anche per le storie ben fatte nella loro
semplicità.
La pellicola è anche una parodia
dei polizieschi formato sceneggiati che in quegli anni prendevano
piede pure in Italia. Del resto Steno, con i suoi 48 anni di
carriera – caratterizzati da 73 regie per il grande schermo, più un
film e una miniserie per la televisione – è stato un infallibile
regista che ha attraversato tutto il cinema italiano ante e dopo
guerra, lavorando con grandi artisti dall’alto della sua
instancabile creatività.