Sappiamo ormai da tempo che
Spider Man, grazie all’accordo tra la Marvel e la Sony, si unirà
all’Universo Cinematografico della Casa delle Idee. Ma vi siete mai
chiesti come sarebbe, davvero, vedere l’Uomo Ragno al fianco dei
Vendicatori? A questa domanda ha cercato di rispondere IGN, che ha
da poche ore diffuso online un trailer mash-up in cui è possibile
vedere alcune scene di The Amazing Spider Man 2
mescolate ad Avengers Age of Ultron. Il
risultato finale lo trovate di seguito:
La trama ufficiale del film diretto
da Joss Whedon è la seguente: Quando Tony Stark cerca di avviare un
programma di pace, le cose degenerano e i più grandi eroi della
Terra, tra cui Iron Man, Captain America, Thor, l’Incredibile Hulk,
Vedova Nera e Occhio di Falco, saranno messi alla prova, mentre il
destino del pianeta è a rischio. Il villain Ultron emerge, e
spetterà agli Avengers impedirgli di attuare i suoi terribili
piani, e presto scomode alleanze e situazioni inaspettate apriranno
la strada a un’avventura originale, su scala globale. La squadra
deve riunirsi per sconfiggere
James Spader nei panni di Ultron, un terrificante
megacattivo deciso ad annientare il genere umano. Sulla strada, gli
eroi affronteranno due misteriosi nuovi arrivati, Wanda Maximoff,
interpretata da
Elizabeth Olsen, e Pietro Maximoff, interpretato da
Aaron
Taylor-Johnson, incontrando anche un vecchio amico in
vesti nuove, quando
Paul Bettany diventerà Visione.
Avengers:
Age of Ultron uscirà – nei formati 2D, 3D e IMAX 3D –
il primo maggio 2015 negli Stati Uniti mentre per quanto concerne
le sale cinematografiche italiane l’uscita è prevista qualche
giorno prima, il 22 aprile 2015.
Grazie al numero speciale di
Entertainment Weekly dedicato a Captain America Civil
War, continuano ad arrivare interessanti
indiscrezioni a proposito del film. Naturalmente, la domanda che
tutti ormai si pongono è la seguente: il nuovo Spider
Man (che ricordiamo sarà interpretato dal giovane
Tom Holland) farà o meno la sua apparizione nel
cinecomic dei fratelli Russo?
Il noto magazine, durante una visita
al set del film, rivela di aver avvistato un personaggio molto
familiare vestito con un costume rosso e blu; per questo motivo, ha
chiesto direttamente ai due protagonisti della pellicola, ossia
Chris Evans (Captain America) e Robert
Downey Jr. (Iron Man), se è vero o no che vedremo Spidey
nel film.
Il primo è stato molto più evasivo e
sintetico, limitandosi a commentare come segue: “Non posso
dirvi nulla a riguardo. Non si può mai sapere con la Marvel. A volte si girano delle
cose che poi non vengono usate nei film.”
Il secondo, invece, sembra proprio
aver confermato la presenza dello spararagnatele più amato sul
grande schermo nell’atteso ultimo capitolo dedicato alla avventure
di Steve Rogers: “Stavo parlando con Don Cheadle e ci siamo
detti: “Guarda, noi siamo adesso la vecchia guardia, e le nostre
storie hanno adesso un peso a causa del nostro passato”. Ci siamo
guardati intorno e abbiamo detto: “Wow, chi avrebbe mai pensato che
Falcon, Pantera Nera, Ant-Man e Spider Man…”. Voglio dire… è una
cosa pazzesca!”.
Dalle parole dell’attore sembra
evidente che Spider Man ci sarà, ma nessuna conferma ufficiale è
stata ancora rilasciata… e probabilmente mai lo sarà. Voi cosa ne
pensate?
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In Captain America Civil
War lo schieramento di Cap sarà formato da Bucky,
Falcon, Ant-Man, Agente 13 e Occhio di Falco. Quello di Iron Man
invece da Vedova Nera, War Machine, Black Panther e Vision. Al
momento non è ancora chiaro che parte prenderanno Spider-Man e
Scarlet Witch.
In attesa di nuovi dettagli in
merito ricordiamo che Captain America: Civil
War sarà diretto da
Anthony e Joe Russo e vedrà
nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman,
Sebastian Stan,Samuel L. Jackson, Frank Grillo,
Jeremy Renner e Daniel
Bruhl. Captain America Civil
War arriverà nelle sale italiane il 4 maggio
2016.
Comingsoon.net ha annunciato ieri
che le riprese del reboot della saga di Spider-Man in 3D si
terranno a partire da dicembre e dureranno per buona parte del
2011.
Il Wall Street Journal riporta una
serie di interessanti dettagli in merito al nuovo accordo tra i
Marvel Studios e la Sony
Pictures relativo all’ingresso di Spider
Man nell’universo cinematografico della Casa delle Idee.
Secondo tali indiscrezioni, il film della Marvel in cui vedremo la prima
apparizione dell’Uomo Ragno sarà Captain America: Civil
War. Ma non è tutto…
Sembra che lo spin-off dedicato ai
Sinistri Sei (Sinister Six) non sarà più
rilasciato a novembre del 2016, ma resta comunque in cantiere. La
Sony, infatti, starebbe valutando un nuovo approccio al film, in
seguito anche al recente accordo con la Marvel. Sarà vero? Vi terremo
aggiornati.
Sony Pictures Entertainment e
Marvel Studios hanno annunciato
ufficialmente oggi che Sony porterà nel fantastico Universo
cinematografico Marvel Spider-Man. Grazie a questo
accordo, un nuovo Spider-man farà la prima apparizione in un film
Marvel ancora non specificato
all’interno del Marvel Cinematic Universe, poi in
seguito Sony Pictures produrrà un film seguito che uscirà il 28
luglio 2017, in un film che sarà co-prodotto da Kevin Feige e il
suo team di esperti Marvel e Amy Pascal, che ha curato
il lancio del franchising per 13 anni. Insieme, sceglieranno la
nuova direzione creativa per il franchise. Sony Pictures continuerà
a finanziare, distribuire in proprio e avranno il controllo
creativo dei film di Spider-Man.
Marvel e Sony Pictures stanno
inoltre valutando la possibilità di integrare alcuni personaggi del
Marvel Cinematic Universe in un
futuro film di Spider-Man.
“Vogliamo sempre collaborare
con i migliori registi di maggior successo per accrescere i nostri
franchising e sviluppare i nostri personaggi. Marvel, Kevin Feige e Amy, che ha
contribuito a orchestrare questo accordo, sono la squadra perfetta
per aiutare a produrre il prossimo capitolo di Spider-Man “,
ha detto Michael Lynton, presidente e CEO di Sony Pictures
Entertainment. “Questa è la decisione giusta per il
franchising, per il nostro business, per la Marvel, e per tutti i
fan.”
“Sono entusiasta di collaborare
con i miei amici della Sony Pictures insieme a Amy Pascal per
produrre il prossimo film di Spider-Man“, ha detto il
presidente Marvel Studios Kevin Feige.
“Amy è stato profondamente coinvolto nella realizzazione delle
pellicole di uno dei personaggi più amati del mondo. Il
coinvolgimento di Marvel, si spera, fornisva la
continuità creativa e l’autenticità che i fan chiedono da MCU. Sono altrettanto entusiasta
per l’opportunità di far apparire Spider-Man nella MCU.”
Dopo la reunion canora (parziale,
vista l’assenza di Victoria), le Spice Girls
tornano a far parlare di sé e annunciano un film in lavorazione
alla Paramount, con tutte e cinque le ragazze spaziali che negli
anni ’90 hanno conquistato il mondo.
Melanie
Brown (Scary), Emma
Bunton (Baby), Melanie
Chisholm (Sporty), Geri
Halliwell (Ginger) e Victoria
Beckham (Posh) sono tutte coinvolte nel progetto, stando a
quanto riporta THR.
La presidente della Paramount
Animation Mireille Soria ha dichiarato che le
Spice Girls “hanno un’idea che stanno sviluppando.
Sono tutte molto coinvolte nel progetto.” Sembra che il film sia ad
uno stadio di sviluppo embrionale.
Al momento quattro Spice su cinque
sono coinvolte nel loro nuovo tour. La Spice Girls avevano già
partecipato alla realizzazione di un film, Spice Girls – Il
film (Spice World) uscito nel 1997
e diretto da Bob Spiers. È un film musicale che presenta
come protagoniste le componenti della band britannica nei panni di
sé stesse. Nel film sono presenti le canzoni dell’album
Spiceworld, secondo album della band composto da dieci
canzoni uscito nel 1997.
Quando l’ultimo film di Terrence Malick, The
Treeof Life, è uscito al cinema, alcuni cinema hanno cominciato a
specificare all’ingresso in sala che il film ‘non seguiva una
normale e tradizionale storyline’ dopo
Dopo l’annuncio della riconversione 3D del film, la Paramount
Pictures ha pubblicato uno spettacolare trailer finale dell’Ultimo
Dominatore dell’Aria, l’atteso kolossal fantasy di M. Night
Shyamalan…
Arriva il nuovo spettacolare
trailer di G.I. Joe –
La Vendetta diretto da John Chu. Il video è introdotto
da uno dei protagonisti, Dwayne Johnson. Nel nuovo filmato viene
mostrata una Londra in frantumi. In questo capitolo inoltre entra
in scena Joe con il volto di Bruce Willis.
Inoltre ecco i primi Character poster italiani del film:
Guarda la nuova spettacolare
Featurette
di Oblivion con Tom
Cruise, Olga
Kurylenko e Morgan Freeman. La
pellicola fantascientifica è diretta da Joseph
Kosinski (Tron:Legacy).
In un spettacolare pianeta Terra
del futuro che si è evoluto fino a diventare irriconoscibile, un
uomo si confronta col passato che lo porterà ad affrontare un
viaggio di redenzione e ricerca mentre si batterà per salvare
l’umanità. Jack Harper (Tom
Cruise) è uno degli ultimi riparatori di droni
operanti sulla Terra. Parte di una massiccia operazione per
estrarre risorse vitali dopo decenni di guerra contro una
terrificante minaccia conosciuta come Scavs, la missione di Jack è
quasi terminata. Vivendo e perlustrando gli straordinari cieli da
migliaia di metri d’altezza, la sua esistenza crolla quando salva
una bella straniera da uno spacecraft precipitato. Il suo arrivo
innesca una serie di eventi che lo costringono a mettere in
questione tutto ciò che conosceva e mettono nelle sue mani il
destino dell’umanità. Tutte le info sul film nella nostra scheda
film: Oblivion.
Dopo Mi chiamo Francesco Totti, documentario di
Alex Infascelli sul calciatore romano tanto amato
nella Capitale da essere stato incoronato dai tifosi giallo rossi
“ottavo re di Roma”, anche la serialità di fiction, con Speravo de morì prima, racconta Totti, in
particolare gli ultimi mesi di carriera del campione, che hanno
preceduto il ritiro forzato.
La serie, a partire dal
titolo, è una grande lettera d’amore in sei episodi a Francesco
Totti, un calciatore che ha regalato anni di sogni e speranze ad
un’intera città. Il titolo stesso riprende un cartellone da stadio
che è comparso sugli spalti della curva sud all’ìOlimpico, il
giorno in cui Totti ha detto addio al calcio giocato. Speravo de morì prima, di non vedere mai il
giorno in cui Totti avrebbe appeso le scarpine al chiodo, ed è
quello che probabilmente ha pensato anche Francesco, un animo
appassionato e semplice, ironico e buono, un personaggio che è
stato tanto amato e che ha amato tanto “il pallone”.
Speravo de morì prima
racconta i mesi prima del ritiro
La serie Sky
Original prodotta da Mario Gianani per Wildside (parte di
Fremantle) con Capri Entertainment di Virginia Valsecchi, The New
Life Company e Fremantle, è diretta da Luca
Ribuoli, su sceneggiatura di Stefano Bises,
Michele Astori e Maurizio Careddu, che sono partiti dal
libro “Un capitano” di Francesco Totti e Paolo Condò, edito da
Rizzoli Libri S.p.a. Disponibile su Sky e Now TV a partire dal 19
marzo, la serie è interpretata da Pietro
Castellitto e Greta Scarano, nei panni di
Francesco e Ilary, mentre Monica Guerritore e Giorgio
Colangeli sono Fiorella e Enzo, i genitori di Francesco.
La decisione della
produzione è da subito chiara, mettere da parte la somiglianza
fisica e puntare più su un’eco emotiva che Castellitto riesce ad
evocare con un tono di voce una postura che ricordano molto il
capitano. Non solo, scopo di questa storia, oltre a raccontare i
fatti che tutti sappiamo, è anche quello di far emergere il Totti
privato e quindi anche il ruolo di Ilary, solida colonna che con
amore ed onestà ha affiancato il suo compagno per tanti anni,
proteggendo una storia d’amore pubblica, ma che ha saputo
difendersi dalle intemperie.
Ogni eroe ha però
bisogno di un nemico da sconfiggere, un antagonista, e in Speravo de morì prima questo ruolo è
ricoperto da una parte da Gianmarco
Tognazzi/Luciano Spalletti, e dall’altra dal tempo. Il
dramma umano più grande che Francesco Totti
calciatore ha dovuto affrontare è infatti quello di essere
costretto a lasciare il campo quando non era pronto per farlo,
consapevole che nonostante gli anni e gli allenatori contro, il re
non è mai pronto ad abdicare.
In questo cuore
narrativo risiede la tragedia di Speravo de morì prima, che per il resto,
invece, è una serie che spazia dai toni della Comedy a quelli
grotteschi, offrendo anche un nuovo modo di raccontare gli uomini
di sport nel cinema e nella tv, laddove la parabola dello sportivo
aveva sempre avuto, nelle trasposizioni, dei toni epici.
Toni da comedy con incursioni
grottesche
Se da una parte quindi è
interessante assistere al racconto tragicomico di un uomo costretto
a lasciare l’unico ambiente che ha sempre conosciuto e in cui ha
sempre vissuto per tutta la sua vita adulta, costringendolo quindi
a reinventarsi a 40 anni, dall’altra tutta l’operazione di Speravo
de morì prima sembra un poderoso investimento di un tifoso che
vuole cantare un’ode al suo campione del cuore, un intento forse
troppo ombelicale che però sicuramente raccoglierà un larghissimo
successo presso tifosi, appassionati di calcio e amanti dello
sport.
Castellitto e Scarano sono senza
dubbio attori di grande talento, ma in questo caso (soprattutto per
il primo) il rischio “imitazione” è dietro l’angolo, nonostante ci
sia una ricerca sui modi, le movenze e le inflessioni vocali del
soggetto dell’interpretazione.
Speravo de morì prima è una serie divertente,
che coinvolge e racconta con ironia un personaggio amato da tutti,
lo fa con tenerezza, cercando sempre di regalare un sorriso allo
spettatore, e trattando con grande oggettività il dramma di un uomo
che non è pronto, e sa che non lo sarà mai, a lasciare per sempre
il suo mondo.
“Volevo ringraziare
tutti i ragazzi che hanno partecipato a questa serie, però in
particolare uno su tutti, Pietro, ha cercato di farmi uscire come
sono veramente. Ho scoperto delle cose di me che non sospettavo di
avere. Grazie a tutti, la serie va vista perché è simpatica e allo
stesso tempo emozionante” Così Francesco
Totti ringrazia i realizzatori di Speravo de morì prima, la serie Sky che racconta la vita
del calciatore giallo rosso nel momento in cui è costretto ad
abbandonare il campo e il calcio. Nel cast Pietro Castellitto, citato da Totti nel suo
videomessaggio, è Francesco, Greta Scarano è Ilary
Blasi, Gianmarco Tognazzi interpreta Spalletti,
mentre Monica Guerritore e Giorgio
Colangeli sono Fiorella e Enzo, i genitori di Francesco.
Alla sceneggiatura Stefano Bises, Michele Astori e
Maurizio Careddu.
Pietro Castellitto, che questa’anno ha
esordito dietro alla macchina da presa come regista per I
Predatori, nasce però attore di grande talento, e nel
commentare il videomessaggio di Totti, dichiara: “A partire
dalle parole del Capitano, quando dice che ‘ha scoperto qualcosa
che non conosceva’, la sfida era riuscire a creare una maschera che
lo stupisse. Il cinema è evocazione, non imitazione. Non avevo mai
incontrato Totti, l’ho conosciuto grazie alla serie. Sono cresciuto
con Totti, ero piccolo e lui era un uomo, avevo il suo poster in
camera.” Un momento quindi molto intenso della carriera di
attore del giovane Castellitto, che ha anche aggiunto di essere
cresciuto tantissimo come interprete sul set di Luca
Ribuoli, regista della serie.
Speravo de morì
prima – la conferenza allo Stadio Olimpico
“Sono arrivata quando la macchina era
rodata” racconta invece Greta Scarano, che
interpreta l’amata Ilary “Pietro ha interpretato Totti con una
grazia e una semplicità che non è da tutti. Quella tra Ilary e
Francesco è una relazione pubblica e lunga, raccontiamo anche un
grande amore. Mi è piaciuta la coerenza di IIary, che gli sta
vicino anche in un momento così difficile. L’ho vissuto come un
dramma shakespeariano, perché è costretto a lasciare il mondo a cui
appartiene”. A Gianmarco Tognazzi è toccato
‘l’ingrato’ ruolo di Luciano Spalletti, visto in qualche misura
come l’antagonista della storia sportiva di Totti: “Ho cercato
di trovare un filo conduttore che ho identificato nel disagio di
dover gestire una serie di non detti che si sono portati dietro,
non mi piaceva l’idea dell’antagonista e del cattivo. Nella serie
si racconta la versione di Totti, sappiamo che scatenerà
dibattito”.
Molto intenso anche il
ritratto che Guerritore e Colangeli fanno dei genitori di
Francesco: da una parte Fiorella, forte e volitiva, prima tifosa
che sente, nelle parole dell’attrice, di aver partorito due volte
il figlio quando ne scopre il talento, guerriera pronta allo
scontro per difenderlo e incoraggiarlo; dall’altra papà Enzo, che è
sparito pochi mesi fa, più mite ma sempre solido e che, nelle
parole di Colangeli, contribuiva ogni giorno a mantenere familiare
e distesa l’atmosfera della squadra di suo figlio.
La serie Sky Original
Speravo de morì prima è prodotta da Mario Gianani per
Wildside, del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment di Virginia
Valsecchi, The New Life Company e Fremantle, tratta da “Un
capitano” di Francesco Totti e Paolo Condò, edito da Rizzoli Libri
S.p.a., arriverà su Sky e Non Tv a partire dal 19 marzo.
La coppia
Wahlberg – Berg approda su Netflix con questa commedia action liberamente
ispirata al romanzo “Wonderland” di Ace Atkins, che si rifà
a sua volta ai personaggi della serie di romanzi polizieschi creati
da Robert B. Parker. Nel cast troviamo anche Winston Duke,
Alan Arkin, Iliza Shlesinger, Bokeem Woodbine,
Cassie Ventura, Marc Maron e il rapper Post
Malone.
La trama di Spenser
Confidential
Spenser
confidential, ambientato a Boston, vede come protagonista
Spenser, un ex poliziotto incarcerato per cinque anni dopo aver
aggredito Boylan, il capo del suo distretto, in circostanze ancora
ambigue e poco chiarite. Uscito di prigione, Spenser si affida al
suo vecchio allenatore di box, Henry, per rifarsi una vita,
sperando di ottenere la licenza di camionista e trasferirsi in
Arizona, “sfuggendo” cosi alla petulante fidanzata Cissy. Le cose
si complicheranno quando Boylan verrà trovato morto, omicidio per
cui si sospetta subito di Spenser, e verrà inoltre ritrovato anche
il cadavere di un altro giovane poliziotto, del quale è stato
inscenato un finto suicidio. Spenser decide di investigare
privatamente sulla questione, assieme al fidato Henry e al
coinquilino Hawk, sospettando che si tratti di un grosso
insabbiamento da parte della polizia di Boston.
Un film di puro
intrattenimento senza troppe pretese
Spenser
confidential è un puro film d’intrattenimento che si
caratterizza come un film d’azione piuttosto canonico, con alla
base una narrazione dal ritmo incerto e che inserisce venature
thriller e topoi della commedia, senza però riuscire a rinnovare il
genere action e ritagliarsi una propria dimensione all’interno del
catalogo Netflix. La storyline principale verte sull’indagine
condotta da Spenser in merito ai colpevoli degli omicidi e agli
intrighi da polizia e malavita che si celano dietro la facciata
pulita delle forze dell’ordine di Boston; tuttavia, la trama non
particolarmente complessa e priva di svolte narrative originali e
intriganti, non riesce a focalizzare l’attenzione dello spettatore
sull’investigazione, in quanto priva di mistero e piuttosto
prevedibile.
Si sente l’influenza dei
polizieschi televisivi anni ’90, nonostante siano presenti numerose
scene d’azione, che tentano di movimentare la narrazione.
Implicitamente il film richiede di farsi trascinare dal carattere
scanzonato che lo contraddistingue, per questo risulta, nel
complesso, un film d’intrattenimento godibile, grazie
all’interazione tra i protagonisti e le gag comiche costruite sulla
loro chimica, nonostante emergano diverse banalità a livello di
scrittura. L’intreccio narrativo è piuttosto prevedibile e i
personaggi presentatici non si distinguono particolarmente per una
caratterizzazione brillante, tuttavia le performance attoriali
riescono a convincere e a strappare qualche risata.
Spenser Confidential
si regge sulla buona interazione tra i personaggi
L’interazione tra i
protagonisti funziona abbastanza efficacemente, soprattutto grazie
al contributo di Alan Arkin nei panni di Henry, che aggiunge verve
comica alla visione, e alle esilaranti incursioni di Iliza
Schelsinger: stand-up comedian e texana di nascita ma qui
perfettamente calata nella parte dell’ingombrante e ossessiva ex
fidanzata di Spenser. La pellicola mantiene un tono leggero e
scanzonato, partendo da una base da buddy movie e prendendosi anche
di tanto in tanto gioco di sé stessa. Le sequenze di combattimento
e le situazioni paradossali in cui si trovano invischiati Spenser e
Hawk riescono ad incontrare il favore del pubblico che sceglie di
optare per una film d’evasione come questo. L’azione non risulta
sempre coerente e avvincente, tuttavia certe sequenze verbali e
fisiche, con l’aggiunta delle interpretazioni gigionesche di
Walhberg e Duke, che non si prendono mai troppo sul serio, riescono
a trasportare la storia. Le battute finali lasciano aperta la
possibilità di un sequel, nella speranza di poter forse trasformare
il protagonista Spenser in un brand su cui costruire una saga, con
capitoli successivi magari più freschi e originali.
Con quest’ultima
collaborazione Berg e Wahlberg si distaccano da un certo
patriottismo celebrativo dell’eroismo americano, riconoscibile nei
loro precedenti lavori – film tratti da storie vere (Lone Survivor,
Deepwater- Inferno sull’oceano, Boston – Caccia all’uomo) e una spy
story (Red Zone – 22 miglia di fuoco). Spenser
confidential è infatti una pellicola che denota l’adesione
a un certo spirito americano, ma che si presenta come film di puro
intrattenimento, una visione da affrontare senza troppe
pretese.
È intuibile come il film
di Peter Berg non abbia come pubblico di riferimento chi conosce i
romanzi – e che potrebbe rimanere piuttosto deluso dalle numerose
licenze poetiche che questa trasposizione si prende – quanto
piuttosto punti su chi vuole vedere Wahlberg nei panni di un
personaggio di nuovo in azione a Boston, come fu in The
Departed – Il bene e il male di Scorsese, che valse
all’attore una nomination all’Oscar. Wahlberg si adatta bene a
questi ruoli, sia in termini di presenza scenica che di perfomance
attoriale: riesce a convincere nei panni di un ex carcerato e
poliziotto, proprio perché incarna una tipologia di personaggio a
lui particolarmente congeniale.
Dopo un lungo slittamento dovuto
alle restrizioni legate al Covid-19, finalmente
Spencer di Pablo Larraìn arriverà
nelle sale italiane il 24 marzo. Presentato in anteprima alla
Mostra del cinema di Venezia, e con Kristen Stewart fresca di Nomination agli
Oscar 2022 nella categoria di Miglior Attrice Protagonista, il film
è distribuito da 01
Distribution.
Spencer: la terza donna cinematografica di Larraìn
In questo simil-biopic,
Larraìn confeziona un ritratto abbagliante non
solo della principessa del Galles, ma soprattutto della sua terza
donna cinematografica. Il ritorno alla cornice storiografica
significa per Larraìn possibilità di
rielaborazione pura, intimista, verosimile, senza necessariamente
essere verità.
Quella che dovrebbe essere una
meravigliosa tregua natalizia con i suoi figli nella tenuta di
Sandringham diventa per la principessa Diana una
tremenda successione di obblighi indesiderati. Mentre il rapporto
con il Principe Carlo va disfacendosi sempre di
più, Diana è costretta a giocare il ruolo implacabile della moglie
amata e fedele, di fronte ai paparazzi che seguono ogni sua mossa.
Diana accetterà questa posizione di icona e leggenda, o sceglierà
di seguire la propria natura di donna e madre?
Abbandonando l’intenzione di
raccontare la vita e le opere dell’ex principessa del Galles, il
geniale Pablo Larraìn si concentra su un arco
temporale ridotto per sviscerare al meglio l’indole elegante e
umana di Diana, attributi caratteriali spesso
trascurati quando si analizzano figure storiche del genere. Ma la
Diana di Larraìn è figlia di Ema, ballerina volitiva e accattivante,
sinuosa nel suo essere vendicativa, tanto quanto la
Spencer del titolo è schietta, irriverente, audace
nel suo sodalizio con Stewart, tra attrice e personaggio storico che
si fa narrazione, finzione rielaborata ma quanto mai autentica.
L’unico appiglio è
l’occhio del regista
Kristen Stewart è protagonista assoluta ed
espressiva di un ritratto che ha la misura di una collana di perle,
le vesti di una principessa delle fiabe spogliata di libertà che le
spettano, in un castello spettrale dove ogni colore acceso è un
segnale di un decadimento psichico crescente. E’ la soundtrack a
cura di Jonny Greenwood che parla per conto di
Lady D, vuole incedere senza conoscere limiti in
un crescendo di note furiose, che smontano una monarchia condotta
da aguzzini e guardie giurate. I figli e la casa-rifugio di un
passato roseo sono l’ancora di salvezza di una personalità
diventata icona, ma resa un filo d’erba che tende spesso a
spezzarsi; Kristen Stewart non si trattiene, non si
sottrae alla cinepresa di Larraìn, e decide di occupare la scena con una
compostezza e un controllo totale dello spazio che la circonda
ammirabili.
E’ un ritratto di Lady
D che assume valore nell’effetto che ha sullo spettatore,
che non la vede più come un mito, ma come una donna che ha dovuto
affrontare le sue paure più reali. Si elimina la necessità di
essere all’altezza della sua importanza sociale e culturale, per
entrare in un vortice emotivo e fragile di ciò che ha significato
per questa donna confrontarsi con la stessa famiglia reale
britannica. Per questo motivo, il peso drammatico del film è
sostenuto quasi interamente da Stewart, che trionfa totalmente all’interno
della cornice filmica ma, allo stesso tempo, il lavoro di
Timothy Spall e Sally Hawkins,
che bilanciano la squisita passione di Stewart con performance più razionali, è
da lodare. Mentre Spall fa un lavoro impeccabile con la sua
espressività, la Hawkins sfrutta al massimo tutta la naturalezza e
la luminosità che contraddistingue il suo lavoro sullo schermo.
Il grande lavoro di artigianato
dell’immagine, che ha caratterizzato le precedenti opere di
Larraìn, fa splendere Spencer
ancora di più: in questo caso, sfrutta le idiosincrasie legate alla
regalità per mettere a punto una perfetta metafora della gabbia
dorata. La fotografia non risparmia alcun dettaglio, con attenzione
alla posizione, all’illuminazione e all’impatto che la figura di
Diana ha sullo spettatore.
E’ l’immagine in sé a raccontare la
storia, con una poesia visiva e artistica che afferra lo spettatore
senza alcuna esitazione. La costante fissazione per la pomposità di
cui vive la messa in scena, nei particolari del cibo e del
vestiario, servono a ricalcare il delicato tormento di un animo in
subbuglio, il crescendo di un battito sonoro che vive di forza
travolgente combinata a un’energia vitale mesta e sommessa. Oltre a
Lady Di, principessa del Galles, o
Diana, c’era Spencer, la donna
che “indossa” un cognome proprio, un’esistenza propria. Una donna
che era più della sua leggenda.
Dopo Jackie (2016)
e prima di Maria
(2024), il regista cileno Pablo Larraín ha
presentato alla Mostra del Cinema di Venezia l’altro suo film
dedicato ad una celebre figura femminile del Novecento, da lui
naturalmente esplorata nei suoi aspetti più intimi, andando oltre
la storia vera per offrire una “ricostruzione immaginaria” di un
particolare episodio della sua vita. Si tratta di Diana
Spencer, resa protagonista di Spencer
(qui
la recensione).
Il film, che si basa sulla
sceneggiatura del britannico Steven Knight
(ideatore della serie tv Peaky Blinders), ci presenta
infatti una Diana imprigionata nelle convenzioni e nelle tradizioni
di un contesto che le toglie il fiato e a cui non riesce ad
adeguarsi. Ogni elemento di Spencer
punta a sottolineare questo stato d’animo, dando vita ad un film
che si svela come un vero e proprio horror psicologico, in grado di
condurci all’interno del cuore e della mente della
protagonista.
Un film che dunque va oltre il reale
per consegnare al suo pubblico ciò che nessuno può conoscere, ma
solo immaginare. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune
delle principali curiosità relative a Spencer.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle differenze con la
storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di
Spencer
La storia è incentrata in un preciso
momento della vita di Diana Spencer, quando nel
dicembre del 1991, durante le vacanze di Natale con l’intera
famiglia reale nella tenuta di Sandringham, a Norfolk. Il
matrimonio Tra Diana e il Principe Carlo è ormai
alla deriva da diverso tempo e le continue voci di tradimenti,
soprattutto quelli di lui con Camilla
Parker-Bowles, non fanno altre che indebolire sempre più
il loro legame. Il film ricostruisce quello che potrebbe essere
accaduto in quei giorni tra le mura di Sandringham, seguendo Diana
verso la sua ricerca di una fuga da un ambiente che la opprime.
La protagonista è interpretata da
Kristen Stewart, che per calarsi meglio nella
parte si è ispirata all’interpretazione di Diana Spencer da parte
di Emma Corrin, che interpreta la nobile
britannica nella serie tv The
Crown. Per la sua performance, Stewart è poi stata
candidata al premio Oscar come Miglior attrice. Il cast include
anche Jack Farthing (Principe Carlo),
Timothy Spall (Maggiore Alistar Gregory),
Sean Harris (lo chef Darren McGrady),
Sally Hawkins (la cameriera Maggie), Stella Gonet (Regina Elisabetta II) e
Richard Sammel (Principe Filippo).
La vera storia dietro il film
Il film, come anticipato, si svolge
nel 1991, ovvero solo anno prima della separazione formale tra
Diana e Carlo, avvenuta nel dicembre 1992. A questo punto del loro
matrimonio, si sono susseguiti anni di voci e speculazioni su
conflitti coniugali, in gran parte attribuiti alla prolungata e
lunga relazione di Carlo con il suo primo amore, Camilla Parker
Bowles. La dolorosa crisi della relazione di Carlo è evidente nel
film quando Diana si rende conto che la collana di perle che Carlo
le regala a Natale è la stessa che lui regala anche a Camilla, uno
scenario che era già accaduto in un’altra occasione con un altro
gioiello alla vera Diana.
Un’altra scena di Spencer
mostra Carlo e Diana che si allontanano con freddezza l’uno
dall’altra dopo le funzioni natalizie, cosa che è realmente
accaduta nella vita reale nel 1991, scatenando altre voci di
dissenso tra la coppia. In Spencer,
quando Diana arriva a Sandringham, viene pesata al momento
dell’arrivo, con sua grande infelicità (un’emozione che si
ripercuote per tutto il tempo trascorso a Sandringham). Si scopre
che pesarsi prima e dopo la cena di Natale è una vera e propria
tradizione per la famiglia reale e i suoi ospiti che risale al
1900, quando il re Edoardo VII voleva assicurarsi che le persone
mangiassero a sufficienza durante le feste.
Anche il disagio di Diana durante le
feste è stato tratto da esperienze di vita reale. In un
documentario del 2020 sulle vacanze con i reali a Sandringham, l’ex
maggiordomo di Diana, Paul Burrell, ha raccontato
che lei era solita dirgli che alla fine di un Natale a Sandringham
“strisciava i muri” e “non vedeva l’ora di
scappare”. Sandringham era anche il luogo di ricordi infelici
per Diana: Secondo la biografia di Andrew Morton
del 1992, Diana: Her True Story, durante il Natale del
1982 tentò il suicidio gettandosi dalle scale di Sandringham a
causa della continua relazione di Carlo con Camilla.
Inoltre, era spesso sopraffatta dal
rigido protocollo reale per le feste, che prevedeva numerosi cambi
d’abito, come viene ricordato in modo memorabile nel film.
Nonostante il suo disagio durante le feste natalizie della famiglia
reale, Diana continuò a partecipare anche dopo la separazione da
Carlo, per il bene dei loro figli, saltando il Natale solo nel
1995. Spencer
non si esime poi dal mostrare la terribile realtà della lotta di
Diana contro il suo disturbo alimentare, mostrando scene molto
esplicite a riguardo. Nel libro poc’anzi citato, Diana afferma che
il disturbo fu scatenato da un commento di Carlo e dallo stress
della sua relazione.
Nel corso di Spencer,
Diana non si fa scrupoli a interagire con il personale del palazzo,
anche se c’è un rigido codice di comportamento che lo staff deve
seguire di fronte ai reali. In molti casi, durante il film, Diana
si affida emotivamente ad alcuni membri del personale, in
particolare al cuoco reale, basato sul cuoco reale Darren
McGrady e alla sua cameriera, Maggie. Nel film, inoltre,
Maggie confessa a Diana di essere innamorata di lei. Anche se nella
vita reale Diana aveva molti sarti che la assistevano nella cura
della persona e del suo guardaroba, non ci sono prove che abbia
ricevuto proposte romantiche da loro.
Nel film, inoltre, il periodo
trascorso da Diana a Sandringham House nel
Norfolk durante le vacanze fa riaffiorare ricordi
felici della sua infanzia e di suo padre; la principessa visita
persino Park House, una residenza abbandonata
nella tenuta di Sandringham che un tempo apparteneva alla sua
famiglia. In realtà, Diana è nata e ha vissuto a Park House fino
all’età di 14 anni. È questa una componente fittizia del film, che
vuole simboleggiare il desiderio di Diana di sfuggire alla Famiglia
Reale nel tentativo di ritrovare la sua vera identità.
Il trailer di
Spencer e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Spencer
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6
settembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Dopo il primo suggestivo poster,
Leone Group ha diffuso il trailer di Spencer, il
nuovo film diretto da Pablo Larraìn che racconta
la storia di Diana Spencer, principessa del Galles, interpretata da
Kristen Stewart.
Spencer
sarà ambientato nell’arco di un fine settimana, e racconterà il
momento in cui Lady D. decise che il suo
matrimonio con il principe Carlo era finito e sarà sicuramente
destinato a far discutere, come accade ogni volta che il cinema
racconta la storia della “principessa triste”. In merito al film,
Larraìn ha dichiarato:
“Siamo tutti
cresciuti, almeno la mia generazione, sapendo cosa fosse una fiaba.
In genere, il principe arriva e trova la principessa, la invita a
diventare la sua moglie e poi lei diventa regina. Questa è una
fiaba. Quando qualcuno però decide di non essere regina, e dice che
preferisce andarsene ed essere se stessa, prende una decisione
molto importante, e la fiaba si capovolge. Sono sempre rimasto
impressionato da decisioni così, pensando anche a quanto deve
essere difficile. Questo è il cuore del film. Come e
perché decidi di farlo? È una storia universale che può toccare
milioni e milioni di persone, e noi vogliamo fare questo. Vogliamo
fare un film che possa andare a fondo, connettersi con il pubblico
di tutto il mondo che prova interesse verso una vita tanto
affascinante.”
Spencer – quello che sappiamo sul film di Pablo Larraìn
Pablo Larraìn ha
presentato nel
2019 al Festival di Venezia il suo ultimo film, Ema, con una straordinaria protagonista
femminile (interpretata da Mariana DI Girolamo) e sempre a Venezia,
due anni prima, aveva portato Jackie, in cui raccontava un pezzo della vita
di Jackie Kennedy/Natalie
Portman.
Ecco il trailer italiano di Spencer,
il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della
principessa Diana interpretata da
Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall,
Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins. Il film è stato
presentato in Concorso a
Venezia 78.
Lady Diana, Lady D. Un nome che è diventato un marchio e un
simbolo. La storia di una principessa che era entrata nel cuore di
una favola ma che l’aveva rifiutata, scegliendo di non diventare
regina per non rinunciare a se stessa. Diana coraggiosa e ribelle.
Diana che prende in mano il suo destino e rompe tutti gli schemi,
rifiuta le liturgie soffocanti di un mondo che l’aveva imprigionata
in un sogno fasullo e destruttura il mito della corona. Una donna
generosa e amatissima, sofisticata e pop, coraggiosa e vulnerabile,
che esce dalla corte reale ed entra nel mito per diventare icona
universale ed emblema di modernità. Il matrimonio fra la
Principessa Diana e il Principe Carlo è in crisi da tempo. Malgrado
le voci di presunti flirt e di un imminente divorzio, si cerca di
preservare la pace in vista delle festività natalizie,
tradizionalmente trascorse dai reali nella proprietà di
Sandringham. Sono giorni in cui si mangia, si beve, si spara e si
va a caccia. E sono i giorni cruciali della scelta non più
negoziabile. Perché Diana conosce le regole del gioco ma questa
volta ha deciso. Quest’anno non sarà come gli altri e niente sarà
più come prima.
SPENCER immagina ciò che potrebbe essere successo in quei
pochi, fatidici giorni.
Ecco il nuovo trailer di Spencer,
il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della
principessa Diana interpretata da
Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall,
Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins. Il film è stato
presentato in Concorso a
Venezia 78.
La trama di
Spencer
Il matrimonio della principessa
Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di
tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di
Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un
periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana
conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse.
Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto
durante quei pochi giorni decisivi.
Il commento del regista
Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è
una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha
ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre.
Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non
diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria
identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto
sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere
stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo
approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre
oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la
libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un
lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto
molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può
dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche
su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e
sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham.
Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche
apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le
porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo
dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è
stato il nostro lavoro. Non avevamo intenzione di fare un
docudrama: volevamo creare qualcosa prendendo degli elementi dalla
realtà e ricorrendo poi all’immaginazione per raccontare la vita di
una donna con gli strumenti del cinema. Questo è il motivo per cui
il cinema è così fantastico: c’è sempre spazio per l’immaginazione.
Nel costruire il personaggio di Diana, non volevamo solo creare una
sua replica, ma usare il cinema e i suoi strumenti per dar vita a
un mondo interiore che trovasse il giusto equilibrio tra il mistero
e la fragilità del suo personaggio. Tutto ciò che Diana vede
riflette i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri e forse
anche le sue illusioni. Questi elementi attingono a qualcosa che
sta accadendo dentro di lei e mostrano una vulnerabilità
bellissima.
La serie di libri fantasy
Spellslinger di Sebastien de Castell sta per
arrivare sul piccolo schermo, con un adattamento televisivo
attualmente in fase di sviluppo e che sarà diretto nientemeno che
dal creatore di John Wick, Chad
Stahelski, attraverso la sua casa di produzione
87Eleven Entertainment, come riportato da Variety. La serie porterà in vita il
mondo frenetico e magico di Kellen e le sue avventure di cappa e
spada. Lo show sarà prodotto insieme a Basset Hound Distribution,
con M. Raven Metzner (Star
Trek: Discovery, Sleepy Hollow) come showrunner e
sceneggiatore.
La serie Spellslinger
si sviluppa in sei libri e accompagna i lettori nel viaggio del
sedicenne Kellen, un ragazzo che vive in un mondo in cui la magia è
tutto. C’è solo un problema: lui non ne ha affatto! La sua vita
subisce una brusca svolta quando incrocia la strada di un
misterioso avventuriero Argosi e finisce in un mondo di trucchi,
magia e missioni pericolose. I libri sono pieni di trappole, magia
e un gatto scoiattolo parlante, nel caso non foste ancora
convinti.
Metzner sarà anche produttore
esecutivo insieme a Stahelski, Jason Spitz e Alex
Young della 87Eleven Entertainment, mentre Michael
R. Goldstein e Alexandre Coscas della Basset Hound
Distribution saranno i produttori esecutivi.
Cos’altro sta facendo Chad
Stahelski?
La scorsa settimana è stato
annunciato che Stahelski è stato ingaggiato per la produzione di un
film d’azione originale intitolato The
Professionals,
descritto come “un mix infiammabile di Clue
e John Wick”, incentrato su un gruppo di killer su
commissione che si ritrovano intrappolati in una tenuta di campagna
inglese quando uno di loro viene assassinato, costringendo gli
altri a capire esattamente chi è il responsabile.
Stahelski ha una lista molto fitta
di progetti imminenti, tra cui
il reboot di Highlander. Dopo anni di
blocco dello sviluppo, il progetto sta finalmente andando avanti.
Stahelski ha recentemente dichiarato a Collider che le riprese
inizieranno all’inizio del prossimo anno in Scozia.
“Cominciamo a girare a gennaio
in Scozia, per questo vado subito dopo la partenza.Lunedì
vado in Scozia per fare l’ultimo sopralluogo.È un’altra
opportunità per girare una proprietà che amo”, ha detto.“Mi
piace l’argomento, mi piace lavorare con l’immortalità e le storie
d’amore nel tempo.Penso che sia un buon modo per prendere
un grande pezzo d’epoca e la fantascienza e mescolarli
insieme”.
Stahelski sta producendo anche lo
spinoff di John Wick, Ballerina,
che avrà come protagonista Ana de Armas e vedrà anche Keanu Reeves riprendere il suo ruolo di John
Wick.
È stata rilasciata una nuova
immagine del film d’animazione Spellbound
ed è inoltre stata annunciata un’aggiunta al cast per questa fiaba
musical di Apple Original Films e Skydance Animation che arriverà
su Apple
TV+ nel 2024. Al cast stellare che comprende Rachel Zegler, il candidato all’Oscar
John Lithgow, Jennifer Lewis, Nathan
Lane, i premi Oscar
Javier Bardem e
Nicole Kidman si è aggiunto Titus
Burgess (“Schmigadoon”).
Spellbound
è un film originale Apple di Skydance Animation e sarà presentato
in anteprima mondiale su Apple TV+ nel 2024. È una fiaba musicale e
racconta di un terribile incantesimo che ha trasformato un re e una
regina in mostri, lasciando la loro figlia, la principessa Ellian
(doppiata da Rachel Ziegler), a gestire il regno da sola.
Diretto da Vicky Jenson, che ha vinto il primo
premio Oscar per un film d’animazione per “Shrek“,
con le voci prestate da un cast stellare guidato da Rachel Zegler (che ha recentemente recitato in
“West
Side Story“), il candidato all’Oscar
John Lithgow, Jennifer Lewis e Nathan Lane, i premi
Oscar
Nicole Kidman e
Javier Bardem e Titus Burgess
(già visto nella serie di successo di “Schmigadoon”) che si unirà
al cast di “Spellbound” prima della presentazione ad Annecy.
Oltre all’eccezionale cast di voci,
il film presenta una colonna sonora originale e canzoni originali
dell’otto volte premio Oscar Alan Menken
(“La
sirenetta”, “La bella e la bestia”, “Aladdin”,
“Pocahontas”), con testi del candidato all’Oscar Glenn
Slater (“Rapunzel”). Spellbound è
scritto da Lauren Hynek & Elizabeth Martin (“Mulan“) e Linda Woolverton
(“La bella e la bestia”, “Il re leone”) e il film è prodotto da
John Lasseter, David Ellison, Dana Goldberg e Bruce Anderson per
l’animazione Skydance. La regista di Spellbound
Vicky Jenson e il Head of Story Brian Pimental presenteranno il
panel “Work in Progress” martedì 13 giugno all’Annecy Film
Festival.
Si dice spesso che il lavoro più
difficile di sempre sia fare i genitori… ma raramente si parla di
quanto possa essere impegnativo essere figli, soprattutto quando si
hanno due genitori mostruosi. A raccontare con delicatezza
e profondità il grande amore e il dolore di una giovane
figlia arriva il nuovo film d’animazione targato Netflix, in collaborazione con Skydance Animation:
Spellbound – L’incantesimo. Questa
pellicola originale, divertente, musicale, imprevedibile e
profondamente commovente debutta il 22 novembre
sulla celebre piattaforma streaming, promettendo di intenerire
anche i cuori più duri e cinici.
Diretto da Vicky
Jenson (già regista di Shrek) e scritto da Lauren
Hynek, Elizabeth Martin e Julia Miranda, il film è una
fiaba sorprendente che intreccia emozione, magia e
fantasia, raccontando una storia familiare
moderna capace di toccare corde universali. A arricchire
l’esperienza visiva c’è la colonna sonora originale firmata da
Alan Menken, celebre compositore vincitore
dell’ambitissimo titolo EGOT (Emmy, Grammy, Oscar, Tony),
accompagnata dai testi di Glenn Slater (Rapunzel – L’intreccio della
torre).
Spellbound racconta la
straordinaria avventura di Ellian, una principessa adolescente
coraggiosa e piena di ottimismo, figlia degli amati sovrani del
magico regno di Lumbria, la saggia regina Ellsmere e il giusto re
Solone. La vita di Ellian cambia radicalmente quando, un anno
prima, un misterioso e oscuro incantesimo
trasforma improvvisamente i suoi genitori in due spaventosi
e irruenti mostri, gettando il regno nel caos e nella
paura.
Nonostante il dolore e il peso delle
responsabilità regali, la dolce ma determinata Ellian non si
arrende. Con la speranza di spezzare la maledizione e riportare i
suoi genitori alla loro forma umana, decide di intraprendere un
lungo viaggio. Ispirata dai criptici consigli di due buffi e
bizzarri oracoli, Ellian parte per una missione tanto pericolosa
quanto necessaria: raggiungere la leggendaria Foresta
Oscura dell’Oscurità Eterna, un luogo pieno di enigmi,
insidie e magia, ma dove risiede anche la luce, l’unica speranza
per salvare la sua famiglia e il suo regno.
Genitori furiosi, maldestri, assenti
e sempre in disaccordo. I grossi mostri blu e rosa di Spellbound
rappresentano una potente metafora di come i genitori
possano apparire agli occhi dei propri figli quando le
relazioni familiari si incrinano. Al di là della magia e
dell’incanto che avvolgono il regno di Lumbria, infatti, il film di
Vicky Jenson si configura come una fiaba emozionante e
profondamente umana, capace di raccontare una storia
universale che risuona nelle vite di migliaia di famiglie in tutto
il mondo.
Al centro del racconto troviamo due
genitori che, perdendo la complicità e l’armonia che una volta li
univa, si lasciano travolgere da dissapori, grida e
litigi. Agli occhi della loro amata figlia Ellian, veri e
propri mostri: creature irascibili e distruttive, capaci solo di
ruggire e seminare caos. Un riflesso del dolore e lo smarrimento
che i figli possono provare di fronte a un rapporto genitoriale in
crisi. Eppure, nonostante il dolore e le difficoltà, Ellian non
smette di credere nella possibilità di ritrovare l’amore e
l’armonia perduti. Con il desiderio di riavere indietro la sua
famiglia e la serenità del regno, intraprende un viaggio
tortuoso e intimo che la porta a confrontarsi con i pericoli
dell’oscurità.
Ma qual è questa oscurità di cui si
parla in Spellbound? È il rancore, la rabbia, la
tristezza, la delusione: sentimenti capaci di allontanarci non solo
da chi amiamo, ma anche da noi stessi. Tuttavia, gli oracoli che
guidano Ellian le offrono una speranza, incoraggiandola a inseguire
la luce. Come spiegano saggiamente gli oracoli: “Tutti hanno dei
sentimenti oscuri, ma è come li affronti che conta”.
Spellbound è una storia
profondamente toccante, capace di parlare al cuore di giovani e
adulti che, nella loro vita, si sono trovati a cercare un nuovo
equilibrio all’interno del proprio nucleo familiare. Attraverso la
dolcezza, la determinazione e il coraggio di Ellian, il film
affronta temi come il perdono, la capacità di adattarsi e
l’importanza del dialogo nel ricostruire legami apparentemente
spezzati. L’avventura di Ellian diventa così molto più di
una missione fantastica per salvare i suoi genitori: è un
viaggio profondamente emotivo, un percorso interiore che la porta a
comprendere il vero significato dell’amore e dell’unità
familiare.
Il viaggio di Ellian, pur ricco di
pericoli e sfide magiche, si rivela essere soprattutto un cammino
verso la consapevolezza e l’accettazione. Passo dopo passo, la
giovane principessa scopre che la sua famiglia non si sta
distruggendo, come temeva, ma che sta attraversando un cambiamento.
L’allontanamento dei suoi genitori non rappresenta la fine
della sua famiglia, ma piuttosto un’evoluzione che, per
quanto difficile, può portare a un legame più autentico, profondo e
sereno.
Spellbound riesce così a
trasmettere un messaggio potente: anche quando un
matrimonio finisce, l’amore tra genitori e figli rimane eterno e
indissolubile. È un legame che non si spezza, ma che
resiste a ogni tempesta, persino a quelle più oscure e burrascose.
Questo nobile messaggio, amplificato dalla magia e dalla bellezza
visiva del film, non parla solo ai più piccoli, ma anche e
soprattutto agli adulti. Ricorda loro che ogni relazione richiede
pazienza, empatia e la capacità di valutare nuove possibilità per
affrontare le inevitabili difficoltà della vita.
Spellbound diventa così un’opera capace di
incantare con la sua profondità, invitando tutti, grandi e
piccoli, a credere nella forza dell’amore e nella possibilità di un
nuovo inizio.
Partendo dal classico “C’era una
volta…” con una principessa, un re e una regina, Vicky Jenson porta
sul piccolo schermo una deliziosa e colorata favola che
racconta la sincera e reale storia di una famiglia in cui
chiunque può riconoscersi. Jenson stessa ha dichiarato che
Spellbound “parla tanto ai bambini quanto ai loro genitori,
narrando l’alienazione che può accadere in una famiglia mentre si
cresce e si tenta di fare dei passi l’uno verso l’altro”.
Infatti, il vero punto di forza del film risiede nell’originalità
con cui gli autori esplorano le dinamiche familiari, soffermandosi
su ciò che accade quando due genitori smettono di comprendersi e di
volersi bene, lasciando che la frustrazione della loro
incomunicabilità si rifletta sui figli. Questo messaggio, potente e
delicato al tempo stesso, si intreccia armoniosamente con una
colonna sonora emozionante, oltre che con immagini visivamente
spettacolari, ricche di dettagli e magia.
Nonostante qualche piccola
imperfezione, come una caratterizzazione dei personaggi a
tratti superficiale, Spellbound si distingue per
la sua capacità di emozionare e lasciare un’impronta duratura nello
spettatore. Infine, è un’opera che, grazie alla sua
profondità narrativa e alla qualità artistica, si afferma
come uno dei migliori film d’animazione originali di Netflix.
Il teaser trailer
ufficiale di Spellbound – L’incantesimo, una nuova
magica avventura animata in arrivo solo su Netflix
dal 22 novembre, dall’ideatore visionario di Toy Story – Il mondo dei giocattoli e dalla
coregista di Shrek.
Spellbound –
L’incantesimo narra le avventure di Ellian, la tenace figlia dei
dominatori di Lumbria che deve intraprendere una pericolosa
missione per salvare la famiglia e il regno dopo che un misterioso
incantesimo trasforma i suoi genitori in mostri. Spellbound –
L’incantesimo è diretto da by Vicky Jenson (Shrek) con la colonna
sonora originale del compositore che ha conseguito il titolo “EGOT”
Alan Menken (La Bella e la Bestia) e i testi di Glenn
Slater (Rapunzel – L’intreccio della torre).
Un film Netflix di Skydance Animation, Spellbound –
L’incantesimo vanta uno straordinario cast vocale nella versione
originale che include
Rachel Zegler,
Nicole Kidman, Javier Bardem, John Lithgow, Jenifer Lewis,
Nathan Lane e Tituss Burgess. La sceneggiatura di
Spellbound – L’incantesimo è di Lauren Hynek, Elizabeth Martin e
Julia Miranda, mentre la produzione è affidata a John Lasseter,
David Ellison, Dana Goldberg, Bruce Anderson e Linda Woolverton per
Skydance Animation.
Spellbound –
L’incantesimo, il film d’animazione fantasy e d’avventura
musicale in uscita su Netflix
nel 2024, promette un’esperienza magica, grazie al regista di
Shrek e ai creatori di Toy Story. La trama è in effetti molto affascinante,
in quanto segue una principessa adolescente di nome Ellian, che
deve affrontare un terribile pasticcio in quanto i suoi genitori
sono stati magicamente trasformati in mostri. È il tocco moderno
alla fiaba classica che rende Spellbound –
L’incantesim unico e, insieme alla presentazione
complessiva, è un film piuttosto divertente da guardare.
Avviso di
spoiler
Di cosa parla il film
d’animazione Spellbound – L’incantesimo?
Spellbound –
L’incantesimo inizia con scene mozzafiato della Lumbria,
la pittoresca terra in cui è ambientato il film, mentre una giovane
ragazza vola nei cieli a cavallo del suo gatto alato. La ragazza,
di nome Ellian, viene presto raggiunta da alcuni suoi amici, che
sono entusiasti di trascorrere del tempo con lei, dato che negli
ultimi tempi tali eventi sono diventati rari. Con grande sgomento,
dal castello reale in lontananza vengono improvvisamente sparati
dei razzi, segno che Ellian deve tornare immediatamente al
castello. Ellian è in realtà la principessa di Lumbria, essendo
l’unica figlia di re Solon e della regina Ellsmere, e si ritiene
che abbia molte responsabilità sulle sue giovani spalle.
Anche se per il momento i bambini
devono separarsi dalla loro amica, sono entusiasti di visitare il
castello in serata, perché è il compleanno di Ellian. Di solito
questa ricorrenza viene celebrata con una grande festa a casa sua a
cui sono invitati tutti gli abitanti della Lumbria. Tuttavia,
Ellian conferma che quest’anno non si terrà alcuna festa di questo
tipo e che i festeggiamenti per il suo compleanno saranno limitati
ai soli membri della sua famiglia, in modo piuttosto insolito.
Quando Ellian entra nel castello,
il Ministro Nazara la informa che i suoi genitori vogliono
incontrarla al più presto. Ma, dato che le guardie sembrano voler
ficcare il naso nella conversazione, Nazara non si pronuncia e ben
presto si scopre che un sorprendente segreto viene tenuto nascosto
ai cittadini e persino alla maggior parte delle figure autorevoli
di Lumbria. Circa un anno fa, gli amati Re e Regina del paese si
erano recati nelle foreste al di là del regno, quando una tempesta
oscura è apparsa dal nulla. Quando la tempesta finì, si scoprì che
Re Solon e Regina Ellsmere erano stati maledetti, in quanto non
erano più esseri umani ma si erano trasformati in veri e propri
mostri. Ora, quasi un anno dopo, né Ellian né i consiglieri più
vicini al trono hanno idea di cosa si possa fare per riportare la
coppia reale al suo stato umano.
A causa della mancanza dei regnanti
e dei loro consigli, è Ellian che si occupa della gestione del
regno, aiutata dai due ministri più fidati, Bolinar e Nazara. A
parte questi tre e un ristretto numero di collaboratori, nessuno a
Lumbria è a conoscenza della trasformazione magica subita dai suoi
governanti. Oltre all’intralcio che questo strano incidente ha
causato nelle questioni ufficiali, ha anche reso Ellian
estremamente triste, perché i suoi genitori non la riconoscono più
e non riconoscono la sua presenza, e si limitano a correre in giro
a mangiare e a giocare come qualsiasi altro animale. Da tempo il
generale Cardona, capo dell’esercito della nazione, chiede di
incontrare il re e la regina e, spinta dal suo dolore, Ellian cerca
di risolvere il mistero della trasformazione dei suoi genitori e di
farli tornare umani.
In che modo gli Oracoli guidano
Ellian nella sua ricerca?
Nel corso dell’ultimo anno, Ellian
si è resa conto che non esiste un modo normale per curare la
malattia dei suoi genitori e deve quindi ricorrere ai poteri del
soprannaturale. Due maghi estremamente potenti, conosciuti come gli
Oracoli del Sole e della Luna, sono ritenuti i creatori di tutta la
vita nel mondo, e così Ellian si rivolge a loro chiedendo aiuto. I
maghi vivono nella Foresta Oscura delle Tenebre Eterne, un luogo
così pericoloso e pieno di energia negativa che il suo stesso nome
riporta due volte il termine “tenebre”. Poiché il luogo era ben al
di là della sua portata, la principessa aveva inviato una lettera
agli Oracoli, i quali, nella loro risposta, avevano dichiarato che
si sarebbero presto recati al castello reale per controllare i suoi
problemi. Ellian è molto entusiasta di questo sviluppo, perché
spera che i suoi genitori si trasformino di nuovo in umani e le
vogliano bene come prima.
I ministri, Bolinar e Nazara, si
preparano al peggio e decidono che presto dovranno mentire ai
sudditi sulla morte di Re Solon e della Regina Ellsmere in un
incidente. Dopo alcune settimane di lutto, annunceranno Ellian come
nuova regina di Lumbria, in modo da poter tornare ai loro consueti
ruoli diplomatici invece di dover garantire che il popolo non
scopra le trasformazioni magiche. Quando Ellian viene informata di
questo piano, accetta anche lei, solo perché è entusiasta
dell’arrivo degli Oracoli e confida che possano curare i suoi
genitori. Tuttavia, quando i maghi arrivano a corte, si scatena il
caos totale per i mostri. Solon ed Ellsmere li inseguono e li fanno
scappare dal luogo. Ellian ha il cuore spezzato. Accetta il suo
destino: ora dovrà assumersi ufficialmente le responsabilità del
regno. Tuttavia, quella notte, dimentica di chiudere le porte delle
stanze interne del castello.
Di conseguenza, Solone ed Ellsmere
fuggono il mattino seguente, inseguendo le pecore e gli abitanti
della Lumbria, creando un putiferio totale e facendo accorrere
l’esercito per proteggere i cittadini. Il generale Cardona in
persona arriva sul posto e supervisiona la cattura dei due mostri.
Ellian deve rivelare a tutti che i mostri sono in realtà i suoi
genitori e cerca di ottenere compassione per loro, ma i cittadini
sono molto spaventati per le loro vite. Anche Cardona si rifiuta di
liberare i mostri, affermando che, sebbene un tempo fossero l’amato
re e l’amata regina del paese, ora sono una minaccia per gli
abitanti del regno. Mentre le creature vengono tenute in gabbia per
tutta la notte e Cardona decide di farle giustiziare il giorno
dopo, Ellian si rivolge ancora una volta agli Oracoli. Questa
volta, le dicono di usare la loro fob magica, che avevano lasciato
al castello, e di portare i suoi mostruosi genitori nella loro casa
nella Foresta Oscura del Buio Eterno.
Ellian segue l’esempio, insieme al
suo roditore Flink, una simpatica creatura simile a un topo, e
l’oggetto dà magicamente delle ruote alle gabbie di Solon ed
Ellsmere, oltre a trasformare un tappeto in una carrozza per la
principessa. Così, l’intera famiglia si dirige verso la casa degli
Oracoli nella foresta, inseguita dal generale Cardona e dal suo
esercito. Alla fine, quando raggiungono la casa degli Oracoli, i
maghi dicono a Ellian che solo i suoi genitori possono salvarsi da
questa situazione e che non si può fare nulla senza il loro
desiderio di tornare umani. Solon ed Ellsmere torneranno ad essere
normali solo se entreranno volontariamente nella Piscina di Luce in
cima alla montagna più alta della regione. La principessa Ellian è
naturalmente felicissima dopo aver appreso che esiste davvero un
modo per salvare i suoi genitori.
Perché il Re e la Regina si
sono trasformati in mostri?
Alla fine, durante il viaggio verso
la pozza di luce, Ellian si trova in difficoltà a causa
dell’oscurità incombente nella foresta e questa situazione di
estrema emergenza commuove Solon a tal punto da fargli pronunciare
la parola “ragazza”. Da questo momento in poi, Solon ed Ellsmere
riacquistano lentamente la capacità di parlare, che viene
completamente ripristinata quando raggiungono la cima della
montagna. Tuttavia, la coppia non riesce a entrare nella Piscina
della Luce per tornare alle loro forme umane perché l’acqua della
piscina continua a ritirarsi ogni volta che si avvicinano. È allora
che il re e la regina di Lumbria rivelano la vera ragione per cui
si sono trasformati in mostri.
In Spellbound –
L’incantesimo, la trasformazione degli esseri
umani in mostri simboleggia le discussioni e i disaccordi nella
loro vita personale, che li hanno trasformati in animali figurativi
senza alcun senso di umanità. Nonostante il loro rapporto un tempo
sano, l’amore e il rispetto reciproco tra Solon ed Ellsmere si
erano completamente esauriti e non riuscivano più a tollerare la
presenza dell’altro. La coppia continuava ad avere brutti scontri
nel castello, e un litigio simile si verificò quando visitarono la
Foresta Oscura delle Tenebre Eterne in quel fatidico giorno. La
pericolosa foresta, dove concetti come l’oscurità all’interno del
cuore e della mente assumono forme molto letterali, alla fine ha
fatto sì che un incantesimo magico trasformasse la coppia in
mostri.
In seguito a questa trasformazione,
il re e la regina si comportarono come animali senza cervello,
divorando tutto ciò che trovavano, distraendosi momentaneamente da
giocattoli e altri oggetti stupidi o litigando tra loro senza alcun
motivo. Non ricordavano nulla della figlia e non riconoscevano
nemmeno la presenza di Ellian, tranne quando portava loro cibo o
giocattoli. Pertanto, questa trasformazione è solo una
rappresentazione visiva di come i genitori, troppo presi dai loro
conflitti personali e dalle faide reciproche, spesso perdono il
loro tocco umano e trascurano completamente i bisogni dei loro
figli. Senza volerlo, chiudono gli occhi sull’effetto che la loro
lotta ha sul figlio, portando quest’ultimo ad affrontare un’estrema
solitudine, confusione e disperazione.
Sebbene Spellbound –
L’incantesimo affronti il tema di come le differenze
tra i genitori abbiano un impatto terribile sulla crescita mentale
ed emotiva dei figli, non ricorre ad alcuna idea arcaica di unione
forzata. Infatti, il motivo per cui Solon ed Ellsmere non riescono
a entrare nella Piscina della Luce è perché non risolvono le loro
differenze e non fanno qualcosa. Semplicemente non c’è alcuna
possibilità di tornare insieme, e quindi prima mettono fine al loro
matrimonio e si separano, meglio è per tutti, compreso il giovane
Ellian. Per questo motivo, devono prima decidere di porre fine al
loro matrimonio, per il bene di tutti, prima di potersi
ritrasformare in umani.
Alla fine Ellian ha salvato la
sua famiglia?
Quando Ellian scopre esattamente il
motivo per cui i suoi genitori si sono trasformati in mostri e
ascolta anche il loro desiderio di separarsi, non riesce più a
mantenere il suo atteggiamento positivo e allegro. Una
caratteristica di Ellian era che non aveva mai perso la speranza,
né lasciato che la rabbia o la frustrazione si impossessassero
della sua personalità, continuando invece a prendersi cura dei suoi
genitori nonostante si fossero trasformati in mostri. Tuttavia, ora
che le raccontano del fallimento del loro matrimonio e della loro
decisione di porvi fine per il bene di loro stessi, Ellian si
arrabbia e si amareggia moltissimo. Come ogni bambino in questa
situazione, sente che i genitori la stanno deludendo e non si
preoccupano di lei, e deve essere calmata e confortata dal loro
amore prima di capire meglio le loro ragioni. Una volta che l’amore
dei genitori guarisce Ellian, il suo amore guarisce a sua volta
loro e spezza la maledizione che li aveva trasformati in
mostri.
Nel finale di Spellbound –
L’incantesimo, Ellian riesce a salvare la sua famiglia in
modo eroico, anche se non può fare nulla per il matrimonio dei suoi
genitori. Il film ci ricorda che è sempre meglio lasciare andare e
rompere una relazione pesante che non funziona, invece di tenerla
stretta e rendere la situazione ancora più amara. Così, Ellian ha
ora due case nel regno di Lumbria, dato che i suoi genitori vivono
in due castelli diversi, ed è ancora amata e curata dai suoi
genitori come prima, quando stavano insieme. In definitiva,
Spellbound – L’incantesimo si rivela un
racconto fantastico su una bambina che affronta la separazione dei
genitori e mette in evidenza come non sia necessariamente una
situazione terribile se gli adulti sono onesti e sinceri riguardo
ai loro sentimenti e alle loro responsabilità.
Risale al lontano 2010 la notizia
che la Warner Bros., in collaborazione con
New Line Cinema, era pronta a realizzare un film
d’animazione dedicato a Speedy
Gonzales, “il topo più veloce di tutto il
Messico”, protagonista dell’omonimo cartone animato della serie
Looney Tunes.
La notizia di oggi è che il film è
tornato ad essere una delle priorità della major e che è
ufficialmente in fase di sviluppo. La pellicola si intitolerà
Speedy e vedrà l’attore e regista
messicano Eugenio Derbez (Instructions
Not Included) prestare la voce al simpatico topolino,
andando così a sostituire Mel Blanc, storico
doppiatore del personaggio dal 1953 al 1989.
A proposito del progetto, Derbez ha
dichiarato: “In Messico siamo cresciuti guardando Speedy
Gonzales. Era come un supereroe per noi, o forse più un
rivoluzionario come Simon Bolivar o Pancho Villa. Aiutava la povera
gente ma con molta spavalderia e un debole per le donne. Sono
veramente eccitato all’idea di portare questo personaggio sul
grande schermo. Inoltre sono messicano, il mio nome completo è
Eugenio Derbez Gonzalez ed ho le orecchie grandi. La scelta non
poteva essere migliore.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Hank Nelken (Are We Done
Yet?, Saving Silverman). Il film
sarà prodotto da Dylan Sellers
(Southpaw – L’ultima sfida) della Rivers
Edge Films in collaborazione con lo stesso Derbez e la sua 3Pas.
Verranno realizzate due versioni del film, una in inglese e una in
spagnolo.
Esiste un thriller da popcorn
migliore di Speed del 1994? Grazie alla sua
premessa originale e al ritmo incalzante – per non parlare della
chimica tra i protagonisti Keanu Reeves e Sandra Bullock – diremmo di no. Il regista
Jan de Bont fa
un lavoro brillante nel tirare fuori ogni grammo di tensione
possibile dal concetto di un autobus che non può rallentare senza
far esplodere una bomba. de Bont – lavorando sulla base del
progetto fornito dagli sceneggiatori Graham Yost e
Joss Whedon – non ha mai perso di vista ciò che
rende un film davvero avvincente: l’elemento umano.
Ecco perché Speed
non è solo una scarica di adrenalina senza fine, ma riesce anche a
trovare il tempo per far conoscere al pubblico il Jack Traven di
Reeves, l’Annie Porter della Bullock e il resto dei passeggeri
dell’autobus. Questo non solo ci fa preoccupare se l’autobus
dovesse saltare in aria o meno, ma porta anche ad alcuni momenti
sorprendentemente divertenti, che forniscono un momentaneo sollievo
dalla posta in gioco sempre più alta. Questo permette anche di far
sbocciare in modo credibile la storia d’amore tra Jack e Annie.
Naturalmente, Speed
non funzionerebbe senza un grande cattivo, ed è qui che entra in
gioco l’attore veterano Dennis Hopper. Nei panni
dell’ex poliziotto scontento Howard Payne, Hopper è il cattivo
perfetto, sia che ringhi minacce sia che faccia battute cattive a
spese delle sue vittime. Grazie al carisma di Hopper, Payne è un
cattivo che non si può fare a meno di guardare, anche se non si
smette mai di fare il tifo per Jack e Annie per sventare il suo
piano mortale. Per celebrare questo classico degli anni ’90, ecco
10 dettagli pazzeschi dietro la realizzazione di
Speed.
Graham Yost ha
ideato la trama di base di Speed dopo una conversazione con suo
padre. Il padre di Yost stava parlando del thriller del 1985,
Runaway Train, che ricordava erroneamente contenere una
minaccia esplosiva. Incuriosito, Yost ha controllato il film e ha
deciso che avrebbe funzionato meglio se fosse stata coinvolta una
bomba e se l’ambientazione si fosse spostata su un autobus. Così
nacque Speed, anche se c’erano ancora alcuni dettagli da definire,
come la velocità dell’autobus. Yost aveva originariamente previsto
che la velocità massima imposta fosse di sole 20 miglia orarie,
prima che un amico lo convincesse che 50 miglia orarie sarebbero
state più eccitanti!
La scena del “salto dell’autobus” è
stata follemente pericolosa da realizzare
Nell’iconica scena del “salto
dell’autobus” di Speed, il veicolo titolare sfida
le aspettative del pubblico (e le leggi della fisica) superando un
varco di cinquanta metri nella strada. Va da sé che un’impresa del
genere comporta dei rischi intrinseci, anche se il varco stesso è
stato aggiunto in CGI. Tuttavia, sembra sia stato pericoloso
catturare questo momento con la telecamera. La troupe temeva che lo
stunt driver che stava eseguendo il salto potesse rompersi la spina
dorsale al momento dell’impatto. Come se non bastasse, anche se non
si fosse rotto la schiena, c’era la possibilità che l’impianto di
ripresa si staccasse e infilzasse il poveretto!
Il “salto dell’autobus” non era nel copione originale
Non è insolito che i registi
aggiungano nuove scene appena prima dell’inizio delle riprese
principali, ma incredibilmente la scena più iconica di
Speed non è stata sceneggiata fino all’ultimo.
Parliamo sempre della scena del “salto dell’autobus”, che il
regista Jan de Bont ha ideato solo durante il sopralluogo, dopo
aver notato un vuoto nel Judge Harry Pregerson Interchange in
costruzione. de Bont ha immediatamente chiesto a Yost di ideare una
scena in cui l’autobus è costretto a saltare un tratto di
autostrada non completato, e lo sceneggiatore ha accettato con
entusiasmo.
Il cast del film era inizialmente diverso
È praticamente impossibile
immaginare qualcuno che non sia Keanu Reeves nel ruolo di Jack Traven, ma i
produttori di Speed avevano inizialmente in mente
un altro attore, ovvero Stephen Baldwin. Tuttavia,
Baldwin rifiutò la parte e il regista Jan de Bont fu libero di
ingaggiare Reeves, che era la sua scelta preferita. Se è
impossibile immaginare qualcun altro nel ruolo di Jack Traven, è
altrettanto inconcepibile immaginare qualcun altro che non sia
Sandra Bullock nel ruolo di Annie Porter. In
origine, Halle Berry era stata contattata per
interpretare la parte, ma ha rifiutato. Il personaggio è dunque
stato riscritto, rendendo la Bullock perfetta per il ruolo.
Keanu Reeves ha eseguito molti dei
suoi stessi stunt
Speed presenta una
buona dose di acrobazie da far rizzare i capelli, molte delle quali
sono state eseguite dallo stesso Keanu Reeves. All’inizio l’attore era
piuttosto diffidente nell’eseguire lui stesso queste imprese
potenzialmente letali, a riprova di quanto fosse inesperto di film
d’azione in quel momento della sua carriera. Tuttavia, nel corso
delle riprese, si è trovato sempre più a suo agio con gli stunt,
anche se il regista Jan de Bont gli ha proibito di cimentarsi con
le cose più rischiose. Uno degli stunt proibiti era il momento in
cui Jack salta da una Jaguar in corsa sull’autobus. Imperterrito,
Reeves provò in segreto e fu in grado di eseguire l’acrobazia da
solo quando arrivò il momento di girare la scena.
Sandra Bullock ha imparato a
guidare un autobus prima di girare il film
Per Speed,
l’attrice premio Oscar Sandra
Bullock ha infatti imparato a guidare un autobus
(superando anche un esame di guida) per interpretare in modo
convincente Annie. Era necessario che la Bullock diventasse
un’autista di autobus pienamente qualificata per recitare nel film?
Probabilmente no, il personaggui guida poco, se non per niente,
sullo schermo (se ne è occupato uno stunt driver non visto).
Tuttavia, le conoscenze acquisite influenzano il comportamento
della Bullock al volante, conferendo autenticità alle sue scene, il
che è sempre positivo.
Il treno usato nel finale era in
realtà un modello gigantesco
La maggior parte del tempo
Speed si svolge su un autobus, ma nel terzo atto
l’azione si sposta su un treno della metropolitana dirottato. A
differenza delle scene precedenti – che utilizzavano autobus veri e
propri quando possibile – qui i registi si sono affidati a un
gigantesco modellino di treno per realizzare le riprese esterne
necessarie. Quanto è grande il treno? Quando tutti i suoi vagoni
sono stati messi sulla bilancia, questo modello ha raggiunto i 68
chili. Questo meraviglioso giocattolo, però, non è sopravvissuto
alle riprese: è stato fatto deragliare (intenzionalmente) in un
cantiere in miniatura, come parte del gran finale del film.
Joss Whedon ha scritto quasi tutti i dialoghi
Un giovane Joss
Whedon ha avuto un impatto significativo sulla
sceneggiatura di Speed. Lo sceneggiatore Graham
Yost stima infatti che Whedon abbia scritto “il 98,9%” delle parole
pronunciate dai personaggi del film. Yost ha spiegato che questo è
dovuto al fatto che Whedon aveva più talento di lui nel reparto
dialoghi e ammette apertamente che molte delle battute più
memorabili del film appartengono a Whedon. Quando Howard Payne
abbaia “Pop quiz, campione” a Jack, la battuta è di
Whedon. È un esempio di come abbia preso i dialoghi di Yost e li
abbia resi più incisivi, più spiritosi e molto più divertenti.
Uno sceneggiatore aveva
“massacrato” il copione
Non è un segreto che lo
sceneggiatore candidato all’Oscar Joss Whedon
abbia lavorato non accreditato per Speed. Tutte le
persone coinvolte, compreso l’unico sceneggiatore del film, Graham
Yost, hanno riconosciuto quanto sia stato fondamentale il
contributo di Whedon. Ciò che non è così noto è che anche un altro
sceneggiatore, non menzionato, era stato chiamato a rifinire la
sceneggiatura prima di quella di Whedon e, secondo Yost, non ha
fatto un gran lavoro. Yost ha infatti bollato il lavoro dello
sceneggiatore anonimo come “terribile” e sostiene di aver avuto
bisogno di tre giorni interi per rimediare al danno arrecato alla
sua bozza originale.
Quentin Tarantino ha rifiutato di
dirigere il film
Concludiamo con una curiosità legata
alla regia del film. L’acclamato autore Quentin Tarantino ha una filmografia
relativamente breve: in oltre trent’anni di carriera, ha realizzato
solo nove film. Curiosamente, questo numero avrebbe potuto essere
più alto se i produttori di Speed avessero deciso
di ingaggiarlo per la regia del film. Dopo l’uscita del celebre
poliziesco Le iene nel 1992, sua opera prima, Tarantino era uno
dei registi più richiesti di Hollywood e Speed era
uno dei tanti progetti che arrivarono sulla sua scrivania nella
speranza di trovare in lui il regista giusto.
Tarantino, tuttavia, rifiutò
l’incarico, scegliendo piuttosto di lavorare al suo successivo
film, Pulp Fiction. Come noto, questo consacrò Tarantino
come uno dei registi del momento, facendogli vincere la Palma d’Oro
al Festival
di Cannes e poi l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale.
Il suo rinunciare a Speed, invece, ha spianato la
strada al direttore della fotografia Jan de Bont
per il suo debutto alla regia del film. Film che si è poi a sua
volta rivelato come un grande successo.
La premessa di
Speed – diretto da Jan de Bont – è
ingenuamente semplice: una bomba è su un autobus e il mezzo non può
scendere sotto le 50 miglia orarie. Se lo fa, esplode e uccide
tutti i passeggeri. Come direbbe il nostro protagonista Jack Traven
(interpretato da Keanu Reeves): “Che si fa?”. La
storia in realtà non inizia con l’autobus, ma con una bomba e una
tesa situazione di ostaggi, con gli agenti SWAT della polizia di
Los Angeles Jack Traven e Harry Temple (interpretato da
Jeff Daniels) chiamati in un ufficio dove un
terrorista sta tenendo in ostaggio un ascensore pieno di
passeggeri.
Sfortunatamente, anche l’ascensore è
imbottito di esplosivo. L’attentatore vuole 3 milioni di dollari o
farà esplodere gli esplosivi e ucciderà tutti i passeggeri a bordo.
Quando l’attentatore viene dichiarato morto a causa di un’enorme
esplosione, Jack va avanti con la sua vita… fino a quando non viene
spinto di nuovo nel vivo dell’azione. Dopo aver preso il caffè del
mattino, assiste all’esplosione di un autobus di linea che uccide
l’autista. È a quel punto che la vicenda di Speed
ha inizio, dando vita ad uno dei più celebri film d’azione degli
anni Novanta.
La spiegazione del finale
Quando Jack risponde alla chiamata
da un telefono pubblico nelle vicinanze, capisce che l’attentatore
è sopravvissuto all’esplosione dell’ascensore e vuole vendicarsi.
Prima di scoprire la sua esatta identità, il maniaco bombarolo
spiega le regole di questo gioco perverso. Chiede un riscatto di
3,7 milioni di dollari e dice a Jack che il numero dell’autobus è
il 2525. Una volta che l’autobus raggiunge le 50 miglia orarie, la
bomba si innesca e se si scende al di sotto di tale velocità
l’autobus salta in aria.
Inoltre, se qualcuno tenta di
lasciare l’autobus, la bomba esploderà. Così Jack corre via e
riesce a salire sull’autobus, informando Sam, l’autista, e gli
altri passeggeri che c’è un esplosivo a bordo. La buona notizia è
che sono in autostrada. La cattiva notizia è che, una volta salito
a bordo, la bomba è già stata armata e Annie Porter (interpretata
da Sandra Bullock) è costretta a prendere il
volante dopo che l’autista è stato colpito.
Sì, grazie alle capacità di
negoziazione di Jack che riesce a convincere l’attentatore a far
scendere Sam. Spiegando che è ferito e che un po’ di libertà
permetterà agli agenti di fargli avere i soldi, l’attentatore
accetta dunque di lasciare andare l’autista. Un camioncino si ferma
accanto all’autobus e Sam viene scaricato. Sfortunatamente, una
passeggera spaventata di nome Helen cerca di scendere anche lei e
l’attentatore fa esplodere un esplosivo vicino alla porta.
L’esplosione non distrugge l’autobus, ma uccide la passeggera, che
viene poi investita accidentalmente.
Dopo una breve tregua, Jack scopre
con sgomento che si trovano in un mare di guai. Una parte della
superstrada è incompleta, con uno spazio di almeno 15 metri tra un
segmento e l’altro. Ritenendo che la strada possa essere
leggermente in pendenza, Jack decide di azzardare e incoraggia
Annie a far partire l’autobus. Prendendo velocità, l’autobus si
lancia attraverso lo spazio e riesce a raggiungere l’altro lato.
Come fa l’autobus a farcela? Da un punto di vista logico, l’autobus
non sarebbe mai riuscito a fare quel salto nella vita reale, ma
essendo un film di Hollywood si richiede qui la sospensione
dell’incredulità.
Chi è l’attentatore?
Sulla scia di tutto questo dramma,
Harry riesce a fare una svolta nel caso. Identificando l’orologio
d’oro attaccato alla bomba sotto l’autobus, Harry deduce che
l’attentatore deve essere un poliziotto in pensione. Scavando negli
archivi, trova un uomo di nome Howard Payne (interpretato da
Dennis Hopper), ex artificiere del Dipartimento di
Polizia di Atlanta. Credendo di aver trovato il suo uomo, Harry
guida una squadra nella proprietà di Payne. Sfortunatamente, il
posto è pieno di trappole esplosive che si attivano, uccidendo
l’intera squadra.
È interessante notare che questa
morte è stata in realtà preannunciata all’inizio del film. Mentre
erano ubriachi insieme dopo il disastro dell’ascensore, Harry dice
a Jack che il coraggio non può che portarti lontano e che devi
riflettere bene prima di buttarti a capofitto nel pericolo. Ironia
della sorte, la fretta di Harry di catturare l’attentatore finisce
per essere la sua rovina.
Come fa Jack a superare in astuzia
l’attentatore?
Con l’aiuto delle forze dell’ordine,
Jack riesce a convincere Annie a far girare l’autobus intorno alla
pista dell’aeroporto di Los Angeles, con grande sgomento di un
passeggero scioccato che, guarda caso, è un turista appena arrivato
dall’aeroporto. Questo è l’ultimo dei loro problemi, quando Jack
inavvertitamente buca i serbatoi del carburante con un coltello
dopo aver visto bene la bomba sotto l’autobus. Tornato a bordo,
Jack si rende conto di avere meno di 10 minuti per far scendere
tutti.
Tuttavia, una battuta precedente
dell’attentatore sugli Arizona Cats porta Jack a capire che
l’attentatore ha una telecamera di sorveglianza nascosta a bordo.
Ecco perché è sempre stato un passo avanti a Jack per tutto il
tempo. Per ingannare Payne, Mac fa registrare la trasmissione da
una troupe del telegiornale locale e ritrasmette un loop dei
passeggeri a bordo dell’autobus. La cosa funziona e tutti vengono
scaricati senza problemi. Jack e Annie fuggono dall’autobus
attraverso un pannello di accesso al pavimento, poco prima che
l’autobus vuoto si scontri con un aereo cargo ed esploda in mille
pezzi.
Quando Payne si rende conto di
essere stato ingannato, si finge un agente di polizia e rapisce
Annie come ultimo tentativo di recuperare il suo riscatto. Jack
rintraccia Payne nella metropolitana, dove scopre che Annie è stata
dotata di un giubbotto esplosivo collegato a un detonatore a
pressione. Payne dirotta un treno della metropolitana e ammanetta
Annie a un palo. Mette in moto il treno mentre Jack li insegue,
accovacciandosi sul tetto verso la loro posizione. Dopo aver ucciso
il macchinista, Payne combatte contro Jack sul tetto e quest’ultimo
finisce decapitato da un segnale ferroviario.
Nel finale, Jack disattiva dunque il
giubbotto di Annie, ma si rende conto di non poter fermare il treno
o salvare la donna perché è ammanettata e le chiavi sono sparite.
Come ultimo tentativo di sopravvivere, Jack accelera il treno e lo
fa deragliare completamente, finendo per uscire in strada.
Sopravvissuti miracolosamente senza ferite, Jack e Annie concludono
la loro avventura scambiandosi un bacio, mentre un gruppo di
persone assiste scioccato.
Il sequel Speed 2 – Senza limiti
Nel giugno 1997 esce poi il sequel,
Speed 2 – Senza limiti, con recensioni negative e
incassi deludenti. Sandra Bullock accettò di recitare nuovamente
nel ruolo di Annie, per avere un sostegno finanziario per un altro
progetto, ma Keanu Reeves declinò l’offerta di tornare nel
ruolo di Jack. Di conseguenza, Jason Patric è
stato inserito nella storia nel ruolo di Alex Shaw, il nuovo
fidanzato di Annie, mentre lei e Jack si erano lasciati a causa
delle sue preoccupazioni per lo stile di vita pericoloso di
Jack.
Willem Dafoe ha interpretato il cattivo del
film, John Geiger, e Glenn Plummer (che
interpretava la vittima del furto d’auto del personaggio di Reeves)
ha interpretato lo stesso personaggio, questa volta alla guida di
una barca di cui Alex prende il controllo. Il film, come
anticipato, è però stato accolto malamente ed è considerato uno dei
peggiori sequel di tutti i tempi, con un punteggio del 4% (basato
su 71 recensioni) su Rotten Tomatoes.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Speed grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Disney+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 13
settembre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Gli anni novanta hanno dato vita a
una lunga serie di cult televisivi e cinematografici. Uno di questi
è proprio il film Speed del 1994 e con due
protagonisti d’eccellenza, Keanu
Reeves e Sandra
Bullock. Diretto dal regista olandese Jan de
Bont – al suo debutto dietro la macchina da presa, Speed è
un vero classico del genere action thriller, film che lo scorso
anno ha festeggiato il suo 25esimo compleanno.
Ma cos’è che rende
Speed un film tanto irresistibile? Scopriamolo
insieme.
Speed cast e trama del film
Ci troviamo nell’assolata Los
Angeles dei giorni nostri (o meglio, degli anni novanta!) quando un
terrorista decide di gettare il panico sulla città, piazzando una
bomba su di un ascensore di un palazzo pieno di uffici. Appena
l’ascensore si mette in moto, la bomba scoppia e la cabina
precipita fino a fermarsi al trentesimo piano del grattacielo,
grazie ai freni d’emergenza.
Entrano quindi in azione Jack
Traven (Keanu
Reeves) e Harry Temple (Jeff
Daniels), due agenti di polizia che, calandosi nel
vano dell’ascensore, riescono a trarre in salvo tutti i passeggeri,
mandando su tutte le furie l’attentatore che tenta di darsela a
gambe levate. Durante la fuga però, il bombarolo fa scoppiare un
altro ordigno che ferisce e uccide alcuni agenti.
Keanu Reeves e Jeff Daniels nel film Speed – Fonte:
IMDB
Credendo che il terrorista sia
morto nell’esplosione, Jack torna alla sua vita di sempre ma
qualche giorno più tardi un autobus pieno di gente esplode nel
centro della città. A quel punto Jack riceve un’inquietante
telefonata; all’altro capo del telefono c’è il dinamitardo Howard
Payne (Dennis
Hopper) che lo avverte di un altro ordigno su di un
altro autobus di linea. La bomba si attiva solo se l’autobus scende
al di sotto degli ottanta chilometri orari, uccidendo tutti i
passeggeri.
Jack si lancia quindi
all’inseguimento del pullman su cui finalmente riesce a salire e ad
avvisare l’autista della situazione di pericolo. Sull’autobus c’è
una gran varietà di personaggi, turisti, pendolari, anziani e
piccoli criminali armati di pistola. Ma c’è anche la bella Annie
Porter (Sandra
Bullock), una ragazza tutto pepe e sangue freddo che
aiuterà Jack nella sua difficile missione.
Dovendo restare sopra gli ottanta
chilometro orari, l’autobus non può fermarsi e comincia una corsa
contro il tempo, sperando che la polizia riesca ad acciuffare il
dinamitardo prima che la benzina finisca e i passeggeri saltino in
aria.
Speed curiosità sul film
Tra tutti i film con Keanu
Reeves protagonista, oltre a Matrix,
Speed è decisamente tra i più amati dal pubblico. Il film,
diretto da Jan de Bont, nel 1994 ha sbaragliato la
concorrenza, facendo strage di premi e anche al botteghino. Girato
con un budget di 28 milioni di dollari, Speed ha fatto il record
d’incassi, guadagnando ben 350 milioni di dollari
in tutto il mondo.
Il successo, meritatissimo, è
dovuto non solo alla struttura narrativa del film che funziona alla
perfezione, ma anche ai suoi protagonisti. Keanu
Reeves e Sandra
Bullock sono, infatti, una coppia molto affiatata. Ma
non tutti sanno che inizialmente, la Bullock doveva avere un
diverso compagno d’avventura.
Keanu Reeves nel film Speed – Fonte: IMDB
Sembra, infatti, che il regista Jan
de Bont fosse più propenso a ‘castare’ per il ruolo di Jack Traven
e che solo all’ultimo minuto cambiò idea e scegliendo Keanu Reeves.
Ma se per il protagonista maschile il regista aveva sollevato
qualche dubbio, de Bont non ebbe alcun dubbio su Sandra Bullock,
perfetta per il ruolo di Annie Porter. Ancora incerto su Reeves, il
regista capì di aver fatto la scelta giusta solo durante la prima
prova di lettura del copione, restando piacevolmente colpito dalla
sintonia tra i due protagonisti.
Anche il ruolo del cattivo ha
procurato non pochi pensieri a Jan de Bont. Il regista, infatti,
pare fosse indeciso tra Dennis
Hopper e Christopher
Walken per la parte di Howard Payne, assegnata poi a
Hopper solo poche settimane prima dell’uscita del film.
Speed: aneddoti dal set
Girato interamente a Los Angeles e
nelle zone di Long Beach, Mojave
e Santa Monica, il film ha riservato non poche
sorprese al regista. I protagonisti, pure essendo molto giovani, si
sono dimostrati dei veri professionisti.
Essendo un film d’azione, c’era un
gran numero di stuntmen pronti per sostituire le star
nelle acrobazie più pericolose. Tuttavia, sembra che Keanu
Reeves abbia eseguito personalmente quasi il novanta
per cento dei suoi stunt, senza utilizzare controfigure. Per essere
all’altezza, Keanu si è allenato duramente per mesi, seguendo anche
i corsi degli specialisti della SWAT. Certo, non
sono mancati gli errori, ma in alcuni casi questi sono stati
addirittura tenuti dal regista e inseriti nel cut finale del film.
Un esempio è la scena in cui Jack rompe il vetro dell’autobus che a
quanto pare non era prevista ma che è stata comunque utilizzata per
il film.
Dennis Hopper e Sandra Bullock nel film Speed – Fonte:
IMDB
Anche Sandra
Bullock si è distinta per la sua professionalità e il
suo istinto innato per l’improvvisazione. Una delle scene più
iconiche del film è quella del chewing-gum, in cui Annie
finge di essersi appiccicata con una gomma da masticare sul
seggiolino dell’autobus per poter cambiare posto ed evitare di
essere rimorchiata dal turista di turno. Sembra che questa scena
sia stata completamente improvvisata da Sandra Bullock.
L’attrice, inoltre, si è dimostrata
una perfetta autista di pullman. Non avendo mai guidato un mezzo
così pesante e ingombrante, sono rimasti tutti scioccati sul set
quando la Bullock non ha avuto problemi a eseguire le manovre,
anche quelle più complesse.
Speed 2, il sequel: un flop
worldwide
Il grande successo ottenuto da
Speed nel 1994, spinse Jan de
Bont tre anni più tardi alla realizzazione di un sequel,
Speed 2 – Senza Limiti.
In questo sequel, Annie Porter
(Sandra
Bullock) ha un nuovo fidanzato, Alex Shaw
(Jason Patric), conosciuto dopo la fine della sua
storia con Jack. Deciso a sorprenderla, Alex compra due biglietti
per una crociera ai Caraibi a bordo della lussuosa Seaboum Legend.
Il viaggio, che voleva essere un momento di riappacificazione tra i
due, si trasforma presto in un incubo.
L’inventore del software del
computer di bordo della nave, John Geiger (Willem
Dafoe), ingiustamente licenziato, decide di vendicarsi
prendendo il controllo della nave e minacciando di farla schiantare
contro la città. Sarà ovviamente compito di Annie e Alex sventare i
piani malvagi di Geiger.
La sconclusionata trama e la
mancanza di Keanu
Reeves, si rivelano purtroppo fatali per Speed 2 –
Senza Limiti che si rivela un fiasco internazionale. Ancora oggi,
infatti, viene ricordato come uno dei peggiori sequel della storia
del cinema.
Speed dove vederlo in
streaming
Se siete a caccia di adrenalina e
vi manca la coppia Bullock-Reese, potete guardare Speed in
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3,99 euro.
Divenute celebri grazie alla saga di
Matrix, le
sorelle Lana e Lilly Wachowski
hanno poi continuato ad esplorare il genere a loro congeniale,
quello della fantascienza, attraverso film come Cloud Atlas o Jupiter’s Legacy. Prima
di questi è però arrivato l’adrenalinico Speed
Racer, trasposizione cinematografica della serie
animata giapponese Superauto Mach 5 (nota negli Stati
Uniti proprio come Speed Racer) degli anni sessanta.
Uscito al cinema nel 2008, il film è ricordato in particolare per i
suoi effetti speciali, che nel tempo hanno diviso molto le opinioni
di critica e pubblico, tra chi li apprezza e chi invece li indica
quali il maggior difetto del film.
La sovrabbondanza di effetti
digitali voluti dalle due registe, con il fine di rendere il film
visivamente affine alla serie animata, ha infatti generato molti
dibattiti circa l’utilizzo di tali tecnologie a scapito di altri
aspetti, tra cui la sceneggiatura. Affermatosi dunque sul momento
come un cocente flop al box office, nel tempo Speed Racer
ha però guadagnato un certo seguito, divenendo un vero e proprio
cult per alcune tipologie di spettatori, dai quali è considerato
sottovalutato e mal compreso. A distanza di anni, dunque, è questo
uno dei film delle Wachowski su cui ancora si discute
attivamente.
È l’ennesima dimostrazione di come
le due registe siano in ogni caso capaci di realizzare opere capaci
di scuotere gli animi e non lasciare mai indifferenti. Tra tutti i
loro film, Speed Racer è dunque quello che più meriterebbe
una rivalutazione. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Speed
Racer
Il film segue le vicende del giovane
Speed Racer, un vero asso del volante, cresciuto
fra le auto da corsa dell’officina di famiglia, gestita dalla madre
e dal padre, inventore del formidabile bolide Mach 5. Quando Speed
rifiuta una lusinghiera offerta da parte dell’azienda concorrente
Royalton Industries, egli scopre un terribile segreto: alcune tra
le corse più importanti vengono truccate da un gruppo di
imprenditori senza scrupoli, che corrompono i piloti più bravi per
ricavarne profitti. Se Speed non correrà per la Royalton, questa
farà in modo che la sua Mach 5 non superi mai più la linea del
traguardo.
Per salvare l’azienda Racer e lo
sport che ama, Speed dovrà dunque sconfiggere la Royalton con le
sue stesse armi: con il sostegno della famiglia e della sua fedele
fidanzata Trixie, il protagonista decide di
partecipare alla corsa in cui era morto anche suo fratello anni
prima, il temuto rally cross-country, conosciuto con il nome di
Casa Cristo. Su di lui gravano dunque forti responsabilità e si
troverà a dover superare numerosi ostacoli sfrecciando a tutta
velocità sulla pista d’asfalto, tra sbandate e imprese
acrobatiche.
Speed Racer: il manga,
l’anime e i videogiochi
Come anticipato, Speed
Racer è basato sull’anime Superauto Mach 5, il quale
a sua volta è basato sull’omonimo manga di Tatsuo
Yoshida. È stato questo uno dei primissimi anime ad avere
successo anche all’estero, divenendo un vero e proprio fenomeno di
culto negli Stati Uniti. L’idea di trarne un film risale già agli
anni Novanta, ma a lungo il progetto è rimasto irrealizzato per via
della sua complessità. Ad ogni modo, vi sono alcune piccole
differenze tra il manga e l’anime, come ad esempio cambiamenti
nelle storie narrate e nei personaggi. Il film fa però
primariamente riferimento all’anime, pur apportando a sua volta
alcuni cambiamenti.
Oltre all’anime e al film, il manga
Superauto Mach 5 ha ispirato anche diversi videogiochi,
divenuti nel tempo altrettanto di culto tra gli appassionati.
Questi sono Speed Racer: The Videogame, basato in realtà
prevalentemente sul film e la sua estetica, Speed Racer in My
Most Dangerous Adventures, rilasciato nel 1994, e Speed
Racer, del 1996. Questi giochi ripropongono la storia di base
del manga e le sue caratteristiche principali, pur apportando
ovviamente le modifiche necessarie per trasporre il tutto al mondo
e ai canoni videoludici.
Speed Racer: il cast del
film
Ad interpretare il protagonista
Speed Racer vi è l’attore Emile Hirsch,
il quale ha dichiarato di essere un grande fan dell’anime, che era
solito guardare da bambino. Per prepararsi al film, egli ha poi
rivisto tutti e 52 gli episodi di questo, ma si è anche recato
presso piste per auto da corsa per studiare meglio l’ambiente. Al
contrario, Christina Ricci, che nel film
interpreta Trixie, ha affermato di non aver mai visto un episodio
dell’anime e di non sapere nulla di esso. Recitano poi nel film
anche Susan Sarandon
e John Goodman
nei panni dei genitori del protagonista, Matthew
Fox in quelli di Racer X e Roger Allam in
quelli di Mr. Royalton.
Il finale di Speed Racer e
il suo possibile sequel
Parallelamente all’uscita in sala
del film, erano circolate voci su di un possibile sequel qualora
Speed Racer avesse ottenuto un buon risultato al box
office. Nel 2008, tale possibilità era stata infatti contemplata
dai Wachowski quando, chiestogli come mai nel finale uno dei
personaggi fosse così felice per la vittoria di Speed, loro hanno
risposto che ciò sarebbe stato spiegato in un prossimo film. Il
finale, dunque, pur se grossomodo autoconclusivo, prevede alcuni
elementi potenzialmente utili per dare un ulteriore sviluppo al
racconto. Come noto, il mancato successo ha però posto un freno
alla realizzazione di altri film.
Le Wachowski hanno però affermato
che tutto il cast di attori si era detto entusiasta all’idea di
poter tornare a recitare in un sequel e che anche numerosi fan
avevano manifestato il loro desiderio a riguardo. La sceneggiatura
per un secondo film, inoltre, sembra essere stata completata nel
2018 e aspetterebbe dunque solo di essere prodotta. Ad oggi però
non sembrano esserci piani concreti a riguardo e più passa il tempo
più diventa dunque assai improbabile che un nuovo film venga
effettivamente realizzato.
Speed Racer: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Speed Racer grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple
TV+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 27 luglio alle ore 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Continuano le riprese in Italia di
Spectre, l’atteso nuovo capitolo des
franchise di successo su James
Bond e oggi la Sony ha diffuso un nuovo video ufficiale Dietro
le quinte.
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Il primo membro del cast di Spectre è la Aston Martin, della
quale è stato presentato un nuovo modello, la DB10. Gli altri
membri del cast sono: Bew Wishaw, Naomie Harris, Ralfh Fiennes,
Andrew Scott, Rory Kinnear, Dave Bautista, Monica Bellucci, Lea
Seydoux, Christoph Waltz e last but not least Daniel Craig.
La sceneggiatura sarà scritta da
John Loga, Neal Purvis e Robert Wade, il film sarà prodotto da
Barbara Broccoli, Callum McDougall e Michael G. Wilson, alle
musiche Thomas Newman, alla fotografia Hoyte Van Hoytema. Il film
sarà diretto da Sam Mendes.