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Noir in Festival 2023: ecco i vincitori del Concorso Internazionale

Noir in Festival

La giuria per il concorso internazionale del Noir in Festival 2023, composta dal regista spagnolo Jaume Balagueró (Presidente), dal fondatore e co-direttore del FrightFest di Londra Paul McEvoy e dalla fondatrice e cantante de La Rappresentante di Lista, Veronica Lucchesi, ha attribuito all’unanimità due riconoscimenti ai film presentati in concorso nel corso della 33a edizione:

Black Panther Award 2023 a

FEMME – di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping

con la seguente motivazione: “La giuria ha deciso di assegnare il Black Panther per il miglior film del Noir in Festival a Femme di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping. Un’opera eccezionale, contemporanea e di vitale importanza, che esplora temi attuali come la questione di genere e le relazioni tossiche. È doveroso sottolineare la straordinaria interpretazione del protagonista, Nathan Stewart-Jarrett. Il film è intenso, teso, con una narrazione magistrale”.

Menzione speciale della giuria a

PARMI NOUS (ANIMALIA) – di Sofia Alaoui

con la seguente motivazione: “La giuria del Noir in Festival assegna inoltre una menzione speciale ad Animalia, un racconto di fantascienza emotivo e filosofico, opera superlativa di Sofia Alaoui, un meraviglioso talento emergente”.

La giuria popolare composta da 70 tra studenti IULM e appassionati di cinema, che per quattro giorni ha dibattuto sui sei film scelti da Giorgio Gosetti e Gianni Canova come rappresentanti del miglior cinema noir italiano del 2023, guidata dalla giuria di professionisti composta dal regista Brando De Sica (presidente), dal giornalista e direttore di festival Maurizio Di Rienzo e dalla giornalista Nicole Bianchi, ha per maggioranza di voti assegnato il

Premio Claudio Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno (8a edizione), realizzato dal Noir in Festival in collaborazione con IULM e Cinecittà News, a

L’ULTIMA NOTTE DI AMORE – di Andrea Di Stefano

Il Noir in Festival ha deciso di assegnare il Premio Luca Svizzeretto – Independent Spirit Award, intitolato a un giornalista, amico e collaboratore del Festival scomparso nel 2016 dopo una coraggiosa battaglia con il morbo di Crohn, che dal 2017 incorona un personaggio anticonvenzionale del cinema italiano, a

TONY SPERANDEO

L’attore, tra i protagonisti di Garbage Man di Alfonso Bergamo, presentato in anteprima fuori concorso al Noir in Festival 2023, ha dichiarato: “Dopo più di 100 film e tante puntate di seriali per la TV, ricevere un premio è prima di tutto la conferma che sono vivo e che chi guarda capisce che in ogni ruolo metto la mia faccia e la mia personalità. In carriera ho fatto anche il “buono” ma mi si ricorda sempre come “il cattivo”. E ne sono contento perché è un ruolo più difficile, un personaggio a cui devi dare ogni volta un’anima, una ragione che lo faccia restare nella memoria dello spettatore”.

 
 

Noir in Festival 2023: annunciate le giurie

noir in fest 33

Sono state annunciate le giurie del Noir in Festival 2023. A decretare il film vincitore del Black Panther Award 2023, l’ambito riconoscimento al miglior fim Noir dell’anno conferito dal festival, sarà la giuria internazionale, composta da tre eccellenti protagonisti del mondo dello spettacolo.

Jaume Balagueró (Presidente), regista spagnolo, ha esordito alla regia con Alicia, che ha ottenuto premio per il miglior cortometraggio al Sitges Film Festival. Il suo primo lungometraggio, Nameless – Entità nascosta (1999), è stato presentato in numerosi festival, tra cui il Brussels International Festival of Fantasy Film e il Fantafestival di Gérardmer, dove ha ricevuto il Meliés d’oro assegnato dalla European Fantastic Film Festivals Federation come miglior film europeo. Nel 2006 ha partecipato fuori concorso a Venezia con Affittasi, un film della serie horror televisiva Film per non dormire, e l’anno successivo è tornato al Lido con [Rec], cui è seguito nel 2009 [Rec] ², vincitore del Ben & Jerry’s Award a Sitges. La serie prosegue poi nel 2014 con REC 4: Apocalypse. Dopo La settima musa (2017), presentato ancora a Sitges, ha realizzato Way Down – Rapina alla banca di Spagna (2021).

Veronica Lucchesi, fondatrice e cantante per il progetto La Rappresentante di Lista (LRDL) insieme a Dario Mangiaracina. Ha concorso al Festival di Sanremo nel 2021 con Amare e nel 2022 con Ciao Ciao, entrambi ai vertici delle classifiche radiofoniche e certificati multiplatino. Il loro ultimo album in studio, My Mamma, uscito nel 2021, è stato arricchito nel 2022 da Ciao CiaoDiva e Be My Baby e certificato Disco d’Oro, debuttando al primo posto della classifica dei vinili più venduti e al quinto di quella degli album più venduti. Veronica Lucchesi ha lavorato con Dario Mangiaracina al loro primo romanzo, Maimamma, che con il disco condivide genesi e tematiche: è la storia di una giovane donna, Lavinia, che rimane incinta alle soglie della fine del mondo. Il 5 aprile 2022 ha ideato ed è andata in scena a Bologna con “Tocca a Noi – Musica per la pace”, il grande concerto a sostegno di Save The Children, con 7.000 spettatori in Piazza Maggiore a Bologna e, sul palco, 12 tra gli artisti italiani più amati. Nel 2023 ha preso parte alle riprese di Gloria, film in uscita nel 2024 per la regia di Margherita Vicario.

Paul McEvoy, fondatore e co-direttore del FrightFest di Londra, il più grande evento cinematografico di genere del Regno Unito, che nel 2024 approderà alla 25a edizione e si svolge nel mese di agosto a Londra, Leicester Square. Paul McEvoy è anche programmer per il Cine-Excess Film Festival and conference e scrive regolarmente una rubrica di notizie e recensioni per “The Dark Side Magazine”. Attualmente sta lavorando a un podcast con il regista Jake West intitolato “Stark Raving Cinema! The Film & Pop Culture Podcast”.

Alla giuria del concorso internazionale si affianca quella per il Premio Caligari 2023, composta da 80 tra studenti IULM e appassionati di cinema e guidata dal regista Brando De Sica, il cui film d’esordio, Mimì – Il principe delle tenebre, è nelle sale in questi giorni; dalla giornalista di “Cinecittà News” e “8 ½” Nicole Bianchi, recentemente vincitrice del Premio Domenico Meccoli – Scrivere di Cinema (2023) e membro del SNGCI; da Maurizio Di Rienzo, critico cinematografico e direttore artistico dello ShorTS International Film Festival di Trieste.

Ma la lista degli ospiti di questa 33a edizione è ricca e corposa. Si parte ovviamente da Daniel Pennac, vincitore  del Raymond Chandler Award 2023 e autore  della celebre saga editoriale di Malaussène, protagonista indiscusso della giornata inaugurale, 1 dicembre. Lo scrittore francese farà quattro tappe milanesi per incontrare il pubblico: alle ore 15.30 nell’Auditorium di IULM 6; alle ore 17.30 all’Institut français Milano per introdurre la proiezione di Au bonheur des ogres di Nicolas Bary; alle ore 18.15 in Feltrinelli Duomo per il firmacopie di Capolinea Malaussène (Feltrinelli) e alle 19.00 in Casa del Manzoni per la consegna del Raymond Chandler Award.

A presentare i film in concorso, proiettati tutti in Cineteca Milano Arlecchino ci saranno: per Runner il regista Nicola Barnaba e gli interpreti Matilde Gioli e Francesco Montanari; per Operation Napoleon il regista islandese Oskar Thor Axelsson; per The City il regista e l’attrice israeliani Amit Ulman e Moria Akons; per Le procès Goldman l’attore belga Arieh Worthalter. I film fuori concorso e gli eventi speciali saranno invece introdotti da: il rapper Jake La Furia, voce narrante della serie animata Italica Noir, assieme al regista Federico Cadenazzi e allo sceneggiatore Girolamo Lucania; il regista lussemburghese Loïc Tanson (The Ashes of Time); il regista Alfonso Bergamo e gli interpreti Paolo BrigugliaTony SperandeoRoberta Giarrusso e Randall Paul (The Garbage Man).

Protagonisti di uno speciale incontro previsto per lunedì 4 dicembre, ore 17.00, IULM 6 – Sala dei 146, i registi dei sei film finalisti: Lyda Patitucci (Come pecore in mezzo ai lupi), Antonio Pisu (Nina dei lupi), Andrea Di Stefano (L’ultima notte di Amore), Davide Gentile (Denti da squalo), Ivano De Matteo (Mia) e Sydney Sibilia (Mixed by Erry).

Ricchissimo il parterre degli ospiti letterari della 33a edizione che dall’1 al 6 dicembre incontreranno il pubblico in Rizzoli GalleriaHarald Gilbers (Morte sotto le macerie. Il commissario Oppenheimer e la banda dei fazzoletti gialli, Emons Libri); Giancarlo De Cataldo (Colpo di ritorno, Einaudi); Marcello Simoni (La taverna degli assassini, Newton Compton); Donato Carrisi (L’educazione delle farfalle, Longanesi); Gianni Canova (Palpebre, Garzanti) e Ambra AngioliniAshley Audrain(Sussurri, Rizzoli); Cinzia Bomoll (Non dire gatto. Un’indagine di Nives Bonora, Ponte alle Grazie) assieme a Nina ZilliGiampaolo Simi (Il cliente di riguardo, Sellerio); Fausto Gimondi (Fortuna criminale, Longanesi) e Camila RaznovichDeepti Kapoor (L’età del male, Einaudi) con Alessandra Tedesco, Alberto Toso Fei (Il piede destro di Byron, Marsilio) con Luca Crovi.

La IULM, oltre a Daniel Pennac, ospiterà nella Sala dei 146 del moderno edificio IULM 6 anche due imperdibili incontri letterari – Giovanni Robertini con il suo Morte di un trapper (Harper Collins) con John Vignola e il regista Fulvio Risuleo insieme all’illustratore Antonio Pronostico, autori della graphic novel L’eletto (Coconino) – e tre fuoriclasse del cinema: Gabriele Salvatores che il 6 dicembre converserà alle 11.30 con Paola Jacobbi e Gianni Canova dei suoi film più di genere; Pivio & Aldo De Scalzi che racconteranno la musica noir e i vinili di DiabolikAdrian Wootton che terrà una masterclass su Cormac McCarthy e il cinema.

Ma non finisce qui! Il 2 settembre Casa del Manzoni vedrà sfilare prima i relatori dell’atteso convegno “Manzoni e il Noir”, sul giallo storico e la vicenda di Marianna de Leyva, la celebre Monaca di Monza de I promessi sposi – Mauro NovelliDaniela BrogiBen PastorGiancarlo De CataldoLuca CroviMarcello Simoni e Marco Bellocchio – e poi il vincitore del romanzo più votato dal pubblico, Carlo Piano (Il torto, E/O) e i cinque contendenti per il Premio Giorgio Scerbanenco 2023 – Francesco Abate (Il misfatto della tonnara, Einaudi), Cristina Brondoni (L’inferno degli eletti, Clown Bianco), Cristina Cassar Scalia (La banda dei carusi, Einaudi), Gabriella Genisi (L’angelo di Castelforte, Rizzoli), Bruno Morchio (La fine è ignota, Rizzoli).

Il programma completo è consultabile a questo link.

 
 

Noir in Festival 2022: Paolo Bacilieri per il poster della 32° edizione

Noir in Festival Premio Giorgio Scerbanenco

Il Noir in Festival torna a Milano dal 3 all’8 dicembre 2022 con un programma ricchissimo di film e letteratura che renderà omaggio, nel trentesimo anniversario de Le Iene, al genio di Quentin Tarantino. A cominciare dall’esplosivo manifesto della 32edizione, firmato da un fuoriclasse del fumetto italiano, Paolo Bacilieri.

Tra i più noti artisti di graphic novel, con all’attivo prestigiose collaborazioni (da Coconino press a Rizzoli, da Panini Comics a Casterman, da Hollow Presse a Sergio Bonelli Editore), e numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran Guinigi a Lucca Comics 2006, il Premio Boscarato miglior libro italiano 2012 a TrevisoComics e il Premio Micheluzzi 2015, Paolo Bacilieri è stato scelto per realizzare l’immagine del 32° Noir in Festival, unendosi al parterre di talentuosi disegnatori che si sono succeduti nel corso di oltre trent’anni, da Gigi Cavenago a Lorenzo De Felici, da Mario Alberti ad Alessandro Baronciani e Marco Galli, passando per nomi del calibro di Hugo Pratt, Lorenzo Mattotti, Bill Plympton, Charles Schultz e Mojmir Jezek.

Noir in Festival 2022: il poster di Paolo Bacilieri

All’artista veronese, che nel 2021 ha realizzato per Panini Comics Bob 84, poliziottesco scritto da Vincenzo Filosa, è toccato quest’anno l’arduo compito di rivisitare uno dei film più iconici di sempre, quel Le iene che nel 1992 aprì la carriera di Quentin Tarantino, ospite d’eccezione della prima edizione del Noir in Festival a Viareggio, dove il film fu presentato in anteprima italiana, dopo aver sorpreso la critica al Sundance Film Festival e al Festival di Cannes. Da allora sono passati trent’anni in cui il cinema di Tarantino da un lato e il Noir dall’altro non hanno perso la loro carica sovversiva: ecco dunque che il manifesto del Noir in Festival si trasforma nella tavola di un fumetto, dentro la quale Bacilieri si è divertito a raccontare il film, frammentandolo in momenti e personaggi divenuti cult attraverso un suo personale mosaico di forme, immagini e colori squisitamente pop.

“Per la 32edizione”, dichiarano i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “non volevamo limitarci a citare il capolavoro di Tarantino, che ha segnato la storia del Noir e del festival, volevamo un’immagine capace di giocare con il passato e che risultasse al contempo attuale. Interpretando alla perfezione questa mission, Paolo Bacilieri e  il suo inconfondibile tratto hanno compiuto un’eccellente “evasione” dai confini del canonico manifesto, trasformatosi per l’occasione in fumetto ispirato a sua volta a un film parte del nostro immaginario. Ecco servito il cortocircuito sensoriale della postmodernità, del cinema di Tarantino e del Noir stesso, cui rendiamo omaggio in un’edizione ispirata come non mai alla commistione dei linguaggi.”

Proprio seguendo la pista delle ibridazioni artistiche, un anno fa si è conclusa sulle pagine della prestigiosa rivista “Linus” la rivisitazione a fumetti in chiave contemporanea che Bacilieri ha fatto del primo romanzo di Giorgio Scerbanenco,  Venere Privata, del 1966, ora riproposto in un libro edito da Oblomov Edizioni, presentato in anteprima a Lucca Comics & Games e nelle librerie dal 4 novembre.  E il Noir in festival,  che nel nome di Scerbanenco ospita dal 1997 il più ambito riconoscimento letterario per la miglior opera di narrativa italiana noir dell’anno, ha deciso di dedicare un incontro a questa collaborazione tra i fumetti e la scrittura noir, che vedrà confrontarsi sul tema Cecilia ScerbanencoPaolo Bacilieri ed Elisabetta Sgarbi (editrice de La Nave di Teseo che pubblica tutta l’opera di Scerbanenco e direttrice di “Linus”). Appuntamento presso l’Università IULM, martedì 6 dicembre.

In attesa di scoprire passo dopo passo le novità del programma 2022, vi lasciamo in compagnia di un ricordo tratto dal diario del Noir in Festival del 1992, a cura di Marina Fabbri: “L’avvenimento più straordinario di quell’anno fu la comparsa sul pianeta Noir di quell’alieno di talento che è Quentin Tarantino. Dopo la visione de Le iene al festival di Cannes, che ci lasciò insonni a progettare di averlo in anteprima, mi misi a caccia di Tarantino per mezza Europa, dove il giovane regista stava passando l’estate dopo la Costa Azzurra, e alla fine riuscii miracolosamente ad averlo al telefono da Amsterdam. A convincerlo a venire bastarono la presenza di Dassin, la retrospettiva di Curtiz e gli incontri sul giallo italiano. Arrivò a Viareggio con il suo camicione a quadri da boscaiolo e il suo mento alla Totò, braccia e gambe troppo lunghe. Sempre infilato al cinema, ne usciva soltanto per venire nei nostri uffici e dirci, ridendo forte: “Thank you, thank you, thank you!”. Era felice come un bambino di stare in mezzo a film che adorava, non era ancora nessuno, davvero, ma per noi era Shakespeare con una cinepresa in mano.”

 
 

Noir in Festival 2022: la chiusura della 32° edizione

13 film in anteprima europea o italiana, 5 eventi speciali per il cinema, 20 tra romanzi e graphic novel presentati dagli autori nelle affollate conversazioni tra la Casa del Manzoni e la Libreria Rizzoli, 7 premi assegnati tra cinema e letteratura tra cui spiccano il Raymond Chandler Award a un gigante del nuovo noir multimediale come Harlan Coben adesso in libreria con The Stranger (edito da Longanesi), il Premio Scerbanenco a Enrico Pandiani con Fuoco (edito da Rizzoli), il Black Panther Award al film di Patricia Mazuy Bowling Saturneraro esempio di Noir al femminile, e il Premio Caligari per Piove di Paolo Strippoli, una giornata di studi promossa dall’Università IULM sullo Stivale Giallo della narrazione italiana di genere.

Questo il sintetico bilancio della fortunata 32ma edizione del Noir in festival che si conclude oggi a Milano nel segno di Quentin Tarantino e del suo film d’esordio Reservoir Dogs che proprio 30 anni fa si rivelava al festival con la consegna di uno “speciale” Raymond Chandler Award al folgorante talento di un regista non ancora trentenne destinato a diventare il più famoso autore della sua generazione. Per questo l’immagine dell’anno 2022, affidata alla matita dell’artista e fumettista Paolo Bacilieri, rappresenta un ponte ideale tra la tradizione del noir e i suoi nuovi orizzonti del nuovo millennio. Al festival del 1992, illuminata dalla presenza di maestri come Jules Dassin o James G. Ballard, è stata dedicata nei giorni scorsi l’anteprima assoluta work in progress del documentario di Davide Rapp e Michele Boroni C’era una volta a Viareggio.

“Thank you, thank you, thank you” ripeteva incessantemente Quentin Tarantino 30 anni fa a Viareggio dove è nato il nostro festival”, dicono oggi Giorgio Gosetti e Marina Fabbri che lo dirigono insieme a Gianni Canova per la IULM che della rassegna diventata la “casa” a Milano, “Grazie, grazie, grazie diciamo adesso al pubblico, agli studenti, agli appassionati, al Ministero della Cultura e a CinecittàNews, alla Cineteca di Milano, a Casa Manzoni, alla Rizzoli Duomo, all’Institut français e all’Instituto Cervantes che ci hanno accolti con straordinario calore. Firmiamo un’edizione fortunata come quella del 1992 che abbiamo voluto rievocare, perché siamo convinti che anche quella del 2022 rimarrà nella piccola/grande storia del genere grazie a protagonisti d’eccezione come Maurizio De Giovanni, Vicente Vallés, Donato Carrisi, Maria Oruña, Irvine Welsh, Steven Soderbergh, Patricia Mazuy, Alessio Cremonini, Mark Cousins, Lee Jung-jae e Park Chan-wook. Un festival che oggi nasce e cresce in un campus universitario (unico esempio al mondo) e conquista la città di Milano nei suoi luoghi iconici; un festival dedicato alla scoperta e alle trasformazioni del noir di oggi; un festival che celebra la memoria ma si proietta nel futuro con la nuova sezione del programma dedicata al gaming multimediale; un festival che ha parlato di spie, di Russia e Ucraina, di serialità e cinema, di letteratura italiana ed europea, del maestro del brivido con il memorabile film-ritratto di Mark Cousins My Name is Alfred Hitchcock. Un festival che ci consegna infine una nuova generazione di talenti italiani come Alessio Cremonini con il suo sorprendente nuovo film, Profeti, Enrico Pandiani con gli indimenticabili antieroi del suo nuovo romanzo Fuoco, il giovanissimo Paolo Strippoli che con Piove rinnova la tradizione di maestri come Bava Fulci, Lenzi. Appuntamento quindi già fissato al 2023 quando festeggeremo i 30 anni del Premio intitolato a Giorgio Scerbanenco, il pioniere del noir italiano”.

 
 

Noir in Festival 2022: al via a Milano 32° edizione

Noir in Festival Premio Giorgio Scerbanenco

È Maurizio De Giovanni con il suo nuovo romanzo, l’attesissimo ritorno del commissario Ricciardi in “Caminito”, il primo protagonista del Noir in festival che si apre domani a Milano garantendo spettacolo e colpi di scena fino all’8 dicembre.

De Giovanni sarà alla libreria Rizzoli Galleria per la prima delle “conversazioni” del festival, ma subito dopo, nella prestigiosa casa-museo del Manzoni che non per caso si apre per l’occasione a questo genere letterario, consegnerà l’ambito premio Giorgio Scerbanenco all’autore del miglior romanzo italiano in noir dell’anno.

Per un festival che da sempre – sotto la direzione di Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova – ha vocazione interdisciplinare e unisce quindi il meglio del cinema, della letteratura, dei nuovi media e della cronaca, anche la selezione ufficiale per il cinema comincia con due fuoriclasse.

Primo titolo fuori concorso è la black comedy più nera dell’anno, Silent night di Camille Griffin con Keira Knightley implacabile organizzatrice di una cena natalizia che dovrebbe essere l’ultima per l’umanità. Film davvero non politicamente corretto e felicemente irriverente, resterà tra le scoperte dell’anno. Lo stesso e anche di più si dirà del primo film in concorso, domani al Noir 2022: Profeti segna il ritorno di Alessio Cremonini (Sulla mia pelle) e apre le porte del festival alla più nera e drammatica realtà: la guerra, il terrorismo, il fondamentalismo. Ambientato nel califfato islamico di Daesh, il film ruota intorno al confronto fra due donne, due visioni della vita, due culture: da un lato la giornalista free-lance Jasmine Trinca (l’ostaggio), dall’altro la mujahidin Isabella Nefar (la carceriera), autentica rivelazione in questo film sorprendente fino all’ultima sequenza  che va di diritto tra le migliori opere italiane dell’anno.

“Siamo orgogliosi – dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri – di poter festeggiare Alessio Cremonini con la prima mondiale di questo straordinario lavoro che provoca le nostre coscienze e certezze”.

Nei prossimi giorni in questa Milano colorata di Noir: la celebrazione dei 30 anni di carriera per Quentin Tarantino “nato” al Noir nel 1992 con Reservoir Dogs, la disfida tra i sei campioni del cinema italiano di genere con in palio il Premio Caligari: 10 attese “prime” al Cinema Arlecchino e altrettanti incontri con scrittori e protagonisti del genere tra la Libreria Rizzoli e l’università Iulm, l’arrivo di un gigante dei thriller best seller come Harlan Coben (premio Raymond Chandler 2022) e il “compleanno artistico” di Alfred Hitchcock raccontato in immagini dal più bravo narratore di cinema dei nostri tempi, Mark Cousins, l’autore di Marcia su Roma.

 
 

Noir in Festival 2021: slitta di una settimana l’edizione numero 30

Noir in Festival

A causa della concomitanza con la prossima edizione online della Berlinale (e dell’EFM), la direzione del Noir in Festival ha accettato, per rispetto della ben più anziana e importante vetrina festivaliera, di slittare le sue date, precedentemente annunciate, alla settimana successiva. L’edizione del Trentennale del Noir in Festival si svolgerà quindi a Milano da lunedì 8 a sabato 13 marzo 2021.

La scelta, motivata come si evince da ragioni di armonizzazione del calendario internazionale e già comunicata alla FIAPF (di cui il festival è membro fin dalla nascita) e all’AFIC (di cui è co-fondatore), porta con sé una felice coincidenza poiché il Noir si inaugurerà quest’anno nella Giornata internazionale della donna.

“Inaugurare il festival l’8 marzo”, dicono i direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “diventa un modo per omaggiare una nuova generazione di autrici, in letteratura come nel cinema e nella serialità, che stanno rinnovando lo spirito e i caratteri del noir con una forza e un’identità dirompenti. Non è la prima volta che il Noir parla al femminile – anzi, per noi è quasi una tradizione – ma se c’è un anno in cui tutto ciò acquista forza e significato, questo è proprio quello in cui festeggiamo il nostro trentesimo anniversario”.

 
 

Noir in Festival 2021: la serata di chiusura dedicata a Diabolik

Noir in Festival 2021
Foto di Moris Puccio

Si è chiuso con una serata interamente dedicata a Diabolik il Noir in Festival 2021, edizione numero 31. Il film, diretto da Manetti Bros, è stato il protagonista di un tappeto rosso pieno di star, tra cui i protagonisti del film Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastrandrea.

Le foto della serata di chiusura del Noir in Festival con Diabolik

Leggi la recensione di Diabolik

 
 

Noir in Festival 2021: ecco i sei finalisti del premio Caligari

noir in festival

Al concorso di IULM e Noir in Festival per il cinema italiano, ideato da Gianni Canova in accordo con Giorgio Gosetti, concorrono sei film finalisti scelti a insindacabile giudizio dagli ideatori del Premio fra i noir di produzione italiana usciti in sala nel corso dell’anno solare 2021.

I sei film finalisti verranno proiettati fra il 10 e il 15 dicembre a Milano nella Sala dei 146 di IULM 6, in via Carlo Bo 7, con la partecipazione degli autori.

A scegliere il vincitore sarà una giuria popolare di 80 giovani studenti e di appassionati, guidata da tre critici cinematografici tra cui un Presidente/moderatore. Dopo una discussione collettiva al termine di ogni proiezione, i membri della giuria potranno esercitare il proprio diritto di voto deponendo la scheda con il loro giudizio nell’urna appositamente predisposta. La graduatoria finale indicherà il vincitore. Il voto di ciascuno dei tre critici partecipanti avrà valore 5. In caso di parità nella deliberazione finale, il voto del Presidente sarà determinante.

Il risultato finale verrà annunciato il 15 dicembre.

I titoli finalisti di quest’anno sono:

  • La terra dei figli di Claudio Cupellini
    venerdì 10 dicembre, ore 17.30
  • A Classic Horror Story di Roberto De Feo e Paolo Strippoli
    sabato 11 dicembre, ore 15.00
  • Calibro 9 di Toni D’Angelo
    sabato 11 dicembre, ore 17.30
  • Un confine incerto di Isabella Sandri
    domenica 12 dicembre, ore 17.30
  • State a casa di Roan Johnson
    lunedì 13 dicembre, ore 17.30
  • Il mio corpo vi seppellirà di Giovanni La Pàrola
    martedì 14 dicembre, ore 17.30

“Mai come quest’anno”, dicono Gianni Canova e Giorgio Gosetti, “la scelta dei finalisti è stata un’autentica impresa perché l’attrattiva del genere si è dimostrata finalmente una chiave originale sfruttata da molti nostri autori, sceneggiatori e registi. Il contesto della pandemia ha certamente penalizzato la visibilità di molte opere di qualità e anche per questo ci pare importante proporre una nuova finestra a opere capaci di appassionare pubblici diversi. La forza del Premio è ormai confermata dai vincitori delle passate edizioni: siamo certi che anche quest’anno il carisma di Claudio Caligari accompagnerà il nostro campione del 2021”.

Per iscriversi gratuitamente alla giuria è necessario essere maggiorenni e inviare, entro domenica 5 dicembre 2021, una mail a [email protected] con oggetto GIURIA CALIGARI 2021 segnalando: nome, cognome, mail di riferimento, categoria di appartenenza del giurato (01 – Studente universitario IULM oppure 02 – Appassionato/a di Noir).

Tutte le proiezioni sono gratuite e aperte a tutti fino ad esaurimento dei posti disponibili.

 
 

Noir in Festival 2021: annunciati i primi ospiti

Noir in Festival

La XXX edizione di NOIR IN FESTIVAL si svolgerà dall’8 al 12 marzo con una maratona speciale di pre-apertura nella giornata di domenica 7 marzo. Il programma completo del più celebre festival di genere in Italia verrà annunciato dalla direzione (Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova per l’Università IULM di Milano) tra un mese, ma le attività e i festeggiamenti per il trentennale sono già cominciati alla fine dello scorso dicembre con la presentazione dei finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco che per il 2020 ha visto vincitore Tullio Avoledo con il romanzo Nero come la notte (Editore Marsilio).

Dopo una carrellata di incontri con alcuni “campioni” della narrativa italiana di genere, sarà la volta, durante il mese di febbraio, della presentazione dei sei finalisti del Premio Claudio Caligari per il miglior film italiano di genere dell’anno 2020, promosso da Noir in Festival insieme a IULM.

“Siamo però orgogliosi”, dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “di anticipare già oggi due degli appuntamenti imperdibili dell’edizione di marzo. Saranno con noi due maestri del cinema del mistero come Kiyoshi Kurosawa (vincitore del Leone d’argento alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia) e Brian Yuzna, vincitore del Premio Luca Svizzeretto per il miglior “maverick” del genere. Li vogliamo celebrare come due formidabili “irregolari” del cinema mondiale che hanno esteso i confini del noir oltre la tradizione classica, ai confini dell’horror. L’uno fin dal 1997 con un capolavoro come Cure, l’altro celebre per la sua collaborazione con Stuart Gordon e poi talento multiforme come regista, produttore, scopritore di talenti tra America, Spagna, Indonesia tra gli anni ’90 e gli anni 2000”. 

Per tutto il mese di febbraio sui canali social di Noir In Festival si vedranno poi gli “auguri” per il Trentennale inviatici da amici, scrittori, registi e sceneggiatori che in questi anni hanno accompagnato la crescita del Festival facendone un punto di riferimento per gli amanti del noir in tutto il mondo. Seguiteci per scoprirli tutti!

 
 

Noir in Festival 2021: 12 campioni per la giornata d’apertura

noir in festival xxxi

In una Milano che per l’occasione si è spruzzata di bianco (quasi un omaggio alle radici valdostane della manifestazione) si inaugura oggi la 31ma edizione di NOIR IN FESTIVAL, mai come quest’anno dedicato a tutti i colori del Noir. Sono i campioni italiani della letteratura e del cinema i primi protagonisti a prendersi la scena: i cinque finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco che ogni anno laurea il miglior romanzo italiano di genere (a cui va aggiunto il vincitore del premio del pubblico) e i sei finalisti del Premio Claudio Caligari, voluto insieme all’università IULM per segnalare invece il miglior film italiano di genere.

Storie di Sardegna e Sicilia, intrighi che sembrano sfiorare il mondo del paranormale, rabbie giovanili che fioriscono al confine della legge, vecchi poliziotti e giovani ispettrici si incontrano nei romanzi dello Scerbanenco di quest’anno. Alla fine ne resterà uno solo, ma il mondo dell’editoria scommette su tutti loro in questa stagione di grande rinnovamento narrativo.

Anche al cinema sono molto diverse le strade che portano al Noir quest’anno: horror e thriller d’annata, futuro distopico e presente pandemico, western tarantiniano e indagine sociale si intrecciano in una radiografia vivacissima del nuovo cinema italiano, con firme eccellenti e giovani scoperte. In questo caso a decidere il migliore è una grande giuria di giovani spettatori (a cominciare dagli studenti IULM) e appassionati di giallo condotti per mano da tre critici cinematografici. Che vinca il migliore!

Per salutare questa eccellenza espressiva il festival ha riunito tutti i “campioni” in gara nella giornata d’apertura con due appuntamenti che li vedono protagonisti: alle 15.00 nella Sala dei 146 di IULM 6 gli autori di cinema; alle 17.00 al Teatro Filodrammatici di Milano i finalisti della letteratura. Tra i quali la giuria dello Scerbanenco annuncerà in serata (alle ore 21.00 al Notorious Cinemas Gloria) il vincitore del 2021. Subito dopo scatterà la competizione internazionale per il cinema con l’anteprima del terzo, sorprendete film della regista francese Lucile Hadzihalilovic, Earwig, con Paul Hilton, Romane Emelaers e Romola Garai. Una storia di suspense che ruota intorno a due solitudini e a una dentiera di ghiaccio, un mystery che ricorda le provocazioni di Gaspar Noé (sodale della regista) e sposta i confini del genere. Dal romanzo di Brian Catling.

“Nonostante la voglia di ripartenza e il sostegno convinto di tutti i nostri partner – dicono  Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova – anche questa non sarà un’edizione facile del Noir. Ma siamo orgogliosi di un programma che ha trovato l’adesione entusiasta di cineasti e scrittori, produttori ed editori. Siamo al nastro di partenza, all’inizio di una emozionante cavalcata attraverso il mondo della paura ed è importante che due superstar come il vincitore del Raymond Chandler Award, il re dei best seller Guillaume Musso e i Manetti bros. che ci portano in dono l’attesissimo Diabolik abbiano scelto la platea del Noir. Adesso la parola passa al pubblico. Vi aspettiamo numerosi, perché il sale di un festival è proprio la comunità dei suoi spettatori”.

 
 

Noir in Festival 2019: tutti i vincitori della 29° edizione

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Si è chiusa questa sera la 29ma edizione del Noir in Festival, che ha portato a Como e Milano il meglio del genere, dal cinema alla letteratura passando per le serie TV.

Durante la serata conclusiva, presso l’Auditorium dell’Università IULM, la giuria internazionale composta dall’attrice Lucia Mascino, dalla regista francese Patricia Mazuy e dalla produttrice e direttrice del festival di Sofia Mira Staleva, ha assegnato il Black Panther Award 2019 a BACURAU di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, con la seguente motivazione: “Un film forte, magnifico e toccante, capace di raccontare in modo semplice una situazione complessa. Pur giocando con i generi, ogni singola scena è una combinazione unica di violenza e humour. È un film che fa ridere, tremare e pensare allo stesso tempo. Che goduria per il pubblico!”.

La giuria popolare del Premio Caligari, composta da 80 tra studenti universitari e appassionati, guidata dai critici Paola Jacobbi, Carola Proto e Giulio Sangiorgio, ha invece concluso nel pomeriggio le sue votazioni assegnando ex aequo il Premio Caligari 2019 a LA PARANZA DEI BAMBINI di Claudio Giovannesi e LO SPIETATO di Renato De Maria.

 
 

Noir in Festival 2019, al via venerdì la 29esima edizione

noir in festival

Si apre venerdì a Como tra le architetture neoclassiche di Villa Olmo e le luci natalizie della Città dei Balocchi la 29ma edizione del Noir in Festival diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri.

Ad assegnare i premi per il cinema di questa edizione saranno Lucia Mascino (una vera amica del Noir e icona del pubblico giovane), la regista francese Patricia Mazuy, la produttrice e direttrice del festival di Sofia, Mira Staleva. A loro il compito di decidere il Black Panther Award tra i film internazionali in concorso. Saranno invece come sempre 100 giovani spettatori, selezionati per concorso tra gli studenti dell’Università Iulm e degli atenei milanesi a decidere il Premio Caligari per il cinema italiano. Ad accompagnare questo folto gruppo di giurati, tre critici come Paola Jacobi, Giulio Sangiorgio e Carola Proto.

Se nel programma del festival non mancano all’appello i grandi nomi internazionali come lo scrittore svedese Hakan Nesser, il vincitore del Premio Chandler Jonathan Lethem, il regista della trilogia di Millennium e ora di Intrigo, Daniel Alfredson, la produttrice inglese Angela Allen (che svelerà i segreti del classico del Noir “Il terzo uomo”), è certamente la pattuglia italiana che fa sensazione quest’anno.

Tutti i signori del brivido tra cinema e letteratura saranno a Como o a Milano per festeggiare la nuova stagione del Noir. Tra  gli altri: il narratore del disincanto Gianrico Carofiglio, il re dei best seller e del cinema dell’incubo Donato Carrisi, il cantore dei “Bastardi”   De Giovanni, il giudice dei romanzi criminali Giancarlo De Cataldo, il nuovo astro della spy story Andrea Purgatori, l’ex poliziotto oggi apprezzato scrittore Piernicola Silvis, il maestro del brivido Dario Argento.  Con lui una schiera di autori che hanno saputo rinnovare la via italiana al thriller in tutte le sue forme:  Vincenzo Alfieri, Claudio Giovannesi, Renato De Maria, Guido Lombardi, il disegnatore Igort, il produttore Claudio  Bonivento, Antonietta De Lillo.

A completare il panorama degli ospiti di Noir in Festival i cinque finalisti del Premio Scerbanenco 2019, autori e saggisti che di rado si misurano col genere come Gino Vignali, Guido Vitiello e Antonio Moresco. Infine il regista de “Il traditore”, Marco Bellocchio che nei giorni del Noir riceve dalla Iulm la laurea honoris causa e terrà la sua Lezione Magistrale lunedì 9 dicembre. Appuntamento a Como dal 6 dicembre e poi a Milano da domenica 8 dicembre.

 
 

Noir in Festival 2018: sul lago di Como la nuova capitale del cinema di genere

Noir in Festival

Riparte dal Noir in Festival l’antico e importante legame tra il cinema e il lago di Como. L’impegno dell’amministrazione cittadina e dell’associazione Amici di Como permette di immaginare che, grazie alla piattaforma del festival, nasca sulle rive del lago già caro a grandi registi come Alfred Hitchcock, Luchino Visconti, Carlo Lizzani, ma anche – in tempi recenti – a grandi produzioni americane, un polo specializzato per la promozione e la realizzazione di prodotti cinematografici e audiovisivi di genere. Non l’ennesimo coproduction market, ma un vero e proprio laboratorio creativo con speciale attenzione per il mistery&thriller. Si tratta di una sfida ambiziosa che impegna il territorio comasco e di cui si parla domani nel seminario dedicato al marketing territoriale e al cineturismo, con il confronto tra realtà già molto attive in questo campo come la Puglia, il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Lombardia.

A testimonianza del ruolo cruciale che questa nuova linea produttiva può assumere per l’Italia sullo scenario internazionale, l’esperienza dell’unico festival dedicato al cineturismo, il forum annuale di Ischia, appare indispensabile e sarà punto di riferimento della discussione. Partecipano infatti all’incontro in chiusura del Noir in Festival: Simona Rossotti (assessore ai rapporti internazionali del Comune di Como), Nevina Satta (Sardegna Film Commission), Chiara Omero (Presidente AFIC), Michelangelo Messina e Ernestina Mazzella  (Ischia Film Commission), Chiara Coppola (Apulia Film Commission), un rappresentate di Lombardia Film Commission e il giornalista ed esperto Pietro Berra (ore 10.30, Sala Turca – Teatro Sociale).

L’ultima giornata del Noir in Festival 2018 è altrimenti nel segno dei suoi due massimi campioni: in omaggio a Joe Dante (Noir Honorary Award per il cinema) viene presentato Explorers (1985), il film più controverso e affascinante del regista. Una mattinata nel segno del fantasy per ragazzi e famiglie (ore 11.00, Teatro Sociale). Sempre a Como (ore 12.00, Sala Turca – Teatro Sociale), Antonio Valenzi presenta il suo Il quinto dominio (Imprimatur), storia di intrecci tra jet set e cronaca nera.

Nel pomeriggio, invece, a La Feltrinelli in Piazza Duomo a Milano, il vincitore del Raymond Chandler Award 2018, Jo Nesbø incontra i suoi lettori in un confronto “senza rete” (ore 18.30, Feltrinelli Piazza Duomo, Milano).

 
 

Noir in Festival 2018: La terra dell’abbastanza vince il premio Caligari

la terra dell'abbastanza

La terra dell’abbastanza, il sorprendente esordio dei fratelli D’Innocenzo, vince a maggioranza dei voti il Premio Caligari, proposto da IULM e Noir in Festival per segnalare il miglior film italiano di genere uscito nel corso dell’anno. Prodotto dalla Pepito Film, interpretato da Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini e Max Tortora, il film – già vincitore del Nastro d’Argento per il miglior esordio e della Targa SIAE per la sceneggiatura – si è imposto sugli altri 5 finalisti del Premio Caligari superando anche lavori molto amati come Dogman di Matteo Garrone, Una storia senza nome di Roberto Andò e Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. La giuria popolare del premio, composta da 90 giovani spettatori e studenti di IULM, guidata dai critici Elisa Battistini e Francesco Crispino e presieduta da Malcom Pagani, ha concluso nella notte le sue votazioni assegnando ai Fratelli D’Innocenzo 66 preferenze.

“Dopo il successo di Gatta cenerentola premiato un anno fa – dicono i selezionatori del premio, Gianni Canova e Giorgio Gosetti – anche questa volta si conferma l’indipendenza di giudizio dei votanti ma soprattutto l’utilità di un concorso che offre nuova visibilità anche a film talvolta trascurati dalla grande distribuzione e quindi letteralmente “scoperti” dal pubblico in occasione del Festival. Si tratta di una nuova funzione cui le grandi rassegne non devono, crediamo, sottrarsi per rimettere in gioco il piacere collettivo della scoperta del cinema sul grande schermo. Complimenti ai vincitori e alla giuria che, grazie alla passione dei critici e del presidente Pagani, ha potuto discutere ogni titolo con attenzione e seri strumenti di valutazione, come si vedrà a breve quando pubblicheremo alcune delle “micro recensioni” dei giurati”.

Il Premio Caligari verrà ritirato questa sera al Teatro Sociale di Como dall’attrice Milena Mancini nell’ambito del Noir in Festival.

La terra dell’abbastanza, recensione del film dei fratelli D’Innocenzo

 
 

Noir in Festival 2018: la Svizzera italiana ospite d’onore

Noir in Festival

La Ticino Film Commission parteciperà ad un workshop alla prossima edizione del Noir in Festival per presentare le potenzialità della Svizzera quale partner cinematografico.

Lunedì si è aperta la 28° edizione del Noir in Festival che si sta svolgendo tra Milano e Como secondo un modello originale che abbina l’idea di festival glamour e d’autore a luogo di formazione. Da sempre attento alle relazioni tra cinema, letteratura e new media e polo d’attrazione per il genere più diffuso nel mondo (il mystery in tutte le sue forme) il Festival apre un nuovo capitolo della sua attività proponendosi come motore di idee produttive nel campo dei generi.

In questo contesto, con la collaborazione dell’AGICI – Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti, si svolgerà venerdì 7 dicembre alle ore 10:30 il workshop “Svizzera: un partner da scoprire”. Alla luce del rinnovato accordo di coproduzione tra i due paesi e ricordando il successo di pellicole come Mister Felicità di Alessandro Siani (che ha generato un indotto economico in Ticino di oltre 268’000 CHF in tre giorni di riprese) e del recente Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci, si valuteranno progetti e tecnicalità di un modello sostenibile per la coproduzione europea a vantaggio di un’industria culturale indipendente e aperta alle nuove sfide dell’internazionalizzazione.

L’incontro sarà presentato e moderato dal Direttore del Festival, Giorgio Gosetti e dalla Presidente dell’AGICI, Marina Marzotto, e ospiterà in quanto relatori Nadia Dresti e Michela Pini per la Ticino Film Commission, e Alessandro Marcionni per la Radiotelevisione svizzera.

Questo invito” – sostiene Nadia Dresti, Direttrice della Ticino Film Commission – “è un’ottima opportunità per far conoscere ulteriormente il nostro operato ai produttori italiani che costituiscono una risorsa importante quali partner di coproduzione per la Svizzera italiana. La Ticino Film Commission crede nel valore dell’italianità: un asse sul quale vogliamo investire in collaborazione con altri operatori culturali italofoni”.

Il Noir e Como – afferma la Presidente AGICI Marina Marzotto – offrono un’importante opportunità per tutto il cinema e l’audiovisivo lombardo e non solo. La prossimità del territorio è uno sprone al creare un mercato stabile della coproduzione Italia-Svizzera che come Associazione siamo desiderosi di coltivare e appoggiare. Ringraziamo la Ticino FC – continua la Presidente Marzotto – che ha subito aderito e contiamo sul fatto che l’incontro di quest’anno sia solo un primo passo ad una progettualità completa e continuativa

L’incontro si terrà al Teatro Sociale di Como (Sala Bianca) ed è aperto al pubblico.

 
 

Noir in Festival 2018: la giuria, i personaggi, le novità

Noir in Festival

La nuova edizione del Noir in Festival che si inaugura lunedì 3 dicembre nel campus dell’Università IULM di Milano e che prosegue poi tra Milano (fino al 5) e al Teatro Sociale di Como (dal 6 al 9 dicembre) si arricchisce di protagonisti ed eventi.

Il concorso internazionale per il cinema sarà giudicato da una giuria presieduta dalla più famosa regista donna del cinema cinese, Ning Ying (fondatrice della “Sesta generazione insieme a Jia Zhangke). Con lei il vincitore della Festa del Cinema di Roma Edoardo De Angelis, Katharina Kubrick, figlia del grande regista e sua collaboratrice fino ad Eyes wide shut, Barbara Chichiarelli, tra i protagonisti della prima stagione di Suburra – La serie, e  il norvegese Erik Madsen.

A Como arriveranno anche i fratelli Manetti per un memorabile omaggio a Stan Lee, il creatore dei Supereroi Marvel, Stefano Mordini con le prime immagini del nuovo film Il testimone invisibile (in sala per Warner Bros. dal 13 dicembre), l’esordiente autore Igort, uno dei più amati fumettisti italiani che anticipa la sua attesa opera prima 5 è il numero perfetto con  Toni Servillo e Valeria Golino. Protagonista della serata conclusiva,  imperniata sul mito di Frankenstein e a 200 anni dalla nascita della Creatura, sarà Maya Sansa che leggerà dei brani dal Frankenstein di Mary Shelley (riedito quest’anno da Neri Pozza).

Noir in Festival 2018: il programma di un’edizione… contagiosa!

Tra gli ospiti attesi a Milano e a Como: Dario Argento, il maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti, l’islandese Baltasar Kormákur con le prime puntate della nuovissima miniserie Trapped 2, il più grande successo del thriller nordico, e poi ancora Carlo Lucarelli che dialogherà con il Premio Chandler Jo Nesbø, il campione di vendite del giallo scandinavo Lars Kepler, gli scrittori Mariolina Venezia, Gianni Biondillo e Roberto Costantini. Tra gli ospiti del Concorso Internazionale: Harkaitz Cano, sceneggiatore del film d’animazione ambientato negli anni della Guerra Fredda Black is Beltza, Sergio Olguin, sceneggiatore di El angel e la protagonista di Birds of passage Carmina Martinez.

Il festival si concluderà il 9 dicembre con un omaggio a Joe Dante (Premio Noir alla carriera)  con la proiezione di Explorers, uno dei suoi film più controversi e affascinanti, e un workshop sul Cineturismo sul lago in cui mossero i primi passi giganti come Alfred Hitchcock e Luchino Visconti e dove quest’estate sono sbarcati Jennifer Aniston e Adam Sandler per le riprese di “Murder Mystery” prodotto da Netflix.

 
 

Noir in Festival 2018: l’ombra di Frankenstein

Noir in Festival

Nel giorno del Black Panther Award, faccia a faccia tra Carlo Lucarelli e il Premio Chandler 2018, il re del thriller Jo Nesbø. Il più grande scrittore di noir italiano Carlo Lucarelli ritorna al Noir in Festival per presentare il suo ultimo romanzo, Peccato mortale, edito da Einaudi (ore 17.00, Teatro Sociale). Lucarelli compie un viaggio indietro nel tempo per esplorare una vicenda molto importante nella vita del commissario De Luca, un caso che lo rende ricattabile, accaduto nel lontano 1943. Lucarelli inoltre dialogherà con uno degli ospiti più attesi di questa edizione, Jo Nesbø, che soprattutto grazie al suo personaggio seriale più amato, il detective Harry Hole, si iscrive quest’anno a pieno titolo nell’albo d’oro dei premiati in nome di Raymond Chandler.

Quella di domani sarà una giornata ricca di premiazioni: dopo la consegna del premio a Jo Nesbø  saranno premiati i vincitori 2018 del  Black Panther Award, il massimo riconoscimento per il cinema del Noir in Festival (ore 21.00, Teatro Sociale). Tra le novità di una giornata festivaliera ricca di protagonisti sarà a Como anche Maya Sansa, per raccontare insieme al regista Alessandro Fabrizi il mito di Frankenstein nelle pagine di Mary Shelley in occasione dei 200 anni della pubblicazione del suo romanzo (riedito quest’anno da Neri Pozza). L’attrice leggerà alcuni brani in apertura di serata.

Anche dal punto di vista cinematografico, quella di sabato 8 dicembre sarà una giornata ricca di appuntamenti: imperdibile l’incontro con Igort, che presenterà in anteprima le prime immagini del suo esordio dietro la macchina da presa, 5 è il numero perfetto con Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso (ore 12.30, Teatro Sociale – Sala Bianca), adattamento dell’omonima graphic novel che arriverà in sala per 01 Distribution. Si prosegue con la grande serialità con il primo episodio della seconda stagione di Trapped (ore 18.00, Teatro Sociale), la cui prima stagione è stata trasmessa in esclusiva su Timvision: un grande thriller tra i ghiacci diretto dal maestro del cinema nordico Baltasar Kormákur, che sarà in sala ad introdurre la proiezione.

Al termine della cerimonia di premiazione, chiude il festival l’anteprima assoluta di City of Lies – L’ora della verità (ore 21.00, Teatro Sociale), thriller diretto da Brad Furman interpretato da Johnny Depp, nei panni dell’ex detective che indagò sulla morte dei rapper Tupac Shakur e The Notorious B.I.G, con Forest Whitaker. Il film arriverà nelle sale italiane dal 10 gennaio per Notorious Pictures.

 
 

Noir in Festival 2018: intervista a Katharina Kubrick

In occasione dell’arrivo al Noir Fest 2018 abbiamo intervistato Katharina Kubrick, che ha dialogo con il pubblico di sul suo rapporto col cinema e la storia delle sue collaborazioni col padre, il grande Stanley Kubrick.

Katharina Kubrick è stata ospite del festivala anche pr celebrare i 50 anni di 2001: Odissea nello spazio, anche se i ricordi di Katharina vertono soprattutto su altri film da Shining a Eyes Wide Shut.

 
 

Noir in Festival 2018: intervista a Harkaitz Cano

In occasione del Noir in Festival 2018, lo sceneggiatore Harkaitz Cano ha presentato il suo esordio al lungometraggio, Black is Beltza, film d’aminazione diretto da Fermín Muguruza, di cui Cano è co-sceneggiatore.

Il film racconta è ambientato nella seconda metà degli anni ’60, periodo in cui la volontà e l’energia delle persone li rendeva capaci di cambiare il mondo, o almeno era quello che loro credevano. Questo spirito spinge il basco Manex in giro per il mondo, da New York va a Cuba e poi in Europa e nell’Africa del Nord, toccando ogni tipo di movimento innovatore di quegli anni: la controcultura hippy, le pantere nere, la rivoluzione sessuale, le rivolte dopo la morte di Malcolm X.

Il film è un manifesto politico incentrato sulla rete di solidarietà che è stata intessuta in tutto il mondo in quegli anni, a dispetto del clima di violenza e razzismo che, purtroppo, sembra riproporsi adesso, nei anni che viviamo ora.

Ne abbiamo parlato con Harkaitz Cano in occasione del Noir in Festival 2018:

Il nostro speciale sull’edizione numero 28 del Noir in Festival

 
 

Noir in Festival 2018: il programma di un’edizione… contagiosa!

Noir in Festival

Si svolgerà tra Milano e Como, dal 3 al 9 dicembre, la XXVIII edizione del Noir in Festival, diretto da Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (Delegato IULM), secondo la doppia vocazione che la manifestazione ha assunto in questi anni per esaltare l’attività di formazione (a Milano nel campus universitario di IULM) insieme a quella di scoperta, spettacolo, glamour (al Teatro Sociale di Como). Fedele al suo carattere interdisciplinare che da sempre fonde cinema e letteratura, memoria e attualità, fumetto e new media nel segno di un unico genere, il Noir del 2018 ha due campioni esemplari in Joe Dante (Premio Noir alla carriera nel cinema) e Jo Nesbø (Raymond Chandler Award). Ma nel programma del festival, tra incontri, eventi, novità e ricorrenze spiccano almeno altri quattro appuntamenti: quello con Dario Argento, Gianfranco Manfredi e autorevoli esperti di “zombilogia” per i 50 anni di un film-capostipite come La notte dei morti viventi di George A. Romero; l’incontro con Katharina Kubrick nell’anniversario di un altro capolavoro come 2001: Odissea nello spazio; la giornata intitolata The British Touch con tre grandi signore del nuovo mystery anglosassone, tra Agatha Christie e Patricia Highsmith, come Jill Dawson (Il talento del crimine), Sujata Massey (Le vedove di Malabar Hill), Sarah Pinborough (L’amica del cuore). Infine la masterclass di Ning Ying, presidente della giuria per il cinema, la più celebre regista donna cinese, tra i fondatori della cosiddetta “Sesta Generazione” e protagonista al Noir in collaborazione con l’Istituto Confucio di Milano.
Tra sorprese e conferme Noir in Festival 2018 offre un ampio spettro di suggestioni ed emozioni nel segno del brivido e della fantasia, fino a poter essere definita davvero un’edizione… da paura in più di un senso.

Tra cinema e televisione
L’incontro a distanza tra Johnny Depp (padre) e Lily-Rose Depp (figlia) nei due film che aprono e chiudono la selezione ufficiale 2018: Les fauves di Vincent Mariette e City of Lies di Brad Furman; una femme fatale in stile Dirty Harry ma con il fascino assoluto di Nicole Kidman in Destroyer di Karyn Kusama; Anna Kendrick (l‘avevamo scoperta in Twilight), mamma perfetta che in A simple Favour di Paul Feig si scopre detective e si rivela una delle più riuscite interpreti della black comedy; il confronto a distanza tra il cinema europeo e quello latino-americano in un anno che vede l’argentino El Angel di Luis Ortega tra i favoriti per l’Oscar al miglior film straniero e lo svedese Border di Ali Abbasi correre per l’Oscar europeo; una storia di droga e di faide, Birds of Passage, che conferma un talento assoluto del nuovo cinema degli anni 2000 come Ciro Guerra e trae nuova attualità dalla guerra tra ricchi e poveri ai confini degli Stati Uniti; l’appassionante sfida tra i magnifici sei film finalisti del Premio Claudio Caligari che verranno giudicati dalla giuria popolare degli studenti IULM, di giovani e appassionati guidati da tre critici al verdetto finale. E poi ancora: un cartoon esplosivo e politico come Black is Beltza di Fermín Muguruza che conferma tutta la vitalità del cinema basco (premiato proprio al Noir un anno fa), l’anteprima mondiale del nuovo serial Trapped ideato da Baltasar Kormákur, il ritorno di una serie ormai di culto come la canadese Cardinal: se il delitto in Islanda si nasconde dietro la spessa coltre nevosa e il mare del nord, in Canada è la brumosa Algonquin Bay del Lago Ontario a occultare verità che nessuno vorrebbe ascoltare. E infine l’ormai tradizionale premio alla memoria di Luca Svizzeretto, il più giovane e appassionato dei critici, il più generoso amico del festival. Per ricordarlo come lui amava, si festeggia ogni anno un autentico “maverick” del nostro cinema di genere. Questa volta il protagonista sarà il maestro del trucco e dell’effetto di paura Sergio Stivaletti.

I libri di Noir in Festival
Fin dalla sua nascita nel 1991 il festival ha trovato nella letteratura un punto di forza che spesso ha dato identità e carattere all’intero programma. Così è quest’anno non solo per l’eccellenza di grandi ospiti stranieri, fra cui merita un posto d’onore l’inscindibile duo che compone la personalità di Lars Kepler e che presenta Lazarus, la nuova avventura del detective Joona Lina, nove anni dopo la folgorante scoperta de L’ipnotista, ma per una scuola italiana che continua a confermare una caleidoscopica varietà. Dal giovane maestro di tutti, Carlo Lucarelli con Peccato mortale, al re del best seller Donato Carrisi con il nuovo romanzo Il gioco del suggeritore, passando per personalità marcate e originali come il veterano Gianni Biondillo (Il sapore del sangue), l’attento costruttore di trame Roberto Costantini (Da molto lontano), la travolgente Mariolina Venezia (Rione Serra Venerdì), i cinque finalisti eccellenti del Premio Giorgio Scerbanenco, per arrivare a un narratore che ha costruito il suo marchio di fabbrica in atmosfere sospese tra cinema e letteratura come Enrico Vanzina (La sera a Roma). Ed è emblematico che mentre Cecilia Scerbanenco svela con Il fabbricante di storie il suo inedito e appassionato ritratto del padre, il vincitore della Festa del Cinema di Roma,  Edoardo De Angelis, confermi la sua passione per il noir e il nostro festival anticipando che presto l’antieroe Duca Lamberti tornerà sullo schermo con la sua regia.

Eventi e partner
Le tre mattinate degli incontri a IULM saranno dedicate ad altrettanti momenti nella costruzione del genere: il trucco come forma espressiva (da quello creativo di Sergio Stivaletti a quello virtuale della migliore postproduzione al tempo degli effetti digitali), la costruzione di un mito (come accadde quando George A. Romero con La notte dei morti viventi riprese un modello delle credenze voodoo già portato al cinema da Bela Lugosi in A White Zombie e ne fece un’icona delle paure moderne), le modalità della scrittura in chiave femminile con A British Touch.
A Como invece, in sinergia con AGICI e il sostegno di Istituto Luce – Cinecittà trova spazio il primo laboratorio di genere dal punto di vista produttivo con una speciale “finestra” dedicata alle coproduzioni tra Italia e Svizzera.
E sempre grazie all’Archivio Luce ritornano al Noir in Festival le ormai celebri “pillole” di memoria visuale intitolate questa volta Ciak, che spavento! con zombi, mostri, reventants e brividi nella grande tradizione di genere del cinema italiano e i suoi campioni, da Mario Bava a Dario Argento.
Promosso dalla Direzione Generale Cinema del MiBAC, con il sostegno della Libera Università di Lingue e Comunicazione  IULM di Milano e del Comune di Como, realizzato da Studio Coop in collaborazione con l’Associazione Amici di Como, SIAE, Istituto Luce – Cinecittà, Consorzio Como Turistica, Associazione provinciale Albergatori di Como e Milano Film Network,  il Noir in Festival è reso possibile dall’impegno di molti partner di settore, dalla fiducia di produttori e distributori, da una squadra di giovani e grandi professionisti dell’organizzazione culturale, dal calore di istituzioni, artisti, amici. A tutti va il nostro sincero grazie.

“Fare un festival – dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri – è come esercitarsi ad eseguire uno spartito musicale: altri, gli artisti, lo hanno scritto; a noi spetta assemblarlo, coglierne le sonorità e le emozioni, segnare i contrappunti e i movimenti, fino ad aderire in pieno alle attese di chi ascolta e vede. Nel caso del Noir in Festival da qualche anno l’impegno è duplice: diverse sono le attese tra Milano e Como, diverse le vocazioni del nostro lavoro, costante deve invece restare l’armonia, il senso, la struttura. In questo caso, riguardando il programma, i nomi dei protagonisti, i titoli delle opere e la scansione degli appuntamenti, ci pare di essere stati buoni musicisti. Abbiamo con noi la fortuna di un’annata ricca di talenti e di suggestioni; abbiamo il sostegno di chi crede nella formula, unica e irripetibile del Noir; abbiamo il privilegio di una tradizione che ormai si è fatta marchio di qualità. Adesso viene il momento di far giudicare il nostro lavoro, adesso è ora di alzare il sipario. Ma per chi ci vorrà seguire il brivido e divertimento sono assicurati”.

 
 

Noir in Festival 2018: il 5 dicembre omaggio a Joe Dante

La tre giorni del Noir in Festival al campus dell’Università IULM di Milano si conclude domani con un programma fittissimo di protagonisti e incontri destinato a chiudersi con la proiezione di Dogman di Matteo Garrone, ultimo dei titoli finalisti per il Premio Caligari dedicato al miglior cinema italiano di genere nell’anno 2018 (ore 21.00, IULM – Auditorium) e la decisione della giuria, presieduta dal critico Malcom Pagani, sul vincitore di quest’anno.

In mattinata il festival parla inglese con le voci di tre grandi autrici che coniugano il genere in modalità assai diverse, secondo la lezione di Patricia Highsmith, P.D. James, Agatha Christie. Saranno infatti protagoniste dell’incontro moderato da Adrian Wootton (direttore artistico del festival Shots in the Dark e di Film London) Jill Dawson, Sujata Massey e Sarah Pinborough, che al Noir presentano i loro libri, apparentati da una stessa predilezione per l’esplorazione del disagio psicologico che sta prima e dopo il compiersi del male (ore 10.30, IULM – Sala dei 146).

A seguire, con la proiezione del suo primo film di successo, Piraña (1978), comincia l’omaggio a uno straordinario interprete della paura come Joe Dante (l’inventore dei Gremlins) a cui viene assegnato il premio Noir alla carriera e che, in serata, sarà protagonista di uno speciale incontro in video conferenza in cui ripercorrerà la sua carriera di formidabile creatore di emozioni che spaziano dal fantasy al terrore sul filo di una costante passione cinefila (ore 21.00, IULM – Auditorium).

Nel pomeriggio spazio al concorso cinematografico con uno dei film favoriti per l’Oscar europeo: lo svedese Border di Ali Abbasi (ore 19.00, IULM – Auditorium), e agli incontri letterari del Noir In Festival (a La Feltrinelli di Piazza Duomo dalle ore 17.30) con due campioni del genere: Sarah Pinborough con L’amica del cuore (Piemme) e Donato Carrisi Il gioco del suggeritore (Longanesi).

Infine, l’esordio di Alfredo Fiorillo alla regia, Respiri, penultimo titolo del Concorso Caligari, presentato in sala dal regista (ore 17.00, IULM – Auditorium). Al termine delle proiezioni la giuria popolare del Premio, composta da 90 giovani giurati, affiancati dai critici Elisa Battistini, Francesco Crispino e dal Presidente Malcom Pagani, deciderà chi è il campione Noir di quest’edizione.

“Aver portato il festival nel cuore dell’università, dove si forma il pubblico di domani, e aver trovato quel calore e attenzione che lo spettacolo del grande schermo solo sa creare, ma anche l’attenzione e la passione per il dialogo e la riflessione – dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri – era il nostro primo traguardo e siamo felici di poter tirare un bilancio già più che positivo. Da domani il festival continua a Como e questo asse, questa doppia forma della manifestazione, è diventata in breve tempo una caratteristica originale e un marchio di fabbrica che innova la nostra lunga tradizione. Segno che sappiamo rinnovarci, proprio come il nostro genere favorito che cambia costantemente pelle ma sa sempre intercettare gli umori, le paure, i mutamenti della società”.

 
 

Noir in Festival 2018: i finalisti del premio Caligari

noir in festival

Al concorso di IULM e Noir in Festival per il cinema italiano, ideato da Gianni Canova in accordo con Giorgio Gosetti, concorrono sei film finalisti scelti a insindacabile giudizio da Gianni Canova e Giorgio Gosetti fra i noir di produzione italiana usciti in sala nel corso dell’anno solare 2018.

I sei film finalisti verranno proiettati fra il 3 e il 5 dicembre a Milano nella Sala dei 146 in via Carlo Bo 7, con introduzione o del regista e/o di alcuni membri del cast. A scegliere il vincitore sarà una giuria popolare di giovani studenti e di appassionati, guidata da un Presidente affiancato da due critici cinematografici. Dopo una discussione collettiva al termine di ogni proiezione, i membri della giuria potranno esercitare il proprio diritto di voto deponendo la scheda con il loro giudizio nell’urna appositamente predisposta. La graduatoria finale indicherà il vincitore. In caso di parità, il voto del Presidente sarà determinante. Il risultato finale verrà annunciato, alla presenza del premiato, il 6 dicembre al Teatro Sociale di Como, nel corso della serata di apertura della parte comasca del Festival.

Noir in Festival 2018: i 20 finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco

I titoli finalisti di quest’anno sono:

Ride di Jacopo Rondinelli
lunedì 3 dicembre, ore 17 | introducono il film il regista Jacopo Rondinelli e l’attore Lorenzo Richelmy

Una storia senza nome di Roberto Andò
lunedì 3 dicembre, ore 21 | introduce lo sceneggiatore Angelo Pasquini

La terra dell’abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo
martedì 4 dicembre, ore 17 | introduce il film il regista Fabio D’Innocenzo

Sulla mia pelle di Alessio Cremonini
martedì 4 dicembre, ore 21 | introduce il film il regista Alessio Cremonini

Respiri di Alfredo Fiorillo mercoledì 5 dicembre, ore 17 | introducono il film il regista Alfredo Fiorillo, l’attore Pino Calabrese e la produttrice Angela Prudenzi

Dogman di Matteo Garrone
mercoledì 5 dicembre, ore 21 | introducono il film gli attori protagonisti

Il Premio Caligari è in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà.

“Da tempo sottolineo”, dice Gianni Canova, “che i festival devono essere anche luogo di valorizzazione e riscoperta del buon cinema che già esiste e non solo esasperata caccia alla novità assoluta. Sono contento che, come già per il Premio Giorgio Scerbanenco per la letteratura, anche il cinema italiano trovi al Noir in Festival e alla IULM un’occasione di prestigio e di confronto popolare. Anche in questo modo la nostra università si conferma attenta al nuovo e al cinema di qualità”.

“La felice intuizione – nata un anno fa in seno a IULM e sulla spinta di Gianni Canova – di scommettere sul cinema italiano d’autore e di genere insieme, ha messo rapidamente radici e il Premio Caligari è ormai una realtà riconosciuta”, afferma Giorgio Gosetti, “È bello che fin dal nome ricordi un vero autore, tanto appartato quanto importante nel nostro cinema; è significativo che anche quest’anno facciano parte della selezione finale sia registi affermati e internazionali che giovani con una originalità di sguardo vivo e non provinciale. Per tutte queste ragioni, insieme a IULM e con la collaborazione di Istituto Luce – Cinecittà, il Noir affida a una vera giuria, giovane e popolare, il verdetto sul film noir dell’anno.”

 
 

Noir in Festival 2018: i 20 finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco

noir in festival

È online la lista dei venti romanzi noir da votare per determinare la cinquina dei finalisti concorrenti all’edizione 2018 del Premio Giorgio Scerbanenco. Sono romanzi noir italiani editi nell’anno e scelti dal comitato selezionatore del festival tra quelli iscritti.

A partire da oggi fino alle ore 23:30 di sabato 17 novembre 2018 ogni lettore potrà votare i suoi cinque titoli preferiti sul sito del festival. La cinquina dei finalisti sarà determinata dalla somma ponderata dei voti dei lettori e della Giuria Letteraria, composta da Cecilia Scerbanenco (Presidente), Valerio Calzolaio, Luca CroviLoredana LipperiniSergio PentSebastiano TriulziJohn Vignola.

I cinque finalisti saranno presentati il 3 dicembre, ore 18.00, alla libreria Feltrinelli di Piazza Duomo, Milano; tra loro la Giuria Letteraria sceglierà il vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco 2018 che sarà premiato la sera del giorno stesso presso l’università IULM.

CRISTINA CASSAR SCALIA, Sabbia nera, Einaudi
PIERO COLAPRICO, La strategia del gambero, Feltrinelli
MAURIZIO DE GIOVANNI, Il purgatorio dell’angelo, Einaudi
FEDERICA DE PAOLIS, Notturno salentino, Mondadori
ANDREA FAZIOLI, Gli svizzeri muoiono felici, Guanda
PATRICK FOGLI, A chi appartiene la notte, Baldini+Castoldi
LEONARDO GORI, L’ultima scelta, Tea
GIORGIA LEPORE, Il compimento è la pioggia, E/O
DAVIDE LONGO, Così giocano le bestie giovani, Feltrinelli
ENRICO PANDIANI, Polvere, Dea Planeta
LUCA POLDELMENGO, Negli occhi di Timea, E/O
PIERGIORGIO PULIXI, Lo stupore della notte, Rizzoli
PAOLO   ROVERSI, Cartoline dalla fine del mondo, Marsilio
PASQUALE RUJU, Stagione di cenere, E/O
STEFANO TURA, A regola d’arte, Piemme
ILARIA TUTI, I fiori sopra l’inferno, Longanesi
FRANCO VANNI, Il caso Kellan, Baldini+Castoldi
VALERIO VARESI, La paura nell’anima, Frassinelli
MARIOLINA VENEZIA, Rione Serra Venerdì, Einaudi
MIRKO ZILAHY, Così crudele è la fine, Longanesi

 
 

Noir in Festival 2018: ecco tutti i vincitori

Si chiude questa sera la 28ma edizione del Noir in Festival, che ha portato a Milano e Como il meglio del genere, dal cinema alla televisione, dalla letteratura alla cronaca.

Durante la serata conclusiva, presso la suggestiva location del Teatro Sociale di Como, la giuria presieduta dalla regista Ning Ying, il regista Edoardo De Angelis, Katharina Kubrick, l’attrice Barbara Chichiarelli e l’attore Erik Madsen, assegna i seguenti premi ai film del Concorso Internazionale:

Il Black Panther Award per il miglior film va a

GRÄNS (BORDER) di Ali Abbasi

per il suo modo straordinario e di forte impatto di mescolare fantasia e realtà. In un’epoca di caccia al mostro, il film ci pone dinanzi all’interrogativo: chi è il vero mostro?

Il Black Panther per la migliore interpretazione viene assegnato a

Lorenzo Ferro e Chino Darin in EL ÁNGEL (THE ANGEL) di Luis Ortega

per la sinergia della loro recitazione

La menzione speciale della giuria va a

Nicole Kidman

per la scelta coraggiosa di cimentarsi in un ruolo diverso come quello della detective

Erin Bell in DESTROYER di Karyn Kusama

 
 

Noir in Festival 2018: arrivano gli zombie

Noir in Festival

La storia e i ricordi di Dario Argento dominano la seconda giornata del Noir in Festival, in programma fino al 9 dicembre tra Milano e Como. In occasione dei 50 anni del film che rivoluzionò il genere horror, La notte dei morti viventi di George A. Romero, il festival fa il punto su un filone del “nero” che ha cambiato la società e il pubblico: nato dalla tradizione voodoo di Haiti e approdato quasi casualmente a Hollywood con White zombie con Bela Lugosi nel 1932, si trasforma in una metafora del ribellismo del ’68 sotto le mani dell’esordiente Romero. Da allora è diventato un’icona, un vero e proprio genere  popolarissimo fino al recente The Walking Dead, assumendo di volta in volta colorazioni e significati metaforici diversi. Amico da sempre di Romero, Dario Argento ha accettato di raccontare lui e il suo rapporto con la “zombilogia” in un incontro alla IULM di Milano (in programma domani alle ore 10.30, Sala dei 146) che di tutto il Noir di quest’anno rappresenta uno dei punti cardinali.

“Senza Dario – dicono i Direttori Giorgio Gosetti e Marina Fabbri – il Noir in Festival non esisterebbe e la sua recente incursione nel mondo di Dylan Dog, così come le sue fiabe nere dell’ultimo romanzo pubblicato, lo restituiscono al suo status di re del giallo italiano”.
Nel programma di domani c’è invece molta attesa per il dialogo in pubblico di Katharina Kubrick sul suo rapporto col cinema e la storia delle sue collaborazioni col padre, il grande Stanley Kubrick. Anche in questo caso c’è di mezzo un anniversario, i 50 anni di 2001: Odissea nello spazio, ma i ricordi di Katharina vertono soprattutto su altri film da Shining a Eyes Wide Shut.

Al mondo del fumetto è invece legato il film in concorso Black is Beltza del basco Fermin Muguruza (ore 19.00 IULM – Auditorium), animazione ambientata nel 1967 che racconta la Guerra Fredda, le Black Panthers, la controcultura del periodo e la rivoluzione cubana, con incursioni di personaggi tra cui Andy Warhol, Jimi Hendrix e Malcom X e Che Guevera. Per presentare il film sarà presente in sala lo sceneggiatore Harkaitz Cano.

C’è infine attesa per il doppio appuntamento con la letteratura, che vedrà protagoniste due grandi autrici del mistery anglosassone: Jill Dawson con Il talento del crimine (Carbonio editore) e Sujata Massey con Le vedove di Malabar Hill (Neri Pozza), che incontreranno il pubblico del festival alla Feltrinelli di Piazza Duomo (a partire dalle ore 17.30). E poi ancora appuntamento con il cinema italiano con due dei titoli più discussi tra i sei finalisti del Premio Caligari: La terra dell’abbastanza, acclamato esordio dei fratelli D’Innocenzo con una storia di profonda tensione morale, che sarà presentato in sala da Fabio D’Innocenzo (ore 17.00, IULM – Aditorium) e Sulla mia pelle, il racconto degli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi realizzato da Alessio Cremonini, introdotto dalla produttrice del film Olivia Musini  (ore 21.00, IULM – Auditorium).

 
 

Noir in Festival 2018: a Jo Nesbø il Premio Raymond Chandler

Jo Nesbø

Il Noir in Festival premia con il suo prestigioso riconoscimento alla carriera di un maestro del genere il norvegese Jo Nesbø, che sarà a Milano e Como dal 3 al 9 dicembre prossimi per ricevere il Raymond Chandler Award 2018.

Jo Nesbø, classe 1960, pubblicato in più di cinquanta lingue, con la serie di Harry Hole – il suo poliziotto specializzato in serial killer – ha venduto nove milioni di copie. Fin dai primi romanzi raggiunge la vetta delle classifiche in patria e ben presto si piazza nelle top ten europee, unico autore non anglofono a conquistare la vetta nella diffidente Inghilterra prima ancora del fenomeno Stieg Larsson, di cui viene considerato l’erede.

Ha all’attivo una ventina tra romanzi thriller, storie per bambini, saggi e racconti. Dalle sue opere sono stati tratti due film come Headhunters, di Morten Tyldum (Premio Leone Nero al Noir in Festival 2011) e L’uomo di neve, di Tomas Alfredson (2017) con Michael Fassbender nei panni di Harry Hole, e la serie TV Occupied (2015 Rai 2 e 2018 Netflix).

In Italia, scoperto dall’editore Piemme, Nesbø è stato pubblicato integralmente da Einaudi, che nel 2017 ha dato alle stampe l’ultimo titolo, Sete. Quest’anno Rizzoli ha invece pubblicato il suo Macbeth, rifacimento della tragedia di Shakespeare in chiave thriller, nell’ambito del progetto di Hogarth Press per i 400 anni del Bardo, che ha visto tra gli altri protagonisti anche la scrittrice canadese Margaret Atwood, Premio Chandler 2017 al Noir in Festival.

Il Noir in Festival, il più importante appuntamento del genere consacrato al crime, presenterà le ultime novità di cinema e letteratura a partire dal 3 dicembre fino al 9, a Milano e a Como, con un’edizione tutta dedicata al tema degli Zombie. Ricorre infatti il 50mo anniversario del capostipite del genere, La notte dei morti viventi di George A. Romero, che rivoluzionò nel 1968 i canoni del thriller e dell’horror e colorò la tradizione voodoo di nuovi significati, dalla paura del diverso al mito del “non morto”. Anteprime cinematografiche, incontri con gli scrittori, serie televisive, riconoscimenti  al migliore noir italiano dell’anno (con il Premio Caligari al cinema e il Premio Scerbanenco in libreria), oltre a incursioni nella tradizione mystery del lago di Como daranno vita alla 28ma edizione del festival, diretto da Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM).

 
 

Noir in Festival 2018: a Como il festival si rifà il trucco

Noir in Festival

Lasciato il Campus dell’università IULM di Milano per approdare sulle rive del lago di Como (fino a Domenica 9 dicembre), il Noir in Festival veste i panni dell’evento di charme che lo hanno caratterizzato e reso famoso e propone domani un programma che mette in fila tutta la varietà dei colori del nero.

Al mattino con la masterclass di Dario Argento che incontrerà i giovani studenti dello IED e dell’Accademia, al pomeriggio con una scrittrice popolare come Mariolina Venezia per presentare il suo Rione Serra Venerdì (Einaudi; ore 17.30, Sala Turca – Teatro Sociale) e una coppia regina del mystery come i due autori svedesi che da sempre si identificano nel nome di Lars Kepler, un must nei besteller di tutto il mondo, con Lazarus (Longanesi; ore 18.30, Sala Turca – Teatro Sociale); alla sera la scoperta del cinema che sa emozionare e stringe come un nodo alla gola con due dei film latino-americani più premiati dell’anno ed entrambi in corsa per l’Oscar. Dalle periferie di Buenos Aires arriva El Angel di Luis Ortega, prossimamente nelle sale italiane per Movies Inspired (ore 21.00, Teatro Sociale), l’angelo della morte, il più seducente e micidiale serial killer del continente, che sarà presentato in sala dallo sceneggiatore Sergio Olguín; dalle foreste colombiane nasce il mito inquietante delle tribù della droga, con le faide e gli odi assassini alimentati dall’ossessione del denaro che prendono forma in Birds of passage di Cristina Gallego e Ciro Guerra (ore 18.30, Teatro Sociale).

A presentare il film, che sarà distribuito in Italia da Academy Two, sarà presente in sala Carmiña Martínez, tra i protagonisti della pellicola. E c’è spazio anche per la riflessione e l’incursione tra poesia e matematica proposta dall’evento Lo Specchio, il Labirinto e la Farfalla realizzato da Gian Italo Bischi e Giovanni Darconza a cura de La Casa della Poesia (ore 20.45, Pinacoteca Civica) e che il Noir propone nel quadro delle iniziative in stretta relazione con le forze più vive del territorio. A Como il Noir in Festival indossa in vestito di gala che lo accompagnerà fino alla conclusione di domenica 9 dicembre con inediti, protagonisti, sorprese, grandi maestri e successi del grande cinema americano. Un programma… da brivido.

 
 

Noir in Fest 2022: aperte le votazioni per il Premio Giorgio Scerbanenco

Noir in Festival Premio Giorgio Scerbanenco

È online la lista dei 20 romanzi noir da votare per determinare la cinquina dei finalisti concorrenti all’edizione 2022 del Premio Giorgio Scerbanenco. Sono romanzi noir italiani editi tra novembre 2021 e ottobre 2022 e scelti, tra gli oltre 100 iscritti, dal comitato selezionatore del festival.

A partire dall’11 novembre fino alle ore 23.59 di sabato 19 novembre 2022, ogni lettore potrà votare i suoi cinque titoli preferiti sul sito del festival(www.noirfest.com). La cinquina dei finalisti sarà determinata dalla somma ponderata dei voti dei lettori e della giuria letteraria, presieduta da Cecilia Scerbanenco e composta da  Alessandra Calanchi, Valerio Calzolaio, Luca Crovi, Sergio Pent, Sebastiano Triulzi e John Vignola.

Sabato 3 dicembre i cinque finalisti saranno presentati a Milano in apertura del festival e tra questi la giuria letteraria (a cui si aggiungeranno Cecilia Lavopa e Alessandra Tedesco) decreterà il vincitore del Premio Giorgio Scerbanenco 2022, che verrà consegnato in serata.

I semi-finalisti del premio Giorgio Scerbanenco 2022:

Francesco Abate, Il complotto dei calafati, Einaudi
Erica Arosio e Giorgio Maimone, Macerie, Mursia
Daniele Bresciani, Testimone la notte, Bompiani
Cristina Cassar Scalia, La carrozza della Santa, Einaudi
Alessandro Ceccherini, Il mostro, Nottetempo
Gian Andrea Cerone, Le notti senza sonno, Guanda
Romano De Marco, La casa sul promontorio, Salani
Andrea Fazioli, Le strade oscure, Guanda
Riccardo Gazzaniga, In forma d’essere umano, Rizzoli
Gabriella Genisi, Terrarossa, Sonzogno
Davide Longo, La vita paga il sabato, Einaudi
François Morlupi, Nel nero degli abissi, Salani
Francesco Musolino, Mare mosso, E/O
Enrico Pandiani, Fuoco, Rizzoli
Paolo Maggioni, La calda estate del Commissario Casablanca, SEM
Chiara  Montani, La ritrattista, Garzanti
Chiara Moscardelli, La ragazza che cancellava i ricordi, Einaudi
Alessandro Perissinotto e Pietro d’Ettorre, Cena di classe, Mondadori
Brunella Schisa, Anatomia di un mostro, HarperCollins
Stefano Vicario, Il re degli stracci, La nave di Teseo

 
 

Noir in Fest 2021: a Guillaume Musso il Raymond Chandler Award

noir in festival

Il premio alla carriera istituito da Irene Bignardi nel 1988, in accordo con il Raymond Chandler Estate, fondazione facente capo agli eredi di Graham Greene, dopo John Banville, premiato nel 2020, resta anche quest’anno in Europa, e va a uno scrittore francese che nonostante la giovane età è già conosciuto e letto in tutto il mondo con grandissimo successo.

Secondo un sondaggio della rivista “Livres Hebdo”, Guillaume Musso, nato nel 1974 ad Antibes, il bisnonno emigrato dal Piemonte nel sud della Francia all’inizio del Novecento, è stato l’autore più letto dai francesi durante il lockdown. Ma ai record lui è abituato: dal 2001 produce quasi un libro all’anno, iniziando come un provinciale senza “padrini” totalmente sconosciuto, e arrivando a essere l’autore più venduto in Francia, tradotto in 42 lingue, con una ventina di opere  da milioni di copie in tutto il mondo.

Skidamarink (2001) è il romanzo d’esordio, un thriller che parte col furto della Gioconda al Louvre e raccoglie subito critiche eccellenti. Il successo arriva nel 2004 con Et après…(L’uomo che credeva di non avere più tempo, Sonzogno 2005), libro che ha venduto più di un milione di copie ed è stato tradotto in una ventina di lingue e che, nel 2009, è diventato un film, Afterwards, diretto da Gilles Bourdos, con John Malkovich, Romain Duris ed Evangeline Lilly. Il cinema è stato per lui una delle maggiori fonti di ispirazione, ed è quindi naturale che anche la costruzione dei suoi libri richiami quella di certi film. Appartenendo a una generazione che consuma il cinema soprattutto in video, la sua scrittura è incline alla visualità, si struttura come un montaggio cinematografico, è percorsa da una tensione che non molla mai il lettore fino alla fine. Come succede nelle serie TV angloamericane di cui Musso è un fan: Six Feet Under, Lost, The Sopranos, MI5, 24, The West Wing, Mad Men, The Wire.

Tutti o quasi i libri di Musso sono stati dei best seller, tra i numerosi: Sauve-moi (2005; La donna che non poteva essere qui, Sonzogno, 2006), Seras-tu là? (2006; Chi ama torna sempre indietro, Sonzogno, 2006), Je reviens te chercher /Ti vengo a cercare (Rizzoli, 2008), La fille de papier (2011; La ragazza di carta, Sperling & Kupfer, 2012), Central Park(Bompiani, 2014), L’instant présent (2015; L’istante presente, La nave di Teseo, 2019), Un appartement à Paris /Un appartamento a Parigi (La nave di Teseo, 2017), La jeune fille et la nuit / La ragazza e la notte (La nave di Teseo, 2018), La vie secrète des écrivains / La vita segreta degli scrittori (La nave di Teseo, 2019), La vie est un roman / La vita è un romanzo(La nave di Teseo, 2020) e L’inconnue de la Seine / La sconosciuta della Senna (La nave di Teseo, 2021).

Il tema principale che sottende quasi tutta la sua opera è quello della resilienza, la capacità di resistere alle avversità rinnovandosi e ricostruendosi, del saper cogliere al volo le occasioni che la vita ci offre, del coraggio del cambiamento. Ma anche l’indagine sulla creatività, in particolare sulla scrittura, è al centro di molti dei romanzi di Musso. La suspense è la vera regina dei suoi libri, insieme alla sua corte di personaggi, raccontati con maestria ed empatia.

“Amo raccontare storie originali, voglio che si vibri insieme con i personaggi, che si rida, che si pianga, voglio che a lettura finita ci si senta più felici di prima” dice Musso.

Il suo debito letterario con la tradizione ottocentesca del fantastico francese è evidente: “mia madre era bibliotecaria – dice Musso – sono cresciuto fra i libri fin da piccolo. Ho letto tutti i classici francesi, Nodier, Gautier e Mérimée, cui aggiungerei Maupassant e perfino Barjavel”. Nel mescolare il sovrannaturale a una vicenda contemporanea Musso riattualizza questo tipo di letteratura che ebbe in passato un enorme successo.

Nel contemporaneo, Musso ama la letteratura che indaga l’inconscio e le emozioni, come quella di Milan Kundera, Philip Roth, Stephen King, Dennis Lehane, ma è anche un fan di Jean-Cristophe Grangé e di Tonino Benacquista, mentre altrove dichiara che il suo maestro è Georges Simenon, di cui riprende le stesse domande (che sono anche quelle di Modiano e Manchette): chi sono i vivi e chi i morti, come riconosciamo il loro valore e come veniamo davvero in contatto con loro?

Che è poi anche il tema dell’ultimo romanzo, che Musso presenterà a Milano, al Noir in festival, il 12 dicembre, giorno in cui riceverà il Raymond Chandler Award: La sconosciuta della Senna, edito da La nave di Teseo e ora in tutte le librerie. Qui ritroviamo, dopo tanti set newyorchesi, una Parigi nebbiosa poco prima di Natale, e la Senna che restituisce una ragazza senza memoria, ma la cui identità appartiene a una morta.  È un’indagine per l’ufficio affari non convenzionali della polizia di Parigi, l’occasione che il capitano Roxane, osteggiata dai suoi capi, aspettava da tempo. La sua inchiesta si trova ben presto catapultata in un enigma inquietante: è possibile essere al tempo stesso vivi e morti?

A ottobre Musso era sul set del film TV The Reunion, adattamento del suo bestseller La ragazza e la notte per France 2, con la Rai come partner esclusivo e nel cast l’italiano Giacomo Fusco.

Il pubblico italiano ha dimostrato di apprezzare molto la grana letteraria di Musso e insieme la sua salda presa su trame e personaggi. D’altra parte, a queste latitudini, spesso e volentieri il polar ha conteso alla produzione anglosassone l’affetto dei lettori e la palma delle vendite. Il Noir in festival celebra quindi la peculiarità francese del genere con un incontro a lui dedicato e premiando il suo rappresentante più attuale e letto.

 
 

Noi: spiegazione del finale, simbologia e significati del film di Jordan Peele

noi

Noi, di Jordan Peele, è arrivato in sala anche in Italia, e tra recensioni positive e negativi, pareri contrastanti e spettatori entusiasti, sembra chiaro che il racconto interpretato da Lupita Nyong’O lascerà lo spettatore con più di una domanda.

Dal finale con tanto di colpo di scena passando per la simbologia della storia, Noi è un racconto allegorico e stratificato, e di seguito ecco alcune risposte alle domande che potrete porvi sul film. Ovviamente, di seguito potrebbero esserci spoiler sul film, quindi, ATTENZIONE!

Perché i conigli?

I conigli che, in Noi, popolano il mondo sotterraneo dei Tethered hanno un duplice significato che può essere difficile da afferrare. In primo luogo, c’è l’ovvio tema del “coniglio”, che evoca una sorta di sinistra versione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Il Tethered vive in un mondo nascosto che Adelaide scopre seguendo letteralmente un coniglio bianco sottoterra, proprio come Alice.

Il secondo significato è un po’ più esoterico e molto più legato alla storia. C’è un’isola al largo della costa del Giappone soprannominata “Usagi Jima” o “Rabbit Island” che è famosa per essere, beh, invasa dai conigli. Sembra molto carina come cosa se non si considera come i conigli sono arrivati in quel luogo. L’isola era una fabbrica di armi chimiche nella seconda guerra mondiale, che teneva i conigli come soggetti di prova per tossine mortali come il gas mostarda. Quando gli americani presero l’isola, pensarono di aver ucciso i conigli rimasti, ma alcuni sopravvissero alla disinfestazione e continuarono a riprodursi.

Un gruppo di creature da esperimento, abbandonato e dimenticato, che cresce in numero in un’area isolata è un collegamento tematico piuttosto chiaro alla storia dei Tethered.

Perché le tute rosse?

Ci sono diverse letture legate alle tute rosse dei Tethered. Nel mondo reale, usiamo uniformi e colori per differenziarci in diversi gruppi di appartenenza. Il fatto che i Tethered siano tutti distinti da una specifica uniforme dà loro una netta differenziazione e alienazione dalla gente in superficie.

Ovviamente, sappiamo che Red ha scelto le tute nell’ambito del suo colpo di stato, quindi a seconda della lettura di ciò che i Tethered dovrebbero simboleggiare, la divisa potrebbe essere un segno rappresentativo di orgoglio o vergogna.

Perché le forbici?

In un film che riguarda la dualità e il separare le parti, quale arma può essere migliore di quella che è fondamentalmente composta da due coltelli identici? A volte le cose sono più semplici di quello che sembrano.

Certo, sarebbe interessante scoprire dove Red ha trovato tutte quelle forbici uguali per armare ogni doppio.

Cosa sono i Tethered, davvero?

Red spiega questo punto in maniera ambigua durante un monologo, quindi possiamo soltanto esporre una teoria di ciò che sono effettivamente questi doppi. Quello dei Tethered era un progetto di clonazione abbandonato che, a quanto pare, è partito prima con la clonazione di animali e poi con quella di persone. Il progetto ha avuto successo nel ricreare un corpo umano, ma non poteva duplicare l’anima umana, così i doppi sono perfetti fisicamente ma incompleti, abbrutiti rispetto agli originali.

Certo, è qui che dobbiamo accettare che Noi non è solo un thriller horror, è anche una storia di fantascienza. Il primo vero clone di un mammifero è stato la pecora Dolly nel 1996, ma sappiamo che qualunque progetto abbia dato vita ai Tethered doveva essere stato deciso e già completamente abbandonato prima del 1986 – il che significa che probabilmente indica che era partito ai tempi della guerra in Vietnam, per avere un’idea di quante generazioni di Tethered hanno vissuto sottoterra e per quanto tempo.

È interessante notare che sembra esserci una certa variazione tra il legame tra i Tethered e il loro doppio. Pluto sembra copiare tutti i movimenti di Jason, anche quando questi movimenti sono potenzialmente fatali per lui, ma gli altri Tethered sembrano molto più indipendenti. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che Pluto e Jason sono “la coppia” più giovane con cui lo spettatore entra in contatto – forse il collegamento diminuisce col passare del tempo. O forse Pluto e Jason sono semplicemente speciali.

Adelaide e Red ricordano la loro infanzia?

La semplice risposta è sì. Lo shock e la confusione di Adelaide all’arrivo del Tethered non hanno nulla a che fare con il fatto che lei non sapeva che erano lì – ricorda i posti in cui ha incontrato Red, allo stesso modo in cui Red ricorda di essere stata rapita. Adelaide non è la vittima in un film di invasione domestica, è la cattiva della storia, l’obbiettivo della vendetta di Red, e lei lo sa.

Questo è il motivo per cui vediamo così tanta ansia e voglia di uccidere in Adelaide, oltre a quell’atteggiamento ambiguo che scopriamo poi essere una forma di dispiacere quando uccide i bambini di Tethered. Questo è un segreto che ha tenuto all’oscuro della sua famiglia per molto, molto tempo.

Red, allo stesso modo, sa esattamente cosa le è stato tolto. Ecco perché è stata lei a organizzare i Tethered e la loro rivolta.

Perché i Red può parlare mentre gli altri Tethered non possono?

Quando Red e Adelaide si sono invertite, ognuna di loro si è adattata ai nuovi ambienti. Sappiamo che i Tethered non parlano in modo naturale – Adelaide non riusciva a parlare quando è “riemersa” dopo essere stata via quei 15 minuti – ma comunica in una serie di grugniti e ringhi. Dal canto suo, Red mantenne l’utilizzo dell’inglese che conosceva già ma ha imparato a parlare la lingua dei Tethered (anche se con difficoltà, dal momento che il soffocamento durante lo scambio di posto con il suo doppio le ha causato danni permanenti), nello stesso modo in cui Adelaide imparava l’inglese ma conservava alcuni dei suoi più selvaggi istinti.

Nella scena in cui Adelaide uccide la gemella rimasta in vita, lo fa con una violenza assurda ed emettendo suoni molto strani, che sembrano allarmare molto il piccolo Jason, che assiste.

Perché Hands Accross America?

Nella storia, lo spot di Hands Across America è una delle ultime esperienze di Red nel mondo di superficie prima di essere presa da Adelaide, quindi ha senso che rimanga una sorta di fissazione per lei.

Storicamente, Hands Across America è stata una iniziativa che si prefiggeva di portare attenzione alla povertà e ai senzatetto in tutto il paese, iniziativa che alla fine ha fruttato circa $ 15 milioni di dollari di donazioni di beneficenza nel 1986. Ovviamente non ha messo fine alla povertà, ma certamente ha fatto una dichiarazione – che, in realtà, è esattamente ciò che i Tethered stanno cercando di fare. Il loro obiettivo è semplicemente quello di essere notati in un modo in cui nessuno può più ignorare.

Cosa intende Red con “avresti potuto portarmi con te”?

Questo passaggio presente nell’ultima parte di Noi rimane un po’ confuso: Red dice ad Adelaide che “avrebbe potuto portarla via” quando Adelaide se ne va, il che a prima vista sembra implicare che Red non ricorda di aver mai vissuto la superficie. Ma dopo un’ulteriore riflessione, questa battuta sembra molto più complessa.

Red è risentita con Adelaide per averla lasciata indietro con i Tethered quando, nella sua mente, entrambe avrebbero potuto facilmente lasciare il labirinto insieme, da bambine. Non c’è una vera ragione per cui Adelaide e Red dovessero cambiare posto, a parte la paura e una reazione istintiva. In realtà, l’intero conflitto del film avrebbe potuto essere aggirato se Adelaide e Red si fossero riconosciute simili e bambine, piuttosto che combattersi l’un l’altra, il che è una parte importante del messaggio che il film vuole lasciare.

Cos’è Geremia 11:11?

All’inizio di Noi, c’è un uomo con un cartello con la scritta “Geremia 11:11” sul lungomare durante la scena del prologo, un motivo che più tardi vediamo ripetuto alcune volte, che culmina nel di Tethered del vagabondo che al posto del cartello ha la scritta “11:11” incisa sulla sua fronte.

Il versetto biblico non ha bisogno di molte spiegazioni:“Perciò dice il Signore: Ecco, faccio venire su di loro una sventura alla quale non potranno sfuggire. Allora grideranno verso di me, ma io non li ascolterò.”

Fondamentalmente, è la versione biblica del monologo di Rorschach di Watchmen, e che potrebbe rappresentare un manifesto per i Tethered. Un altro simbolo!