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Noi: il trailer italiano del nuovo film di Jordan Peele

Universal Pictures ha da poco diffuso il trailer italiano di Noi (in originale Us), il nuovo film scritto e diretto da Jordan Peele, che torna al cinema dopo l’incredibile successo di Scappa – Get Out.

Noi, recensione del film di Jordan Peele

Protagonisti della pellicola horror Noi Lupita Nyong’oWinston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen II, Anna Diop, Evan Alex, Shahadi Wright Joseph, Madison Curry, Cali Sheldon e Noelle Sheldon.

La sinossi: Tormentata da un trauma irrisolto del suo passato e sconvolta da una serie di inquietanti coincidenze, Adelaide sente crescere e materializzarsi la sua ossessione e capisce che qualcosa di brutto sta per accadere alla sua famiglia. Dopo un’intensa giornata trascorsa in spiaggia con i loro amici, i Tyler, Adelaide e la sua famiglia tornano a casa. Quando cala l’oscurità, i Wilson vedono sul vialetto di casa la sagoma di quattro figure che si tengono per mano. Noi traccia la contrapposizione fra un’affettuosa famiglia americana e un terrificante e misterioso avversario: i sosia di ciascuno di loro.

La Universal, che produrrà insieme alla Monkeypaw Productions, Sean McKittrick Jason Blum, ha fissato la data di uscita nelle sale al 15 Marzo 2019.

Noiprime foto ufficiali del nuovo film di Jordan Peele

Fonte: Universal Pictures

 
 

Noi: horror firmato Jordan Peele in home video

noi

Il premio Oscar Jordan Peele segue il successo della sua hit al botteghino, Scappa – Get Out, con l’eccellente e terrificante Noi (recensione). Classificato Certified Fresh su Rotten Tomatoes con un indice di gradimento del 94%, il film è stato acclamato dalla critica come un “colossale successo di cinema” (Richard Brody, The New Yorker) e “sarà necessario vederlo più e più volte” (Emily Yoshida, New York Magazine/Vulture). I fan di tutto il mondo possono ora sciogliere il mistero con oltre 50 minuti di contenuti speciali per immergersi nella mente di Jordan Peele, nel suo processo di creazione e produzione filmica e nel simbolismo nascosto in Noi. Il fenomeno globale arriva quindi in Dvd, Blu-ray e Digital HD a partire dal 28 agosto 2019 con Universal Pictures Home Entertainment Italia.

Con incredibili interpretazioni assolutamente da non perdere da parte del premio Oscar Lupita Nyong’o (Black Panther, 12 anni schiavo), Winston Duke (Black Panther), la vincitrice dell’Emmy Elizabeth Moss (The Handsmaid’s Tale, Mad Men) e Tim Heidecker (The Comedy, Tim & Eric’s Bedtime Stories), Noi si presenta come “l’horror più fuori dagli schemi dell’ultimo decennio” (Nathaniel Brail, Heroic Hollywood). I cinefili e gli amanti dell’horror saranno finalmente liberi di guardare Noi più e più volte per svelare tutti i suoi segreti più oscuri. Sosia e tema del doppio. Hands Across America. Lo schiaccianoci. I conigli. Il versetto della Bibbia, Geremia 11:11. I temi chiave e l’immaginario di Noi vengono portati alla luce del sole e spiegati all’interno di straordinari contenuti extra delle edizioni home video, come ad esempio la featurette La Dualità in Noi, in cui Jordan Peele approfondisce nel dettaglio molte delle idee alla base del film.

Noi, la trama

Ambientato ai giorni nostri lungo l’iconica costa della California del Nord, Adelaide Wilson, (Nyong’o) fa ritorno riluttante alla sua casa d’infanzia sul mare con il marito Gabe (il Winston Duke di Black Panther) e i due figli (Shahadi Wright Joseph e Evan Alex) per un’idilliaca vacanza estiva. Tormentata da un trauma irrisolto del suo passato e sconvolta da una serie di inquietanti coincidenze, Adelaide capisce che qualcosa di brutto sta per accadere alla sua famiglia. Quando cala l’oscurità, i Wilson vedono sul vialetto di casa la sagoma di quattro figure che si tengono per mano, ma capiscono presto che questo è solo l’inizio dei loro problemi non appena scoprono che si trovano davanti a sosia di loro stessi.

Noi CONTENUTI SPECIALI ESCLUSIVI NEL FORMATO BLU-RAY:

  • Esplorare le scene – Il making-of di tre iconiche scene del film tra cui il massacre di casa Tyler, il rapimento di Jason ed il flashback sottoterra di Adelaide
  • Massacro da sette secondi
  • E’ una trappola
  • Rivoglio solo la mia bambina

Noi CONTENUTI SPECIALI NEI FORMATI BLU-RAY e DVD:

  • La dualità in Noi – Jordan Peele analizza a fondo alcuni dei temi chiave e l’immaginario di Noi – tra cui il tema del doppio, Hands Across America, la scena di ballo dello Schiaccianoci, i conigli e la citazione del versetto 11:11.
  • I mostri dentro di Noi – Scopri come questo cast eccellente è stato in grado di trovare i propri personaggi, che stessero interpretando uno degli Wilson o uno dei misteriosi ed inquietanti doppi.
  • Legati tra di loro formano il nostro doppio – La produzione di un film è difficile. Produrre un film in cui tutto il cast principale fa due ruoli diversi può rivelarsi un vero rompicapo. In questa featurette, i film-maker, il cast e la troupe parlano di alcune delle sfide tecniche nel realizzare il film, oltre che di alcune scelte di design per i personaggi.
  • Ridefinire un genere: un horror firmato Jordan Peele – Nell’arco di soli due film, Jordan Peele ha saputo creare per se stesso una voce artistica di assoluto valore. Scoprite cosa dicono di lui il cast e la troupe mentre descrivono cosa lo rende unico, oltre ai pensieri dello stesso Jordan riguardo a ciò che lo ispira e al rapporto tra horror e commedia.
  • Come nasce Red – Attraverso l’uso di materiale dietro le quinte tra un ciak e l’altro, scopriamo da più vicino l’intensa ed affascinante interpretazione di Lupita Nyong’o nei panni di Red.
  • Scene eliminate
    • Non ti sono nemmeno vicino
    • La stagione dei conigli
    • Che figata
    • Legname
    • La P è silenziosa
    • Voglio andare a casa
  • Moriremo tutti – Fuorionda esilaranti della conversazione tra Winston Duke e Tim Heidecker sulla spiaggia.
  • Sia quelli di sopra, sia quelli di sotto: una grande danza a due – Una versione estesa della sequenza di danza del film, che passa da un’Adelaide adolescente al saggio fino a Red nel mondo sottoterra.

Il film sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD Blu-ray e il Blu-ray. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli stessi contenuti extra della versione Blu-ray, tutti nella straordinaria risoluzione 4K.

  • 4K Ultra HD è la migliore esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per un’esperienza sonora multidimensionale.
  • Blu-ray sfodera il potere della tua TV HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e un sonoro in modalità surroud, come al cinema.

 

 
 

Noi: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Noi finale
Lupita Nyong'o, Winston Duke, Evan Alex e Shahadi Wright Joseph in Noi. Foto di Claudette Barius - © Universal Pictures

Formatosi come attore comico, Jordan Peele ha sbalordito tutti quando nel 2017 ha portato al cinema il suo esordio come regista: Scappa – Get Out. Non una commedia bensì un horror, dove egli ha modo di inserire in tale genere una profonda riflessione e critica sul razzismo insito nella cultura statunitense, ma anche di come chi si professa a favore dei diritti dei neri spesso lo faccia in modo errato e poco sincero. Successivamente a questo lungometraggio, Peele ha nel 2019 portato al cinema il suo secondo film: Noi (qui la recensione).

Anche in questo caso egli affronta tematiche simili a quelle della precedente pellicola, confermando il suo desiderio di dar vita a film horror sofisticati, che attraverso il genere possano portare al pubblico riflessioni sulla società attuale. Ispirato all’episodio L’immagine speculare della serie The Twilight ZoneNoi presenta dei toni più marcatamente orrorifici, insieme ad un enigma tutto da svelare e che, ancora una volta, ci parla della società in un modo del tutto originale.

Decisamente un film da recuperare, dunque, specialmente per gli amanti di questo genere di horror intelligenti, dove ogni elemento narrativo presenta rimandi alla nostra realtà. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Noi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Noi Lupita Nyong'o
Lupita Nyong’o, Evan Alex e Shahadi Wright Joseph in Noi. Foto di Claudette Barius – © Universal Pictures

La trama e il cast di Noi

Non lontano dalla spiaggia di Santa Cruz, dove ha avuto un’esperienza traumatica d’infanzia, l’ormai madre di due figli, Adelaide, torna con riluttanza nella loro tranquilla casa sul lago con suo marito, Gabe, per trascorrere le vacanze estive. La donna, tuttavia, non riesce ancora a scrollarsi di dosso le paure vissute lì e di cui non vuole assolutamente parlare. Proprio quando sembra potersi concedere un po’ di tranquillità, il suo passato tornerà con violenza a perseguitarla sotto forma di doppelgänger. Una sua sosia, che si fa chiamare Red, minaccia lei e tutta la sua famiglia per motivi spaventosi.

Protagonista di Noi, nel doppio ruolo di Adelaide e Red, vi è la premio Oscar Lupita Nyong’o. Per differenziare i due personaggi, l’attrice ha basato la voce della doppelgänger su un disturbo neurologico chiamato disfonia spasmodica che provoca spasmi involontari della laringe. Accanto a lei, nei panni del marito Gabe si ritrova l’attore Winston Duke, mentre Shahadi Wright Joseph e Evan Alex sono i figli Zora e Jason. Nel film recitano poi anche Elisabeth Moss nei panni di Kitty Tyler, Yahya Abdul-Mateen II in quelli di Russel Thomas e Anna Diop come sua moglie Rayne.

 

Il significato del film e del finale

Quello di Noi è un racconto allegorico e stratificato, dove ogni elemento è fondamentale alla comprensione generale dell’opera. Per prima cosa è bene sapere che, come si scopre nel corso del film, i dopplegänger che si manifestano arrivano da una dimensione sotterranea chiamata Thethered. In questo luogo, decenni prima, erano stati abbandonati i cloni della popolazione statunitense. Si trattava di un esperimento fallito che aveva l’obiettivo di controllare il popolo.

Noi cast
Foto di Claudette Barius – © Universal Pictures

Questi cloni aspirano ora a prendere il posto dei loro simili, facendosi finalmente notare e ricordare a tutti della loro presenza. Da questo punto di vista, il film è dunque una metafora del classismo vigente negli Stati Uniti (come nel mondo intero). Peele sembra ricordare, attraverso l’horror, della dualità vigente negli Stati Uniti (a cui il titolo originale, Us, sembrerebbe fare riferimento), dove i cittadini privilegiati possono permettersi di vivere al di sopra del sistema e di coloro che sono invece bloccati nella povertà.

Lo stesso regista ha in seguito confermato come anche dal suo punto di vista il film tratti dei privilegi e di come il possedere questi porti l’essere umano ad esserne in realtà posseduto e corrotto. Una corruzione che, a quanto comunica il film, si manifesta già in giovanissima età. Per una comprensione più approfondita delle allegorie presenti in Noi, si consiglia la lettura dell’articolo Noi: spiegazione del finale, simbologia e significati del film di Jordan Peele.

Il trailer di Noi e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Noi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 4 luglio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

 
 

Noi, Zagor recensione

noi, zagor logoNoi, Zagor è un film-documentario in cui il regista Riccardo Jacopino, racconta la storia di Zagor, fumetto ideato da Sergio Bonelli nel 1961 con l’alias di Guido Nolitta che ha contribuito alla crescita di una delle più grandi factory di comics in Europa e dimostrato come la storia di questo fumetto, nonostante la crisi globale del settore, riscuote comunque un costante successo tra i fan.

La sceneggiatura di Riccardo Jacopino con la collaborazione di Giovanni Iozzi mostra sin dai titoli di testa, l’impronta simpatica e coinvolgente che ha il documentario, facendo entrare lo spettatore nel mondo di Zagor ma soprattutto riscoprendo la realtà italiana dei fumetti, che sono stati esportati ed amati in tutto il mondo. Infatti il regista pisano suddivide il racconto in capitoli, in cui apprendiamo passo passo la nascita, l’affermazione e l’attualità del personaggio ideato da Sergio Bonelli. I momenti più interessanti sono quelli che coinvolgono le maestranze come lo storico disegnatore, Gallieno Ferri, che ha tratteggiato le fattezze del celebre protagonista. Noi Zagor PosterIl lavoro svolto dai disegnatori, come immaginano e compongono la sceneggiatura attraverso l’utilizzo della china o della computer grafica. Oppure quei mestieri mai esplorati come quello del letterista, che sulla striscia opera le correzioni di sceneggiatura prima che il tutto venga mandato in stampa. Il documentario tratteggia anche la componente analitica, attraverso i contributi di Moreno Burattini, Giulio Giorello e Luca Boschi vengono espresse analisi simboliche e iconografiche su Zagor, dalla geografia anacronistica e astratta del mondo fantasioso in cui egli vive, la Foresta di Darkwood, fino ad analizzare i rapporti con il comprimario Cico. Inoltre il regista rafforza la linea narrativa, utilizzando i racconti d’infanzia dei fan, i cosiddetti zagoriani, che attraverso i loro aneddoti e raduni riescono a dare quel piacevole senso di continuità temporale e appartenenza a una comunità mondiale che inevitabilmente pone un velato paragone con gli odierni supereroi DC e Marvel. Si riflette così sui diversi scopi e intenti che contraddistingue eroi classici da quelli contemporanei.
Ma la componente caratterizzante del documentario è il confronto tra il Tex Willer creato dal padre Gian Luigi Borrelli e lo Zagor di suo figlio, mostrando così il confronto tra due generazioni, che non necessariamente si sono dovute scontrare, ma anzi hanno saputo coesistere e differenziarsi tenendo sempre al valore popolare del fumetto e all’incisività che aveva sui giovani ragazzi che li andavano a comprare in edicola.

Noi, Zagor è un brillante documentario che in maniera concentrica ci avvicina al mondo dei fumetti, della Bonelli editore e della storia di un personaggio che da oltre cinquant’anni riesce a raccontare numerose avventure. Al cinema solo il 22 e 23 Ottobre.

 
 

Noi, Zagor conferenza stampa

Conferenza Stampa - Noi,Zagor-1 Oggi al Cinema Barberini è stato presentato il documentario Noi,Zagor di Riccardo Jacopino. Alla conferenza stampa hanno partecipato il regista, Moreno Burattini il curatore di Zagor, Walter Velturi il disegnatore e Tito Ammirati produttore e presidente di Arcobaleno Produzioni.

C’è un po’ di paura quando si entra in una storia così strutturata in un’esperienza in cui le sensibilità sono tante?
R.J.:
È difficilissimo raccontare qualcosa di nuovo su Zagor perché c’è un ampia esegesi sul personaggio, bisognava stare attenti a non sbagliare, abbiamo scelto la strada di raccontare le emozioni di chi questo fumetto è appassionato. In qualche modo c’è una doppia lettura, volevamo sia far conoscere questo personaggio a chi non lo aveva mai letto e non lo conosceva, da un’altra parte però c’erano tutto il pubblico degli appassionati zagoriani e con loro abbiamo fatto una scelta di creare uno specchio delle loro emozioni, insomma cercare, tramite il racconto di tutti loro di far immedesimare questa grande passione.

Hai corso anche dei rischi? Perché hai raccontato questo rapporto con Gianlugi?
R.J: Questa cosa è stata sviluppata insieme a Giovanni Iozzi che mi ha aiuto a costruire il documentario, ce ne siamo accorti un po’ subito, che in Zagor aleggiava questo conflitto. Lui scappa da questa figura paterna e in qualche modo Sergio non essendo in conflitto, anzi avendo una venerazione, come dice lui stesso per suo padre, grande autore di fumetti, aveva questo colosso, questa ombra grande alle spalle da cui in qualche modo lui stesso dichiara di non voler competere. Guido Nolitta ci ha messo tutta questa umanità nel suo personaggio e negli altri che ha scritto, e credo che questo lavoro sia anche un ringraziamento per Sergio Bonelli e a tutti i suoi autori e disegnatori, che mi hanno fatto passare ora e quando ero più giovane dei momenti bellissimi. Ed è anche un po’ un ringraziamento a tutti gli autori di fumetti e in qualche modo una promessa che ho mantenuto, che non sapevo di essermi fatto quando avevo 10 o 12 anni che era un po’ di entrare dentro questo fumetto, rompere un po’ il velo e capire cosa c’era dietro, come nasceva, come si struttura, come arriva in edicola.

Moreno Burattini come è stato il vostro rapporto, voi siete un po’ i sacerdoti, i custodi di questo mondo, avete una certa responsabilità.

M.B.: Io da quando è morto Sergio sono diventato il punto di riferimento generale della redazione, ecco perché Riccardo Jacopino si è rivolto a me. La parola responsabilità cerco sempre di cancellarla dal vocabolario, perché se ci penso non lavoro più, se io penso alla responsabilità che ho nel raccogliere l’eredità di Sergio nell’accontentare tutti questi lettori, sono custode di una tradizione di che dura da oltre cinquant’anni, quindi io lavoro assecondando l’istinto. Riccardo Jacopino lo conoscevo già da ragazzo perché abbiamo frequentato lo stesso Liceo Classico a Prato. Ma ho capito che era la persona giusta per due motivi, il primo che mi ha raccontato che fin da bambino lui voleva fare il regista e che era il suo sogno, inoltre ho visto il suo film, 40 percento con Luciana Litizzetto, l’ho visto e ho detto, è bravissimo è un regista straordinario e automaticamente ho detto “va bene”. Lui ha cominciato a venirci dietro, ha visto tutti questi raduni, ci spiava in redazione è venuto nelle case case dei collaboratori, siamo stati a stretto contatto per due anni.

Walter Velturi Che emozione si prova da disegnatore a vedere un film in cui viene riconosciuto il valore di un lavoro di questo tipo, inoltre, quanta responsabilità ha un disegnatore di un personaggio?
W.V.:
È colui che consegna l’immaginario, io sono l’ultimo arrivato quindi ho tutto da imparare nei cinquant’anni e oltre di pubblicazioni, quindi lavorare su Zagor è una responsabilità illustrando quel mondo e quindi hai delle regole ferree a cui devi badare, però lasciando sempre un minimo d’interpretazione nel personaggio anche se il riferimento grafico a cui guardo io è sempre Galliano Ferri che è stato anche il copertinista di Mister No. Ne ho disegnate solo 120 di pagine di Zagor, del Zagor Color che è uscito un mese fa in Edicola. Sto iniziando ad entrare in questo mondo, da disegnatore. Un mondo che non sapevo essere così sanguigno e una cosa che non si ferma nella fascia adolescenziale, ma interessa una grande fascia. Sapere che dovrò disegnare qualsiasi cosa, perché abbiamo visto alieni, vichinghi e samurai, per un disegnatore è stimolante, in quanto non sei fermo solo al west, come iconografia, non si ci annoia, hai sempre qualcosa da inventare. Poi con Zagor non abbiamo dei riferimenti così ferrei, come le armi e vestiti, possiamo inserire anche cose di che non sono di quel periodo, siamo abbastanza liberi.

Tito Ammirati hai portato dalla carta allo schermo questo fumetto, visto anche le tante ispirazioni cinematografiche, era in qualche modo naturale il suo approdo al cinema?

T.A.: Arcobaleno è una cooperativa sociale di inserimento lavorativo e lo fanno persone che in passato hanno avuto molti problemi di dipendenza, sono stati in carcere e che oggi rappresentano il capitale sociale della cooperativa che ha deciso di sostenere questa nuova iniziativa imprenditoriale, aprendo una sezione cinematografica. Sono 280 lavoratori che credono nella forza e nel linguaggio del cinema per questo che abbiamo cominciato a fare una commedia diretta sempre da Riccardo, un talento, lo avrete capito guardando questo documentario. Abbiamo sposato questa idea perché il nostro tentativo è quello di diffondere una filosofia imprenditoriale quindi usare il cinema per raccontare che è possibile contribuire allo sviluppo di un paese coniugando saper fare, capacità di creare occupazione e reddito accanto a una relazione tra le persone, ecco Zagor potrebbe essere un ennesima occasione per diffondere questa filosofia, ci piaceva l’idea di poter raccontare ciò che non si vede e quindi questa idea di mostrar cosa c’è, quali sono le fatiche, quali sono i segreti, quali sono le criticità e le tensioni dietro ad un opera come Zagor.

Ci sono scene che hai sofferto a non montare nel film?
S.J.:
Ci sono venti ore di materiale! Ci sono tutte quelle parti degli autori in cui ho cercato di scavare di più la persona, per cercare di capire da dove nasce questa passione per questa forma di racconto e cosa li ha spinti a cominciare. E poi anche i lettori particolarmente fedeli che conoscono Bonelli, perché una delle caratteristiche della Sergio Bonelli Editore è di avere un continuo rapporto con i lettori, se il lettore gli scrive loro rispondono; questa una cosa importantissima e credo che sia una delle ragioni del successo e della fedeltà dei lettori.

Un altro discorso interessante era lo sviluppo e il futuro del fumetto, com’è e se c’è un futuro e come sarà, anche se ci vuole molto lavoro per parlare ai ragazzi di oggi che sono il pubblico di domani. Inoltre nei fumetti Bonelliani c’è una trasmissione di valori che va a quello che è l’essenzialità dell’uomo, e anche perché l’attenzione di Bonelli e dei suoi collaboratori è non cadere nelle trappole del contingente, tipo la politica, un modo per essere ecumenici e piacere a tutti e quindi si va a cercare quelle cose che veramente sono condivisibili e universali, veramente i fumetti quando sono belli sono una favola, un qualcosa che prende.

Quali potrebbero essere gli attori per recitare in un eventuale film di Zagor?

R.J.: Non è facile, ma Joaquin Phoenix ci starebbe, forse anche Antonio Banderas, ma io una faccia da Zagor italiana la vedo in Vinicio Marchioni.

Noi, Zagor sarà distribuito in 200 copie grazie a Microcinema il 22 e il 23 Ottobre, un estratto del documentario verrà mostrato anche al Romics insieme ad un intervento dello storico illustratore Galliano Ferri e dove sarà possibile, in alcune città, saranno presenti in sala i disegnatori che collaborano ai fumetti.Conferenza Stampa - Noi,Zagor-2

 
 

Noi, recensione del film di Jordan Peele

noi

Il travolgente successo della sua opera prima, con tanto di Oscar alla sceneggiatura originale, ha proiettato Jordan Peele nel cono di interesse dei cinefili e di coloro che hanno apprezzato Scappa – Get Out, ma anche di quelli che, scettici, lo stanno aspettando “al varco”. Con Noi, in sala dal 4 aprile, il regista, sceneggiatore e produttore si mette di nuovo alla prova, allargando i suoi orizzonti e quelli della sua storia, uscendo dai confini che aveva dimostrato di padroneggiare e allungando il getto della sua ambizione.

Noi racconta la storia di una giovane donna, Adelaide, che, tornata nella casa delle vacanze della sua infanzia, con il marito e i suoi due bambini, si trova a fronteggiare una circostanza spaventosa: delle persone li prendono in ostaggio e li minacciano, persone che sono le loro copie, un po’ più rozze, feroci e selvagge, ma esattamente come loro… come noi.

Non si può dire altro del film di Peele senza rovinare la trama allo spettatore che va al cinema per farsi sorprendere e spaventare, e in verità il regista riesce benissimo a fare entrambe le cose. La sua storia sorprende per i colpi di scena e per le trovate tecniche di regia, che mantengono sempre altissima l’attenzione, e spaventa, in alcuni momenti più che in altri, proprio per la capacità di giocare con gli spazi, le ombre e il linguaggio di genere, tenendo la tensione del racconto tesa fino alla rivelazione finale.

Perché il finale di Noi è tutto da scoprire, o forse lo si intuisce già nei primi 15 minuti, ma non è comunque un’intuizione esaustiva di fronte alla conferma e allo svelamento conclusivo. Il nervo scoperto su cui agisce Peele è una ferita che gli Stati Uniti vedono sanguinare ogni giorno con maggiore forza, una paura che si trasforma sempre di più in violenza senza deterrente, senza punizione.

Alla luce di Scappa – Get Out, dunque, viene naturale aspettarsi da Jordan Peele non solo un thriller/horror, ma anche una riflessione sulla società contemporanea, dopotutto nella storia del cinema, dagli esordi fino a oggi, questo genere è sempre stato un linguaggio sfruttato per fare satira, critica sociale e politica, per dare una lettura della contemporaneità.

E con Noi, Jordan Peele fotografa la sua società, con una metafora cannibale che nasce dagli anni ’80 e si snoda fino a oggi, a domani, in un finale spiazzante e spaventoso, forse non pienamente esaustivo per quanto riguarda le pieghe del racconto e le giustificazioni narrative, ma di grande efficacia da un punto di vista allegorico ed emotivo. A questo punto lo spettatore, accettato il patto di credibilità con il regista, può solo prendere atto di ciò che sta accadendo.

Noi è meno preciso di Scappa – Get Out, meno coeso e solido nella trama, ma ha un respiro più ampio, un’ambizione più vasta, una portata più importante. Peele ci dice dall’inizio (dal titolo) chi è “il cattivo” di questa storia, peccato che “questa storia” non finisca con i titoli di coda, ma continui fuori dalla sala, nel mondo. Noi siamo noi, e facciamo davvero tanta paura.

Noi, guarda il trailer

 
 

Noi, la conferenza stampa del remake italiano di This is Us

Noi

Dal 6 marzo arriva su Raiuno Noi, la nuova serie Rai Fiction che è nient’altro che il remake di This is Us di Dan Fogelman, serie diventata ormai culto, non solo Oltreoceano, ma in tutto il mondo. A portarla sul piccolo schermo tricolore ci hanno pensato gli sceneggiatori Sandro Petraglia, Flaminia Gressi e Michela Straniero, per la regia di Luca Ribuoli, che ha diretto Aurora Ruffino e Lino Guanciale nei panni dei personaggi che sono di Mandy Moore e Milo Ventimiglia. I tre gemelli, figli della coppia protagonista, sono invece interpretati da Dario Aita, Claudia Marsicano e Livio Kone.

La sceneggiatura di Noi

Nel corso della presentazione di Noi, Sandro Petraglia, in rappresentanza degli sceneggiatori, ha dichiarato: “Se si parte da zero bisogna inventare tutto. In questo caso si parte avvantaggiati perché c’è già un quadro chiaro. Iniziamo sempre un racconto che segue scene principali e questo è il sogno di ogni sceneggiatore e spesso sono scene drammatiche, ma altre volte ci sono scene ironiche. E poi sono scene in evoluzione, in via di cambiamento, visto che li cogliamo nel corso degli anni. È stato un lavoro che ci ha molto appassionati ma avevamo problemi di abbondanza, visto che avevamo acquisito 18 puntate americane per farne 12 italiane. Ma il punto di partenza è una serie altissima. Sono veramente molto contento.”

La regia di Noi

Dopo aver raccontato la parabola sportiva di Francesco Totti in Speravo de morì prima, Luca Ribuoli è stato chiamato a dirigere questo progetto ambizioso e impegnativo, anche dal punto di vista emotivo: “È stato complesso per me affrontare il cast, è stato il primo step per la lavorazione. Devo ringraziare loro perché anche girando ci siamo accorti che potevamo sempre fidarci del testo, e non succede sempre. L’adattamento è una cosa difficilissima, ed è stata una salita pazzesca. La fiducia nella scrittura deriva dal fatto che secondo me gli sceneggiatori hanno avuto l’approccio giusto. Non c’è mai stata la pretesa di fare qualcosa di diverso, o di migliore. Noi dovevamo solo approcciarci a quel racconto e renderlo italiano. La cosa che mi emoziona molto è che la storia non partirebbe se questi tre gemelli, ad un certo punto, insieme, non decidessero di dare una svolta alla loro vita, nel giorno del loro 34° compleanno. Ed è il fatto che tutti e tre lo facciano insieme che ci fa emozionando. Spero che quando la gente lo vedrà sarà emozionata come lo siamo stati noi tutti i giorni sul set.”

Aurora Ruffino e Lino Guanciale sono i protagonisti di Noi

Aurora Ruffino, che interpreta la madre, Rebecca, si è sentita particolarmente coinvolta nella produzione, soprattutto perché, ha detto, This is Us è una delle sue serie preferite: “Prima ancora di fare i provini per questo ruolo ero una fan sfegatata della serie. Quando mi hanno preso non ci potevo credere, è stata una felicità immensa, poi però è subentrata la paura di non essere adatta. Mi sono messa in dubbio, ma tutto si è risolto quando ho smesso di pensare alla serie americana. Questa è la nostra versione e mi sono focalizzata sul nostro lavoro. Spero con tutto il cuore che il pubblico possa apprezzarlo senza per forza fare un confronto”.

Lino Guanciale, il “nostro Milo Ventimiglia”, ha puntato l’attenzione sul lavoro di scrittura: “Tutto il lavoro è partito dalla scrittura. Io stesso mi sono convinto ad entrare in questo progetto dopo una chiacchierata con Sandro perché all’inizio non mi sentivo all’altezza, come è successo a Aurora. This is Us è un grande classico. Esportiamo e importiamo da un paese all’altro contenuti culturali universali da sempre. Il nostro paese è debitore alla cultura americana di molte cose, quindi ha senso che raccontiamo la nostra versione di questa storia. La scrittura mi ha convinto tanto, e il fatto di sapere che ci fosse Luca, di sapere che avrei incontrato Aurora, sono state uno stimolo”.

Aita, Marsicano e Kone interpretano i gemelli di Noi

Aita, Marsicano e Kone sono stati gli incaricati a raccogliere l’eredità di questi due genitori incredibili, sono loro i tre interpreti che ci trascinano nella storia. Claudia Marsicano ha dichiarato: “Per me è stato molto naturale. È stato surreale perché è la mia prima esperienza. Ci siamo trovati subito in sintonia, c’è stata subito una chimica.” Dario Aita conferma: “Nella mia esperienza di set, non mi sono stupito di trovare colleghi con i quali sono riuscito a trovare un’affinità profondissima. Sono persone e colleghi eccezionali. Siamo tutti più o meno coetanei e il fatto che Claudia si sia presa cura di me sul set mi emoziona ancora e devo ringraziarla.” Il terzo gemello, Livio Kone, ha condiviso anche un certo nervosismo prima di cominciare: “Prima di iniziare le riprese ero molto agitato, perché è il mio primo ruolo da protagonista. Conoscere il resto del cast prima mi ha aiutato molto e così sul set sono andato con un altro approccio. Sapevo che avevo accanto persone fantastiche. Mi sentivo molto coccolato da loro”.

Noi, diretto da Luca Ribuoli, remake italiano di This is Us, arriva su Raiuno in prima serata a partire dal domenica 6 marzo.

 
 

Noi Siamo Tutto: una clip in italiano dal film

Noi siamo tutto

Warner Bros. Italia ha diffuso una clip in italiano di Noi Siamo Tutto, il nuovo dramma romantico diretto da Stella Meghie, basato sulla sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede protagonisti Amandla Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello di Olly.

Noi siamo tutto: trailer italiano del nuovo young adult WB

La pellicola racconta la storia d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una malattia, e Olly, il suo vicino di casa.

Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

SINOSSI:Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma romantico NOI SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto? NOI SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto. I protagonisti di NOI SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery Plewes (“Jean of the Joneses”).

 
 

Noi siamo tutto: trailer italiano del nuovo young adult WB

Warner Bros. Italia ha diffuso il primo trailer italiano di Noi siamo tutto, il nuovo dramma romantico diretto da Stella Meghie, basato sulla sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede protagonisti Amandla Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello di Olly.

Ecco il trailer di Noi siamo tutto

La pellicola racconta la storia d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una malattia, e Olly, il suo vicino di casa.

Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

Di seguito le prime immagini dal film:

SINOSSI:

Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma romantico NOI SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto? NOI SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto. I protagonisti di NOI SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery Plewes (“Jean of the Joneses”).

 
 

Noi siamo tutto: il trailer in Emoji del film

Noi siamo tutto

Warner Bros. Italia ha diffuso il trailer italiano in versione emoji di Noi siamo tutto, il nuovo dramma romantico diretto da Stella Meghie, basato sulla sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede protagonisti Amandla Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello di Olly.

https://www.facebook.com/warnerbrosita/videos/10155207054980932/

Noi siamo tuttotrailer italiano del nuovo young adult WB

La pellicola racconta la storia d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una malattia, e Olly, il suo vicino di casa.

Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

SINOSSI:Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma romantico NOI SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto? NOI SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto. I protagonisti di NOI SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery Plewes (“Jean of the Joneses”).

 
 

Noi siamo tutto: il poster italiano del film

Noi siamo tutto

Warner Bros. Italia ha diffuso il poster italiano di Noi siamo tutto, il nuovo dramma romantico diretto da Stella Meghie, basato sulla sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna giovinezza) e tratto dall’omonimo bestseller. Il nuovo capitolo della cinematografia young adult vede protagonisti Amandla Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello di Olly.

Noi siamo tutto: trailer italiano del nuovo young adult WB

La pellicola racconta la storia d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una malattia, e Olly, il suo vicino di casa.

Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

SINOSSI:Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma romantico NOI SIAMO TUTTO, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto? NOI SIAMO TUTTO racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto. I protagonisti di NOI SIAMO TUTTO sono Amandla Stenberg (“Hunger Games”) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (“Jurassic World”) in quello di Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (“Sun Belt Express”) e Anika Noni Rose (“Dreamgirls”).
Meghie (“Jean of the Joneses”) dirige il film da una sceneggiatura di J. Mills Goodloe (“Adaline – L’eterna giovinezza”). Leslie Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo. La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor Jadue-Lillo (“I ragazzi stanno bene”); la scenografa Charisse Cardenas (“American Sniper”); la montatrice Nancy Richardson (“Insurgent”, “Divergent”); e la costumista Avery Plewes (“Jean of the Joneses”).

 
 

Noi Siamo Tutto: due clip inedite dal film

Warner Bros. Italia ha diffuso due nuove inedite clip di Noi Siamo Tutto, il film di Stella Meghie basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon con Amandla Stenberg, Nick Robinson, Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

La clip “Molto Forte”

La clip “Ciambellone”

Noi siamo tutto: trailer italiano del nuovo young adult WB

La pellicola racconta la storia d’amore tra la diciottenne Maddy, costretta in casa da una malattia, e Olly, il suo vicino di casa. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

Noi Siamo Tutto, il film

Warner Bros. Pictures e Metro-Goldwyn-Mayer Pictures presentano il dramma romantico Noi Siamo Tutto, diretto da Stella Meghie e basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon. Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto?

Noi Siamo Tutto racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Maddy vorrebbe con tutta se stessa sperimentare le gioie del mondo esterno e vivere la sua prima storia d’amore. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto.

Noi Siamo Tutto, cast

I protagonisti di  Noi Siamo Tutto sono Amandla Stenberg (Hunger Games) nel ruolo di Maddy e Nick Robinson (Jurassic World) in quello di Olly. Fanno parte del cast del film anche Ana de la Reguera (Sun Belt Express) e Anika Noni Rose (Dreamgirls).

Meghie (Jean of the Joneses) dirige il film da una sceneggiatura di J. Mills Goodloe (Adaline – L’eterna giovinezza). Leslie Morgenstein ed Elysa Dutton con la Alloy Entertainment ne sono i produttori, mentre Victor Ho è il produttore esecutivo.

La squadra creativa che ha lavorato dietro le quinte comprende il direttore della fotografia Igor Jadue-Lillo (I ragazzi stanno bene); la scenografa Charisse Cardenas (American Sniper); la montatrice Nancy Richardson (Insurgent, Divergent); e la costumista Avery Plewes (Jean of the Joneses).

 
 

Noi siamo tutto: dal 17 Gennaio in Home Video

Noi siamo tutto

Sarà disponibile in Home Video dal 17 Gennaio Noi siamo tutto, in DVD e Blu Ray, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Il film è stato diretto da Stella Meghie basato sull’omonimo romanzo best-seller di Nicola Yoon con Amandla Stenberg, Nick Robinson, Ana de la Reguera e Anika Noni Rose.

Sinossi

Cosa succede se non si può venire a contatto con il mondo esterno? Senza mai un respiro d’aria fresca, né un raggio di sole caldo sul viso… o un bacio dal ragazzo della porta accanto? Noi siamo tutto racconta l’improbabile storia d’amore di Maddy, una diciottenne intelligente, curiosa e fantasiosa, costretta da una malattia a vivere all’interno dell’ambiente ermeticamente sigillato della sua abitazione e Olly, il ragazzo vicino di casa, che non permetterà alla malattia di allontanarli. Guardandosi attraverso le finestre e parlando solo attraverso messaggi, Olly e Maddy stringono un legame profondo che li porta a rischiare tutto per stare insieme… anche se ciò significa perdere tutto.

Noi siamo tutti recensione del film con Amandla Stenberg e Nick Robinson

INFORMAZIONI TECNICHE

DVD

Prezzo: 14,99 euro

Dischi: 1

Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Inglese 5.1. Tedesco 5.1. Spagnolo 5.1.

Sottotitoli: Svedese, Spagnolo, Norvegese, Islandese, Finlandese, Danese. No udenti: Italiano, Inglese, Tedesco.

Contenuti speciali: Scene eliminate

BLU-RAY

Prezzo: 16,99 euro

Dischi: 1

Lingue: Dolby Digital: Italiano 5.1, Spagnolo 5.1, Tedesco 5.1, Francese 5.1, Inglese 5.1. DTS-HD Master Audio: Inglese 5.1

Sottotitoli: : Greco, Islandese, Spagnolo, Norvegese, Spagnolo, Danese, Finlandese, Olandese, Francese. Non Udenti: Italiano, Inglese, Tedesco

Contenuti speciali: Trapped in love: la storia di Noi siamo tutto; Scene eliminate

 
 

Noi siamo tutti recensione del film con Amandla Stenberg e Nick Robinson

Noi siamo tutto

Arriva in sala distribuito da Warner Bros il 21 settembre 2017 Noi siamo tutto, con protagonisti due volti che il cinema di blockbuster conosce ed ha già apprezzato: lei è la Rue di Hunger Games, lui e il giovanotto che nell’estate del 2015 è sfuggito per un pelo ai dinosauri scatenati di Jurassic World.

Amandla Stenberg e Nick Robinson sono Madeline e Olly, i protagonisti del nuovo dramma adolescenziale raccontato con la regia di Stella Meghie.

Madeline vive in una fortezza di cristallo: mentre l’occhio intruso ammira l’incastro imperfetto di un mondo fatto di comfort e privilegi, chi vive all’interno del cristallo non apprezza affatto quanto possa essere scintillante la propria corazza.

Madeline non è una principessa così come Olly non è un principe, eppure la loro ha tutti i presupposti per essere una fiaba moderna ambientata in una piccola periferia di Los Angeles, tra chat virtuali e sogni tra le stelle.

Tratto dall’omonimo romanzo di Nicola Yoon, Noi siamo tutto è vuole raccontare l’amore sotto ogni piccola sfaccettatura: l’amore di una madre per la propria famiglia, l’amore di un’amica presente nelle difficoltà e l’amore di un cuore adolescente per un proprio simile; ma soprattutto Noi siamo tutto racconta di come non saremmo niente, senza l’amore.

Amandla Stenberg e Nick Robinson hanno interpretato i due protagonisti innamorati: la prima conosciuta con l’universo di Hunger Games, il secondo in quello di Jurassic World; eppure entrambi sono arrivati in Noi siamo tutto con un nuovo grado di capacità e conoscenze che ha permesso ai loro personaggi di creare la giusta chimica per sconfiggere la banalità e affrontare le complicanze che soltanto l’amore (quello più puro) può mostrare.

Madeline e Olly sono di una bellezza imperfetta, di quella che se si guarda da lontano può apparire superficiale e stereotipata (il continuo gioco tra bianco e nero è stato probabilmente un messaggio sottinteso alle nostre restrizioni sociali) ma che, affrontata da vicino, lascia scoprire i micro universi che si celano nell’anima di un attore.

Facendo leva su una fotografia pulita e decisa, il film diretto da Stella Meghie sgomita tra i similari del genere – come Colpa delle Stelle e il più recente Prima di domani – soffermandosi su una storia d’amore che sa essere dolce ma non stucchevole, una storia che sfiora la banalità e vira verso i meandri nascosti di un cuore spezzato che non sa più rimettersi in sesto.

Il film sembra dirci che l’amore non ha limiti circoscritti e non c’è fortezza di cristallo che tenga dinanzi a un sentimento che racchiude “tutto”.

 
 

Noi Siamo Leggenda: le prime immagini ufficiali della serie di Carmine Elia

noi siamo leggenda

Sono state diffuse oggi le prime immagini ufficiali di “Noi Siamo Leggenda”, il nuovo teen drama a tinte fantasy che racconta le storie di un gruppo di adolescenti che scopre improvvisamente di essere dotato di superpoteri.

Diretta da Carmine Elia (“Mare Fuori”, “Sopravvissuti”) e ideata da Valerio D’Annunzio e Michelangelo La Neve, la serie – prodotta da Nicola e Marco De Angelis – è una coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione con Prime Video. Federation International si occuperà della distribuzione internazionale.

Nel cast principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano, Claudia Pandolfi, Antonia Liskova, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, Giulio Pranno, Valentina Romani, Milo Roussel, Sofya Gershevich, Margherita Aresti, Giulia Lin, Lino Guanciale. 

“Noi Siamo Leggenda” è un racconto di formazione che segue le storie di un gruppo di adolescenti di Roma, con enormi problemi e immensi poteri. Poteri in grado di capovolgere le loro vite, costringendoli a fronteggiare i loro limiti, i loro desideri e le loro responsabilità. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi super potenti da combattere. Ma un racconto di formazione totalmente incentrato sui caratteri in cui i superpoteri diventano metafora delle difficoltà e delle possibilità che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare, e delle loro formidabili potenzialità.

Avere un superpotere può far sembrare tutto più facile, ma presto i protagonisti scopriranno che non esiste un potere che li aiuterà a “diventare grandi” e che ad ogni azione corrisponde sempre una conseguenza.

 
 

Noi siamo leggenda: l’8 dicembre presentato il libro-fanbook omonimo

Noi Siamo Leggenda

Dopo il debutto su Rai 2 e RaiPlay della serie tv “Noi siamo leggenda”, cresce l’attesa per la presentazione del libro-fanbook “Noi siamo leggenda”, edito da Rai Libri, che sarà presentato in anteprima assoluta venerdì 8 dicembre alle 18.15 sul palco Rai della manifestazione “Più libri, più liberi” (alla Nuvola dell’Eur a Roma) alla presenza del regista Carmine Elia, di alcuni membri del cast e del direttore di Rai Libri Roberto Genovesi. L’uscita ufficiale sarà il 12 dicembre. All’interno si potranno trovare foto esclusive del backstage, gli scatti di scena più belli e una selezione di quiz e giochi enigmistici a tema.

La serie è diretta da Carmine Elia (“Mare Fuori”, “Sopravvissuti”), ideata da Valerio D’Annunzio e Michelangelo La Neve, prodotta da Nicola e Marco De Angelis ed è una coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures in collaborazione con Prime Video. Federation International si occuperà della distribuzione internazionale.

Nel cast principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano, Claudia Pandolfi, Antonia Liskova, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, Giulio Pranno, Valentina Romani, Milo Roussel, Sofya Gershevich, Margherita Aresti, Giulia Lin e Lino Guanciale.

La storia della serie è quella di cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società – la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli improvvisi poteri.

 
 

Noi siamo Leggenda: intervista ai protagonisti

Ecco la nostra intervista ai protagonisti di Noi Siamo Leggenda, dal 22 novembre su Rai2. Diretta da Carmine Elia, la serie vede protagonisti Nicolas Maupas, Sofya Gershevich, Milo Roussel, Emanuele Di Stefano, Margherita Aresti, Giulio Pranno, Giacomo Giorgio, Giulia Lin e Beatrice Vendramin.

La storia della serie è quella di cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società – la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli improvvisi poteri.

 
 

Noi Siamo Leggenda al Lucca Comics & Games

Noi Siamo Leggenda

Sarà il palcoscenico di Lucca Comics & Games a vedere “atterrare” in prima assoluta i protagonisti di Noi Siamo Leggenda, il nuovo teen drama a tinte fantasy che racconta le storie di un gruppo di adolescenti che scoprono improvvisamente di essere dotati di superpoteri. Il primo dei sei episodi della serie – in onda da mercoledì 15 novembre in prima serata su Rai 2 e Rai Play – sarà proiettato domenica 5 novembre alle 16.30 al Teatro del Giglio di Lucca, con la partecipazione di alcuni dei protagonisti.

“Noi Siamo Leggenda” – diretta da Carmine Elia (“Mare Fuori”, “Sopravvissuti”), da un’idea di Valerio D’Annunzio e Michelangelo La Neve – è una coproduzione Rai Fiction e Fabula Pictures, prodotta da Nicola e Marco De Angelis, in collaborazione con Prime Video, mentre Federation International si occupa della distribuzione internazionale.

Nel cast principale, tra gli altri, Emanuele Di Stefano, Nicolas Maupas, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, Giulio Pranno, Valentina Romani, Milo Roussel, Sofya Gershevich, Margherita Aresti, Giulia Lin, Claudia Pandolfi, Antonia Liskova e Lino Guanciale.

La storia della serie è quella di cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche, nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società – la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli improvvisi poteri.

I supereroi saranno presenti a Lucca Comic & Games il 5 novembre, a partire dalle ore 16 sul Community Carpet in piazza del Giglio

In occasione dell’anteprima, saranno a Lucca dieci dei protagonisti, per svelare i propri personaggi:

MASSIMO (Emanuele di Stefano) – Massimo è molto intelligente, il classico ragazzo che riesce ad andare bene a scuola senza studiare. Chiuso in sé e timido, ha tutte le caratteristiche per essere un “figo”, ma non ne è consapevole.

MARCO (Giulio Pranno) – Amico fidato, con Andrea e Massimo forma un trittico indissolubile. Simpatico, capace di sdrammatizzare ogni cosa, sarà l’unico del gruppo a non sviluppare poteri.

VIOLA (Margherita Aresti) – Tanto bella quanto tagliente e spigolosa, Viola è la gemella di Marco, nonché il sogno erotico di mezza scuola, Massimo compreso.

ANDREA (Milo Roussel)  – È nato con una malformazione cardiaca che lo obbliga a stare sempre sotto controllo e a evitare qualunque emozione troppo forte o stravizio.

GRETA (Sofya Gershevich) – Greta è di madrelingua tedesca, figlia dell’ambasciatrice in Vaticano. Apparentemente snob, frivola e sarcastica, nasconde dietro la sua durezza il suo più grande dolore: suo fratello, infatti, è in coma irreversibile da più di un anno, in seguito a un incidente del quale lei si dà la colpa.

JEAN (Nicolas Maupas) – Jean è francese. La sua famiglia è venuta nel Belpaese per seguire meglio l’azienda di alta moda del quale il padre, Giuseppe, è CEO e titolare. Nonostante sia alto e corpulento, Jean è terribilmente fragile e timoroso e questo, unito alla sua timidezza, lo rende bersaglio ideale delle vessazioni da parte dei suoi coetanei, ma anche di suo padre.

LARA (Valentina Romani) – Lara, originaria dell’Est Europa, è nata e cresciuta nel quartiere. Cazzuta, intelligente, spiritosa ma in modo mai pungente e poco incline a seguire le mode del momento, Lara è bella, di una bellezza peculiare e poco appariscente.

LIN (Giulia Lin) – Lin, cinese di seconda generazione, figlia di emigrati giunti in Italia vent’anni fa, non spicca certo per la sua bellezza. Il suo più grande desiderio è essere accettata e crede di doversi uniformare a modelli estetici occidentali per riuscirci.

NICOLA (Giacomo Giorgio) – Nicola, fratello di Andrea, è il bello del gruppo. Egocentrico e vanitoso, è fissato con il suo fisico che modella con ore di palestra e allentamenti. Nonostante tutto, però, riesce ad essere anche simpatico, perché in fondo è tutto tranne che cattivo.

SARA (Beatrice Vendramin) – Sara è bella, di una bellezza palese, sfrontata, che la rende la più popolare della scuola. Fidanzata con Nicola, Sara non ha mai avuto paura di usare quello che madre natura le ha dato per ottenere ciò che vuole, anche se questo significa calpestare qualcuno.

 
 

Noi Siamo Infinito: recensione del film con Emma Watson

Noi Siamo Infinito

Arriva al cinema distribuito da M2 Pictures Noi Siamo Infinito (The perks of being a Wallflower), il film di Stephen Chbosky e con protagonisti Logan Lerman e Emma Watson 

In Noi Siamo Infinito Charlie (Logan Lerman) è un ragazzino molto solo che sta cercando di ritagliarsi un posto nel mondo. Con un passato pesante alle spalle e un presente non del tutto roseo si trascina da casa a scuola, scrivendo lettere al suo migliore amico e sforzandosi di non apparire troppo triste per non preoccupare i suoi familiari.

Un giorno, però, la vita gli riserva una sorpresa, che si materializza nei panni di Sam (Emma Watson) e Patrick (Ezra Miller), due fratelli che lo prendono sotto la loro ala facendolo entrare nel loro circolo dei ‘giocattoli rotti’. Finalmente Charlie si sente parte di un gruppo, coglie l’affetto dietro ad ogni piccolo gesto e impara a tenere a bada i fantasmi della sua mente che ancora lo assalgono. Un idillio che finirà presto, poiché i suoi amici, all’ultimo anno, sono prossimi a partire per il college e a lasciarlo di nuovo in balìa del suo passato…

Noi Siamo Infinito, tratto dal romanzo omonimo di Stephen Chbosky, che si riserva anche il ruolo di sceneggiatore e regista, nonostante le buone intenzioni non riesce a trasmettere l’intensità che vorrebbe. Le vicende di Charlie e dei suoi amici sembrano trattate con superficialità e, talvolta, in maniera frettolosa, come se il regista non avesse voluto tagliare troppo il suo romanzo. Il sacrificio di certe scene, però, forse sarebbe stato utile, se non vitale, ad una migliore resa della storia e all’approfondimento di alcuni personaggi.

La voce fuori campo del protagonista stesso, inoltre, contribuisce ad annacquare la vicenda e non consente, a parte a tratti, di cogliere quel tipo di emozioni, libere da vincoli, piene, senza limiti, che solo gli adolescenti riescono a provare e che nel film appaiono solo accennate. È come se Chbosky facesse pregustare al pubblico una pietanza che non verrà mai servita. Al contrario la sua bravura con le parole è ampiamente dimostrata in alcuni dialoghi e, soprattutto, nei pensieri che la voce fuoricampo di Charlie condivide con la sala prima dei titoli di coda, ma un film non e’ fatto (solo) di parole.

Gli attori, invece, sono tutti all’altezza della parte: da Logan Lerman, perfetto nei panni dello sventurato Charlie, a Emma Watson, che cerca con buoni risultati di scrollarsi di dosso la seconda pelle di Hermione, fino a Ezra Miller, talmente bravo nelle vesti dell’amico gay da essere quasi un co-protagonista.

Tra i film per adolescenti in circolazione però, Noi Siamo Infinito ha il pregio di veicolare una visione della vita totalmente condivisibile. Senza esagerare con il dramma o la commedia e senza identificarsi con la trasgressione o il conformismo prova semplicemente a dire che la vita può essere vissuta in modo non convenzionale, che ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte, che il passato e il dolore ci cambiano ma non in modo irrimediabile e che gli amici, spesso, possono salvarci.

 
 

Noi siamo infinito: nuove foto!

Sono state diffuse online numerose foto ufficiali di Noi Siamo Infinito(the perks of being a wallflower), adattamento del romanzo Ragazzo da Parete diretto dal suo stesso scrittore Stephen Chbosky.

Il film, che uscirà negli USA il mese prossimo, vede fra i protagonisti  Logan Lerman, Ezra Miller e la stella della saga di Harry Potter Emma Watson.

Ecco le immagini:

 
 

Noi Siamo Cinema, recensione del documentario di Andrea Rurali e Gianluca Genovese

noi siamo cinema recensione

Una lettera d’amore sincera, profonda, scritta su pagine bianche con l’inchiostro intriso di fotogrammi e immagini in movimento. Ecco cos’è il documentario Noi siamo cinema, in onda sul canale Mediaset Cine34. Un viaggio che non ha bisogno di guide turistiche pronte a spiegare la bellezza di un patrimonio cinematografico come quello italiano con le loro voci in fuori campo volte a irrompere sulla scena, interrompendo lo scorrere e l’immersione delle immagini; già, perché ogni inquadratura, ogni volto, o scena ripresa e adesso sapientemente montata non ha bisogno di spiegazioni.

Tutta la potenza della Storia, e di ricordi che da personali si fanno nazionali, si ritrova adesso lì, nel cuore di ogni singola particella di celluloide, pronta a ripresentarsi e colpirci di nuovo, lasciandoci a bocca aperta, come il piccolo Salvatore in Nuovo cinema paradiso.

Noi siamo cinema: la sinossi

Noi siamo Cinema, in onda su Cine34, è un appassionato omaggio al Cinema Italiano e a tutti gli artisti e artigiani che contribuiscono alla sua realizzazione. In poco più di 70 minuti ripercorre le sequenze-culto del cinema made in Italy, quelle che ne compongono il brillante percorso. Dal b/n di Blasetti e Pasolini, alla leggerezza di De Sica e Sordi. Dallironia di Monicelli e Risi, allunicità dello Spaghetti Western. Dalla Commedia Sexy al Cinepanettone, allimpegno di Bellocchio e Bertolucci. Dal rivoluzionario Antonioni, allonirico Sorrentino. Dalla contemporaneità di Salvatores e Zalone, alla visionarietà di Fellini. Tutto unito in un solo documentario, dove alle scene di grandi film, si alternano interviste agli stessi protagonisti, o a registi e attori internazionali fortemente influenzati dal cinema di casa nostra, come Quentin Tarantino, John Turturro, George Clooney e Clint Eastwood. 

Puzzle di un’eredità in celluloide

È un’operazione semplice, ma compiuta con attenzione e intelligenza quella messa in atto da Andrea Rurali e Gianluca Genovese. Le scene, i personaggi, le interviste che hanno accompagnato il pubblico italiano dentro e fuori lo schermo, sono tessere di un puzzle perfettamente inserite al loro posto, raccordate non a caso, ma secondo un procedimento di associazione e collegamento ipertestuale. Sono mani che si prendono, si riconoscono e danzano insieme, in un affresco storico grazie al quale lo spettatore scende a patti con la propria eredità cinematografica e cinefila.

Quello che gli scorre davanti grazie a Noi siamo cinema, è un flusso di coscienza, una galleria di frammenti imprescindibili alla propria formazione spettatoriale. Bastano pochi accenni a Fellini, Mastroianni, Loren, Bertolucci, Pasolini, e più recentemente a Sorrentino, per comprendere quanto pesante e magnifico sia il lascito donatoci dal cinema nostrano. Bistrattato, sottovalutato, a volte dimenticato, il cinema italiano in realtà ha saputo donarci gemme di rara bellezza. Gemme spesso ricoperte da una patina di polvere, messe da parte al grido de “il cinema italiano è in crisi, non ha nulla da dire e offrire”, quando invece basterebbe girare lo sguardo e lasciarsi attirare dalla potenza di questi piccoli, grandi barlumi di genialità. Nel bene e nel male il cinema italiano in realtà ha sempre raccontato il nostro mondo, facendo dello strumento cinematografico il buco della serratura attraverso cui spiare senza filtri (vedi il Neorealismo) un mondo così sfaccettato come quello italiano, oppure caricarlo di erotismo (i film di Pierino), battute al vetriolo o di una comicità caciarona (i famigerati cine-panettoni). 

Un’indagine storica e sociale compiuta dai due curatori che lasciando parlare il cinema per sé, senza mediazioni esterne, o commenti da parte di narratori e critici, ci fanno salire sulla macchina del tempo per ricordarci la mole di opere che visto, ammirato, denigrato, e quante ancora ne avremo da assimilare, guardare, immedesimandoci tra slanci autoriali e progetti superficiali.

Tutta l’Italia è cinema

È un nome reiterato ripetuto da bocche diverse (quelle di Leonardo DiCaprio, Roberto Benigni, Sandra Milo, Quentin Tarantino), ma ogni volta è come se la sua pronuncia donasse a quel cognome nuovo potere e preziosità. Quel nome è Federico Fellini, l’autore debordante, onirico, sarcastico, che ha fatto dell’Italia una pagina di fumetti abitata da personaggi a metà tra il caricaturale e l’archetipo. Simboli di un pensiero, di vizi e virtù di stampo nazionale, gli uomini e le donne usciti dalla fucina creativa di Fellini sono stati traghettatori di un’opera che ha saputo sconfinare dai confini italiani per parlare un linguaggio universale, elevandosi a rappresentante massimo del cinema nostrano. Non poteva pertanto che aprire lui, tra interviste e una riproposizione di momenti indimenticabili dei suoi film, Noi siamo cinema.

Fellini è il personaggio perfetto, l’uomo capace di far scattare mille e più collegamenti grazie ai quali si può passare facilmente da un Marcello Mastroianni, a una Sofia Loren, per salutare Claudia Cardinale, Sergio Leone, Ennio Morricone e tutti quei nomi che hanno reso unico il nostro cinema. Non c’è un momento storico dal punto di vista cinematografico, di corrente, registico  o di movimento che Rurali e Genovese abbiano lasciato indietro. Perché anche personaggi come Renato Pozzetto, o pellicole come quelle della commedia sexy all’italiana, degli spaghetti western, o le più dissacranti opere interpretate da Checco Zalone, hanno il diritto di trovare un posto tra le teche di un museo audio-visivo come Noi siamo cinema.

Un documentario che con la sola forza del montaggio, dei raccordi e di una selezione attenta e mai superficiale, mescola storia e sguardi spettatoriali di un pubblico ammaliato, sottolineando quanto dentro e fuori lo schermo, tutti noi siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatto il cinema.

 
 

Noi e la Giulia: Trailer del film di Edoardo Leo con Luca Argentero

Guarda il trailer ufficiale di Noi e la Giulia, il nuovo film di Edoardo Leo con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi e con Carlo Buccirosso, che arriverà in sala il 19 febbraio 2015 con Warner Bros. Pictures.

Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia 1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi ad un sopruso in maniera rocambolesca e lo faranno dando vita a un’avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una resistenza disperata …quella che tutti noi vorremmo fare… se ne avessimo il coraggio.

 
 

Noi e la Giulia: recensione del film di Edoardo Leo

Noi e la giulia

C’erano una volta un coatto, due sfigati, un comunista e un camorrista, e no, non è l’inizio di una barzelletta ma è Noi e la Giulia, la piacevole terza opera da regista di Edoardo Leo. La commedia tragicomica, al cinema dal 19 Febbraio, vede Leo affiancato da Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Anna Foglietta e Carlo Buccirosso.

Noi e la Giulia è un film fatto di personaggi, che riempiono la scena con la loro presenza: c’è Diego (Luca Argentero), venditore di macchine annoiato, poco coraggioso e preso in giro anche del padre sul letto di morte; Fausto (Edoardo Leo), cafone da televendita che si è arricchito a suon di merce fallata sulle spalle dei creduloni, ignoranza da italiano medio e debiti con gli amici – come con il collega Sergio (Claudio Amendola), comunista nostalgico che lo marca stretto per riavere i suoi soldi. E infine c’è Claudio (Stefano Fresi) vero e proprio portatore sano di ansia, che riesce a far chiudere l’attività di famiglia “dal 1910” e contemporaneamente a farsi lasciare dalla moglie. Decisi a cambiare e a scappare, chi figurativamente chi letteralmente, Diego, Fausto e Claudio si incontrano per la prima volta fuori da un casale in vendita che tutti e tre avevano adocchiato, e, a causa del prezzo lievitato, decidono di mettersi in società e aprire un agriturismo insieme. Al gruppo si aggiunge, in veste di cuoca, Elisa (Anna Foglietta), disastrata ragazza incinta che cerca solo un posto accogliente dove stare. Un giorno si presenta al casale a bordo di una Giulia 1300 verde, Vito (Carlo Buccirosso), un buffo uomo in abiti anni ’70, che promette ‘protezione’ ai quattro.

Noi e la Giulia

Con precisione e ironia, Edoardo Leo porta in scena la commedia del piano B, del reinventarsi e delle seconde occasioni, proponendo contemporaneamente il tema serio della piaga del pizzo. La storia, tratta dal racconto di Fabio Bartolomei, “Giulia 1300 e altri miracoli”, scorre piacevole con diversi momenti comici degni di nota. Con un ritmo più serrato rispetto alla solita commedia italiana e trovate registiche più moderne, anche grazie alla colonna sonora presentata quasi come personaggio in ricordo di un epoca d’oro, Noi e la Giulia intrattiene senza cadere nel banale. La scelta di un cast che rappresenta l’Italia da nord a sud e che, si nota, si è realmente divertito durante le riprese, aiuta la commedia ad avere quel giusto buon sentimento e positività per tutta la sua durata.

Claudio Amendola è sicuramente il personaggio più centrato, quasi irriconoscibile all’inizio con barba e capelli grigi, mentre Luca Argentero, per quanto bravissimo, è perennemente ingabbiato nel ruolo dell’imbranato con gli occhiali e non ci dispiacerebbe vederlo in altre vesti in futuro, proprio come Leo che in questo film esce dai soliti personaggi per farci ridere con il suo cafonissimo Fausto.

Noi e la Giulia

 
 

Noi e la Giulia: nuova clip con Luca Argentero

Noi e la giulia

Guarda la nuova clip di Noi e la Giulia, il nuovo film di Edoardo Leo con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi e con Carlo Buccirosso, che arriverà in sala il 19 febbraio 2015 con Warner Bros. Pictures.

Amendola Noi e La giuliaTrama: Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia 1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi ad un sopruso in maniera rocambolesca e lo faranno dando vita a un’avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una resistenza disperata …quella che tutti noi vorremmo fare… se ne avessimo il coraggio.

 
 

Noi e la Giulia: due clip con Luca Argentero

Guarda due clip di Noi e la Giulia, il nuovo film di Edoardo Leo con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi e con Carlo Buccirosso, che arriverà in sala il 19 febbraio 2015 con Warner Bros. Pictures.

noi e la giuliaTrama: Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi) sono tre quarantenni insoddisfatti e in fuga dalla città e dalle proprie vite, che da perfetti sconosciuti si ritrovano uniti nell’impresa di aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato e fuori tempo massimo, ed Elisa (Anna Foglietta), una giovane donna incinta decisamente fuori di testa. Ad ostacolare il loro sogno arriverà Vito (Carlo Buccirosso), un curioso camorrista venuto a chiedere il pizzo alla guida di una vecchia Giulia 1300. Questa minaccia li costringerà a ribellarsi ad un sopruso in maniera rocambolesca e lo faranno dando vita a un’avventura imprevista, sconclusionata e tragicomica, a una resistenza disperata …quella che tutti noi vorremmo fare… se ne avessimo il coraggio.

 
 

Noi e la Giulia conferenza stampa del film di e con Edoardo Leo

Presentato oggi a Roma, Noi e la Giulia, scritto,diretto e interpretato da Edoardo Leo con Luca Argentero, Claudio Amendola, Claudio Buccirosso, Stefano Fresi e Anna Foglietta. La commedia dai toni tragicomici, che narra le vicende di un gruppo di persone che si scontra con la richiesta pressante del pizzo durante l’apertura di un’attività, verrà distribuita in 380 copie in tutta Italia dal 19 febbraio 2015.

Noi e la Giulia viene introdotto da Edoardo Leo, che si è ritrovato in un triplice ruolo per l’occasione, sceneggiatore, regista e interprete: “Il film gira intorno a due macro-temi: il primo è un esortazione a provare a cambiare la tua vita, provare a realizzare il proprio piano B, che non è mai troppo tardi. Poi ovviamente c’è il tema della camorra, del pizzo, e in Italia abbiamo degli autori bravissimi che hanno già affrontato questo tema … Ma io faccio il commediante, e quindi l’ho affrontato a mio modo: ho preso il bellissimo libro di Fabio Bartolomei e ne ho creato un cinema fatto di attori, di persone, di personaggi che anche nella loro natura di essere falliti facevano molto ridere.”

Ci sono differenze generazionali nei tipi di fallimenti?

“Sicuramente la questione generazionale esiste: c’è una scena nel film nel film dove i protagonisti raccontano i proprio fallimenti e quella scena è esplicativa… perché vedi le sofferenze diverse nelle varie generazioni.” commenta Claudio Amendola, “Il fallimento è sicuramente la chiave di lettura di questo film.”
“C’è però da dire che tutti e tre i falliti, partono da un fallimento lavorativo, e questo secondo me è il vero problema comune di questa generazione. Se a me chiedono se sono felice, io rispondo di si perché fortunatamente ho un lavoro che mi piace. Mentre questi protagonisti falliscono come uomini perché falliscono nel lavoro.” conclude Luca Argentero.

Edoardo Leo continua a raccontare il lavoro dietro al film, “Io ho studiato tantissimo la confezione del film, e l’ho fatto sia con la produzione – per cui ringrazio molto Fulvio e Federica Lucisano- che ha creduto tanto in questo progetto insieme alla Warner Bros, ma anche con gli attori. Ho lavorato con loro nella creazione dei personaggi… ad esempio gli ho stravolto i look e loro hanno preso molto bene questo cambiamento! C’è chi si è fatto fare la pelata, chi si è fatto crescere la barba, chi ha preso un accento – Luca Agentero in realtà non molto volentieri, infatti mi ha scritto una bellissima mail di 3 pagine in cui spiegava perché non voleva che il suo personaggio avesse l’accento piemontese! Per questo voglio sapere il cast sempre con grande anticipo, perché voglio lavorare ad un personaggio insieme all’attore. Ad esempio volevo tanto lavorare con Anna, ma lei sarebbe stata incinta di 7 mesi per il momento delle riprese, e quindi ho deciso di riscrivere la sua parte e inserire questa gravidanza: abbiamo corso dei rischi, ma questo ha aggiunto tanto alla sceneggiatura. Abbiamo deciso tutti insieme di forzare un po’ questa commedia, ma sono contento di dire che , tutti insieme,ci siamo riusciti.”

Noi_e_la_Giulia_Edoardo_Leo_foto_dal_set_1_midSi può dire che Noi e La Giulia sia un’altro tipo di risposta al problema che si poneva Sydney Sibilia  in Smetto Quando Voglio, quindi la difficoltà nel trovare il lavoro, e reinventarsi?
“Non penso che il cinema debba essere didattico e dare un messaggio. Non avevo nessun messaggio da lasciare ai posteri con questa commedia. Sicuramente ci tengo a fare dei film non sradicati dal momento storico, ma io voglio raccontare una bella storia e voglio divertire ed emozionare. Se ci riesco, allora ho fatto il mio lavoro. Tocca poi allo spettatore trarre le proprie conclusioni.”

Che tipo di riferimenti ha avuto durante la stesura e le riprese di Noi e la Giulia?
“Questa per me è la terza regia e per me è stato come un crocevia: o cercavo di fare un film che significasse davvero qualcosa o dovevo parlarne con Federica Lucisano e mettere in dubbio il mio futuro da regista. Sicuramente in questo film c’è stata l’influenza di Ettore Scola, ma anche esempi moderni come American Hustle: mi faceva molto ridere come avessero ridicolizzato sex symbol come Bradley Cooper e Christian Bale. Infatti io ho preso Amendola e Argentero e li ho disintegrati!
Non siamo troppi registi quarantenni e dobbiamo cercare per forza di mescolare l’eredità della commedia italiana con ispirazioni più moderne, che diano magari un ritmo diverso. Questo film è stato girato in sequenza, seguendo la storia passo per passo, in maniera quasi teatrale. Non è una cosa comune, ma in questo modo ci siamo accorti di scene che non andavano e le abbiamo tolte subito, perché eravamo immersi nello sviluppo della storia come poi voi l’avete vista sullo schermo.”

“Questo fatto di girare in sequenza ha sicuramente aiutato ad entrare nei personaggi, perché noi attori arrivavo sul set quando il nostro personaggio doveva entrare in scena. E a proposito di questo, quando sono arrivato c’erano Luca e Edoardo che avevano appena avuto un attacco di ridarella, e saranno stati mezz’ora a ridere, bloccando così le riprese. Quindi io sono entrato proprio con l’atteggiamento severo di Sergio, perché pensavo veramente ‘ma dove sono capitato?’” commenta Claudio Amendola, e ci racconta di quanto è vicino al suo personaggio, un nostalgico comunista, “Conosco bene il mio personaggio. Conosco il dramma interiore. La sua rabbia repressa, le sue magliette (proprio le mie!). Edorardo mi aveva dato il libro di Bartolomei e quando ho iniziato a capire il personaggio di Sergio mi veniva da ridere perché mi ci rivedevo, rivedevo in lui i miei amici. Quindi è stato importante per me fare questo personaggio e dargli la giusta autoironia. Per me è un personaggio che mi ha fatto piacere interpretare e mi ha fatto capire quanto mi stia bene la barba.”

E gli attori protagonisti, hanno mai avuto un Piano B?

Anna Foglietta: “Io sì, ma ero ben preparata, perchè dopo 5 anni di provini non andati a buon fine, ero un po’ scoraggiata,ma alla fine la chiamata è arrivata. Ma proprio al limite!”
Claudio Amendola: “Io non ho fatto in tempo ad avere un piano B, perché non ho avuto tempo nemmeno di avere un piano A. Tutto quello che mi è successo dai 18 anni in su, che poi a 30 anni ho capito sarebbe stato per sempre, è stato incredibile. Io sono stato tanto tanto fortunato nella mia vita, e in certi momento ho provato a fare altro, ma ho sempre fallito, quindi alla fine ho capito che morirò facendo l’attore. Tardi spero!”
Luca Argentero: “Io sono al piano F! Seguo tutti i miei piani con passione e costanza. Spero di non ricalcare le orme di Amendola e spero che vadano a buon fine! Io ci convivo con i miei piani, ad esempio ho una piccola casa di produzione, una digital factory a Torino, un brand di moda e in tutto questo cerco sempre di dare fiducia ai giovani.”
Carlo Buccirosso: “Io ho un bel piano B, che sto mettendo in atto, ma non posso svelarvi nulla.”
Stefano Fresi: “Ad 11 anni volevo fare atletica leggera, quindi sono già nel mio piano B! Sono in pieno piano B. Però sicuramente penso anche ad uno C!”
Edoardo Leo: “Io oggi realizzo un sogno, quindi non ce la faccio a parlare di piano B. Per me non è normale tutto quello che mi sta accadendo negli ultimi anni, quindi sono contento così come sto adesso.”

 
 

Noi due arriva al cinema, ecco l’elenco delle sale in cui vederlo

noi due

Dopo Drive My Car, un nuovo, intenso road movie per la Tucker Film: il 5 maggio arriva al cinema Noi due (Here We Are), firmato dall’israeliano Nir Bergman e coprodotto dall’italiana Rosamont. A viaggiare attraverso Israele – in bici, in pullman, in treno – sono un padre e il figlio ventenne. Un giovane uomo, speciale e complicato, che deve fare i conti con un disturbo dello spettro autistico. E con la prima (grande) scelta della propria vita…

Noi due, la trama

Tel Aviv. Oggi. Aharon, ex disegnatore di talento ed ex marito di Tamara, ha rinunciato alla carriera e ai legami per dedicarsi totalmente al figlio Uri. È una dimensione parallela ed esclusiva, quella dentro cui camminano assieme, fatta di complicità e di abitudini incrollabili, di giornate rassicuranti e sempre uguali. Uri, per Ahron, è ancora un bambino, un bambino che ama la pasta a forma di stella, i pesci del suo acquario e “Gloriadi Umberto Tozzi, ma Tamara sa che il tempo ha bussato alla porta: Uri, piccolo adulto, ha bisogno di aprirsi lentamente al mondo. Agli altri. Alla condivisione di nuovi riti e di nuovi spazi. Una prospettiva, la “nuova casa”, che spezza il cuore del padre e terrorizza il figlio. Accettare il trasferimento in un centro specializzato o tentare di fuggire, maldestramente, negli Stati Uniti?

 Selezionato a Cannes e premiatissimo in patria, Noi due affronta il tema dell’autismo con la tenerezza leggera di una commedia on the road e l’intensità poetica di un dramma familiare, mettendo in campo un cast luminoso (a cominciare dai due straordinari protagonisti: Shai Avivi e Noam Imber) e alternando, senza strappi, commozione e sorrisi. Una riflessione a tutto campo sull’amore, sulla libertà e sulle fragilità che abitano dentro ognuno di noi.

Dove vedere Noi Due

  • Ascoli Piceno – Nuovo CineTeatro Piceno
  • Bergamo – Auditorium
  • Bologna – Cinema Teatro Galliera
  • Catania – Multisala King
  • Firenze – Cinema Stensen
  • Genova – Cinema Sivori, Sala Filmclub
  • Gorizia – Kinemax
  • Mantova – Il cinema del carbone
  • Mestre – Cinema Dante
  • Milano – Anteo Palazzo del Cinema
  • Modena – Cinema Astra
  • Napoli – Multicinema Modernissimo
  • Padova – Multiastra
  • Perugia – PostModernissimo
  • Pesaro – Cinema Solaris
  • Pescara – Cineteatro Massimo
  • Pordenone – Cinemazero
  • Rimini – Cinema Settebello
  • Roma – Cinema Giulio Cesare
  • Sesto San Giovanni – Cinema Rondinella
  • Spoleto – Cinema Sala Pegasus
  • Torino – Ambrosio Cinecafè
  • Trieste – Cinema Ariston
  • Udine – Visionario
 
 

Noi Credevamo: il film di Mario Martone

Noi credevamo film 2010

In Noi Credevamo Cilento, Regno delle due Sicilie. In seguito ai falliti moti rivoluzionari del 1828, facilmente e duramente repressi dall’esercito borbonico, tre ragazzi decidono di affiliarsi alla neonata setta clandestina della Giovine Italia fondata dal repubblicano Giuseppe Mazzini (Toni Servillo). Domenico e Angelo figli di nobili e Salvatore figlio del popolo saranno i tre protagonisti da cui si dipanano le vicende narrate in questo film il quale abbraccia un ampio periodo della nostra storia risorgimentale. I tre protagonisti ci accompagnano infatti dal primo e fallimentare tentativo insurrezionale del 1834 in Savoia sino al drammatico episodio dell’Aspromonte nel 1862 quando i fucili del neonato esercito italiano spareranno sulle giubbe rosse garibaldine.

Noi Credevamo, una parabola lunga trent’anni in cui Domenico, Angelo e Salvatore saranno interpreti di una storia fatta di grandi speranze, illusioni, paura, solitudine, esilio e tradimenti.Angelo(Valerio Binasco) rappresenta il mazziniano irriducibile e fanatico, pronto a cedere ad una impulsiva e irrazionale violenza che lo porterà ad uccidere il suo caro amico Salvatore (Luigi Pisani) da lui sospettato di tradimento. L’omicidio lo costringerà ad un’intera vita fuggiasca e solitaria sempre vissuta nel rimorso e nella paura; sarà questo stato disperato che lo spingerà verso l’interpretazione più estrema della teoria mazziniana “del pugnale” arrivando così a progettare insieme a Felice Orsini (Guido Caprino) il folle attentato alla vita di Napoleone III.

Domenico (Luigi Lo Cascio) sarà in prima linea nella breve e illusoria parentesi della Repubblica Romana nel 1849 alla caduta della quale sarà fatto prigioniero dalle truppe borboniche e incarcerato insieme ad altri dissidenti politici. In carcere Domenico avrà modo di conoscere importanti individualità del mondo sovversivo, da Carlo Poerio (Renato Carpentieri) al duca Sigismondo di Castromediano (Andrea Renzi) ma sopratutto avrà occasione di  realizzare come l’ideale repubblicano non sia più ritenuto imprescindibile da coloro che lo avevano precedentemente sostenuto. L’unità d’Italia è ora l’obbiettivo più impellente e monarchici e non vedono nel re di Sardegna, Vittorio Emanuele,  l’unico sovrano in grado di patrocinare la causa unitaria.

Noi credevamo Toni Servillo

Uscito dal carcere Domenico continuerà a frequentare gli ambienti clandestini di stampo repubblicano. Prima di rispondere alla chiamata di Garibaldi in Aspromonte avrà modo di assistere, a Parigi, all’esecuzione capitale inflitta all’amico Angelo in seguito all’attentato all’imperatore di Francia. Nel 1862, ad Unità raggiunta, Domenico si aggregherà ai volontari che il gen. Garibaldi raccolse dalla Sicilia alla Calabria con il preciso intento di dirigersi verso Roma e liberarla dal giogo del papato, facendone così la nuova capitale d’Italia. Il viaggio di Domenico attraverso il meridione “liberato” gli darà modo di constatare come i piemontesi interpretarono quell’annessione come una sorta di conquista e assisterà sgomento alle prime e tragiche vicende del brigantaggio.

La spedizione garibaldina fallirà tragicamente, fermata dai cannoni italiani per ordine dell’imperatore francese; i disertori saranno passati per le armi e lo stesso Garibaldi ferito gravemente. Ormai disilluso e tradito nei suoi originari sentimenti repubblicani, Domenico farà un ultimo viaggio a Torino dove assistendo ad una seduta del parlamento unitario ascolterà con disgusto un discorso filo-monarchico del vecchio mazziniano Francesco Crispi (Luca Zingaretti).

Noi credevamo un ampio ed importante affresco storico

Noi credevamo è un ampio ed importante affresco storico della durata di 2 h e 50 min, in cui Mario Martone cerca con impegno e coraggio di illustrare la complessa quanto contraddittoria storia del Risorgimento italiano. Il punto di vista da cui  lo spettatore può assistere alle vicende narrate è quello più prettamente repubblicano, essendo i tre protagonisti convinti seguaci di Mazzini. E’ un’ ovvia conseguenza che il film sia pervaso, sopratutto nel finale, da una forte venatura critica, da una marcata disillusione verso quello che poteva essere e non è stato.

L’immagine finale di un Crispi, un tempo protagonista della causa mazziniana prima e garibaldina poi, che dal suo scranno di un parlamento desolatamente vuoto improvvisa un retorico quanto appassionato discorso filo-monarchico, è la chiosa che il regista vuole imprimere alla storia accentuando la delusione di coloro che, come Domenico – Lo Cascio, avevano sacrificato la vita per ben altri ideali.

Rimanendo collegati alle polemiche attuali tra i ferventi difensori della storia risorgimentale e i revisionisti dell’ultima ora che invece vedono nel processo unitario l’origine dei mali sia per l’Italia settentrionale che per quella meridionale, Martone mantiene una posizione più neutra e critica anche se, forse, velatamente a difesa dell’ideale unitario e indipendentista.
Il regista si guarda bene da cadere in facili tentazioni di retorica patriottarda, che oggi la critica avversa come un male assoluto, ed imposta il film sulla base di lunghi e ricercati dialoghi i quali ne conferiscono un carattere più spiccatamente teorico. Infatti le più importanti vicende risorgimentali, le battaglie di indipendenza, le Repubbliche temporaneamente instauratesi a Venezia e Roma nel ’49, sono solo raccontate da una voce narrante, fanno come da sfondo ai fatti a cui lo spettatore assiste. La quasi totale mancanza di azione è, a mio avviso, la lacuna principale del film Noi credevamo il quale rinuncia sistematicamente ad avventurarsi in sequenze di movimento. Considerata la durata del lungometraggio questo limite si accentua particolarmente.

Noi credevamo Guid Caprino e Luca Zingaretti

Detto questo è sicuramente da apprezzare la fotografia curata da Renato Berta oltre al soggetto liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Anna Banti e la ricostruzione scenografica che ha riprodotto con efficacia le ambientazioni. Pregevoli le singole interpretazioni degli attori cui spiccano per passione e intensità il Mazzini di Toni Servillo e il repubblicano Domenico – Lo Cascio. Riguardo ad un paio di apparenti sviste come la scalinata in stile moderno che porta alla ghigliottina o alle case in costruzione in cemento armato nel Cilento, sembrano troppo clamorose e grossolane per non nascondere un significato simbolico.

Personalmente credo che si debba in ogni caso ringraziare Mario Martone per aver portato nelle sale dei cinema italiani, non di moltissimi purtroppo, un film di tale spessore trattante il tema del Risorgimento nazionale. In aggiunta se grandi protagonisti di quel preciso periodo storico, come Cavour o come Garibaldi, non vengono interpretati da alcuno ( in verità il Generale si intravederà in controluce e da lontano in una fugace sequenza ) Martone dà un significativo risalto ad altri protagonisti meno noti ma comunque importanti nella storia risorgimentale come la principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso, paladina dei valori democratici e benefattrice degli esuli rivoluzionari.

In un momento storico come quello attuale dove i 150 anni dell’unità hanno, ad oggi, avuto il solo risultato di creare polemiche, sterili dibattiti e riacceso tristi quanto puerili vagiti secessionisti sia al nord che sopratutto al sud, dove sta proliferando una nuova letteratura “storica” filo-borbonica, questo film è di grande utilità. Infatti se è vero che Noi credevamo spinge a riflettere su una vecchia quanto ormai assodata distinzione tra un Risorgimento dei vincitori ed uno dei vinti, uno ufficiale ed uno popolare come scrisse a suo tempo Carlo Rosselli, questo film di Martone rende onore e merito verso quelle migliaia di uomini e donne, giovani e meno giovani che diedero la vita, la loro vita, per costruire questo paese. Il Risorgimento, ci dice Martone, non fu perfetto ma pieno di contraddizioni, ma non finì con quel 1862, aggiungo io, ma si completerà solo 76 anni dopo con il referendum per la Repubblica. Noi credevamo non è un film retorico o pedissequo verso il Risorgimento italiano ma è un film sul Risorgimento italiano e se anche un solo giovane studente lo andrà a vedere…beh è già un buon inizio.

 
 

Noi ce la siamo cavata: recensione del docufilm

Noi ce la siamo cavata recensione

A trent’anni dal grande successo di Io speriamo che me la cavo, diretto da Lina Wertmüller, Noi ce la siamo cavata, di Giuseppe Marco Albano, racconta che ne è stato dei bambini che interpretavano la classe del maestro Sperelli, Paolo Villaggio, veri protagonisti assieme a lui di quel caso cinematografico, targato 1992. Presentato in anteprima fuori concorso al 40 Torino Film Festival, il film arriva dal 5 gennaio al cinema.

La trama di Noi ce la siamo cavata

Il documentario nasce dalla mente del protagonista Adriano Pantaleo, assieme al regista e produttore Giuseppe Marco Albano, che poi hanno sceneggiato Noi ce la siamo cavata con Andrej Longo. È Pantaleo, che nel film di Wertmüller interpretava il piccolo Vincenzino – tra coloro che hanno proseguito nella carriera di attori, come Ciro Esposito, Raffaele – a voler rispondere alla domanda che spesso gli viene rivolta da chi lo ferma per strada: che fine hanno fatto i tuoi “compagni di classe” della terza B di Corzano? Inizia così il suo percorso, nel quale ricontatta gli ex compagni di set – Luigi L’Astorina, Totò, Carmela Pecoraro, Tommasina, Mario Bianco, Nicola, Pier Francesco Borruto, Peppiniello, Maria Esposito, Rosinella, tra gli altri – per capire che strada hanno preso le loro vite, a 30 anni di distanza da quel film.

Domanda loro e si domanda: ce la siamo cavata? Vi sono anche le voci di chi interpretava gli adulti che si muovevano attorno a questo vivacissimo gruppo di bambini. Attori del calibro di Gigio Morra, il custode, Isa Danieli, la preside, Paolo Bonacelli, Ludovico, e ovviamente, il maestro, Paolo Villaggio, che compare in alcune interviste risalenti all’epoca del film. Gli autori inseriscono anche le voci di molti tra coloro che avevano collaborato al progetto Io speriamo che me la cavo. Dallo sceneggiatore Andrej Longo, di cui si è detto, all’assistente alla regia Stefano Antonucci, dal produttore Ciro Ippolito alla responsabile del casting Mariarosaria Caracciolo, al coach di recitazione che preparò i bambini. Non solo un bilancio di esistenze a trent’anni di distanza, dunque, ma soprattutto un omaggio a Io speriamo che me la cavo, alle forze creative che lo resero possibile, prima fra tutte quella della sua vulcanica regista, Lina Wertmüller, cui il film è dedicato.

Un appassionato viaggio a ritroso

Noi ce la siamo cavata è un film sentito, perché racconta qualcosa che ha veramente cambiato le vite di tutti i piccoli protagonisti che vi hanno partecipato. Non solo di chi poi ha fatto della recitazione il suo mestiere. Adriano Pantaleo è il primo a raccontare in modo appassionato la sua storia, a sentirsi baciato dalla fortuna nell’essere stato scelto per interpretare Vincenzino. C’è in tutti i protagonisti ed è evidente, l’emozione autentica nel rivedersi bambini sul set, nel tornare in un attimo indietro nel tempo. Ci si muove sul filo della memoria e anche un po’ della nostalgia. Tuttavia, a Giuseppe Marco Albano – autore di cortometraggi apprezzati in diversi festival e del lungometraggio Una domenica notte, del 2012 – non interessa un ricordo nostalgico e fine a sé stesso. Gli interessa invece il valore di un passato capace di proiettarsi verso il futuro. Alcuni giovani protagonisti fanno anche un po’ di critica a posteriori, specie Pantaleo ed Esposito, che affermano di aver sentito su di sé, con il successo del film, la responsabilità di essere presi ad esempio dagli altri, ed evidenziano come questo li abbia fatti crescere in fretta. Tutti, però, ripeterebbero senza esitazione l’esperienza.

Omaggio a Lina Wertmüller e Paolo Villaggio

Emerge poi il ritratto di Wertmüller come la regista di grande carattere nota al suo pubblico, dal metodo rigoroso e dai modi gentili, ma schietti, che pretendeva molto anche dai piccoli interpreti e vedeva in loro quella “pulizia di cuore” che a suo parere poteva rappresentare il vero valore aggiunto del film. Paolo Villaggio appare invece desideroso di esperienze attoriali diverse, che lo portassero lontano dal personaggio di Fantozzi. Emerge la sua voglia di partecipare a un film dove poter mostrare capacità diverse e diverse sfumature del suo carattere. Noi ce la siamo cavata è senz’altro un omaggio a queste due grandi figure del nostro cinema.

Napoli ieri e oggi

Affiora, infine, il ricordo di una Napoli fuori dallo stereotipo, in cui sembrava esserci ancora una speranza, riposta, nonostante tutto, proprio nei piccoli protagonisti. Una Napoli piena di contraddizioni e criticità, ma viva e vitale, come di fatto la città è, contrapposta a quella Napoli unicamente buia e tetra, spietata e disperata, che oggi emerge spesso dagli schermi. Noi ce la siamo cavata è forse anche un invito a tornare a guardare la città con uno sguardo disincantato, sì, ma non disperato, nonostante tutto ottimista, come quello di Lina Wertmüller, conoscitrice profonda di Napoli e convinta delle sue infinite capacità di rigenerazione. La stessa speranza di rigenerazione e rinnovamento è nutrita dal regista Albano, e la nuova generazione nata da coloro che un tempo furono i piccoli protagonisti di Io speriamo che me la cavo, ne è il simbolo.

Dove e quando vedere Noi ce la siamo cavata

Noi ce la siamo cavata di Giuseppe Marco Albano è prodotto da Mediterraneo Cinematografica e Terra Nera, con il contributo della Regione Campania, in collaborazione con Lo Scrittoio e la Film Commission Campania. È al cinema dal 5 gennaio 2023.

 
 

Noi anni luce: la recensione del film di Tiziano Russo

Noi anni luce recensione

“Abbiamo i risultati delle analisi. Si chiama leucemia mieloide acuta.” – Noi anni luce

Quando si è giovani, la morte non è un pensiero che ci sfiora. Neanche per un attimo. Perché non è qualcosa che ci tocca da vicino, ma è parte della vita dei grandi, anagraficamente più prossimi a quel “punto di non ritorno”. Sono proprio quelli gli anni in cui ci si sente invincibili, in cui si crede di poter attraversare mari e monti instancabilmente, spingendosi oltre il limite. Ma quando la realtà, quella più brutta, si schianta addosso rallentandone il cammino, è un attimo a dover rimettere in prospettiva tutta un’esistenza. Basta un nano secondo, una semplice notizia, e la vita ti chiede di essere quell’adulto che guardavi da lontano e a tratti compativi.

Ed è questo che succede a Elsa in Noi anni luce, esordio alla regia di Tiziano Russo, che dopo essersi fatto strada nel mondo dell’audiovisivo con la serie SKAM Italia, arriva a guidare un teen movie che segue la traccia di quelli d’oltreoceano (non a caso prende spunto dall’australiano Matching Jack di Nadia Tass). Presentato nell’ambito del Giffoni Film Festival, ha come protagonisti due giovani stelle nascenti del cinema italiano, Carolina Sala e Rocco Fasano. La sceneggiatura di Noi anni luce è firmata da Isabella Aguilar e Serena Tateo. Il film sarà disponibile nelle sale dal 27 luglio, distribuito da Notorious Pictures.

Noi anni luce, la trama

Elsa (Carolina Sala) ha tanti sogni nel cassetto, primo fra questi diventare una stella del canottaggio. Ha una vita davanti e il futuro le sorride, fino a quando nel bel mezzo di una gara non ha un mancamento e sviene. Sarà qualcosa di semplice, pensa lei, magari un calo di zuccheri, carenza di qualche vitamina, troppo stress, ma dopo una serie di accertamenti i risultati non sono per niente buoni e rassicuranti: si tratta di leucemia. La vita della giovane ragazza cambia, costretta in una stanza d’ospedale e bisognosa di un trapianto di midollo, le giornate sembrano diventate incolori e insapori. Mentre aspetta un donatore che possa salvare la vita, Elsa incontra nel reparto di ematologia Edo (Rocco Fasano), un altro ragazzo che sta affrontando la sua stessa malattia. Da quella conoscenza, che si protrarrà oltre le mura ospedaliere, la ragazza troverà la forza per intraprendere – insieme a Edo – un viaggio alla ricerca del padre che, a detta della madre, le ha abbandonate sparendo nel nulla. Lui è l’ultima possibilità di Elsa per guarire, ma dovrà mettere a dura prova se stessa, mentre nel frattempo l’aria comincia a profumare di amore.

Noi anni luce Carolina Sala e Rocco Fasano

Un teen drama dai toni romance che non ingrana

L’atmosfera creatasi in Noi anni luce ha il sapore di molte pellicole americane teen che abbracciano il genere drama. Il film sembra infatti seguire lo stesso leitmotiv di storie come Colpa delle stelle, A un metro da te o Cosa mi lasci di te, incentrando la narrazione sulla malattia di due ragazzi che vivono il loro percorso – ospedialiero e di vita – con quel fardello pesante sulle spalle in maniera del tutto diversa. L’intento di mostrare il punto di vista di entrambi è dunque interessante, ma risulta essere un punto poco saldo all’interno del racconto. Il doppio point of view di Edo ed Elsa perde di forza nel corso della progressione degli eventi, ed è come se il film sentisse più l’esigenza di mostrare la storia d’amore fra i due, piuttosto che formulare un discorso più strutturato a livello drammaturgico.

La ricerca disperata del padre da parte di Elsa, accompagnata dalla visione diversa che ha lei sia della sua situazione che della lecuemia stessa rispetto a Edo, era un espediente narrativo efficace per esplorare più nell’intimo le differenti reazioni dei protagonisti riguardo la malattia e il concetto di vita, che sarebbero andati a confluire in un interessante coming of age. Cade però tutto in prescrizione, ogni spinta narrativa che tenta di aprire una parentesi più ampia ed elaborata sull’incombenza della morte e sul modo in cui due adolescenti cercano di aggirarla, è schiacciata troppo dalla componente romance (comunque poco accattivante) che incombe con prepotenza su tutto l’impianto del film, spegnendo quel poco di coinvolgimento da parte dello spettatore.

Un film che gira un po’ a vuoto

E allora se Noi anni Luce dà l’impressione di essere un film a metà è purtroppo a causa di una sceneggiatura traballante, a tratti dormiente e pusillanime, scritta soltanto per far muovere quasi per inerzia i suoi personaggi all’interno di una bolla che sembra essere sempre sull’orlo di scoppiare e farli cadere. Russo ci prova a dare un tono drammatico al film, ma è chiaro che non c’è una visione d’insieme e neppure un pilastro fisso tematico attorno al quale far ruotare il racconto. Edo ed Elsa sono i primi ad avere poca caratterizzazione, e il tutto va peggiorando quando si passa ai loro comprimari, i quali compaiono in alcune scene (come la madre o il padre di lei) senza apportare davvero un cambiamento essenziale ai fini della storia. Tutto si trova ad essere così un pretesto – inutile e spigoloso – per far funzionare una trama romantica che, alla fine, è solo pregna di cliché e frasi comuni, lì dove il finale, ma anche i turning point, sono già telefonati.

Il regista manca perciò di elaborare ciò che ha comunque inserito in Noi anni luce: la storia di una sportiva costretta a fermarsi a causa di un male più grande, il supporto e la condivisione di questo con un coetano di cui poi si innamora, e il rapporto padre-figlia, in cui la tematica dell’abbandono voleva essere forte ma invece risulta debole e scarna. Tutto, in favore di una velocità (anche nella love story, pur essendo preponderante) e di una poca determinazione che, inevitabilmente, annacquano l’opera, non dando modo al suo pubblico di poterla apprezzare come si deve, insabbiandone di conseguenza tutte le buone intenzioni.