L’attesissima serie fantasy
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere – Stagione 2 è proprio dietro
l’angolo, in uscita il 29 agosto 2024. La nuova
stagione introdurrà alcuni mostri di rilievo con l’apparizione
degli ents e di Damrod. Tuttavia, l’aggiunta più eccitante
sarà il ragno gigante Shelob, che a quanto pare è stato
sottoposto a un intricato aggiornamento del design.
Shelob è un personaggio iconico di
J.R.R. Tolkien, figlio del
leggendario aracnide Ungoliant. Come ha dichiarato Maxim
Baldry, che interpreta Islidur, a
GamesRadar in occasione del Comic-Con di San
Diego, il ragno dovrebbe essere più terrificante che
mai nella prossima stagione. L’attore ha dichiarato che
c’erano molte aspettative da soddisfare per quanto riguarda
l’aspetto di Shelob e, inoltre, il processo di ripresa è stato
complesso. L’attore è rimasto piuttosto sorpreso di come
sarebbero andate le cose e ha spiegato un dettaglio del
dietro le quinte con le seguenti parole:
“Quando stavamo girando, c’era
un pallone da rugby, due tizi in tuta e dei bastoni, e io pensavo:
‘Oh Dio, come verrà fuori?’”.
Baldry ha inoltre spiegato come
a Shelob sia stata conferita una forte personalità
e ha anticipato il tira e molla tra il suo personaggio Islidur e
Shelob nella prossima stagione. La scena, vista anche nei
trailer, mostra Islidur nella caverna del ragno e quando si trova
faccia a faccia con Shelob, il ragno ha un aspetto feroce. Baldry
l’ha descritto come un momento bellissimo mentre descriveva la
forma mostruosa data a Shelob.
La seconda stagione de ‘Gli
Anelli del Potere’ vede Islidur diventare una parte importante
della trama
Nella stessa intervista, Baldry ha
anche raccontato come il suo personaggio sia destinato ad
avere ampie trame che lo renderanno una parte essenziale
della serie. Spiega che l’abbandono di Islidur da parte di tutta la
sua famiglia e della sua nazione, mentre lotta per la
sopravvivenza, avrà un ruolo fondamentale nella seconda stagione
de Gli anelli del potere.
La seconda stagione vedrà Islidur
combattere contro molti mostri. Baldry ha anche detto che gli è
piaciuto particolarmente ritrarre il suo personaggio in
modo più fisico. Sebbene la maggior parte dei discorsi
sulla stagione siano stati pieni di oscurità e gore,
l’attore ha anche rivelato un dettaglio più spensierato:
Islidur siinnamoreràper la prima volta nella prossima stagione.
L’interesse amoroso che è stato
anticipato sarà molto probabilmente Estrid, interpretata da
Nia Towle. La stagione 2 di
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Poterepotrebbe vedere Islidur
stringere una relazione sismica con Estrid e le foto del
set hanno anche rivelato l’intimità del duo.
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 chiude la prima
stagione della titanica serie Amazon Prime Video con rivelazioni e svolte,
senza regalare grandi sorprese ma mirando a quel punto preciso di
un immaginario petto dell’audience che, arrivata a questo punto,
dovrebbe avere a cuore le sorti dei personaggi.
I finali di stagione
sono sempre molto complicati, perché se da una parte devono
chiudere un arco narrativo e dare soddisfazione allo spettatore,
devono anche trovare il giusto equilibrio con ciò che rimane da
raccontare e creare la strada per il ciclo successivo, in modo tale
che possa comunque suscitare l’interesse del pubblico. Quello che
realizza Alloyed (titolo indicativo, in italiano,
L’Amalgama) è un perfetto equilibrio tra le due strade,
giacché proprio nel bilanciamento degli ingredienti si trova il
cuore di questo episodio di congedo.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08,
due location
Le vicende che
coinvolgono i protagonisti sono tutte legate a punti di svolta e
identità rivelate, per cui, in questa recensione de Il Signore
degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08 ci si limiterà a dire
che il terreno di gioco scelto dagli showrunner per quest’ultima
(per il momento) ora nella Terra di Mezzo è diviso tra le stanze
elfiche dell’Eregion, nella bottega di Celebrimbor, e le colline
attraversate dai Pelopiede nelle loro migrazioni verso territori
non ostili a creature miti e indifese, quali sono gli antenati
degli Hobbit.
In questi due setting, seguiamo le
vicende delle specie che rappresentano a tutti gli effetti il grado
più alto e quello più basso della scala di valori tolkieniana, dove
alto e basso non hanno accezione negativa o positiva ma si
riferiscono alla distanza tra ciò che è terreno e concreto e ciò
che è nobile e divino. Da una parte ci sono gli elfi: creature che
vivono per sempre e che per questo hanno una percezione del tempo
dilatata e vedono il futuro, impegnandosi a proteggere i figli e le
terre di Arda sulla lunga distanza. Dall’altra i Pelopiede: quelli
che sono a tutti gli effetti antenati di Frodo, Sam, Merry e Pipino
sono creature semplici, ancorate alla terra, ancora di più in
questa loro versione “primitiva”, dal momento che si spostano con
il mutare delle stagioni, assecondando la natura e vivendo una vita
semplice in comunità, con la granitica convinzione che nulla può
essere affrontato o avere senso se non si è in gruppo, in
famiglia.
L’Amalgama perfetta tra valori alti e bassi di Tolkien
I nobili e eroici elfi e
i calorosi e terreni hobbit, quindi, entrambi testimoni di
manifestazioni che cambieranno per sempre gli ordini della Terra di
Mezzo. Ed è interessante il lavoro speculare, rispetto alle
rivelazioni a cui si è accennato, che si è fatto in fase di
sceneggiatura, dal momento che quella che chiude a tutti gli
effetti un momento importante della macro-storia che vedremo
raccontata su Prime Video, apre anche l’inizio dei giochi per la
Terra di Mezzo, mettendo sul campo i principali giocatori di questa
grande partita.
Senza però guardare
troppo al futuro e alle rivelazioni più o meno inaspettate che ci
regala questo finale di stagione, possiamo con buona ragione dire
che con Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×08
gli spettatori sono testimoni della leggenda che si fa storia
raccontata, mostrata a schermo e riscoperta. Non è certo un segreto
che il finale di stagione mirava a mostrarci la forgiatura degli
anelli elfici, e questo accade nella forgia di Celebrimbor, il
mastro fabbro dell’Eregion, questo accade davanti agli occhi di
Galadriel e Elrond, i quali, si sa, diventeranno due dei tre
Portatori, testimoni dell’alba di un’era, quella degli Anelli, che
vedrà il mondo trasformarsi.
Un’eco distante e distinto de Le
Due Torri
Dopo l’emozionante
dittico formato da Udun e
The Eye, che porta la firma di Charlotte
Brändström, torna al timone de Gli Anelli del
PotereWayne Yip, che, proprio come nel
titolo della puntata, amalgama tutti gli elementi fondamentali di
questa prima stagione per un finale che non insiste sullo
spettacolo, ma guarda al dettaglio, al piccolo, alle conseguenze,
soprattutto guarda al cuore del pubblico. C’è una deferenza
spiccata nei confronti del lavoro su Tolkien fatto da Peter
Jackson, non solo nella scrittura di alcuni personaggi e
addirittura di alcune battute, ma nel tono che acquista la storia,
e l’ultima parte dell’episodio: c’è la salda speranza in due
viandanti con una missione, c’è la scintilla che nasce da un’opera
di collaborazione/una vittoria, c’è l’incertezza che striscia verso
i piedi del Monte Fato che ancora non si chiama così, c’è l’eco
fortissima del finale incerto e insidioso de Le Due
Torri, con tanto di brano sui titoli di coda che ricorda
quell’inquietante e affascinante Gollum’s Song, all’epoca
cantata da Emiliana Torrini. Musicalmente, il
brano di chiusura di Alloyed rievoca quella canzone in maniera
spudorata, ma il testo è ancora più noto, da brividi ai polsi.
Perché se è vero che
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere costeggia da
lontano molti dei fatti raccontati da Tolkien, omaggia i luoghi, i
personaggio, lo spirito epico e d’avventura che oltre la filologia
spicciola tiene conto della memoria emotiva.
Ancora una volta, il
mondo di Tolkien parla agli spettatori attraverso uno schermo, e di
nuovo lo fa con parole semplici quali amicizia, sacrificio,
scoperta, parole che ci avvicinano alla piccola Nori, ai suoi occhi
grandi, al suo cuore puro, ancora più grande e affamato di
avventura. Perché è quello il punto di vista privilegiato per avere
l’esperienza più completa della Terra di Mezzo, così come era
quella la prospettiva di Tolkien (che si definiva lui stesso un
Hobbit) sul suo creato.
L’Occhio senza
palpebra è una definizione che è diventata simbolica e
rappresentativa di Sauron in persona, nella mitologia condivisa
trai fan di Tolkien e il fatto che Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 1×07 si intitoli proprio
The Eye,
l’occhio appunto, è indicativo di quello che vuole portarci a
scoprire: l’identità di Sauron.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×07, cosa
succede
Per arrivare alla
rivelazione che, vi tranquillizziamo, non viene svelata in questo
episodio, bisogna però percorrere ancora della strada. All’indomani
della grande Battaglia per le Terre del Sud, gli schieramenti
raccolgono i superstiti, ormai all’ombra di quello che è
inequivocabilmente il Monte Fato.
La montagna vulcanica
ruggente e minacciosa ha coperto di cenere e fuoco l’aria delle
terre a meridione della Terra di Mezzo, delineando un territorio
preciso e ben noto. All’interno di queste terre ormai abbandonate
dalla luce del sole, gli orchi di Adar sono in grado di muoversi
liberamente, senza mantelli elmi o altre protezioni dagli “orribili
salubri raggi solari” e, allo stesso modo, i numenoreani
superstiti, guidati da Elendil e dalla regina reggente Miriel,
cercano di radunarsi in un luogo sicuro, per sfuggire alla coltre
minacciosa.
Per gli uomini la
battaglia è persa e, mentre Galadriel ritrova con Theo la strada
verso l’accampamento, a nord, nel ventre di Kazhad-dum, Durin IV
deve trovare una via tra la fedeltà al suo popolo e il volere di
suo padre il re, Durin III e la devozione verso Elrond,
quest’ultimo “gioca sporco” facendo leva proprio sui sentimenti
duri come la roccia dell’amico nano. Anche su questo fronte, la
battaglia, più tattica e mentale, è ancora aperta. Intanto, nelle
pianure centrali, la dolce e volitiva Nori fa un incontro
inaspettato, si confronta con il suo futuro e fa una scelta
coraggiosa in nome dell’affetto che nutre per lo Straniero.
Peter Mullan (King Durin III), Robert Aramayo (Elrond), Owain
Arthur (Prince Durin IV)
Dopo i fasti
dell’episodio precedente, Udun, The Eye ci riporta a un
livello meno concitato di storia e azione, in cui dopo l’esplosione
della battaglia, le pedine si devono riposizionare per il gran
finale. Non siamo sull’orlo di un’altra battaglia, ma siamo più
dalle parti della grande rivelazione, mentre i vari protagonisti e
le storyline parallele si preparano alla pausa che ci sarà tra la
prima e la seconda stagione, entrata in produzione a Londra.
Il sapore di questo
episodio di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere è quello del citazionismo, della nostalgia, della
rievocazione. Sono molti i momenti in cui viene ricalcata l’opera
di Peter Jackson, e non solo, come è stato fino a questo momento,
nella riproposizione di un look o di un’inquadratura, ma anche
nelle dinamiche trai personaggi, nelle loro decisioni di fare una
cosa invece di un’altra, proprio nel modus di affrontare
determinate situazioni che vengono poste davanti ai loro passi.
Dopo l’egregio lavoro
fatto con l’episodio 6, Charlotte Brändström si
conferma capace di portare avanti i personaggi che, purtroppo, non
sono riusciti, non tutti almeno, a insediarsi nel cuore dello
spettatore. Perché se da una parte è vero che Galadriel è l’eroina
che tutti vogliamo, Nori e la sua famiglia sono la casa che tutti
desideriamo, e Durin e Elrond rappresentano l’aspetto comico e
politico dell’intera storia, e tutti questi personaggi hanno delle
motivazioni chiare e comprensibili, tutti i personaggi umani sono
invece lasciati a margine dell’approfondimento psicologico.
Markella Kavenagh (Elanor ‘Nori’ Brandyfoot), Lenny Henry (Sadoc
Burrows),
Quando gli orchi hanno più spessore degli uomini
Halbrand, Bronwyn, tutti
gli uomini del Sud, Miriel e Elendil sono pedine di un gioco che
non si è curato di dare loro spessore e credibilità, con il
risultato che non capiamo davvero perché Miriel abbraccia la causa
di Galadriel, perché Halbrand dovrebbe essere riconosciuto come Re
dagli uomini del Sud, perché Bronwyn diventa leader della
resistenza? Sono domande che ci poniamo di fronte a un flusso
narrativo che non ha altra giustificazione se non quella di dover
procedere per forza in quel modo.
Non si può dire lo
stesso invece degli orchi, di Adar che li guida. Come abbiamo detto
anche nella recensione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
1×06, questi orchi, cattivi, osceni nella loro
deformità e nelle loro intenzioni, sono comunque raccontati come
creature viventi che hanno uno scopo e un desiderio, per quanto
possa essere nefasto, e questo li rende compresi e capiti,
nonostante siano sempre comunque respinti dai popoli liberi della
Terra di Mezzo.
Quello che ci aspetta
nel finale di stagione è facilmente intuibile: potremmo avere
qualche conferma in più su chi è Sauron, su quale sarà il suo
percorso per adempiere al suo oscuro obbiettivo, soprattutto come
l’alleanza tra elfi e uomini potrà provare a contrastare una
battaglia che, lo sappiamo bene, sarà vinta soltanto
temporaneamente. Per colpa degli uomini, di nuovo.
E infine siamo giunti a
questo momento delicatissimo e cruciale: l’episodio de
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 1×06,
che si intitola Udûn, è esploso in tutta la
sua potenza sui canali di Prime Video, lasciando a bocca aperta, ci
scommettiamo, anche gli scettici di questa operazione produttiva
che si rivela, di puntata in puntata, sempre più impegnativa, sia
da un punto di vista tematico che da quello produttivo/di messa in
scena.
Il Signore degli Anelli: Gli
Anelli del Potere 1×06, Udûn, la trama
L’ora di durata
dell’episodio 6 si sviluppa, a differenza di quanto visto fino a
questo momento, in una unità di tempo e di luogo, ovvero la
battaglia nelle Terre del Sud, a Ostirith, dove la
coraggiosa Bronwyn e l’elfo
Arondir guidano pochi fieri uomini del sud contro
l’imminente attacco dell’esercito di Orchi guidati da
Adar. Le creature dell’oscurità cercano
spasmodicamente la spada spezzata rinvenuta da Theo, e sanno che è
nelle mani degli uomini perché, nella migliore e più triste
tradizione umana, molti di loro hanno tradito la loro specie per
andare ad ingrossare le fila del nemico. Quello che però
Bronwyn e i suoi non sanno, è che sta arrivando la
cavalleria, perché Galadriel, con
Halbrand e l’esercito di numenoriani con la regina
Miriel sono sbarcati nella Terra di Mezzo.
Lloyd Owen (Elendil), Maxim Baldry (Isildur)
L’Inferno si avvicina
Il titolo de Il
Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×06,
Udûn, porta alla memoria del fan della trilogia jacksoniana una
precisa battuta di Galdalf il Grigio, durante il
suo duello con il Balrog il quale viene apostrofato dallo Stregone
proprio come “Fiamma di Udûn”. In Sindarin, quella parola indica
l’Inferno, ed è il nome scelto da Morgoth stesso per la sua
fortezza. Questo piccolo excursus linguistico dovrebbe rendere
chiaro allo spettatore verso quale direzione sta andando la serie,
soprattutto alla luce del finale jaw-dropping che ci catapulta
dentro all’Inferno vero e proprio, appunto. Ma prima di arrivare a
quel finale, a quella potenza, a quell’epicità, l’episodio della
serie Prime Video ci mette di fronte al primo vero e proprio
scontro della storia.
La regista
Charlotte Brändström ha fatto tesoro non solo
della lezione di Peter Jackson nella sua trilogia,
ma anche di chi è venuto dopo, come la squadra produttiva de
Il Trono di
Spade, che in quanto a combattimenti notturni se l’è
cavata piuttosto bene. E dunque c’è l’epica e c’è il realismo, ci
sono creature mostruose che combattono contro uomini spaventati ma
che resistono sulle loro grande, ci sono fiamme che divampano, ci
sono frecce che si conficcano in toraci e spade che fendono
braccia, un’esplosione di sangue grafica, che rappresenta una
“prima volta” nel panorama della rappresentazione audiovisiva della
Terra di Mezzo ma che trova la sua perfetta collocazione in questo
episodio che si esaurisce quasi completamente in questo scoppio di
violenza.
Si cominciano a vedere i frutti
della semina
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 1×06 è come un seme di
Alfirin, che comincia a sbocciare dopo che i primi
episodi hanno rappresentato la semina, un episodio ricco di
avvenimenti ma anche di emozioni forti degli attori in gioco.
Miriel che ha corso un grande rischio per un bene
superiore ma si sente responsabile delle vite dei suoi soldati,
Galadriel che, che lo voglia o no, ha trascinato
molte vite verso la morte, Arondir e
Bronwyn, che combattono sia per la loro libertà
che per il loro amore, e gli stessi cattivi, gli orchi e il loro
leader, Adar, che in un inedito discorso di
incoraggiamento, mostra queste creature disgraziate e deformi mai
così umane e vicine a un senso di appartenenza che può essere
capito e condiviso, nonostante sia votato al male.
L’ambizione epica de Gli Anelli
del Potere
L’epica si racconta a
profondi respiri, grandi e lunghi capitoli di un romanzo pesante,
che si leggono con attenzione e si lasciano sedimentare prima di
proseguire con quello successivo. Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
si sta rivelando questo. Nonostante le deviazioni dal materiale
originale, le libertà che si sono presi gli autori in fatto di
trama e personaggi, la serie Prime Video mira a
una costruzione epica che è fatta di attese, racconti e
conversazioni, ma anche, come nel caso del sesto episodio, di
esplosioni di violenza, scontri e rese dei conti.
E alla luce di questo
finale, e con altri due episodi rimasti prima della fine, sappiamo
che possiamo aspettarci una conclusione spettacolare ed epica.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×04, cosa
succede
Mentre Galadriel è
sempre a Numenor e cerca un canale di comunicazione con la regina
reggente Miriel, incontriamo il giovane Isildur che sembra faticare
a trovare il suo posto nella flotta del regno, sotto il comando di
suo padre Elendil, Arondir si trova faccia a faccia con il male in
persona, colui che sta mettendo in atto un piano malvagio per
conquistare tutte le terre del Sud, condannando così la Terra di
Mezzo a un’era d’ombra. E, mentre in questo episodio non c’è spazio
per la dolce Nori, la sua tribù itinerante di Pelopiede e il
misterioso straniero che li accompagna, ritroviamo Elrond,
Celebrimborn e i nani, con Durin e Disa alle prese con un segreto e
con la gestione del loro amico e ospite, forse non tanto
disinteressato. E mentre i popoli del sud guidati da Bronwyn
trovano rifugio nella torre elifca, la donna non sa che proprio suo
figlio Theo sta guidando involontariamente il male dritto dritto
tra le mura di quel nascondiglio.
Diretto da Wayne
Yip, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere 1×04 ci porta finalmente dentro il cuore
dell’azione dal momento che abbiamo incontrato e familiarizzato con
le varie razze che popolano la Terra di Mezzo e i regni
circostanti. Ora non ci resta che scoprire dove i cammini di queste
anime coraggiose arriveranno a incontrarsi e a scontrarsi con
l’Unico Nemico, quel Sauron che faceva tanta paura ne Il Signore
degli Anelli, e che invece qui è molto più concreto, terreno, in
carne e ossa, una minaccia concreta che può essere uccisa, se si
agisce in fretta.
E Galadriel e Arondir
sembrano gli unici coscienti di questa minaccia, la prima perché
avverte la tempesta dentro di lei, quella sensazione di mancanza di
serenità che la spinge ad andare avanti come un cavallo impazzito,
mentre carica ogni ostacolo che le si presenta davanti. Il secondo
perché l’ha visto, e ha sentito il nero potere che emana la sua
persona.
Una produzione sbalorditiva
È sbalorditivo il
livello di qualità e di messa in scena che questo prodotto Amazon Prime Video riesce a mettere a
disposizione dei suoi abbonati, e non si tratta soltanto di mezzi
raggiungibili grazie a un investimento economico importante.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è
proprio la rappresentazione di una forma ispirata di arte del
racconto per immagini che abbraccia ogni momento della narrazione.
È chiaro che i fondi aiutano, ma è meno scontata la capacità della
squadra produttiva di trasformare tutto in immagini e momenti di
grande bellezza.
Che sia un giovane
Isildur in conflitto con se stesso, a bordo di una nave della
flotta di Numenor, o un primo piano di Galadriel che decisa sfida
l’autorità di Miriel, o ancora un inseguimento in un bosco in cui
Arondir protegge Theo e scappa da un’orda di Orchetti, l’episodio
diretto da Yip regala momenti di grande intensità, risponde ad
alcune domande che fino a questo momento erano state poste, fa
procedere la narrazione orizzontale e gioca un pizzico con la
nostalgia, impastandola con un gusto più moderno, rispetto al
lavoro di Peter Jackson, e realizzando un’opera che lascia
incollati allo schermo e che è un peccato non guardare al
cinema.
Galadriel e Elrond: le due vie degli elfi
In questo episodio
vediamo anche seminati alcuni dei legami interrazziali che
governeranno il futuro della Terra di Mezzo: se da una parte
Galadriel e Elendil si confermano alleati naturali e la regina
reggente Miriel fa ammenda rispetto alla sua posizione precedente
in merito all’intervento nella guerra che si prepara, Elrond da
parte sua pone le basi per quella che sarà una delle inimicizie più
grandi nel corso della Terza Era, quella tra Nani e Elfi e che
verrà in parte sanata soltanto dal legame tra Gimli e Legolas. Ma
siamo ancora molto lontani da quel momento, e al momento Elrond il
Mezzelfo si sta rivelando uno degli scacchisti più abili del gioco.
Sappiamo però che la sua battaglia non è impari, e che Durin non si
lascerà troppo intenerire dal suo vecchio amico.
La grande onda che dà il
titolo a
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×04
potrebbe abbattersi da un momento all’altro sui popoli liberi,
mentre il male ha smesso di nascondersi sottoterra e ha cominciato
a muovere i primi passi alla luce del sole.
Arriva il 29 agosto su
Prime Video
la seconda stagione della
serie basata sulle storie della Terra di mezzo scritte dal
Professore J.R.R. Tolkien e scrivere la
recensione di Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere stagione 2 è un po’
aggrapparsi alle immagini e alle emozioni poetiche che la
serie riesce a regalare agli spettatori, nonostante tutti i
limiti e le difficoltà che eredita dal primo ciclo distribuito in
piattaforma due anni fa. È innegabile l’emozione che si prova di
fronte a quello che dovrebbe essere un avvincente viaggio
attraverso la Terra di Mezzo, ma che svela presto parecchie
debolezze.
Il Signore degli Anelli:
Gli Anelli del Potere stagione 2, dove eravamo
rimasti?
La seconda stagione ha
delle premesse più intriganti rispetto al primo ciclo, che ci aveva
lasciati in sospeso con gli anelli elfici già forgiati e un Sauron
mutafora che si era svelato agli occhi dell’incredula Galadriel.
Questi elementi offrono certamente slancio narrativo al ciclo, e
infatti
la serie si rivela più avvincente, molto bella dal punto di
vista della messa in scena eppure rivolta a uno spettatore
sfiduciato dalla prima stagione.
Ambientato durante la
Seconda Era della Terra di Mezzo, tra la mitica preistoria di
Il Silmarillion e le lotte per la salvezza del
mondo che abbiamo visto ne Il Signore degli
Anelli, Gli Anelli del Potere – stagione
2 affronta la stessa sfida di molti prequel. Sappiamo già
benissimo che Galadriel (Morfydd Clark) non
riuscirà a impedire a Sauron (Charlie Vickers) di
creare l’Unico Anello e di stabilire il suo oscuro potere a Mordor,
che quando Isildur (Maxim Baldry) taglierà
l’Anello dalla mano di Sauron, non ne uccide la sua totalità ma
solo il suo corpo provvisorio. Esiste certamente un nucleo di fan
interessati all’idea di farsi mostrare quanto già conoscono, di
vedere la caduta di Númenor o la trasformazione degli harfoots in
Hobbit sedentari.
Ma tutti gli altri
spettatori hanno la necessità di essere intrattenuti e catturati
con la costruzione di una suspense che esula da quanto è già noto.
Altri prequel di successo, come Better Call Saul oppure
House of the Dragon, hanno
sfruttato l’ineluttabilità delle storie che hanno raccontato
intensificando il senso di tragedia che incombe sul racconto,
regalando agli show un taglio quasi nichilista.
Foto Prime Video
Un “problema” delle serie
sequel
Gli Anelli del
Potere stagione 2 vuole invece essere più leggero, forse
offrire una narrazione più sana e pulita, adatta alle famiglie. È
questa la prerogativa degli showrunner Patrick
McKay e J.D. Payne, oltre a essere in
linea con il materiale di partenza, che ha avuto il suo principio
in un romanzo per bambini, Lo Hobbit. Evitare temi più
cupi o difficili da gestire rimanendo in quel range di rating,
sposta ancora di più peso sullo sviluppo dei personaggi come mezzo
principale per catalizzare l’attenzione dello spettatore, ed è
proprio per questo aspetto che Gli Anelli del
Potere continua a fallire.
La parte più avvincente
della seconda stagione è, in effetti, la più tetra, quella che
segue la prospettiva del cattivo, Sauron, che tornato in scena
sotto le mentite spoglie di Annatar, inganna Celebrimbor
(Charles Edwards) e lo spinge a forgiare gli
anelli per i Nani e per gli Uomini, tutti contaminati dalla sua
influenza maligna. Il fabbro elfico, ammaliato dal successo dei tre
anelli degli Elfi e tentato nella sua vanità, si lascia convincere
prima e consumare dopo dall’ambizione del progetto, contribuendo a
tutti gli effetti a portare Sauron a un passo dal coronamento del
suo piano: la forgiatura dell’Unico.
Foto Prime Video
Questa trama è
sicuramente interessante e approfondisce il tema della corruzione e
della tentazione che abbiamo abbondantemente visto drammatizzata ne
Il Signore degli Anelli, ma che qui si mostra alla
sua origine, non solo in personaggi corruttibili come gli uomini
(ricordate Boromir?), ma anche all’opera su elfi (Celebrimbor è la
prima vittima di questa ambizione) e sui nani, tanto che assistiamo
alla caduta del Re Durin (Peter Mullan) sotto
l’influenza di uno dei Sette, divenuto incauto “scavando troppo in
profondità e con troppa avidità”, di fronte all’impotenza del
principe Durin (Owain Arthur) e sua moglie Disa
(Sophia Nomvete). Il declino della Terra di Mezzo
è inevitabile, e la corruzione di elfi e nani di fronte alle forze
oscure ampiamente avviata.
Un groviglio di trame e personaggi
confusi
Foto Prime Video
Questo conflitto
cardinale nell’economia del racconto che percorre tutta la seconda
stagione si immerge in un groviglio di trame, luoghi, personaggi
abbozzati e situazioni che, per l’approssimazione con cui vengono
messi in scena, corrono il rischio di tagliare fuori chiunque non
abbia già familiarità con gli scritti di Tolkien. Sono molte le
risposte necessarie che però la serie dà per scontate, come le
motivazioni di alcune scelte dei personaggi, le ragioni dietro al
conflitto in atto a Númenor per il controllo del regno, o ancora il
semplice orientamento nella geografia della Terra di Mezzo che,
ancora una volta, sembra facilitare soltanto chi già conosce a
menadito i luoghi tolkieniani.
E questa confusione
geografica si riflette anche nell’incapacità della serie di
regalare personaggi memorabili, forse per scelte di casting non
adatte o forse per una scrittura approssimativa dei personaggi
stessi. È difficile affezionarsi ai protagonisti che pure vivono in
un mondo in cui emotivamente si desidera ardentemente essere
trasportati. Sono quindi preziose come il mithril quelle poche
scene di autentica emozione che sono disseminate nello show, come
quelle dedicate a Tom Bombadil, che finalmente fa la sua
comparsa, oppure alcuni momenti in cui è protagonista il tormento
interiore di Celebrimbor (Charles Edwards ha
svolto un lavoro egregio).
Il Signore degli Anelli:
Gli Anelli del Potere – stagione 2 migliore rispetto
alla prima
Foto Prime Video
La stessa campagna
marketing di Amazon si è ridimensionata, tra la prima e la seconda
stagione, segno che forse la produzione non ha intenzione di
cambiare rotta ma vuole comunque tenersi stretti gli spettatori
(pochi, in verità) che sono arrivati in fondo alla prima stagione.
Dopotutto, da n punto di vista spettacolare, la serie ha un impatto
importante, anche se non riesce a scalfire la superficie esteriore
della confezione.
Certo, Il
Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – stagione 2
si rivela molto più avvincente del primo ciclo proprio alla luce
della maggiore quantità di azione e coinvolgimento, tuttavia rimane
un contentino rispetto al potenziale che il materiale di partenza.
O forse l’adattamento di Peter Jackson ci ha
illusi che potesse essere semplice portare a schermo (grande o
piccolo che sia) la Terra di Mezzo.
I primi tre episodi
della serie saranno disponibili su Prime Video
dal 29 agosto, con un nuovo episodio ogni giovedì.
Anche voi vi siete persi la visione
dei Nani e dei Númenoreani in Il Signore degli Anelli:Gli Anelli del Potere la
scorsa settimana come me? Beh, siete fortunati! So che è lo stesso
problema della
stagione 1, in cui l’ensemble era così ampio che non avevamo il
tempo di seguire tutti i personaggi di settimana in settimana. Ma
nella scorsa stagione le storie erano generalmente così intrecciate
da risultare meno evidenti. Certo, ora sono ancora intrecciate, in
quanto hanno tutti a che fare con l’effetto a catena degli stessi
grandi eventi, e la minaccia di Sauron sottolinea efficacemente
tutto questo, ma più le storie dei personaggi si allontanano, più
iniziano a sembrare trame distinte. Ma non teniamoci ancora lontani
da loro!
L’episodio 5inizia a Khazad-dûm, dove sono stati
consegnati i sette anelli per i Signori dei Nani. Re Durin
(Peter Mullan) è il primo a prendere il suo, anche
se voci minacciose lo chiamano da tutti gli altri. Mentre gli Elfi
possono sentire e vedere cose che prima non potevano vedere ora che
hanno gli anelli, vale la pena notare che i loro anelli non hanno
la stessa aria di malvagità intorno a loro, almeno non
inizialmente. Forse Elrond (Robert Aramayo)
aveva intuito qualcosa, dopotutto.
Narvi (Kevin
Eldon) porta il Re nelle miniere per mostrargli i loro
sforzi per trovare nuovi alberi solari, ma nota che non sta andando
bene, in quanto stanno solo rendendo la montagna più instabile.
Narvi e il Principe Durin (Owain Arthur) seguono
il Re su una delle creste, dove egli sceglie con sicurezza un punto
e dice loro di scavare lì. La sicurezza, si scopre, non
nasce dalla conoscenza innata della loro casa, ma dall‘anello che ora sfoggia – un anello che
dice a Re Durin di ordinare agli altri di scavare direttamente in
un muro portante. Il Re prende sul personale le proteste del figlio
e prende un piccone per farlo lui stesso quando il figlio
esita.
I minatori vengono saggiamente
allontanati e sembra che i loro timori di un crollo siano
giustificati, finché la scommessa non dà i suoi frutti e la luce
del sole si diffonde nella miniera. Questo non è di buon auspicio
per le future proteste legate all’anello, ma per il momento
l’anello guida Re Durin in un numero sufficiente di punti
per far entrare il sole che, almeno per ora, allevia i
problemi di Khazad-dûm. Il Principe Durin è sollevato, ma la
Principessa Disa (Sophia Nomvete) lo è molto
meno. Il suo canto di pietra potrebbe non averli aiutati a trovare
i pozzi, ma cosa le sta dicendo ora la montagna?
Sauron vuole forgiare anelli
per uomini in ‘Gli anelli del potere’, stagione 2, episodio
5
A Eregion, Celebrimbor
(Charles Edwards) festeggia il successo
degli anelli nanici con Narvi e un piccolo gruppo di
persone. Per celebrare la loro collaborazione, i due inaugurano le
Porte di Durin, il nuovo cancello occidentale della montagna che
risulterà terribilmente familiare a chiunque ricordi che una certa
Compagnia dell’Anello decise di prendere una scorciatoia
attraverso le Miniere di Moria. Mentre gli Elfi e i Nani
festeggiano, Annatar (Charlie Vickers) si
allontana per tenere il broncio sul balcone.
Si mette in mostra, dicendo a
Celebrimbor che il suo stato d’animo è dovuto al fatto che sta
pensando a coloro che in questo momento stanno soffrendo di più per
mano di Mordor: Gli uomini. Celebrimbor capisce la sua linea di
pensiero – non ha ancora abbandonato l’idea degli “anelli
per gli uomini” – ma è ancora riluttante a fare qualcosa
per loro e richiama Annatar per i suoi tentativi di psicologia
inversa. Discutono sul valore degli uomini, con Celebrimbor che
sostiene che tutti coloro che provengono dalle Terre del Sud e che
non hanno aiutato Adar (Sam Hazeldine)
nella sua conquista hanno ricevuto nuove case dai Númenoreani, e
Annatar che ribatte che Númenor è così instabile da essere la fonte
delle sue preoccupazioni.
Gli Anelli per gli Uomini
stabilizzerebbero Númenor, sostiene Annatar, ma Celebrimbor è
irremovibile nel dire che non possono farlo perché qualsiasi
cosa buona possa derivarne è superata dai potenziali danni che
causerebbe, corruttibili come sono gli uomini. Il metodo principale
di coercizione di Annatar non è la psicologia inversa, come
suggerisce Celebrimbor, ma piuttosto dire abbastanza cose vere da
far sembrare una verità inconfutabile anche la cosa manipolatoria.
In questo caso, cita un numero sufficiente di esempi di Uomini
buoni e non corrotti che si sono sollevati quando le cose erano al
loro massimo splendore, e suggerisce di scegliere a mano
chi riceverà gli anelli questa volta, assicurandosi che siano
nobili e puri di cuore. Prosegue poi suggerendo di
scegliere nove re degli Uomini – la perfezione dei Tre Elfi,
moltiplicata per tre – ed è qui che la sua argomentazione crolla,
perché “cuore puro” e “monarchia assoluta” non vanno generalmente
di pari passo. Nonostante questa argomentazione, Celebrimbor
continua a pensare che sia un rischio troppo grande e Annatar
accetta il suo rifiuto, dicendo che si limiterà a creare gli anelli
da solo.
Elendil è coinvolto in una
lotta per il potere in “Gli anelli del potere”, stagione 2,
episodio 5
E a proposito di monarchi assoluti
che non sono affatto nobili o puri di cuore, questo sembra un buon
momento per fare un salto da Pharazôn (Trystan
Gravelle). Sfoggiando un completo bianco e rosso – ha
rubato il trono a Miriel (Cynthia Addai-Robinson)
e un’ idea mia – riflette su come l’immortalità sia fuori
dalla portata degli uomini, cosa che sembra far suonare un
campanello d’allarme anche per suo figlio Kemen (Leon
Wadham). Kemen lo esorta a sfruttare al massimo il
suo trono, invece di aspirare a cose ancora più alte, e a
Pharazôn questo non piace. Racconta a Kemen che, quando era
piccolo, sua madre gli aveva profetizzato il suo destino, ma si
rifiuta di dire altro a suo figlio finché non avrà portato a
termine un compito per lui.
Nel frattempo, nella sua torre,
Miriel si sta ancora riprendendo dal caos della sua fallita
incoronazione. Elendil (Lloyd Owen) le
assicura che molte persone sono ancora dalla sua parte e che la
Guardia del Mare la servirebbe se lei glielo ordinasse. Lei lo
ferma mettendogli una mano sul petto, in una mossa che dura diversi
battiti di troppo perché lei stia solo cercando di percepire dove
si trova lui nel suo spazio. Lo sanno anche entrambi, perché nel
momento in cui lui allunga la mano, lei la restituisce con uno
scatto, e nel caso ve lo steste chiedendo: sì, questi cinque
secondi sono abbastanza lunghi da permettermi di conficcarmi le
unghie in faccia in un’agonia da shipper. Lei gli chiede cosa ha
visto quando ha toccato il Palantir ed Elendil le dice di
aver visto se stesso allontanarsi dalla città a cavallo,
ma niente di più. Sebbene per lui sia vaga, la visione è
incoraggiante per Miriel, che gli dice che tutto ciò che ha visto
per anni è la rovina della loro città, e se la visione è cambiata,
allora il dominio di Pharazôn deve essere parte di quel
cambiamento.
Con questa nuova svolta duramente
sinistra verso il “tutto accade per una ragione”, Miriel
incoraggia Elendil a non fare nulla per il momento , se
non rimanere calmo di fronte a qualsiasi cosa gli venga lanciata
contro, e gli ordina di tornare alla sua nave per affrontare la
tempesta. Mi congratulo con lei per aver giocato a lungo per vedere
come si evolve la situazione, ma mi chiedo se a entrambe sia venuto
in mente che il motivo per cui Elendil si stava allontanando dalla
città potrebbe essere che questa era già caduta. Non sembra il tipo
da non andare a combattere, ma se ci fossero state delle
circostanze attenuanti? Al porto, Elendil arriva e vede la Guardia
del Mare che consegna le proprie uniformi sotto gli occhi vigili di
Kemen ed Eärien (Ema Horvath). Valandil
(Alex Tarrant) spiega che tutti coloro che
sono ritenuti fedeli a Miriel sono stati privati del loro
grado per ordine di Eärien. Elendil non è affatto
impressionato dalla scalata sociale della figlia a spese di qualcun
altro, ma lei sostiene che tutto ciò che fa lo fa per il dolore del
fratello. Capisco il risentimento che nasce dal dolore, ma devo
chiedermi quanto profondo sarà il buco che Eärien si scaverà prima
di capire che Pharazôn non è la soluzione che sembra pensare.
In segno di lealtà, e perché
nessuno sano di mente si schiererebbe comunque dalla parte di
Pharazôn, Elendil consegna la spada e si volta per andarsene. Il
resto degli ex membri della Guardia del Mare in attesa salutano il
loro capitano mentre se ne va, e Kemen fa notare che in realtà non
è più il loro capitano. Credo che se mi fossi appena inimicato
un’intera flotta di marinai che ora non hanno più nulla da perdere,
non me ne starei lì a farli arrabbiare apertamente, ma credo anche
di essere molto più intelligente di Kemen. Elendil
riconosce di non essere più il loro capitano, ma questo non fa
altro che farli salutare più forte, ignorando
completamente Kemen. Eärien cerca di fare appello a Valandil,
dicendo che può chiedere al re di toglierlo dalla lista, ma lui
respinge la sua offerta. La faccia di Kemen fa capire che non gli
piace nemmeno il modo in cui Eärien tocca il braccio di Valandil,
quindi possiamo aggiungere il termine “incel” alla lista dei suoi
peccati. A dimostrazione che l’ipocrisia è viva e vegeta,
Pharazôn decide di consultare il Palantir.
Gli Anelli del Potere portano
problemi a Elfi e Nani nella Stagione 2 Episodio 5
Tornata a Khazad-dûm, Disa sta
ancora lottando con i suoi sentimenti per la nuova capacità di Re
Durin di trovare i pozzi del sole. Per Disa, il Re, che ha saltato
una vita di apprendimento per dialogare con la montagna, come fanno
i cantori di pietra, sembra un imbroglio – non posso credere che la
conversazione GenAI sia arrivata anche nella Terra di Mezzo – ma
Durin sostiene che suo padre sa cosa sta facendo. Questa
affermazione viene messa alla prova quasi subito, quando la coppia
va a fare acquisti per il regalo di compleanno della figlia e
scopre che i prezzi al mercato sono raddoppiati – i nani, sono
proprio come noi! – a causa della nuova legge del Re, che richiede
che per ogni moneta guadagnata da un mercante, una moneta vada
anche alla corona. Riescono a contrattare un prezzo migliore per un
cristallo di accordatura perfettamente rotondo, ma Disa lo fa
accidentalmente cadere e questo rotola dritto attraverso il mercato
e giù in un tunnel. Disa si avventura in modo comico nel tunnel e
si imbatte in una caverna sconosciuta con un lago al centro. Prova
a cantare alla pietra, ma i suoi sforzi risvegliano
qualcosa nell’acqua.
Nel frattempo, Durin riunisce gli
emissari degli altri regni nanici per presentare loro il resto
degli anelli, per riportare la notizia ai loro padroni e per dire
loro che gli anelli e il relativo potere hanno un prezzo. Dopo
l’incontro, il Re si riunisce con Narvi per pianificare i futuri
siti di scavo e gli dice di ignorare tutte le precedenti
restrizioni di sicurezza in nome di scavi più profondi – ora la
cosa sta diventando ridicola. Si accorge che manca il suo anello e
inizialmente si scaglia contro Narvi, finché quest’ultimo non gli
fa notare che il Re si è tolto l’anello da solo, dicendo che gli
sembrava pesante. Gli Elfi possono fare affidamento sui loro
anelli, ma una cosa che non sembrano condividere è la
stessa qualità di assuefazione che hanno gli anelli dei
Nani. Narvi sta per andarsene, quando il Principe Durin
arriva per avvertirli di ciò che Disa ha visto sotto le miniere,
definendo la creatura un “male antico”, ma il Re dice a Narvi di
ordinare ai minatori di scavare comunque. Insiste che Disa si
sbaglia nel dire che c’è un pericolo sotto le miniere,
concentrandosi solo sui gioielli e sui tesori che si possono
trovare lì.
A Eregion, Celebrimbor viene avvisato dei problemi da
Mirdania (Amelia Kenworthy), uno dei suoi fabbri.
Si precipita nella fucina e vede gli attrezzi muoversi di loro
spontanea e violenta volontà, dopo che Annatar gli ha detto che
Mirdania stava cercando di ridimensionare un nuovo anello che
avevano progettato. Solo catturando uno degli utensili riesce a
risalire a Mirdania stessa, che indossa l’anello e di
conseguenza è diventata invisibile. Dice loro di aver
visto uno spazio molto simile alla fucina, ma buio, nebbioso e
contenente una creatura fatta di fiamme – probabilmente percependo
il Sauron nella stanza. Celebrimbor chiede loro cosa hanno cambiato
nel progetto e Mirdania spiega che hanno aggiunto più mithril per
compensare la natura corruttrice dell’anello.
Il fabbro elfico sa che questa non è la risposta per riparare
l’anello, ma ora improvvisamente non riesce a ricordare quale
sia la risposta giusta. Annatar cerca di spingerlo a
consigliarli, ma Celebrimbor non riesce a rispondere. Proprio
quando intuisce che qualcosa non va, riceve la notizia che il
Principe Durin è lì per vederlo e rifiuta l’offerta di Annatar di
andare al suo posto. Durin spiega a Celebrimbor i
cambiamenti che ha visto in suo padre, ma il fabbro
respinge l’idea che il cambiamento di personalità sia dovuto agli
anelli. Allora Durin suggerisce che il problema deriva invece da
Annatar.
Mentre parlano, Annatar si sofferma sopra di loro sul balcone,
probabilmente per origliare, ma non si trattiene a lungo perché ha
altre faccende da sbrigare, in particolare il gioco di
seduzione con Mirdania. Mentre nella prima stagione
Galadriel (Morfydd Clark) aveva bisogno che
Halbrand fosse un focoso, forte, potenziale Re degli Uomini,
Mirdania beneficia maggiormente di un orecchio comprensivo in un
ambiente ad alto stress, e Annatar si è adattato magnificamente a
questa esigenza. Le dice che anche lui ha visto il Mondo
Invisibile e distorce la comprensione della sua visione per
suggerirle che in realtà si riferiva allo stato mentale ridotto di
Celebrimbor, risultato della forgiatura degli anelli, e poi le fa
promettere di non dire a nessuno ciò che le ha detto. Una volta che
lei l’ha fatto, lui aggiunge senza problemi che, alla luce del
fuoco, lei assomiglia esattamente a Galadriel, e dubito che lei sia
consapevole di ciò che sta accadendo con questa sua vecchia
relazione, ma non sembra nemmeno dispiaciuta di sentirlo.
A Númenor, molti Fedeli – tra cui Elendil e Valandil – si
riuniscono al santuario più antico della città per piangere coloro
che hanno perso la vita durante i combattimenti. La cerimonia viene
interrotta dall’arrivo di Kemen, che annuncia che il santuario è
ora inagibile e verrà abbattuto per costruire un nuovo acquedotto.
La maggior parte dei presenti se ne va, ma prima che Elendil possa
farlo, Kemen lancia una frecciata su Eärien che si vergogna di suo
padre. Elendil sta per affrontare Kemen, quando Valandil lo ferma
e, prima di andarsene, Elendil dice che accompagnerà fuori anche il
sacerdote. Il sacerdote, però, non vuole andarsene senza la sua
reliquia, che Kemen spacca davanti al sacerdote con un sorriso
compiaciuto sul volto. Come se non pensassi che Elendil non fosse
già abbastanza sexy, dà un pugno in faccia a
Kemen. In realtà, la mia unica critica è che non ha fatto
seguire a quell’unico pugno altri sei o sette.
Kemen fa immobilizzare Elendil dai
suoi uomini per poterlo colpire a sua volta – così coraggioso –
quando Valandil interviene e scaraventa Kemen contro una delle
colonne. Questa scena è davvero molto soddisfacente, fino al
momento in cui Valandil punta la spada alla gola di Kemen, ma si
ferma su richiesta di Elendil. Capisco che si sarebbe trovato in un
mare di guai se avesse ucciso o mutilato Kemen, ma almeno non
sarebbe morto, come invece diventa Valandil quando Kemen lo pugnala
alla schiena. Almeno ha spezzato il braccio a Kemen prima che
lasciasse questa spoglia mortale, quindi è già qualcosa. Come se
Kemen non avesse già causato abbastanza problemi, fa
arrestare Elendil per averli provocati.
Tornato a Eregion, Celebrimbor
insiste privatamente sulla validità dell’affermazione di Durin
secondo cui l’anello sta corrompendo suo padre, insistendo che c’è
qualcosa di sbagliato in loro. Annatar avverte Celebrimbor che
forse è stato manipolato… che ne dite? Chiede ad Annatar se ha
fatto qualcosa agli anelli e Annatar risponde che non è stato
lui, ma loro, mentendo a Gil-galad su ciò
che stavano facendo nella fucina, macchiandoli così della sua
disonestà. Dice a Celebrimbor di andare a Lindon e di confessare
ciò che ha fatto. Celebrimbor cerca di parlare con i fabbri dei
difetti del progetto, ma Mirdania respinge la critica, dicendo che
sono stati precisi nel loro lavoro. Preoccupato che il gruppo formi
altri anelli difettosi senza di lui, dice che il gruppo
forgerà i Nove Anelli insieme e che qualsiasi fallimento
da parte loro li vedrà licenziati. Annatar fa loro un discorso
motivazionale, mentre Celebrimbor si ritira nel suo ufficio,
chiaramente terrorizzato da ciò che gli sta accadendo. I problemi,
però, sono dietro l’angolo: gli Orchi sono praticamente alle
porte.
Le cose non vanno molto meglio a
Khazad-dûm, dove Durin cerca di convincere il padre che
qualcosa non va con gli anelli, ma il re non è disposto ad
ascoltare. Al contrario, ringrazia il figlio per aver collaborato
con gli Elfi per ottenere gli anelli e gli chiede di stare al suo
fianco, reintegrando il suo titolo e la sua eredità. È ciò che
Annatar aveva suggerito che potesse accadere, quindi ha ottenuto
ciò che voleva, ma a quale costo? Torna a casa da Disa, che ora
indossa di nuovo il collare principesco, e le dice che suo padre
non lo ascolterà. Lei gli fa giurare di non prendere mai uno degli
anelli per sé e lui glielo giura. Almeno questo è quanto.
A Lindon, Gil-galad
(Benjamin Walker) riceve la lettera piena di bugie
di Celebrimbor su come non stia più forgiando anelli, e il suo
Comandante lo esorta a rivolgere la sua attenzione ad Adar e a ciò
che sta facendo a Mordor. L’Alto Re sembra però bloccato, poiché
il suo anello continua a garantirgli visioni di
distruzione e dell’ascesa di Sauron. Più tardi, quando
Elrond arriva finalmente per avvertire il Re che gli Orchi non sono
a Mordor, ma piuttosto diretti a Eregion, lo esorta a inviare i
loro eserciti per aiutarli. Gil-galad gli dice che non può farlo,
perché l’esercito non può affrontare da solo sia Adar che Sauron. A
proposito di Adar, nel suo accampamento di Mordor è arrivata
Galadriel, che non è stata portata come ostaggio, ma per
trattare con Adar, dato che il loro nemico comune risiede
nell’Eregione. Stiamo entrando nella parte finale della
stagione e finalmente sembra che la maggior parte delle trame
stiano convergendo di nuovo.
Elijah Wood, interprete di Frodo nella
trilogia de Il Signore degli Anelli, ha detto che spera di
riunirsi presto con i suoi compagni di cast per celebrare il 20°
anniversario dell’uscita de
La compagnia dell’anello, ma non è sicuro che ciò
accadrà.
In una conversazione con
Looper, Wood ha affermato che sarebbe persino difficile
arrivare in Nuova Zelanda, a causa dell’attuale pandemia in corso.
Tuttavia, l’attore ha detto che il cast è comunque intenzionato a
riunirsi ad un certo punto, soprattutto perché in futuro ci saranno
gli altri anniversari degli altri due capitoli della trilogia da
festeggiare.
“Ne abbiamo parlato un sacco. Si
parla molto di un raduno per il ventesimo anniversario, ma non so
se è qualcosa che alla fine andrà a buon fine”, ha spiegato.
“È difficile anche a causa del COVID. Non so nemmeno se
potremmo arrivare in Nuova Zelanda. In effetti, sono quasi certi
che non potremmo arrivare in Nuova Zelanda a meno che non ci
venissero fatti dei permessi speciali, il che suppongo sia
possibile, ma ora il paese è chiuso… Insomma, è un momento
difficile. Quest’anno, in particolare, sarà un po’ difficile per
tutta una serie di motivi, il che è un vero peccato, perché negli
anni, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo parlato tanto di voler
fare qualcosa. Suppongo che l’unico vantaggio sia che abbiamo
almeno altri due anniversari da festeggiare. Almeno abbiamo
quello.”
“Penso che ci sarà assolutamente una
reunion, prima o poi”, ha aggiunto. “Vogliamo festeggiare tutti
insieme e penso che vogliamo essere in grado di trovare uno spazio
che funzioni per tutti. Ci sono molte persone a cui piacerebbe
sedersi a un tavolo gigante e brindare alla nostra esperienza
collettiva, ritrovandoci a condividere storie.”
Basata sull’omonima epopea fantasy
scritta da J.R.R. Tolkien, la saga de Il Signore degli Anelli è diventata una delle
trilogie cinematografiche di maggior successo di tutti i tempi,
arrivando a incassare quasi 3 miliardi di dollari al box office
mondiale.
Il protagonista della trilogia,
Elijah Wood, ha fatto parte di una cast a dir
poco incredibile, che includeva tra gli altri anche Sean
Astin, Dominic Monaghan, Billy Boyd, Ian McKellen, Viggo Mortensen,
Cate Blanchett, Christopher Lee e Andy
Serkis.
Durante uno speciale realizzato da
GQ
in cui gli attori ripercorrono la loro carriera attraverso i loro
ruoli più iconici, Wood ha rivelato che voleva a tutti i costi
ottenere la parte di Frodo, così decise di inviare un video
realizzato da solo e contenente la sua audizione per il ruolo, al
fine di impressionare il regista Peter Jackson (all’epoca i self tape non erano
così diffusi come oggi).
“Sono andato da un vocal coach
per il dialetto e ho messo insieme una squadra formata da alcuni
amici, tra cui George Wang, che è sia uno sceneggiatore che un
regista. Siamo andati nei boschi di Griffith Park e abbiamo girato
lì due delle scene per l’audizione, e poi una a casa mia. Erano tre
scene in totale, ognuna trattava un aspetto diverso di Frodo
durante il viaggio, e nell’ultima era profondamente influenzato
dall’anello.”
Dopo aver girato in diverse
località, Wood ha montato il video presso gli uffici della Miramax,
e poi inviato la VHS a Jackson. Il resto è storia. “Ho ricevuto
una telefonata da Peter in persona. È stato fantastico, totalmente
strabiliante. Quell’esperienza è stata l’avventura e l’opportunità
di una vita.”
Elijah Wood spiega perché Peter
Jackson era il regista perfetto per Il Signore degli Anelli
L’attore ha poi rivelato che, dal
suo punto di vista, Jackson era l’unico regista che avrebbe potuto
dirigere la trilogia. “Per me è una cosa che ha sempre avuto
senso. Avevo visto Creature dal cielo e Sospesi nel tempo, e credo
che entrambi quei film, ma soprattutto il primo, confermino quanto
Peter sia un regista capace, in grado di dare vita ad un regno
fantastico con profondità e onestà emotiva. Quando ho saputo che
sarebbe stato lui a dirigere la trilogia, ho pensato che fosse
incredibile e perfettamente logico.”
La trilogia del Signore degli Anelli di Peter
Jackson è nota per le sue battaglie epiche e la portata
gigantesca che ne ha consacrato la fama, ma un altro importante
aspetto anche ha elevato questi film grandiosi è il cast: infatti,
grazie ad un ensemble di attori di talento, gli amati e iconici
personaggi della Terra di Mezzo hanno preso vita.
Tuttavia, a parte alcuni personaggi
femminili chiave come Galadriel ed
Eowyn, il cast della trilogia si componeva per lo
più di attori maschi. Sarebbe quindi interessante considerare come
il film e i suoi personaggi potrebbero essere rappresentati
diversamente, se fosse un cast di attrici femminili ad assumere i
ruoli principali.
Gollum: Tatiana Maslany
Gollum (Andy
Serkis) è forse il personaggio più complesso della
trilogia del Signore degli Anelli; avvelenato
dalla maledizione dell’anello, Gollum è diventato
una creatura miserabile, dalle molteplici personalità contrastanti:
una cerca di trovare gentilezza e felicità, mentre l’altra dà voce
ai suoi pensieri più violenti e crudeli.
Ci vuole un vero attore camaleontico
per riuscire ad interpretare al meglio un personaggio come
Gollum e Tatiana Maslany sarebbe
certamente all’altezza del compito. Il suo ruolo iconico in
Orphan Black le ha fatto interpretare più
personaggi con personalità molto diverse, anche se ognuno di essi
si percepisce come una creazione distinta e sviluppata in maniera
autonoma.
Boromir: Lena Headey
Boromir
(Sean
Bean) è un altro personaggio a tutto tondo, che si
rivela differente rispetto alla prima impressione che dà. Era il
membro della Compagnia che sembrava il più
probabile a tradire il gruppo; tuttavia, ha trovato la redenzione e
si è dimostrato un eroe pur essendo anche uno dei membri
dall’inclinazione più tragica della compagnia.
La co-star di Game of
Thrones di Sean Bean, Lena Headey, ha dimostrato quanto possa essere
efficace nell’interpretare i cattivi. Ma mentre la sua performance
come Cersei Lannister è piuttosto malvagia, la
Headey è stata anche in grado di far entrare il
pubblico in empatia con il suo personaggio, il che è stato un vero
successo, visto lo status di terribile villain che si era
guadagnato.
Pipino: Maitreyi Ramakrishnan
Per molti versi,
Pipino (Billy
Boyd) ne Il signore degli anelli
sembra essere il membro più inutile della compagnia: sembra più
interessato al cibo da procacciarsi che alla missione e attua
continuamente in maniera infantile per peggiorare le cose.
Tuttavia, dimostra anche di saper combattere per ciò in cui crede,
quando è necessario.
Maitreyi
Ramakrishnan è diventata una star di successo con il suo
ruolo principale in
Never Have I Ever. Interpreta Devi,
una giovane ragazza che ha a che fare con un dramma senza fine
nella sua vita. Seppur Devi abbia la tendenza a
peggiorare le situazioni già di per sè negative, è anche una
persona forte e determinata.
Merry: Devery Jacobs
Merry
(Dominic
Monaghan) è un altro interessante membro della
compagnia che si svela lungo il cammino. Anche se all’inizio ne
Il Signore degli anelli non è un giovane hobbit
molto serio, il suo coraggio cresce nel corso della missione perché
vuole fare la sua parte nello sconfiggere le forze del male.
Devery Jacobs si è
recentemente fatta un nome nell’eccellente serie
Reservation Dogs disponibile su Disney+. Lei interpreta un altro membro di una
squadra di duri che può scherzare come gli altri, ma ha un lato più
serio che la rende estremamente determinata.
Gimli: Michelle Rodriguez
Gimli
(John
Rhys-Davies) potrebbe non sembrare un gran giocatore
di squadra, ma finisce per essere un membro prezioso della
compagnia. Il suo contegno scontroso contribuisce a renderlo un
divertente personaggio di rilievo comico, ma è anche sempre pronto
a combattere.
Michelle Rodriguez ha costruito la sua
carriera grazie all’interpretazione di intensi ruoli da
duro come Letty nel franchise Fast and Furious. Sarebbe perfetta per il
burbero Gimli ne Il signore degli
anelli, che ama la battaglia e si preoccupa per gli altri
membri della squadra, anche se non lo mostra sempre.
Legolas: Zoe Saldana
Legolas
(Orlando
Bloom) è diventato rapidamente uno dei personaggi
preferiti dai fan della trilogia de Il signore degli
anelli come forse il miglior guerriero del gruppo. È un
elfo stoico e serio che mantiene fiducia e grazia anche nel bel
mezzo della battaglia.
Zoe Saldana è stata al centro di alcuni dei
più grandi film di tutti i tempi e porta sempre un’energia
aggraziata nei suoi potenti ruoli da guerriera. Con ruoli come
Gamora, è chiaro che Saldana può
interpretare benissimo il ruolo del soldato efficiente, che si
mantiene imperturbabile anche sotto pressione.
Gandalf: Michelle Yeoh
Anche se ogni membro della
Compagnia ha il suo scopo preciso e specifico,
Gandalf (Ian
McKellen) è il collante che li tiene tutti insieme.
Non solo sono guidati dalle sue potenti capacità di mago ne
Il signoredeglianelli, ma anche dalla sua saggezza e
leadership.
Michelle Yeoh è un attrice che porta con sè
una presenza scenica imponente in ogni ruolo. Eccelle
nell’interpretare il tipo di personaggi che sono potenti di per sé,
ma che possono anche aiutare a guidare i personaggi meno esperti,
come dimostra il suo recente ruolo in Shang-Chi.
Sam: Nicola Coughlan
Samwise
Gamgee (Sean
Astin) potrebbe non essere un grande guerriero o un
potente mago, ma è forse il più grande eroe della trilogia del
Signore degli Anelli. Anche se preferirebbe essere
a casa nella Contea, Sam è colui che trascina
Frodo nella loro missione, mostrando un enorme
coraggio lungo la strada.
Nicola Coughlan è
meglio conosciuta per i ruoli in Derry Girls e
Bridgerton.
Eccelle nell’interpretare quegli amici leali e compassionevoli che
potrebbero essere trascurati dagli altri ma che dimostrano di avere
più forza di chiunque altro.
Frodo: Thomasin McKenzie
Frodo
(Elijah
Wood) è il protagonista riluttante della storia,
spinto fuori dalla sua routine comoda e gravato da incredibili
responsabilità. Il pubblico prova compassione per
Frodo, che viene mostrato come dolce e gentile, ma
anche terrorizzato dalla situazione in cui si trova.
Thomasin McKenzie
dimostra una straordinaria intensità in molte delle sue
interpretazioni, da Jojo Rabbit al recente Last Night in Soho. Riesce a interpretare
efficacemente quei personaggi vulnerabili ma forti per i quali il
pubblico può facilmente fare il tifo.
Aragorn: Danai Gurira
Aragorn
(Viggo
Mortensen) è forse il personaggio più popolare del
Signore degli Anelli e il suo viaggio è centrale
nel mondo di questa storia. È un guerriero abile e impavido che non
esita a lanciarsi in battaglia. È anche qualcuno che può diventare
un leader quando necessario.
Danai Gurira ha interpretato una serie di
eroine ispiratrici come Michonne in The
Walking Dead e Okoye nel MCU.
È una guerriera molto convincente, ma è anche qualcuno che le
persone sono disposte a sostenere e seguire in battaglia.
Cate Blanchett vanta una carriera
assolutamente invidiabile. Balzata all’attenzione della critica
grazie ad Elizabeth nel 1998, il successo
di pubblico è arrivato grazie al ruolo di Galadriel nella saga de
Il
Signore degli Anelli, personaggio che ha poi
interpretato anche nella trilogia de Lo
Hobbit.
Attrice dotata di una versatilità
unica, a suo agio in qualsiasi genere le viene chiesto di
affrontare, nel corso della sua carriera Cate Blanchett è stata premiata con ben due
Oscar: il primo vinto come migliore attrice non protagonista per
The Aviator di
Martin Scorsese – in cui ha interpretato la leggendaria
Katharine Hepburn – e il secondo vinto come migliore attrice
protagonista per Blue Jasmine di Woody Allen.
A proposito de Il
Signore degli Anelli, in un recente intervista con
Marc
Maron, è stata la stessa Blanchett a rivelare che, in origine,
avrebbe voluto interpretare un altro personaggio nella saga basata
sull’epopea fantasy di J.R.R. Tolkien: “Ho
parlato con Peter Jackson e con la sceneggiatrice Fran Walsh, che
erano impegnati a girare la scena del banchetto con tutti i
nani”, ha spiegato l’attrice. “Ho sempre voluto
interpretare una donna barbuta, così ho chiesto loro se, in
quella scena, potevo essere la moglie pelosa. Chiaramente non
ho potuto per una questione di tempistiche. Il Signore degli Anelli
è stata per tutti un’esperienza incredibilmente lunga. Per me non è
stato così: interpretare Galadriel ha richiesto soltanto tre
settimane.”
Ricordiamo che ne Il Signore degli
Anelli non c’è nessuna scena di banchetto con dei nani, ma tale
scena è presente nel romanzo, in cui sono proprio i nani, amici di
Bilbo, ad aiutarlo con i preparativi per la sua festa di compleanno
e con i bagagli per la partenza. Cate Blanchett
potrebbe fare riferimento a una stesura precedente del film,
rispetto a quella finita sullo schermo.
A proposito de Il
Signore degli Anelli, ricordiamo che attualmente
Amazion Studios è al lavoro su una
serie tv basata sulla mitologia tolkieniana. Ambientata nella
Terra di Mezzo, la serie esplorerà nuove trame precedenti alla
Guerra dell’Anello. Lo studioso di Tolkien Tom
Shippey figurerà come consulente della produzione.
Bernard Hill, che è apparso in due dei tre
film originali de Il Signore degli Anelli nel
ruolo di Re Theoden, Le due torri del 2002 e
Il ritorno del re del 2003, non è un fan della
serie Amazon Prime Video, Il Signore degli Anelli: Gli anelli del
potere. La serie è ambientata molto tempo prima dei
fatti raccontati da Tolkien durante la Guerra dell’Anello, e quindi
molto prima che esistesse nella Terra di Mezzo, Theoden.
Quando gli è stato chiesto se avesse visto la serie, Bernard Hillha
risposto: “No, non mi interessa. È un’impresa per fare soldi e
non mi interessa guardarlo o parteciparvi. Buona fortuna a loro e
tutta quella roba, ma non è come la cosa reale.” Gli è stato
quindi chiesto se pensa che il franchise avrebbe dovuto essere
lasciato in pace dopo la conclusione della trilogia di
Peter Jackson, a cui ha risposto:
“Completamente, sì”.
Ha aggiunto: “Penso che lo
stessero già stiracchiando quando hanno realizzato Lo Hobbit. Lo
Hobbit è un libro minuscolo. Lo hanno fatto bene, lo hanno fatto
davvero, davvero bene. L’hanno ampliato [ma] penso che un elastico
si può allungare solo fino a un certo punto. Penso che ci siano
riusciti in Lo Hobbit perché c’erano alcune cose davvero buone in
quei film.”
L’attore Andy Serkis,
interprete di Gollum nella trilogia
di Il Signore degli Anelli e in quella
di Lo Hobbit, ha affermato che coglierebbe al volo
l’opportunità di unirsi ai nuovi film de Il Signore
degli Anelli recentemente annunciati. L’annuncio della
Warner Bros. Pictures ha infatti rivelato che la
New Line Entertainment e la Middle-earth
Enterprises stanno collaborando per sviluppare numerosi
nuovi lungometraggi ambientati nell’universo ideato da
Tolkien. Ciò ha naturalmente portato i fan a
speculare sul possibile ritorno di personaggi e attori familiari
dei film originali.
Ad una domanda riguardo tale
possibilità, Serkis ha infatti chiarito di amare profondamente i
film originali, dove ha dato vita alla sua iconica interpretazione
di Gollum/Smeagol. Oltre ad adorare i film a cui ha lavorato in
passato, Serkis ha espresso anche il suo forte desiderio di unirsi
ai nuovi film de Il Signore degli Anelli in
programma, qualora gli si presentasse l’opportunità. “Penso che
ci siano così tanti altri potenziali progetti per la Terra di Mezzo
che potrebbero essere realizzati, e se li stanno realizzando
davvero, ovviamente coglierei al volo l’opportunità di riaccendere
quella relazione… La Terra di Mezzo non mi ha mai lasciato“,
ha dichiarato l’attore.
Se dunque Gollum dovesse ritornare
nei nuovi film, Serkis sarebbe dunque disposto a interpretarlo,
oltre che sostanzialmente l’unico attore abilitato a farlo. Ci sono
ancora molte storie non raccontate su Gollum, lacune che potrebbero
dunque essere colmate con i nuovi film. In alternativa, un altro
modo per Serkis di tornare a far parte della saga è quello di
interpretare un personaggio diverso. Serkis già vissuto tale
situazione con il franchise di Star
Wars, interpretando prima il leader supremo Snoke in Il
risveglio della forza e Gli ultimi Jedi e poi Kino
Loy in Andor. Ciò che è certo, è che l’attore è pronto
per una nuova avventura nella Terra di Mezzo.
La permanenza di Peter
Jackson nella Terra di Mezzo non si è ancora conclusa e il
cast originale dei film de Il Signore degli Anelli
ha rivelato se sarebbe disposto a tornare nel franchise. Nel maggio
del 2024, è infatti stato rivelato che una serie di nuovi film
spinoff erano in preparazione, con l’imminente The Hunt for Gollum che sarebbe stato il primo
film live-action del franchise dopo la trilogia de Lo
Hobbit. Mentre la regia del nuovo film del franchise è
stata affidata a Andy Serkis (anche interprete di Gollum),
Jackson sarà produttore insieme a Fran Walsh e
Philippa Boyens.
Ora, all’AwesomeCon di quest’anno,
Joe Deckelmeier di ScreenRant ha ospitato un
panel con i membri originali del cast, Liv Tyler (Arwen), John
Rhys-Davies (Gimli), Sean Astin (Samwise) e Orlando Bloom (Legolas). Alla domanda se
sarebbero disposti a tornare nel franchise per uno dei futuri film
spinoff, gli ex co-protagonisti hanno avuto reazioni diverse alla
possibilità di riprendere i loro personaggi. La prima a rispondere
è stata la Tyler, che ha ammesso che: “Farei qualsiasi cosa per
tornarci. Scrivo sempre a Fran [Walsh] e Philippa [Boyens]. Gli
chiedo: “Ehi, c’è la possibilità di riavere Arwen?”.
“È stato un dono per le nostre
vite. È difficile riassumerlo a parole, ma è stato un dono così
profondo. Farei qualsiasi cosa per poterlo rivedere, sentire di
nuovo, ma ora lo viviamo nei nostri cuori e nelle nostre
menti“. Nel frattempo, sia Astin che Rhys-Davies sono stati
più cauti nelle loro risposte, con il secondo che ha suggerito che,
pur volendo tornare, preferirebbe non dover indossare di nuovo le
protesi di Gimli. Astin, invece, ha affermato: “L’idea di
rifare Sam… Quando l’abbiamo fatto la prima volta, non avevo idea
di quale fosse il rapporto della letteratura con quel
personaggio”.
“Per me si trattava solo di
quello che stavamo facendo e di cercare di capire le idee, di
collegarmi a livello emotivo. Ora, dopo 25 anni in cui le
persone sono venute a parlare del significato di questo libro, di
come sia stato utile nella loro vita, di come abbiano superato un
momento difficile e di come abbia riunito la loro famiglia, e di
tutti i milioni di cose che vengono dette su di esso, mi chiedo
cosa significhi provare ad andare in uno spettacolo in cui si
dovrebbe essere centrati e presenti e concentrati su ciò che si sta
facendo, con quel tipo di [pressione]. Non so come
sarebbe”.
Per quanto riguarda Bloom, ha
dichiarato che, sebbene sarebbe impossibile replicare la “magia del
momento” originale, sarebbe entusiasta di interpretare nuovamente
Legolas per la terza volta, dopo che gli era stato chiesto di
riprenderlo per la trilogia de Lo Hobbit.
“Penso sempre che se Pete dice “Salta”, io rispondo “da che
altezza?”. È buffo perché penso che gli elfi attraversino molte
volte questo mondo perché non hanno età. Ho partecipato a Lo Hobbit
ed è stato davvero interessante rivisitare quel contesto. È stata
un’esperienza molto diversa da quella degli Anelli. È stato un
periodo bellissimo, ma l’idea di tornare indietro è come…
“Assolutamente, chi non vorrebbe tornare in quel posto?”.
“Ma, naturalmente, la magia di
quel momento non è qualcosa che si possa ripetere. Il tempo, l’età,
il luogo in cui ci trovavamo; il luogo in cui si trovava
l’universo, il mondo, il pianeta, è impossibile da ricreare. Ma
credo nell’idea di interpretare questi personaggi? Essere nello
spazio mentale di Legolas è fantastico. La mia ADHD sparisce, sono
concentrato. Ed è una cosa che abbraccerei sempre, perché è questo
stato folle e meditativo di essere onnisciente e onniveggente, che
è una sensazione fantastica“.
Il mondo costruito da Tolkien ne
Il Signore degli Anelli è vasto e comprensivo, con
molte storie lasciate in sospeso attraverso la Prima, la Seconda e
la Terza Era. Descrivendo la regia del prossimo film come “un
sogno che si avvera“, Andy Serkis ha rivelato che il progetto è
quello di raccontare le storie non sfruttate di questo mondo.
“Abbiamo iniziato a parlarne circa otto mesi fa“, ha
ricordato l’attore. “Dicevano: ‘Andy vogliamo davvero
rinvigorire la Terra di Mezzo. Ci sono così tante storie nuove che
vogliamo coinvolgere“.
Dato che Gollum incontra la sua fine
tra le fiamme del Monte Fato verso la fine de Il ritorno del Re, è lecito aspettarsi che il film si
svolgerà prima di quegli eventi, idealmente anche prima che Frodo
intraprenda il suo viaggio. Questo suggerisce che personaggi
iconici come Aragorn, Boromir,
Gandalf e Legolas potrebbero
tornare in qualche modo, come suggerisce Serkis. Viggo Mortensen, che ha interpretato Aragorn
nella trilogia originale, si
è stato invitato a riprendere il ruolo, e anche Ian McKellen
è stato contattato per tornare nel ruolo di Gandalf.
Su Indigogo è stato aperto un crowfunding per
finanziare la costruzione di Minas Tirith a grandezza naturale nel
sud dell’Inghilterra.
Il modello che viene proposto, per
realizzare la città-fortezza, è quello utilizzato da
Peter Jackson ne Il Signore
degli Anelli.
L’obiettivo per far andare a buon
fineo la raccolta fondi è quello di collezionare in 60 giorni
1.850.000.000 sterline. La cifra, tutt’altro che modesta, servirà a
comprare la terra edificabile, i meteriali e la forza lavoro, oltre
a coprire i costi di mantenimento della struttura fino al 2053.
Sarà poi un’attrazione per tutristi ma anche una vera e propria
città abitabile.
La leggendaria città
nacque con il nome di Minas Anor (Torre del Sole Calante) e venne
fondata da Anàrion, mentre suo fratello Isildur costruì Minas Ithil
(Torre della Luna Crescente), sulla sponda opposta dell’Anduin, il
Grande Fiume.
Con l’avanzata dell’Ombra a Est,
Minas Anor venne ribattezzata Minas Tirith, semplicemente Torre di
Guardia, in contrapposizione a Minas Ithil che venne occupata dalle
forze di Sauron e divenne Minas Morgul, la Torre della
Stregoneria.
La serie prequel de Il
Signore degli Anelli,
Gli Anelli del Potere (The Rings of Power), arriverà in
streaming su Prime
Video a partire dal 2 settembre 2022
e l’eccitazione da parte dei fan è ai massimi storici. Lo show si
svolgerà migliaia di anni prima del
ritrovamento dell’Unico Anello da parte
di Bilbo, in un tempo noto come Seconda Era.
Tutti si chiedono quanti eventi dei
libri scritti da J.R.R.
Tolkien saranno inseriti nella nuova serie.
Già in passato sono stati fatti dei
tagli e delle modifiche alle storie scritte da Tolkien. Questa scelta non è per forza
malvagia: molti fatti non avrebbero reso bene in live-action. I
romanzi de Il Signore degli Anelli sono noti per la
vastità delle trame e per i numerosi colpi di scena. Quando si è
trattato di scrivere i
film, non tutti questi colpi di scena sembravano adatti allo
schermo e sono stati giustamente tagliati. Vediamo i casi in cui
gli sceneggiatori hanno fatto la scelta giusta.
Il ritorno di Tom Bombadil
Nella saga di
libri de Il Signore degli Anelli, Tom
Bombadil salva i quattro hobbit quando cadono nelle grinfie
del Vecchio Uomo Salice. Tom inoltre accoglie
nella sua dimora gli hobbit e dà loro ristoro prima che questi
riprendano il loro cammino. Poco dopo, gli
hobbit si trovarono nuovamente nei guai e, quando tutto
sembra perduto, Tom ricompare in aiuto.
Questo fatto causa sorpresa e fa
anche sorridere il lettore: nessuno si aspetta che lo stesso
soccorritore compaia due volte. Per risolvere il problema della
ripetitività, Tom manca del tutto nella versione
live-action. La sua storia avrebbe creato troppa dispersione.
Aragorn forgia nuovamente la sua
spada
Nei libri, Aragorn
viene a conoscenza della sua eredità attorno ai vent’anni, quando
Elrond gli consegna i frammenti della spada
Narsil. Una volta scortato Frodo fino a Gran
Burrone, Aragorn diventa con Gandalf il capo
della Compagnia dell’Anello e utilizza i frammenti di
Narsil per forgiare Anduril, la Fiamma
dell’Ovest. Appare chiaro che nella saga di Tolkien,
Aragorn ha sempre saputo che sarebbe diventato re.
Al contrario, nei film de Il
Signore degli AnelliAragorn (Viggo
Mortensen) è un personaggio riluttante a diventare re.
Nel complesso, questa versione risulta più avvincente per il
pubblico: rimuovere la storia originale del personaggio è
probabilmente uno dei migliori cambiamenti fatti dagli autori dei
film.
Glorfindel salva Frodo
Dopo che il Re
Stregone accoltella Frodo, Aragorn ha poco tempo per portarlo a Gran
Burrone. Quando tutti stanno per perdere la speranza sul
salvataggio di Frodo, un elfo di nome Glorfindel
arriva in aiuto e, con il suo cavallo Asfaloth, conduce
l’hobbit a Gran Burrone.
Anche se la storia del salvataggio
di Frodo viene mantenuta, nella versione cinematografica
de Il Signore degli Anelli, Arwen prende
il posto di Glorfindel. L’elfo non appare nei
film, con grande delusione da parte dei fan. Tuttavia, la
scelta permette di dare maggiore sviluppo ad Arwen e alla
sua storia.
La storia di Beren e Lúthien
La storia diBeren
e Lúthienviene citata diverse volte nei libri de
Il Signore degli Anelli. Aragorn la
racconta agli hobbit, che trovano la storia d’amore allo stesso
tempo bella e tragica. Quello che gli ascoltatori non sanno è che i
due protagonisti sono gli antenati di Aragorn e che
l’aneddoto è parallelo alla storia d’amore tra Passolungo
e Arwen.
La rivelazione che anche
Aragorn è innamorato di una donna-elfo e il fatto che
Beren e Lúthien sono gli antenati di
Passolungo e Arwen è un plot twist importante nei
libri. Ma la storia è anche lunga e non ci sarebbe stato il tempo
necessario per inserirla nel film dandole la giusta importanza.
Merry e Theoden
Uno degli aspetti più
interessanti della
saga di Tolkien è l’improbabile relazione tra
re Theoden e Merry. Prima di incontrare
Merry e Pippin, Theoden fatica a
comprendere gli hobbit e a relazionarsi con loro.
Fortunatamente, Merry gli insegna tutto ciò che ha bisogno
di sapere sulle creature. In punto di morte, Theoden
dice a Merry di considerarlo come un figlio e
Merry piange disperatamente sul suo corpo.
Questa relazione è davvero toccante,
ma mette in ombra la profondità del rapporto
tra Theoden e Eowyn. Al contrario, nei
film de Il Signore degli Anelli
è Eowyn ad essere considerata come una figlia da
Theoden ed è lei a piangere sul suo corpo.
Eowyn si innamora follemente (parte
2)
Sia nei libri che
nei film de Il Signore degli Anelli,
Eowyn si innamora di Aragorn. Tuttavia, in
entrambi i casi Aragorn sceglie di stare con Arwen. Questo
spezza il cuore a Eowyn, ma non le impedisce di andare in
battaglia.
Nei libri, Eowyn, combattendo la sua battaglia, rischia di
morire. Nelle Case di Guarigione, passa molto tempo con
Faramir. I due rapidamente si innamorano e decidono
di sposarsi. Oltre al romanticismo di questo colpo di scena, il
folle amore di Eowyn per due uomini sembra poco credibile.
Il fatto viene infatti tralasciato nei film de Il Signore
degli Anelli.
La profezia di Aragorn
Nei libri, quando
Aragorn si reca a Minas Tirith per guarire
miracolosamente i feriti, il popolo di Gondor ricorda
una profezia: il legittimo re dovrebbe avere le mani da guaritore.
Così viene rivelato il destino di Aragorn al
popolo di Gondor.
Né le capacità di guarigione di
Aragorn né la profezia sul destino del personaggio
sono stati resi in live-action perché poco in linea con la
riluttanza del principe a prendere il trono, elemento essenziale
nei film. Il ritorno di Aragorn è un grande evento nei
libri de Il Signore degli Anelli, ma non sarebbe
stato valorizzato sullo schermo.
Il ritorno degli hobbit
Dopo che Frodo
distrugge l’Anello e Aragorn viene
incoronato re, gli hobbit decidono di
tornare nella Contea. Al loro arrivo, scoprono che gran
parte della propria campagna è stata industrializzata. Gli hobbit si trovano costretto a combattere contro gli
uomini che hanno preso il controllo della loro terra.
Nei libri, questo è un importante
colpo di scena: la battaglia di Frodo non è ancora
finita e il personaggio deve attendere ancora prima di tornare alla
sua vita pacifica. Per quanto curioso, il colpo di scena sarebbe
stato fuori luogo nei film de Il Signore degli
Anelli. Il ritorno in una casa incontaminata dalla guerra
ha reso il viaggio di Frodo ancora più
surreale e d’impatto.
Grima e Saruman
Nei libri de
Il Signore degli Anelli, Treebeard
deve sorvegliare Saruman fino alla fine della guerra.
Quando quest’ultimo viene rilasciato, lui e Grima si
recano nell’unico posto in cui credono di avere ancora potere: la
Contea. Tuttavia, non riescono fino in fondo nel loro
intento perché gli eroici hobbit tornano presto a casa.
Dopo aver sconfitto gli uomini di
Saruman, gli hobbit sono pronti
ad affrontare il mago in persona ma, prima che ne abbiano la
possibilità, Grima uccide Saruman. Questa
parte della storia di Saruman è stata inclusa in una
scena eliminata da Il ritorno del re, ma non nel montaggio finale. Ed è
stato meglio così: gli autori hanno scelto di concentrarsi sul vero
cattivo della saga, Sauron.
Miranda Otto, che
nella trilogia de Il Signore degli Anelli
ha interpretato Eowyn di Rohan, ha condiviso su Instagram un ricordo di quando,
esattamente 20 anni fa, arrivava sul set del film di Peter
Jackson in Nuova Zelanda.
Nell’immagine, l’attrice compare
con il bel costume di scena di Dama Eowyn, mentre alle sue spalle
vediamo Bernard Hill, Re Thoeden, a cavallo. Ecco
cosa ha scritto:
“Torno indietro a un martedì ma
chissà che giorno era davvero. Non riesco a credere che siano
passati 20 anni da quando ho cominciato le riprese de Il Signore
degli Anelli. Qui sono con il bellissimo Dublin e mi zio Theoden,
interpretato dal birichino e robusto Bernard Hill. Ho trovato una
piccola sorpresa ieri, mentre facevo le pulizie negli armadi.
Quando troverò il modo di passarlo dal dvd al mio telefono, lo
posterò.”
Esattamente 20 anni fa, il 7 aprile
del 2000, venne diffuso nell’ancora non troppo frequentato
internet, il primo promo de Il Signore degli
Anelli. Si trattava di un video in cui prendevano la
parola alcuni dei protagonisti di questo viaggio, tra cui Peter
Jackson, regista e mente dietro all’intero adattamento, e Elijah
Wood, interprete di Frodo Baggins.
Il video diede la possibilità di
dare una prima occhiata al lavoro che si stava facendo per portare
a schermo un romanzo da sempre considerato intraducibile, un’opera
tra le più importanti della letteratura del ‘900.
Quell’adattamento, ora lo sappiamo, ha segnato un prima e un dopo,
non solo per gli appassionati del romanzo, ma anche per tutti gli
accoliti che sono seguiti e per tutti coloro che si sono
approcciati al cinema da quel momento in poi.
Tecnicamente, narrativamente, a
livello emozionale, Il Signore degli
Anelli rappresenta ad oggi un esempio di adattamento
cinematografico vincente, che ha settato nuovi standard non solo
per il cinema di genere, che dopo l’uscita dei film ha ricevuto
nuova linfa con nuove visioni e linguaggi, ma anche per la tecnica
e per l’evoluzione degli effetti speciali e visivi nel mondo del
cinema.
Aragorn è uno dei
personaggi principali e più eroici de Il Signore
degli Anelli. Ha scortato gli Hobbit fino a Gran
Burrone, e li ha salvati dalle grinfie dei Nazgul. È stato parte
del Consiglio di Elrond, dove ha giurato fedeltà al nuovo portatore
dell’Anello Frodo. Aragorn è uno dei più grandi combattenti della
Terra di Mezzo, ha il dono di una vita lunga proprio dei
Nùmenòreani, e ha decenni di esperienza in battaglia.
Quando si arriva alle vicende de Il Signore degli
Anelli, è più che preparato a ciò che sta arrivando.
Inoltre, è anche il discendente di Isidur, il Re di Gondor. Dato
che il reame non ha un re ma un Sovrintendente, Aragorn deve anche
cercare di riaffermare la propria autorità, per riprendere la
corona e ricostruire il mondo degli Uomini. È questo il suo viaggio
nella trilogia, ma nei film ci sono molte cose sui personaggi che
vengono tralasciate. Ecco 15 fatti su Aragorn, o King
Elessar, che solo i fan conoscono.
La caccia a Gollum
Bilbo Baggins ha
trovato l’anello quando era custodito da Gollum, che aveva generato
una particolare ossessione in lui. Bilbo sembra comunque essere
abbastanza resistente alla seduzione dell’Anello, e decide di
tenerlo con sè, portandolo nella Contea, dove lo tiene per decenni.
Gandalf non se ne accorge subito, ma ad un certo punto comincia a
notare che Bilbo custodisce un misterioso anello, e decide di
indagare. E per saperne di più, c’è solo una persona che lo può
aiutare, ovvero colui che ha custodito l’Anello per ultimo: Gollum.
Gandalf non ha particolare abilità innate per
quanto riguarda il rintracciare la creatura, e chiede
quindi ad Aragorn di compiere la missione per conto suo.
Ci vuole parecchio tempo, ad Aragorn, per trovare Gollum. Ma alla
fine, compie la propria missione e lo porta nel Reame Boscoso, dove
la creatura viene interrogata da Gandalf e re Thranduil, il padre
di Legolas. È proprio questa vicenda a convincere Gandalf del fatto
che l’anello posseduto da Bilbo sia effettivamente l’Unico
Anello.
La vita con gli elfi
Aragorn non ha avuto
esattamente un’infanzia stabile. Suo padre fu ucciso
quando era un ragazzino, e la madre a dovette assicurarsi di
portarlo il un luogo sicuro, prima di morire a sua volta. E scelse
proprio Gran Burrone, dove fu cresciuto dagli
Elfi, che si presero cura del ragazzino. Ne Il
Signore degli Anelli, Aragorn parla Elfico correntemente e
sembra trovarsi particolarmente a proprio agio nel luogo. E la
ragione è ché Aragorn è cresciuto proprio a Gran Burrone. Se ne va
infine per stare con i propri fratelli e sorelle numenoreani, ma
porta con sé la saggezza elfica. Inoltre, la madre fu seppellita a
Gran Burrone, e la tomba compare nel film: è quella che Aragorn
visita ne La Compagnia dell’Anello.
Non conosceva le proprie
origini
Dopo che il padre di Aragorn
fu ucciso in battaglia, la madre divenne abbastanza
paranoica riguardo al fato figlio, che temeva fosse come quello del
padre. È questo il motivo per cui, dopo averlo portato a Gran
Burrone, decide di cambiare il suo nome con
“Estel”. Infatti, il nome “Aragorn figlio di Arathorn” era
conosciuto come quello dell’erede di Elendil e del legittimo erede
al trono di Gondor. E Sauron, che voleva impedire a tutti i costi
che un nuovo re dominasse il mondo degli uomini, non si sarebbe
fermato di fronte a nulla per assicurarsi del fatto che l’erede di
Gondor venisse ucciso prima di arrivare a dover confrontarsi con
lui. E Aragorn passa la maggior parte della propria vita
con il nome “Estel”, e addirittura ignora e proprie origini fino
all’età di vent’anni. Quando gli viene rivelata la verità,
decide di lasciare gli Elfi e di combattere al fianco dei Raminghi
del Nord. Ma impara come nascondersi tra la folla e passare
inosservato, oltre a diventare il leader dei Raminghi e il loro
miglior combattente.
Il dono di un anello
Ne Il Signore degli
Anelli, vediamo che Aragorn indossa sempre un anello
al dito. Nel film Le Due Torri, scopriamo
che l’anello è formato da due serprenti con gli occhi di smeraldo,
di cui uno divora l’altro, che ha una corona di fiori dorati.
Sembra un dettaglio inutile, ma Saruman rivela che si tratta in
realtà l’Anello di Barahir. Uno deglio oggetti più
antichi della Terra di Mezzo, il fatto che Aragorn lo indossi è
abbastanza eccitante. Gli è stato dato, infatti, da Re Elron di
Gran Burrone, come premio per aver salvato la propria vita in
battaglia. Nella trilogia cinematografica, è sottinteso che
l’anello simbolizzi che il portatore sia l’erede al trono di
Gondor. E va bene, almeno per i film. Ma è interessante che ci sia
dietro molta più storia di quello che sembra.
Guardiano degli Hobbit
Gandalf il Grigio comincia a
sospettare che ci sia qualcosa di strano quando Bilbo arriva a
festeggiare addirittura il proprio centoundicesimo compleanno. Il
che lo spinge a partire all’avventura e scoprire qualcosa di più
sul passato di Bilbo durante i suoi viaggi. È allora che le
strade di Aragorn e Gandalf si incrociano, e i due diventano buoni
amici. Avendo l’impressione che sia Bilbo ad avere l’Unico
Anello, Gandalf raccomanda ad Aragorn e agli altri Raminghi del
Nord di tenere d’occhio la Contea e di proteggere gli
hobbit dal male. Aragorn accetta, e i suoi uomini
cominciano a sorvegliare l’area. È nel suo viaggio tra varie terre
che gli viene dato il soprannome di Grampasso. Dopo che Gandalf gli
chiede di rintracciare gollum, lascia la custodia degli hobbit, ma
ritorna appena compiuta la propria missione. Ed è dopo il suo
ritorno che finirà per incrociare Frodo al Puledro Impennato. È
possibile anche che l’incontro non sia stato casuale, che anzi
Aragorn sia stato mandato da Gandalf stesso.
Combattere sotto mentite
spoglie
Dopo la Battaglia delle Cinque Armate,
chiunque nella Terra di Mezzo sapeva che Sauron
stesse riguadagnando forza e che si trovasse nella terra di
Mordor. Poco dopo, in giro si cominciarono a
vedere gli orchi, sepre più spesso, e molte battaglie si
susseguirono, culminando poi nella decisiva Guerra dell’Anello.
Aragorn ha combattuto in molte battaglie con il nome di
Grampasso, viaggiando poi verso est e aiutando i
popoli di Rohan e Gondor nella lotta contro le forze di Sauron. Per
tutto quel tempo, sceglie di usare il nome
Thorongil, in modo da non essere riconosciuto come
l’erede al trono di Gondor. Ha combattuto al fianco di Thengel, il
padre di Re Theoden.
Da un reame all’altro
Quando incontriamo Aragorn
ne Il Signore degli Anelli, è chiaro a tutti che sia
un uomo che sa molto sulla Terra di Mezzo, e che
ha visto molto. Ovunque viaggi, sembra che la gente del posto lo
riconosca. Il Re Theoden lo riconosce dai tempi in cui aveva
combattuto con suo padre. Ma Aragorn ha viaggiato molto,
anche oltre i regni degli uomini. Durante i propri viaggi,
infatti, Aragorn ha visitato posti come Minas Tirith, Edoras, e
altri. È stato a Lothlorien per parecchio tempo per la sua bella
Arwen, ed è passato addirittura attraverso le Miniere di Moria.
Inoltre, ha conosciuto Legolas durante la ricerca di Gollum, che
l’ha portato fino al Bosco Atro.
L’ultimo
baluardo/atto del padre
Aragon perde il padre in età
molto giovane e, ne Il Signore degli Anelli,
questi non viene nemmeno menzionato (tranne che per il ricorrente
“Aragorn, figlio di Arathorn“). Non sappiamo molto
su Arathorn, ma sappiamo che era l’erede al trono di Gondor e che
era un grande combattente, proprio come il figlio. Ma come è morto?
Essendo un Ramingo del Nord, Arathorn amava andare a caccia di
Orchi, per la quale si unì a Elladan e Elrohir, figli di Elrond.
Mentre il trio è a caccia di un gruppo di orchi, uno di questi si
gira e scocca una freccia, che finisce dritta nell’occhio di
Arathorn, che muore sul colpo, lasciando il destino di Gondor nelle
mani del figlio di due anni.
Ricostruire la Terra di Mezzo
La storia di Aragorn ne Il
Signore degli Anelli va più o meno così: è il
leggitimo erede al trono di Gondor, ma lui non
vuole. Sfortunatamente, senza un re alla guida del regno, Gondor è
guidata da Denethor, che non è proprio il massimo. Per questo
motivo, Aragorn capisce che deve accettare il proprio destino e
diventare colui che è nato per essere, nel bene e nel male. Dopo la
sconfitta dell’armata di Sauron nei campi del Pelennor, Aragorn
diventa il leader degli uomini e marcia verso il Nero Cancello.
Dopo la distruzione dell’Anello, Aragorn viene
ufficialmente incoronato Re di Gondor, ed è un eccellente
sovrano. Si assicura che i confini siano sicuri, e si
sforza per ricostruire i regni degli uomini nella Terra di Mezzo.
Gondor ritorna al suo antico splendore, e i rapporti tra Elfi e
Nani riprendono grazie a lui.
Re di Arnor
Gondor e Rohan sono i due grandi
regni degli uomini coinvolti nella Guerra dell’Anello
ne Il Signore degli Anelli. Ma non sono gli unici:
tra gli altri, c’è il Regno di Arnor, che si trova
abbastanza vicino alla Contea. Era un antico regno che aveva avuto,
a suo tempo, la sua dose di guerre e che fu quasi distrutto dalla
corsa per il potere del Re degli Stregoni di Angmar. Come erede di
Isildur, Aragorn non è solo il legittimo erede al trono di Gondor,
ma anche quello di Arnor. Una volta incoronato Re di Gondor, ha
cercato anche di riottenere Arnonr, che al tempo non aveva un re
come si deve. Ci volle un po’ di tempo, ma Gondor e Arnor vennero
finalmente riuniti sotto un’unica bandiera, e il regno riunito fu
portato avanti dal figlio Eldarion.
Il significato della sua
canzone
Quando Aragorn viene incoronato Re
di Gondor, si rivolge alla folla dall’alto di Minas Tirith e canta
una canzone. È in una lingua sconosciuta e non è
sottotitolata: il che vuol dire che la maggior parte del pubblico
non riesce a decifrarla. Il testo della canzone è questo: “Et
Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn’
Ambar-metta!”, che significa: “Io sono giunto alla Terra di
Mezzo dal Grande Mare. In questo luogo mi stabilirò, e così i miei
eredi, fino alla fine del mondo.” La canzone è il
giuramento di Elendil, il Re di Gondor che fu
ucciso da Sauron nella Seconda Era della Terra di Mezzo, con la
quale Aragorn vuole riassicurare il proprio popolo del fatto che è
tra loro per portare prosperità non solo a Gondor, ma a tutta la
Terra di mezzo.
Ha regnato per più di un
secolo
Quando incontriamo Aragorn
ne Il Signore degli Anelli, ha l’aria di un uomo
maturo, tra i 30 e i 40 anni, più o meno. E la rivelazione del
fatto che ne abbia in realtà 87, è una bella
sorpresa per tutti. Avendo sangue Nùmenòreano, infatti, ha il dono
di una vita particolarmente lunga per un uomo. Ed è questo il
motivo per il quale ha combattutto in numerose guerre già prima
della Guerra dell’Anello. E, dato che diventa Re di Gondor ad
un’età giò relativamente avanzata, in tanti si sono chiesti per
quanto abbia poi regnato. A quanto pare, Aragorn ha regnato
per un totale di 120, ed ha guidato la Terra di Mezzo verso una
prosperosa Quarta Era, morendo all’età di 200 anni.
L’eredità di Aragorn viene raccolta dal figlio Eldarion, erede al
trono. In origine, doveva esserci un romanzo dedicato a
Eldarion.
Vecchie amicizie nella
compagnia
Abbiamo già visto che, prima delle
avventure de Il Signore degli Anelli, Aragorn ha
avuto l’occasione (e il tempo) per andarsene un po’ in giro. Quando
lo incontriamo ne La Compagnia dell’Anello, mentre
conduce gli hobbit a Gran Burrone, notiamo che ha qualche
conoscenza in più e, quando arriviamo finalmente a destinazione,
la maggior parte delle persone presenti al Consiglio di
Elrond conosce già il suo nome. Gandalf e Aragorn sono
amici dai tempi della caccia a Gollum e la custodia della Contea.
Inoltre, anche Legolas ha già una certa familiarità con Aragorn e
addirittura Boromir, figlio del Sovrintendente di Gondor, sa chi
sia. Nel Consiglio, Gimli sembra essere l’unico a non
conoscerlo.
Problemi con l’età di Aragorn
La trilogia de Il
Signore degli Anelli è, prima di tutto, un eccellente
adattamento cinematografico dei libri, dove le differenze
rispetto al materiale originale sono giustificate dallo sforzo di
creare un’eccellente esperienza per un pubblico nuovo. Un elemento
chiave che viene tralasciato è, però, sono le avventure di Gandalf
da quando lascia la Contea dopo il compleanno di Bilbo al suo
ritorno per mandare Frodo in missione. Nel film, sembra che
il ritorno dello stregone avvenga nell’arco di qualche giorno,
mentre nei libri passano in realtà anni, durante i quali
l’Anello rimane nascosto a Casa Baggins. E lo scarto temporale ha
creato delle incongruenze nella trilogia cinematografica
de Lo Hobbit. Dato che l’età dei personaggi
ne Il Signore degli Anelli fu mantenuta, un arco di
tempo di diversi anni viene a mancare. Quando Legolas viene mandato
in cerca di Grampasso, questi nel film ha 27 anni, mentre nei libri
ne ha solamente dieci. Il che ha portato molti a criticare la
scelta del riferimento a Il Signore degli Anelli, un
po’ fine a se stesso e che causa più incongruenze che altro.
Ha quasi avuto un ruolo ne
L’Hobbit
Quando Tolkien ha
scritto Lo Hobbit, questo raccontava la storia
abbastanza ridotta e autonoma di un hobbit che diventa un
famoso ladro e aiuta i Nani della Montagna Solitaria a ritornare
alla propria casa occupata da un drago. Era una storia di un libro
soltanto, ma dopo il successo de Il Signore degli
Anelli, la Warner Bros ha deciso di trasformarlo in un’altra
trilogia. Sfortunatamente, il risultato è stata una storia un
po’ gonfiata e piena di personaggi senza scopo, e riferimenti
non troppo sottili e fini a se stessi alla trilogia precedente. Tra
i vari cameo, come quelli di Saruman, Galadriel e
Legolas, un altro personaggio avrebbe potuto fare la propria
comparsa ne Lo Hobbit: Aragorn. I produttori chiesero a Viggo Mortensen se fosse
disponibile a riprendere il ruolo per Lo Hobbit.
Ma l’attore ha letto il libro e sembra che abbia risposto dicendo:
“Lo sapete perché Aragorn non compare nel romanzo, giusto? Sapete
che c’è uno scarto temporale di 60 anni tra i libri?”. Dopotutto,
va bene così: forse la comparsa di Aragorn sarebbe stata solo
un’altra distrazione.
Grazie alle immagini in
movimento, il ricco mondo fantasy creato da J.R.R. Tolkien con la saga de
Il Signore degli Anelli ha conosciuto una
notorietà inaudita. Da Lo Hobbit alla trilogia di film Lord of the
Rings, le trame della carta stampata sono state esplorate in
profondità. Va detto però che l’ampia saga di
Tolkien contiene una serie di interessanti storie
ed eventi che ancora non sono stati portati in live-action.
Con l’arrivo della serie prequel
The Rings of Power su Prime Video, si aprono nuove possibilità
di racconto. Lo show si svolge migliaia di anni prima che
Bilbo trovi l’Unico Anello, in un tempo noto come
Seconda Era. La Seconda Era (in tutto sono tre le
Ere che Tolkien delinea nelle sue opere) si estende per 3.441 anni:
gli eventi che potrebbero essere narrati nella serie sono quindi
innumerevoli. In questo arco temporale ci sono un sacco di scene
che i fan si augurano di vedere finalmente sullo schermo…
La creazione del tutto
L’origine dell’intero mondo
in cui è ambientata la saga del Il Signore degli
Anelli si lega alla Musica degli Ainur. Gli
Ainur sono spiriti angelici plasmati dalla mente
dell’entità suprema di Eru Ilúvatar, l’Uno. La
composizione musicale creata dagli Ainur è d’ispirazione
per Eru negli creazione dell’universo (Eä) e
della Terra, Arda, al cui interno si trovano
Valinor, Númenor e la Terra di
Mezzo.
Si dice che la musica che ha
permesso la nascita del mondo di Tolkien fosse
bella, anche se uno degli Ainur ha aggiunto note
dissonanti che hanno dato origine al male del mondo. La scena di
questa creazione musicale sarebbe interessante da vedere sullo
schermo: oltre ad essere potenzialmente molto scenografica,
potrebbe spiegare molto agli spettatori che non hanno letto le
opere di Tolkien.
La storia di Beren e Lúthien
Nella saga de Il
Signore degli Anelli, la storia di Beren e
Lúthien è molto simile a quella di Aragorn e
Arwen. Lúthien è un elfo e Beren è un uomo, i due
devono quindi superare innumerevoli difficoltà per riuscire a stare
insieme. Alla fine, la loro storia si conclude in tragedia, poiché
Lúthien, per non essere mai separata dal suo amore,
sceglie la vita da mortale.
La storia di Beren e
Lúthien si svolge durante la Prima Era e
difficilmente verrà inserita nella serie The Rings of
Power. Tuttavia, dal momento che i due personaggi fanno
parte dell’albero genealogico elfico di Elrond e
Galadriel, potrebbero almeno essere menzionati.
La storia di Eärendil e Elwing
Un’altra storia d’amore
avvincente raccontata nella saga de Il Signore degli
Anelli è quella tra Eärendil ed
Elwing. Dopo il loro matrimonio, i due hanno
affrontato un grosso pericolo. Divenuto un grande navigatore,
Eärendil ha navigato assieme ad Elwing alla volta
di Valinor dove ha coraggiosamente chiesto aiuto per
gli Elfi e per gli Uomini – ormai quasi completamente dominati da
Morgoth. Il loro coraggio è stato riconosciuto dai
Valar che hanno accettato di aiutarli.
In aggiunta, Eärendil ed
Elwing hanno concesso ai loro discendenti la
possibilità di scegliere se essere un elfo o un uomo. Anche se
la maggior parte della storia della coppia si svolge durante la
Prima Era, essi sono i genitori di Elrond e
potrebbero quindi essere citati in The Rings of
Power.
Galadriel rifiuta di tornare a
Valinor
Sempre nella Prima
Era, gli elfi che vivono a Valinor si ribellano
perché sono desiderosi di viaggiare nella Terra di Mezzo.
Tra i ribelli c’è anche Galadriel, che ha l’ambizioso
desiderio di governare nella Terra di Mezzo. In seguito
alla ribellione, agli elfi viene proibito di tornare nel luogo,
fino a quando, grazie all’azione coraggiosa di Eärendil ed
Elwing, le creature sono invitate a
tornare. Galadriel però non fa ritorno.
Stando al trailer di Rings
of Power, sembra che Galadriel sarà un
personaggio principale nella serie. Ciò significa che probabilmente
le ribellioni descritte nella
saga de Il Signore degli Anelli saranno viste
sullo schermo, anche se è solo attraverso dei flashback.
Elros prende il trono a
Númenor
Abbiamo detto che i
Valinor hanno concesso
a Eärendil, Elwing e ai loro
discendenti la possibilità di scegliere se vivere come elfi o come
uomini. Il loro figlio Elrond ha scelto di
rimanere un elfo, ma Elros ha
preferito diventare un umano. Elros e la sua stirpe
riescono a vivere molto più a lungo rispetto agli uomini normali.
Inoltre, il Valar cede quindi a Elros la città di
Númenor, permettendogli di governarla come re.
L’ascesa e la caduta di
Númenor avvengono durante la Seconda Era, quindi
i fan dei libri de Il Signore degli Anelli vedranno quasi
sicuramente questi eventi nella serie prequel.
Il regno di Durin a Moria
Nella
saga de Il Signore degli
Anelli, Gandalf conduce la Compagnia
attraverso le miniere di Moria, una città un tempo
occupata dai Nani e guidata da Durin.
Anticamente, i Nani, scavando troppo in profondità,
scoprirono Balrog, il cosiddetto Flagello di
Durin. Balrog è l’essere che causa la rovina del
regno nanico, costringendo i superstiti ad abbandonare per
sempre la roccaforte che da allora prese il nome
di Moria.
Questi eventi non sono mai stati
visti sullo schermo ma sal momento che i Nani giocheranno
una parte rilevante nella storia di The Rings of
Power, i fan possono immaginare che Moria
farà parte della trama dello show.
Sauron costruisce Barad-Dûr
Barad-Dûr, la
torre sormontata
dall’occhio fiammeggiante di Sauron, è un’immagine
fondamentale de Il Signore degli Anelli. La fine
de Il ritorno del re mostra il crollo della torre dopo la
distruzione dell’Anello, ma The Rings of
Power potrebbe offrire al pubblico la possibilità di
vedere la costruzione della torre.
Sappiamo dai libri che
Sauron costruisce Barad-Dûr nella Seconda
Era. Sul grande schermo, la torre in fase di costruzione
apparirà sicuramente come una struttura imponente emozionante per i
fan.
La forgiatura dell’Unico
Anello
I fan dei libri sanno che
Sauron, dopo la costruzione di Barad-Dûr, aiuta
gli elfi a forgiare gli Anelli del Potere. Dopo averli sparsi tra i
popoli della Terra di Mezzo, Sauron torna a
Mordor e crea il suo Unico Anello in grado di
influenzare e controllare gli altri.
Il film La Compagnia dell’Anello descrive la vicenda, ma non
mostra il processo della creazione. Magari, la serie The
Rings of Power darà al pubblico la possibilità di
vedere l’Anello mentre viene forgiato…
Elrond costruisce Rivendell
Rivendell è uno
dei luoghi più mozzafiato della Terra di Mezzo. La
trilogia de Il Signore degli Anelli è
riuscita a creare un posto ancora più incredibile di quello
descritto sulla carta, andando oltre l’immaginazione di
Tolkien. La valle è piena di strutture elfiche e
cascate: è la città che ogni fan della saga vorrebbe visitare.
Dal momento
che Elrond durante la Seconda Era
instaura Rivendell come roccaforte contro Sauron,
speriamo di vedere il processo che porta alla creazione del luogo
in The Rings of Power.
L’Apparizione dei Nazgûl
I Nazgúl sono
parte integrante della storia di Frodo e ogni fan de
Il Signore degli Anelli conosce il momento
iconico in cui il Re del Nazgúl viene annientato da
Éowyn di Rohan. Prima di questo evento, i Nazgúl
erano i Signori degli Uomini e avevano ricevuto gli
Anelli del Potere da Sauron.
Il pubblico non ha mai visto queste
vicende sullo schermo, ma esse potrebbero creare un argomento
interessante nella trama di The Rings of
Power. Guardare questo popolo, che si presenta come
buono e giusto, lentamente trasformarsi nelle creature meschine che
il pubblico conosce sarebbe molto eccitante.
Tra i dibattiti più longevi
all’interno del fandom di Il Signore degli Anellivi è quello
attorno alle differenze tra romanzo e adattamento cinematografico,
in particolare se la versione di Jackson del
romanzo è riuscita in qualche modo a superare l’originale di
Tolkien. Ci sono molti che continuano a ritenere il romanzo di
Tolkien di gran lunga superiore, e altri che
affermano che Jackson ha effettivamente sviluppato meglio alcuni
elementi della trama.
In particolare, gli utenti Reddit hanno sottolineato che ci sono
dettagli della storia di Tolkien che avevano proprio bisogno di
essere riadattati per il grande schermo da Jackson!
Faramir e l’anello
Uno dei cambiamenti più rilevanti
rispetto ai romanzi di Il Signore degli Anelliè
stata la decisione di rendere Faramir quasi
sedotto dal potere dell’Anello; i Redditors credono che si tratti di una
modifica significativa da parte del film, che “fortifica
un’interessante eco oscura della corruzione di
Boromir per mezzo dell’anello”. Nella storia
originale di Tolkien, Faramir è invece uno dei
pochissimi personaggi che non manifesta quasi nessuna tentazione
nel volerlo prendere, il che può apparire per alcuni incredibile,
dato il grado di potenza dell’Anello.
Aragorn è molto più di un semplice
elemento di trama
Aragorn è
assolutamente uno dei personaggi più potenti nei libri e nei film
di Il Signore degli Anelli, ma viene utilizzato
più che altro come espediente di trama nel primo. A questo
proposito, i Redditors hanno
evidenziato come l’Aragorn del film possa sì apparire “abbattuto”,
ma può essere ritenuto un personaggio a pieno titolo. Al contrario,
la versione del personaggio del libro, “esiste per ragioni che sono
utili alla narrazione, ma non c’è niente di interessante riguardo a
lui, a parte questo”. Dato che i libri si concentrano
principalmente sulle azioni degli hobbit – con alcune eccezioni
degne di nota – questa argomentazione è da ritenere valida.
Razionalizzare la trama
Non c’è dubbio che il romanzo
originale di Tolkien sia epico in ogni senso della
parola: basta tenere in conto la sua lunghezza per accorgersene,
oltre al fatto che si tratta di una narrazione tentacolare che
prende in considerazione molte aree diverse della Terra di
Mezzo.
Alcuni Redditors hanno notato come uno dei
grandi punti di forza dei film è che questi “eccellono nello
snellire la trama di Il Signore degli Anelli, eliminando le linee
di trame superflue e approfondendo le più importanti. Ciò ha fatto
sì che la storia sia stata raccontata in maniera lucida e nitida,
ragionevolmente analitica e divertente”. Anche se, per questo
motivo, alcuni personaggi amati dai fan dei libri non sono stati
presentati nei film, questa scelta stilistica ha decisamente
contribuito alla superiorità della pellicola.
La maggiore incisività del rapporto
tra Aragorn e Arwen
Anche se ci sono relativamente poche
storie d’amore nel romanzo originale, una delle più notevoli è
sicuramente quella tra Aragorn e
Arwen. I fan di Redditor ricordano di essersi sentiti
delusi rendendosi conto che “il legame tra Aragorn e Arwen non è
stato sviluppato ulteriormente nei libri”; fortunatamente, i film
dedicano largo spazio alla relazione tra i due, evidenziando quanto
Aragorn e Arwen significhino l’uno per l’altra, al punto che la
loro può essere sicuramente vista come una delle migliori relazioni
nei film di Il Signore degli Anelli.
“Le Due Torri” è meno
noioso
Anche i più devoti lettori di
Tolkien a volte riconoscono che Le Due Torri è forse la sezione più debole del
romanzo, soprattutto perché il ritmo e l’azione cominciano a
diminuire. I Redditors hanno
invece notato che “c’è qualcosa nella sceneggiatura di Il Signore degli Anelli: Le Due Torri che la
distingue dal libro su cui è basata. Sicuramente, questo commento
fa riferimento al fatto che la versione cinematografica include una
scena di battaglia titanica e un notevole confronto tra
Frodo e uno dei Nazgûl, oltre che
con Gollum.
I film esaltano le scene di
battaglia
Nei libri, le scene di battaglia, in
particolare quelle al Fosso di Helm e ai Campi di Pelennor, sono
parti vitali della storia. Tuttavia, sono descritte per la maggior
parte senza la cura di dettagli necessari per avere un grande
impatto sullo schermo. I Redditors consigliano perciò di
“ricorrere al film per poter assaporare al meglio la portata epica
degli eventi raccontati da Tolkien“, riprodotti da
Jackson in maniera sopraffina: il regista ha
infatti confezionato assolutamente alcune delle battaglie più
impressionanti che abbiamo mai visto sul grande schermo.
L’occhio di Sauron
Sauron è una delle
creature più potenti della Terra di Mezzo, e la sua influenza può
essere percepita praticamente in ogni luogo. In particolare, è
spesso concettualizzato come un grande occhio, anche se il libro
rimane piuttosto vago su cosa effettivamente questa
caratterizzazione metaforica significhi. Per quanto riguarda la
trasposizione cinematografica di Il Signore degli Anelli, i Redditors affermano che “la
rappresentazione di Sauron come un occhio fiammeggiante è stata
assolutamente incredibile”. È certamente un’immagine
impressionante, e mostra quanto questo essere sia capace di vedere
quasi tutto ciò che accade sull’ampia faccia della Terra di
Mezzo.
Caratterizzazioni più
articolate
Anche se ci sono innumerevoli
ragioni per apprezzare il capolavoro di Tolkien,
il romanzo presenta alcune lacune, soprattutto per quanto riguarda
la profondità psicologica dei personaggi. Il film, invece, è stato
in grado di conferire ai protagonisti una vivacità e autonomia che
a volte manca sulla pagina. Questo è ciò che lo rende così
affascinante agli occhi di molti utenti Reddit, che notano come “quando siamo
arrivati a Il Ritorno del Re, avevamo in mano i migliori
ritratti di ogni personaggio principale che si potesse
chiedere”.
Il film è un’avventura fantasy
Non c’è dubbio che la trilogia di
Jackson sia uno dei migliori film fantasy mai
realizzati. Tuttavia, i film differiscono dai romanzi in termini di
genere di appartenenza poiché, sebbene siano un’epopea, hanno anche
molto in comune con il filone dell’avventura. Come sottolineano
alcuni utenti Reddit, “i film
funzionano come una vera e propria avventura fantasy. I libri, al
contrario, sono di carattere epico e assomigliano, probabilmente, a
una versione anglosassone dell’Odissea”. Anche se i film potrebbero
sacrificare parte della ricchezza e della complessità dei libri,
riescono comunque a trascinare lo spettatore in un grandissimo
spettacolo visivo.
Il personaggio di Denethor è
trattato in maniera egregia
Denethor è uno dei
personaggi più complicati sia nei film che nei libri,
fondamentalmente dalla natura tragica in entrambi. Anche se ogni
performance attoriale in Il Signore degli Anelliè
degna di nota, i fan su Reddit
sostengono che la versione cinematografica di Denethor “è
assolutamente veritiera e verosimile: il modo in cui il personaggio
viene condotto alla depressione dopo la morte di
Boromir assume al meglio sfumature tragiche”. In
questo senso, il tuffo infuocato di Denethor dalla cima della Torre
Bianca può essere visto come un epilogo veramente terribile per un
uomo portato alla follia e alla disperazione dal suo dolore.
E’ un giorno pieno di
dolci ricordi quello di oggi 22 Gennaio 2014, almeno per la schiera
di fan della trilogia de Il Signore degli Anelli
di Peter Jackson. Già, perché esattamente dieci
anni fa usciva in Italia l’ultimo capitolo Il ritorno del
re, quello che un mese dopo fece incetta di Oscar, durante
la fatidica notte. Oggi, a noi piace ricordare con nostalgia quel
giorno quando l’epopea tratta dal lavoro letterario di
J.R.R. Tolkien si concluse nel buoi di una sala
cinematografica.
E cosa c’è di meglio se non l’epico
final trailer del film che vede protagonisti un cast d’eccezione
composto da Viggo Mortensen, Elijah
Wood, Ian McKellen, Liv Tyler, Cate Blanchett, Hugo
Weaving, Orlando Bloom e molti altri.
Gran parte delle riprese de Il
ritorno del Re sono state girate nel 2001 e terminate agli inizi
del 2002. La post-produzione del film è durata più di due anni ed è
terminata solo nel mese di novembre 2003, un mese prima del debutto
nelle sale com’era successo per il secondo film. L’ultimo giorno di
riprese del terzo film, a casa di Peter Jackson fu filmata
un’espressione facciale di Andy Serkis (l’attore che interpreta
Gollum). Il video fu inviato alla Weta, dove i tecnici decisero di
incorporare l’espressione nel personaggio, precisamente nella scena
in cui Gollum capisce che Frodo è intenzionato a distruggere
l’anello. Peter Jackson è presente, in ogni episodio della
trilogia, come cameo. Nel terzo episodio ricopre la parte di un
pirata, ucciso dalla freccia di Legolas; tale scena è, tuttavia,
presente solo nell’edizione estesa del film. Come per il Fosso di
Helm nel secondo film, la città di Minas Tirith nel terzo film è
una fedele ricostruzione alta circa 90 centimetri. Anche qui per le
vicende che si svolgono dentro di essa, le scene sono state girate
su dei set esterni e in seguito i personaggi e i combattimenti
(questi ultimi girati in set attrezzati con la tecnologia green
screen) sono stati inseriti nell’omonima ricostruzione con la
tecnica digitale.
Il terzo e conclusivo film della
saga di Tolkien è record d’incassi tanto da finire sul Guinness dei
Primati. Il film, infatti, ha ottenuto un incasso globale di
1.119.110.941 $, entrando così nella storia dei film che hanno
incassato di più e classificandosi al primo posto nella classifica
dei film più visti nel 2003. Negli Stati Uniti il film ha incassato
circa 377.027.325 $ mentre in Italia il film ha incassato
22.827.684 €. In occasione dell’uscita del terzo e conclusivo film
della saga il 22 gennaio 2004 in molte sale italiane è stata fatta
la cosiddetta “maratona” dei tre film, con proiezioni dalle 14.00
per arrivare a mezzanotte circa, ora d’inizio dell’ultimo capitolo
della trilogia.
La storia riprende dopo la fine
della seconda parte, Le due Torri,
Gandalf, Théoden, Aragorn, Gimli, Legolas e Éomer si recano a
Isengard, trovandola distrutta dagli Ent, e incontrano Merry e
Pipino, i quali narrano loro il trionfo di Barbalbero su Saruman. I
cinque eroi affrontano un forte duello verbale con Saruman che
tenta, grazie alla sua voce ingannatrice, di tirare l’ultima
stoccata nei confronti di re Théoden. Il re di Rohan, però, non si
fa cogliere impreparato e risponde per le rime all’ennesima
provocazione del malvagio stregone. Grima Vermilinguo, che finora
aveva seguito in disparte la scena e subito l’ennesima umiliazione
da parte del suo “padrone”, in un impeto di orgoglio pugnala
Saruman alle spalle, facendolo precipitare dalla torre, ma venendo
ucciso a sua volta da una freccia di Legolas. Subito dopo Pipino
trova il Palantír sotto l’acqua che ricopre Isengard e lo prende,
ma Gandalf glielo toglie di mano mettendolo in guardia sulla sua
pericolosità. I guerrieri tornano poi tutti insieme a Edoras per
festeggiare la vittoria su Isengard. Ma la curiosità di Pipino non
ha limiti e, mentre tutti dormono, cerca di dare un’occhiata nel
Palantír, attirando così su di sé il vigile occhio di Sauron.
Fermato in extremis riferisce a Gandalf quanto ha visto nella
sfera. Così da Rohan Gandalf e Pipino partono per Gondor.
Tra storyline che si intrecciano,
battaglie come se piovesse e così tanti nomi di luoghi e personaggi
da ricordare, è davvero impossibile riuscire a tenere a mente ogni
singolo dettaglio presente nell’epica trilogia di Jackson.
Nella prima scena de Le Due Torri in cui appare Gandalf, è possibile notare
un dettaglio che sicuramente è sfuggito anche all’occhio dello
spettatore più attento: per una frazione di secondo, la macchina da
presa inquadra il personaggio a figura intera, poco prima che lo
stesso richiami il suo fido Ombromanto: proprio in quel momento è
possibile notare
Ian McKellen con ai piedi delle scarpe da ginnastica;
probabilmente delle Converse, anche se risalire al modello esatto è
molto difficile. Chiaramente, non sono i tradizionali stivali neri
che l’attore sfoggia per tutta la durata del film.
L’esercito di Sauron
La battaglia di
Minas Tirith ne Il Ritorno del Re è stata a lungo oggetto di forte
dibattito tra i fan della saga. La difesa di Minas Tirith è
organizzata da Gandalf e, anche grazie all’aiuto di
Aragon, l’esercito di Sauron viene sconfitto. C’è una domanda
però che fin dall’uscita del film sembra affliggere i fan più
accaniti: perché poco dopo scopriamo che Sauron può contare ancora
su decine di migliaia di Orchi, e che ciò – come suggerito da
Gandalf – potrebbe impedire a Frodo di raggiungere il Monte Fato?
Dov’erano prima questi Orchi?
Gli Orchi, Frodo e Mordor
Aragorn e Gandalf decidono di
marciare verso il Nero Cancello, in modo da attirare su di loro
l’attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può
recarsi all’interno del Monte Fato per distruggere finalmente
l’Anello. Alle porte di Mordor, affrontano la Bocca di Sauron, che
mostra loro la cotta di mithril di Frodo, strappata allo hobbit
durante la sua prigionia. A quanto pare, però, all’epoca gli Orchi
non avevano idea di chi fosse Frodo. Se la Bocca di Sauron sa che
Frodo è a Mordor, significa che anche Sauron lo sa: ciò rende la
narrazione alquanto controversa.
Tecnicamente, Frodo non distrugge l’Anello
Alla fine, Frodo arriva finalmente
su Monte Fato, ma quando entra ed affronta la lava, ignora l’invito
di Sam a distruggere l’Anello. Al contrario, guarda il suo amico
negli occhi, esclama: “L’anello è mio”, lo mette al dito e diventa
invisibile. Successivamente Gollum, con un morso, strappa il dito
con l’Anello a Frodo e, durante la colluttazione, lo Hobbit cade
nel vuoto e trascina con sé facendolo cadere nella lava, anche
Gollum e l’Anello: l’Anello è finalmente distrutto, ma tecnicamente
non è stato Frodo a distruggerlo, dal momento che era stato
corrotto dal suo potere.
Sciogliere la Compagnia
Alla fine de
La Compagnia dell’Anello, Frodo si distacca dai suoi
compagni che hanno giurato di aiutarlo nella sua missione per
distruggere l’Unico Anello. Persuaso da Gandalf e Galadriel, Frodo
si è convinto di essere l’unico in grado di riuscire a terminare la
missione: coinvolgere gli altri sarebbe un rischio troppo alto.
Parte di questa decisione si fonda sull’assunto che lo Hobbit è
l’unico in grado di non cedere alla corruzione dell’Anello. Il
resto della storia, però, ci insegna che se Frodo fosse stato
davvero solo, sarebbe morto diverse volte…
Il giusto tributo a Sam
Non appena ci si rende conto che
l’Anello è stato distrutto, tutti invocano il nome di Frodo per
celebrare il suo viaggio e il suo gesto eroico. Molti, però,
dimenticano che Sam ha avuto un ruolo fondamentale nella missione
dell’amico, sotto molteplici punti di vista. Al di là dell’aspetto
semplice e modesto, Sam ha sempre dimostrato una tenacia fuori dal
comune, unita ad una grande forza d’animo e ad uno spirito poetico.
Purtroppo, nel film, è sempre Frodo ad essere celebrato, e mai Sam,
al quale è legato da un profondo vincolo d’amicizia.
Gandalf e il Re Stregone di Angmar
Nella saga viene più volte affermato
che “nessun uomo” può uccidere il Re degli stregoni di Angmar. Una
regola che dev’essere presa alla lettera, dal momento che sia Merry
sia Eowyn riescono a farlo sparire dal mondo, uno hobbit e una
donna, appunto, non uomini. Quando però Gandalf, che fa parte degli
Istari, ha cercato di ucciderlo, fallendo, non è mai stata data
alcuna spiegazione del perché non ci sia riuscito. Gandalf è un
mago, capace addirittura di uccidere i Balrog, i servitori più
potenti di Sauron: deve essere per forza in grado di uccidere il Re
Stregone…
Il lungo viaggio di Sam e Frodo
Il viaggio intrapreso da Sam e Frodo
richiede che i due personaggi camminino molto durante tutta la
storia. Una domanda sorge però spontanea: perché i due non si sono
mai serviti di un cavallo? Nei film vediamo continuamente
personaggi che percorrono immense distanze a cavallo, proprio
mentre Sam e Frodo cercano affannosamente di spostarsi da un luogo
all’altro. Chiaramente un espediente così semplice come quello del
cavallo per i due amici, avrebbe di gran lunga accorciato la
narrazione del film.
I personaggi femminili sono soltanto tre
Forse questo è l’aspetto più ovvio
di tutti: nella trilogia de Il Signore degli Anelli ci sono
soltanto tre personaggi femminili. Eppure, a ben pensarci, è
qualcosa che ancora oggi lascia decisamente perplessi. Se si sono
letti tutti i libri e visti tutti i film, è qualcosa che si dà
ovviamente per scontato, sulla quale – forse – non ci si è
soffermati mai realmente. Eppure, è così: tutti i personaggi della
saga sono principalmente uomini. Per fortuna, i tre personaggi
femminili della saga sono donne sfaccettate, forti e decisamente
dure da sconfiggere. Siamo così abituati a vedere storie con
protagonisti maschili che è importante soffermarsi su quest’aspetto
e riflettere su quanto sia facile dare per scontato qualcosa che
non dovrebbe esserlo…
Frodo lascia la Contea per Sam
Nella nota che lascia a Sam prima di
lasciare definitivamente la Contea, Frodo afferma che il suo amico
non può essere “diviso in due” per sempre. Sebbene venga palesato
in modo ambiguo, c’è davvero poco a cui questa affermazione possa
fare realmente riferimento, se non alla relazione di Frodo e Sam.
Quest’ultimo adesso è sposato, ma conoscendo la sua devozione per
l’amico, si preoccuperà sempre per lui. Al contempo, Frodo non si è
mai realmente integrato nella vita della Contea, ed è perfettamente
consapevole che dopo il viaggio sarà quasi impossibile tornare a
quell’esistenza. Invece di restare e di permettere a Sam di
continuare a prendersi cura di lui per sempre, Frodo decide di
andare, permettendo a Sam di concentrarsi sulla sua famiglia e di
scrivere finalmente un capitolo della vita che sia soltanto
suo.
Una serie di diritti su film,
merchandising, giochi ed eventi live di Il Signore degli
Anelli, Lo Hobbit e altri titoli dell’autore
J.R.R. Tolkien è stato messo all’asta ora che la
Saul Zaentz Co. ha deciso di vendere le sue partecipazioni.
Zaentz Co. ha assunto la ACF
Investment Bank per gestire il processo di vendita, che si sta
svolgendo questa settimana mentre i banchieri fanno il giro dei
possibili acquirenti a Hollywood. Si prevede che le proprietà di
Tolkien raggiungeranno almeno $ 2 miliardi, cifra stimata sulla
base di recenti valutazioni elevate per IP di alto livello e
produttori di contenuti.
La tempistica del processo di
vendita non è casuale. Amazon presenterà in anteprima la sua tanto
attesa serie TV a mega budget basata sugli antefatti de Il
Signore degli Anelli, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere, il 2 settembre. Lo Studio è quindi in cima
alla lista dei candidati ad accaparrarsi i diritti aggiuntivi ora
detenuti da Zaentz.
Le partecipazioni di Zaentz Co.
comprendono i diritti di sfruttamento delle proprietà di Il
Signore degli Anelli, Lo Hobbit in film, videogiochi,
merchandising, eventi dal vivo e parchi a tema. Include anche
diritti di corrispondenza limitati nel caso in cui la Tolkien
Estate decidesse di realizzare film o altri contenuti basati su due
raccolte di scritti di Tolkien pubblicate dopo la sua morte nel
1973: “The Silmarillion” e “The Unfinished Tales of Numenor and
Middle-Earth”.
La Warner Bros. manterrà alcuni
diritti di sviluppo del film su Il Signore degli
Anelli attraverso la New Line Cinema, di sua
proprietà. New Line ha avuto enormi successi al botteghino mondiale
e ha vinto l’Oscar con la trilogia del regista Peter
Jackson (La compagnia dell’anello, Le due torri e
Il ritorno del re). La Warner Bros. l’anno scorso ha
annunciato i piani per la produzione di un film anime per il cinema
insieme a New Line e Warner Bros. Animation, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei
Rohirrim.
Ma resta inteso che i sostanziali
diritti dei film live-action sono tornati alla Zaentz Co. l’anno
scorso, in parte perché la Warner Bros. non aveva sviluppato
attivamente nuovi prodotti legati alle IP. Quello sviluppo, oltre
all’attesa per la nuova serie Amazon, è stato sufficiente per
convincere Zaentz Co. che i tempi erano maturi per una vendita.
Anche i progetti relativi a Tolkien
sono stati oggetto di importanti contenziosi nel corso degli anni.
Zaentz Co. ha citato in giudizio Warner Bros. e New Line per la sua
quota di profitti dalla trilogia di film di Jackson. La proprietà e
l’editore di Tolkien HarperCollins hanno citato in giudizio la
Warner Bros. più volte per i profitti dei film e dei tre
lungometraggi basati su Lo Hobbit.
I nuovi film de Il Signore degli Anelli potrebbero avere come
protagonisti personaggi come Gandalf, Aragorn, Gollum e altri volti
familiari. Il franchise de Il Signore degli Anelli
è sul punto di aprire nuovi orizzonti grazie alla serie televisiva
Gli Anelli del Potere di Prime Video. Mentre la serie offrirà ai fan
di J.R.R. Tolkien una nuova storia potenzialmente
di lunga durata, anche il futuro cinematografico del franchise è
stato rinvigorito di recente.
Dopo molti anni dalla realizzazione
delle trilogia dirette da Peter Jackson, i diritti dei film sono
scaduti e hanno aperto le porte a un nuovo studio per intervenire e
plasmare il futuro del franchise sul grande schermo. L’annuncio che
i diritti del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit erano in vendita
è arrivato nel febbraio 2022. Amazon è stata pubblicizzata come un
forte contendente per acquisire i diritti in modo che potesse
espandere di più il mondo della serie a cui stava già
lavorando.
Tuttavia, è stato rivelato che
un’azienda di videogiochi e media svedese, la
Embracer Group AB, ha vinto la guerra di offerte per ottenere i
diritti dei romanzi. I termini dell’accordo non sono stati
divulgati, ma Embracer ora ha il potere di produrre film, serie,
videogiochi e altro basati su una varietà di libri di Tolkien,
incluso Il Signore degli Anelli.
Proprio l’Embracer Group ha
annunciato ufficialmente l’acquisizione dei diritti cinematografici
de Il Signore degli Anelli e il comunicato stampa
della società includeva una anticipazione di ciò che i loro piani
prevedevano. Alcuni dei primi pensieri per i nuovi film de
Il Signore degli Anelli includono il raccontare
storie incentrate su alcuni dei personaggi più riconoscibili del
franchise.
Embracer Group menziona
Gandalf, Aragorn, Gollum, Galadriel ed
Éowyn come alcuni dei potenziali protagonisti per
i futuri film del franchise. Ma per adesso non sono stati
annunciati piani ufficiali per nessun film da solista.
Ci sono state molte speculazioni su
chi detiene i diritti del franchise de Il Signore degli
Anelli. L’anno scorso, la New Line Cinema ha rinnovato la
licenza di 25 anni con la Middle-earth Enterprises, una società ora
di proprietà dell’Embracer Group.
La società ha immediatamente
pianificato lo sviluppo di una nuova serie di film, il cui primo
film è stato recentemente confermato essere Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum
di Andy Serkis.
Amazon, invece, ha negoziato
direttamente con la Tolkien Estate per i diritti
che la famiglia ancora deteneva al di fuori di New Line, MEE o
Embracer, spiegando perché
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è un
“prequel” dei film che vengono distribuiti in streaming e non nelle
sale.
È interessante notare che sia New
Line che Amazon possono ora utilizzare gli stessi personaggi… solo
in momenti diversi della loro vita. Parlando con Deadline, la
produttrice e scrittrice dei film Philippa Boyens
ha affrontato il tema dei potenziali contrasti con la serie
Prime Video.
“C’è abbastanza spazio per
molte persone che possono esistere all’interno di questo
spazio“, ha detto. “Non abbiamo mai voluto essere i
guardiani della Terra di Mezzo. A volte gli altri ti mettono in
quella posizione, ma noi non ci sentiamo così. Onestamente, non ho
visto nulla di tutto ciò. Non ho voluto guardare troppo, perché non
volevo essere influenzato“.
“Ma penso che sia un’epoca
fantastica, come scelta. La realizzazione degli anelli del potere è
un pezzo brillante di narrazione. È un’epoca fantastica, piena di
personaggi affascinanti“.
“Abbiamo il diritto al Signore
degli Anelli e alle appendici, e basta”, ha chiarito Boyens. “Mi
piacerebbe che si ampliasse se ci fosse l’opportunità di farlo, ma
c’è così tanto in quei tre libri… guardate la Guerra dei Rohirrim.
È una pagina e mezza a prima vista nei libri. Ma ci sono molti fili
conduttori in tutto il libro”.
Quali altre storie potremo vedere
al cinema de Il Signore degli Anelli?
Avendo a disposizione solo i libri
principali, i film de Il Signore degli Anelli si
limiteranno a espandere piccoli momenti come questo in storie per
il grande schermo, il che significa che molto di ciò che vedremo in
futuro dovrà essere in gran parte materiale originale.
Questo non significa che racconti
come La guerra dei Rohirrim non valgano la pena di
essere esplorati, secondo Boyens.
“La Guerra dei Rohirrim si
colloca 200 anni prima degli eventi dell’Anello, ed è davvero una
storia a sé stante“, dice. “È stata una delle ragioni per
cui sono arrivato a quella storia quando stavamo cercando di fare
qualcosa che si adattasse all’anime. Volevamo fare qualcosa che non
avesse nulla a che fare con gli anelli del potere, Sauron, la Torre
Oscura o i maghi“.
“È la storia di un popolo che
si sta distruggendo. Quindi mi è sembrato davvero adatto, non solo
per l’anime, ma anche per una nuova forma d’arte quale è l’anime, e
per cercare di raccontare una storia basata sulla Terra di Mezzo
senza toccare i film live action, se questo ha senso”.
Pluripremiato e vincitore di 4 premi
Oscar, Il Signore degli Anelli torna sul grande
schermo e nelle sale The Space Cinema, per
chiudere il mese di luglio in pieno stile fantasy.
Dal 22 al
26 luglio si inizia con il primo capitolo,
“La Compagnia dell’Anello” per poi proseguire dal
27 al 30luglio
con il secondo, “Le Due Torri”, e dal 31
luglio al 4 agosto si termina con
l’ultimo capitolo del racconto diviso in tre parti: “Il
Ritorno del Re”.
I fan della trilogia fantasy diretta
da Peter Jackson e basata sui
romanzi di J.R.R. Tolkien potranno rivivere – o
vivere per la prima volta – le avventure di Frodo
(e con lui la Compagnia dell’Anello), impegnato a distruggere
l’oggetto magico, l’Anello, forgiato da Sauron per
controllare la Terra di Mezzo che, dopo secoli, finisce nella mani
di Bilbo Baggins. Una lotta contro il male che vedrà protagonisti
il mago Gandalf, i tre fedeli hobbit, il nano Gimli, l’elfo Legolas
(Orlando Bloom) e Arago (Viggo Mortensen).
Un appuntamento da non perdere per
rivivere sul grande schermo le emozioni e la magia di un grande
classico del genere, che da anni affascina intere generazioni di
spettatori. Le prevendite sono già aperte e disponibili a
questo link.
Per evitare file e assembramenti,
The Space Cinema raccomanda e ricorda come sempre al
pubblico l’acquisto dei biglietti online, su sito e app,
anche se sarà sempre possibile comprarli al cinema.
Di seguito il calendario della
rassegna dedicata alle avventure di Frodo e dei suoi compagni:
Dal 17 al 19 luglio – Il Signore degli Anelli – Le due
Torri, il secondo capito della saga vincitore di
2 premi Oscar, che regala agli spettatori uno degli scontri più
epici della storia del cinema: la Battaglia del Fosso di Elm;
Dal24 al 26luglio – Il
Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re, uno dei
tre film più premiati di sempre, che tra i vari riconoscimenti
vanta 11 premi Oscar e segna l’epilogo della lotta contro Sauron,
il Signore Oscuro.
Le multisala che proietteranno il
film dal 17 al 19 luglio sono UCI Bicocca (MI),
UCI Orio (BG), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI
Montano Lucino (CO), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Fiumara (GE), UCI
Lissone (MB), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA), UCI
Moncalieri (TO), UCI Porta di Roma (RM), UCI Romagna Savignano sul
Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Verona (VR), UCI Torino
Lingotto (TO), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Perugia (PG), UCI
Piacenza (PC), UCI MilanoFiori (MI), UCI Cinepolis Marcianise (CE),
UCI Ferrara (FE), UCI Fiume Veneto (PN), UCI Curno (BG), UCI
Cinemas Meridiana Bologna (BO), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo
(AR), UCI Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Catania (CT),
UCI Firenze (FI), UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI RedCarpet
Matera (MT), UCI Megalò (CH), UCI Certosa (MI), UCI Palermo (PA),
UCI Pioltello (MI), UCI Luxe Maximo (RM), UCI Sinalunga (SI), UCI
Luxe Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).
Il costo del biglietto è pari a
quello previsto per l’intero e il ridotto del giorno. Per assistere
agli spettacoli è possibile acquistare i biglietti presso le casse
delle multisala del Circuito, tramite App gratuita di UCI Cinemas
per dispositivi Apple e Android e sul sito ucicinemas.it.
I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti
elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare
la fila alle casse con –FILA+FILM.
Poco prima che Il
Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere venisse
presentato in anteprima su Prime Video, Embracer Group annunciò di
aver acquisito la Terra di Mezzo Enterprises, la società
della famiglia Tolkien che detiene tutti i diritti di sfruttamento
dell’universo. La società detiene ora i diritti mondiali di film,
videogiochi, giochi da tavolo, merchandising, parchi a tema e
produzioni teatrali relative alle iconiche opere letterarie fantasy
La trilogia de
Il Signore degli Anelli e Lo
Hobbit di J.R.R Tolkien.
La società che si occupa
principalmente di videogiochi, aveva diffuso un comunicato stampa
che annunciava la notizia lo scorso agosto e aveva strizzato
l’occhio ad un possibile piano per una serie di film con “Gandalf,
Aragorn,
Gollum,
Galadriel, Eowyn e altri personaggi”. Ora, sembra che si stiano
muovendo proprio in quella direzione per una massiccia espansione
della Terra di Mezzo su più schermi.
Thomas Day, CEO di ACF Investment
Bank, ha mediato l’accordo ed è stato recentemente citato mentre
sosteneva: “…Che questa risorsa abbia la capacità di
raggiungere la scala [Marvel e Star Wars]. Qualcuno deve
solo avere la convinzione che questo possa essere il più ambizioso
possibile”. Embracer ha anche acquisito Dark Horse
Comics alla fine dell’anno scorso e Day ha continuato
dicendo: “Avere 10.000 sviluppatori nel gruppo
significa che stiamo pensando a cosa possiamo fare con l’IP in
futuro e questo giustifica il valore per noi. E poi abbiamo una
serie di straordinarie opportunità per realizzare progetti
“transmediali”. Possiamo aiutare i creativi ad avere successo con i
loro obiettivi e sogni”.
Anche se non siamo sicuri al 100%
di cosa significhi per il futuro di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere,
Embracer chiaramente non starà con le mani in mano considerato
l’enorme spesa per avere i diritti del franchise de Il Signore
degli Anelli. Solo il tempo dirà se procederanno e se verranno
fatte cose buone o cose cattiva ma siamo certi che i fan della
Terra di Mezzo non saranno contrari nel vedere il mondo di Tolkien
prendere vita nei videogiochi alle giostre nei parchi a tema basati
su questa IP. Per quanto riguarda i potenziali progetti con tutti
quei personaggi in una serie di film in stile MCU, è un’idea che ci
lascia un po’ perplessi. Ci sono molte altre storie scritte da
Tolkien che potrebbero essere raccontate, anche se
ha senso e comprendiamo il motivo commerciale per cui Embracer sta
rapidamente prendendo di mira i più grandi nomi de Il Signore
degli Anelli, poiché quei personaggi ben noti sicuramente
attireranno maggiore attenzione nel pubblico.
Un altro universo cinematografico
sembra prossimo all’arrivo sul grande schermo. Stiamo parlando di
Il Signore degli Anelli, che, dopo
l’annuncio da parte della
Warner Bros. di voler realizzare ulteriori
film, sembra diventerà un enorme franchise, con l’intenzione di
imitare il successo dell’universo di Star
Wars. Concentrandosi sulle molte storie della
Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien, Il Signore
degli Anelli ha già avuto, come noto, diversi spin-off, tra
cui la trilogia cinematografica di Lo Hobbit e la
serie Amazon Il Signore degli Anelli: Gli
Anelli del Potere. Sebbene dunque Frodo e Sam
abbiano finito di raccontare le loro storie, è noto come il mondo
ideato da Tolkien abbia ancora molto da poter raccontare.
Considerando dunque le tante storie
a disposizione, non è impensabile né dovrebbe essere troppo
difficile sviluppare idee per nuovi film de Il Signore degli
Anelli. Ulteriori opere che attraverseranno l’intera Terra di
Mezzo e la sua vasta linea temporale sono dunque attualmente
oggetto di discussione. Certo, con Amazon impegnato su Gli
Anelli del Potere, un pezzo della sequenza temporale concepita
da Tolkien potrebbe non essere disponibile, ma ci sono ancora molte
epoche da poter esplorare. Oltre al rimanere fedeli ai testi di
Tolkien, però, esiste anche un’ulteriore possibilità, ovvero quello
di dar vita a storie inedite.
Con gran parte del lavoro di Tolkien
è infatti stato già raccontato e con Gli Anelli del Potere
che si ispira fortemente al Il
Silmarillion, la costruzione di un nuovo bacino di
storie potrebbe aiutare ad espandere il panorama de Il Signore
degli Anelli per gli anni a venire. Non è ad esempio da
escludere la possibilità che vengano realizzati veri e propri
spin-off su personaggi molto amati quali Gandalf,
Aragorn o
Legolas. Indipendentemente da ciò, se la Warner
Bros. Discovery e Amazon vorranno davvero creare un universo de
Il Signore degli Anelli simile a Star
Wars, dovranno farlo con molta attenziona, data
l’affezione dei fan a tale franchise.