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Fase 2 Marvel: i promossi e i bocciati

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Fase 2 Marvel: i promossi e i bocciati

Con l’uscita al cinema di Ant-Man, il secondo blocco di film messi in programma dai Marvel Studio può dirsi ufficialmente chiusa. È quindi arrivato il momento di tirare le somme. Ecco i promossi e i bocciati della Fase 2 Marvel:

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Di seguito tutte le nostre recensioni del film della Fase 2 Marvel:

Ant-Man recensione del film con Paul Rudd

Avengers Age of Ultron recensione del film di Joss Whedon

Guardiani della Galassia recensione del film con Chris Pratt

Captain America the Winter Soldier recensione del film con Chris Evans

Thor the Dark World recensione del film con Chris Hemsworth

Iron Man 3 recensione del film con Robert Downey Jr.

Fase 2 Marvel

Teen Wolf 5X10: promo dall’episodio “Status Asthmaticus”

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Teen Wolf 5X10: promo dall’episodio “Status Asthmaticus”

Ecco due nuovi promo per Teen Wolf 5X10, dal titolo Status Asthmaticus, in onda sul network americano MTV.

https://youtu.be/VpX0SO76PHQ

https://youtu.be/BUzV_imQTlk

Teen Wolf è una serie televisiva statunitense di genere thriller, basata sul film Voglia di vincere del 1985, che ha debuttato il 5 giugno 2011 suMTV. Il 13 luglio 2011 la serie è stata rinnovata per una seconda stagione. Il 12 luglio 2012, invece, la serie televisiva è stata rinnovata per una terza stagione composta da 24 episodi, il doppio del numero di episodi delle prime due stagioni.

Scott McCall è un giovane ed emarginato studente della Beacon Hills High School e riserva nella squadra di lacrosse della sua scuola. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, viene morso da un lupo mannaro. Dopo aver scoperto di essere diventato a sua volta un licantropo, Scott è costretto a ricercare un equilibrio tra la sua nuova identità, fonte di molti pericoli, e la sua vita da adolescente. In questo viene aiutato dal suo migliore amico, Stiles, e da un misterioso licantropo, Derek. La vita da emarginato va a concludersi acquistando il ruolo di cocapitano della squadra di Lacrosse grazie alle sue nuove doti, tutto ciò non fa che scatenare la rabbia e la gelosia di Jackson che fino ad allora era il capitano della squadra. Quando s’innamora di Allison Argent, scopre che la famiglia della ragazza caccia i licantropi da secoli. I due si fidanzano comunque ma Scott deciderà poi di allearsi con Derek per sfuggire agli Argent, e in particolare alla zia di Allison, Kate, nonché ex fiamma di Derek. Scott e Derek hanno inoltre intenzione di scoprire chi è l’Alpha il licantropo che ha morso Scott e che ha ucciso Laura, sorella di Derek. Peter Hale, zio di quest’ultimo, rimasto in stato catatonico per anni in seguito ad un incendio nella sua abitazione, si risveglia rivelando che è lui il licantropo Alpha, cerca di radunare il suo branco formato da Scott e Derek mordendo in seguito Lydia Martin, un’amica di Allison, di cui Stiles è perdutamente innamorato dalla terza elementare, la sera del ballo d’inverno.

 

The Shannara Chronicles: ecco tutti i protagonisti [foto]

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The Shannara Chronicles: ecco tutti i protagonisti [foto]

Ecco nove nuove immagini ufficiali per The Shannara Chronicles, la serie prodotta dal network americano MTV e basata sul celebre ciclodi romanzi di Terry Brooks.

GUARDA ANCHE: The Shannara Chronicles: Trailer ufficiale della serie MTV

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Shannara sarà  firmata dal team creativo composto di produttori esecutivi composto da  Jon Favreau (Iron Man), Al Gough e Miles Millar (Smallville)  che si occuperanno di sviluppare lo show per il network americano. A confermare la notizia è stato il noto sito Deadline che aggiunge che Amberle è un personaggio elfico descritto come  “agile, in forma e capace, diventata la prima donna a essere accettato come uno dei Prescelti degli Elfi, il gruppo speciale che sarà responsabile per la protezione e la cura dell’albero antico Ellcrys”. 

Come già confermato i primi due episodio saranno diretti dal regista esperto, Jonathan Liebesman (Tartarughe Ninja).

ShannaraShannara è una serie di romanzi fantasy finora composta da 17 libri dell’autore statunitense Terry Brooks, scritti fra il 1977 e il 2008. Il tema unificante della serie sono le vicende della famiglia Ohmsford, erede dell’antica stirpe reale elfica Shannara, attraverso numerose generazioni. A differenza delle serie fantasy classiche, il ciclo di Shannara è ambientato sulla Terra, in un remoto futuro in cui il pianeta e la razza umana sono stati completamente trasfigurati da eventi bellici di proporzioni apocalittiche, le Grandi Guerre, e successivamente dalle Guerre delle Razze.

Il primo romanzo della serie, La spada di Shannara, fu pubblicato nel 1977 ed ebbe un enorme successo di pubblico. Il libro ricevette pesanti critiche legate alle numerose analogie con Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. Terry Brooks ha però smentito ogni accusa di plagio.

Minority Report: due nuovi promo della serie Fox

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Minority Report: due nuovi promo della serie Fox

Ecco due nuovi promo che la Fox ha diffuso per la pubblicità a Minority Report, serie tv realizzata sulle basi dell’omonimo film sci-fi diretto da Steven Spielberg e interpretato da Tom Cruise.

https://youtu.be/aVb0rwltJ98

https://youtu.be/WcVPysBsuQ4

Scandal 5: Mia Maestro nel cast

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Il network americano della ABC ha annunciato una new entry nel cast della nuova stagione dello show con protagonista Kerry Washington. Mia Maestro, star di The Strain, entrerà nel cast di Scandal 5 con un ruolo ricorrente.

Non si sa ancora molto del nuovo ruolo, se non che si tratterà di un personaggio importante per la storia.

Scandal è una serie televisiva di genere thriller politico creata da Shonda Rhimes in collaborazione con Betsy Beers, trasmessa in prima visione assoluta sul canale statunitense ABC a partire dal 5 aprile 2012. In Italia è trasmessa sul canale satellitare Fox Life dal 13 novembre 2012, e in chiaro su Rai 3 dal 24 ottobre 2013.la terza stagione andrà in onda prossimamente su Rai 3 dall’autunno 2014.

Fantastic Four: la versione ideale secondo Max Landis

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Fantastic Four: la versione ideale secondo Max Landis

Si continua a parlare di Fantastic Four, delle critiche negative al film e del flop al box office americano. In attesa di vedere il cinecomic di Josh Trank anche in Italia, arrivano online alcune interessanti dichiarazioni rilasciate da Max Landis sulla sua versione ideale del film (lo sceneggiatore di Chronicles aveva presentato alla Fox una sceneggiatura che la major non ha mai utilizzato). Ecco le dichiarazioni di Landis al DailyBeast:

“Il mio Fantastic Four era un film di origini. I protagonisti diventavano delle vere e proprie celebrità in tutto il mondo, ma non sapevano come gestire questi poteri davvero orribili. Il governo voleva catturarli ad ogni costo, ed è per questo che decidevano di dividersi. Così il pubblico diventava testimone delle varie dinamiche fra i personaggi, tutti impegnati a cercare di controllare i loro poteri. Ricordo che Avengers era appena uscito e il mio obiettivo era quello di presentare alla Fox un gruppo di supereroi davvero fighi, in grado di battere i Vendicatori in qualsiasi momento. Ognuno di loro, potenzialmente, sarebbe potuto diventare anche un villain in un film degli Avengers. Poi, improvvisamente, erano diventati degli Dei…

…Nella mia versione Destino non era cattivo, ma un amico del college di Reed Richards. La gente avrebbe pensato che verso la fine del film sarebbe diventato cattivo, ma non era così. É lui a salvare i quattro supereroi. Anche nel sequel sarebbe stato buono. Poi sarebbe successo quello che la gente si aspettava dall’inizio e avrebbe indossato l’armatura del Dottor Destino.”

Cosa ne pensate?

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In Fantastic Four Kate Mara vestirà i panni di Sue Storm / La Donna Invisibile. Jamie Bell quelli invece di Ben Grimm / La Cosa. Miles Teller interpreterà il ruolo di Reid Richards / Mr. Fantastic, mentre Michael B. Jordan sarà Johnny Storm / La Torcia Umana. Nel cast anche Tim Blake Nelson e Reg E. Cathey. 

FANTASTIC Four – I FANTASTICI QUATTRO, moderna re-interpretazione del team di supereroi più longevo della Marvel, è la storia di quattro giovani che vengono teletrasportati in un pericoloso universo alternativo, che altera la loro forma fisica in un modo sconvolgente. Le loro vite vengono inequivocabilmente stravolte, il team dovrà imparare a controllare le loro nuove abilità e a lavorare insieme per salvare la Terra da un loro vecchio amico diventato nemico.

Fonte

Heroes Reborn: nuovo promo “Essere straordinari”

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Heroes Reborn: nuovo promo “Essere straordinari”

Ecco un nuovo promo di Heroes Reborn pubblicato da Spoiler Tv:

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La serie del 2006 Heroes continuerà grazie a Tim Kring che ritorna a sviluppare nuove strade del suo originale concetto di supereroe.

Zachary LeviQuesta miniserie molto attesa di 13 episodi si riconnetterà agli elementi alla base della prima stagione dello show in cui persone normali stavano rendendosi conto di possedere straordinarie capacità. Questa serie sarà preceduta da una nuova serie digitale che introdurrà al pubblico i nuovi personaggi e le storie che porteranno il fenomeno di Heroes in nuovi luoghi.

Heroes è una serie televisiva di fantascienza prodotta dalla NBC Universal in collaborazione con la Taiwild Productions e girata prevalentemente a Los Angeles, in California.

Negli Stati Uniti, paese di origine della serie, venne trasmessa sul canale televisivo NBC a partire dal 25 settembre 2006, mentre in Italia debuttò il 2 settembre 2007 su Italia 1. Da gennaio 2008 andò in onda anche su Steel, canale pay della piattaforma Mediaset Premium, dove venne trasmessa in prima visione dalla seconda stagione.

La serie racconta le storie di persone normali che scoprono di possedere capacità sovrumane, e di come queste hanno effetto nelle loro vite. Il programma è ideato e in gran parte scritto da Tim Kring, in passato già autore di serie come Providence e Crossing Jordan, e annovera tra gli autori anche Jeph Loeb, sceneggiatore specializzato in supereroi (ha scritto diversi episodi di Smallville e moltissimi fumetti della Marvel Comics e della DC Comics).

Negli Stati Uniti il primo episodio registrò l’indice di ascolto più alto per la fascia serale dell’emittente dell’ultimo quinquennio, e dopo solo poche settimane dall’inizio della programmazione la serie divenne oggetto di culto, raccogliendo negli anni anche vari premi televisivi. Durante la prima stagione, l’American Film Institute nominò Heroes uno dei dieci “programmi televisivi dell’anno”.

Durante la prima stagione sul sito della NBC venne resa disponibile Heroes 360 Experience, un’estensione internet-digitale della serie, rinominata durante la seconda stagione in Heroes Evolutions, che aveva lo scopo di diffondere e far comprendere meglio l'”universo” e la “mitologia” diHeroes, ossia quei misteriosi elementi di fantasia legati alla fantascienza e a fenomeni soprannaturali connessi alla serie. Sempre attraverso il sito internet ufficiale, negli anni erano stati resi disponibili anche riviste, action figures, giochi per cellulari, fumetti on-line e webseries. Per le prime tre stagioni inoltre, la BBC produsse un making of della serie: Heroes Unmasked.

Empire 2: una featurette di 20 minuti

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Empire 2: una featurette di 20 minuti

La Fox ha diffuso una lunga featurette per Empire 2. Ecco il video di seguito:

https://youtu.be/NQxP8zRcp4Q

Empire è una serie televisiva statunitense creata da Lee Daniels e Danny Strong, che segue le vicende di una famiglia nel mondo dell’hip-hop. La serie ha debuttato negli Stati Uniti sul network Fox il 7 gennaio 2015. Nel gennaio 2015 la serie viene rinnovata per una seconda stagione. In Italia viene trasmessa su Fox dal 3 marzo 2015.

Lucious Lyon è un ex delinquente di strada che negli anni è riuscito a costruire un impero, guidando con successo la Empire Entertainment, un colosso della musica hip-hop. Il suo impero è rimasto incontrastato per anni, ma tutto questo potrebbe cambiare, quando gli viene diagnostica laSLA che lo renderà invalido nel giro di tre anni. Per non vedere crollare tutto ciò che ha costruito, Lucious decide di affidare la guida della Empire a uno dei tre figli.

Once Upon a Time 5×02: Lana Parrilla sul set [video]

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Once Upon a Time 5×02: Lana Parrilla sul set [video]

Ecco un breve video dal set di Once Upon a Time 5×02 in cui vediamo Lana Parrilla (Regina) alle prese con qualcosa di tragico, o pericoloso, che accade al personaggio di Sean Maguire.

ONCE UPON A TIME 5: NUOVO PROMO UFFICIALE “TURNING DARK”

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ONCE UPON A TIME 5×01: PRIME SCENE DALL’EPISODIO “THE DARK SWAN”

C’era una volta (Once Upon a Time) è una serie televisiva statunitense di genere fantasy, in onda sulla ABC dal 23 ottobre 2011. La serie è liberamente ispirata a leggende e ai racconti classici della letteratura fantasy e soprattutto delle fiabe, ma impostati al giorno d’oggi, facendo spesso riferimento ai film d’animazione Disney tratti dagli stessi, da cui si riprendono nomi, personaggi e luoghi specifici. Nel 2013 ne è stato tratto uno spin-off: Once Upon a Time in Wonderland.

Emily Blunt nella prima clip ufficiale di Sicario

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Emily Blunt nella prima clip ufficiale di Sicario

Dopo la presentazione in concorso al Festival di Cannes 2015, ecco Emily Blunt nella prima clip ufficiale di Sicario, l’atteso film diretto da Denis Villeneuve (Prisoners) che vedrà la star de Il Diavolo veste Prada e Into the Woods recitare al fianco di Benicio del Toro e Josh Brolin. Potete vedere la clip di seguito:

LEGGI ANCHE: Cannes 2015: Sicario recensione del film di Denis Villeneuve

In una zona di confine tra Stati Uniti e Messico, dove la legge non conta, Kate (Emily Blunt) è un’agente dell’FBI giovane e idealista, arruolata dal funzionario di una task force governativa per la lotta alla droga (Josh Brolin) per compiere una missione speciale. Sotto la guida di un ambiguo e impenetrabile consulente (Benicio Del Toro) la squadra parte per un viaggio clandestino, costringendo Kate a mettere in discussione tutto ciò in cui crede per riuscire a sopravvivere.

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Sicario è scritta da Taylor Sheridan ed è ambientato nelle pericolose aree di confine tra gli Stati Uniti e il Messico esposte ai traffici internazionali di droga. Al centro ci sarà l’idealistica agente dell’Fbi incarnata dalla Blunt, ingaggiata da una task force del governo formata da Del Toro e Brolin, per sgominare un boss messicano del cartello della droga.

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X-Men Apocalypse: Olivia Munn ancora in azione [VIDEO]

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X-Men Apocalypse: Olivia Munn ancora in azione [VIDEO]

Nonostante le riprese di X-Men: Apocalypse siano ufficialmente terminate, quelle di seconda unità continueranno ancora per un po’. Ecco perché Oliva Munn ha condiviso via Instagram un nuovo video dove possiamo ammirarla mentre si allena per il ruolo di Psylocke. Potete vederlo cliccando qui o di seguito:

Drop kick it like it’s…

Un video pubblicato da Olivia Munn (@oliviamunn) in data: 24 Ago 2015 alle ore 17:16 PDT

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Con Bryan Singer alla regia e allo script, in X-Men Apocalypse tornerà anche Simon Kinberg a scrivere la sceneggiatura che si baserà su una storia di Singer, Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris.

X-Men Apocalypse cover HDInoltre ci sono anche già i primissimi dettagli relativi alla trama del film: il film sarà ambientato una decina di anni dopo Giorni di un Futuro Passato e rappresenta un passo successivo nella storia. L’aver alterato la storia nel film precedente ha causato delle reazioni imprevedibili e incontrollate, e la nascita di un nuovo e potente nemico. Charles (James McAvoy), Erik/Magneto (Michael Fassbender), Raven/Mistica (Jennifer Lawrence), Wolverine (Hugh Jackman) e Hank/Bestia (Nicholas Hoult) saranno raggiunti da Ciclope, Tempesta e Jean Grey e dagli altri X-Men per combattere contro il formidabile menico, una antica e potente forza, determinata a causare un’apocalisse come mai si è verificato nella storia dell’umanità.Oscar Isaac è stato scelto per interpretare Apocalisse. Al cast si aggiungono anche Sophie Turner (Jean Grey), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Kodi Smit-McPhee (Nightcrwaler), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke).

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Kung Fu Panda 3: un omaggio a Star Wars nel nuovo promo

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Kung Fu Panda 3: un omaggio a Star Wars nel nuovo promo

La DreamWorks Animation ha diffuso online un nuovo promo ufficiale di Kung Fu Panda 3 in cui i protagonisti rendono omaggio alla saga di Star Wars. Potete vederlo di seguito:

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Kung Fu Panda 3, il film

Kung Fu Panda 3 è il terzo capitolo delle avventure del panda Po (due nomination all’Oscar ottenute e circa un miliardo e 300 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo) vedrà il nostro protagonista affrontare non solo il temibile Kai il Collezionista, intenzionato a rubare i poteri degli esperti di King Fu, ma anche fare i conti con il proprio passato, incontrando il padre biologico perduto, Li. Non mancheranno nuove interessanti conoscenze come la panda Mei Mei.

Kung Fu Panda 3 arriverà nei cinema Usa il 29 gennaio 2016. La sceneggiatura del film è stata scritta da Jonathan Aibel e Glenn Berger, mentre la regia è Jennifer Yuh Nelson e Alessandro Carloni. Al doppiaggio tornano Gary Oldman, Jack BlackBryan CranstonAngelina JolieSeth Rogen, Dustin Hoffman, Jackie Chan, Lucy LiuJ.K. Simmons, Kate Hudson, James Hong, David Cross, Randall Duk Kim, Fabio Volo, Francesco Vairano, Paolo Marchese, Roberto Draghetti, Francesca Fiorentini, Angelo Maggi.

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War of the Planet of the Apes: Gabriel Chavarria nel cast

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War of the Planet of the Apes: Gabriel Chavarria nel cast

Dopo le notizie relative alla fine delle riprese di X-Men Apocalypse e Independence Day Resurgence, Deadline ci informa che la 20th Century Fox è adesso impegnata con il casting di War of the Planet of the Apes, il terzo capitolo della trilogia reboot basata sul libro di Pierre Boulle, sequel di Apes Revolution Il Pianeta delle Scimmie.

La notizia di oggi è che Gabriel Chavarria, star della serie tv East Los High, interpreterà uno dei due protagonisti principali del film. Al momento non ci sono ulteriori dettagli circa il personaggio che l’attore interpreterà nella pellicola.

Alla regia troveremo ancora una volta Matt Reeves (già regista del secondo episodio), che tornerà ad occuparsi anche della sceneggiatura in collaborazione con Mark Bomback. Vi ricordiamo che War of the Planet of the Apes arriverà al cinema il 14 luglio 2017.

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Daniel Brühl con Jessica Chastain in The Zookeeper’s Wife

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Arriva da The Wrap la notizia esclusiva che Daniel Brühl (Il quinto potere, Rush) affiancherà Jessica Chastain (Interstellar, Crimson Peak) in The Zookeeper’s Wife, adattamento cinematografico del romanzo di Diane Ackerman.

La storia del film di svolge durante l’invasione della Germania ai danni della Polonia, durante il secondo conflitto mondiale, nel quale i bombardieri tedeschi devastano la città di Varsavia e il suo zoo. Da qui seguiamo le vicende di una dozzina di personaggi che si nascondono nella zoo di uno dei personaggi Jan, che sarò fra le persone più attivi nella resistenza polacca alla Germania di Hitler. La pellicola sarà diretta da Niki Caro, già regista di North Country con Charlize Theron.

Prossimamente vedremo Daniel Brühl al fianco di Bradley Cooper in Burnt, insieme ad Emma Watson in Colonia, e al fianco di Brendan Gleeon ed Emma Thompson in Alone in Berlin. L’attore farà anche parte del cast di Captain America: Civil War nei panni di Baron Zemo.

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Doctor Strange: Chiwetel Ejiofor entusiasta del Barone Mordo

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In una recente intervista con Entertainment Weekly, il candidato all’Oscar Chiwetel Ejiofor ha parlato di Doctor Strange, l’atteso cinecomic di Scott Derrickson in cui interpreterà il ruolo del Barone Mordo. La star di 12 anni schiavo – che reciterà nuovamente con Benedict Cumberbatch dopo il capolavoro di Steve McQueen – non ha potuto rivelare molto circa il film, ma si è detto entusiasta all’idea di vestire i panni del talentuoso apprendista, dichiarando quanto segue:

“Sono incredibilmente eccitato all’idea di prendere parte a Doctor Strange. Questo è tutto quello che posso dire (ride). Benedict Cumberbatch è un grandissimo amico. Sarà divertente lavorare di nuovo insieme. Con Tilda Swinton, invece, non ho mai lavorato. Ma non vedo l’ora. É un’attrice brillante.”

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 4 novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

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Gambit: scelta l’attrice che affiancherà Channing Tatum

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Gambit: scelta l’attrice che affiancherà Channing Tatum

Arriva da Deadline la notizia esclusiva che a Lea Seydoux (La vita di Adele, Spectre) è stato offerto il ruolo della protagonista femminile al fianco di Channing Tatum in Gambit. L’attrice era in lizza per la parte di Bella Donna Boudreaux assieme a Rebecca Ferguson (Mission Impossible Rogue Nation) e Abbey Lee (Mad Max Fury Road); la Ferguson, però, non era più in gara per il ruolo dopo aver accetato di recitare al fianco di Emily Blunt in The Girl on the Train.

Attendiamo la conferma ufficiale del casting dell’attrice. Cosa ne pensate di questa scelta?

Channing TatumGambit sarà diretto da Rupert Wyatt (L’alba del pianeta delle scimmie) e la sceneggiatura porterà la firma di Josh Zetumer (RoboCop). Il film sarà prodotto dallo stesso Tatum in collaborazione con Reid Carolin, Simon Kinberg e Lauren Shuler Donner (storici produttori del franchise di X-Men) e uscirà al cinema il 7 ottobre 2016.

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2: i ribelli nel nuovo banner

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Ecco un nuovo banner di Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 in cui possiamo vedere schierati i ribelli insieme a Katniss, la Ghiandaia Imitatrice.

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Hunger Games il Canto della Rivolta Parte 2 arriverà al cinema il 19 novembre 2015. Il film è diretto da Francis Lawrence e vede nel cast Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Donald Sutherland, Toby Jones, Sam Claflin, Jena Malone.

Katniss è a capo di una rivolta contro una Capitol City sempre più determinata ad ucciderla e Peeta, salvato dalle grinfie del Presidente Snow dopo le torture subite, sembra essere ormai una persona diversa.

Star Wars il Risveglio della forza: Kylo Ren pronto alla battaglia [foto]

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Ecco nella gallery a seguire una nuova immagine, pubblicata da Empire, di Kylo Ren (Adam Driver) pronto alla battaglia per Star Wars il Risveglio della forza:

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STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: IL CAST SALUTA IL D23

STAR WARS IL RISVEGLIO DELLA FORZA: I COSTUMI AL D23 [FOTO]

Star Wars Il Risveglio della Forza uscirà sul grande schermo il 18 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Mark HamillHarrison FordCarrie FisherMark Hamill,Anthony DanielsPeter Mayhew e Kenny Panettiere con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam pilotaOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie e Max von Sydow.

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow: profezia di una catastrofe

The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (The Day After Tomorrow) è il film del 2004 diretto da Roland Emmerich con protagonisti Dennis Quaid, Jake Gyllenhaal, Emmy Rossum e Ian Holm.

NEMO PROPHETA IN PATRIA

Analisi di The Day After Tomorrow

 

  • IN PRINCIPIO, FU UNA CATASTROFE

La frase che dà il titolo a questa disquisizione affonda le sue radici nei Vangeli (i tre sinottici più Giovanni) ed è parte di una locuzione, più estesa, latina: “Nemo propheta acceptus est in patria sua”, tradotto come “nessun profeta è gradito in patria”, frase pronunciata dal Messia Gesù in persona, che si riferisce a tutti coloro che vengono disprezzati- o comunque sottovalutati- nella loro terra natia, tra la loro gente[1]. Un po’ come accadeva all’omerica Cassandra, sacerdotessa condannata dal Dio Apollo al dono della profezia, ma destinata a restare inascoltata proprio dalla sua stessa gente.

Anche il libro dell’Apocalisse, uno dei testi più immaginifici del nostro mondo occidentale giudaico- cristiano, è ispirato (oltre che dall’Esodo anche dal Libro dei Salmi) soprattutto dai libri dei Profeti contenuti nell’Antico Testamento: Daniele, Ezechiele, Isaia e Zaccaria[2].

Qual è, a questo punto, il legame tra “profezia” e “catastrofe”?

Spesso le grandi calamità che si sono realmente abbattute sull’umanità potevano essere in qualche modo scongiurate: le tracce delle incombenti sciagure catastrofiche erano ben visibili, solo che nessuno è riuscito a decifrarle in tempo o, semplicemente, tutti si sono finti sordi per resistere al loro lugubre richiamo.

Nel film The Day After Tomorrow la lunga ombra del rischio della profezia mancata e del profeta ripudiato dalla propria gente si estende fin dai primi minuti del film, per poi sciogliersi nel classico happy- ending finale. Un profeta, una profezia, ma soprattutto un’apocalisse che veglia sull’umanità dalla notte dei tempi, perché tutto ha avuto inizio… proprio da una catastrofe.

The Day After Tomorrow filmSecondo i testi sacri alle grandi religioni monoteiste e secondo la mitologia degli antichi popoli vissuti prima dell’avvento di Cristo sulla terra, tutto ha avuto origine dalla distruzione primordiale.

In realtà, perfino nel Bereshit – Rabbà[3] L’altissimo, prima di creare questo mondo, ne aveva già creati altri per poi distruggerli subito dopo perché imperfetti: il nostro sarebbe il risultato del ventottesimo tentativo;[4]

nella Bibbia stessa, la storia delle peregrinazioni umane ha inizio con la catastrofica cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, per poi proseguire con il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra, fino al trionfo macabro e visionario descritto nella già citata Apocalisse di Giovanni; come ha ben espresso Alberto Asor Rosa, “La catastrofe non solo vive da sempre nell’immaginario collettivo umano ma ne rappresenta la genesi”[5].

Analizzando The Day After Tomorrow, possiamo notare come esso usufruisca di una solida morale giudaico- cristiana, caposaldo della civiltà occidentale, per mettere in scena questi topoi mitici calandoli nella realtà cinematografica dell’industria mainstream hollywoodiana.

Il personaggio del dottor Jack Hall (Dennis Quaid), come un novello profeta biblico o una Cassandra vessata dall’antica maledizione, esprime il suo greve monito sulle condizioni climatiche del nostro pianeta pochi minuti dopo l’inizio del film: ovviamente nessuno lo prende davvero sul serio- riconfermando la tesi dei Vangeli che Nemo Propheta…- nessuno lo appoggia, a parte gli storici membri della sua squadra, che a costo di andare incontro al drammatico sacrificio supremo, si immolano in nome della causa per seguire il loro “capo” (un retaggio degli Apostoli biblici? Plausibile, visto il gioco dei riferimenti).

Jack cerca di avvertire i potenti della terra, riunitisi in India per trovare una soluzione alle emissioni di gas nocivi nell’atmosfera[6], ma le sue parole vengono accolte tra lo stupore e lo scetticismo, soprattutto da parte del vice presidente degli Stati Uniti il quale, solo in un secondo momento, sarà costretto davanti alla catastrofe ad ammettere i propri errori e quelli di un’intera classe dirigente, mostratasi cieca e ottusa nei confronti dei segnali provenienti dall’esterno che avrebbero potuto sventare una distruzione di massa.

The Day After Tomorrow, il tema della colpa

Il tema della colpa, così pregnante nel finale del film e nel discorso tenuto dal nuovo presidente- reo colpevole- è legato a doppio filo alla natura della tragedia di massa: “La Catastrofe si presenta come la punizione di un peccato, di un’infrazione commessi. L’uomo paga per una colpa talmente grande da non poter essere cancellata con una normale espiazione”.[7]

Nel film un leitmotiv citazionista è quello del topos del Diluvio Universale, dell’inondazione pantagruelica che sommerge la vita umana fino ad estinguerla; se pensiamo alla data d’uscita del film- il 2004- e ci fermiamo a fare un bilancio, possiamo notare come molte delle profezie climatiche compiute da Roland Emmerich[8] in questa pellicola si siano poi avverate, e a solo undici anni di distanza: siamo quasi abituati, oggi, a sentir parlare di bombe d’acqua improvvise[9] e rovinose, frane causate dal terreno che cede indebolito dalla deforestazione e dalla longa manus dell’uomo, chicchi di grandine grossi come sassi, nevicate abbondanti e improvvise, uragani e tornado, tsunami, terremoti e incendi non sempre dolosi.

Basti pensare, per esempio, all’uragano Irene, che si è abbattuto proprio sulla costa Atlantica degli Stati Uniti nel 2011: fino a quel momento nessun uragano si era più abbattuto sulla Grande Mela da molto tempo, ma a partire da quell’anno, quando le correnti fredde dell’Atlantico provenienti dal Canada e quelle calde che soffiavano dal Messico si sono incontrate, anche New York si è ritrovata nell’occhio del ciclone come più della metà degli stati nordamericani; e dopo Irene ne sono susseguiti altri ben peggiori, come Sandy o Arthur, e chissà quanti altri colpiranno la città nei prossimi anni.

Anche gli Tsunami sono prepotentemente entrati nel nostro immaginario collettivo, col loro nome esotico che, a dispetto della morbidezza corallina del suono, non promette niente di buono[10] e rappresenta la vera e propria materializzazione de “L’incubo di Noè”: si tratta di un’onda spaventosa, con un’altezza in media compresa tra i 6 e i 12 metri che si abbatte rovinosamente su tutto quello che incontra, cancellando ogni traccia di vita durante la sua folle corsa. Immediatamente i nostri ricordi vanno alle immagini dello Tsunami che ha colpito il sud- est asiatico nel 2006, oppure quello che si è abbattuto sul Giappone nel 2011, a Fukushima, riaccendendo inoltre il sinistro barlume della minaccia nucleare.

Noè, la sua figura mitica, sembra essere lo psicopompo ideale di questo macabro viaggio tra le macerie delle catastrofi, visto che ogni cultura- occidentale e non- ne ha avuta, fin dalla notte dei tempi, la sua personale versione, atta a spiegare razionalmente una forza naturale altresì impossibile da gestire, controllare e fermare.

The Day After Tomorrow

I primi a parlarne furono i Babilonesi intorno al Cinquecento a.C, anche se sono state rinvenute delle tavolette più antiche risalenti addirittura al Duemila a.C che contenevano sempre la narrazione dello stesso mito: Gilgamesh ne è l’eroe protagonista, che si mette alla ricerca della fonte dell’immortalità dopo la morte del suo amico Enkidu.

Tra i tanti episodi narrati, quello con protagonista Utnapistim (la versione sumera di Noè) ricalca da vicino la trama della vicenda biblica, così come noi la conosciamo[11]: lo stesso si può rintracciare nel patrimonio mitologico greco, col mito di Deucalione e Pirra, o in quello della tradizione Indù Puranica con la storia di Manu, passando attraverso l’Europa, risalendo l’Asia intera, l’Oceania e perfino le Americhe: insomma, tutte le culture sembrano aver sviluppato, alla base della loro tradizione culturale orale- e poi scritta- il racconto drammatizzato di una catastrofe primigenia, forse telecronaca e reportage di fatti realmente accaduti, o antico monito di una punizione estrema inflitta da una divinità superiore per la stoltezza degli uomini?

ROLAND EMMERICH: IL PROFETA DELLA CATASTROFE

Roland Emmerich[12], regista tedesco, è- a tutti gli effetti- nel panorama hollywoodiano il “profeta della catastrofe”, l’uomo che con la sua ricca filmografia ha dato corpo agli incubi immaginifici della cultura pop americana, da sempre in bilico tra cupio dissolvi, desiderio di spettacolarizzazione, cinico disincanto e voyeurismo mediatico.

Già dal suo primo film “studentesco”, 1997- Il principio dell’Arca di Noè[13], il regista mostra la sua predisposizione per il genere catastrofico e le rappresentazioni apocalittiche destinate a distruggere l’umanità in genere e, in particolare, la sua roccaforte nell’avamposto dell’Impero Occidentale: gli Stati Uniti, con la svettante fortezza della solitudine newyorkese.

Il suddetto film, in realtà, mantiene un legame con Noè solo a livello semantico- catastrofico, perché la diegesi si snoda nello spazio profondo, ricreato abilmente negli studi cinematografici della Germania Ovest- ancora ben lontana dall’unificazione del 1989; ma Emmerich pone i capisaldi della sua filmografia futura, che ben si espliciteranno in veri masterpiece del genere come Independence Day, Godzilla e il “nostro” The Day After Tomorrow.

Questi tre titolo costituiscono quasi una ideale “trilogia della consapevolezza della catastrofe”, se così possiamo ribattezzarla, dove lo sguardo del regista è cresciuto gradualmente, velandosi sempre più di un alone profetico riguardo alle sorti della nostra società e del nostro pianeta.

Roland Emmerich realizza il primo di questi film nel 1996: gli Stati Uniti sono ancora la prima super potenza al mondo, gli spettri della crisi economica sono lontani come pure i pozzi di petrolio bruciati nel Kuwait e in Iraq nei primi anni ’90, durante la prima guerra del golfo, una delle prime guerre prettamente mediatica, dove l’azione- e l’apporto- dei media nella comunicazione di massa di informazioni è stato fondamentale; i tempi della guerra fredda erano ormai lontani, la Russia non incarnava più il volto storico del nemico “rosso”, la distensione era palpabile e l’unica guerra potenzialmente pericolosa si stava combattendo su un terreno distante ed esotico, come il set di un film hollywoodiano.

Così, con questo senso di onnipotenza incrementato dalla politica reaganiana degli anni ’80, le speculazioni economiche crescevano in modo sconsiderato, gli yuppies colonizzavano la società americana culturalmente, socialmente, politicamente e sul piano dei consumi e agli americani non restava che far valere la loro potenza… con il nemico alieno. Sì, perché la nuova minaccia alla florida potenza a stelle e strisce non viene più dall’interno o dai vicini più prossimi, bensì dallo spazio remoto e siderale. Gli alieni sono tra noi, e non hanno buone intenzioni: spetta al solito manipolo di sparuti eroi, i classici scienziati nemo propheta in patria, personaggi borderline difficilmente incasellabili, come il marine interpretato da Will Smith, salvare la terra dalla catastrofe. E, come in ogni film degli anni ’90 che si rispetti, la vittoria è già scritta dai titoli di testa.

In Godzilla, remake di un originale giapponese diretto da Ishirō Honda nel 1954, il trionfo del più classico American Way of Life è funestato dalle ombre della minaccia nucleare: il “mostro” del titolo, un lucertolone preistorico tornato dalle profondità degli abissi, è stato risvegliato dagli sperimenti atomici condotti dagli americani al largo delle coste del Pacifico; è come se Emmerich volesse ricordare agli statunitensi- e in particolare alla loro casta politica- che un uso sconsiderato di un’energia potenzialmente innovativa ma difficile da gestire, se non attraverso una costante- e costosa!- manutenzione poteva avere delle conseguenze incalcolabili e catastrofiche, e il lucertolone squamoso faceva comunque sempre meno paura delle vittime di Chernobyl o di tutti coloro contaminati dalle radiazioni.

La visione profetica del tedesco Emmerich –un profeta involontario della catastrofe non americano, non a caso- trova il suo acme proprio nella realizzazione di The Day After Tomorrow: il film esce tre anni dopo i tragici fatti dell’11 Settembre, fatti che hanno sconvolto il mondo ma che hanno sancito, contemporaneamente, il crollo e la morte del grande Sogno Americano.

The Day After Tomorrow 1Il riferimento al dramma del World Trade Center si presenta qui in duplice veste: da una parte la consapevolezza che il “nemico” può colpire in ogni momento, dall’interno, nel momento più inaspettato e mietendo vittime tra gli innocenti; dall’altra, la lettura religiosa del classico happy- ending comune a tutti i film a base di catastrofi e calamità naturali, soprattutto in una società americana sempre più vicina ai dettami della fede cattolica evangelica (in grande rilancio a partire dagli anni ’90, conta oggi quasi 70 milioni di fedeli sparsi in tutti gli States):

“[…] In un approccio catastrofico intrecciato con quello religioso il lieto fine è necessario. Certi esiti politici e geopolitici, in primis quelli elaborati durante l’amministrazione Bush, si spiegano anche così: il popolo di Dio sottoposto all’attacco delle forze del Male, il percorso nel deserto e la battaglia finale (riferendosi al dramma dell’11/09/2001, NdA) […] La città di Dio, la “casa sulla collina”, ha bisogno dell’azzeramento della situazione precedente per concretizzarsi”[14].

Il lungo discorso finale della pellicola, tenuto dal vicepresidente chiamato dalle necessità a sostituire il suo capo in pectore morto durante la catastrofe climatica, è una tirata d’orecchi vigorosa alla politica statunitense, sorda ai richiami internazionali riguardo al consumo eccessivo e spregiudicato delle risorse naturali e ai mancati accordi del protocollo di Kyoto (2004) a proposito dell’emissione dei gas serra: tutto questo potrebbe portare a un tracollo rovinoso delle condizioni climatiche mondiali, le stesse simulate dal regista nella pellicola, con un’unica soluzione plausibile- dopo la necessaria espiazione delle gravi colpe: ricominciare tutto da zero, con una nuova consapevolezza, in quei paesi che sono da sempre stati bollati come “terzo mondo”, l’ultimo avamposto sopravvissuto del mito della frontiera.

  • L’AMERICA TRA IL MITO DELLA FRONTIERA E LO SPETTACOLO DELLA CATASTROFE[15]

La frontiera; gli spazi desolati, sconfinati, dove è la natura a farla da padrone, là dove l’impronta dell’uomo ancora non si è estesa; spazi da conquistare, addomesticare, plasmare, per seguire fino in fondo quel messaggio affidato da Dio all’uomo: l’americano medio ha radicato nel sangue questo spirito, lo stesso che ha spinto i primi padri pellegrini ad abbandonare la vecchia Inghilterra a bordo della Mayflower per colonizzare una terra oltreoceano, ignota ed immensa; lo stesso spirito che li ha supportati durante l’espansione verso ovest, alla conquista del famoso vecchio “west” mitico, futuro caposaldo dell’industria hollywoodiana, anche quella spostatasi nei primi anni del ‘900 dal polo propulsivo di New York in un sobborgo collinare di Los Angeles, la fabbrica dei sogni e degli incubi di un intero mondo.

Il mito della frontiera affascina da sempre gli statunitensi, ma anch’esso ha dei limiti: nei loro sconfinati spazi hanno sempre provato a proiettare- per poi realizzarle- le loro utopie, i loro sogni individuali; però un po’ d’oceano può essere contenuto in un bicchiere, e proprio la distesa d’acqua del Pacifico ha posto fine all’avanzata selvaggia del progresso, del capitalismo, del consumismo, della società di massa “made in USA”.

Dopo essersi resi conto di questo brusco ostacolo insormontabile, e che nemmeno quegli spazi potevano rendere realizzabili tutti i sogni individuali che venivano coltivati, gli americani hanno cominciato ad andare in cerca di sempre nuove frontiere da occupare: l’esterno, altre terre, lo spazio siderale. L’impresa ha rivelato solo la caducità delle utopie, e ha accresciuto nella società statunitense l’ammirazione nei confronti del concetto di catastrofe, intesa come l’unica possibilità rimasta per demolire e ricostruire, a partire da uno spazio vergine.

The Day After Tomorrow, pur essendo la creatura di un regista tedesco- ergo dotato di una sensibilità europea- ma dotato di un gusto americano per l’opulenza visiva e l’immaginario catastrofico, immortala proprio questo pensiero: l’improvvisa e letale glaciazione che si abbatte sull’emisfero nord cancella, nell’arco di nemmeno una settimana, tutte le tracce della vita occidentale così come si era stratificata nel corso dei secoli. Ai pochi superstiti lungimiranti non resta che affrontare un viaggio di ri- colonizzazione di alcune terre da sempre bollate come “terzo mondo” e che adesso, per una sorta di ironia tragica, si apprestano a dare rifugio a loro, profughi e fossili di un impero che hanno distrutto con le proprie mani, masticando l’amara polvere del fallimento. Come scrive Ilardi, “[…] nella cultura americana, la catastrofe non avrebbe tanto la funzione di mettere in guardia sui pericoli del progresso e delle tecnologie o di esorcizzare le grandi paure collettive, quanto piuttosto di obbligare gli americani a immaginare nuove dimensioni spaziali, nuove forme di vita e di associazione. Ricorda loro che la vera identità dell’America sta nella frontiera, non negli spazi affollati e promiscui della metropoli, che l’americano è prima di tutto un pioniere e poi, disgraziatamente, un cittadino”[16].

Il cittadino è un pioniere, un esploratore dell’ignoto, pronto a compiere questo viaggio in solitaria attraverso il nulla degli spazi sterminati: come nel vecchio west dove ci si spostava riuniti in piccoli gruppi che nascevano da esigenze religiose, culturali, sociali, e poi da queste carovane nomadi nascevano i primi nuclei cittadini, nei film catastrofici a salvarsi non è mai la moltitudine, l’intera umanità, ma sempre un manipolo di sparuti sopravvissuti; ricollegandoci al mito del Diluvio Universale biblico (dove- animali a parte- a salvarsi erano Noè, sua moglie, i loro tre figli Sem, Cam e Iafet con le rispettive consorti) a salvarsi nei vari disaster films sono sempre i migliori, i più forti, i più intelligenti, i più buoni- come ha fatto notare Fabio Tarzia- coloro che corrispondono all’archetipo americano dell’equipe specializzata pronta a salvare l’umanità dall’estinzione, persone normali, con le loro debolezze, che si trasformano però in eroi (o super- eroi, visto che parliamo di cultura “pop” americana):

“[…] c’è lo scienziato isolato osteggiato dalle autorità, il poliziotto animato da un sovrumano senso di giustizia, il militare che in nome del bene è disposto a disobbedire agli ordini e poi persone normali i cui hobby, interessi, inclinazioni diventano improvvisamente utili per far fronte all’emergenza”[17].

In effetti, l’immaginario della catastrofe si stratifica nella cultura pop americana proprio a cavallo tra ‘800- ‘900, quando gli spazi si esauriscono e il mito della frontiera rivela pian piano le sue insidie, perdendo il proprio fascino.

È in quel periodo che nasce anche la spettacolarizzazione di questo desiderio recondito, di questo cupio dissolvi latente nell’animo dell’americano medio, questa consapevolezza che solo distruggendo radicalmente e ricominciando tutto da zero, si può iniziare una nuova corsa all’oro volta a consolidare- ancora una volta- la forza e la potenza del più grande impero occidentale. Fino alla tragedia dell’11 Settembre gli statunitensi hanno sempre vissuto tutti i conflitti più sanguinosi di riflesso, mai in prima persona, osservandoli dall’alto di una remota collina, proprio come accadeva a Jack London durante il terremoto- e il successivo incendio- che distrussero la città di San Francisco nel 1906[18]; si sono sempre posti nei confronti degli eventi apocalittici come degli spettatori privilegiati e intoccabili, supportati da nuovi media via via sempre più rapidi ed efficienti nel trasmettere informazioni utili a soddisfare la curiosità morbosa e voyeuristica di un pubblico di guardoni affamati di nuove emozioni adrenaliniche, pronti ad immergersi in quegli eventi- proprio come in una realtà virtuale- per simularli, provando a viverli in prima persona.

L’attentato che ha segnato il XXI secolo ha ceduto il posto ad un nuovo tipo di consapevolezza, perché i media hanno immortalato in diretta quello che accadeva in “casa propria”, negli USA, superando di gran lunga l’immaginazione iperattiva e dirompente di qualunque regista esperto di disaster films. Solo che l’orrore lucido che veniva esibito sugli schermi di miliardi di televisioni, rimbalzando ad una velocità impressionante da continente in continente, non era simulato da moderni effetti speciali o dalla computer grafica: era tutto disastrosamente vero, e l’americano medio non si sentiva più così al sicuro sulla sua collina remota.

  • LOTTA DI CLASSE TRA NUOVI E VECCHI MEDIA

Dare corpo all’immaginario catastrofico connaturato al DNA dei pionieri americani è stato possibile solo grazie all’avvento del cinema. Non è un caso, infatti, se questa percezione si è radicata a partire dalla fine dell’ottocento, data simbolica che ha sancito la fine della corsa alla frontiera ma anche la nascita del cinematografo ad opera dei fratelli Lumière nel 1895[19]; Donatella Capaldi in un suo saggio illustra bene l’atteggiamento dei media novecenteschi nei confronti dell’argomento:

Spettacolari ma senza atarassia, i media del secondo Novecento tendono invece a rappresentare, patire e controllare al tempo stesso la paura dell’estinzione inscenando il gioco del sopravvissuto. Vale a dire: la sciagura viene presentata come ineluttabile e incontrollabile, la paura viene oggettivata e tradotta in azione […]; il piccolo eroe che si presume sia in noi dovrà rappresentare la capacità individuale di governarla e gestirla […] l’io si proietta in player di se stesso e si guarda muovere in una mappa mediale allargata dove tutti divengono partecipi”[20].

Insomma, il superstite della tragedia si sente come un giocatore di un videogioco, proiettato in una realtà virtuale credibile, realistica ma totalmente astratta e distante; la realtà parallela lo avvolge e lo include, sviluppando una mimesi talmente impressionante con la quotidianità da spingere lo spettatore/ “attore” ad una sorta di pigra indolenza voyeuristica, attraverso la quale assiste impotente al tracollo della civiltà, senza poter- o voler- fare niente.

Sicuramente il cinema, classificato da McLuhan come un medium caldo[21], “inonda” letteralmente lo spettatore, sommergendolo di informazioni, in una vera e propria “doccia emotiva” di dati e sensazioni. Nell’era del digitale e degli effetti speciali il cinema si è visto costretto a reinventarsi per sopravvivere, per distinguersi rispetto ad altri media ma, soprattutto, per difendersi dall’avvento di un medium dalle potenzialità infinite come internet: l’unica soluzione è stata rintracciata nel potenziamento degli effetti legati allo “shock visivo” al quale viene sottoposto lo spettatore, grazie ad effetti speciali sempre più realistici che assottigliano il labile confine tra reale e immaginario; e sempre per questo motivo il 3D è tornato così di moda nelle sale odierne, per restituire- almeno, in teoria- allo spettatore un’esperienza completa che lo immerga sempre più nella realtà.

Per McLuhan il cinema è un sistema “mediante il quale arrotoliamo il mondo reale su una bobina per poi srotolarlo come un tappeto magico della fantasia, è un sensazionale connubio tra la vecchia tecnologia meccanica e il nuovo mondo elettrico”[22] e forse è il medium che per eccellenza ha incarnato il passaggio dell’uomo dal tempo della macchina a vapore- feticcio dell’era meccanica- all’avvento dell’era elettrica, epoca post- moderna sancita dall’avvento dei nuovi media interconnessi tra loro e dalla base del concetto di “villaggio globale”, enorme agglomerato tribale del quale facciamo tutti, volente o nolente, parte.

Lo spettatore di un film è come sotto l’influsso di un incantesimo, scagliato dall’immensa macchina dei sogni- e degli incubi- chiamata Hollywood che riesce a rendere possibile… anche l’impossibile, trasportando così il pubblico in un mondo “altro”, fuori da sé, un simulacro simile- sotto ogni aspetto- a quello che ci circonda ogni giorno, ma che vive entro i limiti dell’inquadratura; e lo spettatore si è subito adattato a questo passaggio, molto simile in fondo alla logica del libro, colto nella sua ritualità solitaria.

Sempre citando McLuhan:

In quanto fonde il meccanico e l’organico in un mondo di forme ondulanti, il cinema si collega anche alla tecnologia della stampa. Il lettore, proiettando- per così dire- le parole, deve seguire quelle sequenze di <<fotogrammi>> bianchi e neri che costituiscono la tipografia e aggiungervi una sua colonna sonora personale. […] sarebbe difficile sopravvalutare il legame tra stampa e cinema per quanto concerne la loro capacità di suscitare fantasie nello spettatore o nel lettore”[23] il massmediologo canadese, quindi, marca molto stretto il legame tra cinema e carta stampata, ergo parola scritta: un film, in fondo, non parte da un testo per essere poi sviluppato e codificato in una sequenza di immagini?

Nella pellicola the Day After Tomorrow uno sparuto manipolo di sopravvissuti si muove in una New York post apocalittica lambita dalle acque bibliche; tra questi c’è anche Sam (Jake Gyllenhaal)- “Sam” ha una curiosa assonanza con il nome del figlio di Noè, Sem: un’altra semplice coincidenza?- il figlio dello scienziato Jack Hall che suggerisce di barricarsi nella Biblioteca Centrale, l’unico posto dove potranno essere al sicuro. Forse non è una coincidenza se Emmerich ha scelto proprio questo luogo come ultimo rifugio di una porzione d’umanità sopravvissuta ad una catastrofe: uno spazio che contiene libri, libri stampati, frutto del progresso e della meccanizzazione della società che ha spinto l’uomo ad abbandonare una struttura tribale, abbracciare la modernità e sancire il passaggio alla città, divenuta in seguito metropoli con l’avvento della famosa era elettrica. La parola scritta, la possibilità di fissare- tramite la stampa a caratteri mobili- sulla carta i discorsi tramandati fino a quel momento solo oralmente o copiati a mano dai monaci, ha permesso alla civiltà di virare verso una diffusione democratica e massificata della cultura[24], resa disponibile e reperibile per tutti, preparando il terreno all’avvento di tutti gli –ismi che hanno segnato il Novecento: nazionalismo, capitalismo, consumismo, industrialismo, alfabetismo etc… capisaldi- nel bene e nel male- dell’impero occidentale, costruito proprio sulle lettere meccaniche create da Gutenberg: il più grande passaggio nella storia dell’uomo che ha permesso la nascita della società moderna così come la concepiamo noi oggi; è per questo che Emmerich salva come unico medium la stampa, il libro, la parola scritta perché- come fa dire ad uno dei personaggi- bruciare una Bibbia di Gutenberg sarebbe come distruggere, definitivamente, l’unica traccia rimasta della civiltà occidentale.

L’avvento dell’era elettrica ha portato ad un’incertezza vacillante nei confronti del cambiamento, ma “un nuovo medium non è mai un’aggiunta al vecchio e non lascia il vecchio in pace. Non cessa mai di opprimere i media precedenti fin quando non trova per loro forme e posizioni nuove”[25] per cui cinema e stampa possono convivere entrambi pacificamente, continuando ad influenzarsi a vicenda in quanto capisaldi nella costruzione della società moderna occidentale.

  • VERSO OCCIDENTE L’IMPERO DIRIGE IL SUO CORSO

Rubando il titolo ad un racconto di David Foster Wallace, ci avviamo verso l’inesorabile parabola discendente di questo viaggio. The Day After Tomorrow rappresenta il monito di un regista nei confronti di un impero- quello occidentale- che rischia di avviarsi da solo lungo la strada del fallimento catastrofico, vittima delle sue stesse voglie e dei suoi desideri inarrestabili: non è un caso se in questo film- come in altri del genere disaster movies-vengano distrutti sistematicamente proprio i simboli stessi del potere: in primis la città di New York, The Big Apple, il cuore pulsante della modernità, abbattuto o sommerso; ma soprattutto i suoi feticci, come la Statua della Libertà[26] emblema della modernità incontrastata di inizio Novecento, oppure l’Empire State Building, il grande gigante in acciaio, vetro e cemento preso di mira fin dal mostruoso King Kong per poi passare agli alieni invasori fino alla natura debordante, che distrugge l’opera ideale simbolo dell’ingegno umano, “un semplice surrogato della frontiera; con la sua verticalità che riproduce le gerarchie della politica, dell’economia, dei rapporti sociali è una falsa frontiera […] la vera frontiera non può che essere orizzontale”[27] , simbolo che tradisce quindi un desiderio atavico- e tutto occidentale- di vedersi sparire lentamente, annaspando tra i flutti del nulla catastrofico:

[…] la società occidentale è solo spettatrice e incapace di intervenire davanti alla progressiva aggressione dell’ambiente, il potere (la politica e i media) non si orienta verso la sostenibilità, ma il pianeta vivente può fare comunque a meno della presenza umana. Così, rinverdendo i miti del Diluvio, la Terra sommerge gli uomini con le acque e i ghiacci, e li inghiotte con inarrestabili maremoti nei film ecocatastrofici di Roland Emmerich. Giganteschi e spettacolari esorcismi in videogame”[28] .

 

 

 

[1] Significato e spiegazione tratti da http://www.treccani.it/vocabolario/nemo-propheta-in-patria/

[2]Informazioni tratte da http://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni

[3]   Bereshit- Rabbà: trattato del Talmud- “libro” sacro degli ebrei che contiene la spiegazione orale della Torah- che riguarda la Genesi

[4] Moni Ovadia, L’ebreo che ride Einaudi, Torino, 1998 p. 17

[5] Alberto Asor Rosa, Catastrofe e Apocalissi: Riflessioni intorno ad alcuni concetti fondativi dell’Occidente da Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, Guerini e Associati, 2012, p. 60

[6] Proprio come accadde a Kyoto nello stesso anno dell’uscita del film- il 2004- quando gli americani presero posizione, insieme ad altri paesi dall’economia emergente, per non sottoscrivere nessun accordo e non ridurre l’emissione dei gas nocivi.

[7] Ivi, p. 60

[8] Classe 1955, è il regista di questo film e di altri come Independence Day, Stargate, Il Patriota, Godzilla, Anonymous e 2012. Di alcuni parleremo dopo.

[9] Bombe d’Acqua, ovvero “un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all’ora, o – secondo altri climatologi – quando le precipitazioni superano i 50 millimetri nell’arco di due ore” Fonte: http://www.focus.it/scienza/scienze/che-cos-e-una-bomba-d-acqua

[10] Tsunami in Giapponese vuol dire “Onda del Porto”, Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Tsunami

[11] Fabio di Pietro, I Soggetti della catastrofe tra immaginario e società globale del rischio: da Gilgamesh ai supereroi dei fumetti, da Giovanni Ragone, Lo Spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media, p.68- 71

[12] Per tutte le informazioni sulla sua filmografia completa, vedere http://www.imdb.com/name/nm0000386/

[13] Datato 1984

[14] Fabio Tarzia, Tra apocalissi e catastrofi: la messa in scena del “tragico” e il crepuscolo della civiltà dello spettacolo in Giovanni Ragone, Lo spettacolo della fine- Le catastrofi ambientali nell’immaginario e nei media p. 83

[15] Un contributo fondamentale mi è stato fornito dal saggio di Emiliano Ilardi Una modernità senza catastrofe: il grande sogno dell’immaginario americano contenuto nel già citato testo di Ragone.

[16] Ivi, p. 120

[17] Fabio Tarzia, Mondi Minacciati. La letteratura contro gli altri media, citato da Emiliano Ilardi nel suo saggio contenuto in Ragone, Lo spettacolo della fine p. 121

[18] Ivi, p. 114

[19] Informazioni ricavate da http://www.france.fr/it/arti-e-cultura/i-fratelli-lumiere-e-la-nascita-del-cinema.html

[20] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe da Ragone, Lo spettacolo della fine p. 105

[21] La distinzione tra media caldi e freddi è contenuta nel testo di McLuhan Gli strumenti del comunicare; è una classificazione soggetta a delle variazioni, perché lo stesso medium può variare in base alle situazioni o ai contesti, ma in generale si definiscono caldi tutti quei media che riversano un numero ingente di informazioni sul soggetto (cinema e radio); freddi, invece, quelli a bassa definizione che necessitano dell’apporto del soggetto per la loro comprensione (televisione e telefono).

[22] Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore 2008; p. 257

[23] Ivi, p. 257

[24] Riferimento a Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica da Davide Borrelli, Dalla riproducibilità tecnica al remixing digitale in M. Pireddu, M. Serra Mediologia- una disciplina attraverso i suoi classici, Liguori Editore, 2012 p. 61

[25] McLuhan, p. 166

[26] Era già stata protagonista dell’angoscioso finale regalatoci da Franklin Schaffner nella sua prima versione de Il Pianeta delle scimmie (1968)

[27] Emiliano Ilardi, Una modernità senza catastrofe: Il grande sogno dell’immaginario americano in Ragone, p. 121

[28] Donatella Capaldi, “Poi venne il tutto, vacuo e imprevedibile”. Immaginari della catastrofe. Da Ragone, Lo spettacolo della fine, p. 107

Suicide Squad: terminate le riprese, Harley Quinn fa beneficenza

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Periodo di sosta per Hollywood che sta registrando diversi importanti stop alle riprese. Dopo la chiusura di diversi per per lavoro completato, come X-Men Apocalypse e Captain America Civil War, anche Suicide Squad chiude i battenti, e manda a casa per adesso l’affiatato cast che in questi mesi ci ha fatto divertire tramite tutte le condivisioni social e gli aneddoti riferiti dalla stampa.

Subito dopo la fine delle riprese, Margot Robbie, con Jay Courtney, si è fermata a uno stand di limonate diuna bambina che prova a raccogliere fondi per la ricerca contro la sindrome di Angelman, da cui è affetto il fratello maggiore.

Ecco il video:

GUARDA IL TRAILER DEL FILM IN ITALIANO

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Suicide Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da scontare le loro condanne. Suicide Squad arriverà al cinema il 5 agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà probabilmente spostata nell’autunno. Nel cast vedremo Will Smith nei panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jai Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto sarà l’atteso Joker.

Gotham 2: ecco la futura Batcaverna [foto]

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Gotham 2: ecco la futura Batcaverna [foto]

Ecco la futura Batcaverna nella nuova foto di Gotham 2. Nell’immagine c’è il giovane Bruce che, evidentemente, ha scoperto le fondamenta di Wayne Manor.

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Gotham è una serie televisiva statunitense ideata da Bruno Heller per il network Fox. Annunciata nel settembre del 2013, la serie, ispirata dai fumetti di Batman, sarà trasmessa dal 22 settembre 2014. Si tratta di un prequel televisivo/spin-off incentrato sulle origini dei personaggi (eroi e cattivi) appartenenti all’universo di Batman.

Gotham 2Protagonista è Benjamin McKenzie nei panni del giovane detective James Gordon, un uomo in ascesa nella polizia di Gotham. David Mazouz è invece il giovane Bruce Wayne, rimasto da poco orfano.

In Italia la serie viene trasmessa dal 12 ottobre 2014 su Italia 1, che ha trasmesso in anteprima i primi due episodi, per poi proseguire in prima visione sul canale pay Premium Action.

I detective del Dipartimento della Polizia di Gotham City, guidati dal capitano Sarah Essen, il giovane James Gordon (detto Jim), e il suo nuovo partner Harvey Bullock, vengono ingaggiati per risolvere uno degli omicidi più sconvolgenti e di alto profilo a cui Gotham abbia mai assistito: l’assassinio di Thomas e Martha Wayne. Durante la sua indagine, Gordon incontrerà il figlio dei Wayne, Bruce, ora sotto la tutela del maggiordomo Alfred Pennyworth, che darà informazioni utili a Gordon per trovare il killer. Lungo il suo cammino da detective, Gordon dovrà confrontarsi con diversi boss della mafia e delle gang (uno dei quali è Fish Mooney), e con quelli che saranno i futuri villains dell’universo di Batman, tra i quali Selina Kyle (la futura Catwoman), Oswald Cobblepot (detto Pinguino), Edward Nigma, Ivy Pepper e Harvey Dent, coloro che diverranno l’Enigmista, Poison Ivy e Due Facce.

Forest Whitaker debutta a Broadway con Hughie

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Il premio Oscar Forest Whitaker farà il suo debutto a Broadway la prossima primavera. A dare la notizia è Variety, che annuncia anche il titolo dello spettacolo che si chiamerà ”Hughie” e sarà prodotto da Eugene O’Neill.

Michael Grandage, il regista inglese, dirigerà lo spettacolo. Darren Bagert sarà invece il produttore insieme alla Michael Grandage Company e alla Shubert Organization.

Whitaker avrà il ruolo già interpretato da Jason Robards nel 1964. Abimentata in un hotel del centro, la storia – sostanzialmente un lungo monologo – sarà incentrata su Erie Smith, che bombarda il nuovo portiere con le storie del suo passato e del tempo trascorso con il portiere della notte precedente, Hughie, recentemente morto.

Fonte

The Flash 2: prima foto ufficiale dei protagonisti

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The Flash 2: prima foto ufficiale dei protagonisti

Eccola prima immagine ufficiale di The Flash 2 in cui vediamo il cast al completo: Barry (Grant Gustin), Joe (Jesse L. Martin), Iris (Candice Patton), Caitlin (Danielle Panabaker), Dr. Stein (Victor Garber) e Cisco (Carlos Valdez).

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The Flash 2 è la seconda stagione della serie The Flash spin-off di Arrow, sviluppata dai creatori di quest’ultima Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg. Basata sul personaggio di Flash, supereroe protagonista di una serie di fumetti pubblicata da DC Comics, si svolge nello stesso universo della serie madre e verrà trasmessa dal 7 ottobre 2014 sul canale The CW.

Trama show: All’età di 11 anni, dopo aver assistito al misterioso omicidio della madre Nora e visto suo padre Henry ingiustamente accusato del crimine, Barry Allen viene accolto in casa dal detective Joe West e la sua famiglia. Anni dopo lo ritroviamo che è divenuto un brillante studente di chimica, noto a tutti per la sua grande competenza in questo campo oltre che per il suo essere perennemente in ritardo. Diventato uno scienziato forense per il Dipartimento di Polizia di Central City, Barry cerca di scoprire la verità sull’omicidio di sua madre e le sue indagini lo portano all’acceleratore di particelle di Harrison Wells. Quando i laboratori S.T.A.R. LAB indicono un evento pubblico per l’accensione di prova di un nuovo acceleratore di particelle destinato a rivoluzionare il mondo, Barry si trova nel suo laboratorio e, dopo che l’acceleratore, colpito da un fulmine, esplode a causa di un sovraccarico, il giovane viene scaraventato a terra dalla scarica di un altro fulmine mentre numerose sostanze chimiche gli si rovesciano addosso ed entra in coma. Al suo risveglio, dopo nove mesi, apprende di avere la capacità di muoversi ad una velocità sovrumana ed è anche convinto, e ben presto ne avrà la conferma, di non essere l’unico meta-umano creato dall’esplosione. Il giovane Allen decide, quindi, di utilizzare l’eccezionale potere conferitogli dal destino per proteggere l’umanità, mantenendo però segreta la propria identità.

The Walking Dead 6: emozionante promo e prima clip [video]

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Ecco un nuovo promo per The Walking Dead 6 in cui vediamo tutti i nostri amati protagonisti, mentre a seguire possiamo vederela prima clip disponibile che vede protagonisti Sasha (Sonequa Martin-Green) e Abraham (Michael Cudlitz).

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Nel cast di The Walking Dead 6 tornano: Andrew Lincoln, Steven Yeun, Norman Reedus, Melissa McBride, Chandler Riggs, Lauren Cohan, Danai Gurira, Sonequa Martin-Green, Alanna Masterson, Michael Cudlitz, Josh McDermitt, Christian Serratos, Andrew J. West, Seth Gilliam.

The Walking Dead 6 3The Walking Dead è una serie televisiva statunitense prodotta dal 2010. Ideata dal regista Frank Darabont, la serie è basata sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman, anche produttore esecutivo dello show, illustrata da Tony Moore e Charlie Adlard e pubblicata dalla Image Comics. Rispetto al fumetto, di cui comunque vengono seguite le linee guida a livello di trama, la serie presenta parecchie novità nella storia, come ad esempio l’introduzione di alcuni personaggi inediti.

Captain America Civil War: un altro personaggio di Spider-Man nel film?

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marisa-tomeiSecondo un recente rumors un altro personaggio del mondo di Spider-Man si aggiungerà al film di Captain America Civil War, al fianco ovviamente del nuovo Peter Parker.

Come riporta ComicBook.com l’attrice Marisa Tomei, nei panni di zia May, prenderà parte al film. Vi terremo aggiornati.

In attesa di nuovi dettagli in merito ricordiamo che Captain America: Civil War sarà diretto daAnthonyJoe Russo e vedrà nel cast Chris Evans, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Chadwick Boseman, Sebastian Stan, Samuel L. Jackson, Frank Grillo, Jeremy Renner e Daniel Bruhl. Il film uscirà il 6 maggio 2016.

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Terminator Genisys salvato dalla Cina?

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Terminator Genisys salvato dalla Cina?

Il flop al botteghino per Terminator Genisys sembrava aver sancito per sempre la parole fine per il franchise con Arnold Shwarzenegger; 27 milioni di debutto e 89 di incasso casalingo sembrava una cifra troppo bassa per sperare in un prosieguo della storia, tuttavia uno dei mercati cinematografici più grandi e in espansione del mondo sembra aver dato una nuova linfa al progetto Skydance che, con la Paramount, avave investito 140 milioni nel film.

Dall’altra parte del mondo, in Cina, dopo diversi mesi di programmazione esclusivamente nazionale per volere del governo, il primo film americano a sbarcare sul grande schermo è stato proprio Terminator Genisys, che in un solo giorno ha aperto con 27.4 milioni di dollari.

Con gli incassi cinesi provvisori il film arriva a una cifra worldwide di 353 milioni che, pur non garantendo futuro al franchise, sono comunque un ottimo punto di partenza e un invito a sperare per i fan.

Jeremy Renner: ”Nessuna maschera per Hawkeye”

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Durante il fine settimana l’attore Jeremy Renner ha partecipato all’evento Wizard World di Chicago e durante il panel ha avuto modo di rispondere a diverse domande. Un fan in particolare ha chiesto se Hawkeye (Occhio di Falco), personaggio che riprenderà in Captain America Civil War, indosserà mai una maschera. Ecco la risposta dell’attore:

”No, io non indosso una maschera”, ha detto Jeremy Renner, “Conosci l’ultima versione di Hawkeye?”. Ecco il video

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Bruce Willis insieme a Jesse Eisenberg sul set di Woody Allen [foto]

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Arrivano nuove foto dal set del prossimo film di Woody Allen. Questa volta vedono l’attore Bruce Willis insieme al giovane Jesse Eisenberg. Ecco le foto:

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Del film non si sa ancora molto, eccetto quello che si può dedurre dall’abbigliamento della Stewart in particolare riguardo al periodo di ambientazione.

Per quello che riguarda invece il cast, Woody Allen ha ancora una volta raccolto intorno a sè numerosi attori e attrici molto amati dal pubblico. Tra questi i citati Jesse Eisenberge Kristen Stewart, ma anche Blake Lively, Corey Stoll e Bruce Willis.

Il film, una commedia, è attesa per il 2016.

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Brad Pitt narra e produce un documentario sulla MotoGP

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Brad Pitt narra e produce un documentario sulla MotoGP

È in arrivo nelle sale e anche in Blu-ray e Dvd un nuovo documentario sulla MotoGP, prodotto e narrato da Brad Pitt, insieme a Mark Neale, anche lui produttore e regista.

Il documentario parla ancora una volta del mondo del motomondiale. I protagonisti sono sempre loro: i piloti. Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Marc Marquez, Dani Pedrosa, i compianto Marco Simoncelli e Casey Stoner. I sei piloti più forti di tutti i tempi.

Il docu-film, narrato dall’appassionato di motori Brad Pitt, racconta il loro mondo, le vittorie e le sconfitte di quando si va a 300 all’ora e oltre.

Il 2 settembre arriverà nelle sale inglesi, mentre il 7 uscirà in DVD e Blu-Ray. Il film sarà presentato questo weekand durante il GP di Silverstone. Di seguito il trailer.

https://www.youtube.com/watch?v=gLnNMcvkAqc

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Hugh Jackman torna in teatro con Broadway To Oz

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L’attore australiano Hugh Jackman ha di recente annunciato sulla sua pagina Facebook che tornerà al musical. Ma non al cinema, bensì a teatro, più precisamente quelli australiani del suo paese natio. L’opera si chiamerà ”Broadway To Oz” e sarà strutturato come un viaggio personale della vita dell’attore, dai primi giorni nelle terre australiane attraverso il successo nei teatri sino a Hollywood.

Lo spettacolo sarà un vero e proprio meadly dei lavori che Jackman ha realizzato nel corso della sua carriera. Sul palco con lui ci saranno 150 musicisti e ballerini.

”Broadway di Oz è un sogno che si avvera. Questo è lo spettacolo che ho sempre voluto portare a casa”, ha detto Jackman.

La carriera di Hugh Jackman è iniziata nel 1990, passando da film indipendenti australiani come Paperback Hero, seguiti poi dai successi hollywoodiani, come The Prestige, la saga di X-Men o Les Miserables, in cui ha mostrato le sue grandi doti vocali. Tra i suoi successi teatrali recenti c’è invece lo show a Broadway ”Hugh Jackman: Back On Broadway.”

“Broadway A Oz” è prodotto da Robert Fox per The Dainty Group. Lo spettacolo inizierà a Melbourne il 24 novembre, e sarà in tour anche a Sydney, Brisbane e Adelaide, prima di chiudere a Perth il 15 dicembre.

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