Il canale americano
Showtime ha diffuso il teaser promo di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
Yellowjackets, la serie
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets
protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di
un’adolescente Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Secondo quanto appreso da
Deadline, la terza stagione di Yellowjackets
non debutterà prima del 2025. Dopo gli scioperi degli sceneggiatori
e degli attori che hanno ritardato la produzione della maggior
parte delle serie, la writers room del thriller psicologico di
Showtime è stata riaperta a settembre. La pre-produzione della
serie era stata interrotta appena un giorno dopo l’inizio dello
sciopero della WGA, lo scorso maggio.
Yellowjackets
è una serie co-creata da Ashley Lyle e Bart Nickerson che ruota
attorno a un gruppo di adolescenti coinvolti in un incidente aereo
avvenuto nel 1996 e alle conseguenze dell’incidente anni dopo.
La serie Yellowjackets
ha debuttato nel 2021 ed è stata acclamata, ottenendo sette
nomination ai Primetime Emmy Award nelle sue due stagioni, tra cui
Outstanding Drama Series lunedì scorso, quando ha perso contro
Succession della HBO.
Il cast di Yellowjackets
comprende Sophie Nélisse, Jasmin Savoy Brown, Sophie
Thatcher, Samantha Hanratty, Liv Hewson e Courtney Eaton
nell’era 1996, mentre le loro controparti nell’era 2021 sono
interpretate da Melanie Lynskey, Tawny Cypress,
Juliette Lewis, Christina Ricci, Lauren Ambrose e Simone
Kessell. L’ultimo episodio di Yellowjackets
è andato in onda il 28 maggio 2023, il finale della seconda
stagione intitolato “Storytelling”.
Chi è coinvolto nella terza
stagione di Yellowjackets?
“Questa epopea di
sopravvivenza, storia di orrore psicologico e dramma
dell’adolescenza racconta la saga di una squadra di giocatrici di
calcio liceali di grande talento che diventano i (non) fortunati
sopravvissuti di un incidente aereo nelle remote regioni selvagge
del nord“, si legge nella sinossi ufficiale. “La serie
racconta la loro discesa da una squadra complicata ma fiorente a un
clan selvaggio, seguendo anche le vite che hanno cercato di
rimettere insieme quasi 25 anni dopo“.
Yellowjackets
è raccontata attraverso due linee temporali: una segue un gruppo di
ragazze adolescenti che sopravvivono a un incidente aereo nella
natura selvaggia, e l’altra riprende 25 anni dopo con le ragazze
adulte.
Il grande cast di Yellowjackets
comprende Melanie Lynskey e Sophie
Nélisse nei ruoli dell’adulta e dell’adolescente
Shauna Shipman, Tawny Cypress e
Jasmin Savoy Brown nei ruoli dell’adulta e
dell’adolescente Taissa Turner, Christina
Ricci e Samantha Hanratty nei ruoli
dell’adulta e dell’adolescente Misty Quigley, Juliette Lewis e Sophie
Thatcher nei ruoli dell’adulta e dell’adolescente Natalie
“Nat” Scatorccio, Simone Kessell e
Courtney Eaton nei panni dell’adulta e
dell’adolescente Charlotte “Lottie” Matthews,
Lauren Ambrose e Liv Hewson nei panni dell’adulta
e dell’adolescente Vanessa “Van” Palmer, Steven
Krueger nei panni di Ben Scott, Warren
Kole nei panni di Jeff Sadecki, Kevin
Alves nei panni di Travis Martinez ed Elijah Wood nei panni di Walter
Tattersall.
Arriva in prima
visione il 17 novembre alle 22.15 su Sky Atlantic e in streaming su
NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti, Yellowjackets,
survival drama dalle sfumature horror sull’incredibile storia di
una squadra di calcio femminile di una scuola superiore che negli
anni ‘90 sopravvive a un incidente aereo rimanendo isolata nelle
remote terre dell’Ontario in attesa dei soccorsi. Adolescenti, le
protagoniste si dovranno adattare, riunendosi in clan e arrivando a
compiere azioni crudeli e spietate pur di sopravvivere. 25 anni
dopo, nonostante abbiano tentato di ricostruirsi una vita, le poche
sopravvissute all’incidente dovranno confrontarsi con il loro
tormentato passato.
Creata da Ashley
Lyle e Bart Nickerson, creatori anche di Narcos: Mexico, la serie – costruita su due diversi
piani temporali – vanta un ampio cast quasi tutto al femminile: tra
le star della serie
Christina Ricci (Paura e Delirio a Las Vegas, La
Famiglia Addams, Monster) e Juliette Lewis (Cape Fear – Il promontorio
della paura, Assassini nati – Natural Born Killers, I Know
This Much Is True), oltre a Melanie Lynskey (Le Ragazze del Coyote
Ugly), Sophie Thatcher (When The
Streetlights Go On),Tawny Cypress (The
Blacklist: Redemption), Ella Purnell
(Belgravia, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali),
Sammi Hanratty (Salem),Steven
Krueger (The Originals), Keeya
King (Saw: Legacy), Warren Kole (Common
Law).
Anni ’90. Le giovani
e talentuose giocatrici di una squadra di calcio femminile di un
liceo nordamericano sopravvivono per miracolo a un terribile
incidente aereo e si ritrovano da sole nella natura selvaggia
dell’Ontario per svariati mesi. La speranza di essere salvate dai
soccorsi cede presto il posto alla disperazione, alla rabbia e alla
paura, e le ragazze, ormai divise in veri e propri clan, si
ritrovano a lottare senza pietà per la sopravvivenza, arrivando
anche a praticare il cannibalismo. Nel presente, 25 anni
dopo, alcune delle sopravvissute, Shauna, Taissa, Misty
e Natalie, sono andate avanti con le loro vite, ma il ricordo di
quei giorni è impossibile da cancellare: ciò che è successo un
quarto di secolo prima non ha mai smesso e non smetterà mai di
tormentarle.
Gli showrunner di Yellowjackets
Ashley Lyle, Bart Nickerson e Jonathan Lisco hanno fornito un
promettente aggiornamento sulla terza stagione.
“Siamo in piena fase di
scrittura“, ha detto Lyle durante un Q&A per i membri del
comitato di nomina SAG-AFTRA, come riporta Variety. “Ci stiamo
divertendo molto e siamo molto eccitati“.
Dopo aver ricevuto il rinnovo della
terza stagione nel dicembre 2022, il team creativo degli Yellowjackets
ha iniziato a lavorare alla terza stagione. Tuttavia, la produzione
si è dovuta fermare quando a maggio è iniziato lo sciopero della
WGA. Quando lo sciopero è terminato a settembre, Lyle ha notato che
“tutti sono tornati incredibilmente entusiasti, impazienti di
andare e creativamente rinvigoriti“.
Chi è coinvolto nella terza
stagione di Yellowjackets?
“Questa epopea di
sopravvivenza, storia di orrore psicologico e dramma
dell’adolescenza racconta la saga di una squadra di giocatrici di
calcio liceali di grande talento che diventano i (non) fortunati
sopravvissuti di un incidente aereo nelle remote regioni selvagge
del nord“, si legge nella sinossi ufficiale. “La serie
racconta la loro discesa da una squadra complicata ma fiorente a un
clan selvaggio, seguendo anche le vite che hanno cercato di
rimettere insieme quasi 25 anni dopo“.
Yellowjackets
è raccontata attraverso due linee temporali: una segue un gruppo di
ragazze adolescenti che sopravvivono a un incidente aereo nella
natura selvaggia, e l’altra riprende 25 anni dopo con le ragazze
adulte.
Il grande cast di Yellowjackets
comprende Melanie Lynskey e Sophie
Nélisse nei ruoli dell’adulta e dell’adolescente
Shauna Shipman, Tawny Cypress e
Jasmin Savoy Brown nei ruoli dell’adulta e
dell’adolescente Taissa Turner, Christina
Ricci e Samantha Hanratty nei ruoli
dell’adulta e dell’adolescente Misty Quigley, Juliette Lewis e Sophie
Thatcher nei ruoli dell’adulta e dell’adolescente Natalie
“Nat” Scatorccio, Simone Kessell e
Courtney Eaton nei panni dell’adulta e
dell’adolescente Charlotte “Lottie” Matthews,
Lauren Ambrose e Liv Hewson nei panni dell’adulta
e dell’adolescente Vanessa “Van” Palmer, Steven
Krueger nei panni di Ben Scott, Warren
Kole nei panni di Jeff Sadecki, Kevin
Alves nei panni di Travis Martinez ed Elijah Wood nei panni di Walter
Tattersall.
Showtime non ha
ancora annunciato una data di uscita per la terza stagione di
Yellowjackets.
Tuttavia, se la produzione inizierà nei prossimi mesi, la serie
potrebbe debuttare nella seconda metà del 2024.
Finalmente l’attesa è finita. Da
mercoledì 12 aprile su Paramount+ sarà disponibile la seconda stagione
della serie candidata agli EmmyYELLOWJACKETS.
La prima stagione ha ottenuto il
raro punteggio del 100% su Rotten Tomatoes e ha ricevuto sette
nomination agli Emmy. YELLOWJACKETS
è prodotto dallo studio Entertainment One (eOne).
Creata da Ashley Lyle e Bart
Nickerson (Narcos), YELLOWJACKETS
è la saga di una squadra di giocatrici di calcio liceali di grande
talento che diventano le sfortunate sopravvissute di un incidente
aereo nelle remote terre selvagge del nord.
La serie racconta la loro discesa
da una squadra complicata, ma fiorente a un clan selvaggio, e allo
stesso tempo segue le vite che hanno cercato di rimettere insieme
quasi 25 anni dopo, dimostrando che il passato non è mai veramente
passato e che ciò che è iniziato nella natura selvaggia è
tutt’altro che finito.
Nella seconda stagione, sono
passati due mesi da quando Shauna ha dato il benservito a Jackie,
con risultati disastrosi. Di fronte all’acuirsi della fame e della
paura, la tensione non fa che aumentare. Le dure condizioni
dell’inverno si intensificano di giorno in giorno e la psiche delle
sopravvissute si deteriora altrettanto rapidamente. Minacciate
dall’oscurità della natura selvaggia – e dai suoi ricordi
ossessionanti nel presente – le ex campionesse saranno costrette a
prendere decisioni impossibili. Mentre affrontano l’orribile verità
di ciò che comporta la sopravvivenza, il vero incubo per ognuna di
loro sarà capire chi sono e cosa sono disposte a sacrificare per
rimanere vive.
Epopea di sopravvivenza, storia di
orrore psicologico e dramma di formazione, YELLOWJACKETS
ha come protagonisti la candidata agli Emmy e vincitrice del
Critics Choice Award Melanie Lynskey (Castle Rock), la candidata
agli Oscar e agli Emmy Juliette Lewis (Camping),
la candidata agli Emmy Christina Ricci (Z:
L’inizio di tutto) e Tawny Cypress
(Unforgettable).
Anche Lauren
Ambrose (Six Feet Under, Servant) e Simone
Kessell (Obi-Wan Kenobi) si sono unite alla seconda
stagione della serie, insieme a Elijah Wood (la trilogia de Il Signore degli
Anelli) in un arco narrativo che durerà una stagione.
Nel cast della seconda stagione ci
sono anche Sophie Nélisse (The Book Thief), Jasmin Savoy Brown (The
Leftovers), Sophie Thatcher (Prospect), Samantha Hanratty
(SHAMELESS), Courtney Eaton (Mad Max: Fury Road), Liv Hewson (Santa
Clarita Diet), Steven Krueger (The Originals), Warren Kole (Shades
of Blue) e Kevin Alves.
Ashley Lyle, Bart Nickerson e il
collega showrunner Jonathan Lisco sono i produttori esecutivi.
Anche Drew Comins di Creative Engine è produttore esecutivo insieme
ad Ameni Rozsa, Sarah L. Thompson e Karyn Kusama che hanno diretto
l’episodio pilota.
Showtime ha
finalmente svelato il trailer completo dell’attesissima seconda
stagione di Yellowjackets,
la cui premiere è prevista per il 24 marzo 2023
negli USA. Il contributo video svela che la serie continuerà a
raccontarci due linee temporali, con i restanti membri dei
sopravvissuti che cercano di superare a un rigido inverno compiendo
atti indicibili. Più di due decenni dopo, il loro oscuro passato è
tornato a perseguitare i sopravvissuti, che devono affrontare il
trauma e le conseguenze della loro vita nella natura selvaggia. Il
contributo presenta anche l’apparizione della tanto attesa versione
adulta di Lottie, interpretata da Simone Kessell.
Dai un’occhiata al trailer della
seconda stagione di Yellowjackets di
seguito:
“Nella seconda stagione, sono
passati due mesi dagli eventi che ha visto coinvolti Shauna e
Jackie – con risultati disastrosi”, si legge nella trama ufficiale.
“Di fronte alla loro crescente fame e paura, la tensione tra i
nostri Yellowjackets è solo peggiorata. Le dure condizioni
dell’inverno si stanno intensificando di giorno in giorno e la
psiche dei nostri sopravvissuti si sta deteriorando altrettanto
velocemente. Minacciati dall’oscurità della natura selvaggia e
dai ricordi ossessionanti che dominano le menti nel presente, i
nostri protagonisti saranno costretti a prendere decisioni
impossibili. Mentre affrontano l’orribile verità di ciò che
comporta la sopravvivenza, il vero incubo per ognuno di loro sarà
capire chi sono e cosa sono disposti a sacrificare per
sopravvivere.
Yellowjackets attualmente
è interpretato da Christina Ricci,
Juliette Lewis,
Melanie Lynskey, Tawny Cypress, Samantha Hanratty, Sophie
Thatcher, Sophie Nélisse, Jasmin Savoy Brown, Steven
Krueger e Warren Kole. Tra le new
entry della seconda stagione troviamo l’attrice nominata agli Emmy
Lauren Ambrose (Six Feet Under, Servant)
nei panni di Van Palmer da adulta, Simone Kessell
(Obi-Wan Kenobi) nei panni di Lottie da adulta ed Elijah Wood nei panni del detective cittadino
Walter.
Yellowjackets è creato e prodotto da
Ashley Lyle e Bart Nickerson. I produttori esecutivi sono Drew
Comins, Karyn Kusama e Jonathan Lisco, che funge anche da
showrunner. È prodotto da Entertainment One.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×08, il l’ottavo episodio di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×08 che si intitolerà “Flight Of The
Bumblebee ” Durante il triage dopo un attacco feroce, gli
Yellowjackets sono lasciati a scovare il meglio delle loro peggiori
idee. Shauna si diletta in un po’ di cyberstalking leggero. Scritto
da: Cameron Brent Johnson e Liz Phang Diretto da: Ariel Kleiman
Yellowjackets 1×08
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×07, il settimo episodio di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets
1×07 mentre la fame incombe, Taissa conduce uno sforzo
disperato e/o una missione suicida. Gli Yellowjackets sono
costretti a fare chiacchiere. In Yellowjackets 1×07
protagonisteMelanie
Lynskey, Tawny Cypress, con Christina Ricci e Juliette Lewis.
https://www.youtube.com/watch?v=C1KzePclF5w
Yellowjackets 1×07
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×06, il sesto episodio di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×06 che si
intitolerà “Saints” Gli Yellowjackets si intrecciano con gli
uccelli e le api, navigando nell’amore, nella lussuria e nella
chirurgia fai-da-te. Nel presente: ricatti, coniglietti e una
gelida riunione. Misty si prepara per un ospite a sorpresa.
Yellowjackets 1×06
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×05, il quarto episodio di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×05 che si
intitolerà “Blood Hive” Fuori nel deserto, le ragazze
cavalcano l’onda cremisi e pianificano un pigiama party di arti
oscure. Natalie e Misty addomesticano uno stallone. La notte di
Halloween, Shauna festeggia come se fosse il 1996.
Yellowjackets 1×05
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets
protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di
un’adolescente Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×04, il quarto episodio di Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×04 che si intitolerà “Bear Down” Le
ragazze giocano con le pistole per determinare chi è il più
responsabile. Natalie sbroglia una vita mettendo insieme uomini
distrutti. Taissa saluta i ricchi.
Yellowjackets 1×04
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×03, il terzo episodio di Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets
1×03 che si intitolerà “Dollhouse” Gli Yellowjackets
discutono dei meriti di probabilmente morire mentre si rimane fermi
o probabilmente morire mentre cercano un riparo. Taissa naviga tra
un annuncio di attacco sporco e l’altra parola con la C. Shauna
vede un ragazzo.
Yellowjackets 1×03
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets protagonisti
sono Sophie Nélisse nei panni di un’adolescente
Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il canale americano
Showtime ha diffuso il promo e la trama di
Yellowjackets 1×02, il secondo episodio di
Yellowjackets,
l’annunciata nuova serie tv generazionale creata e prodotta da
Ashley Lyle e Bart Nickerson per
Showtime.
In Yellowjackets 1×02 che si
intitolerà “Heart-Shaped Black Box” Mentre gli
adolescenti si orientano tra le macerie, Misty scopre che l’inferno
sulla terra si sta avvicinando. Nel presente: vendetta,
compiti sessuali e il poliziotto precedentemente noto come
Goth.
Yellowjackets 1×02
Yellowjackets
racconta la storia di una squadra di calciatrici di talento liceale
che diventano le sopravvissute a un incidente aereo nel deserto
dell’Ontario. La serie racconta la loro discesa da una squadra
complicata ma fiorente a clan in guerra e cannibali, mentre tiene
traccia delle vite che hanno tentato di ricostruire quasi 25 anni
dopo.
Nel cast di Yellowjackets
protagonisti sono Sophie Nélisse nei panni di
un’adolescente Shauna Sheridan –
Melanie Lynskey interpreta una Shauna adulta.
Jasmin Savoy Brownda
adolescente Taissa – Tawny Cypress interpreta una
Taissa adulta Sophie
Thatchercome Natalie adolescente –
Juliette Lewis interpreta una Natalie adulta.
Sammi Hanratty
come Misty adolescente –
Christina Ricci
interpreta una Misty adulta.Ella Purnell
come Jackie, Steven Krueger come Ben Scott,
Amy Okuda come Cat Wheeler e Warren
Kole da adulto Jeff Sadecki.
Il nuovo lavoro del regista e
storyboard artist di fama internazionale Christian De
Vita, Yellowbird, in
collaborazione con Universal Pictures Italia,
verrà proiettato in anteprima nella giornata di domani,
Sabato 3 Ottobre, nella cornice del
Romics, il Festival internazionale del
fumetto, dell’animazione e dei Games di Roma.
Yellowbird segue le vicende di un
uccellino che si ritroverà casualmente a capo di uno stormo diretto
in Africa e verrà proiettato presso il padiglione 8 alle
ore 13:45. La proiezione sarà preceduta da un incontro con
il regista Christian De Vita che si terrà a partire dalle ore
12:40 nel Padiglione 5. L’anteprima anticiperà la
release in home video del film, disponibile in DVD
a partire dall’11 Novembre.
In occasione della presentazione al
Lucca Comics & Games di
Yaya e Lennie – The Walking Liberty di
Alessandro Rak, ecco cosa ci ha raccontato il
regista napoletano sui protagonisti del suo film, che arriverà in
sala dal 4 al 7 novembre.
YAYA E LENNIE – THE WALKING
LIBERTY ci trasporta in un tempo in cui, in seguito a un
misterioso sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è
finito. La natura si è ripresa prepotentemente il pianeta e ora la
giungla riveste tutta la terra. Dalle macerie del mondo che fu, una
nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de
“L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine
precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro
concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro
processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la
loro rivoluzione. Questa è la storia di due spiriti liberi che
vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya,
una ragazza dal carattere ruvido e dallo spirito indomito, e
Lennie, un giovane uomo alto più di due metri e
affetto da un ritardo mentale. Uniti da un legame profondo si
prendono cura l’uno dell’altro cercando di non farsi portar via
l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la loro
libertà.
Ecco il trailer di Yaya e Lennie – The Walking Liberty, il nuovo
film di Alessandro Rak. Prodotto da Mad
Entertainment con Rai Cinema, il film si avvale delle voci
di Ciro Priello, Fabiola Balestriere, Lina Sastri,
Francesco Panofino, Massimiliano Gallo, Tommaso Ragno e
Fabrizio Botta.
In seguito a un misterioso
sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è finito. La
natura si è ripresa prepotentemente il pianeta e ora la giungla
riveste tutta la terra. Dalle macerie del mondo che fu,
una nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de
“L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine
precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro
concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro
processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la
loro rivoluzione! Questa è la storia di due spiriti liberi che
vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya, una ragazza dal
carattere ruvido e dallo spirito indomito e Lennie, un giovane uomo
alto più di due metri e affetto da un ritardo mentale. Uniti da un
legame profondo si prendono cura l’uno dell’altro cercando di non
farsi portar via l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la
loro libertà.
Yaya e
Lenniesono come la libertà quando cammina, che non le
puoi dire dove deve o dove non deve andare. Così dice zia
Claire, con la sua tenera e dolente voice over, mentre
accompagna con lo spirito questi figli adottivi che camminano verso
la Terra della Musica, “dove il tempo si è dimenticato di
passare”.
Così Alessandro Rak sceglie di raffigurare i suoi
splendidi nuovi protagonisti, in Yaya e Lennie – The
Walking Liberty, al cinema
distribuito da Nexo soltanto dal 4 al 7 novembre. La storia è
quella di una ragazzina molto sveglia e un po’ brusca e del suo
amico tanto tardo quanto forzuto e imponente, una meraviglia della
natura. Si muovono nella giungla che, a seguito di una catastrofe
non ben specificata, ha preso il sopravvento sulla città, in un non
luogo che potrebbe essere Napoli, ma che potrebbe anche
rappresentare tutti i posti del mondo, in un futuro distopico in
cui a seminare il terrore in mezzo alla natura selvaggia è
l’Istituzione, una forza militarizzata che rastrella tutti i
giovani per arruolarli nei suoi ranghi, per dar loro regole e
imporsi con la forza.
Yaya e
Lennie sono soli, dopo la morte di zia Claire, due
ragazzini che passando da un rifugio all’altro, a caccia di cibo e
di sopravvivenza, con il sogno di raggiungere un posto da poter
chiamare casa. Yaya e Lennie sono liberi, senza
padroni, con poche regole che servono a rimanere in vita, si
bastano eppure sono in pericolo. Yaya e Lennie sono nati
sbagliati e fanno sogni sbagliati, quelli che moriranno
di quello che gli piace. Fino a che non incrociano
l’Istituzione, che vuole catturarli.
Un inno alla libertà
The Walking Liberty è un inno alla libertà,
quella fisica e mentale, che appartiene ai nostri giovani e
ammaccati eroi, ma anche quella creativa, grazie alla quale
Alessandro Rak porta su grande schermo, con la
squadra di professionisti della Mad Entertainment,
un esperimento visivo unico, in cui l’immagine appare composta da
strati sovrapposti di impressioni, di texture, in movimenti
continui e avvolgenti che catapultano lo spettatore nella foresta,
sotto le stelle, in mezzo agli animali che si aggirano liberi per
le fratte.
La libertà di
Rak è anche drammaturgica: il film non segue quasi nessuna
delle regole narrative canoniche, eppure ha una potenza emotiva
rara, genera un trasporto emozionale e un legame intimo con i
protagonisti da lasciar cadere qualsiasi perplessità su strutture e
canoni. E gran parte di queste suggestioni sono raggiunte anche
grazie alla musica, alle canzoni che irrompono cariche di
malinconia dentro alle immagini, musiche composte dallo stesso Rak,
che ancora una volta si fa aiutare, collabora, condivide il suo
genio con altri artigiani di sogni che alla fine del film, in una
delle sequenze di titoli di coda più belle di sempre, compaiono
tutti come gli “artisti” che hanno realizzato il film. Senza gerarchie, in una felice comune di
creatività.
Di natura e di libertà
Dopo la musica e la
pioggia de L’arte della felicità, il sangue e la cenere
di Gatta Cenerentola, sono la natura e la libertà
a prendere forma sullo schermo grazie al genio di
Alessandro Rak che, forse involontariamente,
sembra suggerire anche un messaggio ambientalista molto forte e
attuale, un avvertimento di tutela nei confronti di quella Terra
che ci accoglie, ci nutre e ci custodisce come suoi figli e che
l’Istituzione vuole sventrare per trarne profitto e alimentare la
macchina dell’industria.
La metafora immediata del
film viene poi condita da personaggi memorabili, non solo Yaya e
Lennie, che hanno le voci di Fabiola Balestrieri e
Ciro Priello, ma anche Rospoléon, leader di un
gruppo di guerriglieri straordinariamente somigliante a Maradona e
con la voce inconfondibile di Francesco Pannofino, che dopo aver salvato i
nostri dalle grinfie dell’Istituzione, decide, con la sua
scapestrata banda, di fare la rivoluzione e mettere in ginocchio il
tiranno.
Ma sui rumori delle
trivelle, sullo scoppio degli spari, sul parapiglia di assalitori e
vittime, si ergono due voci a sovrastare ogni cosa, da una parte
quella di Charlie Chaplin con il suo discorso all’umanità da
Il grande dittatore, la voce di quelli che ancora
lottano, resistono e sperano, dall’altra quella di zia Claire
(Lina
Sastri), la voce di una Madre Natura che non smette
mai di proteggere i propri figli, di accompagnarli nella loro corsa
verso la libertà.
Yaya e Lennie –
The Walking Liberty è travolgente, riempie gli occhi
di meraviglia e lascia il cuore in tumulto. La migliore prova alla
regia di Alessandro Rak (e della sua squadra di
artisti), fino a oggi.
Dopo il successo della presentazione
al Locarno Film Festival2021
arriva nelle sale italiane dal 4 al 7 novembre
l’atteso nuovo film del pluripremiato regista di animazione
Alessandro Rak, YAYA E LENNIE – THE
WALKING LIBERTY. Un film potente, prodotto da Mad
Entertainment con Rai Cinema e distribuito nelle sale da
Nexo Digital, che fonde arte e fantasia per
ripensare alle urgenze ambientali e ai valori sui quali si fonda la
nostra società.
YAYA E LENNIE – THE WALKING
LIBERTY ci trasporta in un tempo in cui, in seguito a un
misterioso sconvolgimento, il mondo come lo conosciamo oggi è
finito. La natura si è ripresa prepotentemente il pianeta e ora la
giungla riveste tutta la terra. Dalle macerie del mondo che fu, una
nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de
“L’Istituzione”, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine
precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro
concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro
processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la
loro rivoluzione. Questa è la storia di due spiriti liberi che
vogliono trovare il loro posto nel mondo. Yaya,
una ragazza dal carattere ruvido e dallo spirito indomito, e
Lennie, un giovane uomo alto più di due metri e
affetto da un ritardo mentale. Uniti da un legame profondo si
prendono cura l’uno dell’altro cercando di non farsi portar via
l’unica ricchezza che gli è veramente rimasta: la loro
libertà.
Con YAYA E LENNIE – THE
WALKING LIBERTY, Alessandro Rak riporta sullo schermo il
suo immaginario poetico e coraggioso, che lo ha consacrato come uno
dei talenti più innovativi del cinema europeo d’animazione, grazie
a lavori come L’arte della felicità (2013), che ha
ottenuto il prestigioso riconoscimento di Best European Animated
Film agli European Film Awards 2014, e Gatta Cenerentola
(2017), vincitore di due David di Donatello. Le immagini di
Yaya e Lennie – The Walking Liberty entrano in risonanza
con quanto è stato vissuto a livello globale nell’ultimo biennio:
Yaya e Lennie sono i protagonisti che si muovono in un futuro
apocalittico, in cui Napoli e il mondo intero si sono trasformati,
a causa di una serie di catastrofi ecologiche, in una foresta
impenetrabile. Nella giungla del nuovo mondo, tramite la storia di
due ragazzi, si rimetteranno in discussione i valori sui quali
dovrà reggersi la (nuova) civiltà.
Le voci dei personaggi sono quelle
di Ciro Priello, Fabiola Balestriere, Lina Sastri,
Francesco Pannofino, Massimiliano Gallo, Tommaso Ragno, Fabrizio
Botta, Federica Altamura, Fabio Balsamo, Shalana Santana, Antonio
Brachi.
La colonna sonora del film sarà
disponibile negli store digitali proprio dal 4 novembre, in
concomitanza con l’uscita al cinema di YAYA E LENNIE – THE
WALKING LIBERTY. Le musiche sono di Alessandro Rak, Enzo
Foniciello e Dario Sansone, frontman dei Foja, già in original
soundtrack de L’Arte della Felicità e Gatta
Cenerentola. L’uscita della release digitale, e di una
successiva versione deluxe, sarà preceduta il 29 ottobre dal
singolo “Duje comme nuje”, accompagnato da un video ufficiale con
immagini inedite del film
YAYA E LENNIE – THE WALKING
LIBERTY è realizzato con il sostegno del Ministero della
Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il contributo
della Regione Campania e la collaborazione di FCRC.
L’attrice Yaya
DaCosta, forse poco nota al grande pubblico, ha negli anni
dimostrato una buona capacità nello scegliere i progetti a cui
legarsi, partecipando tanto a celebri film quanto a note serie TV.
Versatile e di bella presenza, la DaCosta continua a costruire
giorno dopo giorno la propria popolarità. Ecco 10 cose che
non sai di Yaya DaCosta.
Yaya DaCosta: le serie TV e i
film
10. Ha recitato in celebri
prodotti televisivi. L’attrice ottiene una buona
popolarità nel momento in cui recita nella soap opera La valle
dei pini (2008). Con la visibilità raggiunta, entra poi a far
parte di Ugly Betty (2009), con America
Ferrera. Partecipa poi in qualità di guest star in
serie come Law & Order: Unità Speciale (2009), Army
Wives (2010) e Dr. House – Medical
Division (2011-2012). Dal 2015 entra a far parte del cast
della serie Chicago Med, dove
ricopre il ruolo di April Sexton. Riprenderà il ruolo anche per
Chicago Fire, con Jesse
Spencer, e Chicago P.D., con Jason
Beghe.
8. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 289 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago quotidiano, da sola o in compagnia di amici.
Particolarmente presenti sono però anche le immagini o i video con
cui l’attrice promuove i propri progetti da interprete.
Yaya DaCosta ad America’s Next Top
Model
7. Ha partecipato al
celebre reality show. Prima di intraprendere la carriera
d’attrice, la DaCosta si è fatta notare per aver partecipato alla
terza stagione del programma America’s Next Top Model,
dove ha sfoggiato le sue qualità da modella. Pur classificandosi
seconda, ha poi ricevuto numerose richieste da case di moda, le
quali la volevano per pubblicizzare i loro nuovi prodotti.
Yaya DaCosta e Joshua Nee
Alafia
6. Ha avuto una relazione
con un regista. Per lungo tempo l’attrice è stata la
compagna del regista e direttore della fotografia Joshua Bee
Alafia. La DaCosta ha anche svolto il ruolo di produttrice per il
film Let’s Stay Together, da lui diretto. Nel 2013 nasce
il primo figlio della coppia, mentre nel 2015 annunciano di essersi
separati. Contrariamente a quanto si è sempre pensato, i due non
sono mai stati sposati.
Yaya DaCosta in Chicago
Med
5. Dà vita ad
un’infermiera. L’attrice è presente nella serie
Chicago Med sin dalla prima stagione nel ruolo di April
Sexton. Questa è un’infermiera nell’ospedale che dà il titolo alla
serie. Il suo personaggio vive nel corso della storia una serie di
difficili vicende, che la porteranno a sverlarsi come essere umano
fragile.
4. Ha origini in comune con
il personaggio. La DaCosta discende da parenti brasiliani
e africani, ed è fluente nella lingua portoghese. Per lei è stata
una vera sorpresa scoprire che anche il suo personaggio ha delle
origini simili, e infatti nella serie non è insolito sentirla
recitare alcune battute in portoghese. Non è tuttavia noto se
questo dettaglio sia stato scritto per caso o pensando proprio alle
radici dell’interprete.
3. Ha faticato a recitare
in una scena particolare. Per l’attrice, la seconda
stagione è stata ricca di eventi. Il più complesso di questi, da
mettere in scena, è stata la scena dell’aborto del suo personaggio.
La DaCosta ha raccontato che sul set si respirava un’atmosfera
molto cupa, e la ricerca del giusto tono nella sua recitazione è
stato un processo particolarmente sofferto, passato attraverso
numerose emozioni negative.
2. Non vede l’ora di
conoscere il futuro del suo personaggio. Pur non
conoscendo nel dettaglio ciò che accadrà al suo personaggio nelle
prossime stagioni, l’attrice ha affermato che ci saranno grandi
novità per lei. Dar vita a questo arco narrativo è fonte di grande
gioia per la DaCosta, dichiaratasi emozionata all’idea di poter dar
vita ad un personaggio così ricco di sfumature.
Yaya DaCosta: età e altezza
1. Yaya DaCosta è nata
aNew York, Stati Uniti, il 15 novembre
1982. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Trama: Ganchan e
la sua ragazza Janet progettano e costruiscono robot ma quando il
mondo è minacciato dal malvagio trio Drombo composto dalla
bellissima e perfida Miss Dronjo, e dai suoi tirapiedi Boyakki e
Tonzula si trasformano nei supereroi Yattaman 1 e Yattaman 2.
L’occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane
Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso in
Egitto mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della
potente Pietra Dokrostone: è il momento di una nuova battaglia per
il possesso della Drokostone e per il destino del mondo…
Il regista di Harry Potter e i Doni della Morte ha
commentato un tema molto dibattuto dai fan della saga: in che punto
verrà suddivisa la trama del libro per creare i due film separati?
Dalle dichiarazioni di David Yates, sembra che il
taglio sarà a Villa Malfoy, luogo del sequestro dei tre
protagonisti Harry, Ron ed Hermione.
Abbiamo tre o quattro diverse idee su come
suddividere il settimo film. Tradizionalmente, i film sono sempre
terminati con una morte o la perdita di qualcuno. Questa volta
pensiamo di terminare con toni più drammatici.
Netflix ha
pubblicato il trailer ufficiale di
Yaratilan – La creatura per la sua
prossima serie di adattamento in lingua turca del classico
romanzo Frankensteindel 1818 di
Mary Shelley. Sarà disponibile in streaming a partire dal 20
ottobre.
Yaratilan – La creatura è una
storia epica che si svolge nell’era finale dell’impero ottomano e
si incentra su una delle domande fondamentali dell’umanità: “Cosa
c’è dopo la morte?”. Ziya, uno studente di medicina avventuroso,
ribelle, vivace e brillante, ha il desiderio irrefrenabile di
diventare uno straordinario medico e riuscire a curare le malattie
infettive. Il destino di Ziya si incrocia con quello di Ihsan, un
collega al limite tra genio e follia. Ihsan è l’unico che capisce
veramente le ambizioni di Ziya, tuttavia queste due anime ferite e
ostracizzate pagheranno il prezzo dell’esperimento proibito che
hanno avuto il coraggio di condurre: l’antica iscrizione che hanno
tentato di decifrare potrebbe scatenare il caos…Dai
un’occhiata al trailer di Creature qui sotto
( guarda altri trailer):
Yaratilan – La creatura è creata e diretta da Çağan
Irmak.La serie avrà come protagonisti Taner
Ölmez, Erkan Kolçak Köstendil, Sifanur Gül, Bülent Sakrak, Devrim
Yakut, Durul Bazan, Aram Dildar, Macit Koper, Engin Benli e Sennur
Nogaylar. I produttori esecutivi sono
Saner Ayar, Ayse Durmaz, Mine Yilmaz e Cengiz Çagatay.
“Dopo giorni e notti di un
lavoro e di una fatica incredibili, riuscii a scoprire la causa
della generazione e della vita… anzi, di più ancora, divenni io
stesso capace di dare animazione alla materia
morta.” Era l’inizio del XIX secolo quando una
giovane inglese di nome Mary Shelley scriveva
queste parole, un po’ per gioco, dando alla luce una delle opere
che ha incantato, estasiato e influenzato migliaia di artisti per
più di un secolo. Tra questi anche il famoso regista Çağan
Irmak (Mio padre e mio figlio, Se mi
dimentico sussurra) che, con il sostegno di Netflix, riporta
sullo schermo il grande e cupo classico di Shelley,
Frankestein, rielaborato in chiave ottomana.
La serie – composta da 8
episodi di circa 50 minuti – vede protagonisti gli attori
Taner Ölmez, Erkan Kolçak Köstendil, Sifanur Gül, Bülent Sakrak,
Devrim Yakut, Durul Bazan, Aram Dildar, Macit Koper, Engin Benli e
Sennur Nogaylar.
Trama di Yaratilan – La creatura
L’epica storia di Yaratilan
è ambientata nella Instanbul dei primi anni del
Novecento, durante il declino dell’Impero Ottomano.
Il protagonista è Ziya (Taner Ölmez): un giovane
determinato, brillante e ribelle che, dopo aver osservato per anni
suo padre, un grande e talentuoso dottore di Bursa, capisce di
poter dare una svolta alla scienza della medicina e alla
vita umana. Ziya vuole diventare uno straordinario medico,
in grado non solo di curare orribili malattie infettive… ma anche
capace di ridare la vita. Dunque, mosso da questo
irrefrenabile desiderio e consapevole dell’esistenza dell’antico
Libro della Resurrezione, parte per Istanbul per studiare
medicina. Qui incontra Ihsan (Erkan Kolçak
Köstendil), un eccentrico e ambizioso professore, espulso dalla
scuola, con cui condivide genio e follia. È così che
destini di Ziya e Ihsan, da quel momento, restano
indissolubilmente legati tra la vita e la
morte.
Cosa c’è dopo la morte?
La storia, sviluppata nel corso
degli episodi come un racconto ad
incastro, segue due linee narrative e temporali che
giocano – grazie a continue analessi e intrecci –
con le vite dei due protagonisti. Irmak realizza, quindi, una trama
così completa e ricca di dettagli (persino
riguardo ai personaggi minori) che a tratti sembra perdere
il fulcro della storia e il suo messaggio.
Yaratilan eredita dal classico originale gli stessi
profondi e controversi temi che possono essere
riassunti nella fatidica domanda esistenziale: “Cosa
c’è dopo la morte?”. Ed è lo stesso Ziya ad
anticiparcelo nel primo episodio, affermando: “Gli
uomini temono i demoni ma non temono la morte, perché di
quest’ultima ne conoscono l’esistenza. A terrorizzarli è la
possibilità che un giorno i demoni inizino a parlare,
rivelando loro che non c’è assolutamente nulla dopo la
morte.”
Ziya cerca ossessivamente le
risposte a questa domanda facendo del Libro della
Resurrezione di Shahram Amir il suo unico credo di
vita. Coinvolgendo violentemente Ihsan, il giovane sfida
Dio e la vita costruendo una “macchina delle seconde
possibilità”. Ma il prezzo da pagare per fingersi Dio e voler
fregare la morte è davvero alto: pur resuscitando egoisticamente
Ihsan, rendendolo così un essere mostruoso, Ziya finisce
per essere l’unico vero ignobile mostro della storia. Un
uomo così accecato dalla superbia e della paura per l’ignoto che,
mentre crede di aver ricreato la vita, dà origine ad un effetto
domino di morte e sofferenza.
«Chi leggerà questa
storia, penserà che la sua morale è che la scienza avrà conseguenze
terribili e devastanti per l’umanità. Ma so per certo, io che sono
l’ultimo a raccontarla, che non è così. Perché la colpa non
è della scienza ma dell’arroganza». – Yaratilan
La diversità è ricchezza
Accanto al tema della morte e della
resurrezione, Irmak aggiunge un altro tema universale, quello
della diversità personificato dal
professore Ihsan. Un uomo incompreso e generoso
che, sia prima che dopo la sua “rinascita” in mostro,
viene allontanato e isolato dal resto delle persone a causa del suo
“essere diverso”. Si contano sul palmo di una mano le persone che,
durante il racconto, scelgono di andare al di là dei
pregiudizi e del suo aspetto spaventoso. Poche persone,
diverse e sole a loro volta, che scoprono e abbracciano il
suo profondo e buon animo.
Non sorprende poi così tanto che
anche la serialità turca si sia inserita nella lunga lista di
prodotti audiovisivi ispirati al mito di Frankestein. In fondo,
negli ultimi anni la Turchia è alla continua sperimentazione di
quei prodotti chiave – come lo sono stati, per esempio,
Parasite e Squid Game per il Sud Corea – che possano spalancare
le porte del successo internazionale. Ma riadattare un
classico, per di più tanto amato e celebrato, non
sempre risulta essere la strada più facile.
Yaratilan, infatti, per
quanto intrattenga e incuriosisca lo spettatore dall’inizio alla
fine, non riesce ad apportare nulla di realmente originale ad una
storia che ha già girato il mondo intero nelle vesti più disparate.
Irmak scrive e dirige, dunque, un oscuro dramma in costume
che – con un po’ più di audacia e incisione e
privilegiando la forma cinematografica piuttosto che
quella seriale – avrebbe potuto guadagnarsi un posto in classifica
tra i migliori prodotti netflixiani del Medio Oriente.
Yaratilan poteva essere LA
creatura, ma finisce per essere solo una delle tante.
Netflix
Italia ha diffuso il trailer di Yara, il
film originale Netflix diretto da Marco Tullio
Giordana. Nel cast protagonisti sono Chiara Bono, Roberto
Zibetti,
Isabella Ragonese, Sandra Toffolatti, Mario Pirrello, Alessio
Boni, Thomas Trabacchi, Aiman Machhour. Il film
Yara è
prodotto da TaoDue Film.
Il premiato regista Marco Tullio
Giordana (“La meglio gioventù”) dirige un film drammatico basato su
una storia vera. L’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio
sconvolge la cittadina di Brembate di Sopra. Per assicurare il
colpevole alla giustizia, il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha
solo un esile indizio: tracce di DNA che non servono a molto senza
un database con cui metterle a confronto.
La realtà, sincera e fredda, è la
protagonista del
film Yara di Marco Tullio Giordana, un racconto quasi
documentaristico della vicenda realmente accaduta a Yara
Gambirasio, tredicenne scomparsa nel 2010 e ritrovata morta.
Con un’attenta ricostruzione del processo di indagine e delle sue
sfaccettature, il regista riporta i fatti da un nuovo punto di
vista. Il risultato è un lungometraggio profondo ma lontano dai
sentimentalismi esasperati e dal gossip mediatico.
La vera storia di Yara
Yara
Gambirasio (Chiara Bono) era una
ragazzina di tredici anni. Abitava a Brembate di Sopra nel
bergamasco. Era una ginnasta, si allenava in un centro sportivo a
700 metri da casa. Anche il 26 novembre 2010 era andata in palestra
a piedi, come era solita fare. Attesa a casa per le 18:30,
Yara non ha mai più fatto ritorno.
La famiglia lancia l’allarme e le
indagini partono tempestivamente, vedendo coinvolti nella ricerca
carabinieri, polizia, RIS e innumerevoli volontari. Dopo tre mesi
di nulla, il corpo di Yara viene ritrovato il 26 febbraio
2011 in un campo di Chignolo d’Isola, una località a 10 km di
distanza da Brembate. Dai resti, si comprende che l’aggressore ha
ferito Yara più volte. Ha tentando di abusare di lei, per
poi lasciarla morire nel campo. Con il rinvenimento del corpo, le
indagini possono proseguire: le tracce di DNA sugli indumenti di
Yara sono l’elemento chiave per identificare Ignoto
1, ossia l’assassino. Grazie all’inarrestabile pubblico
ministero Letizia Ruggeri, interpretata abilmente da
Isabella Ragonese, l’indagine prosegue con
test del DNA a tappeto su tutta la popolazione della zona, fino
all’identificazione dell’aggressore: nel 2014 Giuseppe
Bossetti viene arrestato e processato.
Discrezione e delicatezza conducono
il film Yara
La vicenda di Yara è stata
raccontata infinite volte dai media. I giornali, i telegiornali e i
programmi televisivi hanno detto la loro sulla ragazzina, sulla
famiglia e sui sospettati. Spesso a sproposito e troppo
frettolosamente. Marco Tullio Giordana ha voluto invece dare il
giusto rispetto alle persone coinvolte nella terribile storia,
creando un racconto onesto, che segue i momenti cruciali delle
indagini, includendo i successi e gli insuccessi delle forze
dell’ordine, la buona e cattiva gestione delle tempistiche, le
pressioni eccessive dei media sulla famiglia. Il regista inserisce
così la sua visione critica sulla vicenda, ma senza compromettere
la storia con eccessive coloriture del tutto non necessarie.
L’emozione contenuta dei
personaggi
Le emozioni non mancano nel film. La
famiglia soffre, primi tra tutti i genitori di Yara,
interpretati eccellentemente da
Sandra Toffolattie Mario
Pirello. Isabella
Ragonese, nei panni della PM Letizia Ruggeri,
è vista mentre cerca di districarsi tra superiori poco fiduciosi,
apprensioni materne, doveri morali e leggi vincolanti. Anche
l’opinione pubblica e i concittadini sono mostrati nel loro
turbamento per la scomparsa di Yara, ma non vi è nulla di
eccessivo, forzato o strappalacrime. Con questo tipo di racconto,
privo di crudezza estrema o di tecnicismi giuridici e medici, lo
spettatore può seguire le vicende dall’inizio alla fine con la
giusta dose di coinvolgimento e lucidità.
Un racconto femminile, al
quadrato
Letizia Ruggeri è forse la
vera protagonista del film: capo delle indagini, racconta allo
spettatore passo per passo i momenti cruciali della ricerca. È lei
che traina l’intera squadra d’indagine: nello sconforto generale,
la Ruggeri non molla. La voce potente di Isabella
Ragonese, dalle chiamate ai genitori di Yara
all’arringa durante il processo, è una costante nel film. Ma non è
l’unica: le parole di Yara ritornano costantemente nel
lungometraggio. Con numerosi voice-over che accompagnano le
immagini, vengono riprese le frasi che la ragazza scriveva nel suo
diario, lette e rilette dalla Ruggeri durante le indagini
per cercare di trarne anche un minimo indizio. La voce delicata e
spensierata di Chiara Bono inserisce nelle fasi
dell’indagine sull’assassinio la leggerezza della ragazzina,
creando un efficace effetto stridente.
Non manca quindi l’attenzione alla
dimensione femminile. Nella sua totalità, Yara è
un film che vuole evidenziare criticandoli i giochi di forza che
alcune donne si trovano a vivere. Può trattarsi di forza fisica,
come l’aggressione subita da Yara, o di potere, come le
pressioni contro cui lotta la PM, in un lavoro ancora intriso di
cultura misogina.
Yara è disponibile su Netflix
Yara è disponibile
dal 5 novembre 2021 in streaming sulla piattaforma
Netflix. Grazie alla ricostruzione attenta
del vero, il docu-film riesce a prendere parola su una storia
brutale, raccontando perfettamente l’orrore inserito, se non
nascosto, nell’ordinario.
La giovane Yara
Shahidi recita sin da quando era piccola e ad oggi vanta
partecipazioni ad importanti film e serie TV. Con sempre più
popolarità dalla sua parte, è ora uno dei giovani volti di punta
della recitazione statunitense, anche per merito del suo
camaleontico talento.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Yara Shahidi.
Yara Shahidi: i suoi film e le
serie TV
1. Ha preso parte a celebri
film. Il primo film in cui l’attrice ha recitato, all’età
di 9 anni, è stato Immagina che, mentre nel 2010 ha
recitato accanto ad Angelina Jolie in
Salt. Successivamente ha preso parte ai film
Unthinkable (2010), con Samuel L.
Jackson, Butter (2011) e Alex Cross – La
memoria del killer (2012). Torna poi al cinema nel 2019,
recitato in Il sole è anche una stella,
mentre nel 2023 è in Peter Pan & Wendy, film con
Jude Law nel
ruolo di Capitan Uncino.
2. Ha recitato anche in note
serie TV. Oltre ai film per il cinema, l’attrice ha
recitato anche in alcune serie TV, come In the Motherhood
(2009), Lie to Me (2010), Scandal (2013), The
First Family (2012-2013), Bad Teacher (2014) e
The Foster (2014). Ha poi doppiato il personaggio di Darci
nella serie animata Trollhunters: I racconti di Arcadia
(2016-2018) e 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia
(2018-2019). Dal 2014 al 2022 ha invece recitato nei panni di Zoey
Johnson nella serie Black-ish, che l’ha resa celebre,
mentre dal 2018 al 2023 ha ricoperto lo stesso ruolo anche in
Grown-ish.
3. È anche regista e
produttrice. Oltre a lavorare come attrice davanti la
macchina da presa, la Shahidi ha già compiuto anche il passaggio
dietro di essa, dirigendo un episodio della serie
Shatterbox e uno della serie Growing Up. Ha poi
lavorato anche come produttrice esecutiva di ben 68 episodi della
serie TV Grown-ish, dove è anche una delle
protagoniste.
Yara Shahidi è Trilli in Peter
Pan & Wendy
4. È stata scelta per
interpretare l’iconico personaggio. Per l’imminente film
Disney Peter Pan & Wendy, basato sull’omonimo classico
animato, l’attrice è stata scelta per interpretare l’iconico ruolo
della fatina Trilli. Quando ciò è stato rivelato attraverso il primo trailer, in
molti si sono naturalmente pronunciati contro la scelta
dell’attrice, in quanto Trilli è sempre stata ad oggi raffigurata
come una fata dalla pelle bianca. Non sono però mancate anche le
lodi nei confronti della Shahidi, descritta come assolutamente
idonea alla parte.
5. Si è preparata ascoltando
della musica. Per prepararsi al ruolo di Trilli ed entrare
nel mood e nella psicologia del personaggio, l’attrice ha rivelato
di aver ascoltato delle playlist contenenti canzoni che
rispecchiano l’animo e il carattere di Trilli. Con la musica in
testa, dunque, ha iniziato poi a lavorare sui movimenti “fatati” di
Trilli, trovando il giusto equilibrio per renderla credibile e
affascinante.
Yara Shahidi ha recitato con Eddie
Murphy in Immagina che
6. Ha recitato nei panni
della figlia del noto attore. Il primo film in cui la
Shahidi ha recitato, come già accennato, è stata la commedia
Immagina che, dove ha ricoperto il ruolo di Olivia
Danielson, la figlia del protagonista interpretato da Eddie Murphy.
Il film è infatti basato proprio sullo speciale rapporto tra i loro
due personaggi. Grazie alla sua interpretazione, la Shahidi è poi
stata candidata agli Young Artist Awards come Migliore giovane
attrice.
Yara Shahidi ha un fidanzato?
7. È single. Nel
gennaio del 2023 l’attrice ha rivelato di essere da poco tornata
single dopo una relazione piuttosto seria della durata di tre anni.
Non è noto con chi avesse una relazione, in quanto la Shahidi ha
sempre tenuto privato questo aspetto della propria vita. Ad ogni
modo, attualmente sta vivendo quella che definisce
“selfishseason“, ovvero una stagione da egoista,
concentrandosi primariamente su sé stessa e la propria carriera,
reinventandosi dunque lontana da ogni possibile relazione
sentimentale.
Yara Shahidi e il suo attivismo
8. È un’attivista per
importanti cause sociali. Shahidi ha fondato
Eighteen x 18, una piattaforma per incoraggiare i
coetanei a votare per la prima volta al momento delle elezioni. Le
sue altre organizzazioni includono poi Yara’s
Club, una partnership con Young Women’s Leadership
Network (YWLN) di New York, che fornisce tutoraggio online
nella speranza di porre fine alla povertà attraverso l’istruzione.
Nel 2021, Yara Shahidi ha aderito alla campagna Dior Stand
with Women. L’attivismo dell’attrice è stato notato
dall’ex first lady Michelle Obama, che le ha poi
scritto una lettera di raccomandazione all’Università di
Harvard.
Yara Shahidi è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,1
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
3000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attivista, attrice e modella, spesso inerenti il dietro
le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Yara Shahidi: età e altezza
dell’attrice
10. Yara Shahidi è nata a
Minneapolis, in Minnesota, Stati Uniti, il 10 febbraio del
2000. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri.
Il noto sito americano Deadline ha
diffuso la prima foto ufficiale di Yara Shahidi
nei panni di Trilli per l’imminente adattamento cinematografico
live-action della Disney di Peter
Pan & Wendy. L’immagine mostra Shahidi vestita con uno
splendido abito verde, con ali delicate che spuntano dalla sua
schiena.
Yara Shahidi, la talentuosa giovane
attrice e attivista, è stata annunciata come protagonista
dell’imminente adattamento cinematografico live-action della Disney
di Peter Pan & Wendy. Shahidi
interpreterà il ruolo iconico di Trilli, la maliziosa e amata fata
che ha catturato il cuore del pubblico per generazioni.
Shahidi, che è
diventata famosa per il suo ruolo di Zoey Johnson nella
serie di successo “Black-ish“, è rapidamente
diventata una delle giovani star più ambite di
Hollywood. Oltre al suo lavoro di attrice, è nota anche per il
suo attivismo e difesa, in particolare nei settori della giustizia
sociale e dei diritti delle donne. È stata inserita nella
lista dei “30 Under 30” di Forbes ed è stata riconosciuta dalla
rivista Time come una delle persone più influenti al mondo.
Peter Pan &
Wendy è diretto da David Lowery, ed è solo l’ultimo di
una lunga serie di adattamenti della classica storia di Peter Pan e
i bambini perduti. La storia è stata raccontata innumerevoli volte
in film, spettacoli televisivi e produzioni teatrali, ma questo
nuovo adattamento live-action promette di portare una nuova ed
emozionante interpretazione dell’amata storia. Con Shahidi in
testa come Trilli, il pubblico può aspettarsi un film pieno di
magia, avventura e cuore.
Peter Pan & Wendy è stato diretto da David
Lowery (Pete’s
Dragon, The
Green Knight con Toby Halbrooks che
ha co-scritto l’adattamento con Lowery. Il film ci saranno anche
Jude Law nei panni di Capitan Uncino,
Alexander Molony nei panni di Peter Pan e
Ever Anderson nei panni di Wendy. Nel cast anche
Alyssa Wapanatâhk, Joshua Pickering, Jacobi Jupe, Molly Parker,
Alan Tudyk e Jim Gaffigan.
“Uno spettacolo che dovrebbe
tirarmi su di morale, mi fa l’effetto contrario.” –
Yannick
Il cinema, o il teatro, sono un’arte
dentro cui, come in una bolla, ci si può isolare. Pur di natura
diversa, lavorano per un medesimo compito: permettere di evadere
dalla realtà. Che sia per una storia impressa su uno schermo oppure
portata in scena su un palco con attori in carne e ossa, chi arriva
in sala vuole chiudersi alle spalle la porta che si affaccia sul
mondo reale, per pensare alle vite di altri in cui non è
protagonista coinvolto. Non sempre però lo spettatore si trova
davanti un’opera che lo aggrada, per cui prova trasporto, che è
fedele al suo genere di riferimento (ed è il motivo per cui l’ha
scelta, in base alle esigenze del momento), e che gli dà la
distrazione necessaria. Se ciò che dovrebbe offrire divertimento,
sollievo o svago restituisce la stessa noia o insoddisfazione della
propria vita, può essere molto frustrante. Oltre che deludente.
In una realtà surreale, come quella
allestita da Quentin Dupieux nella sua commedia
dell’assurdo Yannick, il pubblico ha
tutto il diritto di ribellarsi e dire la propria. Perché spesso si
tende a pensare che la funzione di un film, o nel caso della storia
del regista francese una piéce teatrale, sia solo quella di
contenere le espressioni artistiche di chi lo mette in piedi. Ma
l’arte di saper creare storie non deve far star bene solo chi la
fa, ma anche chi la riceve, proprio perché fonda il suo essere su
una comunicazione soddisfacente fra le parti. Tuttavia, se manca il
dialogo e l’impegno, come in una coppia, il disastro è assicurato.
Yannick, undicesimo lavoro di Dupieux, è stato presentato
al Locarno e
Torino Film Festival 2023, e arriva nelle sale
italiane dal 18 gennaio.
Yannick, la trama
Siamo in un teatrino della provincia
francese, dove è in corso la rappresentazione di una (brutta)
commedia intitolata Il Cornuto, che mette in scena uno dei
più classici ménage a trois: tra battute mediocri ed equivoci già
visti, sul palco due attori si contendono la protagonista. In sala
gli spettatori sono pochi, tutti abbastanza annoiati, che di tanto
in tanto ridono forzatamente. All’improvviso però, stanco di
quell’operetta, si leva la voce d Yannick, , un guardiano notturno
che ha fatto “quarantacinque minuti di treno e quindici a piedi per
essere lì”, oltre ad essersi preso un giorno di ferie, e non
accetta di star guardando una piecé scarsa e scontata. Nessun colpo
di scena, nessun brillante dialogo, niente di quello portato in
scena lo entusiasma, anzi aggrava il suo stato d’animo già
abbattuto, quando lui era andato a teatro proprio per stare meglio.
Dopo una serie di battibecchi con gli attori, Yannick, deluso dalla
loro performance, ne prende il controllo per rivoluzionarla e
creare qualcosa di davvero divertente. Dimostrando quanto spesso,
chi non dovrebbe esserlo, si rivela essere migliore di chi è
esperto. Semplicemente perché ci crede fino in fondo.
Dupieux: dalla parte dello
spettatore
Dalla prima inquadratura in 4:3, una
chiara falsa soggettiva, Dupieux imprigiona il suo
pubblico, sia intradiegetico che extradiegetico, nello spazio del
piccolo teatro. Con questa scelta di formato, sentirsi più
vicini – e intimi – agli spettatori in sala, a Yannick e agli
attori sul palco diventa quasi automatico, e sottrarsi a quel
processo di identificazione è pressoché impossibile. Dupieux mette
regia e sceneggiatura a favore di spettatore, trasformando così
Yannick in una riflessione su come possa
sentirsi che inizia dall’incipit, e porta avanti con frenesia di
montaggio e dialoghi calzanti fino all’exploit finale. Con
insolenza e una buona dose di umorismo ed eccesso, il
regista si schiera dalla parte dello spettatore, spesso
lasciato nell’ombra, a cui non viene data la rilevanza che merita,
parlando a nome suo e dei suoi diritti.
Nella maggior parte dei casi questi
deve infatti accettare ciò che ha di fronte – che può essere
insipido, scialbo, spento – senza replicare. Eppure non si pensa
mai alla responsabilità che ha un autore nei suoi confronti. Per
essere meritevole di lode, lui, deve curare la sua opera fino in
fondo, volerle bene, valorizzarla, essere presente quando viene
messa in scena – senza abbandonarla a se stessa come invece accade
per la commedia teatrale nel film. Perché una specifica piéce (in
questo caso ci si rivolge ai compiti di una commedia) come dice
Yannick deve far stare bene, e non buttare giù di morale ancor di
più. Come dimostrerà poi in seguito, per riuscire in qualcosa
bisogna avere in primis il carburante della passione, ma
soprattutto non trattare il lavoro – e l’arte – con superficialità
e inerzia. Perché se non siamo i primi a credere nel nostro
operato, non possiamo pretendere che lo facciano gli altri. E
neanche che a loro, in quanto spettatori, vada bene tutto così come
viene proposto.
È in uscita Kerber,
nuovo album del compositore e polistrumentista francese
Yann Tiersen, testimonianza audiovisiva del nuovo
sound elettronico che la poetica dell’autore ha assunto. Yann
Tiersen è, difatti, conosciuto proprio per le sperimentazioni
musicali e sinfoniche, oltre che per il contributo a colonne sonore
cinematografiche (ricordiamo Goodbye, Lenin! e
Il favoloso mondo di Amelie). Proprio in
occasione dell’uscita del suo ultimo disco è stato girato il
lungometraggio Yann Tiersen: Kerber-The Film,
diretto da Kit Monteith e prodotto da
Louise Sinnerton, disponibile on demand sulla
piattaforma pay-per-view LIVENow
dal 26 agosto 2021.
La sperimentazione musicale di Yann
Tiersen: Kerber-The Film
Yann Tiersen: Kerber-The
Film vede Yann Tiersen, Jens L.
Thomsen ed Emilie Tiersen nel ruolo di
performers all’opera nello studio di Tiersen, nella location
incantata dell’isola di Ouessant in Bretagna, terra sempreverde
dove risiedono soltanto 834 persone. E’ proprio l’estetica
paesaggistica di questo luogo fiabesco ad avere esercitato la
maggiore influenza sul compositore che, lasciatosi guidare dalle
suggestioni naturali, ha composto nuove sinfonie. Nel film Yann
Tiersen esegue dunque i brani, combinando svariati strumenti
musicali, quali pianoforte, vari tipi di violini e fisarmonica.
Il regista Kit
Monteith si avvale di fotocamera 35 mm quale strumento
analogico per poter incorniciare al meglio gli intonsi paesaggi
dell’isola, col l’intento di rendere le trasformazioni del
paesaggio in musica, in un sodalizio tra artista e natura che
denota una ricerca performativa ottimale. Il nuovo sound di Tiersen
è rigenerato e rinvigorito dai sistemi elettronici analogici, che
ridefinisco le sinfonie musicali tramite il campionamento e la
sintesi sperimentale. Il prodotto filmico è il risultato di un
lavoro ininterrotto per gran parte del 2020, anno di ricerca
stilistica volta alla composizione di melodie al pianoforte da
rileggere con suoni elettronici. La miscela di estetica classica e
contemporanea permea l’intera cornice filmica, che vive di sospiri
e pause musicali, nell’ottica di partiture pittoresche che riescono
a delineare al meglio la poetica di Yann Tiersen.
L’album di Kerber dimostra
ampiamente uno spirito volto alla sperimentazione incessante, che
si nutre di suggestioni visive e temporali, per ricreare il fluire
del proprio tempo in musica. La rappresentazione di un universo
visivo interiorizzato e contemplativo è chiave fondamentale di
lettura di un prodotto artistico incasellabile, che mira a
sfruttare a proprio vantaggio i mezzi audiovisivi per proporre una
dinamica di promozione dell’album del cantante ottimamente ideata,
pur con qualche difetto registico, che comunque non va a minare nel
complesso l’estetica dell’opera.
Kerber è il risultato di un percorso
di ridefinizione dell’essenza di musicista e compositore di Yann
Tiersen, già in opera da alcuni anni e ravvisabile chiaramente nel
disco Portrait, in cui rileggeva un
venticinquennio di carriera alla luce della consapevolezza attuale
e presente. Anche il disco ALL restituiva una
miscellanea di materiale registrato tendente a nuovi percorsi
creativi, dalla marcatura ecologista. Sicuramente però il risultato
migliore è stato raggiunto tramite questo progetto, che riprende le
sinfonie prive di cantato del disco precedente (indubbiamente tra
le più convincenti) e approfondisce il “sodalizio musicale” tra il
pianoforte, lo strumento tanto amato, e l’elettronica.
Yann Tiersen: Kerber-The Film, un
diario musicale tutto da sfogliare
Ciò che sorprende maggiormente è
l’appropriazione da parte di Tiersen dell’impianto più ambient, e
meno pop, della sua musica; è innegabile che l’influenza della
prorompente “identità geografica” di cui Tiersen si è nutrito abbia
costituito la carta vincente per regalarci non solo uno splendido
omaggio all’isola di Ushant, ma anche un diario musicale tutto da
sfogliare, che mira a catturare la veridicità delle
impressioni.
Per quanto riguarda il metodo
compositivo, Tiersen ha affermato che, diversamente dal passato,
non è più il pianoforte l’ unico centro propulsore delle sue idee;
indubbiamente, ne costituisce l’impianto e la resa melodica, che
scaturisce da un attento lavoro di scrittura, avvalendosi però
anche di strumenti elettronici analogici che si elevano a ruolo di
orchestra. Esempio ben riuscito di questo modus operandi sono
Ker yegu, Poull Bojer e
Ker Loch.
Scogliere alte e frastagliate, una
landa pianeggiante sconfinata, sferzata dai venti, sono lo sfondo
perfetto per raccogliere sonorità vibranti, e contaminate, che
vanno a reinterpretare la cornice paesaggistica secondo l’occhio di
chi chiama quella terra “casa”: Yann Tiersen: Kerber-The
Film mira ad ampliare gli orizzonti musicali di un artista
duttile, in continua evoluzione, ma che continua sempre a volgere
lo sguardo alle sue radici.
Lo streaming di Yann
Tiersen: Kerber- The Film è disponibile su LIVENow da
giovedì 26 agosto alle 20:00.
Si chiamerà Yakuza il nuovo film
del regista di Warrior Gavin O’ Connor. La pellicola, ambientata
nel mondo della malavita giapponese,avrà per protagonista un agente
della CIA che si ritroverà coinvolto in loschi affari con un boss,
all’indomani del terribile Tzusami che ha devastato il paese.