Da poco è stato confermato che
Gangster
Squad è stato rimandato dal 7 settembre al 11
gennaio 2013. I mesi in più danno il tempo alla Warner Bros. per
esplorare alcune strade di promozione più interessanti, come una
nuova serie di foto “dietro le quinte”. Il film è ambientato
nel1940 a Los Angeles, ed è incentrato su un piccolo e segreto
gruppo della polizia di Los Angeles che cerca di catturare Mickey
Cohen (Sean Penn) e le immagini mettono in rilievo il gran lavoro
che è stato fatto anche sui costumi. Nel cast ci sono anche Josh
Brolin, Ryan Gosling, Emma Stone, Nick Nolte, Michael Peña, Anthony
Mackie, e Giovanni Ribisi.
Anche se la data di uscita è per il 23
maggio 2014, sembra che regista Rupert Wyatt si stia allontanando
da Dawn of the Planet of the Apes. Wyatt ha diretto nel
2011 il reboot/
Dopo la sua convincente e premiata
performance in The Master, Philip Seymour Hoffman sta
pensando di sedersi alla regia. Infatti è interessato a girare il
film Ezechiele Moss,
Arrivano le prime dichiarazioni su
Sherlock
Holmes 3, e provengono direttamente per bocca di
Jude Law che intervistato da Collider ha risposto ad
una domanda sull’eventuale terzo capitolo. Ecco quanto detto:
Non so
ancora quando cominceranno le riprese. Se ne sta parlando e so che
c’è già uno script in lavorazione, ma Robert è un ragazzo piuttosto
impegnato e anche io ho il mio bel da fare. Ma vogliamo farne un
altro. Come team ce la spassiamo davvero un sacco, siamo felici e
crediamo che ci sia ancora parecchia energia nelle gambe del
duo.
Non ci resta che aspettare ulteriori notizie o conferme per
cominciare ad attendere Sherlock
Holmes 3 il terzo capitolo di Sherlock Holmes!
Ecco il Trailer
ufficiale di Grandi Speranze, atteso adattamento
del romanzo di Charles Dickens diretto da Mike
Newell con Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter,
Jeremy Irvine, Holliday Grainger, Robbie Coltrane e Sally
Hawkins.
Il regista di Ti Presento i
Miei, Jay Roach, ritorna al cinema
Candidato a Sorpresa è confeziona una commedia
senza esclusione di colpi su una campagna elettorale davvero
surreale, che vede protagonisti due degli attori comici più bravi
che il cinema contemporaneo americano possa offrire. Molto diversi
anche fisicamente, Ferrell e Galifianakis
offrono uno spettacolo davvero esilarante nei panni dei due
diversissimi seppure alla fine simili candidati che faranno di
tutto per vincere le elezioni nel proprio distretto.
Una campagna elettorale così
scorretta sembra quasi far impallidire quelle di casa nostra, che
però hanno in comune, con questa cinematografica, la totale
noncuranza per il programma politico e l’unico scopo di demolire
l’immagine del contendente. Sembra che anche oltreoceano le cose
non siano poi tanto diverse da qui, e in odore di presidenziali
statunitensi, il film cade veramente a pennello, dal momento che
già in casa ha incassato tantissimo, innalzandosi a successo della
stagione estiva.
Candidato a Sorpresa, il film
In Candidato a
Sorpresa Cam Brady (Will
Ferrell) è un deputato perfetto: abiti elegante,
grande eloquenza, bella moglie e figli perfetti. Marty Higgins
(Zach
Galifianakis) è un perfetto perdente: indossa sempre
maglioncini fatti a mano con disegni appariscenti, è un po’
cicciottello, è sempre gentile e remissivo. Quando il primo si
troverà a fronteggiare un mini sex gate alla vigilia delle
elezioni, il secondo verrà arruolato dalla parte opposta,
finanziato da industriali senza scrupoli, per concorrere contro di
lui alla carica di deputato. Il candidato a sorpresa Marty si
rivelerà però un osso molto più duro di quello che Cam aveva
pensato all’inizio.
La fisicità di Galifianakis si è
imposta al pubblico con Una Notte da Leoni, e ora l’attore è un vero e
proprio vulcano, che fa ridere ad ogni gesto, ad ogni battuta,
persino doppiato il suo straordinario appeal comico non viene
intaccato. Lo stesso dicasi per Ferrell che però ha un approccio
più rigido, così come richiede il suo personaggio. Molto presente
nella trama anche il riferimento alla crisi economica,
all’invasione del mercato cinese e agli industriali senza scrupoli,
perfettamente incarnati da John Lithgow e Dan Aykroyd,
elementi che si collegano a doppio filo ed in maniera sempre più
clandestina con la politica di tutto il mondo.
Candidato a
Sorpresa è una commedia che fonda sui tempi comici la sua
genialità, regalando allo spettatore 90 minuti di puro
intrattenimento, senza però rinunciare alla critica sociale con
feroce ironia che purtroppo nel finale si risolve nel semplicistico
e, forse, necessario buonismo da commedia americana.
Uscirà nelle sale il 21 settembre
Il rosso e il blu l’ultima fatica di
Giuseppe Piccioni prodotta e patrocinata dal
Ministero per i beni e le attività culturali in compartecipazione
con la Bianca Film.
In Il rosso e il
blu Roma, giorni nostri. In un liceo della periferia
romana si intrecciano le storie personali e professionali di vari
personaggi: la preside dell’istituto (Margherita
Buy) vive con estrema freddezza e distacco il suo lavoro e
ogni suo rapporto interpersonale, un anziano ed erudito professore
di storia dell’arte (Roberto Herlitzka) si trascina stanco e
svuotato nel pieno e più sarcastico disprezzo di ogni suo alunno
mentre un giovane supplente di lettere (Riccardo
Scamarcio) cerca di trasmettere interesse ai
suoi studenti forte di un entusiasmo ancora intatto.
Una commedia sentimental-scolastica
la potremmo definire in quanto la scuola è indubbiamente al centro
della trama narrativa, la scuola inquadrata e affrontata da diverse
angolazioni e prendendo in considerazione tematiche e aspetti
diversi. In primo piano il rapporto professori-alunni, eterno
conflitto generazionale, sociale e culturale che qui viene
descritto e rappresentato nelle sue varie forme: nel confronto
glaciale e sordo tra un vecchio professore completamente sfiduciato
e giunto alla conclusione dell’inutilità dell’insegnamento; nel
generoso e volitivo impegno con cui un giovane e motivato supplente
si arma per infondere anche il minimo interesse nei ragazzi.
Roberto Herlitzka è semplicemente
straordinario nel vestire i panni del vecchio, forse troppo per la
parte, e colto professore ormai prossimo alla pensione. Stanco non
solo dell’insegnamento ma anche della vita, vive solo in una grande
casa sommersa di libri e saggi di ogni genere in cui ospita
settimanalmente giovani e belle avventrici “occasionali”. La sua
vastissima conoscenza lo isola al mondo e al prossimo da cui si
tiene lontano attraverso meravigliosi e divertentissimi dialoghi
carichi di sarcasmo e sagacia. Nutre propositi suicidi ma una
vecchia alunna gli farà capire che non tutto è stato inutile, che
non tutto è perduto.
Forse non solo per esigenze di
copione il buon Scamarcio si approccia e si accosta con timidezza e
ossequioso rispetto di fronte all’anziano e bravissimo collega,
interpretando con discreta credibilità il ruolo del giovane
supplente ancora carico di buoni propositi.
Non certo meno importante la
terza storia che vede protagonista Margherita Buy
la quale da preside e donna algida e insensibile si scioglie e apre
il proprio cuore grazie allo strano e casuale rapporto con un
alunno problematico. La Buy, che sino a tutti gli anni ’90 è stata
una vera e propria musa ispiratrice per il regista ( ricordiamo tra
i tantissimi Fuori dal mondo, ’98), non riesce a
sorprenderci nemmeno questa volta, offrendo un’interpretazione
assolutamente in linea con il suo solito, e a nostro avviso,
limitatissimo canovaccio artistico.
La sceneggiatura non originale si
basa sull’omonimo romanzo scritto dallo scrittore ed editorialista
di Repubblica Marco Lodoli, a suo tempo professore
di Lettere in un Istituto professionale di Roma. Il rosso e
il blu è indubbiamente interessante e ben diretto e
soprattutto cerca di presentare la questione “scuola” senza voler
demonizzare o esaltare in modo retorico insegnanti o alunni;
l’introspezione dei personaggi e i loro risvolti interiori
prevalgono su una trama narrativa non particolarmente intricata o
ricca di svolte e colpi di scena e questo permette al film,
soprattutto nel finale, di eludere saggiamente il pericolo di
prevedibilità.
Un plauso particolare ai giovani
ragazzi che ben si comportano al cospetto dei tre attori
professionisti con cui si confrontano in un’alternanza di
complicità, distacco e affetto. Il rosso e il blu
è un film sulla scuola e su coloro che la popolano ogni giorno; un
mondo chiuso all’esterno e che l’esterno osserva con diffidenza e
quasi fastidio, sicuramente scetticismo. Ed invece sia Lodoli che
Piccioni vogliono dirci quanto la classe, l’istituto ed i suoi
professori siano solo una componente nella crescita dei ragazzi; le
famiglie, spesso assenti o distratte, devono fare la loro parte,
devono collaborare e unirsi in quella ardua quanto nobile crociata
per far si che i propri figli diventino un giorno…brave
persone.
Da venerdì 21 – Magic Mike:
Mike è un imprenditore. Uomo dai molti talenti e dal grande
fascino, trascorre le sue giornate inseguendo il Sogno Americano in
tutti i modi possibili: riparando i tetti delle case, lavando auto
o disegnando mobili nel suo appartamento sulla spiaggia di Tampa.
Ma di notte… Mike diventa semplicemente magico. Focosa star di uno
spettacolo tutto al maschile, Magic Mike, grazie al suo stile
originale e al suo eccezionale modo di ballare, è da anni
l’attrazione principale del Club Xquisite.
In Sennen No Yuraku (The Millennium
Rapture) la casta dei Nakamoto è segnata da una maledizione, i
discendenti maschi sono uomini di una rara bellezza che si
insinuano facilmente nel cuore delle donne e che muoiono tutti
precocemente. Questi proprio per il loro stile di vita, sono
costretti a vivere in strada spinti da tentazioni e pulsioni, che
li porterà ad essere in bilico tra la vita e la morte. L’intera
storia ci viene raccontata dal punto di vista di Oryu,
l’allevatrice che è testimone di questa condanna che si svolge su
un isola di nome Okushiri, chiamata da tutti “il Vicolo”.
La storia è tratta dal romanzo
Mille anni di piacere di Nakagami Kenji e la trasposizione
è firmata da Kohi Wakamatsu e presentata nella sezione
Orizzonti della 69° Mostra del cinema di Venezia. La
storia è scritta e montata su due livelli, quella contemporanea di
Oryu (Shinobu Terajima) anziana che in preda a delle
allucinazioni per via della malattia, parla con la foto del marito
scomparso; E quello del suo ricordo sulle vicende dei tre ragazzi
Nakamoto. Il primo è Hanzo, un donnaiolo incallito incapace di
avere una certa stabilità negli affetti cambiando più spesso
compagnia dopo averle usate per il proprio denaro e per nulla
interessato al lavoro onesto. Subito dopo c’è la storia di Miyoshi
anche lui donnaiolo ma anche dipendente da droghe e dedito ai furti
per provare sempre nuove emozioni, ed infine c’è Tatsuo, cugino di
Miyoshi, che se da un primo momento sembra distante dai modi di
vivere degli altri due, Oryu ci metterà del suo portarlo sulla
cattiva strada.
Mentre si percorre questo intreccio
di storie e di vite interrotte, il regista rimane fermo,
riproponendo al montaggio anche le stesse inquadrature suggestive
di montagne all’alba o di nebbie sulle stradine delle città che
oltre a richiamare uno stile di vita a cavallo tra l’ottocento e il
novecento, vengono riproposte allo spettatore alla fine di ogni
“storia” volendo sottolineare un tempo fermo e poco suscettibile al
cambiamento.
La storia per quanto possa essere
intrigante da sceneggiatura non suscita il coinvolgimento emotivo
nonostante i temi così terreni di questi protagonisti; si guarda il
tutto con una distanza che neanche Oryu ,caratterizzata con un
atteggiamento e uno sguardo sempre in bilico tra l’istinto materno
e il desiderio di essere un’amante, riesce a inquadrare del tutto.
Di fatti, lo spettatore è cosciente e capisce che nonostante
variano i vizi e gli eccessi, la fine è sempre la stessa non
portando alcun insegnamento né riflessione su questa “generazione”
di giovani, se non la testimonianza che i “vecchi” danno di loro,
dagli ultimi pettegolezzi amorosi oppure della loro non curanza
riguardo le usanze di Buddha o della poca voglia di lavorare.
Per quanto Kohi Wakamatsu si sia
ritagliato un angolo tutto suo nel genere erotico-pulp, filma con
coscienza e con poco trasporto l’impulso, portando lo spettatore in
un atmosfera più morbosa che sensuale, restituendo solo in parte le
tante tematiche che ha il libro, dai temi ancestrali che si
riallacciano al buddismo o la memoria storica della sottocasta dei
non-uomini burakumin, tuttora discriminata e a cui lo stesso autore
apparteneva. Una piccola nota, molto belle e immersive le musiche
interpretate da Hashiken e Mizuki Nakamura che funzionano anche
come tema di raccordo per il montaggio.
L’intervallo è
scritto e diretto da Leonardo di Costanzo con
Mariangela Barbanente e Maurizio Bracucci (autore
dei film Gomorra e
Reality di Matteo Garrone) viene
raccontata la vicenda di questi due giovani che esplorano
l’edificio si conoscono e si confrontano nella realtà di una Napoli
(nascosta e mai vista nel film) con cui devono fare i conti
quotidianamente.
Ne L’intervallo
Salvatore e Veronica vengono rinchiusi in un enorme edificio
abbandonato di un quartiere popolare. Lui carceriere, lei
prigioniera. Lui è costretto in quel ruolo poiché vittima di un
ricatto e lei deve scontare la punizione dei camorristi.
L’intervallo, il film
All’inizio i due ragazzi sono
ostili, passano il tempo a studiarsi con sguardi rubati e frasi
provocatorie, incolpandosi apertamente di quella loro strana
situazione. Veronica, interpretata dall’esordiente Francesca Riso,
è una ragazzina fin troppo matura che si oppone non solo al suo
ruolo di “prigioniera” ma anche ai scagnozzi che di tanto in tanto
vengono a controllare la situazione. Spavalda e aggressiva ha
l’atteggiamento di chi conosce bene il giro in cui è immischiata e
a cui vorrebbe sfuggire. Tutto all’opposto è Salvatore,
interpretato da Alessio Gallo, un ragazzone goffo
e accomodante, che ha paura del ruolo e delle responsabilità che il
clan di Bernardino (Carmine Paternoster) gli ha
dato. Dopo i primi momenti a evitarsi, sopraggiunge la paura di
girare per questo edificio abbandonato e instabile nelle ore che li
separano dall’incontro con il boss si fa sempre più stretto.
Molto bello è il parallelismo che
si viene a creare tra questo edificio e la situazione che vivono i
protagonisti, che grazie alla bella fotografia di Luca
Bigazzi, rende la scenografia un elemento importante di
sceneggiatura. Con il passare delle ore diventano intimi e si
raccontano le loro aspirazioni personali, come il desiderio di
Salvatore di diventare cuoco o la fantasia di Veronica di essere
una concorrente dell’Isola dei Famosi, il tutto recitato
con quel saper fare partenopeo che fa sorridere e ridere in sala.
Di fatti, la recitazione è improntata in dialetto napoletano e il
film è stato proiettato nella sezione Orizzonti di Venezia con i
sottotitoli in Italiano. In quei brevi momenti ritorna
l’adolescenza messa da parte e la saggezza popolare che oltre a
legarsi con la storia suscitano una sorta di legame con la breve
infanzia.
Scende la sera e il momento in cui
il Boss deve arrivare si avvicina, dopo un colpo di scena da parte
di Veronica e il prevedibile ripensamento, i due si ritrovano
faccia a faccia con la realtà. Di Costanzo riprende
L’intervallo come se fosse un documentario ed è
una bella idea, poiché gli da un risvolto realistico e lo
spettatore è più cosciente e meno incantato. Questo stratagemma ci
fa percepire come è la situazione di essere adolescenti nei
quartieri camorristi, inoltre mette in rilievo come avvengono i
primi contatti con quel mondo però le scelte di regia si tengono
lontane da quel genere cinematografico. Quindi la mafia diventa
importante ma non fondamentale, poiché il regista è più interessato
ad analizzare l’emozione umana, a questo intervallo dalle loro vite
quotidiane, una pausa per pensare a cosa si sta diventando ma senza
prendersi troppo sul serio. L’unico neo è un finale che sarebbe
stato gradito se un po’ più lungo, ma ciò non toglie la bellezza
grezza che il film contiene in sé.
Il Toronto
International Film Festival 2012 volge al termine e proclama i suoi
vincitori. Fra i titoli più premiati da critica e pubblico son
stati L’orlo argenteo delle nuvole di David O. Russell e
Seven Psychopaths di Martin McDonagh.
Arriva un nuovo film ispirato al
Non aprite quella porta di Tobe
Hooper, questa volta però la pellicola sarà in 3D. Molti
fi voi ricorderanno già un primo tentativo di remake del film di
Hopper con Jessica Biel fra i
protagonisti.
Questa volta invece il tentativo è
di John Luessenhop che dirige questo Non
aprite quella porta 3D con un cast di giovani attori
come Alexandra
Daddario e veterani come Bill
Moseley e Gunnar Hansen. La
pellica non ha ancora una data d’uscita mentre negli USA uscirà a
Gennaio.
Sarà ufficialmente Adele a
cantare la theme song del prossimo Bond, 007 Skyfall, interpretato
ancora una volta da Daniel Graig e diretto da Sam Mendes. La
pellicola è attesa in Italia per il 31 Ottobre
Freddie Highmore
si è finora fatto conoscere sul grande schermo per ruoli ‘da
buono’, come quello di Peter Llewellyn Davies in
Finding Neverland o quello di Charlie Bucket in
La fabrrica di cioccolato, o ancora per aver dato
la voce ad Astroboy e ad Arthur nella serie dedicata all’omonimo
personaggio della saga firmata da Luc
Besson. Superato da poco il traguardo dei vent’anni,
l’attore lascia questi climi distesi per addentrarsi in territori
molto più oscuri: sarà infatti un giovane Norman
Bates in Bates Motel, serie che narrerà
gli avvenimenti precedenti a quanto raccontato da Alfred Hitchcock
in Psycho.
La serie verrà curata dal network
americano A&E, che ha dato il via alla produzione dei primi
dieci episodi. La scelta di Highmore è per certi versi simile a
quelle di Perkins: anche per interpretare il protagonista del film
fu infatti scelto un attore fino a quel momento noto per i suoi
ruoli tutto sommato rassicuranti. Pur augurando il successo ad
Highmore, c’è da sperare che non segua le orme del suo
predecessore, rimanendo confinato a vita nel ruolo dello
psicopatico.
La versione per il grande schermo
di Dead Spy Running, romanzo firmato da John
Stock, sembra aver finalmente trovato regista e scneneggiatore: la
Warner ha infatti incaricato di seguire il progetto la ‘premiata
ditta’ Adam Wingard e Simon Barrett. I due, che sono conosciuti
soprattutto per i propri lavori horror, come A horrible way to die
e You’re next, con Dead Spy Running cambierebbero dunque
completamente genere.
Il romanzo, opzionato dalla Warner
fin dal 2008, vede protagonista Danny Merchant, DJ trasformatosi in
agente segreto, che prima salva l’Ambasciatore americano a Londra
da un attentato in occasione della Maratona che si svolge ogni anno
nella città per poi essere accusato di tradimento, dandosi
alla fuga.
Quello del ‘cosa sarebbe successo
se’ certi film fossero stati diretti da altri registi anziché da
quelli poi effettivamente finiti dietro la camera da presa è un
gioco affascinante. Ultime in ordine di tempo, sono arrivate alcune
dichiarazioni di James Cameron, rilasciate nel corso di
un’intervista ad Huffington Post UK sulla sua perdonale visione di
Jurassic Park.
Il regista di Titanic ed Avatar ha
spiegato di aver, a un certo punto, anche provato ad acquistare i
diritti del libro, ma effettivamente, dopo aver visto il risultato
ottenuto da Spielberg, di essersi reso conto di non essere la
persona giusta per realizzarlo. Spielberg ha dato vita a un film di
dinosauri destinato ai ragazzini, mentre il suo sarebbe stato una
sorta di Alien coi dinosauri, molto meno rassicurante. I dinosauri
del resto sono un tipico divertimento da bambini e dunque un film
ne avrebbe dovuto tenere conto: la sensibilità di Spielberg si è
quindi rivelata adattissima a un film che Cameron ammette nelle sue
mani sarebbe stato molto più violento e quindi meno indicato per un
pubblico infantile.
Buon esordio in testa per Prometheus, seguito dai cartoon
Ribelle – The Brave e Madagascar 3. Non bene le altre new
entry. Dopo l’ultimo capitolo della trilogia su Batman, un nuovo
film uscito in notevole ritardo in Italia conquista la vetta del
box office: Prometheus incassa 1,9 milioni di
euro nei tre giorni in oltre 500 copie. Un buon risultato per
il film di Ridley Scott, uscito qualche mese fa nel resto del
mondo, ma resta il dubbio che la cifra sarebbe stata superiore se
la pellicola fantascientifica fosse stata lanciata in contemporanea
worldwide.
Ribelle – The Brave sale di una
posizione rispetto al debutto della scorsa settimana: il cartoon
della Pixar incassa 1,3 milioni e arriva a quota 4,6 milioni in
dodici giorni. Terza posizione per Madagascar 3: Ricercati in Europa,
che con il milione raccolto negli ultimi tre giorni abbatte il
tetto dei 20 milioni complessivi. Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno
scende al quarto posto con 902.000 euro. La concorrenza con
Prometheus ha indubbiamente influito, ma il
film di Christopher Nolan conferma comunque un certo successo,
arrivando a ben 13,2 milioni, cifra mai raggiunta nel nostro Paese
da una pellicola dell’acclamato regista.
Che cosa aspettarsi quando si aspetta
apre in quinta posizione: la commedia della Universal ottiene
502.000 euro in più di 200 sale. Seguono pellicole in calo, come
The Bourne Legacy, che ha attirato
pochi spettatori rispetto al previsto: l’action raccoglie altri
399.000 euro e giunge a 1,3 milioni totali in dieci giorni.
L’horror Shark
3D scende al settimo posto con 305.000 euro, per
1,2 milioni complessivi.
Gli ultimi posti della top10 sono
occupati da pellicole presentate all’ultima Mostra del Cinema di
Venezia. Conclusasi da una settimana, la Mostra non ha contribuito
più di tanto a suscitare curiosità intorno a tali pellicole
distribuite in questi giorni per sfruttare il lancio veneziano.
Così Bella Addormentata scende all’ottavo
posto confermando il mezzo flop della scorsa settimana,
raccogliendo altri 230.000 euro per 862.000 euro complessivi.
E’ stato il figlio, altra pellicola
con Toni Servillo, incassa soltanto 218.000 euro in 112 sale,
mentre il Leone d’Oro Pietà di Kim Ki-duk chiude la top10
con una media comunque migliore, raccogliendo 134.000 euro in una
cinquantina di copie.
La studio Amethyst ha pubblicato
sul suo sito due brevi filmati in cui vengono mostrati alcuni
retroscena del nuovo film di Tim Burton. Nel primo, la produttrice
Allison Abbate mostra l’Unità 23 e il set del Dutch Day, che
apparirà alla fine del film;nel secondo, il diettore
dell’animazione Trey Thomas ci mostra il set della Festa del Paese
di New Holland. Un terzo tour è in attesa di pubblicazione.
Il pubblico nordamericano è
abbastanza legato alla tradizione ed alle storie, e questo sembra
riflettersi anche sui risultati settimanali del Box office dei film
più visti in sala. Una saga come quella di Resident
Evil, iniziatata esattamente 10 anni fa, una delle prime
pellicole ispirate ad un videogioco, ancora attira abbastanza
pubblico in sala da permettergli di ottenere la prima posizione in
classifica, l’ultimo capitolo, infatti, Resident Evil:
Retribution incassa 20 milioni di dollari scalzando
The possession dalla testa della
classifica. Segue un’altra nuova uscita, o per meglio dire una
vecchia conoscenza restaurata, che quindi avvalla la teoria
dell’attaccamento alle storie del pubblico americano:
Finding Nemo è infatti in seconda posizione con un
incasso di 17 milioni di dollari. Scende in terza posizione
The possession, che questa settimana incassa quasi
6 milioni di dollari portando il suo totale a 41, mentre il quarto
posto è occupato da Lawless, con un incasso
settimanale di 4 milioni di dollari per un totale di
30. ParaNorman, con un colpo di coda, risale
dal fondo alla metà della classifica, grazie ai tre milioni di
dollari incassati questa settimana, che porta il suo totale a 49
milioni. Oltre la metà, al sesto posto, troviamo The
expendables 2, ormai alla quinta settimana in sala e in
classifica con un incasso totale di 80 milioni di dollari e uno
settimanale di 3. In settima posizione scende The
words, un altro ruolo di scrittore irrisolto per Bradley
Cooper, che però dopo solo due settimane in sala, sembra aver
esaurito la fascinazione verso il pubblico: il film incassa quasi 3
milioni questa settimana, portando il totale solamente a
9. L’ottavo posto appartiene a The Bourne
legacy, che raggiunge con i quasi tre milioni incassati
questa settimana 108 milioni di dollari in totale, mentre il fondo
della classifica è occupato da The odd life of Timothy
Green in nona posizione con un incasso di due milioni di
dollari per un totale di 46 e chiude la classifica dei dieci film
più visti The campaign con un incasso totale di
quasi 83 milioni di dollari.
La prossima settimana usciranno: una
commedia da college con Emma Watson: The perks of being a
wallflower e l’atteso Dredd 3d,
rimaneggiamento del classico anni ’90 con Sylvester Stallone.
Ecco l’intervista a
Charlize Theron, protagonista dell’ultimo atteso
film di
Ridley Scott, Prometheus,
primo in classifica negli incassi del fine settimana appena
trascorso.
Oh, cercate di mettermi nei guai!
Penso si possa dire che si tratta di un film indipendente di
fantascienza di Ridley, fatto con il DNA di ALIEN. E’ la storia di
tutte quelle domande alle quali non abbiamo una risposta: Da dove
veniamo? E quello in cui crediamo ci protegge? Continuiamo a
crederci anche se abbiamo le prove del contrario?
Secondo te, quanto del DNA
di ALIEN c’è in PROMETHEUS?
Spetta alla gente trovare le
connessioni. Il bello è che non bisogna essere fan di ALIEN per
vedere questo film, e penso che tutti i fan coglieranno gli indizi.
Ma questo film ha veramente una storia tutta sua.
Sì, ne ho fatto uno solo in tutta
la mia carriera, AEON FLUX – IL FUTURO HA INIZIO. Ma adoro il
genere e credo che se si racconta una buona storia, ciò va oltre
qualsiasi genere specifico. Questo è quello che mi piace del lavoro
di Ridley Scott, perché è un regista che si fa guidare dalla storia
e dalle motivazioni delle persone, e si pone sempre domande
realistiche. Per me, questo è il cuore di una storia.
Ridley ha definito il
genere con ALIEN e BLADE RUNNER. Possiamo aspettarci lo stesso da
Prometheus?
Assolutamente. Lui è uno dei
migliori e, in passato, ha portato un modo di pensare molto
originale, e poi si trova a suo agio con questo genere. Penso che
il pubblico sarà molto soddisfatto di quello che ha fatto con
questo film. La storia è fantastica e si presta alle sue capacità.
Tutti quanti tenevamo al cuore della storia. Oggi, la tendenza dei
film di fantascienza con grandi budget è quella di costruire grandi
e spettacolari set, ma senza nulla da dire. Penso che la storia
debba guidare tutti questi grandi film di fantascienza.
Ridley è un regista molto
preciso, come è stato lavorare con lui?
E’ incredibile. Ho voluto fare
questo film proprio per questo, perché per me, come attrice, lui è
il tipo di regista che si cerca sempre di avere. Lui è veramente la
ragione che mi ha spinto a partecipare: è uno dei pochi grandi
registi con quali puoi solo immaginare come sarebbe lavorare. E lui
non ha fatto altro che superare quell’aspettativa. Riesce molto
bene a dirigere gli attori. Ama gli attori ed è in sintonia con
loro e con il loro lavoro. Ha un grande istinto e una gran voglia
di sperimentare, che è un gran pregio. Non c’è una sola via, ce ne
sono molte e lui le vuole intraprendere tutte.
Chi è Vickers?
Il mio personaggio lavora per la
Weyland Corporation, l’azienda che finanzia la missione. Per questo
motivo assume un ruolo aziendale che le impedisce di badare alla
sua sicurezza e a quella degli altri. All’inizio della storia, è
mossa dal potere che detiene in quanto dipendente dell’azienda, e
cerca di avere il controllo sulle azioni di tutto l’equipaggio. E’
molto enigmatica; le sue vere emozioni non sono ben chiare. Pensi
che agisca in base a direttive provenienti dall’azienda. Ma è un
film di Ridley Scott, c’è molto di più dietro all’aspetto iniziale.
Tutto è rivelato alla fine del film. Ed è una bella sorpresa.
Come si comporta
l’equipaggio nei suoi confronti?
Di certo non l’apprezzano, perché
loro sono lì per fare qualcosa di incredibilmente difficile e lei
non rende le cose più facili. Mette molti paletti e cerca di
frapporsi a questi scienziati che stanno cercando di scoprire
qualcosa di mai visto prima. E poi non ascolta nessuno. Non è lì
per fare amicizia. E’ un personaggio molto isolato.
Quanto hai riflettuto sui
temi del film durante le riprese?
Non penso di poterlo dire! Non
voglio svelare troppo. Tutti i personaggi del film arrivano ad una
certa consapevolezza una volta di fronte alla realtà e a ciò che
trovano. Tutti devono mettere in discussione le loro idee su chi
siamo e da dove veniamo, a prescindere dalle motivazioni religiose
o scientifiche. Tutti devono porsi delle domande alla fine del
film.
Nonostante manchino più di 3 mesi
all’uscita de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, oggi USA
Today ha rilasciato ben sei nuove foto del film di Peter
Jackson, con tanto di dichiarazione di Peter Jackson.
La Universal Pictures
ha rilasciato la sinossi ufficiale di 2 Guns, action-thriller
dell’islandese Baltasar Kormakur (Contraband) tratto dall’omonimo
fumetto di
Continuano le riprese di
Kick-Ass
2, sul set di Toronto, dove ha iniziato la lavorazione
anche Chloe Moretz. Oggi vi propiniamo le prime
immagini di Hit-Girl che sfreccia sulla sua moto. Le immagini sono
state rese note dalla fanpage dedicata
all’attrice.
E’ arrivata la conferma: Stan Lee
farà una comparsata in Thor: The
Dark World, sequel del Thor (2011) diretto da
Kenneth Branagh. Le riprese del film sono in
corso; il regista Alan Taylor, subentrato a Branagh, ha a sua
disposizione un cast di livello composto da Chris
Hemsworth (Thor), Tom Hiddleston (Loki),
Natalie Portman (Jane Foster), Anthony
Hopkins (Odino), Idris Elba (Heimdall),
Stellan Skarsgard (Erik Selvig) e
Christopher Eccleston (Malekith). E non
dimentichiamoci di Stan Lee! Non si sa bene in cosa consisterà il
cameo del 90enne monarca dell’universo Marvel, ma sarà senz’altro qualcosa
difficile da dimenticare.
“Non avete mai visto nulla di
simile! Non perdetelo per nessuna ragione!”
Con queste parole dell’elettrizzato
The Smiler ha descritto la sua apparizione in Thor: The
Dark World. Di che si tratterà? Dall’autunno 2013
avremo la possibilità di scoprirlo.
Il film MarvelThor: The
Dark World riporta sul grande schermo Thor, il potente
vendicatore, in lotta per salvare la Terra e i Nove Regni da un
oscuro nemico più antico dell’universo stesso. Dopo i film Marvel Thor e The Avengers, Thor
torna a combattere per riportare l’ordine tra i pianeti… ma
un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far
ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un nemico al quale
né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve intraprendere il
viaggio più pericoloso e introspettivo della sua vita, che lo
ricongiungerà con Jane Foster e lo costringerà a sacrificare tutto
per la salvezza dell’intero universo.
La Sony Pictures ha acquisito dalla
berlinese Razor Films tutti i diritti nordamericani per il film
saudida Wadjda; primo film girato interamente in Arabia Saudida,
nonché primo lungometraggio opera di una regista dell’enorme regno
arabo, Wadjda apre una breccia in un mondo chiuso, cristallizzato,
medievale. Wadjda è il nome della protagonista, una ragazzina che
malsopporta le regole della rigida società in cui vive;
intenzionata a trovare il denaro per una biciletta, la piccola
cerca con questo scopo di vincere una gara di recitazione di
versetti coranici…
Recentemente apprezzato al Festival di Venezia, Wadjda è stato
proiettato con successo anche al Telluride Film Festival. Sony e
Razor Films hanno già collaborato per Valzer con Bashir (2008),
capolavoro d’animazione firmato Ari Folman. Wadjda sarà nelle sale
nel 2013.
Tra le scene tagliate di The Avengers
ce n’è una in cui Steve Rogers, cioè Capitan America in borghese,
scopre che quasi tutti i suoi amici sono morti, eccezion fatta
per