Maschi contro
femmine regge in prima posizione, in un weekend
piuttosto ricco di novità. Queste ultime, tuttavia, esordiscono in
maniera alquanto deludente, con una sola eccezione.
In questo weekend era possibile
prevedere un cambiamento al vertice della classifica italiana dei
film più visti, soprattutto per via di due uscite piuttosto forti
(The Social Network e Ti presento un amico).
Invece, Maschi contro femmine mantiene la
pole per la terza settimama consecutiva: la commedia di Fausto
Brizzi ha raccolto 1,3 milioni di euro per un totale di 11,2
milioni. E’ la settima settimana consecutiva che una pellicola
italiana guadagna la prima posizione al box office.
Debutta al secondo posto la
commedia con Raul Bova: Ti presento un
amico ottiene infatti 814.000 euro, un risultato
decisamente modesto. Ma evidentemente il numero di commedie
italiane in circolazione è già piuttosto elevato…
Terzo posto per l’altra new entry
sconfitta: l’acclamato The Social Network
di David Fincher ottiene infatti soltanto 814.000 euro, una somma
deludente per un film molto atteso.
Scende al quarto posto
Benvenuti al Sud: la pellicola campione
di incassi ottiene altri 786.000 euro giungendo
all’incredibile quota di 27,7 milioni.
Seguono tre new entry. L’action
Unstoppable – Fuori
controllo debutta in quarta posizione con
553.000 euro, seguito da Devil, con solo
1000 euro di differenza. Stanno
tutti bene con Robert De Niro esordisce invece
con 543.000 euro.
Cattivissimo
Me scende in ottava posizione con altri 514.000
euro e sfiorando i 12 milioni complessivi, mentre Winx
Club 3D – Magica avventura raccoglie altri
369.000 euro per un totale di appena 2,7 milioni.
Chiude la top 10 Una vita tranquilla
(273.000 euro), flop con 856.000 euro.
Da segnalare l’ottima media
ottenuta da Noi credevamo, piazzatosi
quindicesimo. Il kolossal storico presentato all’ultima Mostra di
Venezia ha raccolto ben 127.000 euro in sole 29 sale.
Malgrado i pronostici errati di
questa settimana, non ci sono dubbi su chi vincerà il prossimo
weekend…
Il sito movieposter.com ha pubblicato il primo teaser poster di
Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, che come da tradizione
raffigura un teschio umano dall’aspetto decisamente piratesco.
Sono online tre nuove immagini di scream 4 Nella prima, vediamo
Neve Campbell armata di coltello, e poco dopo la
vediamo assieme a Mary McDonnell: le due cercano
di difendersi da un attacco di Ghostface.
Nonostante l’ultimo capito della
saga del maghetto più famoso del mondo sia stata girata e scritta
in due parti, oggi apprendiamo da David Heyman
(produttore) intervistato da Collider, che malgrado la
divisione in due film si sono resi necessari vari tagli al
montaggio finale di
Harry Potter e i Doni della Morte – parte 1.
In particolare, ecco due scene
eliminate dal film e che probabilmente saranno inserite nei
contenuti speciali dell’home video:
* Una scena presente nel libro,
girata per il film e poi tagliata: il momento in cui Dudley Dursley
stringe la mano a Harry. Heyman rivela che la scena era molto bella
(“Riassume uno dei messaggi più profondi di HP: che spesso le
persone sono diverse da come appaiono”), ma è stata tagliata perché
rallentava troppo la parte iniziale del film (“Era come se il film
iniziasse troppe volte”). Nel film vedremo la partenza dei Dursley,
ma senza questa stretta di mano tra i due ragazzi.
* Una scena che non è nel
libro, ma che era stata ideata per il film e poi è stata tagliata:
Harry e Ron danno la caccia a un coniglio. Ron è frustrato, e i
suoi rapporti con Harry iniziano a incrinarsi; gli sembra che Harry
non abbia un vero piano e stia trascinando lui e Hermione in
un’avventura pericolosa e inutile. Durante la battuta di caccia, i
due ragazzi discutono e quasi vengono alle mani.
Le prime immagini di Red Riding
Hood, nuovo film sulla favola di Capuccetto Rosso sono ora
disponibili anche nella ufficiale: ecco la protagonista
Amanda Seyfried con l’iconico cappuccio rosso!
E’ arrivata on line la versione
italiana del teaser di Kung Fu Panda: The Kaboom of Doom, sequel
del fortunato cartoon Disney, che negli USA arriverà a fine maggio
ma che noi vedremo probabilmente alla fine dell’estate.
Made in Dagenham, ecco il titolo
originale di We want sex, in uscita in Italia il 5
dicembre, e già accolto al Festival Internazionale del film di Roma da
scoscianti applausi. La storia racconta del primo sciopero al
femminile avvenuto da parte delle operaie della fabbrica Ford
proprio di Dagenham, e portato avanti dalla coraggiosa Rita
O’Grady, interpretata sullo schermo da Sally
Hawkins.
Le donne che si batterono per avere
pari stipendio e pari dignità lavorativa rispetto agli uomini,
paralizzarono la Ford inglese smettendo di fabbricare i
rivestimenti in pelle per i sedili delle automobili. Il regista
Nigel Cole gira con diligenza un film che si basa
fondamentalmente su una sceneggiatura brillante (di William
Ivory) e su un cast di donne eccezionali, a partire dalla
già citata Hawkins che è affiancata da
Andrea Riseborough, Jaime Winstone, Lorraine Stanley, Bob
Hoskins e Daniel Mays, senza dimenticare
tra gli altri una straordinaria Miranda Richardson
nel ruolo dell’energico Ministro Barbara Castle.
Il racconto, che si svolge sul filo
della commedia, strappando risate, sorrisi e ammiccamenti, riserva
un’anima di grandiosità, dovuto alla realtà che sullo schermo è
raccontata. Queste donne, sempre impeccabili nei loro abiti
economici ma puliti vivaci portano avanti la loro protesta
contro il sistema, e contro i mariti che si sentono abbandonati per
questo. Proprio questo contrasto tra la realtà e le cose come
dovrebbero essere genera la vera forza del film, la sua anima seria
e socialmente impegnata.
We want sex, il
film
Questo nucleo forte acquista valore
poiché è raccontato con toni leggeri, che solo in due occasioni si
incupiscono, ma che donano allo spettatore la godibilità di una
bella commedia che racconta una storia vera. Questo grande
equilibrio che preferisce ricercare il sorriso invece che la
lacrima non si sviluppa mai a scapito della grandissima dignità e
importanza della storia che mantiene sempre il primo posto davanti
allo spettatore.
Non ci si stanca di seguire le
vicende, si parteggia per le protagoniste e si esulta nel finale.
Un’esperienza coinvolgente e divertente che guarda con ironia alla
severità e alla durezza di quello che è stato, raccontandolo
fedelmente. Il titolo in italiano, We want sex, è
giustificato dalla scena in cui le nostre vanno a protestare
davanti al ministero a Londra e il Ministro legge su uno striscione
non completamente srotolato “We want sex
(equality)”, sorridendo tra sé e dicendo “Chi non ne vuole”(!).
Entertainment Weekly ha pubblicato
la prima immagine ufficiale di Red Riding Hood, il nuovo film della
regista di Twilight Catherine Hardwicke che reinventa in chiave
dark la fiaba di Cappuccetto Rosso.
A differenza di Una notte da leoni,
il suo sequel gode di grande attenzione già nella fase di ripresa,
consideando il successo ottenuto con il primo film, e quindi ora i
fotografi sono tutti concentrati sui set del film svelandoci un po’
di dettagli sulla trama.
Unstoppable – Fuori
controllo: a Fuller Yard a Wilikins,
Pennsylvania, la giornata inizia come sempre…insonnoliti, i
lavoratori delle ferrovie iniziano il loro turno. Tutto sembra
normale ma ad un tratto giunge la notizia che Fuller Yard dovrà
ospitare un gruppo di ragazzini della scuola elementare che si
dirige verso New York.
Natalie Portman, per la quale c’è
grande attesa con profumo di nomination in Black Swan, ha scritto
insieme alla vecchia compagna di college Laura Moses il soggetto di
una commedia dal titolo BYO, Bring Your Own.
La Working Title vuole
produrre un film su Mago Merlino. C’è infatti in programma di
sviluppare un soggetto che ha come protagonista la mitica figura
del mago che tutti o quasi ricorderanno come il simpatico
vecchietto del più classico dei film Disney La Spada nella
Roccia.
Il remake dell’omonimo
film esce in Italia. Il remake
di Stanno tutti bene, film del 1990 di
Giuseppe Tornatore, della cui storia si sono
innamorati il produttore Gianni Nunnari
(Shutter Island, The Departed) e il regista Kirk
Jones (Svegliati Ned) con Robert De Niro nella parte che fu di
Mastroianni, esce nelle sale questo weekend. Dell’originale
mantiene la storia che si sviluppa attorno ad un padre che cerca di
mantenere unita e forse un po’ sotto controllo, la sua
famiglia.
In Stanno tutti
bene Frank ha quattro figli, ha lavorato tutta la vita
ricoprendo cavi telefonici di pvc per garantire loro un’adeguata
educazione che gli permettesse di avere successo nella vita. Ora è
in pensione ed è diventato vedovo da poco, si ritrova con un nuovo
ruolo: quello di padre, una novità sia per lui che per i suoi
figli. Questi, sembrano avere assolto a tutte le aspettative
paterne, hanno tutti famiglia e/o carriera, e sembrano tutti essere
felici. Il dubbio che i legami con i suoi figli si stiano sfaldando
gli viene quando tutti e quattro non si presentano ad un barbecue
da lui organizzato nei minimi particolari.
Stanno tutti bene, il remake
Decide quindi di partire per andare
a fare una sorpresa e visitare ognuno di loro, e anche capire come
se la passano. I figli (interpretati da un cast notevole:
Drew Barrymore,
Sam Rockwell,
Kate Beckinsale) abitano in quattro punti diversi
degli Stati Uniti e quindi Frank si imbarcherà in un vero e proprio
viaggio on the road, visto che, non potendo prendere l’aereo per
questioni di salute, attraverserà la nazione in autobus, i mitici
Greyhound, in treno, alla fine scoprirà che forse i suoi figli non
sono stati esattamente sinceri con lui. Sono quindi due i temi che
vengono sviluppati da questo film: la famiglia, evidentemente, e il
sogno americano, che premia chi si impegna di più promettendogli di
avere o di far avere ai suoi figli un futuro migliore.
Ma questo secondo paradigma
scricchiola già dall’inizio, visto che Frank ha dedicato una vita
intera al suo lavoro, perdendo completamente la confidenza e il
rapporto con i propri figli, dei quali ha un’immagine ancora legata
all’infanzia, questo non gli permette di accettare che la vita li
abbia portati in un’altra direzione rispetto a quella che aveva
previsto e che, oltre che i successi, questi abbiano potuto anche
affrontare problemi o imprevisti. Oltretutto, l’esposizione per
diversi anni al PVC gli ha regalato una malattia ai polmoni, che lo
obbliga a prendere medicine ogni giorno.
Frank però è permeato da un innato
ottimismo, anche alimentato dal duro lavoro della moglie che ha
sempre un po’ modificato la realtà, facendogli credere che non ci
fossero problemi. E’una bella metafora il fatto che, nel momento in
cui Frank decide di partire, l’inquadratura insista su di lui che
controlla che la casa sia perfettamente chiusa, come ad assicurarsi
che la sua vita sia al riparo, lo è altrettanto un secondo momento,
che segna il momento di cambiamento del personaggio, che, preso
dallo sconforto telefona a casa sua, dove risponde la segreteria
con la voce della moglie defunta.
La base per il melodramma è quindi
molto forte, anche se il regista Kirk Jones, che
ha avuto altre esperienze con commedie surreali come
Svegliati Ned o il fantasy per bambini di
Nanny MacPhee, non vuole mai sbilanciarsi verso il
dramma vero, Stanno tutti bene sembra quindi un
po’ falsato da un finto ottimismo, come quello che si costringono
ad avere nonostante tutti gli eventi, i componenti della famiglia
di Frank e lui stesso. Sulle spalle di De Niro poggiano sia i
momenti comici, aiutato dalla solita perfetta tempistica del corpo
e dell’espressione, sia quelli tragici, quando finalmente a fine
viaggio si rende conto che non tutto è come si aspettava. L’intero
cast sembra bilanciato e affiatato forse perché, come rivela
Drew Barrymore, sono state fatte diverse letture
della sceneggiatura in cui tutti gli attori si sono ritrovati
insieme, sfruttando del tempo per creare sintonia.
Nell’insieme, una posizione un po’
più decisa sugli eventi drammatici che caratterizzano il film
avrebbe giovato alla storia; Frank ha due momenti in cui potrebbe
avere una rivelazione sulla realtà delle cose: nel momento in cui
non trova il primo figlio e poi quando viene assalito da un ragazzo
a cui aveva appena dato del denaro. Da questi due punti il
personaggio inizia a cambiare, potrebbe, forse avrebbe dovuto avere
un trauma, e da quello iniziare a ricostruire con la coscienza che
non tutto è perfetto, anzi, forse è l’imperfezione che rende
normale la vita. Il dramma vero viene però sempre represso, un po’
come si fa in famiglia per far finta che tutti stiano bene.
Ieri sera a Londra c’è stata la
proiezione in Premiere di Harry Potter e i Doni della Morte: Parte
I. I nostri eroi, Daniel Radcliffe, Rupert Grint e la bellissima
Emma Watson, hanno sfilato sul red carpet come delle vere star,
facendo andare in delirio la folla di fans accorsi a vederli.
Intanto, in film ha ricevuto le
prime recensioni, non troppo entusiaste:
Total War scrive: “Il problema è:
non c’è Hogwarts, non c’è struttura […] Emma Watson, come sempre, è
la star: vivace, spontanea e mai eccessiva. La sua superiorità
rende spiacevolmente “matriarcali” le scene con il trio: come se
Hermione facesse da madre a due teenager goffi.”
Reuter continua: “Diverso da tutti
i film precedenti, e quindi sconcertante. I veri fuochi d’artificio
arriveranno con il gran finale di luglio. La principale
preoccupazione sembra essere quella di seguire il libro più
fedelmente possibile, obbligando i tre giovani attori a reggere il
film da soli, senza il sostegno dei personaggi secondari. La parte
più coinvolgente è quella in cui i ragazzi vanno al Ministero.”
Il Daily Mail è brve e conciso: “Un
titolo migliore per il film sarebbe stato: “Hermione si mette al
volante”. E’ lei a portare avanti il film, ipnotica con il suo
carattere tranquillo, metodico e pragmatico. E’ piena di grinta.
[…] Il film dura 146 minuti: non è il più lungo della serie, ma
sono certo che un incantesimo avrebbe potuto farne sparire almeno
venti minuti. […] Nagini darà gli incubi a tutti i bambini e anche
a parecchi adulti. “
Ma nonostante queste recensioni, il
film in Italia resta attesissimo e intanto ci guardiamo i nostri
sul red, in splendida forma! A quanto pare anche sul red carpet la
vera protagonista di quel film è la splendida Emma che ruba la
scena con classe ai due amici.
Ieri sera a Londra c’è stata la
proiezione in Premiere di
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1. I nostri
eroi, Daniel Radcliffe, Rupert Grint e la
bellissima Emma Watson, hanno sfilato sul red
carpet come delle vere star, facendo andare in delirio la folla di
fans accorsi a vederli.
Intanto, in film ha ricevuto le
prime recensioni, non troppo entusiaste:
Total War scrive: “Il problema
è: non c’è Hogwarts, non c’è struttura […] Emma Watson, come
sempre, è la star: vivace, spontanea e mai eccessiva. La sua
superiorità rende spiacevolmente “matriarcali” le scene con il
trio: come se Hermione facesse da madre a due teenager
goffi.”
Reuter continua: “Diverso da
tutti i film precedenti, e quindi sconcertante. I veri fuochi
d’artificio arriveranno con il gran finale di luglio. La principale
preoccupazione sembra essere quella di seguire il libro più
fedelmente possibile, obbligando i tre giovani attori a reggere il
film da soli, senza il sostegno dei personaggi secondari. La parte
più coinvolgente è quella in cui i ragazzi vanno al
Ministero.”
Il Daily Mail è breve e conciso:
“Un titolo migliore per il film sarebbe stato: “Hermione si
mette al volante”. E’ lei a portare avanti il film, ipnotica con il
suo carattere tranquillo, metodico e pragmatico. E’ piena di
grinta. […] Il film dura 146 minuti: non è il più lungo della
serie, ma sono certo che un incantesimo avrebbe potuto farne
sparire almeno venti minuti. […] Nagini darà gli incubi a tutti i
bambini e anche a parecchi adulti. “
Ma nonostante queste recensioni, il
film in Italia resta attesissimo e intanto ci guardiamo i nostri
sul red, in splendida forma!
A
quanto pare anche sul red carpet la vera protagonista di quel film
è la splendida Emma che ruba la scena con classe ai due amici.
Sei attrici in lizza per due ruoli femminili in The Dark
Knight Rises. Tra loro anche Blake Lively, Keira Knightley, Natalie
Portman e Anne Hathaway.
Secondo quanto sostiene Deadline al
momento sono sei le attrici in shortlist per partecipare alle
riprese di The Dark Knight Rises, il terzo film di Batman diretto
da Christopher Nolan il cui casting è attualmente in corso. Il sito
elenca Anne Hathaway, Keira Knightley, Blake Lively, Natalie
Portman, Naomi Watts e Rachel Weisz in lizza per quelli che
dovrebbero essere due ruoli: la protagonista femminile, che avrà un
legame sentimentale con Bruce Wayne, e una villain.
Nel cast del film, oltre a Christian Bale,
Michael Caine, Morgan Freeman e
Gary Oldman anche Tom Hardy.
Sei attrici in lizza per due ruoli femminili in The Dark
Knight Rises. Tra loro anche Blake Lively, Keira Knightley, Natalie
Portman e Anne Hathaway.
Secondo quanto sostiene Deadline al momento sono sei le attrici
in shortlist per partecipare alle riprese di The Dark Knight Rises,
il terzo film di Batman diretto da Christopher Nolan il cui casting
è attualmente in corso. Il sito elenca Anne Hathaway, Keira
Knightley, Blake Lively, Natalie Portman, Naomi Watts e Rachel
Weisz in lizza per quelli che dovrebbero essere due ruoli: la
protagonista femminile, che avrà un legame sentimentale con Bruce
Wayne, e una villain.
Nel cast del film, oltre a Christian Bale,
Michael Caine, Morgan Freeman e
Gary Oldman anche Tom Hardy.
Il regista Wes Anderson sta
mettendo insieme un cast d’eccezione per il suo prossimo film,
intitolato Moon Rise Kingdom: Bruce Willis, Edward Norton, Tilda
Swinton e Bill Murray sono in trattative
ANTEPRIMA ROMANZO CRIMINALE LA
SERIE 2 – “Nun semo piu’ regazzini, nun semo regazzini gia’ da un
pezzo”: ammetteva il Libanese (Francesco Montanari) in Romanzo
Criminale La Serie 1. Ora il Libanese è morto. Il Re di Roma è
passato a miglior vita. Tre colpi al petto e l’ultimo in fronte,
così si era conclusa l’ultima puntata.
John Williams non tornerà nella
saga di Harry Potter nemmeno per la seconda parte del settimo film.
Nel giorno della première di Harry Potter e i Doni della Morte:
parte I, Alexandre Desplat conferma in un’intervista che tornerà a
comporre le musiche anche per la Parte II. Intanto tutta Londra è
in femento per la premiere di stasera che vedrà i nostri
protagonisti sfilare per la penultima volta sul tappeto rosso.
Non capita spesso che una grossa
produzione hollywoodiana arrivi prima in Italia che negli Stati
Uniti, ma ormai la Universal ci ha abituati a vedere i film dei
Marvel Studios qualche giorno prima degli
americani, vedi Spiderman 3, con tanto di anteprima con galà a
Roma.
Ecco a voi il nuovo film di
Tony Scott: il re dei blockbuster, (fratello del
più famoso Ridley Scott), maestro nel creare cult movie come
Allarme rosso, Man on Fire – Il fuoco
della vendetta, Una vita al massimo e
Top Gun; film che combinano l’azione scenica ai
drammi dei personaggi. Il suo ultimo lavoro, Unstoppable –
fuori controllo, è l’ennesimo capitolo di questa
tradizione. Ispirato a eventi reali, il film racconta la storia di
un veterano macchinista ferroviario Frank Barnes (Denzel
Washington) e un giovane capo treno Will Colson
(Chris
Pine) che in un qualsiasi giorno di lavoro si
ritrovano, a loro insaputa, faccia a faccia con un treno
letteralmente fuori controllo e, ispirati dal solito spirito
patriottico americano, iniziano una corsa contro il tempo per
fermarlo ed evitare il disastro di un’area della Pennsylvania
densamente popolata.
Unstoppable – fuori controllo, il film
In Unstoppable – fuori
controllo tutto accade a causa di un addetto della
ferrovia (Ethan Suplee) il quale in maniera superficiale e
sbrigativa tenta di trasferite il treno 777 in un altro binario, e
abbandona la cabina di pilotaggio, così il treno di 39 vagoni, che
contengono migliaia di litri di carburante e materiale tossico,
parte ad alta velocità verso località abitate. Nel frattempo
l’eccezionale Connie Hooper (Rosario
Dawson) cerca di manovrare la situazione dal suo
ufficio con l’aiuto dei suoi assistenti e di uno strano
personaggio, esperto della sicurezza ferroviaria, scavalcando le
suoi dirigenti più anziani e uomini con coraggio e
determinazione.
Il regista Tony
Scott ammette che questo progetto è stato il più duro
della sua carriera, sia a livello fisico, che psicologico.
Innanzitutto si riferisce al tentativo, per certi versi riuscito,
di dare attendibilità alla pellicola. Scott ha evitato quasi
completamente l’utilizzo del CGI, optando invece per un’azione
realistica e puntando sull’abilità di alcuni dei migliori stuntmen
in circolazione, capaci di saltare da un camion su un treno in
movimento. Inoltre si nota la presenza di tanti elicotteri in
diverse scene, due dei quali avevano delle cineprese che non
smettevano di girare. Questo tipo di riprese fisse su un treno
vero, permettono al pubblico di avvertire le sensazioni dei
personaggi. Presenti anche le camera car e quelle su
motociclette della Pursuit System Porsche Cayenne.
Tutta l’attenzione è dunque
concentrata sul treno 777 che ruba letteralmente la scena ai famosi
protagonisti. L’altra difficoltà era il tentativo (meno riuscito)
di rendere interessante e non scontata e banale la storia dei due
protagonisti Frank e Will. I due personaggi percorrono un cammino
all’interno di quel treno, si conoscono ed evolvono insieme. Frank
è fin da subito scontroso e sospettoso nei confronti del giovane
Will il quale incarna la nuova generazione che sta soppiantando
quella vecchia.
Tra l’altro Will è un raccomandato,
appartenente a una famiglia potente all’interno delle ferrovie, si
spiega quindi la diffidenza del più anziano. È Frank che decide di
provare ad arrestare la belva 777, perché attraverso la sua
pluriennale esperienza, sa in anticipo che il tentativo del
deragliamento non servirà a niente. E Will che inizialmente era
irritato dalle correzioni e dagli ordini del collega, decide di
seguirlo e fidarsi di lui, in questo modo si uniscono e, combinando
insieme innovazione ed esperienza salvano la popolazione, le
ferrovie e diventano i nuovi eroi dello stato della Pennsylvania.
Così afferma lo stesso Chris Pine: “Will pensa di sapere tutto, ma
scopriamo che si sbaglia, mentre Frank ha ragione su tutta la
linea.
Così, scopre che la vecchia guardia
– o le ‘teste bianche’ come si definiscono i vecchi ferrovieri – sa
molte cose, e quindi è portato a rispettare Frank e quello che lui
rappresenta”. Confronto che è avvenuto anche a livello attoriale
tra i due protagonisti, Washington ha sostenuto e aiutato il
giovane Pine, (diventato famoso dal film del 2009
Star Trek di J. J. Abram) a curare
nei dettagli la sua prova recitativa. Un’eroica impresa è quindi
quella raccontata dal regista Tony Scott, che però
ricorda tanto di quel cinema americano ormai visto e rivisto, dove
uno o più uomini di bassa provenienza, salvano uno stato dalla
tragedia. C’è da dire però che Scott sa il fatto suo, riesce a
mantenere alta la tensione e l’adrenalina anche in chi, come me,
non ama i film di azione e li vede sempre in modo scettico. Merito
particolare va a Denzel Washington e a
Rosario Dawson che hanno dimostrato, (nel caso di
Washington ha confermato), ottime capacità attoriali.