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Pete’s Dragon: nuova foto di Elliott in attesa del secondo trailer

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Arriverà nei prossimi giorni il nuovo trailer di Pete’s Dragon, remake Disney di Elliott il Drago Invisibile. Intato però Empire ha diffuso una suggestiva immagine del piccolo protagonista, Pete, in compagnia dell’enorme drago verde.

Potete vederla nella nostra gallery:

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Nel cast del film l’attrice Bryce Dallas Howard, che interpreta Grace, un ranger del parco che scopre l’esistenza di Elliott. L’attore Oakes Fegley invece è Pete. Wes Bentley è Jack proprietario del mulino locale. Karl Urban è invece il fratello di Jack, Gavin. Oona Laurence è Natalie la ragazza che farà amicizia con Pete. Il premio Oscar Robert Redford è invece il padre di Grace.

Pete’s Dragon pElliott il drago invisibile è un film del 1977 diretto da Don Chaffey e prodotto dalla Disney tramite tecnica mista (il drago Elliott). Il film narra delle avventure di un ragazzino – Peter – che si svolgono in un piccolo villaggio del Maine all’inizio del XX secolo insieme al suo amico Elliott, un drago in grado di diventare invisibile; particolarità questa che porta Peter ad avere guai con la popolazione locale.

Peter è un orfanello che la famiglia Gogan sfrutta ignominiosamente, dopo averlo acquistato come un oggetto per pochi soldi. Ma il ragazzino ha un protettore: Elliott, un drago verde che a volte si manifesta anche di fronte agli estranei. Un giorno, spalleggiato dal gigantesco amico, Peter evade le ricerche dei Gogan e raggiunge il villaggio marinaro di Passamaquody dove, per colpa di qualche maldestro intervento di Elliott, viene accolto in modo malevolo. Trova ospitalità presso il faro di Lampada, il custode ubriacone, e fa amicizia con Nora. Assistito da Gnocco, giunge al villaggio anche il dr. Terminus, un imbroglione che, resosi conto della situazione, tenta un duplice colpo: riconsegnare Peter ai Gogan e impadronirsi di Elliott per sfruttarne le membra nella confezione di medicamenti costosi e miracolosi.

Pete’s Dragon arriverà al cinema il 12 agosto 2016.

Pete’s Dragon: il primo motion poster del remake Disney

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Pete’s Dragon: il primo motion poster del remake Disney

Ecco il primo motion poster di Pete’s Dragon, remake di Elliot, il Drago Invisibile con gli effetti visivi della WETA Digital, diffuso dalla Disney alla vigilia dell’uscita del primo trailer del film.

Il film arriva a 40 anni dall’originale. Ecco il poster:

https://www.youtube.com/watch?v=NBqAwAJqess

Nel cast del film l’attrice Bryce Dallas Howard, che interpreta Grace, un ranger del parco che scopre l’esistenza di Elliott. L’attore Oakes Fegley invece è Pete. Wes Bentley è Jack proprietario del mulino locale. Karl Urban è invece il fratello di Jack, Gavin. Oona Laurence è Natalie la ragazza che farà amicizia con Pete. Il premio Oscar Robert Redford è invece il padre di Grace.

Pete’s DragonElliott il drago invisibile è un film del 1977 diretto da Don Chaffey e prodotto dalla Disney tramite tecnica mista (il drago Elliott). Il film narra delle avventure di un ragazzino – Peter – che si svolgono in un piccolo villaggio del Maine all’inizio del XX secolo insieme al suo amico Elliott, un drago in grado di diventare invisibile; particolarità questa che porta Peter ad avere guai con la popolazione locale.

Peter è un orfanello che la famiglia Gogan sfrutta ignominiosamente, dopo averlo acquistato come un oggetto per pochi soldi. Ma il ragazzino ha un protettore: Elliott, un drago verde che a volte si manifesta anche di fronte agli estranei. Un giorno, spalleggiato dal gigantesco amico, Peter evade le ricerche dei Gogan e raggiunge il villaggio marinaro di Passamaquody dove, per colpa di qualche maldestro intervento di Elliott, viene accolto in modo malevolo. Trova ospitalità presso il faro di Lampada, il custode ubriacone, e fa amicizia con Nora. Assistito da Gnocco, giunge al villaggio anche il dr. Terminus, un imbroglione che, resosi conto della situazione, tenta un duplice colpo: riconsegnare Peter ai Gogan e impadronirsi di Elliott per sfruttarne le membra nella confezione di medicamenti costosi e miracolosi.

Pete’s Dragon arriverà al cinema il 12 agosto 2016. Di seguito il primo poster del film:

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Pete’s Dragon: ecco la prima foto del drago del live action Disney

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Ecco la nuova immagine da Pete’s Dragon, il remake Disney in live action di Elliott il Drago Invisibile, classico per ragazzi del 1977. Nell’immagine potete vedere per la prima volta il nuovo drago:

GUARDA IL TEASER TRAILER

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Nel cast del film l’attrice Bryce Dallas Howard, che interpreta Grace, un ranger del parco che scopre l’esistenza di Elliott. L’attore Oakes Fegley invece è Pete. Wes Bentley è Jack proprietario del mulino locale. Karl Urban è invece il fratello di Jack, Gavin. Oona Laurence è Natalie la ragazza che farà amicizia con Pete. Il premio Oscar Robert Redford è invece il padre di Grace.

Pete’s Dragon pElliott il drago invisibile è un film del 1977 diretto da Don Chaffey e prodotto dalla Disney tramite tecnica mista (il drago Elliott). Il film narra delle avventure di un ragazzino – Peter – che si svolgono in un piccolo villaggio del Maine all’inizio del XX secolo insieme al suo amico Elliott, un drago in grado di diventare invisibile; particolarità questa che porta Peter ad avere guai con la popolazione locale.

Peter è un orfanello che la famiglia Gogan sfrutta ignominiosamente, dopo averlo acquistato come un oggetto per pochi soldi. Ma il ragazzino ha un protettore: Elliott, un drago verde che a volte si manifesta anche di fronte agli estranei. Un giorno, spalleggiato dal gigantesco amico, Peter evade le ricerche dei Gogan e raggiunge il villaggio marinaro di Passamaquody dove, per colpa di qualche maldestro intervento di Elliott, viene accolto in modo malevolo. Trova ospitalità presso il faro di Lampada, il custode ubriacone, e fa amicizia con Nora. Assistito da Gnocco, giunge al villaggio anche il dr. Terminus, un imbroglione che, resosi conto della situazione, tenta un duplice colpo: riconsegnare Peter ai Gogan e impadronirsi di Elliott per sfruttarne le membra nella confezione di medicamenti costosi e miracolosi.

Pete’s Dragon arriverà al cinema il 12 agosto 2016.

Peterloo: recensione del film di Mike Leigh

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Peterloo: recensione del film di Mike Leigh

Torna in Concorso alla Mostra di Venezia 75 Mike Leigh, che 15 anni fa conquistò il Leone d’Oro con Il segreto di Vera Drake. Questa volta il regista settantacinquenne sceglie una sanguinosa pagina della storia inglese, il massacro di Manchester, evento poco noto ma decisivo per il percorso della democrazia del Regno Unito.

La trama di Peterloo

I fatti: il 16 agosto 1819 a St. Peter’s Field si svolse un raduno pacifico, a favore della democrazia, che promuoveva il suffragio universale e la rappresentanza politica diretta. Questa pacifica assemblea si tramutò in una strage con decine di morti e centinaia di feriti a causa della decisione dei magistrati locali di far intervenire la guardia nazionale a cavallo, a sciabole sguainate. La decisione scellerata venne presa a seguito del clima di fermento e timore, da parte dei nobili inglese, generato dalla recente Rivoluzione Francese. L’esito fu un massacro, appunto, che generò un’ondata di proteste in tutto il Paese.

Leigh si pone come obbiettivo ambizioso quello di raccontare non solo la strage ma tutto ciò che venne prima, descrivendo con minuzia la situazione sociale, quella dei lavoratori nelle fabbriche, delle donne senza il diritto di voto, dei giovani di ritorno dalle guerre napoleoniche. L’eco di Waterloo non si era ancora spento, e la strage a St. Peter’s Field divenne presto “il massacro di Peterloo” per i giornali dell’epoca. Per costruire il suo affresco storico, il regista scende nei minimi dettagli della ricostruzione storica, dando voce a tutti. Dalla casalinga stanca, al bimbo cencioso, agli operai ridotti alla fame, ai nobili, i magistrati, al re matto e persino alla sua cortigiana. Tutti in Peterloo trovano spazio, parola, inserendosi in un disegno dettagliatissimo.

Peterloo si fa quindi costantemente dialogo tra opposti, tra gli illuminati eredi della Francia rivoluzionaria, ai conservatori al potere, tra gli oratori che infiammavano i cuori degli affamati senza armare le loro mani, ai privilegiati che non esitavano a delegare la violenza alle loro “braccia”.

A pagare le spese di questa coralità così strutturata e dettagliata è il ritmo del film, che si dilata e appesantisce l’affresco storico. Dopotutto non c’era altro modo di raccontare la stessa vicenda, dal momento che l’azione del film culmina negli ultimi 30 minuti, con un saggio di grande perizia tecnica di Leigh, nella regia del caotico e impari scontro.

Peterloo: il trailer del film di Mike Leigh

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Peterloo: il trailer del film di Mike Leigh

Ecco il trailer di Peterloo, il nuovo film di Mike Leigh, che arriverà al cinema il prossimo 21 marzo. Il regista ha presentato il film in anteprima mondiale a Venezia 75.

Un ritratto epico degli eventi legati ai fatti di Peterloo, quando nel 1819 un pacifico raduno pro-democrazia riunitosi presso St Peter’s Fields a Manchester si trasforma in uno degli episodi più sanguinosi e tristemente noti della storia britannica. Una folla di oltre 60.000 persone radunate per richiedere riforme politiche e per protestare contro i crescenti livelli di povertà viene attaccata dalle forze governative. Molti manifestanti furono uccisi e centinaia rimasero feriti, dando vita a proteste in tutta la nazione, ma anche a nuove repressioni da parte del governo. I fatti di Peterloo rappresentano un momento fondamentale nella definizione della democrazia britannica e hanno giocato un ruolo importante anche nella fondazione del quotidiano “The Guardian”.

Venezia 75: Peterloo, recensione del film di Mike Leigh

Peter Weir sulla via del ritorno: The Way Back

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Grazie a lui il cinema possiede qualche capolavoro in più. A distanza di anni ci regala nuove avventure e nuove storie di esseri umani alla ricerca di se stessi, ed ora a nove anni dalla sua ultima visita alle sale cinematografiche torna con un’avventura struggente e crudele, tratta da una storia vera. Stiamo parlando di Peter Weir e del suo ultimo film The Way Back, in arrivo qui in Italia il prossimo 6 luglio, anche se il film è stato prodotto nel 2010.

Peter Weir riceverà il Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81

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Peter Weir riceverà il Leone d’Oro alla carriera a Venezia 81

Il Festival del Cinema di Venezia onorerà il regista e sceneggiatore australiano Peter Weir – i cui lavori comprendono L’Attimo Fuggente, The Truman Show e Master and Commander: Sfida ai confini del mare – con il Leone d’Oro 2024 alla carriera.

“Con un totale di soli tredici film diretti nel corso di quarant’anni, Peter Weir si è assicurato un posto nel firmamento dei grandi registi del cinema moderno”, ha dichiarato il direttore artistico di Venezia Alberto Barbera e aggiunge che Weir si è affermato alla fine degli anni ’70 come protagonista della rinascita del cinema australiano grazie a due film: Le auto che mangiarono Parigi (1974) e il classico cult Picnic at Hang Rock ( 1975). Il successo internazionale dei due film successivi, “Gallipoli” e “Un anno vissuto pericolosamente”, ha poi “aperto le porte di Hollywood”. “Weir unisce riflessioni su temi personali e necessità di raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile”, ha continuato Barbera.

Ha inoltre osservato che “Weir ha rafforzato il proprio ruolo nell’establishment di Hollywood, pur mantenendo le distanze dall’industria cinematografica americana. “Witness”, “Mosquito Coast”, “Dead Poet Society”, “Fearless”, “The Truman Show” e “Master and Commander” sono le tappe principali di una carriera artistica che ha conservato la sua integrità di fondo nel profondo del successo commerciale dei film che ha realizzato”, ha concluso il dirigente di Venezia.

L’Attimo FuggenteThe Truman Show sono stati presentati in anteprima mondiale a Venezia. Weir ha commentato: “La Mostra del Cinema di Venezia e il suo Leone d’Oro fanno parte del folklore del nostro mestiere. Essere scelto come destinatario del lavoro di una vita come regista è un onore considerevole”. L’81a edizione di Venezia si svolgerà dal 28 agosto al 28 settembre 7.

Peter Weir e l’eterna lotta umana per la libertà

Peter Weir e l’eterna lotta umana per la libertà

Peter Weir – È uno dei registi australiani più noti al mondo. In patria, negli anni ’70 ha lasciato la sua impronta inconfondibile nel cinema, inaugurando un nuovo corso. Ma presto si è fatto apprezzare anche a livello internazionale, arrivando a conquistare Hollywood con capolavori come L’attimo fuggente  e The Truman Show.

Ama la natura, gli spazi sconfinati e il fascino misterioso che  da essi promana, e spesso costringe i protagonisti dei suoi film a confrontarvisi. Ama le sfide – come quella di sperimentare generi cinematografici diversi – e allo stesso modo, ama mostrarci personaggi alle prese con sfide apparentemente impossibili: intrappolati in universi asfittici, claustrofobici, a volte realistici, altre fantastici ma sempre perfettamente funzionanti nei loro meccanismi perversi e costrittivi, i suoi protagonisti non riescono ad essere e ad esprimere sé stessi e lottano per uscirne e vivere finalmente liberi.

La sua ultima fatica risale al 2003 ed è per questo che c’è molta attesa per il suo nuovo The way back nelle sale italiane dal prossimo giugno, che, guarda caso, è proprio un’epopea di fuga dalla prigionia attraverso spazi immensi, in condizioni ostili.

Peter Weir nasce in Australia nell’agosto del 1944. Mostra subito interesse per l’arte, che studia all’università di Sidney assieme a legge. Si avvicina al mondo dello spettacolo partendo dalla tv, a metà anni ’60, facendo l’assistente di produzione alla tv australiana ATN-7 per una commedia satirica: The Mavis Bramston Show. Presto si dedica anche all’attività di documentarista, con cui è più libero di sperimentare e trattare temi a lui cari. Aderisce così alla Commonwealth Film Unit, producendo nel decennio ’60 una serie di documentari cui deve la sua prima notorietà in patria. Di particolare rilievo quello che ritrae la vita nei sobborghi della sua città, Sidney.

Il primo vero progetto indipendente, dopo l’abbandono del CFU, è il cortometraggio Homesdale, del 1971: una commedia nera in cui Weir compare anche come attore in un piccolo ruolo. Quattro anni dopo, è la volta del suo primo lungometraggio: Le macchine che distrussero Parigi, un horror ambientato in una piccola cittadina del deserto australiano (la Parigi del titolo): un universo parallelo in cui la gente, coadiuvata da automobili modificate all’inverosimile, provoca incidenti stradali sui quali poi lucra più che può per risollevare la propria economia.  Il protagonista del film, Arthur/Terry Camilleri, e suo fratello ci passano per caso, ma vi rimangono intrappolati. Il film diventa presto un cult tra gli appassionati del genere.

Finora, nonostante un discreto successo nel circuito cinematografico underground, Weir non sembra attirare l’attenzione della critica. Ma questa non potrà non notare e apprezzare il suo drammatico Picnic a Hanging Rock, che vede la luce in quello stesso ’75. Qui, l’universo costrittivo non è affatto di fantasia, ma è quello della società vittoriana del 1900 australiano. È contro la sua rigidità, il suo moralismo e la sua ipocrisia che il regista concentra la propria critica. Ad essere immerse in questo ambiente e a farne le spese sono un gruppo di giovani collegiali, tre delle quali scompaiono però misteriosamente durante una gita scolastica a Hanging Rock, richiamate da quella natura selvaggia e misteriosa che considerano forse sinonimo di libertà. La pellicola, tratta da un romanzo di Joan Lindsay, colpisce per la molteplicità di questioni che sa affrontare, per la sua estrema raffinatezza e per il fascino che promana dalla natura stessa, che qui il regista rende protagonista, assieme alla bellezza e all’innocenza delle tre ragazze. Il film fa parlare molto di sé e ottiene un notevole successo di critica in patria, tanto da essere considerata un’opera fondamentale, che dà il via alla New Wave del cinema australiano.

Gli anni Ottanta vedono l’eclettico Weir pronto ad affacciarsi sul panorama internazionale e a prendere parte a produzioni americane. Lo farà stupendoci sempre, per la sua capacità di puntare su attori non ancora arrivati all’apice del successo, ma che riusciranno a raggiungerlo anche grazie a lui, oppure, su nomi già noti, ma che metterà alla prova facendoli recitare “fuori ruolo”. Vincerà sempre la sua scommessa, ottenendo spesso da loro le migliori interpretazioni delle rispettive carriere. Inizia nell’ ‘81 con Mel Gibson, interprete principale ne Gli anni spezzati, lungometraggio sull’insensatezza della guerra e la forza dell’amicizia, al suono dell’Adagio di Albinoni (ma anche  di Bizet, Strauss e Paganini e tra i contemporanei, di Brian May e Jean Michel Jarre). Il film, che farà dell’attore una vera star, è oggi considerato un classico del cinema australiano. Due anni dopo Weir scommette ancora su Gibson, stavolta in accoppiata con un’altra attrice già nota, ma non ancora all’apice del successo: Sigourney Weaver. I due sono efficaci protagonisti di Un anno vissuto pericolosamente, pellicola che racconta le vicende di un giornalista inviato nell’Indonesia di Sukarno. Un’altra intuizione di Weir è quella di far interpretare la parte maschile del fotoreporter Billy Kwan all’attrice Linda Hunt, che ottiene così l’Oscar come miglior interprete non protagonista.

Nel 1985 ha inizio la stagione propriamente americana della cinematografia di Weir. Sbarca infatti ad Hollywood reclutando Harrison Ford, già famosissimo per aver interpretato Indiana Jones e Guerre Stellari. Lo vuole per ben due film, ma, come suo costume, non per vestire panni simili ai precedenti, bensì per fargli indossare quelli del dramma. Così sarà in Witness – Il testimone, che gli vale la prima nomination all’Oscar della sua carriera registica. Ford stupisce e convince nel ruolo del poliziotto braccato da colleghi corrotti, che trova riparo in un villaggio Amish e vuole proteggere un bambino testimone di un omicidio. Guadagna così la sua unica nomination da parte dell’Academy. Qui ritroviamo il tema della fuga e dell’ambivalenza dell’ambiente in cui il protagonista si rifugia: un posto sicuro, ma che può diventare a sua volta una prigione. La pellicola alla fine riceverà due statuette per la miglior sceneggiatura e il miglior montaggio. La coppia artistica Weir-Ford tenta il bis l’anno dopo con  Mosquito Coast. Il regista mette l’attore alle prese con la ricerca della propria realizzazione, che lo spinge con la famiglia lontano dagli Usa verso l’America Centrale. Qui crea un equilibrio che sembra perfetto, finché qualcuno non arriva a turbarlo. Ford si cimenta ancora con successo in un ruolo complesso, dimostrando doti da attore completo. A questo punto, il nome del nostro regista australiano risuona ormai anche negli Usa.

A dargli la grande fama, tuttavia, saranno due pellicole che dirigerà successivamente. Il 1989, infatti, è l’anno de L’attimo fuggente. Ed eccoci a un’altra delle scommesse di Weir in fatto di attori. Per il ruolo assai impegnativo del professore anticonformista John Keating, protagonista di questa pellicola, il regista australiano sceglie infatti Robin Williams, fino ad allora noto per il suo talento comico. La scommessa è ancora una volta vinta, perché Williams dà corpo in maniera assai intensa al personaggio affidatogli. Siamo in un contesto simile a quello già visto per Picnic a Hanging Rock: un’istituzione scolastica e una società costrittivi educano i ragazzi al rispetto di rigidi quanto spesso vuoti codici, anziché spingerli verso la consapevolezza di sé e dare loro possibilità espressive. Qui però, non siamo agli inizi del secolo scorso, ma negli anni ’50 e ad aprire le menti dei ragazzi, instillandovi idee di libertà è appunto il professor Keating, chiamato a insegnare lettere in un austero collegio, in cui porterà contenuti e metodi non convenzionali.

Un racconto di formazione e un inno alla libertà, autenticamente sentito da regista e cast, che coinvolge lo spettatore. Il film ottiene dall’Academy hollywoodiana diverse nomination, tra cui quella a Weir per la migliore regia, ma vince “solo” il premio per la miglior sceneggiatura di Tom Shulman. Mette però d’accordo critica e pubblico. Piace particolarmente nel nostro paese, che gli tributa due importanti riconoscimenti: il David di Donatello e il Nastro d’Argento  come miglior film straniero. Ancora oggi è considerato uno dei più grandi successi del cineasta australiano.

Dopo le commedie oscure, i film drammatici e d’avventura, nel ’93 Weir spiazza tutti con una virata in terreno romantico. È infatti questa la natura della commedia che vede protagonista un’altra “strana coppia” creata dall’intuito del regista: il divo del cinema francese Gérard Depardieu e l’americana Andie MacDowell. Insieme danno vita a Green card, che pur senza eccessivi colpi di genio, si rivela piacevole.

Il 1998 è invece l’anno di un altro vero capolavoro di Weir, forse il più geniale della sua carriera registica: The Truman Show. Qui, opera una costruzione di fantasia, ma ci rimanda alla realtà per mettere a nudo con la satira le contraddizioni e l’aspetto fagocitante di una società come quella attuale, dominata dallo strapotere dei media, che sono parte integrante delle nostre vite. Lo fa attraverso le vicende di Truman Burbank, un uomo qualunque, con una vita come tante. Sennonché, attorno ai trent’anni si accorge che si tratta di una gigantesca messinscena – una specie di  “reality show”, diremmo oggi, e in questo il film è profetico – in cui le persone che gli vivono accanto sono tutti attori. A questo punto farà l’unica cosa che lui, unico uomo autentico, che non finge, può fare: cercare la libertà. Dunque, ancora una volta Weir sottolinea il desiderio di libertà che può nascere solo da una piena consapevolezza. La sua abilità direttiva qui  è notevole e trasforma perfettamente in immagini la sceneggiatura di Andrew Niccol. A portare brillantemente sulle sue spalle questa efficacissima costruzione d’ingegno è uno Jim Carrey in grande spolvero nel ruolo di Truman. Diretto da Weir, Carrey ha l’opportunità di mostrare il suo talento non solo come attore comico trasformista e irriverente, ma anche in un ruolo che a ben guardare, è più drammatico che comico. Le nomination agli Oscar sono varie, tra cui miglior sceneggiatura e regia, ma neppure questa volta Weir porta a casa la statuetta. Da qui in avanti il cineasta australiano rallenterà il ritmo, abituandoci ad una cadenza almeno quinquennale d’uscita dei suoi lavori.

Siamo infatti già nel nuovo millennio, nel 2003, quando vede la luce Master and commander – Sfida ai confini del mare. Uomini che sfidano altri uomini, legami forti come l’amicizia e su tutto la natura immensa e ingovernabile (in questo caso maestosamente rappresentata dall’acqua). I temi cari a Weir che tornano, un solido protagonista come Russell Crowe cui affidarli, sapienza nel dirigere, in modo tradizionale ma senza disdegnare anche il ricorso agli effetti speciali, ed il gioco è fatto. Ecco un altro successo che si porta a casa due Oscar (fotografia ed effetti speciali), ma al nostro regista il premio sfugge ancora.

Una storia d’amicizia, ma anche un’epopea di fuga attraverso una natura ostile sarà il punto nodale del successivo lavoro di Weir: The Way Back, del 2010. A scappare qui sono alcuni prigionieri di un campo di lavoro in Siberia, negli anni ’40. Weir ha dichiarato che il film è stato preceduto da una lunga fase di ricerca. “Amo la fase di ricerca, che per i soggetti storici ovviamente è rilevante, (…) andare sui luoghi reali” In questo caso, la Siberia e il deserto del Gobi. Il regista ha così avuto modo di parlare con alcuni superstiti dei Gulag, tra cui un prigioniero polacco, poi fuggito. Molto del materiale così raccolto è finito nel film. Ma Weir ha anche sottolineato il ruolo, ancora una volta fondamentale, della natura in questa pellicola. Sebbene non sia stata girata davvero sull’Himalaya, ma tra le montagne della Bulgaria e in Marocco, il che ha reso necessario ricostruire alcuni elementi attraverso fotografie, la natura delle due location è rimasta comunque protagonista: “La maggior parte del tempo, forse il 90%, è la natura con i suoi meravigliosi estremi.(…) Ci sono le condizioni più diverse, ogni tipo di tempo atmosferico: pioggia, tempeste di sabbia e di neve”, e si è detto convinto che le location siano state un’importante fonte d’ispirazione per gli attori. Nel cast Colin Farrel, Ed Harris e Saoirse Ronan. Il film sarà nelle sale italiane dal prossimo 6 luglio, distribuito da 01 Distribution.

Peter Vaughan: addio al Maestro Aemon di Game of Thrones

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Peter Vaughan: addio al Maestro Aemon di Game of Thrones

Nell’ultimo episodio di Il trono di Spade (Game of Thrones) in cui lo abbiamo visto, i suoi confratelli recitavano la celebre frase “e ora la sua guardia si è conclusa”, ma per Peter Vaughan è arrivato purtroppo il momento di concludere davvero la sua guardia in questo mondo. L’attore di 93 anni, si è infatti spento dopo una carriera iniziata negli anni ’60 al fianco di attori del calibro di Sir Anthony Hopkins, recitando in tantissimi film di successo, come Cane di paglia di Sam Peckinpah, Brazil di Terry Gilliam e Quel che resta del giorno di James Ivory.

Addio a Peter Vaughan

La sua agente Sally Long-Innes ha confermato che Peter Vaughan “è morto in pace, circondato dalla sua famiglia”.

Nello show che lo ha reso famoso anche tra le generazioni più giovani, l’attore interpretava il Maestro Aemon Targaryen. Nonostante facesse infatti parte dell’Ordine dei Maestri della Cittadella e dei Guardiani della Notte, aveva sangue reale, appartenendo alla stessa casata di Daenerys Targaryen. Era infatti suo zio, fratelli di Aerys il Folle.

Nella scena di seguito, il personaggio, in un momento cruciale della prima stagione, rivela a Jon Snow (Kit Harington) la sua identità.

Fonte

Peter Strickland dirigerà Duke of Burgundy

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Peter Strickland, regista fattosi recentemente conoscere per Berberian Sound Studio (ottenendo quattro premi BIFA, i riconoscimenti assegnati al cinema indipendete britannico) è già al lavoro per il suo prossimo film, The Duke Of Burgundy.

Il film vedrà la partecipazione di Chiara D’Anna, già nel cast del precedente lavoro del regista: l’attrice sarà un’appassionata di entomologia, che studia mosche e farfalle, i cui  desideri capricciosi finiranno per mettere in crisi la propria vita di coppia.

Parlando del film, Strickland ha spiegato di aver voluto dedicarsi a qualcosa di più tranquillo, dopo l’indigestione sonora di Berberian Sound Studio, descrivendolo come una semplice storia d’amore tra due persone le cui necessità raramente coincidono.

Il progetto sta venendo portato avanti assieme alla Rook Films, compagnia di Ben Wheatley (regista di Sightseers); Strickland ha potuto inoltre contare sui fondi provenienti dal BFI Film Fund e spera di poter realizzare il film nel corso del 2013.

Fonte: Empire

Peter Stormare nel cast di Rupture con Noomi Rapace e Michael Chiklis

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Peter Stormare (Il Grande Lebowski), Kerry Bishe (Scrubs), Lesley Manville (Il segreto di Vera Drake) e Ari Millen (Exit Humanity) si uniscono al cast del thriller sci-fi Rupture con Noomi Rapace e Michael Chiklis.
Noomi RapaceIl film, diretto da Steven Shainberg (Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus) e prodotto da Andrew Lazar (già produttore di American Sniper), racconta la storia di una madre single che lotta per crescere da sola il figlio dodicenne e che viene rapita da una misteriosa organizzazione. In seguito a delle analisi di laboratorio, i medici la scoprono vittima di un’anomalia genetica che potrebbe manifestarsi e rivelare la sua natura aliena.
La trama si basa su un racconto di Shainberg e Brian Nelson (Hard Candy, 30 giorni di buio) che ha scritto anche la sceneggiatura.
La produzione è di Tango Pictures, una partnership tra Christina Weiss Lurie, Shainberg e Andrew Lazar, in collaborazione con Andrea Iervolino e Ambi Group di Monika Bacardi.

Noomi Rapace (Uomini che odiano le donne) sarà la protagonista, mentre Chiklis (The Shield) interpreterà il potente uomo a capo dell’impresa che organizza il suo rapimento.
Le riprese iniziano questa settimana a Toronto.

Fonte: Variety

Peter Stormare in Clown

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Peter Stormare (Hansel & Gretel: Cacciatori di Streghe, The Last Stand) sarà protagonista assieme a Laura Allen (vista in varie serie TV, come 4400 e Grey’s Anatomy) dell’horror Clown, prodotto da Eli Roth.

Diretto da Jon Watts, che lo ha anche scritto, assieme a CD Ford, il film ruota attorno a un padre che si trova improvvisamente con un problema, quando il clown che ha assunto per animare la festa di compleanno del figlio rinuncia all’incarico all’ultimo momento. Il protagonista allora indosserà lui stesso un costume, non sapendo che questo è oggetto di una tremenda maledizione.

Laura Allen sarà la moglie del protagonista, mentre Stormare avrà il riolo di un ‘esperto’ della tradizione dei pagliacci e dei relativi lati oscuri che li circondano…

Fonte: Empire

Peter Sohn racconta The Good Dinosaur

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Peter Sohn racconta The Good Dinosaur

Uscirà il 30 maggio 2014  il nuovo film d’animazione della Pixar  e si chiamerà The good dinosaur. Peter Sohn

Peter Sarsgaard: 10 cose che non sai sull’attore

Peter Sarsgaard: 10 cose che non sai sull’attore

Noto prevalentemente in campo cinematografico, l’attore Peter Sarsgaard ha negli anni costruito una solida carriera recitando in celebri film e sotto la supervisione di importanti autori. Apprezzato per la sua versatilità, Sarsgaard si è distinto tanto in tenere commedie quanto in brutali gangster movie. Grazie alla sua partecipazione ad alcune serie televisive di successo, infine, ha potuto espandere la propria popolarità e comprovando il proprio talento.

Ecco 10 cose che non sai su Peter Sarsgaard.

Peter Sarsgaard: i suoi film

1. Ha recitato per importanti autori. L’attore debutta al cinema nel 1995 con il film Dead Man Walking, per poi recitare in La maschera di ferro (1998), Desert Blue (1998), e Boys Don’t Cry (1999), per cui ottiene il plauso della critica. Negli ani seguenti recita in The Center of the World (2001), Empire – Due mondi a confronto (2002), K-19 (2002) e L’inventore di favole (2003), per cui ottiene importanti riconoscimenti. Successivamente prende parte a La mia vita a Garden State (2004), The Dying Gaul (2005), The Skeleton Key (2005), Jarhead (2005), Year of the Dog (2007), Lezioni d’amore (2008), Orphan (2009), An Education (2009), Innocenti bugie (2010), Lanterna Verde (2011), Lovelace (2013), Blue Jasmine (2013), La grande partita (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), I magnifici 7 (2016), Jackie (2016), Escobar – Il fascino del male (2017), Mr. Jones (2019) e Human Capital (2019).

2. Ha recitato in produzioni televisive. Negli anni Sarsgaard ha partecipato ad alcuni episodi di serie televisive come Law & Order (1995), per poi ottenere popolarità nel ruolo di Ray Seward in The Killing (2013). Recita in seguito nelle serie The Slap (2015), Wormwood (2017), e The Looming Tower (2018).

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Peter Sarsgaard non è su Instagram

3. Non ha un account sul social network. L’attore ha dichiarato di non possedere un profilo su Instagram, preferendo tenere la propria vita privata lontana dai riflettori che i social network portano inevitabilmente con sé. Esistono tuttavia alcune fan page dedicate a Sarsgaard dove è possibile ritrovare le ultime foto dell’attore, nonché gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da interprete.

Peter Sarsgaard e Maggie Gyllenhaal

4. È sposato con la nota attrice. Nel 2002 l’attore intraprende una relazione con Maggie Gyllenhaal, sorella dell’amico Jake Gyllenhaal. I due hanno poi annunciato il fidanzamento nell’aprile del 2006, sposandosi poi nel maggio del 2009 a Brindisi, in Italia. La coppia si è negli anni dimostrata particolarmente riservata circa la loro vita sentimentale, lasciando poco spazio ai gossip e concentrandosi esclusivamente sul lavoro e sulla famiglia.

5. Hanno avuto due figlie. Ancor prima di sposarsi, nell’ottobre del 2006, la coppia dà alla luce la prima figlia, chiamata Ramona. Nell’aprile del 2012 nasce invece la seconda figlia, Gloria Ray.

Peter Sarsgaard in Lanterna Verde

6. Ha interpretato il villain del film. Nel cinecomic con protagonista Ryan Reynolds, l’attore ha ricoperto il ruolo di Hector Hammond, biologo criminale che si espone volontariamente alle radiazioni di un misterioso meteorite, guadagnando poteri psichici e immortalità, rimanendo però paralizzato e incapace di parlare.

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7. Ha passato molto tempo con un biologo. Per prepararsi al ruolo, Sarsgaard ha speso diverso tempo a contatto con un biologo universitario, studiando con lui i processi biologici che si manifestano nel villain in seguito al suo contatto con il meteorite. Sarsgaard ha particolarmente apprezzato questo tempo di preparazione, descrivendo il biologo a cui si è rivolto come la persona più eccentrica mai incontrata.

Peter Sarsgaard in The Batman

8. Ha un ruolo ignoto. L’attore è attualmente sul set del film The Batman, con protagonista Robert Pattinson. Sarsgaard ha dichiarato che l’atmosfera sul set fa presagire un progetto di proporzioni colossali, ma nulla è stato dichiarato circa il ruolo da lui ricoperto. La produzione sembra stia volutamente tenendo segreto il suo personaggio, che potrebbe avere dunque un importanza significativa all’interno del film.

Peter Sarsgaard e John Malkovich

9. Viene spesso associato al noto attore. Per il suo volto fanciullesco, il tono della voce minaccioso e i personaggi bizzarri e emotivamente instabili da lui interpretati, Sarsgaard è stato in più occasioni associato all’attore John Malkovich. Quest’ultimo ebbe modo di recitare con Sarsgaard, interpretando suo padre nel film La maschera di ferro.

Peter Sarsgaard età e altezza

10. Peter Sarsgaard è nato a Belleville, nell’Illinois, Stati Uniti, il 7 marzo 1971. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Peter Sarsgaard sarà il villain ne I magnifici sette

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Peter Sarsgaard sarà il villain ne I magnifici sette

Antoine Fuqua, il regista de I magnifici sette, nuova versione dell’omonimo film di John Sturges del 1960 a sua volta remake de I Sette Samurai di Akira Kurosawa del 1954, ha trovato l’attore giusto per il ruolo dell’antagonista principale.

Si tratta di Peter Sarsgaard che interpreterà il malefico barone Bartholomew Bogue che vuole impadronirsi di una cittadina vicino a una miniera d’oro. Il cast del film annovera attori del calibro di Denzel Washington, Vincent D’Onofrio e poi Chris Pratt, Ethan Hawke, Luke Grimes, Wagner Moura, Byung-hun Lee.

Le riprese de I magnifici sette inizieranno entro la fine di maggio e la data di uscita del film è prevista per il 13 gennaio 2017.

Fonte: Comingsoon.net

Peter Sarsgaard con Natalie Portman nel biopic su Jackie Kennedy

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Variety riporta la notizia che Peter Sarsgaard (An Education, Experimenter) è in trattative finali per recitare al fianco di Natalie Portman nel biopic Jackie, prodotto da Darren Aronofsky e diretto dal talentuoso regista cileno Pablo Larrain.

Il film, che dovrebbe entrare in lavorazione alla fine del 2015, si concentrerà sui quattro giorni successivi all’attentato di Dallas del 1963, quando Jackie Kennedy (interpretata nel film dalla Portman) è costretta ad affronta la disperazione per l’assassinio del marito, il presidente Usa John F. Kennedy, diventando al contempo un’icona agli occhi degli americani e non solo. Sarsgaard interpreterà il ruolo Robert Kennedy, fratello di John.

Jackie, un progetto da molti anni associato ad Aronofky che doveva dirigere l’allora compagna Rachel Weisz, vede riunirsi il team de Il cigno nero a cui si aggiunge Pablo Larrain, autore di film importanti, apprezzati ai festival e dalla critica quali Post Mortem e No – I giorni dell’arcobaleno, premiato infatti all’ultimo Festival di Berlino dalla giuria presieduta da Aronofsky per il suo The Club.

Fonte

Peter Safran su Ezra Miller: “Sta facendo enormi progressi”

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Peter Safran su Ezra Miller: “Sta facendo enormi progressi”

L’anno scorso, l’attore Ezra Miller è stato travolto da una serie di scandali giudiziari per via del suo comportamento molto discutibile in giro per l’America. Sebbene Ezra Miller non abbia parlato pubblicamente da quando ha rivolto delle scuse ufficiali a tutti coloro coinvolti e allo star system al completo, il co-CEO dei DC Studios Peter Safran ha recentemente fornito un aggiornamento su come sta l’attore.

Durante una discussione sul futuro dell’Universo DC con Deadline, a Safran è stato chiesto lo stato di salute dell’attore e il suo annunciato percorso di recupero. Il Co-CEO dei DC Studios ha rivelato che l’attore è attualmente “completamente impegnati nella sua guarigione” e che quando sarà il momento giusto, prenderanno una decisione insieme su quale sia il miglior modo per andare avanti. Tuttavia, Peter Safran ha rivelato anche che nelle loro recenti discussioni con Ezra Miller, e sembrato che stesse effettivamente facendo progressi.

Ezra è completamente impegnato nella sua guarigione”, ha detto Safran. “Siamo pienamente favorevoli a quel viaggio che sta affrontando in questo momento. Quando sarà il momento giusto, quando si sentiranno pronti per discutere, capiremo tutti qual è il modo migliore per andare avanti, ma in questo momento sono completamente concentrati sulla loro guarigione. E nelle nostre conversazioni con loro negli ultimi due mesi, sembra che stiano facendo enormi progressi“.

Le polemiche su Ezra Miller sono arrivate al culmine lo scorso agosto quando l’attore ha detto che avrebbero cercato aiuto per “complessi problemi di salute mentale“, in una dichiarazione di scuse fatta riguardo a una serie di incidenti che erano emersi. “Avendo recentemente attraversato un periodo di intensa crisi, ora capisco di soffrire di complessi problemi di salute mentale e ho iniziato un trattamento in corso“, ha detto Miller tramite una dichiarazione rilasciata a Variety . “Voglio scusarmi con tutti per aver allarmato e sconvolto il mio comportamento passato. Mi impegno a fare il lavoro necessario per tornare a una fase sana, sicura e produttiva della mia vita”.

Quella dichiarazione è arrivata a seguito di un incidente in cui Miller è stato accusato di furto con scasso. L’attore in una spirale travagliata aveva fatto notizia per tutto il 2022 per vari arresti e controversie. All’inizio del 2022, Miller è stato arrestato e accusato di aggressione di secondo grado, e un mese prima, a marzo, Miller è stato arrestato anche con l’accusa di condotta disordinata e molestie a seguito di un incidente alle Hawaii. Attualmente, Ezra Miller è impostato per apparire e recitare nel prossimo film di The Flash, anche se non è chiaro esattamente quale sarà il suo ruolo nel marketing del film. The Flash sarà presentato in anteprima il 16 giugno 2023.

Il film The Flash

The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023. Il film vede Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da Justice League e sarà affiancato da Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash con Ezra Miller

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 23 giugno 2023. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Peter Rabbit: una clip dal film con Domhnall Gleeson

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Peter Rabbit: una clip dal film con Domhnall Gleeson

Domhnall Gleeson è il protagonista di Peter Rabbit, nuovo film in live action in arrivo nelle nostre sale dal 22 marzo. Di seguito, ecco una clip dal film:

Peter Rabbit, l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente commedia di ambientazione contemporanea.

Nel live action, in Italia in uscita il 22 Marzo, l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor (Domhnall Gleeson) si intensifica più che mai, quando arrivano a contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali (Rose Byrne).

Domhnall Gleeson è stato visto di recente al cinema in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, in cui interpreta per la seconda volta, dopo Il Risveglio della Forza, il generale del Primo Ordine Hux. È stato anche protagonista, nei panni dello scrittore di Winnie the Pooh, in Vi presento Christopher Robin e ha avuto una piccola parte in madre! di Darren Aronofski.

Ecco il poster italiano di Peter Rabbit

SONY Picture IT

Peter Rabbit: intervista a Daisy Ridley, James Corden e Domhnall Gleeson

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In occasione della premiere a Londra di Peter Rabbit, abbiamo avuto il piacere di intervistare i protagonisti del film: Daisy Ridley, James Corden e Domhnall Gleeson.

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Peter Rabbit

Peter Rabbit, l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente commedia di ambientazione contemporanea. Nel live action, in Italia in uscita il 22 Marzo, l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor (Domhnall Gleeson) si intensifica più che mai, quando arrivano a contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali (Rose Byrne).

Diretto da Will Gluck nel cast di Peter Rabbit anche Rose Byrne, Domhnall Gleeson e Sam Neil.

Peter Rabbit: il trailer italiano del film d’animazione

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Peter Rabbit: il trailer italiano del film d’animazione

SonyPicturesIT ha diffuso il trailer italiano ufficiale di Peter Rabbit, adattamento cinematografico basato sull’omonimo personaggio protagonista dei libri per bambini di Beatrix Potter, che ha anche ispirato l’omonima serie animata statunitense prodotta da Nickelodeon (nota in Italia col nome di Peter coniglio).

Ecco il trailer di Peter Rabbit

Il cast del film, che mescolerà animazione e live action, annovera Margot Robbie (Suicide Squad), James Corden (Into the Woods), Rose Byrne (X-Men Apocalypse, Cattivi vicini 2), Daisy Ridley (Star Wars Il Risveglio della Forza), Elizabeth Debicki (Operazione UNCLE) e Domnhall Gleeson (Ex Machina). Alla regia c’è Will Gluck (Easy Girl, Annie – La felicità è contagiosa).

L’adattamento cinematografico di Peter Rabbit, voluto dalla Columbia Pictures, arriverà al cinema in occasione del 50esimo anniversario della nascita di Beatrix Potter, la cui vita è stata raccontata nel film Miss Potter dove a vestire i panni della scrittrice inglese c’era il premio Oscar Renée Zellweger, attualmente nelle nostre sale con Bridget Jones’s Baby.

Peter Rabbit: dal 22 marzo al cinema con la voce di Nicola Savino

Peter Rabbit, il live-action ispirato ai racconti di successo della scrittrice Beatrix Potter, al cinema dal 22 marzo. Diretto da Will Gluck, fanno parte del cast Domhnall Gleeson, Rose Byrne e Sam Neill. Nel film, distribuito da Warner  Bros. Entertainment Italia in 400 copie, il conduttore televisivo e speaker radiofonico Nicola Savino è la voce di Peter Rabbit.

“Doppiare è sempre stato uno dei miei sogni e in passato mi era già capitato di lavorare in questo senso in ruoli più piccoli – racconta Savino, che aggiunge – essere la voce del protagonista di un film è una cosa estremamente impegnativa ma dà molta soddisfazione. Peter è un coniglio molto dispettoso, e nel film si ride tantissimo, si pensa e ci si emoziona”.

“Abbiamo cercato di creare un mondo che assomiglia esattamente a quello che appare nei libri di Beatrix Potter – dice il regista Will GluckAbbiamo colto ogni piccolo dettaglio, tutto ciò che ha scritto o disegnato, e abbiamo costruito il nostro mondo intorno a questo”.

Protagonista del film è Rose Byrne che sul suo personaggio svela: “Bea è testarda e determinata, ma è anche combattuta. Esprime il suo talento nei suoi dipinti di animali, non nei ritratti umani, ma non si prende seriamente, non si reputa una vera artista – dice – Gli animali rappresentano i suoi amici e la sua famiglia, è una via di mezzo tra Biancaneve e Jane Goodall”.

Peter Rabbit: il trailer italiano del film d’animazione

Ad affiancare la Byrne nel ruolo di Thomas McGregor è Domhnall Gleeson che sul rapporto tra i due personaggi spiega: “Thomas e Bea sono molto diversi – racconta l’attore irlandese – lei è gentile e premurosa, e nota le sue stranezze anche se non gli dà peso. Qualsiasi altra donna a cui abbia mostrato interesse è scappata immediatamente. Bea invece sembra trovarlo divertente e dolce, lui apprezza la sua vena artistica, e questo per lei è importante”.

Sinossi: Peter Rabbit, l’eroe dispettoso e audace che ha affascinato intere generazioni di lettori, ora è il protagonista di una grintosa e irriverente commedia di ambientazione contemporanea. Nel film l’ostilità tra Peter e Mr. McGregor (Domhnall Gleeson) si intensifica più che mai, quando arrivano a contendersi l’affetto della loro vicina di casa, una ragazza adorabile e amante degli animali (Rose Byrne).

Peter Rabbit 2: un birbante in fuga: teaser trailer

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Peter Rabbit 2: un birbante in fuga: teaser trailer

La Sony Pictures Italia ha diffuso il teaser trailer di Peter Rabbit 2: un birbante in fuga, il sequel del film di successo Peter Rabbit.

Peter Rabbit 2: un birbante in fuga arriverà al cinema il 09 Aprile. Il flm è un adattamento cinematografico della serie televisiva Peter coniglio (Peter Rabbit), basata a sua volta sul racconto di Beatrix Potter.

In Peter Rabbit 2: un birbante in fuga L’amabile canaglia è tornata. Bea, Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.

Peter Rabbit 2: un birbante in fuga, trailer ufficiale del sequel

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Sony Pictures ha diffuso il trailer di Peter Rabbit 2: un birbante in fuga, l’atteso sequel dei film britannico di successo su Peter Rabbit. L’amabile canaglia è tornata. Bea, Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.

Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trailer internazionale

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Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trailer internazionale

La Sony Pictures ha diffuso il trailer internazionale di Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, il sequel del film Peter Rabbit, a sua volta basato sull’omonimo personaggio protagonista dei racconti di Beatrix.

Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trama

L’amabile canaglia è tornata. Bea, Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.

Nel cast ritornano i protagonisti Domhnall Gleeson nel ruolo di Thomas McGregor, Rose Byrne nel ruolo di Bea e David Oyelowo.

Peter Parker e l’amore: la vita dura dell’Uomo Ragno

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Peter Parker e l’amore: la vita dura dell’Uomo Ragno

Qualcuno può pensare che essere un supereroe aiuti con le ragazze, ed è in effetti vero, a meno che tu non sia Peter Parker e debba mantenere segreta la tua identità da eroe.

A dichiararlo è Tom Holland che ha parlato della vita sentimentale del suo personaggio in Spider-Man Homecoming, spiegando che nonostante sia un eroe, nella vita vera le cose non vanno molto bene a Peter.

Ecco cosa ha raccontato Tom: “Non crede di poter attirare l’attenzione (della ragazza che gli piace)… Se dici ‘Sono Spider-Man’ potresti avere tutte le ragazze del mondo, sai? Perché sei un supereroe. Ed è alquanto interessante interpretare scene in cui tu, come personaggio, hai questo asso nella manica che non ti puoi giocare.”

Spider-Man Homecoming: tutto quello che sappiamo sul film

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Guarda il trailer italiano di Spider-Man Homecoming

Diretto da Jon Watts, nel cast del film protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle.

Al cast si aggiungono Michael KeatonMichael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly Kenneth Choi.

La trama ufficiale di Spider-Man Homecoming

Il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) che ha fatto il suo sensazionale debutto in Spider-Man Homecoming cerca il suo posto nel mondo come il supereroe SpiderMan. Entusiasta per la sua esperienza con i vendicatore Peter torna a casa, dove vive con la sia Zia May (Marisa Tomei), sotto l’occhio vigile del suom mentore Tony Stark (Robert Downey, Jr.). Mentre Peter cerca di riprendere la sua normale routine quotidiana una nuova minaccia sorge e un nuovo cattivo, Vulture (Michael Keaton) mette in pericolo la città di New York e metterà a dura prova Spider-Man.

Spider-Man Homecoming: sei teorie sulla storia

Spider-Man Homecoming è prodotto da Kevin Feige e il team creativo dei Marvel Studios, supervisionato e co-prodotto da Amy Pascal della Sony Pictures che ne detiene i diritti e che ne supervisione lo sviluppo da oltre dieci anni.

Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford e Chris McKenna, Erik Sommers. Spider-Man è un personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko.

Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan è il film del 2003 diretto da P. J. Hogan con protagonisti Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams e Ludivine Sagnier.

  • Anno: 2003
  • Regia: P. J. Hogan
  • Cast: Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams, Ludivine Sagnier

Peter Pan, la trama: Tutti i bambini, salvo uno, crescono: la storia di Peter Pan, primo e forse vero unico mito del ventesimo secolo, ha conosciuto fra grande e piccolo schermo un’infinità di trasposizioni, ma solo poche possono davvero vantare la giusta fedeltà all’opera originale; una di queste, l’ultima realizzata finora, è senza dubbio la versione firmata nel 2003 da P. J. Hogan (il matrimonio del mio migliore amico), che raccoglie senza esitazione l’eredità del personaggio creato dalla magica penna di James Matthew Barrie.

Peter Pan, l’analisi

Senza dimenticare il passato ma egualmente determinato a perseguire una propria e indipendente visione, Hogan riesce nell’impresa di raccontare le arcinote avventure del bambino che non voleva crescere come se le  stessimo vedendo per la prima volta, complice una straordinaria resa visiva e una caratterizzazione dei personaggi che non ha timore di scavare in profondità, restituendo alla più incantevole delle fiabe la metafora dell’arduo e difficile cammino verso l’età adulta.

Per Wendy Darling, tredicenne che non vuole abbandonare la stanza dei fratelli e sogna di vivere fantastiche avventure piuttosto che iniziare a preoccuparsi delle cose dei grandi, volare verso l’Isola che non c’è è un’opportunità troppo allettante e imperdibile: peccato che, fra fate dispettose e perfidi pirati, i primi turbamenti dell’adolescenza non risparmino nessuno, nemmeno il grande Peter Pan: già presente sulla carta ma mai esplicitamente urlato, nello screenplay scritto a quattro mani dal regista insieme a Michael Goldenberg il legame fra Peter e Wendy si nutre di sguardi intensi e baci castissimi, trasformandosi in un sentimento tenero e potente come solo il primo amore può essere.

Peter Pan

In un cast di giovani attori praticamente esordienti, Jeremy Sumpter e Rachel Hurd-Wood (le cui carriere in futuro sarebbero continuate in modo altalenante) sembrano di fatto nati per la parte, pronti a volare alto sulla scena e a dimostrare di essere davvero gli interpreti ideali di Peter e Wendy: il primo, biondo quattordicenne la cui “americanità” contribuisce non poco a marcare l’arroganza e l’incoscienza che rendono Pan diverso da ogni altro bimbo sperduto, dà vita a un eroe reale e autentico, che pur consapevole di non potere né volere affrontare le paure di un mondo destinato a invecchiare e morire, nasconde una solitudine che nessuna grande avventura potrà mai colmare. Rachel Hurd-Wood, nel ruolo di una Wendy spaventata dal futuro ma allo stesso tempo assai più matura e consapevole del peso delle proprie scelte, è invece la ragazzina che tutti almeno una volta siamo stati, desiderosa di inseguire le fantasie dell’infanzia ma cosciente del fatto che, per riuscire a vivere davvero, alcuni sogni vanno messi in un cassetto, pronti a saltare fuori nei momenti più bui per darci la forza di andare avanti.

Fra i pochi adulti, Jason Isaacs è indimenticabile nell’incarnare (com’era nella prima versione teatrale dell’opera) sia il mite Signor Darling, padre affettuoso ma troppo debole secondo Wendy, che lo spietato Capitan Uncino, riflesso oscuro della paura del tempo e della morte che inquieta la sua nemesi Peter Pan e decisamente più attraente agli occhi della ragazzina; bellissima, anche se visibile solo per poche scene è invece la Signora Darling di Olivia Williams, dolce proprietaria del bacio nascosto che la figlia non riesce mai a vedere, moglie amorevole e madre devota ma sempre pronta a credere nelle fate.

Peter PanL’Isola che non c’è, luogo dove trovano rifugio tutti i sogni dei bambini e che vive della presenza di Peter Pan, è dipinta con luminose tinte pastello e intensissime sfumature dalla fotografia di Donald McAlpine, dove a dominare sono il rosa del cielo nel mattino(identico a quello dipinto sul soffitto della stanza di Wendy, John e Michael)e il blu della notte, reso brillante dalle luci delle stelle e delle fate.

Prodotta da Mohammed Al-Fayed e dedicata allo scomparso figlio Dodi (proprio al film è stata dedicata l’esposizione natalizia del 2010 di Harrods), Peter Pan di P. J. Hogan è un sogno ad occhi aperti, per tutti   i bambini che continuano a scrutare il cielo sperando che Peter venga a prenderli per portarli sull’Isola ma anche per gli adulti, che fermi per caso davanti a una finestra in segreto lo stanno ancora aspettando.

Peter Pan: la figlia di Milla Jovovich sarà Wendy nel live action

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Arriva da Variety la notizia che la Disney ha ufficialmente trovato gli interpreti dell’annunciato live action di Peter Pan, il cui titolo ufficiale sarà Peter Pan and Wendy.

Come apprendiamo dalla fonte, l’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice.

Peter Pan and Wendy sarà diretto da David Lowery, già regista del live action de Il Drago Invisibile. Secondo un rumor di circa un mese fa, la Disney avrebbe offerto a Joaquin Phoenix (premio Oscar per Joker) il ruolo di Hook nell’annunciato live action: al momento non sappiamo se l’attore reciterà davvero nel film.

Trovati i protagonisti del live action di Peter Pan

Peter Pan and Wendy potrebbe arrivare al cinema o – come già accaduto con Lilli e il Vagabondo – potrebbe essere invece destinato a Disney+, il servizio di streaming della multinazionale statunitense che in Italia arriverà a partire dal prossimo 24 marzo.

Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.

Peter Pan: in arrivo il live action Disney

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Peter Pan: in arrivo il live action Disney

peter pan live actionArriva da Deadline la conferma che la Disney ha messo in cantiere un nuovo live action, questa volta tocca a Peter Pan.

Proprio oggi arriva al cinema Il Libro della Giungla, altro adattamento in live action dei classici Disney, e l’appena annunciato Peter Pan si unisce a una lunga lista di titoli in cantiere tra cui ci sono: il sequel del Libro della Giungla, Alice Attraverso lo Specchio, Elliott il drago invisibile, La Bella e la Bestia, Crudelia, Maleficent 2, Dumbo, Mulan, Winnie the Pooh, Pinocchio, Genio, Night on Bald Mountain e La Spada nella Roccia. Inoltre, in parallelo con Peter Pan, la Disney sta sviluppando anche un live action su Campanellino, con protagonista Reese Witherspoon.

David Lowery dirigerà il film su una sceneggiatura di Toby Halbrooks. Entrambi hanno lavorato al remake live action di Elliott il drago invisibile in arrivo il 12 agosto.

Peter Pan ritorna al cinema diretto da Joe Wright

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Si sa, i classici della narrazione per bambini non cadranno mai nel dimenticatoio, ma fra questi Peter Pan è forse l’icona più longeva del mondo fiabesco. A distanza di 10 anni dall’ultimo film dedicato al sempreverde ragazzino dell’Isola che non c’è, Pan è pronto a guidare ancora una volta i bambini sperduti attraverso nuove avventure fra pirati, sirene e pellerossa.

La notizia, giunta nelle ultime ore, riporta di una produzione Warner Bros intenzionata a tornare all’origine del mito, a scavare nel background del personaggio e riformulandone la figura seguendo l’impronta del lavoro svolto per Batman Begins. A dirigere il film è stato chiamato Joe Wright, noto perlopiù per opere in costume quali Anna KareninaEspiazione, Orgoglio e Pregiudizio (tutte interpretate da Keira Knightley). Attualmente è impegnato al lavoro sullo script Jason Fuchts, già sceneggiatore de L’Era Glaciale 4: Continenti Alla Deriva, ed il progetto è supervisionato da Sarah Schechter e co-prodotto da Greg Berlanti, produttore, tra gli altri, della serie tv Arrow.

Peter Pan, nato dalla penna di James Matthew Barrie nel lontano 1902 è stato negli anni protagonista di numerose trasposizioni cinematografiche, dalla prima datata 1924 e firmata Herbert Brenon all’ultima omonima pellicola del 2003 diretta da P.J. Hogan. Nel mezzo vere pietre miliari quali l’indimenticabile film d’animazione realizzato dalla Disney e quel meraviglioso sequel made in Spielberg dal nome Hook, con performance eccezionali di Robin Williams Dustin Hoffman.

Attualmente, quello Warner, non è, però, l’unico progetto dedicato a Peter Pan, sono infatti in lavorazione due ulteriori pellicole, una ad opera della Columbia Pictures, sotto la produzione di Channing Tatum Joe Roth, ed un’altra basata sul racconto Peter and the Starcatchers prodotta dalla Disney.

Fonte: Hollywoodreporter.com

Peter Pan e Wendy, recensione del nuovo live action Disney

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Peter Pan e Wendy, recensione del nuovo live action Disney

Peter Pan e Wendy volano nella fantasia dei bambini da moltissimi anni, da quando J.M. Barrie mise su carta le sue idee su Bimbi Sperduti e Isola che non c’è, e dopo, con i contributi di cinema e televisione, la storia del Bambino che non voleva crescere è diventata patrimonio comune, una storia condivisa da molti che lega le coscienze e l’immaginazione di persone lungo tutta la superficie terrestre.

Peter Pan e Wendy, un nuovo live action

E, in linea con la sua politica ormai consolidata dei remake in live action, Walt Disney ha realizzato, per la distribuzione su Disney+ dal 28 aprile, Peter Pan e Wendy, un nuovo sguardo alla storia di Barrie. Ogni volta che si ri-racconta una storia nota, si cerca di trovare un punto debole su cui affondare le proprie radici, in cui conficcare la novità, per arricchire e modificare ciò che si conosce già. E a mano a mano che la produzione Disney prende confidenza con i remake in live action, si allontana sempre più dalla versione animata che la stessa Casa di Topolino ha realizzato, contribuendo a rendere immortali certe storie.

Così, anche Peter Pan e Wendy diventa contemporaneo, per i toni, i ritmi, la rappresentazione e l’approfondimento dei personaggi. Come si intuisce già dal titolo, co-protagonista del film è proprio la cara Wendy Darling, che Peter preleva dalla sua casa a Londra per portare nell’Isola che non c’è, insieme a John e Michael, per badare ai Bimbi Sperduti. Qui, i ragazzini vivranno le loro avventure e combatteranno contro i Pirati di Capitan Uncino, deciso a sfiderà Peter Pan, sua vera e proprio nemesi, mentre cerca di convivere con i suoi traumi a forma di coccodrillo.

La firma di David Lowery

Trai registi più interessanti in circolazione, David Lowery si presta a questo remake senza mai rinunciare al proprio occhio. Può molto poco dal punto di vista contenutistico, è chiaro, ma fa del suo meglio per dare un look e una voce al film, con il suo occhio raffinato e ampio, prediligendo le riprese lunghe e l’azione concitata. Da questo punto di vista, il film è un esempio di preziosa messa in scena, mentre più banale si rivela nell’aspetto contenutistico che pure doveva essere il suo punto forte. La storia di Capitan Uncino (un Jude Law molto divertito e efficace!), che ruba la scena alla citata Wendy del titolo, sembra nient’altro che una ri-narrazione di quello che ci aveva raccontato Steven Spielberg con Hook e il suo magnifico Dustin Hoffman. Allo stesso tempo, dopo il racconto di Wendy fatto da Benh Zeitlin nell’omonimo film del 2021, sembra difficile trovare degli elementi di innovazione nel raccontare la bambina che doveva fare da madre ad altri bambini. Il comune denominatore dei due adattamenti è che il fenomeno della crescita, che viene visto come uno spauracchio per la maggior parte del film (e dei personaggi) è in effetti la più grande delle avventure, e a conti fatti è così, anche nella vita vera, non solo sull’Isola che non c’è.

Dov’è la meraviglia?

Quello che però manca in Peter Pan e Wendy è il senso della meraviglia. Come una moderna bambina del 2023, la Wendy Darling interpretata da Ever Anderson è perfettamente al corrente di dove la porta Peter: conosce tutto di lui, delle sue avventure, del posto dove vive e niente di quello che vede la sorprende. Manca quindi il senso di avventura e meraviglia per quello che si vive e che viene mostrato, forse un segno indicativo di quello che i giovani spettatori oggi prediligono: l’azione alla scoperta, l’iniziativa all’osservazione. E non è per forza un male, dal momento che nel grande schema dei live action Disney, un prodotto accettabile come Peter Pan e Wendy sembra già un miracolo, anche se la decisione di affidarlo alla piattaforma, by-passando la sala è indicativa delle aspettative che lo Studio ha sul progetto.

Peter Pan e Wendy sembra comunque una porta di ingresso più che dignitosa da varcare per coloro, grandi o piccoli, che si affacciano soltanto adesso alla storia del Bambino che non voleva crescere. Perché ci deve sempre essere uno spazio per tornare bambini, nonostante l’ineluttabilità della crescita.

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