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Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan: recensione del film di P.J. Hogan

Peter Pan è il film del 2003 diretto da P. J. Hogan con protagonisti Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams e Ludivine Sagnier.

  • Anno: 2003
  • Regia: P. J. Hogan
  • Cast: Jeremy Sumpter, Jason Isaacs, Rachel Hurd-Wood, Olivia Williams, Ludivine Sagnier

Peter Pan, la trama: Tutti i bambini, salvo uno, crescono: la storia di Peter Pan, primo e forse vero unico mito del ventesimo secolo, ha conosciuto fra grande e piccolo schermo un’infinità di trasposizioni, ma solo poche possono davvero vantare la giusta fedeltà all’opera originale; una di queste, l’ultima realizzata finora, è senza dubbio la versione firmata nel 2003 da P. J. Hogan (il matrimonio del mio migliore amico), che raccoglie senza esitazione l’eredità del personaggio creato dalla magica penna di James Matthew Barrie.

Peter Pan, l’analisi

Senza dimenticare il passato ma egualmente determinato a perseguire una propria e indipendente visione, Hogan riesce nell’impresa di raccontare le arcinote avventure del bambino che non voleva crescere come se le  stessimo vedendo per la prima volta, complice una straordinaria resa visiva e una caratterizzazione dei personaggi che non ha timore di scavare in profondità, restituendo alla più incantevole delle fiabe la metafora dell’arduo e difficile cammino verso l’età adulta.

Per Wendy Darling, tredicenne che non vuole abbandonare la stanza dei fratelli e sogna di vivere fantastiche avventure piuttosto che iniziare a preoccuparsi delle cose dei grandi, volare verso l’Isola che non c’è è un’opportunità troppo allettante e imperdibile: peccato che, fra fate dispettose e perfidi pirati, i primi turbamenti dell’adolescenza non risparmino nessuno, nemmeno il grande Peter Pan: già presente sulla carta ma mai esplicitamente urlato, nello screenplay scritto a quattro mani dal regista insieme a Michael Goldenberg il legame fra Peter e Wendy si nutre di sguardi intensi e baci castissimi, trasformandosi in un sentimento tenero e potente come solo il primo amore può essere.

Peter Pan

In un cast di giovani attori praticamente esordienti, Jeremy Sumpter e Rachel Hurd-Wood (le cui carriere in futuro sarebbero continuate in modo altalenante) sembrano di fatto nati per la parte, pronti a volare alto sulla scena e a dimostrare di essere davvero gli interpreti ideali di Peter e Wendy: il primo, biondo quattordicenne la cui “americanità” contribuisce non poco a marcare l’arroganza e l’incoscienza che rendono Pan diverso da ogni altro bimbo sperduto, dà vita a un eroe reale e autentico, che pur consapevole di non potere né volere affrontare le paure di un mondo destinato a invecchiare e morire, nasconde una solitudine che nessuna grande avventura potrà mai colmare. Rachel Hurd-Wood, nel ruolo di una Wendy spaventata dal futuro ma allo stesso tempo assai più matura e consapevole del peso delle proprie scelte, è invece la ragazzina che tutti almeno una volta siamo stati, desiderosa di inseguire le fantasie dell’infanzia ma cosciente del fatto che, per riuscire a vivere davvero, alcuni sogni vanno messi in un cassetto, pronti a saltare fuori nei momenti più bui per darci la forza di andare avanti.

Fra i pochi adulti, Jason Isaacs è indimenticabile nell’incarnare (com’era nella prima versione teatrale dell’opera) sia il mite Signor Darling, padre affettuoso ma troppo debole secondo Wendy, che lo spietato Capitan Uncino, riflesso oscuro della paura del tempo e della morte che inquieta la sua nemesi Peter Pan e decisamente più attraente agli occhi della ragazzina; bellissima, anche se visibile solo per poche scene è invece la Signora Darling di Olivia Williams, dolce proprietaria del bacio nascosto che la figlia non riesce mai a vedere, moglie amorevole e madre devota ma sempre pronta a credere nelle fate.

Peter PanL’Isola che non c’è, luogo dove trovano rifugio tutti i sogni dei bambini e che vive della presenza di Peter Pan, è dipinta con luminose tinte pastello e intensissime sfumature dalla fotografia di Donald McAlpine, dove a dominare sono il rosa del cielo nel mattino(identico a quello dipinto sul soffitto della stanza di Wendy, John e Michael)e il blu della notte, reso brillante dalle luci delle stelle e delle fate.

Prodotta da Mohammed Al-Fayed e dedicata allo scomparso figlio Dodi (proprio al film è stata dedicata l’esposizione natalizia del 2010 di Harrods), Peter Pan di P. J. Hogan è un sogno ad occhi aperti, per tutti   i bambini che continuano a scrutare il cielo sperando che Peter venga a prenderli per portarli sull’Isola ma anche per gli adulti, che fermi per caso davanti a una finestra in segreto lo stanno ancora aspettando.

Peter Pan: la figlia di Milla Jovovich sarà Wendy nel live action

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Arriva da Variety la notizia che la Disney ha ufficialmente trovato gli interpreti dell’annunciato live action di Peter Pan, il cui titolo ufficiale sarà Peter Pan and Wendy.

Come apprendiamo dalla fonte, l’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice.

Peter Pan and Wendy sarà diretto da David Lowery, già regista del live action de Il Drago Invisibile. Secondo un rumor di circa un mese fa, la Disney avrebbe offerto a Joaquin Phoenix (premio Oscar per Joker) il ruolo di Hook nell’annunciato live action: al momento non sappiamo se l’attore reciterà davvero nel film.

Trovati i protagonisti del live action di Peter Pan

Peter Pan and Wendy potrebbe arrivare al cinema o – come già accaduto con Lilli e il Vagabondo – potrebbe essere invece destinato a Disney+, il servizio di streaming della multinazionale statunitense che in Italia arriverà a partire dal prossimo 24 marzo.

Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.

Peter Pan: in arrivo il live action Disney

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Peter Pan: in arrivo il live action Disney

peter pan live actionArriva da Deadline la conferma che la Disney ha messo in cantiere un nuovo live action, questa volta tocca a Peter Pan.

Proprio oggi arriva al cinema Il Libro della Giungla, altro adattamento in live action dei classici Disney, e l’appena annunciato Peter Pan si unisce a una lunga lista di titoli in cantiere tra cui ci sono: il sequel del Libro della Giungla, Alice Attraverso lo Specchio, Elliott il drago invisibile, La Bella e la Bestia, Crudelia, Maleficent 2, Dumbo, Mulan, Winnie the Pooh, Pinocchio, Genio, Night on Bald Mountain e La Spada nella Roccia. Inoltre, in parallelo con Peter Pan, la Disney sta sviluppando anche un live action su Campanellino, con protagonista Reese Witherspoon.

David Lowery dirigerà il film su una sceneggiatura di Toby Halbrooks. Entrambi hanno lavorato al remake live action di Elliott il drago invisibile in arrivo il 12 agosto.

Peter Pan ritorna al cinema diretto da Joe Wright

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Si sa, i classici della narrazione per bambini non cadranno mai nel dimenticatoio, ma fra questi Peter Pan è forse l’icona più longeva del mondo fiabesco. A distanza di 10 anni dall’ultimo film dedicato al sempreverde ragazzino dell’Isola che non c’è, Pan è pronto a guidare ancora una volta i bambini sperduti attraverso nuove avventure fra pirati, sirene e pellerossa.

La notizia, giunta nelle ultime ore, riporta di una produzione Warner Bros intenzionata a tornare all’origine del mito, a scavare nel background del personaggio e riformulandone la figura seguendo l’impronta del lavoro svolto per Batman Begins. A dirigere il film è stato chiamato Joe Wright, noto perlopiù per opere in costume quali Anna KareninaEspiazione, Orgoglio e Pregiudizio (tutte interpretate da Keira Knightley). Attualmente è impegnato al lavoro sullo script Jason Fuchts, già sceneggiatore de L’Era Glaciale 4: Continenti Alla Deriva, ed il progetto è supervisionato da Sarah Schechter e co-prodotto da Greg Berlanti, produttore, tra gli altri, della serie tv Arrow.

Peter Pan, nato dalla penna di James Matthew Barrie nel lontano 1902 è stato negli anni protagonista di numerose trasposizioni cinematografiche, dalla prima datata 1924 e firmata Herbert Brenon all’ultima omonima pellicola del 2003 diretta da P.J. Hogan. Nel mezzo vere pietre miliari quali l’indimenticabile film d’animazione realizzato dalla Disney e quel meraviglioso sequel made in Spielberg dal nome Hook, con performance eccezionali di Robin Williams Dustin Hoffman.

Attualmente, quello Warner, non è, però, l’unico progetto dedicato a Peter Pan, sono infatti in lavorazione due ulteriori pellicole, una ad opera della Columbia Pictures, sotto la produzione di Channing Tatum Joe Roth, ed un’altra basata sul racconto Peter and the Starcatchers prodotta dalla Disney.

Fonte: Hollywoodreporter.com

Peter Pan e Wendy, recensione del nuovo live action Disney

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Peter Pan e Wendy, recensione del nuovo live action Disney

Peter Pan e Wendy volano nella fantasia dei bambini da moltissimi anni, da quando J.M. Barrie mise su carta le sue idee su Bimbi Sperduti e Isola che non c’è, e dopo, con i contributi di cinema e televisione, la storia del Bambino che non voleva crescere è diventata patrimonio comune, una storia condivisa da molti che lega le coscienze e l’immaginazione di persone lungo tutta la superficie terrestre.

Peter Pan e Wendy, un nuovo live action

E, in linea con la sua politica ormai consolidata dei remake in live action, Walt Disney ha realizzato, per la distribuzione su Disney+ dal 28 aprile, Peter Pan e Wendy, un nuovo sguardo alla storia di Barrie. Ogni volta che si ri-racconta una storia nota, si cerca di trovare un punto debole su cui affondare le proprie radici, in cui conficcare la novità, per arricchire e modificare ciò che si conosce già. E a mano a mano che la produzione Disney prende confidenza con i remake in live action, si allontana sempre più dalla versione animata che la stessa Casa di Topolino ha realizzato, contribuendo a rendere immortali certe storie.

Così, anche Peter Pan e Wendy diventa contemporaneo, per i toni, i ritmi, la rappresentazione e l’approfondimento dei personaggi. Come si intuisce già dal titolo, co-protagonista del film è proprio la cara Wendy Darling, che Peter preleva dalla sua casa a Londra per portare nell’Isola che non c’è, insieme a John e Michael, per badare ai Bimbi Sperduti. Qui, i ragazzini vivranno le loro avventure e combatteranno contro i Pirati di Capitan Uncino, deciso a sfiderà Peter Pan, sua vera e proprio nemesi, mentre cerca di convivere con i suoi traumi a forma di coccodrillo.

La firma di David Lowery

Trai registi più interessanti in circolazione, David Lowery si presta a questo remake senza mai rinunciare al proprio occhio. Può molto poco dal punto di vista contenutistico, è chiaro, ma fa del suo meglio per dare un look e una voce al film, con il suo occhio raffinato e ampio, prediligendo le riprese lunghe e l’azione concitata. Da questo punto di vista, il film è un esempio di preziosa messa in scena, mentre più banale si rivela nell’aspetto contenutistico che pure doveva essere il suo punto forte. La storia di Capitan Uncino (un Jude Law molto divertito e efficace!), che ruba la scena alla citata Wendy del titolo, sembra nient’altro che una ri-narrazione di quello che ci aveva raccontato Steven Spielberg con Hook e il suo magnifico Dustin Hoffman. Allo stesso tempo, dopo il racconto di Wendy fatto da Benh Zeitlin nell’omonimo film del 2021, sembra difficile trovare degli elementi di innovazione nel raccontare la bambina che doveva fare da madre ad altri bambini. Il comune denominatore dei due adattamenti è che il fenomeno della crescita, che viene visto come uno spauracchio per la maggior parte del film (e dei personaggi) è in effetti la più grande delle avventure, e a conti fatti è così, anche nella vita vera, non solo sull’Isola che non c’è.

Dov’è la meraviglia?

Quello che però manca in Peter Pan e Wendy è il senso della meraviglia. Come una moderna bambina del 2023, la Wendy Darling interpretata da Ever Anderson è perfettamente al corrente di dove la porta Peter: conosce tutto di lui, delle sue avventure, del posto dove vive e niente di quello che vede la sorprende. Manca quindi il senso di avventura e meraviglia per quello che si vive e che viene mostrato, forse un segno indicativo di quello che i giovani spettatori oggi prediligono: l’azione alla scoperta, l’iniziativa all’osservazione. E non è per forza un male, dal momento che nel grande schema dei live action Disney, un prodotto accettabile come Peter Pan e Wendy sembra già un miracolo, anche se la decisione di affidarlo alla piattaforma, by-passando la sala è indicativa delle aspettative che lo Studio ha sul progetto.

Peter Pan e Wendy sembra comunque una porta di ingresso più che dignitosa da varcare per coloro, grandi o piccoli, che si affacciano soltanto adesso alla storia del Bambino che non voleva crescere. Perché ci deve sempre essere uno spazio per tornare bambini, nonostante l’ineluttabilità della crescita.

Peter Pan e Alice saranno fratello e sorella nel live action Come Away

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Avete letto bene: i personaggi di Peter Pan e Alice saranno fratello e sorella in un nuovo progetto per il grande schermo. Si tratta di Come Away, live action che segnerà il debutto solista dietro la macchina da presa di Brenda Chapman, co-regista de Il Principe d’Egitto e di Ribelle The Brave.

Il film sarà scritto da Marissa Kate Goodhill (supervisore di Salvate il soldato Ryan, Forrest Gump, Braveheart e Titanic) e sarà una storia di origini: prima che Alice e Peter diventassero i personaggi che tutti conosciamo, erano fratello e sorella. Nel film i due cercheranno di salvare la loro famiglia, in preda alla disperazione dopo la morte del primogenito in un tragico incidente, fino a quando non saranno costretti a scegliere tra realtà e immaginazione, quindi tra Il Paese delle Meraviglie e L’Isola che Non C’è.

Il film sarà prodotto dall’ex presidente di produzione della Paramount Michelle Manning, e da Leesa Kahn e Andrea Keir. 

Non è la prima volta che i personaggi di Peter Pan e Alice diventano protagonisti di pellicole in live action, ma è certamente la prima volta che appaiono sul grande schermo come fratello e sorella. Cosa ne pensate di “curioso” progetto?

peter pan

Fonte

Peter Pan and Wendy e Cruella direttamente su Disney+

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Peter Pan and Wendy e Cruella direttamente su Disney+

Peter Pan & Wendy e Cruella finiranno direttamente su Disney+. Lo abbiamo appreso in occasione della conferenza degli investitori Disney che si è svolta la notte scorsa negli USA.

Peter Pan and Wendy è diretto da David Lowery, già regista del live action de Il Drago Invisibile. L’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice. Jude Law sarà Capitan Uncino.

Peter Pan and Wendy dovrebbe arrivare al cinema: al contrario di quanto accaduto con Lilli e il Vagabondo, dunque, non sarà destinato a Disney+. Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.

Cruella, che dovrebbe arrivare nelle sale il 28 maggio 2021, è ambientato nella Londra degli anni ’70, dove seguiremo l’ascesa della giovane stilista Cruella de Vil e la nascita della sua ossessionata per i dalmata prima di diventare una delle più leggendarie, spietate, terrificanti e iconiche villain di tutti i tempi. Nel cast ci saranno anche Joel Fry e Paul Walter Hauser nei panni rispettivamente di Gaspare e Orazio.

Dietro la macchina da presa siede Craig Gillespie (I,Tonya, Lars e una ragazza tutta sua e Fright Night – Il vampiro della porta accanto) mentre la sceneggiatura è stata curata da Tony McNamara. Alex Timbers, acclamato sceneggiatore di Broadway e della serie Mozart in the Jungle, era stato il primo nome associato al progetto, tuttavia il cambio di piani di lavorazione e la voglia di affrettare la schedule ha costretto la Disney a scegliere un altro regista e a programmare l’inizio delle riprese l’anno prossimo.

Peter Pan & Wendy: Yara Shahidi sarà Campanellino

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Peter Pan & Wendy: Yara Shahidi sarà Campanellino

La Disney ha scelto Yara Shahidi, star di Grown-ish, per interpretare Campanellino nel prossimo live action Peter Pan & Wendy. Anche l’adattamento animato del classico di James Matthew Barry subirà quindi un trattamento “dal vivo”, come accaduto a molti classici, tra cui l’ultimo Mulan, che è arrivato direttamente su Disney+, saltando l’uscita in sala (Cina a parte).

Stando a quanto riportano i principali siti americani, l’attrice sarà adesso incaricata di interpretare la piccola e dispettosa fatina amica di Peter Pan, che in passato era stata interpretata da Julia Roberts, nel Hook di Steven Spielberg.

Yara Shahidi è diventata una brillante giovane stella a Hollywood negli ultimi anni dopo aver interpretato con successo il ruolo di Zoey Johnson nel dramma della ABC Black-ish. Da allora ha recitato nello spin-off, Grown-ish ed è apparsa anche in un altro spin-off Mixed-ish. Con questo casting, Shahidi sarà la prima attrice nera a interpretare Campanellino.

Peter Pan and Wendy sarà diretto da David Lowery, già regista del live action de Il Drago Invisibile. L’esordiente Alexander Molony avrà il ruolo di Peter, mentre l’esordiente Ever Anderson sarà Wendy. La Anderson è la figlia di Milla Jovovich e del regista Paul W.S. Anderson, ed è apparsa brevemente in Resident Evil: The Final Chapter nei panni di una giovanissima Alice. Jude Law sarà Capitan Uncino.

Peter Pan and Wendy dovrebbe arrivare al cinema: al contrario di quanto accaduto con Lilli e il Vagabondo, dunque, non sarà destinato a Disney+. Il film d’animazione originale, prodotto da Walt Disney e basato sull’opera teatrale “Peter e Wendy” di J. M. Barrie, è il 14° Classico Disney e venne distribuito nei cinema americani il 5 febbraio 1953.

Peter Pan & Wendy: si sono concluse le riprese del film Disney

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Si sono concluse le riprese di Peter Pan & Wendy, il nuovo live action della Disney, che si concentrerà sulla storia ben nota di Peter Pan. A darne notizia è Alyssa Wapanatâhk, l’attrice che interpreterà il personaggio di Giglio Tigrato nel film.

Basato sul romanzo di J. M. Barrie “Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere” (“Peter and Wendy”) e ispirato al classico animato del 1953, Peter Pan & Wendy è la storia senza tempo di una giovane ragazza che, sfidando il desiderio dei suoi genitori di farle frequentare il collegio, parte con i suoi due fratelli più piccoli verso la magica Isola che non c’è. Lì incontra un ragazzo che si rifiuta di crescere, una piccola fata e un malvagio capitano pirata. Insieme si ritrovano presto a vivere un’emozionante e pericolosa avventura molto molto lontano dalla loro famiglia e dalle comodità di casa.

Peter Pan & Wendy è interpretato da Jude Law (Animali fantastici e dove trovarli) nel ruolo di Capitan Uncino; Yara Shahidi (Grown-ish) in quello di Trilli; Ever Anderson (Black Widow) nel ruolo di Wendy e Alexander Molony (The Reluctant Landlord) in quello di Peter Pan. Molly Parker (House of Cards – Gli intrighi del potere) è Mrs. Darling, mentre Alan Tudyk (Rogue One: A Star Wars Story) è Mr. Darling. Nel cast anche gli esordienti Joshua Pickering nel ruolo di John; Jacobi Jupe in quello di Michael e Alyssa Wapanatâhk nel ruolo di Tiger Lily. Infine Jim Gaffigan (The Jim Gaffigan Show) sarà Spugna.

“Peter Pan è stata a lungo una delle mie storie preferite, in parte perché sono sempre stato restio a crescere, ma anche per l’emozione, l’avventura e l’immaginazione che rendono sempre così attuale il racconto originale di J.M. Barrie”, afferma David Lowery. “Sono entusiasta di avere l’opportunità di ridefinire i suoi personaggi iconici per una nuova generazione e sono ancora più felice di poterlo fare con un cast e una troupe così sensazionali”.

Peter Pan & Wendy, il nuovo trailer

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Peter Pan & Wendy, il nuovo trailer

È disponibile un nuovo trailer per l’epico film evento Disney, Peter Pan & Wendy. La rivisitazione in live-action del romanzo di J. M. Barrie e del classico d’animazione del 1953 debutterà il 28 aprile, in esclusiva su Disney+.

Peter Pan & Wendy racconta la storia di Wendy Darling, una giovane ragazza che ha paura di lasciarsi alle spalle la sua casa d’infanzia, che incontra Peter Pan, un ragazzo che si rifiuta di crescere. Insieme ai suoi fratelli e a una fatina, Trilli, viaggia con Peter verso il magico mondo dell’Isola Che Non C’è. Lì incontra un malvagio pirata, Capitan Uncino, e intraprende un’avventura emozionante e pericolosa che cambierà la sua vita per sempre. Il film è interpretato da Jude Law (Animali fantastici – I segreti di Silente), Alexander Molony (The Reluctant Landlord), Ever Anderson (Resident Evil: The Final Chapter), Yara Shahidi (grown-ish), Alyssa Wapanatâhk, Joshua Pickering (A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe), Jacobi Jupe, Molly Parker (House of Cards – Gli intrighi del potere), Alan Tudyk (Rogue One: A Star Wars Story) e Jim Gaffigan (The Jim Gaffigan Show). Peter Pan & Wendy è diretto da David Lowery, da una sceneggiatura di David Lowery & Toby Halbrooks (Sir Gawain e il Cavaliere Verde) basata sul romanzo di J. M. Barrie e sul film d’animazione Le avventure di Peter Pan. Il film è prodotto da Jim Whitaker (Il drago invisibile), mentre Adam Borba (Nelle Pieghe del Tempo), Thomas M. Hammel (Thor: Ragnarok) e Toby Halbrooks sono i produttori esecutivi.

Peter Pan & Wendy: trailer del film con Jude Law

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Peter Pan & Wendy: trailer del film con Jude Law

Disney+ ha diffuso il trailer, poster e data di uscita di Peter Pan & Wendy, “una rivisitazione live-action del romanzo di JM Barrie e del classico animato del 1953”. Il regista e co-sceneggiatore David Lowery ha commentato l’imminente adattamento. Il film debutterà il 28 aprile 2023 su Disney+.Il regista/co-sceneggiatore David Lowery ha dichiarato: “Nel realizzare Peter Pan & Wendy, ci siamo proposti di creare un film che onorasse sia il testo originale di J. M. Barrie che l’adattamento animato di Walt Disney. Volevamo rinvigorire il nostro racconto con sincerità emotiva, sentimenti profondi e un grande desiderio di avventura. Centinaia di incredibili artisti hanno lavorato molti anni per portare questo film sullo schermo e sono entusiasta che il pubblico possa vedere il loro lavoro, intraprendere questo viaggio e riscoprire una storia intramontabile da una nuova prospettiva”.

Peter Pan & WendyPeter Pan & Wendy, il film

Peter Pan & Wendy, la rivisitazione in live-action del romanzo di J. M. Barrie e del classico d’animazione del 1953, debutterà il 28 aprile in esclusiva su Disney+. Sono disponibili il teaser trailer e la key art del film originale diretto da David Lowery (Pete’s Dragon,  The Green Knight ) che farà vivere, come mai prima d’ora, un’avventura senza tempo con gli amati personaggi.

Peter Pan & Wendy racconta la storia di Wendy Darling, una giovane ragazza che ha paura di lasciarsi alle spalle la sua casa d’infanzia, che incontra Peter Pan, un ragazzo che si rifiuta di crescere. Insieme ai suoi fratelli e a una fatina, Trilli, viaggia con Peter verso il magico mondo dell’Isola che non c’è. Lì incontra un malvagio pirata, Capitan Uncino, e intraprende un’avventura emozionante e pericolosa che cambierà la sua vita per sempre. Il film è interpretato da Jude Law (Animali fantastici – I segreti di Silente), Alexander Molony (The Reluctant Landlord), Ever Anderson (Resident Evil: The Final Chapter), Yara Shahidi (Grown-ish), Alyssa Wapanatâhk, Joshua Pickering (A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe), Jacobi Jupe, Molly Parker (House of Cards – Gli intrighi del potere), Alan Tudyk (Rogue One: A Star Wars Story) e Jim Gaffigan (The Jim Gaffigan Show). Peter Pan & Wendy è diretto da David Lowery, da una sceneggiatura di David Lowery & Toby Halbrooks (Sir Gawain e il Cavaliere Verde) basata sul romanzo di J. M. Barrie e sul film d’animazione Le avventure di Peter Pan. Il film è prodotto da Jim Whitaker (Il drago invisibile), mentre Adam Borba (Nelle Pieghe del Tempo), Thomas M. Hammel (Thor: Ragnarok) e Toby Halbrooks sono i produttori esecutivi.

Peter Pan & Wendy: al via le riprese del live-action

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Peter Pan & Wendy: al via le riprese del live-action

Sono iniziate a Vancouver le riprese dell’avventura fantasy live-action Peter Pan & Wendy che debutterà su Disney+ nel 2022. Il film è diretto da David Lowery (Il drago invisibile) e prodotto da Jim Whitaker (Il drago invisibile).

Basato sul romanzo di J. M. Barrie “Peter Pan. Il bambino che non voleva crescere” (“Peter and Wendy”) e ispirato al classico animato del 1953, Peter Pan & Wendy è la storia senza tempo di una giovane ragazza che, sfidando il desiderio dei suoi genitori di farle frequentare il collegio, parte con i suoi due fratelli più piccoli verso la magica Isola che non c’è. Lì incontra un ragazzo che si rifiuta di crescere, una piccola fata e un malvagio capitano pirata. Insieme si ritrovano presto a vivere un’emozionante e pericolosa avventura molto molto lontano dalla loro famiglia e dalle comodità di casa.

Peter Pan & Wendy è interpretato da Jude Law (Animali fantastici e dove trovarli) nel ruolo di Capitan Uncino; Yara Shahidi (Grown-ish) in quello di Trilli; Ever Anderson (Black Widow) nel ruolo di Wendy e Alexander Molony (The Reluctant Landlord) in quello di Peter Pan. Molly Parker (House of Cards – Gli intrighi del potere) è Mrs. Darling, mentre Alan Tudyk (Rogue One: A Star Wars Story) è Mr. Darling. Nel cast anche gli esordienti Joshua Pickering nel ruolo di John; Jacobi Jupe in quello di Michael e Alyssa Wapanatâhk nel ruolo di Tiger Lily. Infine Jim Gaffigan (The Jim Gaffigan Show) sarà Spugna.

“Peter Pan è stata a lungo una delle mie storie preferite, in parte perché sono sempre stato restio a crescere, ma anche per l’emozione, l’avventura e l’immaginazione che rendono sempre così attuale il racconto originale di J.M. Barrie”, afferma David Lowery. “Sono entusiasta di avere l’opportunità di ridefinire i suoi personaggi iconici per una nuova generazione e sono ancora più felice di poterlo fare con un cast e una troupe così sensazionali”.

Peter Morgan, dalla regina all’arzillo patron di Playboy?

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Peter Morgan, nominato all’Oscar per la sceneggiatura di The Queen  di Stephen Frears, è in trattative per occuparsi dello script di Playboy, biopic dedicato a Hugh Hefner

Peter Jackson: “Non sapevo cosa diavolo stavo facendo quando ho fatto Lo Hobbit”

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È un Peter Jackson forse più lucido quello che oggi parla sulle pagine del The Guardian, ammettendo la poca riuscita de Lo Hobbit. Infatti, il regista e produttore della trilogia, per molti un vero “disastro” ma non per il Box Office, ha dichiarato: “Non sapevo cosa diavolo stavo facendo quando ho fatto Lo Hobbit”.

Il premio Oscar ha rivelato che ha iniziato le riprese della trilogia senza una preparazione adeguata, e in molti casi senza un supporto di storyboard e uno script completo. Jackson ha assunto il comando dell’operazione nel 2010, dopo la partenza del regista Guillermo del Toro e rispetto al Signore degli Anelli che ha avuto una preparazione di tre anni, per Lo Hobbit circa un anno e mezzo.

Lo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate: 15 minuti di scene inedite

“A causa dell’abbandono di Guillermo Del Toro e del mio subentro alla regia, non abbiamo potuto portare indietro l’orologio di un anno e mezzo e darmi quel tempo per lavorare al design del film, che era diverso da quello che lui stava creando – ha detto Jackson – Era impossibile, e come risultato ho semplicemente cominciato a girare il film con una buona parte del design non pronto affatto. Vai a lavoro su un set e devi solo provare a fare tutto, hai queste scene enormi e complicate, nessuno storyboard (…) Ho passato lamaggior parte del tempo a lavoro su Lo Hobbit come se non fossi a capo del tutto, persino dal punto di vista della sceneggiatura Frank, Philippa e io non avevamo l’intero script finito a nostra soddisfazione. Era una situazione con moltissima pressione”.

Lo stato caotico delle cose sul set in Nuova Zelanda spiega per quale ragione l’uscita dell’ultimo capitolo sia stata rimandata, da Luglio 2014 a Dicembre 2014.

“Avevamo avuto i permessi a girare per due mesi nel 2012, e mentre stavamo per cominciare sono andato dai produttori e ho detto ‘Dal momento che non so cosa diavolo sto facendo e non ho gli storyboard e la preparazione, perché non finiamo prima?’. E così quel ritardo c’è stato per consentire al regista di schiarirsi le idee e farsi ispirare con calma per mettere in piedi la battaglia e cominciare a mettere insieme qualcosa”.

Nonostante un incasso totale di 3 miliardi di dollari, i film della trilogia non hanno avuto un grande successo di critica con il terzo capitolo quello più criticato. Probabilmente anche l’idea di trasformare un romanzo unico in tre film da 8 ore e mezza complessive non ha aiutato.

Via The Guardian

 

Peter Jackson svela il suo film preferito del Signore degli anelli

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Quando si parla di opere di adattamento fantasy, la trilogia de Il Signore degli Anelli rimane una delle più acclamate e amate. Peter Jackson ha diretto tutti e tre i capitoli, usciti nelle sale tra il 2001 e il 2003. I tre film, che fungono da adattamento della serie di libri dell’autore J.R.R. Tolkien, sono stati tutti un successo di critica e commerciale, e Jackson sarebbe tornato al mondo della Terra di Mezzo con la sua trilogia de Lo Hobbit, di minor successo, nel 2010.

Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello è stato il film che ha dato il via a tutto, introducendo Elijah Wood nel ruolo di Frodo e dando il via alla sua ricerca di distruggere l’Unico Anello nelle fiamme del Monte Fato. Questo capitolo è stato seguito da Le due torri, che presenta la battaglia culminante del Fosso di Helm, e infine da Il ritorno del re, il film che chiude la trilogia e che conclude le storie di personaggi del Signore degli Anelli come Frodo, Sam (Sean Astin), Aragorn (Viggo Mortensen) e Gandalf (Ian McKellen) con molta azione ed emozione.

Peter Jackson sceglie Le due torri come suo film preferito del Signore degli Anelli

Elijah Wood in Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'Anello
Elijah Wood in Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello. Foto di © 2001 New Line Cinema.

Jackson rivela quale sia il suo film preferito del Signore degli Anelli, indicando Le due torri. Il secondo capitolo della trilogia di Jackson è uscito nel 2002, riprendendo la storia dopo l’emozionante finale del La Compagnia dell’Anello. Il sequel vede Frodo e Sam assumere Gollum (Andy Serkis) come guida attraverso la Terra di Mezzo, mentre Aragorn, Legolas (Orlando Bloom) e Gimli (John Rhys-Davis) inseguono un gruppo di Uruk-hai per salvare Merry (Dominic Monaghan) e Pipino (Billy Boyd). Il film è stato un successo di critica e di pubblico, incassando 923 milioni di dollari in tutto il mondo.

Durante una recente intervista con Letterboxd, a Jackson è stato chiesto se avesse un film preferito del Signore degli Anelli. Pur citando Le due torri, ammette che questa scelta potrebbe cambiare. Guardate il commento di Jackson qui sotto:

Le Due Torri, credo. Ma se le rivedo potrei averne una completamente diversa”.

Jackson rivela che il suo preferito potrebbe evolversi se dovesse rivedere la trilogia, ma nella stessa intervista rivela di avere difficoltà quando si tratta di rivedere i suoi stessi film. Pur non escludendo di rivedere la sua trilogia del Signore degli Anelli, sembra che abbia bisogno di più tempo:

“Non riesco a guardare i miei film. È solo che, voglio dire, un giorno… Diciamo che mi piace di più con il passare del tempo, quindi un giorno li guarderò di nuovo. Spero che vi piacciano!”.

Cosa significa la scelta di Jackson per la trilogia de Il Signore degli Anelli

Il Signore degli anelli
© New Line Cinema/Everett

Come si vede nel grafico sottostante, la scelta di Jackson è in linea con il consenso della critica riguardo ai tre film del Signore degli Anelli, almeno secondo Rotten Tomatoes. Si tratta comunque di una gara molto combattuta, con solo una manciata di punti percentuali tra i tre, a testimonianza di quanto siano acclamati e amati tutti e tre i capitoli.

Quando si tratta di scegliere il film preferito del Signore degli Anelli, non c’è una sola risposta giusta e le preferenze personali giocano un ruolo fondamentale. Non è chiaro perché Le due torri sia il preferito di Jackson, ma il secondo capitolo di una trilogia è sempre una sfida importante, perché in definitiva funge da ponte in una storia più ampia. Anche se Le due torri potrebbe non essere il film del Signore degli Anelli preferito da tutti, è chiaramente un’opera fantasy speciale, di cui Jackson è particolarmente orgoglioso.

Peter Jackson riceve una stella sulla Walk of Fame [Video]

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Il regista Peter Jackson artefice delle trilogie su Il Signore Degli Anelli e l’ultima dedicata allo Hobbit ha ricevuto una stella sulla leggendaria Hollywood Walk fo Fame. La cerimonia di consegna si è svolta ieri ed ecco il video ufficiale:

https://www.youtube.com/watch?v=LHv3iaSvKaA

Alla cerimonia presenti gli attori Andy Serkis , Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Lee Pace, Luke Evans, Richard Armitage ed Elijah Wood.

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Lo Hobbit La Battaglia delle Cinque ArmateLo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate è scritto da Fran Walsh, Peter Jackson, Philippa Boyens e Guillermo del Toro. Il cast del film comprende .

Trama: Lo Hobbit La Battaglia delle Cinque Armate porta all’epica conclusione delle avventura di Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia e la compagnia dei nani. Avendo reclamato la propria terra al drago Smaug, la compagnia ha inavvertitamente scatenato una forza letale nel mondo. Infuriato, Smaug riversa la sua ira ardente dall’alto, su uomini inermi, donne e bambini di Pontelagolungo.

Ossessionato soprattutto dal proteggere il suo tesoro, Thorin sacrifica la sua amicizia e il suo onore, mentre Bilbo tenta in tutti i modi di farlo ragionare e presto dovrà compiere una scelta molto rischiosa. Ma ci sono anche pericoli più grandi. All’oscuro di tutti a parte Gandalf, Sauron sta radunando le sue legioni di orchi per attaccare la Montagna Solitaria.

Mentre l’oscurità sta prendendo il sopravvento nel conflitto, Nani, Elfi e Uomini si trovano di fronte alla condizione di dover lottare insieme o venire sconfitti.  Bilbo si ritrova a dover lottare per la sua vita e quella dei suoi amici nella battaglia epica dei Cinque Eserciti, con il futuro della Terra di Mezzo in bilico.

Peter Jackson rende omaggio al grande Christopher Lee

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Peter Jackson rende omaggio al grande Christopher Lee

La triste notizia di ieri della morte di Christopher Lee ci rende ancora oggi tristi per la scomparsa di una leggenda, e oggi anche Peter Jackson rende omaggio alla sua magnificenza.

È con enorme tristezza che ho appreso della scomparsa di Sir Christopher Lee. Aveva 93 anni, e non era nel consueto stato di salute, ma il suo spirito, come sempre, è rimasto indomabile.
Christopher parlava 7 lingue; era in tutti i sensi, un uomo di mondo; era un esperto d’arte, politica, letteratura, storia e scienza. Era uno studioso, un cantante, uno straordinario narratore e naturalmente, un meraviglioso attore. Una dei miei appuntamenti preferiti ogni volta che venivo a Londra era quello di andare a trovare Christopher e Gitte in modo che lui potesse regalarmi le storie meravigliose della sua vita straordinaria. Io amavo ascoltare quelle storie e lui amava raccontarle  erano assolutamente convincenti perché erano vere, storie dei suoi tempi nello Special Air Service, della Seconda Guerra mondiale, degli anni d’oro degli horror Hammer, del suo lavoro con Tim Burton  di cui era terribilmente orgoglioso.
Sono stato così fortunato a lavorare con Chris per ben cinque film e non ho mai smesso di emozionarmi nel vederlo sul set. Ricordo che in occasione del mio 40° compleanno (aveva 80 anni all’epoca), mi disse: “Sei la metà di me”.  Essere la metà di Christopher Lee è più di quanto avrei potuto mai sperare. Era un vero gentleman, in un periodo in cui i gentlemen non esistono più.
Sono cresciuto amando i film di Christopher Lee. Per la maggior parte della mia vita mi sono intrattenuto con i ruoli iconici che lui non solo ha creato, ma che ha continuato a interpretare anche nei decenni successivi. Ma da qualche parte, lungo la strada Christopher Lee, improvvisamente e magicamente si è dissolto ed è diventato il mio amico, Chris.  E ho amato Chris ancora di più.

Non ci sarà mai più un altro Christopher Lee. Occupa un posto unico nella storia del cinema e nei cuori di milioni di fan nel mondo.

Al mondo mancherà qualcosa senza di lui.

Le mie più sentite condoglianze a Gitte, alla sua famiglia e ai suoi amici.

Riposa in pace, Chris.

Un’icona del cinema si è trasformata in leggenda.

 

Peter Jackson racconta il titanico lavoro dietro a The Beatles – Get Back

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Si tratta di un evento cinematografico senza precedenti, nonostante si sia scelto di distribuirlo direttamente su Disney+. Stiamo parlando di The Beatles – Get Back, il documentario in tre puntate che Peter Jackson ha realizzato a partire da ore e ore di filmati inediti che ci portano nel backstage delle sessioni di registrazione della band nel gennaio del 1969, in un momento cruciale della storia della musica.

Nella migliore delle sue abitudini cinematografiche, Peter Jackson ha fatto del lavoro di scelta e montaggio dei momenti una trilogia, tre appuntamenti su Disney+, il 25, 26 e 27 novembre. In occasione della conferenza stampa del film, abbiamo avuto il piacere e il privilegio di sentire dalle parole stesse di Jackson com’è stato lavorare a questo documentario, quali sono state le sfide, quali i momenti migliori e soprattutto come mai si è cimentato in questo progetto tanto difficile quanto divertente.

“Solo un fan poteva realizzare The Beatles – Get Back”

“Sono certamente un fan dei Beatles, in termini di nascita – ha esordito JacksonSono nato nel 1961, ero vivo quando i Beatles effettivamente pubblicando i loro album, ma non riesco a ricordarli negli anni’60. I miei genitori non hanno mai comprato un singolo album dei Beatles. Avremmo avuto circa 30 dischi quando ero piccolo e nessuno di questi era dei Beatles. Ma con la mia prima paghetta ho comprato la compilation dei Beatles, Red and Blue, nel 1972. In questo modo sono diventato un fan dei Beatles, e penso che chiunque avesse fatto questo lavoro, doveva essere un fan, perché il materiale era tanto, erano circa 140 ore di audio continuo e si trattava di capire le piccole sfumature delle loro conversazioni.”

Conversazioni, prove, dettagli, registrazioni, come rintracciare una storia da raccontare in questo groviglio di materiale?

Peter Jackson: “Bisogna tenere conto del fatto che Michael Lindsay-Hogg, quello che effettivamente ha girato questo materiale 52 anni fa, era un regista e lui aveva sicuramente scelto un modo per raccontare quello che stava riprendendo. Ma cosa? Ho cercato di trasformarlo in un altro personaggio, nel film. Fa parte di una delle trame, come John e Yoko, oppure come il viaggio di Paul.”

Un periodo particolare nella carriera del gruppo

Come mai esiste tutto questo materiale non utilizzato e soprattutto apparentemente non organizzato? 

“Al momento della registrazione, l’ultima volta in cui i Beatles si erano esibiti dal vivo c’era Brian Epstein a organizzare tutto per loro, dagli alberghi ai viaggi ai tour fino al 1966, e quella era stata l’ultima volta che ebbero qualcuno che si occupava di loro. E quando andavano in studio per incidere un album c’era George Martin in sala di registrazione. In questo caso sono a Twickenham perché Denis O’Dell che produce sia The Magic Christian che Get Back, ha prenotato lo studio per le riprese e loro possono utilizzarlo gratuitamente mentre i set vengono costruiti. Non si tratta della registrazione di un album, ma delle prove per un disco e uno show. Quindi si trovano ad affrontare questa cosa senza il solito supporto, e anche oggi guardando il film non si capisce bene chi era responsabile del progetto. Loro sembrano pensare che ci sia qualcuno a occuparsene dietro le quinte e si tratta probabilmente di Denis O’Dell, il produttore, che però sta per iniziare le riprese e si occupa del resto solo part-time. I Beatles ingaggiano una battaglia continua col regista Michael Lindsay-Hogg, che cerca di catturare quanto più materiale autentico possibile.”

I tentativi di sfuggire alle registrazioni

“Ovviamente se hai una cinepresa addosso te ne rendi conto e non sei spontaneo, Michael era consapevole di questo e aveva deciso di fare in modo di riprenderli e registrarli il più possibile senza che se ne accorgessero, con dei trucchi. Ad esempio la macchina da presa stava su un cavalletto e veniva accesa prima che l’operatore si allontanasse, così che si continuava a girare senza che loro se ne accorgessero, o coprendo con lo scotch la luce rossa. Inoltre Michael nascondeva i microfoni per cercare di catturare delle conversazioni reali e ad esempio John e George non si rendevano conto di quando venivano registrati i loro discorsi privati, ma invece di dire a Michael “dicci quando state riprendendo perché non vogliamo che tu lo faccia in certi momenti”, alzavano il volume degli amplificatori e strimpellavano la chitarra, facendo rumore, quindi i microfoni di Michael registravano questo suono, mentre le loro bocche parlavano. Grazie alla tecnologia computerizzata di cui disponiamo siamo riusciti a togliere le chitarre e far sentire le conversazioni che loro hanno cercato di coprire o di camuffare. In realtà erano proprio i Beatles a pagare la pellicola a Michael, quindi volevano essere ripresi ma al tempo stesso non volevano essere invasi nel loro privato. In 150 ore di materiale c’è solo un momento in cui Paul McCartney dice “adesso spegniamo le cineprese” e tutti lo fanno, ma anche in quel causo l’audio continua a registrare quindi ci resta quella conversazione.”

The Beatles: Get BackRileggere il mito dei Beatles

Il film ci ripropone una specie di rilettura di quello che erano i Beatles. In che modo il racconto del loro mito è cambiato in questo lavoro? 

“Quando pensiamo ai Beatles, pensiamo a come li abbiamo visti in A Hard Day’s Night e Help!, nelle interviste e conferenze stampa degli anni Sessanta, ma sono tutte situazioni in cui si esibiscono. Qui, come dicevamo, quando non sanno che sono ripresi e registrati li vediamo come sono al cento per cento. In altre circostanze li abbiamo visti affascinanti, e divertenti, ma ora sono qui per fare un progetto molto ambizioso, e cosa potrebbe rivelare di più del carattere e della personalità di qualcuno del vederlo alle prese con dei problemi? Vedendo come affrontano le crisi mi sono detto che sono dei ragazzi normali, delle brave persone, diverse tra loro, come è normale che siano quattro individui. Noi siamo abituati a pensare a loro come ad un’unità, col loro aspetto e la caratterizzazione che avevano negli anni Sessanta: quello affascinante, il silenzioso, il buffone eccetera. Avevano delle etichette ma li pensavamo come un tutt’uno e qui vediamo invece quattro persone distinte che affrontano le cose a modo loro. Alla fine li ho rispettati anche di più perché quando togli il velo al mito e vedi la verità nuda e cruda devi essere pronto a restare deluso. Io penso ai Beatles in modo molto diverso ora, non penso alle loro acconciature, ai personaggi e al loro modo di vestire, come facevo da fan, ma penso a loro come a persone ed esseri umani. Credo che dopo aver visto The Beatles – Get Back si capisca che sono ragazzi bravi e sensibili, non ci sono primedonne, hanno i loro disaccordi e le loro ambizioni, perché sono persone diverse ma sono quattro bravi ragazzi.”

Carta bianca da parte degli eredi

Qual è stata la reazione alla visione del film? Ha avuto paletti o divieti?

“Mi hanno dato carta bianca, come fecero con Michael, anche se poi fecero sparire questo materiale […] Mi aspettavo che mi dicessero che qualcosa non andava o che avrebbero preferito togliere una conversazione, o altro, e questo non mi avrebbe sorpreso né mi sarei arrabbiato, e invece non mi hanno dato una singola nota, non hanno fatto nessuna richiesta in proposito. Lo hanno visto e sicuramente è stata una delle esperienze più stressanti della loro vita e ci vuole coraggio da parte loro per esporre in pubblico quello che è successo dietro le quinte per la prima volta in assoluto, a parte nel film Let It Be che hanno fatto sparire, quindi sono un po’ nervosi perché sono consapevoli del fatto che si mostrano per la prima volta come realmente erano. La reazione più importante l’ha avuta Paul, quando l’ha visto e mi ha detto “è un ritratto molto accurato di come eravamo allora” e io sono stato molto felice perché è proprio quello che cercavo di fare. Ho visto 150 ore di materiale e poi ho dovuto ridurlo e condensarlo e nel processo di riduzione ero preoccupato che l’insieme risultasse sbilanciato. Per me la cosa più importante – e credo anche per loro – è sempre stata che fosse fedele alla verità, che loro non vogliono edulcorare. La Disney ad esempio voleva togliere le parolacce, ma Ringo, Paul e Olivia hanno detto “così eravamo e così parlavamo, per favore, non fatelo”.”

Per scoprire se alla fine la Disney sia riuscita o meno a togliere le parolacce, non resta che aspettare il 25, 26 e 27 novembre, quando le tra puntate di The Beatles – Get Back verranno messe on line su Disney+.

Peter Jackson parla di Beorn ne Lo Hobbit

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Peter Jackson parla di Beorn ne Lo Hobbit

Ne abbiamo parlato in un nostro approfondimento, ma il personaggio di Beorn (Mikael Persbrandt), appaertenente all’universo de Lo Hobbit non ha ancora fatto il suo esordio sul grande schermo. Lo vedremo però nel secondo e nel terzo capitolo della trilogia, La Desolazione di Smaug e Andata e Ritorno, e intanto il regista Peter Jackson ne parla alla rivista Nöjesbladet.

Dovrete aspettare il prossimo film per vederlo. Non vedo l’ora che arrivi il secondo film! Mikael Persbrandt ha creato un personaggio molto intenso. La storia include molte scene con Beorn nel secondo e nel terzo film. Mikael è un attore fantastico, davvero bravo. Lo richiameremo a girare alcune scene aggiuntive per il terzo film l’anno prossimo. Beorn è quel genere di personaggio per cui ti viene voglia di scrivere più materiale.

Il personaggio di Beorn compare a metà del romanzo e alla fine, durante la Battaglia dei Cinque Eserciti, ma possiamo presumere che Jackson abbia ampliato il suo ruolo.

A questo link trovate il nostro approfondimento sul personaggio (ATTENZIONE SPOILER).

Lo Hobbit-un-viaggio-inaspettato-foto-gandalf-beorn

Peter Jackson parla dell’unica volta che perse le staffe sul set de Il Signore degli Anelli

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Anche se è difficile crederci, considerato il successo planetario raggiunto dalla saga, all’inizio la New Line Cinema non era del tutto a sostegno della visione di Peter Jackson in merito all’adattamento de Il Signore degli Anelli.

In occasione dei 20 anni dell’uscita de La compagnia dell’anello, Deadline ha dedicato un lungo speciale alla saga cinematografica in cui Jackson ha avuto modo di ricordare la sola e unica volta in cui si davvero lasciato sopraffare dalla rabbia sul set del film. Come spiegato il regista, quel momento di sfogo era dovuto alle preoccupazioni della New Line in merito al budget del film, che continuava a crescere a dismisura, sforando di gran lunga la cifra che era stata inizialmente stabilita.

Il tutto è avvenuto durante le riprese de Le due torri: “Era quel periodo in cui la New Line era parecchio arrabbiata con noi per quanto riguardava il budget”, ha raccontato Peter Jackson. “Ero su questo parapetto, forse con Viggo Mortensen, e vedo arrivare da lontano il produttore Barrie Osborne. Ci impiegò 30 minuti per arrivare lassù, sbuffando, e io nel mentre continuavo a girare. Quando arrivò, disse: ‘C’è lo studio che vuole parlare con te. Ti devo mettere in contatto con Michael Lynne della New Line’. Io gli chiedo perché e lui mi risponde: ‘Oh, ha intenzione di minacciare di farti causa. Ti toglierà la casa da sotto i piedi per coprire lo sforamento del budget.”

“Barrie era solo il messaggero, ma io mi sono ritrovato a perdere davvero le staffe, per la prima volta”, ha aggiunto il regista. “Gli risposi: ‘Dì a Michael Lynne che sto girando questo ca**o di film e sto facendo del mio meglio. Non ho intenzione di perdere neanche un giorno di lavoro per una telefonata del genere’. Così Barry prese il cellulare, tornò indietro verso la sua macchina e se ne andò.”

Peter Jackson e i problemi di budget durante la produzione de Il Signore degli Anelli

Tuttavia, Jackson ha riconosciuto che la situazione che si era venuta a creare poteva, in qualche modo, essere comprensibile, dal momento che il budget era passato da 60 milioni di dollari ciascuno a 120 milioni. “Capisco davvero la posizione della New Line, di Bob Shaye, di Michael Lynne. Guardando indietro, non li giudico assolutamente”, ha spiegato il regista. “C’era veramente tanta pressione. Erano arrabbiati con noi perché il budget continuava a salire. La rabbia era comprensibile. Non erano loro i cattivi in questa storia: i cattivi eravamo noi. Le cose poi si sono calmate quando Barrie Osborne, a qualche mese di distanza dall’inizio delle riprese, è diventato uno dei produttori e i budget dei film vennero rivalutati in maniera realistica. Ci siamo sentiti tutti un po’ sotto assedio all’epoca, ma, ripensandoci ora, capisco molto più chiaramente la situazione.”

Peter Jackson non girerà un cinecomic Marvel: “Non ho mai letto un fumetto”

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Ora che i viaggi nella Terra di Mezzo sembrano giunti al termine, Peter Jackson è pronto a buttarsi in nuovi progetti. Tra questi non ci sarà, però, un adattamento dal mondo dei fumetti. Il regista non sembra affatto interessato, anche dovesse presentarsi Marvel con un’offerta.

Non mi piace molto il blockbuster hollywoodiano che esiste in questo momento. L’industria cinematografica e l’avvento di tutta la tecnologia, è come aver perso un pò la strada. E’ diventato tutto molto guidato dai franchise  e dai supereroi. Non ho mai letto un fumetto in vita mia quindi parto subito in svantaggio e non ho interesse in questo campo. Così ora è il momento per noi di un passo indietro. stiamo andando verso qualcosa di quella scala.

Il regista ha anche aggiunto, citando direttamente Marvel:

Allora, sì, non ho intenzione di andare fuori e fare un film Marvel. Quindi, se non faccio un film Marvel, non ho altre opzioni. Devo andare fare un piccolo film in Nuova Zelanda.

Vi ricordiamo che Peter Jackson è stato impegnato proprio in Nuova Zelanda fino a poco tempo fa, con le riprese di Lo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate, l’ultimo viaggio nella Terra di Mezzo insieme a Bilbo, Gandalf, Bard, Thorin, i 13 Nani e naturalmente proprio al regista Peter Jackson, artefice di tutto.

Fonte: CBM

Peter Jackson mostra la sua collezione di memorabilia

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Peter Jackson mostra la sua collezione di memorabilia

Peter Jackson è un noto collezionista e nella sua posizione “privilegiata” è stato capace, negli anni, di ammucchiare e collezionare tantissimi oggetti di valore appartenenti ai più famosi franchise cinematografici, preziosi e introvabili cimeli che Adam Savage ha ripreso e mostrato in una nuova puntata del suo show web, Tested.

Di seguito il video che mostra l’invidiabiel e ricchissima collezione del regista neozelandese.

Dopo aver lavorato per moltissimo tempo nella Terra di Mezzo, tra Signore degli Anelli e Lo Hobbit, Peter Jackson ha annunciato da poco il suo prossimo progetto da regista, l’adattamento di Macchine Mortali, serie di romanzi scifi/steampunk per ragazzi scritta da Philip Reeve.

Di seguito la sinossi del primo di quattro romanzi pubblicatonel 2001 dalla Scholastic: Futuro remoto. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe, vive in una Londra che si aggira per il mondo ormai deserto cercando di divorare altre città più deboli allo scopo di procacciarsi schiavi e risorse. Un caso fortuito porta il ragazzo a sventare il piano omicida di una giovane orribilmente sfigurata che attenta alla vita del capo della Corporazione degli Storici, l’archeologo Valentine. Prima che la misteriosa ragazza precipiti nel nulla del selvaggio Territorio Esterno, Tom riesce a farsi rivelare la sua identità. Ma, da quel momento, da eroe e si trasforma in preda.

Middle-Earth Limited Collector’s Edition: Peter Jackson non è stato coinvolto

Peter Jackson interviene nella causa turca: “Non si tratta di Gollum”

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Vi abbiamo segnalato che in Turchia era in corso una causa per stabilire se Gollum, personaggio de Il Signore degli Anelli, fosse un personaggio positivo o negativo. Questo a causa del fatto che il cittadino Bilgin Ciftci aveva postato questa immagine sui social, accostando il personaggio al premiere turco Erdogan.

gollumA fare chiarezza sulla questione è intervenuto addirittura Peter Jackson, che in una lettera aperta a The Warp ha fatto notare:

Se le immagini diffuse sono quelle su cui si basa la causa turca, possiamo affermare categoricamente: nessuna di esse raffigura Gollum. Sono tutte immagini del personaggio noto come Smeagol.

Smeagol è un personaggio gioioso e dolce. Smeagol non mente, non inganna né cerca di manipolare gli altri. Non è cattivo, subdolo, malizioso – sono tratti della personalità che corrispondono a Gollum, che non andrebbe mai confuso con Smeagol.

Smeagol non sognerebbe mai di utilizzare il potere contro i più deboli. Non è un bullo. In realtà è adorabile. Ecco perché il pubblico di tutto il mondo ama questo personaggio. (traduzione)

In Turchia chi offende il premiere può essereperseguito e punito con il carcere. Che quello di Jackson sia stato un tentativo di farla passare liscia al povero signor Ciftci?

Peter Jackson in trattative per dirigere The Hobbit?

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Deadline.com riporta la notizia che tutti i fan stavano aspettando:  Peter Jackson ha deciso di ascoltare le richieste di Warner Bros/New Line e MGM: non solo ha preso in considerazione l’offerta di dirigere Lo Hobbit, ma secondo il sito il regista è già in trattative con le compagnie per assumere l’incarico. Ricordiamo che Jackson è già co-sceneggiatore e produttore esecutivo della pellicola, e che ha seguito passo passo lo sviluppo del kolossal da prima che Guillermo del Toro venisse scelto come regista.

Peter Jackson in trattative per dirigere The Hobbit?

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Deadline.com riporta la notizia che tutti i fan stavano aspettando:  Peter Jackson ha deciso di ascoltare le richieste di Warner Bros/New Line e MGM: non solo ha preso in considerazione l’offerta di dirigere Lo Hobbit, ma secondo il sito il regista è già in trattative con le compagnie per assumere l’incarico. Ricordiamo che Jackson è già co-sceneggiatore e produttore esecutivo della pellicola, e che ha seguito passo passo lo sviluppo del kolossal da prima che Guillermo del Toro venisse scelto come regista.

Se le trattative andranno a buon termine, cosa che tutti i fan sperano, Jackson prenderà le redini del film: la soluzione migliore, dopo l’abbandono di del Toro. Secondo Deadline, in realtà gli accordi sarebbero ormai praticamente fatti: Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens sarebbero già pronti a partire per Londra il 4 luglio, per poi andare a Los Angeles carichi di provini su nastro registrati dai direttori del casting che negli ultimi mesi hanno provinato un gran numero di attori per il cast.

Ovviamente vi terremo aggiornati nei prossimi giorni in attesa di qualche annunico…

Lo Hobbit uscirà in due parti: la prima a dicembre 2012, la seconda a dicembre 2013.

Peter Jackson in incognito al Comic Con [FOTO]

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Tra poche ore Peter Jackson presiederà il panel de Lo Hobbit la Battaglia delle Cinque Armate al Comic Con di San Diego, e tutti i fan lo aspettano sul palco, ma quello che forse non sanno è che Jackson ha trascorso tutta la mattinata in mezzo a loro, travestito da Evil Jester. Eccole prove!

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Il regista ha postato pochi minuti fa sulla sua pagina Facebook gli scatti che vi abbiamo mostrato, probabilmente gondolando non poco a prendersi simpaticamente gioco dei frenetici avventori dell’evento.

Peter Jackson Comic Con 4

Peter Jackson ha costruito Casa Baggins… sotto la sua villa

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Tutti abbiamo notato come, durante la lavorazione de Il Signore degli Anelli e, un po’ meno, durante quella de Lo Hobbit, Peter Jackson si sia “trasformato” in un hobbit dalle pelose e rotonde sembianze. Adeso pare che voglia davvero adottare quello stile di vita!

Alla fine del suo viaggio nella Terra di Mezzo il regista premio Oscar però non è ancora stanco del mondo di Tolkien, tanto che si è fatto costruire una Casa Baggins proprio nella sua abitazione in Nuova Zelanda, una casa a forma di hobbit ma a taglia d’uomo.

La casa, un’enorme villa a Masterton, è stata trasformata nel corso degli ultimi due anni in un parco giochi, stando alle dichiarazioni attendibili di Bino Smith, artigiano che ha lavorato alle trilogie tolkieniane dirette da Jackson. Smith, con altri membri della troupe, è stato incaricato di progettare e costruire una Casa Baggins identica a quella che vediamo nel film, solo abitabile da un uomo.

“Il suo occhio per il dettaglio è così raffinato che abbiamo dovuto ricostruire tutto alla perfezione … Casa Baggins si trova sotto terra, quindi è necessario attraversare dei tunnel per recarsi in quella di Peter Jackson. Entri nella sua casa, vai nelle cantine del vino, tiri una bottiglia e si apre una porta: c’è un corridoio di circa 35 metri che abbiamo creato appositamente. Se vai da una parte c’è uno scheletro e dei corpi, superi una specie di riproduzione di una camera delle torture, tiri un libro in una libreria e questa si apre, svelando Casa Baggins”.

Smith ha poi continuato il suo racconto: Steven Spielberg e George Lucas sono sempre lì. Danny DeVito è uno dei suoi migliori amici. Ed è tutta per loro”. Un resort a misura d’uomo fatto per uomini con un animo da hobbit!

Fonte: Stuff

Peter Jackson ha considerato l’ipnosi per poter dimenticare Il Signore degli Anelli e guardarlo da spettatore

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Il regista Peter Jackson dice di aver pensato di sottoporsi all’ipnosi per dimenticare la sua trilogia de Il Signore degli Anelli e poterla guardare di nuovo, come fosse un film mai visto. Con una mossa senza precedenti, il regista ha dato il via libera all’intera trilogia in contemporanea, consentendo di girare tutti e tre i film uno dopo l’altro. I film sono usciti ogni dicembre dal 2001 al 2003, portando la visione di Tolkien sul grande schermo e guadagnando quasi $ 3 miliardi di incassi al botteghino. La terza puntata, Il ritorno del re, ha anche raggiunto il record per il maggior numero di Oscar vinti per un singolo film, 11 statuette (su 11 nomination) tra cui migliore regia e miglior film, record condiviso solo con Titanic e Ben-Hur.

Con il budget per dare vita al mondo della Terra di Mezzo, un cast di talento e Jackson al timone, i film de Il Signore degli Anelli hanno ridefinito le epiche fantasy e introdotto orde di nuovi fan nel lavoro di Tolkein. Tuttavia, Peter Jackson si sente come se avesse perso un aspetto chiave dei film.

Parlando con il podcast  The Hollywood Reporter’s Awards Chatter, Jackson ha dichiarato di essersi sentito sfortunato perché non ha potuto vivere i film de Il Signore degli Anelli da fan. Peter Jackson ama il materiale originale, ma ha sentito che gli anni trascorsi a lavorare alla trilogia gli hanno tolto la capacità di vivere i film per la prima volta con occhi nuovi come la maggior parte dei fan. Ecco cosa ha dichiarato:

“Quando abbiamo fatto i film de Il Signore degli Anelli, ho sempre sentito di essere la persona sfortunata che non è mai riuscita a vederli come dei film per la prima volta. Quando c’erano le proiezioni, io ero già immerso in quei film per cinque o sei anni. È stata una tale perdita per me non essere in grado di vederli come tutti gli altri. In realtà ho preso seriamente in considerazione l’idea di andare da un tizio che si occupa di ipnoterapia per ipnotizzarmi e farmi dimenticare i film e il lavoro che avevo fatto negli ultimi sei o sette anni così che avrei potuto sedermi e godermeli. Non l’ho fatto, ma ne ho parlato con il [mentalista britannico] Derren Brown e lui ha pensato di potercela fare”.

Considerata la quantità di bellezza e gioia che la trilogia ha portato nelle vite di tutti gli spettatori del mondo, ci possiamo solo augurare che il progetto di Peter Jackson abbia successo!

Peter Jackson e Steven Spielberg svelano Tintin!

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steven

Empire ha svelato le prime immagini di TinTin. Le prima immagine ufficiale di The Adventures of Tintin: Secret of the Unicorn, il film di animazione (girato con la tecnica del performance capture 3D) di Steven Spielberg e Peter Jackson.

Peter Jackson e le dichiarazioni su Lo Hobbit: “Sono stato frainteso”

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Dopo le controverse dichiarazioni di Peter Jackson in merito allo stato di confusione che ha regnato durante la realizzazione della trilogia de Lo Hobbit, arriva una smentita da parte dello stesso regista che ha specificato che le sue dichiarazioni sono state rimontate e estrapolate da un discorso molto più ampio e articolato relativo alle innegabili difficoltà avute in fase di produzione del film.

Sulle pagine di Stuff.co.nz, un portavoce di Jackson ha affermato: “Qualcuno ha deciso di creare questo montaggio, fatto solo con le parti di Gathering Clouds che parlano delle difficoltà affrontate e non della maniera positiva con cui sono state avvicinate e superate, argomento che abbiamo affrontato anche in altre featurette. Peter non ha mai nascosto di aver assunto la regia di Lo Hobbit quando il tempo a disposizione per preparare il lavoro prima dell’inizio delle riprese era ormai ristrettissimo. Una sfida intrapresa volontariamente e le sue parole riflettono onestamente i sentimenti avvertiti durante la produzione dei lungometraggi”.

Che ne pensate?

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