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Parigi, 13Arr al cinema dal 24 marzo 2022

Parigi, 13Arr film 2021
© ShannaBesson

Dopo aver conquistato il pubblico e la critica dell’ultimo Festival di Cannes, arriva nelle sale italiane Parigi, 13Arr. diretto da Jacques Audiard, considerato uno dei registi francesi più talentuosi, già vincitore, tra gli altri, di una Palma d’Oro e un Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, due Premi César, un Leone d’Argento a Venezia e due BAFTA.

Il film – adattamento della graphic novel Killing and Dying di Adrian Tomine, edito in Italia da Rizzoli con il titolo Morire in piedi – racconta una moderna storia di amore e amicizia, giovinezza e sessualità, filmata in un sontuoso bianco e nero. Quattro vite con i rispettivi interrogativi esistenziali, quattro destini che si intrecciano sullo sfondo dei grattacieli parigini di “Les Olympiades”, quartiere nel XIII arrondissement. A vestire i panni dei giovani protagonisti, Lucie Zhang (Happy Night), Makita Samba (The bunker game), Noémie Merlant (Ritratto della giovane in fiamme) e Jehnny Beth (frontwoman delle Savages). Candidato in 5 categorie ai prossimi Premi César (attrice e attore rivelazione, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora), Parigi, 13Arr. sarà distribuito in Italia da Europictures a partire dal 24 marzo 2022.

La trama

Parigi, 13° distretto. Oggi. Emilie incontra Camille, che è attratto da Nora, che incrocia il cammino di Amber. Tre ragazze e un ragazzo ridefiniscono l’amore moderno.

 
 

Parigi può attendere: recensione del film con Diane Lane

Parigi può attendere

Per l’ormai ottantunenne Eleanor Coppola, si può dire che la sfida è stata portata termine: servendosi di un ottimo cast e affascinanti location, la moglie di Francis Ford Coppola, dopo essersi cimentata nel 1991 con il documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, esordisce alla regia con Parigi può attendere, da lei stessa sceneggiato e prodotto.

In Parigi può attendere Anne (Diane Lane) è sposata con Michael (Alec Baldwin), un produttore cinematografico premuroso ma disattento. Durante un soggiorno a Cannes si ritrova a dover condividere un viaggio in auto verso Parigi con Jacques (Arnaud Viard), socio d’affari di Michael. Tuttavia, a causa di fugaci deviazioni e piccole soste gastronomiche, quello che doveva essere un formale rapporto di sette ore si trasforma presto in una spensierata avventura di due giorni che aiuterà Anne a ritrovare se stessa.

Parigi può attendere risulta essere a tratti un omaggio alla bellezza dei paesaggi francesi e alla cultura culinaria del paese che Mrs Coppola deve certamente amare molto; lo dimostra infatti la cura e l’attenzione al dettaglio con cui vengono mostrate le prelibatezze che Jacques e Anne consumano durante il loro viaggio.

Tuttavia Parigi può attendere non è solo una romantica gita attraverso le campagne d’oltralpe: l’avventura on the road con Jaques sarà provvidenziale per risvegliare Anne dal torpore in cui è precipitata la sua vita; oltre ad imparare a gradire il buon vino e la buona cucina, Jacques insegna ad Anne l’importante lezione di “stop and smell the roses”, ovvero prendersi il proprio tempo per riuscire ad apprezzare le piccole cose.

Parigi può attendere mostra una storia accattivante, giocata su atmosfere e dialoghi che ricordano il cinema di Woody Allen, ambientazioni da favola e un cast artistico di grande calibro, tra i quali spicca la splendida Diane Lane. La pellicola è distribuito da Good Films e arriverà nelle sale italiane il prossimo 15 giugno.

 

 
 

Parenthood: 10 cose che non sai sulla serie

Parenthood è una di quelle serie che ha contribuito a rivoluzionare il concetto di serie tv, diventando una delle più viste sul piccolo schermo.

La serie, nata nel 2010, ha colpito il pubblico in maniera diretta con la sua semplicità e con il suo carico emotivo non indifferente, facendo emozionare gli spettatori di tutto il mondo.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Parenthood.

Parenthood serie

parenthood

1. Ci sono attori già visti. Lo showrunner Jason Katims, che in passato ha diretto show Friday Night Lights, ha fatto partecipare molti degli attori in questa serie in ruoli ricorrenti o come guest star. Tra i tanti, si citano Michael B. Jordan, Minka Kelly, Matt Lauria, Jeff Rosick e Angela Rawna.

2. È stata usata una canzone famosa come sigla. Ad Andrew McMahon, dei Jack’s Mannequin è stato chiesto di presentare una possibile sigla per la serie. Tuttavia, quando ha consegnato Casting Lines ai produttori della serie, essi si erano già accontentati di usare Forever Young di Bob Dylan. La canzone scritta è stata comunque inserita nel terzo album del gruppo, intitolato People and Things.

3. Una foto famosa è presente nella serie. Durante una scena in cui Hank chiede a Sarah di aprire un cassetto per lui, s’imbatte in una fotografia incorniciata di una finestra piovosa con due persone che sbirciano, una foto che Hank ha preso e che trova sorprendente. In realtà, quest’immagine p stata scattata dal fotografo di fama mondiale Steve McCurry dall’interno di un taxi in uno dei suoi numerosi viaggi all’estero.

Parenthood streaming

4. La serie è disponibile in streaming. Grazie alla sua disponibilità su diverse piattaforme online, la serie è visibili a chi volesse vederla o rivederla. Infatti, Parenthood è disponibile sulla piattaforma di streaming digitale legale di Prime Video e Tim Vision.

Parenthood episodi

5. Una serie lunga sei stagioni. Parenthood è una serie nata nel 2010 e conclusasi nel 2015, dopo sei stagioni e 103 episodi di 41 minuti ciascuno. Trasmessa dalla NBC, la serie di rifà al film di Ron Howard Parenti, amici e tanti guai (1989).

6. C’è stato un cambio di attore. Darin Heames ha interpretato Seth Holt nell’episodio pilota, ma in seguito è stato sostituito da John Corbett quando il personaggio è riapparso nella seconda stagione.

Parenthood cast

 

7. Un’attrice ha dovuto lasciare la serie. Maura Tierney è stata originariamente scelta per il ruolo di Sarah. Tuttavia, la NBC ha spostato l’uscita della serie di qualche mese, dopo che all’attrice era stato diagnosticato un cancro al seno. A causa della sua cura contro il cancro, alla fine dovette lasciare lo show ed essere sostituita da Lauren Graham (anche se inizialmente venne contattata Helen Hunt, ma non si riuscì a raggiungere un accordo circa il suo stipendio).

8. C’è un’attrice che ha lavorato con alcuni membri del cast. Vanessa Marano è apparsa nelle serie e proprio lei ha lavorato con altri membri del cast. Infatti, in passato aveva condiviso il set con Lauren Graham in Una mamma per amica, mentre aveva anche già lavorato con Peter Krause in Six Feet Under.

9. Due attori si sono innamorati. Lauren Graham (Sarah Braverman) e Peter Krause (Adam Braverman) hanno iniziato una relazione nel 2010 dopo essersi ritrovati sul set: infatti, i due si erano conosciuti nel 1995 sul set della sitcom Caroline in the City. In Parenthood i due interpretano fratello e sorella.

Parenthood premi

10. Ha vinto diversi premi. Nel corso della sua programmazione, la serie ha vinto diversi premi, tra cui 3 PRISM Awards nel 2012, 4 Young Artist Awards tra il 2013 e il 2014 e un Gracie Awards nel 2015. Inoltre, nel 2013 ha ricevuto anche una nomination ai Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista di una serie, miniserie o film per la televisione a Monica Potter.

Fonte: IMDb

 
 

Parenthood 7: anticipazioni sul gran finale

Parenthood 6×07Cresce l’attesa per il finale di Parenthood 7, il settimo ciclo della serie televisiva di successo prodotta da Ron Howard e trasmessa dal network americano della NBC. Ebbene oggi nell’attesa arrivano anticipazioni da Monica Potter che ha sottolineato ad Ausiello:

Invece di aver tante storyline  ce ne sarà una che coinvolgerà tutti. Questa è la chiave del resto della stagione, sarà triste, ma sarà anche fantastico. 

Sempre su Parenthood, Joel e Julia avranno ancora difficoltà. Sam Jaeger ha così riassunto la situazione:

Julia è ancora confusa per via del suo lavoro. Lui farà di tutto per mettersi in mostra e Julia avrà qualche difficoltà a capire dove si deve collocare. 

Il produttore esecutivo Jason Katims:

È un episodio strano ed è più compresso temporalmente rispetto agli altri, succede tutto nell’arco delle 24 ore e inizia il movimento finale della serie TV. 

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard. La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canali pay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6×10: anticipazioni e promo

Si intitola How Did We Get Here?, Parenthood 6×10, decimo episodio della sesta stagione della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano NBC.

Parenthood-6x10In Parenthood 6×10 Zeek (Craig T. Nelson) è ricoverato in ospedale e l’intera si precipita famiglia al suo fianco. Quando Adam (Peter Krause) e Crosby (Dax Shepard) nervosamente attendono notizie sulla salute di Zeek, una grave emergenza presso il Luncheonette li allontana. In ospedale, Joel (Sam Jaeger) sostiene Julia (Erika Christensen), offrendo supporto costante, e in seguito confondendo i confini del loro rapporto.

 
 

Parenthood 6×09: anticipazioni e promo

Si intitola Lean In, Parenthood 6×09, l’ottavo episodio della sesta stagione della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano della NBC.

Parenthood-6x09In Parenthood 6×09 La tensione tra Dylan (Ally Ioannides) e Max (Max Burkholder) raggiunge un livello febbrile presso lo studio ‘Accademia Open House. Kristina (Monica Potter) e Adam (Peter Krause) si ritrovano loro stessi coinvolti nel conflitto. Hank (Ray Romano) è entusiasta di vedere Rubino (Courtney Grosbeck) entusiasta della sua recita scolastica, ma un incontro inaspettato con Mark Cyr (Jason Ritter) rischia di rovinare il momento. Nel frattempo, Zeek (Craig T. Nelson) recluta Drew (Miles Heizer) per un aiuto con una missione segreta.

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard.

La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canali pay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6×07: anticipazioni e promo

Si intitola These Are the Times We Live InParenthood 6×07,  il settimo episodio della sesta stagione della serie di successo trasmessa dal network americano della NBC.

https://www.youtube.com/watch?v=SKAbPuPC-UA

Parenthood 6×07In Parenthood 6×07 Amber (Mae Whitman) spera di dimostrare a se stessa nei panni di una futura madre quando lei accetta di fare da babysitter a Max (Max Burkholder) e Nora (Mia e EllaAllan), ma i risultati sono disastrosi. Sarah (Lauren Graham) arriva al fianco di Amber per supporto. Joel (Sam Jaeger) e Julia (Erika Christensen) fanno passi avanti verso una decisione definitiva sul loro rapporto. Hank (Ray Romano), ha un cuore a cuore con Sandy (Betsy Brandt), che è sorpresa e commossa da come Hank è cresciuto.

 
 

Parenthood 6×04: anticipazioni e promo

Si intitola  A Potpourri of FreaksParenthood 6×04, la quarta puntata del sesto ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal network americano della NBC.

Parenthood 6×04In Parenthood 6×04  Max (Max Burkholder) incontra un nuovo amico che significa per lui più di quanto Kristina (Monica Potter) e Adam (Peter Krause) inizialmente si aspettano. Dopo un incontro imbarazzante con Sandy (Betsy Brandt), Sarah (Lauren Graham) cerca di capire il suo posto nella vita di Ruby, e il pacifico Hank (Ray Romano) deve mettere alla prova le sue abilità diplomatiche. Intanto Julia (Erika Christensen) e Joel (Sam Jaeger), temono che l’incertezza della loro separazione stia danneggiando i loro figli. Infine Crosby (Dax Shepard) cerca di scongiurare una crisi al Lunchonette inseguendo Oliver (Tyson Ritter), che ha superato alcuni limiti.

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard. La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canalipay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6×03: anticipazioni e promo

Si intitola The Waiting Room, Parenthood 6×03, il titolo del terzo episodio della sesta stagione della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano della NBC.

 

In Parenthood 6×03,   Camille (Bonnie Bedelia) e i bambini attendono ansiosamente notizie da Zeek (Craig T. Nelson). Julia (Erika Christensen) confronta Joel (Sam Jaeger) sullo status della loro relazione. Amber (Mae Whitman) decide di affrontare il suo futuro, Drew (Miles Heizer) l’appoggia. Sarah (Lauren Graham) tenta di creare un legame con Ruby (Courtney Grosbeck) e si ritrova in una situazione familiare complicata. Quando i Luncheonette hanno delle notizie poco belle, il lavoro gli dà pressione su tutto questo stress familiare, mentreAdam (Peter Krause) è in uno scenario, il peggio deve ancora venire. Crosby (Dax Shepard), emozionalmente a pezzi, cerca una via di fuga.

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard.

La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canalipay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011

 
 

Parenthood 6×01: anticipazioni e promo

Si intitolerà VegasParenthood 6×01, la season premiere dell’atteso sesto ciclo di episodi della serie televisiva di successo trasmessa dal network americano della NBC.

ParenthoodIn Parenthood 6×01, Sarah (Lauren Graham) porta Zeek (Craig T. Nelson) a Las Vegas per festeggiare il suo compleanno, quello che si realizzerà a poco a poco avrà conseguenze per i Braverman nel corso dell’ultima stagione. Amber (Mae Whitman) cambia vita e si trova a vivere come un’adulta. Due giorni prima dell’apertura della scuola di Adam (Peter Krause) e Kristina(Monica Potter) ci sono ancora molte cose da sistemare e tutta la famiglia si mette al lavoro per completare la costruzione.

 
 

Parenthood 6: ritorno in vista nel cast e meno episodi?

Parenthood 6Manca molto all’arrivo di Parenthood 6 e nell’attesa vi segnaliamo i primi dettagli che arrivano dal creatore dello show di successo Sarha Ramos.

Innanzitutto,  Parenthood, sarà composta da 13 episodi che metteranno a dura prova il clan dei Braverman. Il creatore dello show, inoltre, spera che Sarah Ramos riesca a tornare anche solo per un episodio.

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard.La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canali pay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6: nuovo promo “The Final Four”

Arriverà tra poco la seconda parte di Parenthood 6, sesto ciclo di episodi della serie televisiva di successo creata da Sarah Ramos e basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard.

 

Parenthood 6Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard.La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canali pay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6: anticipazioni, nuovo personaggio in arrivo

Manca molto all’arrivo di Parenthood 6, l’atteso sesto ciclo di episodi della serie di successo targata  NBC e oggi arrivano notizie su un nuovo personaggio in arrivo nel prossimo futuro.

In  Parenthood 6, verrà introdotto il personaggio di Chris, l’ex ragazzo di Julia quando la ragazza frequentava la facoltà di giurisprudenza ed i due finiranno presto a lavorare fianco a fianco.

Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard. La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canalipay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Parenthood 6: anticipazioni su Julia e Joel

Manca ancora un po’ all’arrivo di Parenthood 6, l’atteso sesto ciclo di episodi della serie di successo trasmessa dal network americano NBC.

In Parenthood 6 Il produttore esecutivo Jason Katims ha anticipato che Julia e Joel non sarebbero tornati insieme, ma nella season premiere almeno la metà della ex coppia ha un nuovo interesse amoroso, anche se i coniugi saranno presto costretti a riunirsi e presentare un fronte unito dopo che sono emersi dei problemi di Sydney a scuola.

Parenthood 6Parenthood è una serie televisiva statunitense di genere family drama prodotta dal 2010. Ideata da Jason Katims, la serie è basata sull’omonimo film del 1989 diretto da Ron Howard. La serie è trasmessa in prima visione assoluta negli Stati Uniti da NBC dal 2 marzo 2010. In Italia, la messa in onda in prima TV avviene sui canalipay di Mediaset Premium dal 16 dicembre 2010, mentre in chiaro ha debuttato sui canali Mediaset il 5 luglio 2011.

La serie narra le vicende della numerosa famiglia Braverman, composta da: Sarah, madre single, che torna a vivere a casa dei genitori Zeek e Camille con i figli Amber e Drew; la sorella Julia, avvocato di successo che cerca di conciliare lavoro e famiglia, insieme al marito casalingo Joel; il fratello Crosby, allergico a qualsiasi relazione sentimentale impegnativa; il fratello più grande, Adam, con la moglie Kristina e i due figli Haddie e Max.

 
 

Pare Parecchio Parigi, al via le riprese del nuovo film di Leonardo Pieraccioni

Box office

Sono iniziate Lunedì 26 Giugno a Roma le riprese di Pare Parecchio Parigi il nuovo film di Leonardo Pieraccioni prodotto da Levante con Rai Cinema che vede come protagonisti principali Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua e Nino Frassica.

Pare Parecchio Parigi nasce da un soggetto di Leonardo Pieraccioni e Filippo Bologna, e la sceneggiatura è scritta da Leonardo Pieraccioni e Alessandro Riccio.

Pare Parecchio Parigi, la trama

Per esaudire il desiderio, ormai rimpianto, che ha un vecchio e malatissimo padre (Nino Frassica) di non aver fatto un viaggio a Parigi con i figli (Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua) ecco che i tre fratelli che non si parlano da cinque anni, fingeranno di partire con lui da Firenze a bordo di un camper, che non uscirà mai dai confini di un maneggio di cavalli. Quel viaggio, messo in scena perché ai figli è stato proibito di allontanare il padre dalla struttura ospedaliera che glielo ha affidato, diventerà una paradossale, avventurosa e irresistibile occasione per tentare di far riavvicinare i fratelli e cercare di riconciliarsi con il loro papà. Con il motore dell’immaginazione si possono fare migliaia di chilometri: se non si può andare a Parigi, Parigi può venire da noi! Dopotutto anche se fai il giro del mondo ritorni sempre nel solito punto, no?

“Questa storia è liberamente ispirata ai fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte e gli fecero credere di essere arrivati a Parigi. Viaggiarono non uscendo quasi mai dal loro podere. Il film è dedicato a loro. E a tutti i sognatori”.

Pare Parecchio Parigi sarà interamente girato a Roma, per 7 settimane. Il film uscirà nelle sale cinematografiche nel 2024 con 01 Distribution

 
 

Pardo D’onore al regista francese Leos Carax!

Il regista francese Leos Carax sarà insignito del Pardo d’onore Swisscom nel corso della prossima edizione del Festival del film Locarno. Per l’occasione saranno proiettati i suoi cinque lungometraggi:

 
 

Pardo alla carriera per Harrison Ford

Nell’ambito della 64a edizione del Festival del film Locarno un Pardo alla carriera sarà consegnato all’attore americano Harrison Ford. Domani, sabato 6 agosto, Locarno accoglierà la prima europea di “Cowboys & Aliens” in presenza del regista Jon Favreau e degli attori Harrison Ford, Daniel Craig e Olivia Wilde.

 
 

Parata di star per Marie Claire: Kristen Stewart, Jessica Alba e… [Foto]

Kristen Stewart

Si è tenuto a Los Angeles Hosts Inaugural Image Maker Awards, l’evento organizzato da Marie Claire. Ecco il red carpet con tutte le star:

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Parasite: tutto quello che c’è da sapere sul film

Parasite film

Caso cinematografico del 2019 e del 2020, il film sudcoreano Parasite (qui la recensione) è probabilmente oggi uno dei più noti film asiatici di sempre, sia per il suo valore artistico quanto per i dibattiti e i premi raccolti intorno a sé anche ben oltre la sua uscita in sala. Con questo, il regista Bong Joon-ho, celebre anche per film come Memories of Murder, The Host e Snowpiercer, ha dato vita ad un nuovo capitolo della sua poetica sulla divisione sociale in atto nella Corea del Sud. Tematiche però universali, con cui possono identificarsi spettatori di tutto il mondo.

È noto come Parasite sia divenuto il primo lungometraggio non in lingua inglese a vincere il premio Oscar come miglior film (oltre al premio per la miglior regia, la miglior sceneggiatura e il miglior film internazionale). Grazie anche ai suoi successi, tutto il mondo ha iniziato ad interessarsi molto di più alle cinematografiche asiatiche, che godono ora di un momento particolarmente felice tanto per la produzione quanto per la distribuzione. Non tutti sanno però cosa si nasconde dietro la concezione e la realizzazione di Parasite, ma sono questi aspetti interessanti tanto quanto ciò che è venuto in seguito.

Fonte di ispirazione per il regista è stato il film del 1960 The Housemaid, il quale presenta tematiche molto simili. Partendo da questo, Bong ha costruito un film che fa della scenografia e della composizione delle immagini il suo primario mezzo di comunicazione del senso. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà dunque utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo significato. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Parasite: la trama e il cast del film

Protagonista del film è la famiglia Kim, composta dal padre Ki-taek, la madre Chung-sook e i figli Ki-jung e Ki-woo. Molto legati tra loro ma particolarmente poveri, i quattro vivono nello squallido e angusto seminterrato di un palazzo. La loro sorte sembra poter cambiare quando a Ki-woo viene offerta la possibilità di impartire ripetizioni all’adolescente Yeon-kyuo, figlia della ricca famiglia Park. Questi, che vivono in una lussuosa villa nel quartiere ricco della città, accoglieranno ben volentieri il ragazzo. Vedendo nei Park la possibilità di riscattarsi della sua famiglia, Ki-woo porta i genitori e la sorella ad ottenere a loro volta incarichi lavorativi presso di loro. Le conseguenze, però, saranno tanto disastrose quanto imprevedibili.

Ad interpretare il capofamiglia Kim Ki-taek vi è il celebre attore Song Kang-ho, ricorrente nella filmografia di Bong e visto anche in titoli come Il buono, il matto, il cattivo e A Taxi Driver. Il regista ha raccontato che se l’attore avesse rifiutato il ruolo, non avrebbe fatto il film, non potendo immaginare nessun altro interprete per quella parte. Accanto a lui, nel ruolo della moglie Chung-sook vi è Jang Hye-jin, mentre i due figli sono interpretati rispettivamente da Park So-dam e Choi Woo-shik. La famiglia Park, invece, è composta dagli attori Lee Sun-kyun, Cho Yeo-jeong, Jung Ji-so e Jung Hyeong-jun.

Parasite significato

Parasite: la scenografia, i temi e il significato del film

Come anticipato, il film trova nelle sue straordinarie ricostruzioni scenografiche uno dei primari mezzi attraverso cui si costruisce il senso del racconto. Già dalla trama si evince come nel film emergano grossomodo due ambienti: la casa dei Kim e quella dei Park. Se la prima è un ambiente claustrofobico e sporco, che denota la condizione sociale dei Kim, la casa dei Park è invece lussuosa e spaziosa, capace di dare l’impressione di una maggior libertà, economica e sociale. I due ambienti, come noto, sono stati ricostruiti da zero all’interno di set cinematografici.

All’interno di questi, il regista colloca dunque ogni personaggio al suo posto, dando vita sempre ad una netta separazione tra i ricchi e i poveri, che raramente condividono gli stessi spazi. Attraverso questa divisione scenografica e spaziale, Bong fa emergere i temi del conflitto di classe e delle disuguaglianze sociali presenti nella società sudcoreana. Tematiche che si ritrovano declinate in modo simile anche nel suo precedente Snowpiercer, ambientato su di un treno dove nella lussuosa testa si trovano le classi altolocate e nella sporca coda quelle povere.

Un ulteriore elemento, particolarmente ricorrente, attraverso cui il regista sottolinea le differenze tra le due famiglie, sono le scale. Queste sono un leitmotiv con cui i personaggi vengono sempre mostrati nella loro ricerca di risalire la gerarchia sociale, un compito però tutt’altro che semplice e che li porta a doversi macchiare di atti particolarmente controversi. In ultima analisi, dunque, Parasite può essere visto come una critica o meglio ancora una satira ad un sistema capitalistico sempre più diffuso, che tende a schiacciare molti per privilegiare pochi.

Parasite: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Parasite grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente, in prima visione assoluta, nel palinsesto televisivo di martedì 18 aprile alle ore 23:45 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb, Forbes

 
 

Parasite: recensione del film di Bong Joon-Ho

parasite recensione

La recensione di Parasite non può non partire dalla riflessione generale sul lavoro del suo regista, quel Bong Joon-Ho che, dopo aver lavorato in USA, producendo Snowpiercer e Okja, torna nella sua Corea del Sud, per affrontare di nuovo il conflitto di classe. Lo fa con un film dalla precisione geometrica e dall’animo tumultuoso, una storia che nel suo schema perfetto incasella ambizioni, appetiti, brutture, bassezze umane.

La storia di Parasite ruota intorno al rapporto in parte inconsapevole tra due famiglie. Da una parte, in un seminterrato umido, c’è la famiglia Ki-taek, dall’altro invece, in cima a una collina, nella zona residenziale della città, in una villa luminosa ed elegante, c’è la famiglia Park, che possiede ed ottiene tutto ciò che i soldi possono comprare. Due famiglie a loro modo felici, ma complementari l’una all’altra.

L’incontro trai due mondi avviene per caso, quando il figlio maggiore dei Ki-taek riesce ad essere assunto come insegnante di inglese da Park, che vogliono lezioni private per la loro primogenita. Con una serie di altri brillanti e divertenti escamotage, il ragazzo riesce pian piano a coinvolgere tutta la sua famiglia e a farla assumere al servizio di casa Park. Sembra così crearsi un nuovo equilibrio in cui i poveri lavorano per i ricchi e sono così un po’ meno poveri, mentre i ricchi assumendo i poveri hanno l’illusione di vedere esaudite le loro necessità, ignorando che hanno assunto dei ciarlatani (il ragazzo Ki-taek non ha i titoli necessari a insegnare e la sorella, assunta come insegnante d’arte del piccolo di casa, non sa nulla di storia e tecnica artistica).

Racconta la lotta di classe

Bong Joon-Ho mette in scena il suo affresco, o meglio, il suo schema in maniera metodica, assicurandosi che il punto di vista della sua macchina da presa sia sempre nel posto più adatto a mostrare l’assurdo e il normale che si sovrappongono, incollando lo spettatore allo schermo, regalando al suo pubblico una storia stratificata che gioca con i generi: una favola di riscatto sociale, che si trasforma in thriller tesissimo e poi in revenge movie, sanguinoso, come il genere richiede.

È chiaro che l’interesse del regista, come aveva già dimostrato nella sua passata filmografia e anche nella sua prima incursione americana, Snowpiercer, è quello di rappresentare l’impossibilità di una comunicazione tra le classi, tra gli strati della società, una comunicazione che avviene solo nell’ambito del rapporto padrone-servo, un rapporto che si sgretola non appena il povero si dimostra più ingordo che furbo e il ricco più stupido che colto.

Parasite come Us di Jordan Peele

Parasite è una calzante rappresentazione della società, non solo di quella sudcoreana, ma di quella mondiale, ed è quello che aveva provato a mettere in scena anche Jordan Peele con Us, avvalendosi però di una metafora che toglieva immediatezza al messaggio. Bong Joon-Ho invece è crudo, diretto, spietato, e allo stesso tempo elegantissimo, non ci recapita un messaggio da interpretare ma ci racconta una realtà di cui prendere atto.

Parasite è una tempesta di fulmini, un fenomeno naturale bellissimo, eppure terribile e potenzialmente distruttivo. Un capolavoro che ha conquistato la Palma d’Oro a Cannes 2019, e che arriverà in sala il 7 novembre, distribuito da Academy Two.

 
 

Parasite: il film premio Oscar in home video

Parasite

Da oggi 20 maggio il film dell’anno Parasite (recensione) di Bong Joon-ho, è disponibile grazie a Eagle Pictures in edizione DVD, Blu-ray e in una elegante steelbook COMBO (contenente il doppio formato DVD+BD e una imperdibile card) da collezione. Palma d’Oro per acclamazione unanime di pubblico e critica a Cannes 72, Film della critica e record d’incassi, il capolavoro di Bong Joon-ho (“Memorie di un assassino”, “Okja”, “Snowpiercer“) ha trionfato anche agli Oscar 2020 ottenendo ben 4 statuette, tra cui quella per il miglior film e miglior regia.

Un’opera magistrale che è al contempo un thriller mozzafiato e un emozionante ritratto di famiglia, ideale per chi vuole farsi sorprendere ma non rinuncia a divertirsi.  Al centro della vicenda un nucleo famigliare composto da padre, madre, figlio e figlia, che vivono di espedienti in uno squallido seminterrato. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede di una ricchissima famiglia, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde conseguenze imprevedibili.

Parasite racconta la storia della famiglia Kim – padre, madre, figlio e figlia – tutti molto uniti, ma anche molto disoccupati, che hanno davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio dai Park. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde conseguenze imprevedibili.

«Sebbene il titolo possa far pensare a un film di mostri o di fantascienza, Parasite è a tutti gli effetti quella che definirei una commedia umana, fortemente imbevuta di contemporaneità», così il regista Bong Joon-Ho ha descritto il suo film di maggior successo. «Anche se il plot è composto da una serie di situazioni uniche e peculiari, è comunque una storia che potrebbe accadere nel mondo reale. In questo senso è un dramma molto realistico. Ma è pur vero che nel mondo reale, i percorsi di una famiglia come quella composta dai nostri quattro protagonisti disoccupati e della famiglia Park non si incrocerebbero mai. L’unica possibilità di un incontro tra queste classi è un rapporto di lavoro, come quando qualcuno viene assunto come tutor o lavoratore domestico. In queste situazioni ci sono momenti in cui le due classi sociali sono così a stretto contatto da poter sentire l’uno il respiro dell’altro e vengono entrambe trascinate in una situazione in cui anche il più piccolo passo falso può portare a fratture ed esplosioni». 

 
 

Parasite: Donald Trump contro la vittoria del film agli Oscar

parasite recensione

Lo scorso 9 febbraio, Parasite ha scritto ufficialmente la storia degli Oscar, diventando il primo film non in lingua inglese a vincere la statuetta più ambita, quella per il miglior film. L’acclamato capolavoro di Bong Joon-ho è riuscito a portare a casa anche i premi per la miglior regia, la miglior sceneggiatura originale e il miglior film internazionale.

In occasione di un recente comizio a Colorado Springs, in Colorado, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato la decisione dell’Academy di premiare Parasite come miglior film: “Quanto sono stati brutti gli Oscar di quest’anno”, ha dichiarato Trump. “E il vincitore è stato… un film della Corea del Sud. Di che diavolo parlava? Abbiamo già abbastanza problemi con la Corea del Sud, a causa del commercio. E come se non bastasse, lo premiano anche come miglior film dell’anno. Era un buon film? Non lo so. Ridateci Via col vento, per favore! Viale del tramonto… così tanti film straordinari.”

Sempre durante il medesimo comizio, Trump ha criticato anche il discorso di ringraziamento di Brad Pitt in occasione della sua vittoria nella categoria miglior attore non protagonista per C’era una volta a Hollywood. Salito sul palco del Dolby Theatre, Pitt ha fatto riferimento alla fine della procedura di impeachment contro il Presidente: “E poi c’è Brad Pitt. Non sono mai stato un suo grande fan”, ha dichiarato Trump. “Si è alzato e ha detto una cosa da saputello. È un piccolo saputello.”

In seguito alle dichiarazioni di Donald Trump su Parasite, è arrivata la reazione di Neon, il distributore americano del film di Bong Joon-ho, che su Twitter – condividendo il video dell’intervento di Trump – ha scritto: “È comprensibile, non sa leggere.” 

La replica ironica di Neon fa riferimento al fatto che il Presidente, durante il suo discorso, ha parlato di Parasite come di “miglior film straniero”, nonostante da quest’anno la categoria sia stata rinominata “miglior film internazionale”.

LEGGI ANCHE – Parasite: 10 ingenuità narrative nel capolavoro di Bong Joon-ho

Parasite è stato un successo di pubblico e critica, ha guadagnato 148 milioni di dollari in tutto il mondo e 28,5 milioni solo negli Stati Uniti. Recentemente ha fatto la storia ai SAG Awards diventando il primo film non in lingua inglese ad aver mai vinto per una performance d’insieme. Nominato a sei Oscar, incluso quello per il miglior film, è il primo film coreano (e Bong Joon-Ho il primo regista coreano) ad aver trionfato nelle due categorie principali. Ha anche vinto il Golden Globe per il miglior film in lingua straniera.

Fonte: The Hollywood Reporter

 
 

Parasite: 10 ingenuità narrative nel capolavoro di Bong Joon-ho

Parasite

Parasite è stato universalmente riconosciuto come il miglior film del 2019. Questa intricata black comedy diretta dal visionario regista Bong Joon-ho racconta sostanzialmente della lotta di classe, un tema che non riguarda soltanto la Corea del Sud (il paese originario di Joon-ho), ma che può tranquillamente assumere contorni e sfumature universali.

Nonostante gli innumerevoli pregi del film (candidato a sei premi Oscar), è innegabile che ci siano anche dei piccoli impercettibili difetti, come ad esempio della ingenuità narrative chiaramente visibili nella storia. Abbiamo provato a scovarle e le abbiamo raccolti di seguito, fornendo anche una possibile spiegazione:

1Dong-ik e Yeon-kyo non notano Ki-taek

Uno delle più grandi ingenuità che si possono riscontrare nel film è quando Ki-taek, Ki-woo e Ki-jeong si trovano sotto al tavolo del salotto e devono scappare inosservati dalla casa dei Park. In quello che si rivelerà essere uno dei più grandi momenti tensivi del film, improvvisamente Da-song fa segno ai genitori dal suo tipì per andare a confortarlo, dal momento che il piccolo non riesce a dormire. E proprio allora che Ki-taek – pronto alla fuga – si ferma nel bel mezzo della stanza, sperando di non essere vista dai padroni di casa.

I coniugi Park avrebbero potuto tranquillamente notare Ki-taek, vista anche la luce emanata dalla torcia di Da-song… ma ciò nel film non accade. Com’è possibile che due adulti non si siano accorti della presenza di un uomo disteso sul pavimento della loro abitazione? Una spiegazione plausibile potrebbe essere il tema al centro del film: la classe sociale più agiata che si rifiuta di osservare o prestare attenzione alla classe sociale inferiore, al punto da non accorgersi neanche della sua presenza.

Fonte: ScreenRant

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Parasite, il film premio Oscar su Sky Cinema

Parasite

È stato definito da più parti il film dell’ultimo anno, giudizio confermato dai numerosi premi che la pellicola diretta dal regista sudcoreano Bong Joon-Ho ha raccolto in giro per il mondo. Ed ora arriva in prima tv esclusiva su Sky Cinema. Stiamo parlando di Parasite (distribuito in Italia da Academy Two), trionfatore a Cannes lo scorso anno dove ha vinto la Palma d’Oro e dominatore degli ultimi Oscar con ben 4 statuette, tra cui le due più ambite, Miglior Film e Miglior Regia. Il film sarà trasmesso in prima visione tv giovedì 7 maggio, alle 21.15 su Sky Cinema Due e alle 21.45 su Sky Cinema #IoRestoACasa 2, disponibile anche on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Parasite racconta la storia della famiglia Kim – padre, madre, figlio e figlia – tutti molto uniti, ma anche molto disoccupati, che hanno davanti a loro un futuro incerto. La speranza di un’entrata regolare si accende quando il figlio, Ki-woo, viene raccomandato da un amico, studente in una prestigiosa università, per un lavoro ben pagato come insegnante privato. Con sulle spalle il peso delle aspettative di tutta la famiglia, Ki-woo si presenta al colloquio dai Park. Quando il ragazzo, falsificando diploma e identità, diventa il tutor privato dell’erede della ricchissima famiglia, i quattro escogitano un piano diabolico per sistemarsi definitivamente. Ma anche una strategia perfetta nasconde conseguenze imprevedibili.

«Sebbene il titolo possa far pensare a un film di mostri o di fantascienza, Parasite è a tutti gli effetti quella che definirei una commedia umana, fortemente imbevuta di contemporaneità», così il regista Bong Joon-Ho ha descritto il suo film di maggior successo. «Anche se il plot è composto da una serie di situazioni uniche e peculiari, è comunque una storia che potrebbe accadere nel mondo reale. In questo senso è un dramma molto realistico. Ma è pur vero che nel mondo reale, i percorsi di una famiglia come quella composta dai nostri quattro protagonisti disoccupati e della famiglia Park non si incrocerebbero mai. L’unica possibilità di un incontro tra queste classi è un rapporto di lavoro, come quando qualcuno viene assunto come tutor o lavoratore domestico. In queste situazioni ci sono momenti in cui le due classi sociali sono così a stretto contatto da poter sentire l’uno il respiro dell’altro e vengono entrambe trascinate in una situazione in cui anche il più piccolo passo falso può portare a fratture ed esplosioni». 

Con l’arrivo di “Parasite” su Sky Cinema, sull’on demand di Sky nasce una nuova sezione, quella de “I film più premiati”, una nuova collezione dedicata agli amanti del cinema di qualità con una selezione di titoli che hanno ricevuto i più importanti riconoscimenti italiani e internazionali, tutti accompagnati dalle presentazioni di Gianni Canova negli episodi de “Il Cinemaniaco presenta”. Tra gli altri titoli presenti si segnalano, ad esempio, “Green Book”, “Vice – L’uomo nell’ombra”, “C’era una volta… a Hollywood”, “Martin Eden”, “Il traditore”, “La paranza dei bambini”, insieme ad alcuni grandi classici come “Il dottor Stranamore”, “Casa Howard” e “C’era una volta in America”.

 
 

Parasite torna al cinema negli USA in bianco e nero

Parasite

Dopo le sue sei nomination agli Oscar, Parasite di Bong Joon-Ho sta per tornare al cinema, anche negli Stati Uniti, ma in bianco e nero. Neon sta collaborando con Film at Lincoln Center in New York and the American Cinematheque di Los Angeles per distribuire la versione in bianco e nero del film che debutterà a Los Angeles all’Egyptian Theater il 31 gennaio e al Walter Reade Theater di New York il 30 gennaio. Verrà quindi proiettato al Francesca Beale Theater dal 31 gennaio al 6 febbraio.

Questa presentazione speciale di Parasite debutterà all’International Film Festival di Rotterdam alla fine di gennaio prima di arrivare negli Stati Uniti. Essendosi ispirato al Nosferatu di F.W. Murnau del 1922, Bong ha sognato per tutta la vita di realizzare un film in formato bianco e nero. La versione in bianco e nero di Parasite è stata fatta prima della premiere del film a Cannes (Festival dove il film ha vinto la Palma d’oro) e ora il pubblico vedrà proprio quella versione.

“Sono estremamente felice di presentare Parasite in bianco e nero e proiettarlo sul grande schermo – ha dichiarato Bong – Sarà affascinante vedere come cambia l’esperienza visiva quando un film identico viene presentato in bianco e nero. Ho visto due volte questa versione e sembra una favola, mi ha dato lo strano senso che stavo guardando una storia dei vecchi tempi. “

Ha aggiunto: “La seconda volta che l’ho visto, il film sembrava più realistico e nitido come se fossi tagliato da una lama. Ha inoltre messo in evidenza le prestazioni degli attori e sembrava ruotare di più intorno ai personaggi. Ho avuto molte impressioni fugaci di questa nuova versione, ma non desidero definirle prima che venga presentata. Spero che tutti possano confrontare le proprie esperienze con la versione a colori e trovare il proprio percorso verso Parasite in bianco e nero.”

Parasite è stato un successo di pubblico e critica, ha guadagnato 148 milioni di dollari in tutto il mondo e $ 28,5 milioni solo negli Stati Uniti. Recentemente ha fatto la storia ai SAG Awards diventando il primo film in lingua non inglese ad aver mai vinto per una performance d’insieme. Nominato per sei Oscar, incluso quello per il miglior film, è il primo film coreano (e Bong Joon-Ho il primo regista coreano) ad essere nominato per un Oscar. Ha anche vinto il Golden Globe per il miglior film in lingua straniera.

 
 

Parasite è stato “influenzato” da Mad Max: Fury Road

Parasite

Il regista Bong Joon-ho ha rivelato un’interessante connessione tra il suo film premio Oscar Parasite e l’acclamato Mad Max: Fury Road. Parasite, uscito alla fine dell’anno scorso, ha letteralmente fatto la storia agli Oscar del 2020. Ha infatti vinto l’ambita statuetta sia come miglior film straniero sia come miglior film, diventando così il primo lungometraggio non in lingua inglese a trionfare nella principale categoria. Joon-ho ha anche portato a casa il premio come miglior regista.

Mad Max: Fury Road, diretto da George Miller, è uscito nel 2015. Interpretato da Tom Hardy e Charlize Theron, è stato nominato come miglior film agli Oscar. Nonostante non sia riuscito a portare a casa l’ambito premio, il film è diventato in breve tempo un instant cult ed è considerato da molti uno dei più grandi film d’azione di tutti i tempi. Lo stesso Joon-ho ha reso noto il suo amore per il film, etichettandolo come uno dei suoi film preferiti di tutti i tempi. I due film sono stati anche rilasciati in una versione in bianco e nero dopo le rispettive (ed acclamate) uscite in sala.

Stando a quanto riportato da Indiewire, il legame tra i due film è ancora più profondo dell’amore di Joon-ho per il capolavoro di Miller. Nel commento audio all’edizione Criterion di Parasite, infatti, Joon-ho ha rivelato che Mad Max: Fury Road ha ispirato il suo lavoro su Parasite in alcuni modi davvero specifici. In particolare, il ritmo del film è stata la principale fonte di ispirazione per Joon-ho: Fury Road è stato costruito come un lungo inseguimento in auto che sembra sfrecciare attraverso i fili della trama, mentre i personaggi si combattono a vicenda in cima a veicoli che vagano per il deserto. Anche se si tratta di qualcosa di notevolmente diverso dai toni di Parasite, Joon-ho è comunque riuscito a trovare ispirazione da quel tipo di messa in scena.

“Quel film non si ferma mai. Tutte le informazioni di base in Fury Road appaiono abbastanza naturali. La telecamera è sempre in movimento, ma le informazioni vengono spiegate attraverso l’azione. È stato piuttosto stimolante per me.”

Cosa hanno davvero in comune Parasite e Mad Max: Fury Road?

Sulla carta, i due film non hanno quasi nulla in comune. Mad Max: Fury Road è uno spettacolo veicolare carico di effetti. Parasite, d’altra parte, è un miscuglio di generi, che comprende dramma familiare, umorismo nero e colpi di scena da thriller/horror. Tuttavia, la connessione tra i due ha un senso. Il ritmo di Parasite è vivace come il film d’azione diretto da Miller. Il film cambia genere in un attimo e con estremo aplomb. Mentre Fury Road rimane confinato saldamente nel genere d’azione, allo stesso modo la sua trama scorre ad  un ritmo quasi forsennato, svelando colpi di scena mentre le dinamiche e le situazioni infuriano attorno ai personaggi.

I due film hanno più in comune di quanto si possa pensare. Entrambi hanno cambiato il modo in cui guardiamo al cinema. Molti usano Fury Road come punto di riferimento per valutare la qualità dei film d’azione in un mondo post-Furiosa. Anche Parasite ha infranto le barriere, aprendo un nuovo tipo di pubblico al cinema internazionale e vincendo come miglior film agli Oscar (la prima volta per un film non in lingua inglese). Presto il film verrà traslato in una miniserie da HBO, progetto in cui Joon-ho sarà direttamente coinvolto in qualità di produttore. Parallelamente, anche Fury Road ha un prequel in lavorazione, incentrato sull’ormai iconico personaggio di Furiosa. Questo curioso dettaglio appena rivelato su Parasite aggiunge un altro livello interessante ad un film già complesso, che i fan del cinema adoreranno sicuramente.

 
 

ParaNorman: recensione del film in stop-motion

Arriva al cinema ParaNorman, il nuovo film in stop-motion diretto da Chris Butler e Sam Fell e distribuito dalla Universal Pictures. Nella piccola e tranquilla cittadina di Blithe Hallow il giovane Norman Babcock non ha una vita semplice e felice. Apparentemente normale ed uguale agli altri ragazzi, il nostro Norman ha una dote non proprio convenzionale: può vedere e parlare con gli spiriti…coloro passati a miglior vita.

Questa particolarità gli crea non pochi problemi dovuti alla diffidenza e allo scetticismo della gente; in casa deve sorbire le quotidiane ramanzine di un padre disperato nel vedere un figlio tanto strambo oltre al dileggio da parte di Courtney, una sorella alquanto altezzosa. Solo la madre cerca di comprenderlo e giustificarlo pur palesando una certa inquietudine verso le stranezze del figlio.

A scuola le cose non vanno di certo meglio in quanto il nostro giovane protagonista è puntualmente oggetto di scherzi e battute che hanno come ispiratore principale Alvin, il classico bullo della scuola tutto muscoli e niente cervello. E’ così a Norman non rimane che l’amicizia di Neil, un ragazzino grassottello e pavido con cui condivide una solitudine forzata.

ParaNorman

Intanto a Blithe Hallow è prossimo l’anniversario della morte di una terribile strega che duecento anni prima lanciò una maledizione sul giudice e la giuria che sentenziarono la sua condanna. Lo zio di Norman, uno svitato ed eccentrico eremita, unico a riconoscere le capacità occulte del nipote, lo avvertirà che solo lui è in grado di leggere la formula per evitare il ritorno della strega pronta a invadere la tranquilla cittadina con un piccolo esercito di zombie e dare così compimento alla sua maledizione…sarà in grado il giovane Norman di salvare la comunità?

In uscita nelle sale italiane dal prossimo 11 ottobre, ParaNorman  è l’ultimo prodotto della premiata ditta Focus Feauteres e LAIKA già note per il precedente successo di Coraline e La porta magica. Come per Coraline anche per ParaNorman  assistiamo all’uso della tecnica in stop-motion con la particolarità, non trascurabile, di vedere combinata questa tecnica con la concezione stereoscopica ossia fotografata in tredimensioni.

LAIKA ha una lunga storia nello studio e nella sperimentazione animata in stop-motion, basta ricordare che ha dato un contributo tecnico fondamentale ad un altro lungometraggio, poi premiato con l’Oscar, La sposa cadavere diretto nel 2005 da Tim Burton. ParaNorman si propone quindi un risultato ancora più sorprendente che, associando le due tecniche, ambisce a realizzare un film in cui lo spettatore si senta davvero parte integrante, protagonista in ogni singola sequenza.

Per chi non conoscesse la tecnica stop-motion accenniamo semplicemente al fatto che fotogramma per fotogramma gli animatori manipolano meticolosamente oggetti tangibili, veri, reali (sia personaggi che parti della scenografia) collocandoli su un piano di lavoro. Ogni inquadratura viene fotografata e le migliaia di inquadrature sono poi proiettate in sequenza animandosi in un movimento continuo. Questo per rendere l’idea dell’enorme mole di lavoro affrontato dai tecnici e dalla coppia di registi che hanno reso possibile questo film di animazione: Sam Fell e Chris Butler.

Il risultato è indubbiamente interessante e ammirevole. La tecnica stop-motion conferisce un realismo agli oggetti così come ai personaggi che va oltre la semplice animazione mentre la tecnica stereoscopica dovrebbe aggiungere quel pizzico di magia di ultima generazione (essendo la stop-motion  una tecnica ben più datata). E qui sorgono i nostri dubbi nel senso che il 3D non conferisce quel qualcosa in più che ci aspetterebbe, non riesce a proiettarti dentro ad ogni sequenza, non lascia una traccia particolarmente tangibile. Riguardo la trama narrativa di ParaNorman  siamo in difficoltà nel catalogare questo film come un film per bambini, essendo a nostro avviso più adatto ad un pubblico che quantomeno parta dai 13-14 anni in su, sino agli adulti.

E’ vero che il mondo dell’horror con i suoi mostri, i fantasmi e gli zombie qui viene esorcizzato con una continua lettura comica e demenziale ma alcune sequenze sono di una tensione eccessiva per un pubblico troppo giovane. Quella di Norman è una storia semplice e non certo originale, la storia di un ragazzo diverso che fatica ad essere accettato in una società convenzionale e chiusa. Quindi la storia si inerpica su sentieri più tortuosi in cui ad un certo punto si crea una sorta di contrapposizione tra il mondo dei morti, gli zombie, e il mondo dei vivi, non meno zombie e non meno inquietanti; questa è la sfumatura che più ci è piaciuto sottolineare.

Il finale prende una tangente eccessivamente complicata e confusa, dove si vuole mescolare un insieme di luoghi comuni e sentimentalismi che ne riducono l’incisività e l’immediatezza. In ogni caso ParaNorman è indubbiamente un interessante modello di animazione proposta con criteri tecnici innovativi ed abbastanza efficaci, un film da vedere che sa far ridere e persino spaventare, un film per grandi e piccini, anche se non troppo piccini.

 
 

ParaNorman: quando i loser…vincono!

Se la vostra città subisse un attacco da parte degli zombie, chiedereste sicuramente aiuto a quello che vi sembra il ragazzino più sveglio e intraprendente del luogo… e sbagliereste. Ve lo dimostrerà ParaNorman, il nuovo film d’animazione della Laika Entertainment, nelle sale italiane dal 12 ottobre. La pellicola, così come la precedente Coraline e la porta magica, candidata all’Oscar nel 2010, è girata con la tecnologia stop-motion e sarà distribuita anche nella versione in 3D.

 
 

ParaNorman – Trailer italiano ufficiale

Il trailer italiano di ParaNorman, al cinema nel 2012. In una piccola città assediata dagli zombie, gli abitanti devono chiedere aiuto ad un ragazzino incompreso di nome Norman. Norman ha il dono di riuscire a vedere e parlare con i morti. Oltre agli zombie Norman dovrà vedersela con fantasmi e streghe e anche per salvare la città da una maledizione centenaria.

 
 

Paranormal Xperience 3D: una clip tratta dal film!

Ecco un’altra clip del film PARANORMAL XPERIENCE 3D, l’horror prodotto dagli stessi produttori di The Orphanage dal 30 marzo al cinema.