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Non così vicino, recensione del film con Tom Hanks

Non così vicino, recensione del film con Tom Hanks

Tom Hanks è stato per l’industria del cinema americana contemporanea quello che Spencer Tracy rappresentava per la Hollywood della cosiddetta epoca classica. Ovvero il volto liberal dello showbusiness, capace di impersonare al massimo livello i migliori valori democratici e progressisti. La differenza invece sta nel fatto che il tessuto sociale e civile dell’America di Hanks in particolar modo negli ultimi anni ha svelato macchie, zone oscure, discrepanze e contraddizioni che l’attore ha scelto di non ignorare.

Se prima tale discorso sociale e civile sulla nostra contemporaneità veniva portato avanti anche attraverso produzioni mainstream quali ad esempio Forrest Gump, Salvate il soldato Ryan, Cast Away e altri titoli che potremmo citare, da qualche anno a questa parte Hanks sembra aver scelto di continuare a sviluppare determinate tematiche adoperando un tipo di cinema più “piccolo” e intimo. Un esempio calzante è stato il recente Finch realizzato per Apple TV+, mentre adesso arriva l’ispirato e commovente Non così vicino (A Man Called Otto), remake aggiornato del film svedese A Man Called Ove (a sua volta ispirato dal romanzo omonimo del 2012 scritto da Fredrik Backman).

Non così vicino, la trama

Dopo essere rimasto vedovo, costretto a un pensionamento anticipato e defraudato del proprio ruolo di supervisore del complesso edilizio in cui vive, al costantemente accigliato Otto Anderson (Tom Hanks) non rimane molto per cui vivere. La decisione di farla finita in un modo o nell’altro è quindi una conseguenza logica della propria condizione di vita. Ma i vari tentativi di suicidio non vanno a buon fine, soprattutto perché nella vita dell’uomo entra di prepotenza la nuova vicina di casa Marisol (Mariana Treviño) con la sua famiglia chiassosa e tutta al sua vitalità latina. E così a Otto non resta che continuare a vivere, non fosse altro che per evitare che i nuovi arrivati radano al suolo la piccola oasi tranquilla in cui ha vissuto per decenni…

Anche se negli ultimi anni la carriera del regista Marc Forster ha incontrato alcuni incidenti di percorso, soprattutto a livello artistico, in passato il cineasta di origine tedesca ha dimostrato di saper raccontare con attenzione e partecipazione i personaggi dei suoi film, adoperando con pienezza toni gentili e introspezione psicologica. Finding Neverland e Stranger Than Fiction ne sono gli esempi maggiormente calzanti. Grazie a Non così vicino torna a questo tipo di cinema pacato, sensibile, che lavora su situazioni e atmosfere per costruire un universo filmico in cui i personaggi sanno esprimere tutta la loro potenza espressiva.

non così vicino tom hanksUn equilibrio tra commedia e dramma

Rispetto all’originale la propensione verso la commedia di situazione viene alleviata in favore di un equilibrio più efficace di commedia e dramma. In particolar modo l’utilizzo dei numerosi flashback che raccontano la lunga e tenerissima storia d’amore tra Otto e sua moglie Sonya – ottimamente interpretati da Truman Hanks e Rachel Keller – dotano il film di una sua dimensione emotiva impossibile da ignorare. L’adattamento di David Magee (già collaboratore di Forster ai tempi di Finding Neverland) si rivela preciso nel lavorare su tale equilibrio, fino ad arrivare a un finale tanto prevedibile quanto commovente.

Il resto lo fanno ovviamente gli attori, con Tom Hanks ovviamente a capo di un cast esemplare. Il suo lavoro sulla fisicità e sul linguaggio del corpo di Otto conferma che l’attore due volte premio Oscar (e sono pochi…) non ha perso il tuo tocco magico, che consiste nel tratteggiare i propri personaggi in maniera sempre originale e allo stesso modo rimanere sempre e comunque Tom Hanks, portatore di valori e un senso morale che rispecchiano il meglio dell’essere americano.

L’omaggio a Walter Matthau

Nel caso di Non così vicino l’attore rende poi omaggio piuttosto esplicito a uno dei più grandi caratteristi della storia del cinema, ovvero Walter Matthau. Soprattutto nella prima parte del film, quando il personaggio viene sviluppato nella sua dimensione più burbera e brontolona, è praticamente impossibile non notare le somiglianze con lo stile di Matthau, e questo non fa che aumentare l’ammirazione per Hanks. Ma la dramedy di Forster non è soltanto il suo protagonista, tutt’altro: notevole prova la regala anche una Mariana Treviño vitale, energetica, a tratti inebriante nel suo ruolo. Molto simpatico anche Cameron Britton, amato dal pubblico dello streaming per il notevole ruolo di edmund Kemper nella serie di culto Mindhunter (Netflix).

Non così vicino è quel classico tipo di film che non riserva vere e proprie sorprese ma sa condurre lo spettatore al risultato finale in maniera coerente, sensibile e soprattutto emotivamente profonda. Un risultato che bisogna abbracciare considerato quanto latiti nel cinema americano contemporaneo.

Non così vicino, la spiegazione del finale del film con Tom Hanks

Il finale di Non così vicino è lieto, con Otto che finalmente capisce il valore della comunità e il suo scopo nella vita. Scritto da David Magee e diretto da Marc Forster, Non così vicino segue le orme del film svedese del 2015 A Man Called Ove, adattamento dell’omonimo romanzo del 2012 di Fredrick Backman. Interpretato da Tom Hanks nel ruolo di Otto Anderson, l’uomo brontolone e frustrato per quasi tutto, Non così vicino è stato distribuito in sale limitate il 30 dicembre e sarà proiettato in tutto il paese a partire dal 13 gennaio 2023.

Ora disponibile su Netflix, il dramma/commedia si trovava in una posizione interessante alla fine del 2022, essendo piombato all’ultimo secondo per una corsa ai premi, con Tom Hanks che era entrato nel giro per una potenziale nomination come attore protagonista. Sebbene Non così vicino sia stato ignorato agli Oscar, il suo successo è stato evidente anche senza l’amore dei premi. Nonostante i tentativi di suicidio di Otto, Non così vicino è un film che scalda il cuore e mantiene il suo tono spensierato fino alla scena finale. Otto può essere stato scontroso e apparentemente odioso per un po’ di tempo, ma il finale di A Man Called Otto mostra quanto fosse tenero dentro di sé.

Cosa è successo alla fine di Non così vicino?

Dopo aver tenuto Marisol a distanza per la maggior parte di Non così vicino (la nostra recensione), il burbero personaggio di Tom Hanks si apre finalmente con lei su ciò che è accaduto con la moglie Sonya, sul motivo per cui è stato cacciato dall’associazione dei proprietari di casa e su quanto sia sconfortato da quando Sonya è morta prima dell’inizio di Non così vicino. Grazie a Marisol, Otto ha capito di essere ancora molto necessario e desiderato. E anche se gli restava solo una certa quantità di tempo da vivere a causa della sua malattia cardiaca, Otto aveva intenzione di viverlo a prescindere da tutto.

Con l’aiuto dei suoi vicini, Otto è riuscito anche a impedire che Dye & Merica costringesse illegalmente Anita e Reuben a lasciare la loro casa. La comunità ha lavorato insieme per garantire che il loro futuro fosse sicuro e che società come Dye & Merica non potessero piombare qui e prendere il sopravvento con le loro imprese immobiliari. Otto visse per un altro anno circa prima di morire, lasciando a Marisol e alla sua famiglia l’auto e la casa, e lasciando il mondo in pace come non si sentiva da tempo.

Perché Otto si è allontanato dagli amici e dal vicinato

Non cosi vicino

Otto ha preso molto male la morte di Sonya. Prima della sua morte, Otto andava a cena con Anita, Reuben e Jimmy; il personaggio simile a Paperone aveva anche un carattere più piacevole. Otto si è allontanato dai suoi vicini – e dalla vita in generale – soprattutto a causa della morte di Sonya, ma sentiva anche che non valeva più la pena impegnarsi per nulla. Otto sapeva già di stare per morire e il vicinato non era dello stesso avviso. Aveva lottato a lungo e duramente per molte cose, ma non era cambiato molto e lui era stanco di impegnarsi.

L’uomo in lutto pensava che fosse più facile allontanare le persone piuttosto che permettere ai suoi amici di aiutarlo nel processo di elaborazione del lutto. Inoltre, Otto non aveva un vero e proprio cuscinetto con la scomparsa di Sonya e quindi faticava a interessarsi dei problemi degli altri. Le sue azioni dimostrano il contrario, ma è possibile che Otto volesse essere più estraneo alla vita di quanto non si sentisse in realtà. Anche il personaggio di Tom Hanks temeva di vivere senza Sonya al suo fianco e probabilmente si sentiva in colpa per non provare alcuna gioia se continuava a frequentare i suoi vicini come faceva con lei.

Perché Dye & Merica sta cercando di cacciare Otto e i suoi vicini di casa

La Dye & Merica stava individuando il quartiere di Otto perché la società voleva spingere le persone ad abbandonare le loro case per costruire condomini più costosi. Il promotore immobiliare sta partecipando a quello che viene chiamato “tear down” (abbattimento), in cui i promotori cercano di comprare gli attuali residenti in modo che la società possa abbattere le vecchie case e costruirne di nuove che attirino acquirenti con soldi da spendere. Dye & Merica stava facendo proprio questo, nella speranza che le nuove case costruite dall’azienda fruttassero più soldi e valessero almeno tre volte di più delle vecchie case in cui Otto e i suoi vicini vivevano.

Il quartiere di Otto rimarrà per sempre?

Otto, Marisol e gli altri vicini di Non così vicino sono riusciti a impedire a Dye & Merica di prendere le loro case. Tuttavia, è possibile che la società immobiliare e altre aziende tornino in futuro a cercare di allontanare con la forza le persone dalle loro case. Queste società possono essere implacabili nell’ottenere ciò che vogliono. Non c’è alcuna garanzia che il piccolo quartiere suburbano rimarrà intatto per sempre, ma finché la comunità sarà in comunicazione tra di loro e resterà unita, probabilmente riuscirà a mantenere intatte le proprie case e il proprio quartiere per gli anni a venire.

Il vero significato del finale di Non così vicino

A Man Called Otto affronta temi molto interessanti, come il modo in cui il dolore può cambiare una persona e come si possono trovare forza, speranza e amore nella comunità. Otto è solo per gran parte del film, in particolare a causa della morte della moglie, ma non si rende conto di quanto sia amato e apprezzato dai suoi vicini, né dell’effetto positivo che ha avuto su di loro per anni. L’adattamento cinematografico sottolinea il bisogno di comunità e come il senso di appartenenza a tale comunità sia una delle chiavi della felicità e del miglioramento della salute mentale. Otto si rende conto di avere bisogno dei suoi vicini tanto quanto loro hanno bisogno di lui.

Non così vicino  mostra anche come la forza della comunità possa compensare l’avidità delle aziende. La devastazione del quartiere suburbano di Otto sarebbe stata orribile, ma i vicini che lavorano insieme per lo stesso obiettivo sono potenti. Inoltre, il film è incentrato sul fatto che Otto trova un senso nell’aiutare i suoi vicini, e questo lo aiuta a godersi il tempo che gli rimane e a non dare per scontata la vita o le persone che ne fanno parte, a prescindere da ciò che è successo tra loro in passato.

Non così vicino è basato su una storia vera e questo influisce sul finale?

Il finale di Non così vicino è agrodolce e conclude la semplice storia in modo appropriato, tanto che alcuni spettatori si sono chiesti se il film fosse basato su una storia vera. Non così vicino non è basato su una storia vera, poiché è tratto dal film svedese Un uomo chiamato Ove e dall’omonimo romanzo di Fredrik Backman. Tuttavia, Brackman ha tratto ispirazione dalla vita reale per la storia. Ha spiegato (via NY Times) che la storia è iniziata leggendo un articolo su un uomo di nome Ove che aveva perso le staffe in pubblico a un chiosco di biglietti. La moglie di Brackman ha detto che la storia gli assomigliava e Brackman ha ammesso di “non essere bravo a parlare con le persone”.

Questo aspetto della vita reale preso in considerazione per il film mostra perfettamente la semplice vittoria che si ottiene alla fine di Non così vicino. Otto non è una persona cattiva o bisognosa di una vera redenzione, deve solo comunicare meglio, avere più pazienza e considerare i sentimenti degli altri. Anche se affrontare l’avida corporazione è fondamentale per il climax, la fine di Non così vicino è in realtà solo un uomo che impara a parlare con le persone.

Non Così Vicino, dal 16 febbraio al cinema

Non Così Vicino, dal 16 febbraio al cinema

Non Così Vicino da domani solo al cinema, il nuovo film con Tom Hanks. diretto da Marc Foster (Neverland – Un sogno per la vita). Nel cast anche Mariana Treviño (Club the Cuervos), Rachel Keller (Fargo) e Manuel Garcia-Rulfo (I magnifici 7). La sceneggiatura è scritta dal candidato all’Oscar® David Magee (Migliore sceneggiatura non originale, Vita di Pi, 2012; Migliore sceneggiatura non originale, Neverland – Un sogno per la vita, 2004). Tratto dal romanzo best-seller “L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman, il film è basato sulla pellicola svedese scritta e diretta da Hannes Holm. Non Così Vicino è prodotto da Rita Wilson, Tom Hanks, Gary Goetzman e Fredrik Wikström Nicastro.

Non così vicino – leggi la recensione

Il film sarà solo al cinema da domani, 16 febbraio, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Tratto dal comico e commovente bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo”, Non Così Vicino racconta la storia di Otto Anderson (Tom Hanks), un vedovo scontroso e molto fissato con le sue abitudini. Quando una giovane e vivace famiglia si trasferisce nella casa accanto, l’incontro con Marisol, ragazza brillante e in dolce attesa, crea un’improbabile amicizia che sconvolgerà il suo mondo. Una storia divertente e struggente che racconta come alcune famiglie nascono anche nei luoghi più inaspettati.

Non conosci Papicha di Mounia Meddour al cinema

Non conosci Papicha di Mounia Meddour al cinema

Con l’attesa riapertura della stagione cinematografica, Teodora Film torna nelle sale con due titoli d’eccezione: il 27 agosto uscirà al cinema Non conosci Papicha di Mounia Meddour, film rivelazione dell’ultimo Festival di Cannes e successo a sorpresa al botteghino francese.

Dopo il grande successo di pubblico delle anteprime estive nelle arene di tutta Italia, arriva finalmente nelle sale Non conosci Papicha di Mounia Meddour. Tra i film rivelazione dell’ultimo Festival di Cannes, il film è tuttora bandito in patria, per motivi mai chiariti dal governo algerino, mentre in Francia è stato un successo a sorpresa con oltre 2 milioni di euro di incasso e due vittorie ai premi César.

Nell’Algeria degli anni Novanta, Nedjma (soprannominata “Papicha”) studia francese all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.

Film d’esordio di Mounia Meddour, che ha vissuto in prima persona il decennio nero dell’Algeria, NON CONOSCI PAPICHA conta su un cast straordinario di giovani attrici, tra cui la protagonista Lyna Khoudri, che sarà anche nell’attesissimo film di Wes Anderson The French Dispatch.

Non ci resta che il crimine: trama, cast e sequel del film

Non ci resta che il crimine: trama, cast e sequel del film

Negli ultimi anni il cinema italiano sembra nuovamente voler puntare sul genere per raccontare le proprie storie, ed è così che sui grandi schermi si sono avvicendate storie di supereroi, noir, horror e fantasy. In questo filone si colloca anche Non ci resta che il crimine (qui la recensione), commedia a metà tra il gangster movie e il film fantastico diretta da Massimiliano Bruno con una sceneggiatura da lui scritta insieme ad Andrea Bassi con anche Nicola Guaglianone e Menotti, già autori del celebre Lo chiamavano Jeeg Robot. Al centro della vicenda vi è uno stravagante gruppo di amici che si trova a viaggiare nel tempo, finendo nella Roma del 1982.

Con un titolo che omaggia il classico Non ci resta che piangere, il film è stato descritto da suoi autori come un Ritorno al futuro che incontra Romanzo criminale. Vi si ritrovano infatti elementi di fantascienza come anche del genere poliziesco, e proprio a questi cult ha raccontato Bruno di essersi ispirato per la regia, ricca di zoom, split screen e inquadrature deformanti dal basso. Non ci resta che il crimine richiama in tutto e per tutto gli anni in cui è ambientato, e vede alcuni celebri attori del panorama cinematografico italiano confrontarsi con ruoli inediti.

Accolto da un buon favore di critica, il film non manca di suscitare un buon interesse nei suoi confronti. Così facendo arriva a posizionarsi al primo post del botteghino, incassando un totale di 2 milioni di euro. Tale risultato ha infine spinto gli autori a realizzare un sequel. Prima di intraprendere una visione del film, però, è certamente utile approfondire ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast, scoprendo così ulteriori curiosità su tale lungometraggi. Infine, si elencheranno anche le piattaforme streaming a cui è possibile rivolgersi per ritrovare il titolo e poterne godere con una comoda visione casalinga.

Non ci resta che il crimine: la trama del film

La storia si apre a Roma nel 2018, dove Sebastiano, Moreno e Giuseppe sono tre amici di lungo corso, con scarsi mezzi ma un indomabile talento creativo. Questi decidono di organizzare un “Tour Criminale” di Roma alla scoperta dei luoghi simbolo della Banda della Magliana. L’idea, ne sono convinti, sarà una miniera di soldi. Abiti d’epoca, jeans a zampa, giubbotti di pelle, stivaletti e Ray-Ban specchiati, ed è fatta… sono pronti per lanciarsi nella nuova impresa. Le cose non vanno però come sperato, e i tre si trovano a dover pensare ad una soluzione per fare soldi. L’occasione arriverà però nel modo più inaspettato possibile, andando contro ogni loro convinzione terrena.

Per un imprevedibile scherzo del destino, questi vengono infatti catapultati negli anni ’80 nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna e si ritrovano faccia a faccia con alcuni membri della Banda che all’epoca gestiva le scommesse clandestine sul calcio. A sconvolgerli ulteriormente vi sarà l’incontro con una vulcanica e dirompente ballerina che rischia di scombinare ancora di più le carte. Per i tre amici potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione di riscatto, ma dovranno prima di tutto riuscire a calarsi perfettamente in quella nuova realtà, stringendo alleanze e guardandosi le spalle dai pericolosi nemici.

Non ci resta che il crimine cast

Non ci resta che il crimine: il cast del film

Protagonisti del film sono alcuni dei più noti e amati interpreti dell’attuale panorama cinematografico italiano. Il trio di amici che si trovano a viaggiare nel tempo è infatti formato da Marco Giallini nei panni di Moreno, il più truffaldino del gruppo, Alessandro Gassmann è invece Sebastiano, il più ingenuo, e Gianmarco Tognazzi è Giuseppe, un pusillanime che impara a tirare fuori il carattere. Per i loro personaggi, i tre attori hanno lavorato costruendo caratteri completamente diversi dai loro, dando così vita a dei ruoli inediti nella loro carriera. Interpretazioni, le loro, per le quali sono naturalmente stati particolarmente apprezzati. Nel film sono poi presenti anche Antonello Fassari nei panni del suocero di Giuseppe, e lo stesso Massimiliano Bruno in quelli di Gianfranco, amico del trio.

L’attore Edoardo Leo si trova invece ad interpretare il boss criminale Renatino. Per lui si tratta del primo ruolo da cattivo della sua carriera. Per potersi calare nei panni di questo, Leo ha raccontato di accantonare il vasto immaginario di riferimento del film, e ricercare invece una propria biografia del personaggio. L’attore si è così poi concentrato sull’esasperare ciò che c’era già in sceneggiatura, come l’elemento della gelosia. Tramite questo l’attore ha infatti puntato sul mostrare la pericolosità ma anche la fragilità di Renatino. Ilenia Pastorelli, dopo essere divenuta celebre grazie a Lo chiamavano Jeeg Robot, interpretare l’affascinante Sabrina. Una donna perfettamente consapevole del suo potenziale e che non manca di sfruttarlo per ottenere ciò che desidera.

Non ci resta che il crimine: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Data la buona accoglienza ottenuta dal film, Non ci resta che il crimine ha in breve ottenuto un sequel, intitolato Ritorno al crimine. Gli stessi attori del titolo del 2018 tornano così ad interpretare i rispettivi personaggi in una nuova avventura tra crimine e commedia. Nel film si ritroveranno però anche nuovi ingressi, come quello dell’attore Carlo Buccirosso nei panni di Massimo Ranieri, mercante d’arte con losche intenzioni. Essendo ambientato ora nel presente, il film presenta inoltre una nuova attrice per il ruolo di Sabrina, ora interpretata dall’attrice e cantante Loretta Goggi. Il film era inizialmente previsto in sala per il 12 marzo 2020, ma a causa della pandemia di Covid-19 è stato spostato al 29 ottobre. L’uscita è però stata ulteriormente rinviata a causa della nuova chiusura delle sale.

È possibile vedere o rivedere tale film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Non ci resta che il crimine è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 3 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

Non ci resta che il crimine: recensione del film di Massimiliano Bruno

Dopo i recenti successi di Gli ultimi saranno ultimi e Beata Ignoranza, Massimiliano Bruno torna al cinema con Non ci resta che il crimine, da lui diretto e scritto insieme a Andrea Bassi, Menotti e Nicola Guaglianone, già autori di Lo chiamavano Jeeg Robot. Il film ha per protagonisti Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli, e fonde comicità e genere poliziesco per un risultato lodevole e di buon intrattenimento.

Il film segue le vicende di Moreno (Marco Giallini), Sebastiano (Alessandro Gassmann) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi), amici di lungo corso che per un imprevedibile scherzo del destino si ritrovano catapultati nella Roma del 1982, ritrovandosi faccia con Renatino (Edoardo Leo), capo della banda criminale del quartiere. Nel tentare di ritornare al presente, i tre saranno costretti a vedersela con una serie di ostacoli e beffardi imprevisti.

La commedia diretta da Bruno dichiara sin da subito il suo intento di riformulare l’immaginario di un genere fondendolo con un tocco di comicità e fantasy. Questa commistione di generi, di cui gli sceneggiatori avevano già dimostrato capacità con Lo chiamavano Jeeg Robot, si afferma ancora una volta come un’interessante chiave per rielaborare la commedia italiana. A ciò il regista associa uno stile registico che richiama in causa i film polizieschi degli anni ’80. Ricco di zoom, split screen, inquadrature deformanti ed elaborati movimenti di macchina, il film riesce, sostenuto da una buona regia, a trovare la propria identità.

Non ci resta che il crimine resta però prima di tutto una commedia, e riesce ad esserlo anche grazie al buon feeling tra gli attori protagonisti. Ognuno di loro ha modo di portare avanti il proprio percorso e il proprio arco narrativo, trovando nelle scene corali l’occasione per gag comiche il più delle quali ben costruite e riuscite. È però Edoardo Leo, nei panni inediti del cattivo, a spiccare su tutti, dimostrando nuovamente grande versatilità e riuscendo a convincere con il suo Renatino, mostrandone punti di forza e punti di debolezza.

Non tutto funziona all’interno del film, come alcuni risvolti di sceneggiatura che appaiono poco convincenti, specialmente verso il terzo atto del film, o alcune battute poco memorabili, ma Non ci resta che il crimine riesce comunque ad inserirsi degnamente in un filone di commedie che attraverso il genere ricercano una propria originalità in un contesto generale sempre meno creativo. Puntando, a ragione, sui propri protagonisti, e su di un immaginario cinematografico celebre in Italia, il film guadagna in buon intrattenimento e vince la sua sfida.

Non ci resta che il crimine, la conferenza stampa del nuovo film di Massimiliano Bruno

È stato presentato oggi a Roma il nuovo film scritto e diretto da Massimiliano Bruno: Non ci resta che il crimine, commedia che fonde la fantascienza con il poliziesco, e con protagonisti Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli.

Il regista e sceneggiatore Massimiliano Bruno apre la conferenza stampa raccontando la genesi del film, che sin dal titolo richiama un classico della coppia composta da Troisi e Benigni. “Il film è un omaggio a Non ci resta che piangere. Volevamo fare un viaggio nel tempo, e abbiamo pensato di farlo attraverso una commistione di generi. Non ci resta che il crimine è un po’ come Ritorno al futuro che incontra Romanzo criminale. Ci sono elementi di fantascienza e del genere poliziesco. Per la regia mi sono ispirato allo stile tracciato dai cult di questi generi, ricchi di zoom, split screen e inquadrature deformanti dal basso. Abbiamo ricostruito un certo tipo di fotografia cupa che richiama gli anni ’80, sia da un punto di vista cinematografico sia per quanto riguarda la pesantezza di quegli anni di piombo.”

Bruno passa poi a parlare del lavoro svolto sui personaggi, dichiarando che “dirigere gli attori è stato più complicato del solito visto che alcuni di loro affrontavano un ruolo per loro inedito. Basta pensare ad Edoardo Leo, per la prima volta nei panni del cattivo, Gassmann, che stavolta aveva il ruolo dell’ingenuo. Giallini si è calato perfettamente nel ruolo del cialtrone navigato, mentre Tognazzi ha reso in maniera credibile un pusillanime che impara a tirare fuori il carattere, e infine Ilenia Pastorelli è stata bravissima nel ruolo della paracula bomba sexy. Siamo stati attenti a rispettare i ruoli di tutti.

Parlando dei personaggi, Edoardo Leo prende la parola per raccontare il suo Renatino, pericoloso criminale del film. “C’è un vasto immaginario di riferimento per questi ruoli, ma per costruire il mio ho deciso di accantonare tutto ciò e invece di ricercare una biografia del personaggio ho cercato di esasperare ciò che c’era già nella sceneggiatura. Ho puntato sulla gelosia del personaggio, elemento che poteva allo stesso tempo svelarne fragilità e pericolosità.”

Gli autori del film, Bruno e gli altri sceneggiatori Nicola Guaglianone e Andrea Bassi, vengono poi chiamati a raccontare il loro film e le scelte fatte nella stesura della sceneggiatura di questo. E’ Guaglianone a prendere la parola è a dichiarare che “la storia è spesso un pretesto per raccontare qualcos’altro. Qui abbiamo tre amici che partono alla ricerca di un tesoro materiale e invece ne trovano un altro ben più importante, che è quello dell’amicizia.”

“Nel nostro lavoro ci interroghiamo spesso su quale sia il senso di ciò scriviamo e su cosa realmente vogliamo raccontare. – continua Andrea Bassi“Qui oltre all’amicizia ci interessava raccontare il gioco perverso che ruota intorno alla sete di potere. I personaggi di questo film sono stritolati da questa sete. Anche il titolo è molto indicativo e ironico a riguardo. Spesso il crimine viene visto in modo erroneo come un porto sicuro, come l’ultima spiaggia, ma non lo è, e nel film questo è molto evidente.”

“Gli più speciali della vita di ognuno di noi sono quelli che vanno dai 12 ai 20. – aggiunge poi Bruno – “Ci siamo confrontati per riportare alla luce tutte le icone pop della generazione degli anni ’80. Questo è stato fatto attraverso la moda, gli oggetti e soprattutto la musica, dai Kiss ai The Clash.”

Bruno conclude poi ribadendo l’importanza dell’operazione fatta con questo film. “Stiamo cercando di realizzare sempre cose nuove e originali. Guaglianone lavora molto per la commistione di generi, e penso che con questo film siamo riusciti a raggiungere un buon risultato a riguardo”.

Non ci resta che il crimine sarà nei cinema a partire dal 10 gennaio, prodotto dalla Italian International Film e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution.

Non ci resta che il crimine, la recensione del film di Massimiliano Bruno

Non ci resta che il crimine, il trailer del film di Massimiliano Bruno

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Ecco il trailer di Non ci resta che il crimine, il nuovo film di Massimiliano Bruno, con protagonisti Edoardo Leo, Alessandro Gassman, Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi e Ilenia Pastorelli.

E se improvvisamente, per destino o per caso, vi ritrovaste negli anni’80? E’ quello che succede a tre improbabili amici che hanno fatto dell’arte di arrangiarsi uno stile di vita.

Siamo a Roma nel 2018 e tre amici di lungo corso, con scarsi mezzi ma un indomabile talento creativo, decidono di organizzare un “Tour Criminale” di Roma alla scoperta dei luoghi simbolo della Banda della Magliana. L’idea, ne sono convinti, sarà una miniera di soldi. Abiti d’epoca, jeans a zampa, giubbotti di pelle, stivaletti e Ray-Ban specchiati, ed è fatta… sono pronti per lanciarsi nella nuova impresa. Se non fosse che, per un imprevedibile scherzo del destino, vengono catapultati negli anni ’80 nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna e si ritrovano faccia a faccia con alcuni membri della Banda che all’epoca gestiva le scommesse clandestine sul calcio. Per non parlare dell’incontro con una vulcanica e dirompente ballerina che rischia di scombinare ancora di più le carte. Per i tre amici potrebbe rivelarsi una ghiotta occasione di riscatto oppure….

“Non ci resta che il crimine” è una commedia in cui la realtà supera l’immaginazione e in cui tutto può succedere.

Non ci resta che il crimine, la recensione del film di Massimiliano Bruno

Non ci resta che il crimine – La serie: recensione della prima puntata della serie su Sky

Con la trilogia fantastico-comica Non ci resta che il crimine, diretta da Massimiliano Bruno dal 2019, abbiamo conosciuto meglio la Roma degli anni Ottanta, addentrandoci nei luoghi simbolo in cui al tempo operava la banda della Magliana; poi quella degli anni Quaranta, in piena Seconda Guerra Mondiale, con tutti gli eventi che portarono alla caduta del regime fascista. Ora, le tre pellicole con al centro Moreno, Sebastiano (che non ci sarà) e Giuseppe, a cui si è aggiunto Claudio nell’ultimo C’era una volta il crimine, assumono una nuova veste e si presentano sotto forma di serie televisiva. Non ci resta che il crimine – La serie, si re-impossessa del titolo d’esordio – omaggio al Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni – che ha dato il via alla bene accolta trilogia in cui, a troneggiare, sono i tanto amati viaggi nel tempo alla Ritorno al futuro. In arrivo in esclusiva su Sky e in streaming NOW dal 1 dicembre, per un totale di 6 episodi, la serie vede il come back di Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi e Giampaolo Morelli, e una new entry di tutto rispetto quale Maurizio Lastrico. Non ci resta che il crimine – La serie è prodotta da Sky Studios e Lucisano per Italian International Film.

Non ci resta che il crimine – la serie, la trama

La serie inizia dopo gli eventi di C’era una volta il crimine. Giuseppe, dopo aver appurato che i suoi genitori vogliono vendere la casa in cui lui è cresciuto, trova in un cofanetto una foto misteriosa: due ragazze hanno in braccio un bambino piccolo, ossia lui. Rovistando meglio, capisce di essere stato adottato, e che per tutta la vita quelli che credeva essere sua madre e suo padre gli hanno mentito spudoratamente. Per fortuna, sullo sfondo dell’immagine, c’è una data: 17 giugno 1970. Giuseppe decide così di rintracciarle per conoscere la verità, passando attraverso l’oramai famoso wormhole e finendo nella Roma in cui la sinistra giovanile e la destra eversiva hanno preso il potere. Nel presente, però, qualcosa è andato storto con i conti bancari di Moreno e Claudio, i quali si ritrovano con i fondi bloccati. Con l’aiuto di Gianfranco, i due raggiungeranno Giuseppe per aiutarlo a sistemare la faccenda, poiché i problemi finanziari dipendono proprio da lui. Ma una volta arrivati lì si ritroveranno invischiati in una situazione più grande di loro: intanto, l’amico, è intenzionato a conoscere la madre biologica, spingendosi un po’ troppo oltre.

Non ci resta che il crimine - La serie

La Roma degli anni Settanta

Il primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie – l’unico visionato in anteprima – comincia facendo capire al suo pubblico di aver conservato tutte quelle peculiarità che hanno reso appetibile la trilogia. È una puntata che prepara il terreno per quel che sarà il discorso narrativo principale della serie, la quale è pronta a far vivere ai suoi spettatori un’esperienza più lunga – come il format richiede – e sopratutto più ricca di dettagli. Se nei film la storia in termini di contenuto era meno incisiva e subalterna, per lasciare spazio a un racconto più votato all’intrattenimento puro, duro e sincero, con il formato seriale questa sembra farsi più presente, e dalla prima puntata capiamo che avrà una struttura più solida. Rimanendo ancorati ai salti temporali – oramai vero e proprio must delle pellicole fantasy – la colorita banda ci teletrasporta nella Roma degli anni Settanta.

Siamo in pieno fermento sociale e politico, con la rivoluzione culturale che si fa spazio fra i giovani. Si diffondono movimenti quali l’hippie e il punk e si cerca di imporre ancor di più la propria voce e la propria libertà individuale. Sono anche gli anni in cui la politica si fa ancora più presente nelle università, come la Sapienza e la Facoltà di Lettere e Filosofia, luogo in cui si svolge il primo episodio, con i ragazzi sempre più orientati verso il PCI. La data in cui però si ritrovano Moreno, Claudio e Giuseppe è storicamente importante nell’era calcistica: 17 giugno 1970, giornata in cui gli Azzurri batterono la Germania per 4-3. Una partita significativa, così come la sequenza contenuta nell’episodio, che diventa chiara reference di Non ci resta che il crimine, quando nel’82, altra data da ricordare, Giuseppe svela a Renatino che l’Italia vincerà i Mondiali contro la Germania. Non ci resta che il crimine – La serie ci delinea perciò il contesto entro il quale i nostri sui generis protagonisti si muoveranno, e sappiamo che negli episodi seguenti sarà preso in esame un evento storico in particolare: il fallito Golpe Borghese.

Un primo episodio che funziona

Sin dal primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie si ride. La comicità, rintracciata sia nel linguaggio verbale che espressivo dei tre amici, continua a essere la colonna portante. Per non farci dimenticare che, pur essendo un prodotto contaminato da diversi generi quali gangster e fantasy, i capisaldi restano quelli della commedia dissacrante. Le situazioni rocambolesche, che ritroviamo già nel primo episodio (che vuole partire con il botto), sono l’elemento caratterizzante che siamo sicuri permeerà in tutta la serie, e sono supportate da un cast il quale attraverso la propria romanicità (ma anche napoletaneità) riesce a dare quella giusta verve, e delle più che azzeccate gag, tali da coinvolgere e divertire.

Moreno, Claudio e Giuseppe ci trascinano perciò in questa nuova pazza avventura con tutto il loro spirito brioso, seppur debbano ricordarsi di gestire loro stessi con molta prudenza: come sempre, esistono i paradossi temporali, una spada di Damocle da non sottovalutare. Dovranno stare attenti a non cambiare il passato, seppur questa volta Giuseppe sembri ancor più incline a farlo, altrimenti gli effetti si vedranno nel presente. Il primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie setta dunque il tono dell’intero show, promettendoci che, andando avanti, avremo un crescendo di esperienze assurde, folli e divertenti. E chissà, magari l’aver dato alla trilogia l’opportunità di essere una serie, ci permetterà anche di legarci meglio ai suoi irresistibili protagonisti.

Non ci resta che il crimine – La serie: trailer della serie in arrivo a Dicembre!

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Dalla fortunata trilogia cinematografica alla serie TV Non ci resta che il crimine – La serie: torna con una nuova storia in 6 episodi a cavallo fra passato e presente la sgangherata banda della saga di Massimiliano Bruno sui viaggi nel tempo, dall’1 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Prodotta da Sky Studios e da Fulvio, Federica e Paola Lucisano per Italian International Film, Non ci resta che il crimine – La serie – di cui viene rilasciato il trailer ufficiale – vedrà tornare i protagonisti della trilogia Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno, di nuovo dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico in un ruolo del tutto nuovo.

Dopo il viaggio cinematografico indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la nuova serie Sky Original inizia subito dopo gli eventi dell’ultimo film e trasporterà l’affiatatissima e divertente banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e quelli della destra eversiva del Golpe Borghese.

Non ci resta che il crimine – La serie è scritta da Massimiliano Bruno, Andrea Bassi, Gianluca Bernardini, Herbert Simone Paragnani.

Durante le varie fasi della produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e mirando a ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.

La trama della serie tv

Moreno (Giallini), Giuseppe (Tognazzi) e Claudio (Morelli) si trovano di nuovo riuniti, stavolta per un’avventura nel 1970. Dopo aver scoperto di essere stato adottato, Giuseppe decide di cercare la sua vera madre, incurante degli avvertimenti del loro amico e scienziato Gianfranco (Bruno): se si cambia il passato cambia anche il presente.Giuseppe riesce a incontrarla a un happening a casa di Duccio Casati (Lastrico), un ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco. Ma l’emozione che travolge Giuseppe nel ritrovare Linda gli fa commettere un grave errore: salvandola da un attentato, finisce per modificare il passato, e quindi anche il presente: ora l’Italia di oggi è diventata una dittatura fascista, e bisognerà tornare di nuovo indietro per rimettere le cose a posto… a costo di infiltrarsi nelle maglie del Golpe Borghese

Non ci resta che il crimine – La serie in arrivo dal 1 dicembre su SKY

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Dalla fortunata trilogia cinematografica alla serie TV: con una nuova storia in 6 episodi a cavallo fra passato e presente, torna la sgangherata banda di Non ci resta che il crimine – La serie, la saga di Massimiliano Bruno sui viaggi nel tempo, dall’1 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Non ci resta che il crimine – La serie andrà con due nuovi episodi a settimana tutti i venerdì in prima serata su Sky Serie, oltre a essere disponibile on demand in 4K HDR (per i clienti Extra anche nella sezione on demand Primissime).

Una produzione Sky Studios e Italian International Film prodotta da Fulvio, Federica e Paola Lucisano, la serie vedrà tornare i protagonisti della trilogia Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno, quest’ultimo di nuovo dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico con un ruolo del tutto nuovo, quello di Duccio Casati, ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco.

Dopo il viaggio cinematografico indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la nuova serie Sky Original inizia subito dopo gli eventi dell’ultimo film e trasporterà l’affiatatissima banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e delle contestazioni studentesche e quelli della destra eversiva del Golpe Borghese.

Accanto a Giallini, Morelli, Tognazzi, Bruno e Lastrico, nel cast anche Liliana Fiorelli (Bentornato Presidente!, L’avvocato Malinconico, Siccità, I migliori giorni) nei panni di Marisa, l’assistente di Gianfranco; Grace Ambrose (Il primo Natale, Compromessi sposi, Il paradiso delle signore) in quelli di Linda Valori, la madre di Giuseppe nel passato; Kabir Tavani (Ricchi di fantasia, Il nostro generale, Puck) che interpreta Sergio Brana, giovane membro del collettivo comunista che ospiterà i protagonisti nel 1970; Sara Baccarini (La cena perfetta, Beata Ignoranza, I migliori giorni), che nella serie sarà Matilde, anche lei membro del collettivo comunista che si avvicinerà molto al cinico Moreno, il personaggio interpretato da Marco Giallini; e ancora, Daniela Virgilio (Romanzo criminale – La serie, Tapirulàn, Third person) nei panni di Daniela Colagi, influente vedova di un personaggio di spicco della politica di quegli anni, e Claudio Corinaldesi (Per Elisa, Smetto quando voglio – Reloaded, Vostro Onore, Bang Bang Baby) in quelli di Nunzio Petrucci, capo della milizia squadrista e braccio destro di Junio Valerio Borghese.

Non ci resta che il crimine – La serie è scritta da Massimiliano Bruno, Andrea Bassi, Gianluca Bernardini, Herbert Simone Paragnani.

Non ci resta che il crimine – La serie da domani terzo e quarto episodio su Sky e NOW

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A spasso nel tempo fra il 1970 e i giorni nostri, con l’unica regola di non toccare il passato per non cambiare il presente. E invece, anche questa volta, i protagonisti della nuova serie Sky Original Non ci resta che il crimine – La serie si ritrovano a dover sistemare la situazione per far in modo che il nostro 2023 rimanga come lo conosciamo. Da domani disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, i due nuovi episodi (terzo e quarto) della serie Sky Original. 

Gianfranco (Massimiliano Bruno) li aveva avvertiti: l’unica cosa da non fare era cambiare il passato. Ora, per rimettere le cose a posto Giuseppe (Gian Marco Tognazzi), Moreno (Marco Giallini) e Claudio (Giampaolo Morelli) sono costretti a tornare di nuovo nel 1970 e cercare di sventare il Golpe Borghese. Claudio, conquistando il cuore di una ricca e affascinante vedova, si infiltra fra i golpisti e diventa beniamino del gruppo. Mentre nel presente Gianfranco è stato rapito dagli agenti governativi e deve riuscire a liberarsi per raggiungere gli altri nel ‘70.  

Una produzione Sky Studios e Italian International Film prodotta da Fulvio, Federica e Paola Lucisano, la serie vedrà tornare i protagonisti della trilogia Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno, quest’ultimo di nuovo dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico con un ruolo del tutto nuovo, quello di Duccio Casati, ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco. 

Dopo il viaggio cinematografico indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la nuova serie Sky Original inizia subito dopo gli eventi dell’ultimo film e trasporterà l’affiatatissima banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e delle contestazioni studentesche e quelli della destra eversiva del Golpe Borghese.

Accanto a Giallini, Morelli, Tognazzi, Bruno e Lastrico, nel cast anche Liliana Fiorelli (Bentornato Presidente!, L’avvocato Malinconico, Siccità, I migliori giorni) nei panni di Marisa, l’assistente di Gianfranco; Grace Ambrose (Il primo Natale, Compromessi sposi, Il paradiso delle signore) in quelli di Linda Valori, la madre di Giuseppe nel passato; Kabir Tavani (Ricchi di fantasia, Il nostro generale, Puck) che interpreta Sergio Brana, giovane membro del collettivo comunista che ospiterà i protagonisti nel 1970; Sara Baccarini (La cena perfetta, Beata Ignoranza, I migliori giorni), che nella serie sarà Matilde, anche lei membro del collettivo comunista che si avvicinerà molto al cinico Moreno, il personaggio interpretato da Marco Giallini; e ancora, Daniela Virgilio (Romanzo criminale – La serie, Tapirulàn, Third person) nei panni di Daniela Colagi, influente vedova di un personaggio di spicco della politica di quegli anni, e Claudio Corinaldesi (Per Elisa, Smetto quando voglio – Reloaded, Vostro Onore, Bang Bang Baby) in quelli di Nunzio Petrucci, capo della milizia squadrista e braccio destro di Junio Valerio Borghese.

La trama del terzo episodio Non ci resta che il crimine – La serie

Per rimettere le cose a posto i nostri sono costretti a tornare di nuovo nel 1970 per far sì che il Golpe Borghese venga sventato, in modo da rimettere a posto l’asse temporale.

La trama del quarto episodio Non ci resta che il crimine – La serie

Mentre nel presente Gianfranco è stato rapito dagli agenti governativi, nel 1970 ha inizio il piano per sventare il Golpe Borghese. I nostri decidono quindi di infiltrarsi nei gruppi dell’estrema destra eversiva. Claudio, complice il flirt con una ricca e affascinante vedova, diventa presto il beniamino dei golpisti, mentre gli altri cercano di portare avanti il piano. Nel frattempo Gianfranco viene torturato e cerca di fuggire…

Non c’è più religione: il film di Luca Maniero

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Non c’è più religione: il film di Luca Maniero

Guarda il trailer ufficiale di Non c’è più religionela nuova divertente commedia di Luca Miniero con Alessandro Gassmann, Claudio Bisio, Angela Finocchiaro. DAL 7 DICEMBRE AL CINEMA  

Sinossi

Il bambinello del presepe vivente è cresciuto: ha barba e brufoli da adolescente e nella culla non ci sta proprio. Bisogna trovarne un altro a tutti i costi!

Una commedia esilarante sull’Italia di oggi senza figli e che si arrangia come può, con un lama al posto del bue e tre amici  in lotta fra loro, al posto dei re Magi. Un presepe vivente così non si vedeva da 2000 anni nella piccola isola di Porto Buio.

Non c’è campo: trailer ufficiale del film di Federico Moccia

Non c’è campo: trailer ufficiale del film di Federico Moccia

Guarda il trailer ufficiale di Non c’è campo, il nuovo film di Federico Moccia con Vanessa Incontrada, Gian Marco Tognazzi, Corrado Fortuna, Mirko Trovato ed Eleonora Gaggero che uscirà il  prossimo 2 novembre distribuito da Koch Media.

Non c’è campo, la trama

Laura (Vanessa Incontrada) è una professoressa di liceo che ha molto a cuore la preparazione dei suoi allievi, al punto di organizzare per loro una visita culturale di una settimana ospitati da un artista di fama internazionale, Gualtiero Martelli (Corrado Fortuna). Per seguire i ragazzi in gita, Laura lascia a casa il marito Andrea (Gian Marco Tognazzi) con la figlia Virginia (Eleonora Gaggero) e parte con una collega, la professoressa Alessandra (Claudia Potenza).

Eccitati dalla prospettiva della gita, i giovani alunni, tra cui Francesco (Mirko Trovato), Flavia (Beatrice Arnera) e Valentina (Caterina Biasiol), affrontano il viaggio in pullman pieni di aspettative ma un imprevisto scombussola i piani: nel piccolo paese salentino dove vengono accolti​… NON C’E’ CAMPO! Un “black out telematico” che li vede costretti a sopravvivere senza cellulari e privi di collegamento a internet. La gita in quel borgo bellissimo della Puglia si trasforma così per i giovani allievi e per le due professoresse nel peggior incubo possibile. Lo smartphone diventa ​così un accessorio​ ​inutile, costringe​​ndo​​ ​ragazzi ed adulti a​ ​​tornare ad una​ ​comunicazione diretta​ ​​che porta alla luce ​imprevedibili reazioni​, segreti inconfessabili e nuovi amori.​

In un percorso di riscoperta per gli adulti e di formazione per i giovani, la gita sarà per tutti un momento di crescita e di svolta, grazie ad un rapporto senza filtri… 

Non Buttiamoci Giù: recensione del film con Aaron Paul

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Non Buttiamoci Giù: recensione del film con Aaron Paul

Non Buttiamoci Giù, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, è una commedia che racconta la tragedia umana in diverse sfaccettature, prova ad addentrarsi nelle maglie della malattia e del disagio, ma non riesce ad avere il coraggio di indagare a fondo nell’animo dei personaggi.

In Non Buttiamoci Giù durante la notte di Capodanno quattro sconosciuti si trovano per caso sul tetto del grattacielo più alto di Londra. Cosa sono andati a fare? Il loro intento è quello di togliersi la vita, ma non hanno fatto i conti con il fatto che l’edificio in questione è il posto preferito degli aspiranti suicidi, e che la notte di Capodanno è il momento in cui più gente decide di suicidarsi. Ognuno disturbato dall’arrivo dell’altro, decideranno di non buttarsi, stringendo anzi un patto: nessuno dei quattro si suiciderà fino a San Valentino. E’ questo l’inizio di un’amicizia strana, improbabile, fatta di alti e bassi e di tanti momenti in cui condividere e in cui litigare, un’amicizia che malgrado le riserve iniziali, li cambierà tutti.

Non Buttiamoci Giù è una commedia per la fine lieta che ci offre, ma è una tragedia per il dolore e le difficoltà che racconta. Il tono del film si mantiene coerente con i fatti esposti, ma senza osare troppo, senza scavare in profondità, il che potrebbe essere addirittura un pregio, data la straordinaria profondità interpretativa del protagonisti. Anche se Pierce Brosnan, nei panni di Martin Sharp, si cimenta in un ruolo più ‘semplice’, i suoi colleghi non fanno assolutamente sentire la sua mancanza di empatia: Toni Collette si conferma un’artista rara, capace di dar vita alla timida Maureen; Aaron Paul mantiene i toni drammatici che gli sono congeniali (come Breaking Bad ha dimostrato) per interpretare il suo J.J, confermandosi a sua volta come un giovane attore da tenere d’occhio; Imogen Poots (Jess) è una scoperta bellissima, un fiore delicato e vivace che illumina lo schermo con i suoi grandi occhi blu.

Non Buttiamoci Giù

La regia del progetto, che si fa lustro principalmente dei protagonisti e della storia nota di Hornby, è affidata al francese Pascal Chaumeil, che dopo le recenti commedie Il Truffacuori e Un Piano Perfetto, si mette alla prova con toni più drammatici, mettendosi al servizio della storia e regalando, di tanto in tanto, qualche guizzo di personalità dietro la macchina, che fa muovere nello spazio abbracciando personaggi e situazioni e siglando alcuni momenti davvero felici della pellicola.

Non Buttiamoci Giù è una commedia amara, che riesce con equilibrio a raccontare una situazione difficile, strappando pochissime risate, molti sorrisi e toccando corde delicate della natura umana, senza scuoterle troppo, ma permettendo allo spettatore di godere di un buon film senza un eccessivo coinvolgimento.

Non buttiamoci giù: 2 clip del film con Aaron Paul

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Arrivano da Notorious Pictures due clip dell’atteso Non buttiamoci giù, adattamento dell’omonimo bestseller di Nick Hornby, Everyone’s Reading Bastard in Italia tradotto appunto, Non buttiamoci giù.  La pellicola è diretta da Pascal Chaumeil e vede protagonisti Pierce Brosnan, Toni Colette, Aaron Paul e Imogen Poots.

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Non buttiamoci giu-trailerErano pronti a fare un salto di qualità…

Dal Best Seller di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo…

 

Non buttiamoci giù: 2 clip del film con Aaron Paul

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Non Buttiamoci GiùDue nuove clip del film di Notorious Pictures, Non buttiamoci giù in uscita nelle sale oggi 20 Marzo. La regia è di PASCAL CHAUMEIL con Pierce Brosnan, Toni Colette, Aaron Paul e Imogen Poots.

Erano pronti a fare un salto di qualità…

 Dal Best Seller di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo…

 

Non Buttiamoci Giù Trailer e data di uscita del film con Aaron Paul

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Non buttiamoci giu-trailerArriva il trailer italiano e la data di uscita di Non Buttiamoci Giù con protagonisti  Pierce Brosnan, Toni Colette, Aaron Paul e Imogen Poots che uscirà al cinema il 20 Marzo distribuito da Notorius Pictures. Il film è tratto dal bestseller di Nick Hornby mentre la regia è di Pascal Chaumeil. 

Dal Best Seller di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo…

Arriva il trailer italiano e la data di uscita di Non Buttiamoci Giù con protagonisti Pierce Brosnan, Toni Colette, Aaron Paul e Imogen Poots che uscirà al cinema il 20 Marzo distribuito da Notorius Pictures.

Non buttiamoci giù Trailer del film con Aaron Paul

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Non buttiamoci giu-trailerPresentato in anteprima mondiale lunedì 10 febbraio al 64° Festival Internazionale del Cinema di Berlino sezione Berlinale Special, l’attesissimo Non buttiamoci giù, uscirà in Italia il 20 marzo distribuito da Notorious Pictures. Tratto dal best seller A Long Way Down di Nick Hornby. Ad interpretare la commedia diretta da Pascal Chaumeil, Pierce Brosnam, Aaron Paul, Imogen Poots, Toni Collette e Rosamund Pike. Ecco il Trailer: 

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Sinossi

Dal Best Seller di Nick Hornby (“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi cosa, anche il tetto di un grattacielo…

 

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Non avrai mai mia figlia: la storia vera dietro al film

Quello della custodia dei bambini è un tema estremamente delicato, che il cinema ha in più occasioni provato a raccontare spesso con ottimi risultati. Film come Kramer vs. Kramer o i più recenti Gifted – Il dono del talento, L’affido – Una storia di violenza, La vita che verrà o l’italiano Mamma o papà? sono solo alcuni esempi a riguardo. Nel 2020 è invece stato realizzato un film per la TV dal titolo Non avrai mai mia figlia, che offre un particolare punto di vista su questo tema.

Diretto da Tori Garrett – noto per essere stato il regista di diversi episodi della serie The Rookie -, il film si ispira ad una storia vera e va a raccontare di quelle vicende di custodia che sono rese ancor più gravi e complesse dalla presenza di atti di violenza fisica quali lo stupro. Il film, infatti, nel ripercorrere la reale vicenda a cui si ispira, indirizza l’attenzione degli spettatori verso una serie di carenze legislative e nella tutela dei più bisognosi. 

Si tratta dunque di un film che solleva importanti riflessioni, aggiungendo qualcosa in più a questa tipologia di opere e ai loro racconti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Non avrai mai mia figlia. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Non avrai mai mia figlia trama

La trama e il cast di Non avrai mai mia figlia

Protagonista del film è Amy Thompson, studentessa di giurisprudenza la cui vita prende una piega tragica quando subisce violenza fisica da un uomo di nome Demetri. Già traumatizzata dalla violenza subita, Amy è ulteriormente scioccata quando scopre di essere rimasta incinta. Nonostante tutto, decide comunque di tenere quella si svela poi essere una bambina, che chiama Maddy. Qualche anno dopo, però, Demetri si rifà vivo chiedendo la custodia della bambina, dando così inizio un caso particolarmente delicato e complesso. 

Ad interpretare Amy Thompson vi è l’attrice Lyndsy Fonseca, celebre in particolare per essere stata la figlia di Ted Mosby nella popolare sitcom How I Met Your Mother. Ha però recitato anche in Kick-Ass e The Ward – Il reparto. Nel ruolo di Demetri, invece, vi è l’attore Hunter Burke, mentre Madison Johnson è Maddy, la figlia di Amy. Recita poi nel film l’attrice Kirstie Alley, celebre per la sitcom Cin cin e i film di Senti chi parla. Quello in Non avrai mai mia figlia è il suo ultimo ruolo prima della scomparsa, avvenuta nel 2022.

La storia vera dietro Non avrai mai mia figlia

Come anticipato, il film è basato su una storia vera, quella di Analyn Megison. La sua vicenda divenne nota quando venne citata in giudizio nel 2010 dal suo stupratore, che voleva ottenere la custodia della loro figlia di 6 anni. Il triste episodio era avvenuto nel 2003, ma Megison decise di tenere la bambina in quanto non voleva considerarsi una vittima. Tuttavia, nel 2010, l’uomo che l’aveva aggredita tornò ad esercitare il proprio potere nella sua vita.

“Il mio stupratore non è mai stato condannato per quello che mi ha fatto. Quando arrivò il giorno in cui mi furono notificati i documenti del tribunale a suo nome, ero terrorizzata dal pericolo che ciò rappresentava per la mia bambina, che non aveva idea di cosa avrei dovuto affrontare per proteggerla”, ha raccontato Megison in un’intervista a USA Today. All’epoca, in Florida, non esisteva infatti alcuna legge che la proteggesse.

Non avrai mai mia figlia cast

Il giudice del caso, però, decise che era necessario avere un’udienza probatoria completa su come era stata aggredita e come era stato concepito il bambino, prima che il caso giudiziario andasse avanti. Alla fine, lo stupratore rinunciò alla causa e Megison ottenne la completa custodia della sua bambina. Ma questo non è avvenuto senza aver trascorso ore a fare ricerche sui diritti parentali degli stupratori negli Stati, tanto che ha redatto una legge modello per la Florida. 

In quel periodo Megison è diventata anche cofondatrice di Hope After Rape Conception, un’organizzazione “che si occupa di cambiare le leggi statali per proteggere i bambini e le vittime di stupro”. Nella sua bozza di legge, Megison ha scritto che qualsiasi persona che risulti aver concepito un bambino attraverso una prova “chiara e convincente” di stupro, vedrà i suoi diritti di genitore negati dallo Stato.

Il disegno di legge è stato poi approvato all’unanimità nel 2013 e nel 2015 il Presidente Obama ha firmato la legge, che vietava ai padri violentatori la custodia condivisa dei figli nati da uno stupro. Al 2020, 30 Stati su 50 hanno consentito la cessazione dei diritti genitoriali degli stupratori coinvolti nel concepimento di un bambino. Altri, invece, richiedono una condanna per violenza sessuale.

Dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di sabato 15 giugno alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Non avere paura del buio: recensione del film

Non avere paura del buio: recensione del film

Ritorna nelle sale italiane con Non avere paura del buio Guillermo Del Toro, qui in veste di sceneggiatore  e produttore.

Non avere paura del buio racconta la storia di Sally Hurst, una bambina introversa e solitaria appena giunta nel Rhode Island per vivere con suo padre Alex e la sua nuova compagna Kim in una villa del 19° secolo in ristrutturazione. Mentre esplora la grande residenza, Sally scopre una cantina rimasta nascosta fin dalla misteriosa scomparsa del costruttore della casa, avvenuta un secolo prima. Libera così, involontariamente, malvagie creature che vogliono trascinarla nelle oscure profondità dell’antica dimora. Sally deve convincere Alex e Kim che non si tratta di una fantasia, ma di una terribile realtà che incombe su tutti loro.

Per chi è abituato a grossi intrecci e grandi attimi di tensione nel cinema di Del Toro, forse troverà in quest’ultima opera poco o nulla dei fasti che hanno portato alla ribalta il regista messicano. Già, perché quest’opera nelle sue intenzioni non mira a sorprendere e far sobbalzare (se non una volta) lo spettatore. Al contrario, cuore pulsante della narrazione è la casa, vero centro dell’opera. E’ da essa che vengono fuori le inquietudini che segnano indelebilmente tutti i protagonisti del film. E’ intorno ad essa che le relazioni di Sally, Kim e Alex cadono in un profondo stato di malessere e che probabilmente non ritorneranno ad essere più come prima, ma che in qualche modo faranno riavvicinare padre e figlia, ricostruendo un rapporto fragile. E’ la casa che concretizza le immagini favolistiche scritte da Del Toro e dirette dall’esordiente Troy Nixey, agile nel muoversi con eleganza. E’ soprattutto grazie a una scenografia protagonista che il film regala allo spettatore atmosfere misteriose, oscure, affascinanti. Da questo punto di vista è forse un pregio la capacità della pellicola di rievocare le atmosfere e i strabilianti set dei film della famosa Hammer che tanto ha dato alla storia del cinema di genere.

Il difetto maggiore di Non avere paura del buio sta nella parte centrale della narrazione, incapace di mantenere il ritmo coinvolgente d’inizio film e in un finale che è volutamente irresoluto, lasciando accomodare la vicenda in una conclusione che lascia l’amaro in bocca, soprattutto perché la sensazione è quella di aver lasciato inespresse alcune potenzialità fantastiche della storia, che sono invece il marchio di fabbrica di Del Toro.  Da segnalare il ritorno discreto di Katie Holmes, che regala una positiva interpretazione assieme al suo co-protagonista Guy Pearce. Ma a sorprendere nel cast è senza dubbio la bambina protagonista Sally, interpretata con grande capacità da Bailee Madison, che regala quelle sfumature al personaggio che lo rendono interessante e curioso.

Non aprite quella porta: prime foto del remake in arrivo su Netflix

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In attesa di vedere le prime immagini da un trailer ecco le prime foto di Non aprite quella porta, l’annunciato remake del film cult dell’horror che avrà un ennesimo rifacimento questa volta prodotto dalla Legendary Pictures per un film originale Netflix. Non aprite quella porta si baserà su un soggetto scritto da Fede Alvarez (La casa Remake) e Rodo Sayagues e su una sceneggiatura scritta da Chris Thomas Davlin. Dopo essere rimasto nascosto per quasi mezzo secolo, Faccia di cuoio torna a terrorizzare, colpendo alcuni giovani amici idealisti che accidentalmente interferiscono con il suo mondo occulto in una remota cittadina del Texas. Il film è diretto da David Blue Garcia. Nel film protagonisti sono i volti giovani di Elsie Fisher, Sarah Yarkin, Nell Hudson, Jacob Latimore.

La trama

Melody (Sarah Yarkin) e la giovane sorella Lila (Elsie Fisher) raggiungono con gli amici Dante (Jacob Latimore) e Ruth (Nell Hudson) il paese sperduto di Harlow, nel Texas, per dar vita a una nuova e visionaria iniziativa imprenditoriale. Ma il loro sogno si trasforma in un incubo quando senza volerlo disturbano Faccia di cuoio, il serial killer squilibrato che con la sua eredità di sangue continua a tormentare gli abitanti della zona. Tra questi c’è Sally Hardesty (Olwen Fouéré), l’unica sopravvissuta al tristemente famoso massacro del 1973 che è determinata a ottenere vendetta.

Non aprite quella porta: le t-shirt per i 40 anni!

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Il film cult horror diretto da Tobe Hooper Non aprite quella porta, che ha dato i natali al leggendario Leatherface e la sua inseparabile motosega, quest’anno compie 40 anni e dagli States arrivano le T-shirt celebrative.

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Non aprite quella portaNon aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre) è un film del 1974 diretto da Tobe Hooper. Il film, un horror indipendente e a basso costo, venne distribuito nelle sale cinematografiche nel 1974.Il film narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà uno dei più famosi assassini seriali del cinema dell’orrore oltre che il personaggio principale di questo ed altri film. Il personaggio è distinto da una maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio insanguinato e soprattutto da una motosega, che usa come arma per massacrare le sue vittime.

Non aprite quella porta: la storia vera dietro la saga horror

Non aprite quella porta: la storia vera dietro la saga horror

Non aprite quella porta è un grande classico del genere horror. Se il primo film della saga (composta da otto pellicole) è stato realizzato nel 1974 con un badget bassissimo e in maniera indipendente, il suo successo è stato pazzesco.

La saga che si è sviluppata negli anni a venire ha sempre al centro un unico protagonista, Leatherface (o Faccia di Cuoio), colui che, armato di motosega, fa a brandelli i diversi personaggi dei film. Eppure, la sua storia non è proprio inventata, ma si basa una persona e degli eventi reali.

Ecco, allora, tutto quello che c’è da sapere sulla storia vera di Non aprite quella porta.

Non aprite quella porta è una storia vera

non aprite quella porta storia vera

Leatherface,  conosciuto con il nome di Thomas Hewitt o di Jedidia Sawyer, è il protagonista della saga di Non aprite quella porta. Tuttavia, in pochi sanno che il personaggio di Leatherface si rifà ad una storia vera e alla persona di Ed Gein, un serial killer del Wisconsin.

Edward Theodore Gein è considerato come uno dei peggiori uccisori seriali che la storia americana (e anche quella mondiale) abbia mai conosciuto: nato nel Wisconsin il 27 agosto del 1906, è responsabile della morte di almeno due donne e di aver occultato (si stima) circa una ventina di tombe, commettendo su di esse degli atti di necrofilia e di squartamento.

La caratteristica che tale per cui Leatherface si avvicina a questa persona, è il fatto di essersi costruito della maschere per il viso con la pelle umana delle sue vittime. Il personaggio della saga, infatti, già nel primo film della saga di Tobe Hooper, dimostra una certa “abilità” con il cucito: dapprima si mette a creare delle facce di cuoio dalle carcasse di animali morti, per poi passare agli esseri umani. Questo suo passatempo, per così dire, diventa un modo per nascondere il suo volto sfigurato che non riesce ad accettare.

La vera storia di non aprite quella porta

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Ed Gein, di fatto, è il protagonista della storia vera che si cela dietro Non aprite quella porta e che ha contribuito anche a delineare altri personaggi cinematografici come, ad esempio, accadde per Norman Bates in Psyco (1961) e ha influenzato anche Il silenzio degli innocenti (1991).

Ed Gein era il secondo figli di Augusta, gran lavoratrice, religiosa fino all’estremo, e George, padre violento e pesantemente alcolizzato. Gein si lasciò influenzare pesantemente dalla madre, attraverso le letture della Bibbia tutti i pomeriggi, il totale isolamento in cui lui e il fratello dovevano fare i conti, oltre che ricordarsi di quanto il mondo fosse immorale.

Era la madre la persona con cui aveva creato un legame morboso con il piccolo Ed: tutte le donne, al di fuori di lei, erano considerate delle poco di buono, il sesso si praticava solo per la procreazione e l’autoerotismo era da condannare. Detto ciò, è chiaro capire come Gein fosse un bambino insicuro, timido e disturbato, cosa che lo rendeva il bersaglio principale dei compagni di scuola e contribuì ad isolarlo socialmente, un valore aggiunto alla sua follia latente.

Nel momento in cui i genitori e il fratello morirono, la follia di Gein cominciò ad avere libero sfogo. Nel film di Hooper, Thomas è un ragazzo nato sfigurato che vive all’interno di un mattatoio con sua fratello Charlie, ammattitosi dopo essere stato nella Guerra di Corea.

Thomas cresce, la sua repulsione verso il suo volto e verso la società che lo emargina continua ad aumentare e, quando il mattatoio chiude, la rabbia repressa di quegli anni ha libero sfogo, facendo della motosega la sua arma identificativa. Negli ultimi film del franchise, il personaggio di Leatherface assume maggiormente i connotati di Ed, facente parte di una famiglia disagiata e con un evidente ritardo mentale.

Il film non aprite quella porta è una storia vera

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Il Leatherface di Non aprite quella porta riprende le uccisioni e le mutilazioni perpetrate da Ed Gein nei confronti della sue vittime, dopo che la morte della madre e la dubbia morte del fratello non lo lasciano solo e, quindi, nella completa libertà di agire e di dare sfogo alla sua pazzia.

Dopo essere stato arrestato nel novembre del 1957 per sospetto omicidio nei confronti di Bernice Worden, che venne poi rinvenuta all’interno del capanno dell’omicida, vennero scoperti innumerevoli orrori che arredavano la casa. Nel momento in cui le autorità cominciarono a segnalare tutti i ritrovamenti, venne stimato che Ed aveva conservato delle ossa umane usate come arredamento, teste di donne come decorazione muraria, pelle umana conciata e usata come tappezzeria e per realizzare diversi strumenti, come un tamburo, dei vestiti e i macabri volti, per non parlare dei crani umani utilizzati come ciotole.

Durante il processo, lo stesso Gein ammise di aver razziato il cimitero, violando una ventina di tombe e confessando diversi omicidi, negando di ricavare piaceri sessuali dai cadaveri e con il desiderio di voler cambiare sesso dopo la morte della madre.

Non aprite quella porta: una storia vera solo in parte

Quella di Non aprite quella porta è una storia vera solo in parte. Infatti, nella fattispecie, il personaggio di Leatherface ricorda molto quello di Ed Gein, ma ha una propria identità ben diversa. Leatherface (Faccia di cuoio) è un uomo nato con il volto sfigurato, con un ritardo mentale e che crede di essere costantemente minacciato dal tutto il mondo esterno alla sua famiglia.

I film della saga che vedono Leatherface protagonista, subiscono anche dei cambi di nome del personaggio, con alcune divergenze biografiche. Se nel secondo film della saga di Tobe Hooper il protagonista porta il nome di Thomas Hewitt, cresce all’interno di un mattatoio e, quando questo chiude, la sua follia prende pieno possesso della persona, Leatherface ha assunto anche il nome Jedidiah Sawyer: egli ha un legame materno intenso e, dopo alcuni eventi traumatici, lo rendono ancor di più un bambino solitario che comincia ad indossare facce di pelle umana su consiglio della madre, compiendo i suoi assassini perché ritardato mentalmente, con problemi d’identità e per il terrore che vive e ha vissuto in famiglia.

Della saga a lui dedicata, sono stati realizzati ben 8 film, tra cui l’originale, 3 sequel, un remake, un prequel, un film in 3D e anche un prequel originale: Non aprite quella porta (1974), Non aprite quella porta – Parte 2 (1986), Non aprite quella porta – Parte 3 (1990), Non aprite quella porta IV (1994), Non aprite quella porta (2003), Non aprite quella porta – L’inizio (2006), Non aprite quella porta 3D (2013) e Leatherface (2017).

Fonti: IMDb, cosmopolitan

Non aprite quella porta: il set diventerà un ristorante a tema!

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Non aprite quella porta: il set diventerà un ristorante a tema!

Arriva una notizia che farà la felicità dei fan dell’horror del cult del genere Non aprite quella porta, noto con il titolo originale Texas Chain Saw Massacre. Secondo quanto apprendiamo da Bloody Disgusting sembra che qualcuno abbiamo comprato la stazione del gas utilizzata nel film culto degli anni 70′ per convertirla in un ristorante barbecue a tema Horror, con l’intento di farla diventare un’attrazione. Sembra inoltre che ci sarà spazio per uno spazio per musica dal vivo per diventare anche un luogo di concerti metal. Tra i proprietari c’è anche l’attore originale che ha interpretato Jason Voorhees.

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Non aprite quella porta 3DNon aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre) è un film del 1974 diretto da Tobe Hooper, girato in forma di mockumentary. Il film, un horror indipendente e a basso costo, venne distribuito nelle sale cinematografiche nel 1974.

Il film narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà uno dei più famosi assassini seriali del cinema dell’orrore oltre che il personaggio principale di questo ed altri film. Il personaggio è distinto da una maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio insanguinato e soprattutto da una motosega, che usa come arma per massacrare le sue vittime.

Non aprite quella porta… e sono 4

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Non aprite quella porta… e sono 4

Evidentemente tre film non erano abbastanza e qualcuno invece di chiuderla definitivamente a doppia mandata, quella portaNon aprite quella porta 3D-locandina

Non Aprite Quella Porta trailer del capolavoro restaurato in 4K per i suoi 40 anni

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leatherface1Per celebrare i quarantanni dall’uscita nei cinema di tutto il mondo (qui potete trovare un’altra iniziativa), Non Aprite Quella Porta  di Tobe Hooper ha ricevuto un restauro completo in 4K finanziato da MPI/Dark Sk y Films e dallo stesso regista che celebra così questo trattamento:

“Questa restauro era necessario per questa occasione, non ho più rivisto Non Aprite Quella Porta per molti anni al cinema e il restauro che abbiamo effettuato è veramente incredibile, il migliore che abbia mai visto. Il colore e la nitidezza sono spettacolari e i dettagli non sono mai stati così percettibili!”

 

Per ora non si hanno notizie per un’eventuale uscita italiana ma vi terremo informati qualora ci fossero news in questo senso.

Non aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre) è un film del 1974 diretto da Tobe Hooper. Il film, un horror indipendente e a basso costo, venne distribuito nelle sale cinematografiche nel 1974.Il film narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà uno dei più famosi assassini seriali del cinema dell’orrore oltre che il personaggio principale di questo ed altri film. Il personaggio è distinto da una maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio insanguinato e soprattutto da una motosega, che usa come arma per massacrare le sue vittime.

Fonte: Variety

Non aprite quella porta torna al cinema dal 23 al 25 settembre

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Non aprite quella porta torna al cinema dal 23 al 25 settembre

Midnight Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio dell’offerta horror, cinematografica e home video, è lieta di festeggiare oggi l’arrivo al cinema dell’evento horror dell’anno. Dal 23 al 25 settembre, in occasione del 50° anniversario di uno dei più grandi capolavori dell’horror, Non aprite quella porta di Tobe Hooper ritorna sul grande schermo in Italia con una nuova, straordinaria versione restaurata in 4K. Questo iconico film, proiettato per la prima volta nei cinema italiani in versione originale sottotitolata, sarà disponibile inversione integrale, frutto di un meticoloso restauro supervisionato dallo stesso Hooper.

Questo evento cinematografico rappresenta un’occasione imperdibile per i fan del genere horror, vecchi e nuovi, per vivere o riscoprire il film che ha ridefinito i confini del terrore sul grande schermo. Non aprite quella porta, rilasciato originariamente nel 1974, è considerato il capostipite del genere slasher e ha introdotto una delle figure più terrificanti della storia del cinema: Leatherface. Con la sua motosega e la maschera fatta di pelle umana, Leatherface è diventato un’icona intramontabile dell’horror, ispirando numerose generazioni di registi.

non aprite quella porta storia veraNon aprite quella porta è un’opera che non solo ha scioccato il pubblico di tutto il mondo con la sua crudezza e il suo stile visivo disturbante, ma ha anche lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop. Dalla sua uscita, il film ha continuato a influenzare autori e registi, consolidando il proprio status di pietra miliare dell’horror. Questa nuova versione del film,restaurata e portata per la prima volta sul grande schermo in 4K, offre un’esperienza cinematografica senza precedenti. Gli spettatori maggiorenni potranno godere di ogni dettaglio del capolavoro di Tobe Hooper con una qualità audio-visiva impeccabile, che esalta l’oscura atmosfera e l’inquietante brutalità del film.

Leggi anche – Non aprite quella porta: prime foto del remake in arrivo su Netflix

Le proiezioni si terranno dal 23 al 25 settembre 2024, per soli tre giorni, offrendo agli appassionati la possibilità di rivivere la paura e il massacro come mai prima d’ora o di scoprire per la prima volta l’orrore originale che ha dato vita a una delle saghe horror più celebri di sempre.

La trama di Non aprite quella porta

A Newt, nel Texas, qualcuno ha profanato alcune tombe, amputando gli arti e la testa ai cadaveri. Le autorità sono allertate, ma sembrano incapaci di venirne a capo. Nel frattempo, un gruppo di giovani decide di trascorrere il week-end in quella regione a bordo di un furgoncino. Rimasti a corto di benzina, i ragazzi e le ragazze raggiungono separatamente una casa abitata da una famiglia di macellai: il cui pater familias, però, ha tutta l’intenzione di alimentare il proprio mattatoio con i loro corpi.

Non Aprite Quella Porta featurette dal Blu-ray celebrativo del 40 anniversario

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Qualche tempo fa vi abbiamo mostrato il trailer che celebrava l’uscita al cinema di Non Aprite Quella Porta rimasterizzato in 4K, ma gli eventi per il quarantesimo compleanno del film di Tobe Hooper non sono finiti qui.

Infatti è prevista un’edizione Blu-ray speciale che mantiene il lavoro di conversione fatto da MPI/Dark Sky Films e che avrà numerosi contenuti esclusivi tra interviste, scene inedite e un lungo documentario sul making-of. Oggi siamo in grado di mostravi una clip tratta proprio dal documentario sopracitato che vede spiegare Teri McMinn l’agghiacciante scena dell’uncino che ancora oggi risulta estremamente brutale ed efficace.
Di seguito potete vedere una foto del cofanetto speciale, mentre a questo LINK la featurette.

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Non aprite quella porta (The Texas Chain Saw Massacre) è un film del 1974 diretto da Tobe Hooper. Il film, un horror indipendente e a basso costo, venne distribuito nelle sale cinematografiche nel 1974.Il film narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà uno dei più famosi assassini seriali del cinema dell’orrore oltre che il personaggio principale di questo ed altri film. Il personaggio è distinto da una maschera di pelle umana, un grembiule da macellaio insanguinato e soprattutto da una motosega, che usa come arma per massacrare le sue vittime.

Fonte: Collider

Non Aprite quella Porta 3D: recensione del film con Alexandra Daddario

Non aprite quella porta 3D è un horror-movie diretto da John Luessenhop che uscirà nelle sale italiane a partire dal prossimo 28 febbraio. La trama riprende da dove il grande classico di Tobe Hooper del 1974 ci aveva lasciati: la terribile vendetta della piccola comunità di Newt che, avute conferme sui raccapriccianti delitti avvenuti nella tenuta dei Sawyer, decide di incendiare la casa con tutti i loro abitanti all’interno.

Dalla strage di quella notte sopravvisse solo la piccola Heather, cresciuta lontano dagli echi di quei fatti sconvolgenti; ma il passato è sempre pronto a tornare, soprattutto se è un passato carico di avvenimenti terribili e agghiaccianti, e anche la giovane Heather non potrà sottrarsi ai suoi inossidabili legami di sangue.

La trama di Non aprite quella porta 3D

La giovane e bellissima Heather (Alexandra Daddario) riceve una misteriosa lettera in cui si parla di una non meglio precisata eredità, un’eredità di cui lei stessa è l’unica depositaria. A indicarla come unica erede dei propri beni è una nonna che la ragazza non sospettava nemmeno di avere.

Ansiosa di saperne di più su un passato a questo punto tutto da riscrivere, Heather decide di recarsi a Newt, piccola località del Texas, dove l’attende la misteriosa eredità. Accompagnata dal fidanzato Ryan (Trey Songz) e da una coppia di amici, Nikki (Tania Raymonde) e Kenny (Keram Sanchez), la bella Heather scoprirà con gran stupore di essere unica intestataria di un’immensa villa colonica circondata da un meraviglioso giardino. Tutto all’apparenza sembra fantastico ma in realtà la villa nasconde un terribile mistero che dagli scantinati della casa non tarderà a rivelarsi e per i giovani amici sarà solo l’inizio di un avventura da incubo.

Non Aprite quella Porta 3D

Non aprite quella porta 3D riprende tutte le caratteristiche tipiche del genere horror: sangue a fiumi, mutilazioni e sequenze da stomaci forti, il tutto condito con la solita dose di tensione accompagnata da musiche adatte al contesto. Quindi il film di Luessenhop si porta dietro pregi e difetti del genere, facendosi apprezzare da quegli spettatori amanti dello splatter ma lasciando a desiderare in quanto a logica narrativa.

La sceneggiatura di Non aprite quella porta 3D infatti ha più buchi di un campo da golf, presentando situazioni al limite dell’assurdo e del non-sense compresa l’improbabile “conversione” della protagonista che si lascerà attrarre dagli antichi legami di sangue anche al cospetto degli efferati delitti di cui sarà testimone. Ma come ben sappiamo il genere horror non sempre esige particolari riscontri con la razionalità anzi spesso la rifugge e forse anche questo li rende così amati al loro affezionatissimo pubblico e al contempo così “poco” inquietanti, innocui.

Tra i giovani protagonisti spicca l’interpretazione della bella Alexandra Daddario, attrice dagli occhi di ghiaccio e una discreta espressività; ben immedesimati nella parte anche gli altri giovani protagonisti che ben rappresentano i soliti ragazzi americani un po’ sciocchi e superficiali che raffigurano le vittime ideali in questo genere di film. Tra loro anche il rapper Trey Songz, per la prima volta sul grande schermo.

Un ultima considerazione la dedichiamo alla decisione di girare il film con la tecnica 3D, una tecnica che anche in questo caso non ci sembra dia un contributo sostanziale al film, non immette nulla di tecnicamente e visivamente rilevante. Persistiamo quindi ad avere sani e incontestati dubbi riguardo l’efficacia di questa particolare tecnica di ripresa che tutto ci sembra fuorché oggettivamente rivoluzionaria.

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