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Non aprite quella borsa

Non aprite quella borsa

I Festival non iniziano con il primo film proiettato. Non iniziano nemmeno con il ritiro dell’accredito. Non iniziano nemmeno quando per la prima volta metti piede sul luogo. Iniziano molto prima, con la valigia. Proprio sul letto, quella di un lungo viaggio. Un mostro orrendo che ogni operatore del settore costretto ad almeno dodici giorni di tempo imprevedibile – che i bollettini meteo sono meno chiari della Pizia delfica, in certe occasioni – e presumibilmente variabile, deve affrontare, e che farebbe scappare a gambe levate Frankenstein, Dracula e il mostro della Laguna Nera – tanto per restare in tema – che rispetto alla laguna veneziana e alle sue zanzare laureate in Antropologia Culturale è un’accogliente piscina per famiglie.

Per le signorine il problema è veramente rilevante, dato che sono solitamente propense a portarsi dietro dei container ricolmi di scarpe d’ogni tipo, e dunque si debbono ingegnare: chi le manda in anticipo con uno spedizioniere, chi le incastra ‘modello Tetris’ in una valigia con triplo fondo, che ha inventato appositamente un mezzo di teletrasporto per proiettarle direttamente da casa propria al Lido. Una volta un’amica mia è entrata erroneamente in una capsula con un paio di decolleté in pelle scamosciata e si è fusa geneticamente con esse, ora non può più portare nessun altro modello e potete capire la sofferenza.

Per noi maschietti è tutto più facile. Apriamo la valigia, ci buttiamo dentro tutto quello che abbiamo nell’armadio seguendo il testatissimo metodo ‘alla cazzo di cane’, ci aggiungiamo il rasoio, la schiuma da barba, il pc e per chi ha qualche speranza i preservativi, e stamo apposto. O almeno così crediamo, perché poi il problema è che la borsa non si chiude nemmeno con un miracolo.

E allora è il momento di applicare l’antica arte dalla ‘Bagagliomachia’, l’eterna lotta tra l’uomo e il fagotto. Una leggenda metropolitana nota nell’ambiente vuole che molti wrestler professionisti siano nati giornalisti di cinema e abbiano imparato le prese nel tentativo di domare i loro fardelli rigurgitanti mutande, calzini e K-Way dalle improponibili tinte in caso di pioggia. Nel 2008 Darren Aronofsky volle omaggiare la categoria con un celebre film che venne selezionato per il concorso, per il quale Mickey Rourke ormai ridotto a un sosia di ‘Faccia di cuoio’ (quello di Non aprite quella porta, anche il carattere era più o meno lo stesso) costrinse un povero addetto stampa a prendersi cura tutto il tempo del suo cane, che aveva un nome ridondante (tipo Heimdall, Faramir o Flegetonte, adesso non ricordiamo bene) ma era un Chihuahua, per giunta vecchio e cacacazzi, e pisciava in ogni dove.

Il film vinse il Leone d’oro. Il cane è morto un mese dopo. Alla memoria.

(Ang)

Non aprite quella borsa

Secondo un recente studio della Nonmifacciomaiicazzimiei School of Management pare che l’espressione più pronunciata dalle critiche cinematografiche alla vigilia di un festival sia ‘…e mo’?’.

L’ ‘…e mo’?’ in questione, in tutte le varianti dialettali, si manifesta in preda a una sensazione di sconforto e sdegno qualche giorno prima della partenza. Le giovani critiche lo sanno da tempo che arriverà quell’espressione lì, ma ogni anno sperano di sfangarla.

Per chi non lo sapesse il vero problema festivaliero è la valigia. I preparativi della partenza sono un qualcosa che ma ciao Bree Van de Kamp e tutta Desperate Housewives. La stanza inizia a riempirsi di vestiti, appesi in ogni dove, l’asse da stiro diventa parte dell’arredamento e il ferro sempre acceso, con conseguenze devastanti sulla messa in piega.

Il nemico n 1 della critica cinematografica è il meteo,  preciso come le taglie di Zara. Non aiutano le colleghe sui social che iniziano a postare di sciagure, trombe d’aria e cataclismi di ogni sorta. Il vero problema è che Venezia cade in quel meraviglioso periodo che oscilla tra ‘Moda mare Positano’ e le piogge dei monsoni del Nepal, per cui amen, t’adadattà. Così la valigia diventa un armadio 4 stagioni, top striminziti accanto a giacche di pelle, stivali, colbacchi. Alla fine pare Portaportese, ma tu ti senti previdente e non ci pensi più.

Il nemico n 2 della critica cinematografica è il problema capelli: voi uomini, fatela finita, cosa ne potete sapere che non ne avete. Spazzole, asciugacapelli, anticrespo che a Venezia c’è un umido che diventi mutante, piastra. Capite bene che ficcare tutto in una sola, misera valigia inizia a diventà un attimo difficile. Ecco l’idea: chiamo il proprietario di casa. ‘Mi scusi, ma non è che, per caso, in casa c’è almeno un asciugacapelli?’ ‘Cara ma che credi che a quella modica cifra io ti metto a disposizione un salone di Jean Louis David?’. E niente, t’adadattà. Vabbè che al lido ce stanno i parrucchieri, ma poi piove, che me frega, me li lego. E metti dentro direttamente Aldo Coppola.

In nemico n 3 della critica cinematografica è il viaggio stesso: se molte non hanno la fortuna di avere maritififdanzatiamantiamicicolleghi che prendono gli stessi mezzi il problema diventa di proporzioni bibliche. Per le più fortunate è solo un treno più il vaporetto. Per le sfigate, like me, i treni so’ due. Io non lo so perché mi ostino fastidiosamente a pagare la palestra quando potrei tenere tutorial su youtube su come fare squat sollevando la valigia sui binari.  Sarei ricchissima, lo so. E insomma t’adadattà. Per cui, niente, devi distribuire bene il peso sennò rischi di pompare solo una parte del corpo con nefaste conseguenze estetiche.

Insomma, potrei continuare all’infinito, ma questi i principali nemici pre-partenza. Per cui sai già che disferai 16mille volte la valigia, che le proverai tutte. ‘Ah tolgo il golfino!’ ‘Semmai lo compro!’ Come se quei due grammi fossero più risolutori rispetto alle 50 zeppe che pesano quanto Giove. Gli omini delle emozioni alla consolle della tua vita ti fanno attraversare tutte le sfumature di stati d’animo. Sadness si impossessa di te. La valigia è un ricordo di base, ormai blu*.

Alla fine, stanca dalla dura lotta tra il (vestire) bene e il male, opti per il solito, rincuorante ‘acazzodicane’.

Quel che c’è c’è. D’altronde: t’adadattà.

(Vì)

*per chi non lo sapesse la citazione è da Inside Out (2015)

Nomination Razzie Awards: che vittoria per Jack e Jill!

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Nomination Razzie Awards: che vittoria per Jack e Jill!

Signore e signori, ecco il film peggiore del 2011! Un pienone di premi per Jack e Jill – la commedia di Dennis Dugan con Adam Sandler, Katie Holmes e Al Pacino – alla 32ma

Nomination Razzie Awards: Adam Sandler fa il pieno!

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La Golden Raspberry Award Foundation ha annunciato le nomination per la 32ma edizione dei Razzie Awards, gli “anti-Oscar” che vanno a premiare

Nomi su nomi per Superman

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Nomi su nomi per Superman

Secondo fonti attendibili che hanno già dato informazioni sul Black Swan di Darren Aronofsky, il regista è stato sentito più volte parlare della regia di Superman, prossimo atteso reboot della serie sull’uomo d’acciaio.

Lo studio sta cercando di coinvolgere nel progetto anche Natalie Portman per occupare il ruolo di Lois Lane, assumendo così a coppia artistica già vista collaborare insieme per Black Swan. Portman sta già interpretando Jane Foster nel prossimo film di Kenneth Branagh, Thor. Quindi, se dovesse diventare anche Lois Lane,sarà un altro degli attori a prendere parte sia a progetti della Marvel che della DC Comics. Intre, sempre riguardo a Superman la Warner Bros e Christopher Nolan si affrettano per promuovere l’avvio del film cercando un protagonista che possa indossare la tuta azzurra. Alcuni dei nomi considerati per la regia  sono Tony Scott (Nemico pubblico, True Romance), Matt Reeves (Let Me In, Cloverfield), Jonathan Liebesman (Clash of the Titans 2, The Texas Chainsaw Massacre: The Beginning), Duncan Jones (Luna ) e Zack Snyder (Watchmen, 300) oltre ad Aronofsky. Ma ora arriva anche la notizia che la WB ha recentemente incontrato con Ben Affleck (The Town, Gone Baby Gone) per dirigere “Superman”. Ironia della sorte, Affleck ha interpretato, se non Superman, l’attore che negli anni 30 lo interpretava e che morì in circostanza oscure in Hollywoodland, ruolo per il quale ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. L’idea era venuta alla Warner dopo aver visto lo splendido The Town di Affleck, ma a quanto pare lo stesso premio Oscar per Will Hunting ha  si è tirato fuori dalle trattative.

Fonte: wrostpreview

Nomi di battesimo: ecco come si chiamano le star

Alcuni sono noti, celebri, altri una vera e propria sorpresa: ecco di seguito le star che utilizzano un nome d’arte ma che sono nati sotto altro nome. Ecco i nomi di battesimo delle star:

Nome di donna: trama e cast del film con Cristiana Capotondi

Nome di donna: trama e cast del film con Cristiana Capotondi

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, è possibile ritrovare nella programmazione televisiva il film Nome di donna, scritto e diretto dal regista Marco Tullio Giordana, autore già noto per I cento passi e La meglio gioventù. Nel nuovo lungometraggio, a cui ha collaborato insieme a Cristiana Mainardi, si racconta dunque di una realtà ancora oggi purtroppo diffusa e che proprio negli ultimi anni è tornata a far parlare con più urgenza di sé: le molestie sessuali. Con la forza e l’incisività che da sempre contraddistingue il suo cinema, Giordana porta lo spettatore in territori scomodi, mostrando l’urgenza di un dibattito su questi.

Il regista mancava dagli schermi cinematografici dal 2010, anno di Romanzo di una strage. Rompe così il suo silenzio con un argomento ancora oggi taboo per il cinema e la società, sviluppando il suo film come un legal drama e mostrando quanto di “horror” possa esserci anche in storie di questo tipo, dove l’essere umano può diventare il mostro peggiore. Sostenuto da un cast di noti interpreti del cinema italiano, il film prende così forma, con riprese che si svolgono prevalentemente a Villa Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano. Una volta pronto, questo viene distribuito in sala nella data simbolo dell’8 marzo del 2018.

Nome di donna si è poi affermato come un discreto successo al box office, ottenendo maggior risalto grazie ad una serie di riflessioni nate proprio a partire dal film e dal suo tema. Grazie ad esso nasce infatti una maggior attenzione nei confronti del problema trattato, ancora oggi lungi dall’essere risolto. Prima di cimentarsi nella visione del film, può però essere utile scoprire alcune curiosità legate ad esso, e a fine lettura si vedrà su quali piattaforme e quali canali televisive è possibile ritrovarlo per una comoda visione.

Nome di donna: la trama del film

La storia è quella di Nina, una giovane madre single che si trova a dover lasciare Milano per trasferirsi in un piccolo paese della Lombardia. Qui ha infatti trovato lavoro presso il Baratta, una prestigiosa clinica per anziani facoltosi. Le cose sembrano procedere bene per lei, che inizia a stringere rapporti tanto con i pazienti quanto con le altre donne che vi lavorano. Questo luogo elegante e quasi fiabesco, però, cela uno scomodo segreto, legato al torbido sistema di favori messo in piedi da Marco Maria Torri, il manager della struttura. Quando Nina scoprirà tutto, verrà inizialmente isolata dalle colleghe, preoccupate di perdere il posto di lavoro. Ma ben presto le donne troveranno tutte la forza di affrontare il direttore e lanciarsi in un’avvincente battaglia per i loro diritti e la loro dignità.

Nome di donna cast

Nome di donna: il cast del film

Protagonista del film, nel ruolo di Nina Martini, vi è l’attrice Cristiana Capotondi. L’attrice torna a ricoprire un ruolo impegnato dopo quello in 7 minuti, dove lottava per il diritto alla pausa sul luogo di lavoro. Dichiaratasi entusiasta del movimento formatosi intorno a tale problema, l’attrice non ci ha pensato due volte a ricoprire il ruolo, consapevole della sua importanza. Nel parlare del personaggio, la Capotondi ha poi affermato di sentirsi particolarmente simile a Nina, condividendo con lei l’alta dignità di sé stessi e ritrovandovi un ideale da seguire. Si ritrova poi la celebre attrice Adriana Asti, che interpreta qui Ines, un’anziana attrice residente nella clinica, e la quale ha invece un’opinione particolare e diversa delle molestie.

Ad interpretare il ruolo del problematico direttore Marco Maria Torri vi è invece l’attore Valerio Binasco. Celebre per noti film come Un giorno perfetto e Il giovane favoloso, egli ha raccontato di essersi avvicinato al personaggio cercando di non giudicarlo. Sarebbe altrimenti stato difficile per lui poter essere veritiero nella sua interpretazione. Per riuscirvi ha dunque ricercato degli elementi di umanità e fragilità in Torri, non dimenticando però della gravità della sue azioni. L’attrice Michela Cescon, celebre per Primo amore, interpreta qui l’avvocatessa Tina Della Rovere, la quale aiuterà Nina nel suo caso. Nel film si ritrovano poi anche Bebo Storti nel ruolo di Don Roberto Ferrari, e Renato Sarti in quelli di Don Gino, uomini di chiesa particolarmente rilevanti nella vicenda. Linda Caridi, nota per Ricordi?, interpreta qui Cecilia Torri.

Nome di donna: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Nome di donna è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Rai Play e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 25 novembre alle ore 21:35 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb

Nome di donna: recensione del film di Marco Tullio Giordana

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Nome di donna: recensione del film di Marco Tullio Giordana

Arriva in sala l’8 marzo Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana con protagonista Cristiana Capotondi.

In Nome di Donna Nina (Cristiana Capotondi) si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Brianza per lavorare come assistente in una residenza per anziani facoltosi, con un parroco responsabile del personale che sembra più esperto di aliquote iva che di rosari e un amministratore, Marco Maria Torri, che ha instaurato un sistema di favori alle sue dipendenti con un secondo fine. Quando anche Nina si troverà ad affrontare l’amministratore Torri (Valerio Binasco) si dovrà scontrare con mille avvesità per far rispettare la sua dignità.

Marco Tullio Giordana mancava dagli schermi cinematografici dal 2010, anno di Romanzo di una strage. Dopo alcuni film per la tv, tre anni fa si è imbarcato nella realizzazione di questo film che affronta una tematica taboo per il cinema e la società: la molestia di stampo sessuale sul luogo di lavoro. Il film si sviluppa come un legal drama, che prima di arrivare in tribunale espone il problema in forma quasi di thriller, con alcune scene girate in modo tale da rendere l’idea di come l’abuso di potere perpetuato da Torri fosse diventato, coscientemente o meno, una sorta di rito di passaggio da cui le dipendenti passavano per avere assicurato il posto e anche degli aiuti supplementari.

Nome di donna, il film

In questa “normalità” si inserisce Nina, che ha come priorità il rispetto di se stessa e capisce subito come ci sia qualcosa di storto nel comportamento di colleghe e superiori. La parte più difficile è trovare la forza di sfondare il muro di gomma di omertà e di sfiducia che le si crea intorno. Giordana rende bene chiari quali sono i nemici, quelli più ovvi: il comportamento malato del superiore, la reazione tesa a insabbiare lo scandalo della dirigenza ecclesiale, ma anche quelli inaspettati: i sindacati che vogliono usare Nina per portare l’azienda in tribunale, le colleghe che vogliono che Nina si adegui.

Raggelanti sono due battute; una collega apostrofa Nina dicendole, prima che lei incontri il superiore per la prima volta: “Perchè devi lavorare? Non hai un uomo che lavori per mantenerti?  Allora è l’uomo sbagliato!” e la battuta della formidabile Adriana Asti, che qui interpreta un’anziana attrice ancora in attività che vive nella residenza anziani e  che ricorda l’opinione di Catherine Denevue sulle molestie e sul movimento #metoo: “Molestie? Ai miei tempi si chiamavano complimenti”.

Queste due battute vanno pesate in modo diverso, ma in comune hanno l’opinione che la donna era costretta ad avere di se stessa: una persona passiva, che non poteva partecipare al suo benessere, quindi lavorare, ma che doveva riceverlo da altri, così come doveva accettare, in modo passivo, i “complimenti”, facendo finta di niente su quelli più pesanti.

Per quanto sia essenziale in tutta questa discussione mantenere una lucida distinzione tra molestia, violenza e, per citare nuovamente la Deneuve, la semplice goffagine di qualche uomo incapace di corteggiare in modo galante, il film pone finalmente il riflettore su di una quotidianità comune a molte donne che viene iscritta nella normalità ma che non rientra affatto nella normalità lavorativa, in cui tutti, di qualsiasi sesso, etnia e religione, dovrebbero avere la garanzia di riuscire a lavorare senza subire molestie di alcun tipo.

Nome di donna: al via le riprese del nuovo film di Marco Tullio Giordana

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Primo giorno di riprese per Marco Tullio Giordana tornato dietro la macchina da presa per dirigere il suo nuovo film: Nome di donna.

È la storia di Nina, una giovane donna che si trasferisce con la figlia in un paesino della bassa Lombardia. Ha trovato impiego in una prestigiosa clinica privata dove lavorano molte altre ragazze, italiane e straniere. Una piccola comunità femminile eterogenea e tuttavia molto unita, anche da un segreto.

Il cast è composto da Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Michele Riondino, Adriana Asti, Michela Cescon e Laura Marinoni. Soggetto di Cristiana Mainardi, sceneggiatura di Cristiana Mainardi con Marco Tullio Giordana.

Il film, interamente girato in Lombardia, è prodotto da Lionello Cerri per Lumière & Co con RaiCinema e coprodotto da Celluloid Dreams.

Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana

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Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana

Arriverà al cinema distribuito da Videa Nome di Donna, il nuovo film di Marco Tullio Giordana con protagonisti Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Stefano Scandaletti, Michela Cescon, Bebo Storti, Laura Marinoni, e con Anita Kravos, Stefania Monaco, Ronato Sarti, Patrizia Punzo e Patrizia Piccinini. 

Nome di Donna uscirà al cinema dall’08 Marzo 2018.

https://www.youtube.com/watch?v=WcQREWwm_J8&feature=youtu.be

 

Marco Tullio Giordana ha commentato: “Questo film parla delle molestie sul luogo di lavoro, tema balzato di recente agli onori della cronaca ma nascosto per anni sotto il tappeto. Non è un film di “denuncia”, l’ultima cosa al mondo che m’importa è fare il moralista. Il film indaga più che sul “fatto”, sul sasso lanciato nello stagno, sulle conseguenze che ne derivano, sui cerchi che si allargano fino a lambire sponde anche molto lontane. Una di queste è l’ostilità che immediatamente avvolge la vittima, l’insinuazione che “se la sia cercata”, la solitudine in cui si trova chi non intende sottostare. Un film che racconta l’omertà, la compiacenza, il disonore generale e il coraggio invece di una giovane donna che sfida tutto questo e si ribella dimostrandosi più forte del luogo comune.”

Nome di Donna, la trama

Nina (Cristiana Capotondi) si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia, dove trova lavoro in una residenza per anziani facoltosi. Un mondo elegante, quasi fiabesco. Che cela però un segreto scomodo e torbido. Quando Nina lo scoprirà, sarà costretta a misurarsi con le sue colleghe, italiane e straniere, per affrontare il dirigente della struttura, Marco Maria Torri (Valerio Binasco) in un’appassionata battaglia per far valere i suoi diritti e la sua dignità.

Nome d’arte: il vero nome delle star di Hollywood

Se dicessimo “quanto è brava Neta-Lee Hershlag“, quasi nessuno capirebbe a chi ci stiamo riferendo, ma se dovessimo usare il suo nome d’arte, Natalie Portman, sarebbe tutta un’altra storia.

Ecco alcune star che hanno adottato un nome d’arte

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Il caso di Natalie Portman è dovuto dall’esgenza di comunicabilità, dato che il suo nome israeliano è più difficilmente memorizzabile, allo stesso modo Helen Mirren ha optato per una inglesizzazione del suo nome russo. Ben Kingsley ha messo da parte il suo Krishna Bhanji per un altrettanto regale nome che porò potesse essere ‘capito’ su scala internazionale.

Appare buffo quando il nome d’arte è adottato per evitare omonimia, come nel caso di Michael Douglas che ha scelto di farsi chiamare Michael Keaton, per evitare proprio l’omonimia con l’altro Michael Douglas, figlio di Kirk. Stesso problema si è presentato per la cantante Katheryn Hudson, che lungi incorrere in equivoci con l’attrice Kate Hudson, ha deciso di cambiare il suo nome in Katy Perry.

Molte volte però la scelta del nome dipende anche da riferimenti e omaggi che l’artista in questione vuole fare ad altri artisti, considerati mentori (Marylin Manson si chiama così in omaggio a Marylin Monroe e – sob – Charles Manson).

Altri nomi ancora custodiscono una storia di famiglia, come quella di Destiny Hope Cyrus che decise di farsi chiamare Miley a 15 anni, in onore del nomignolo affettuoso che suo padre le aveva dato da piccolina.

Mark Vincent avrebbe guidato forte come Vin Diesel?

Fonte

Nomadland: trailer del film con Frances McDormand

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Nomadland: trailer del film con Frances McDormand

Nomadland il nuovo lungometraggio Searchlight Pictures vincitore del Leone d’Oro alla 77esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Diretto dalla regista Chloé Zhao e interpretato dall’attrice premio Oscar Frances McDormand, il film è basato sul libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta”, edito in Italia da Edizioni Clichy.

Dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.

Fern è una donna di sessantun anni che ha perso suo marito e tutta la sua vita precedente, dopo che la città mineraria in cui viveva è stata sostanzialmente dissolta. Ma durante il suo percorso, diventa più forte e trova una nuova vita. Fern trova la propria comunità nei raduni tra nomadi a cui partecipa, nella forte amicizia con Dave (interpretato da David Strathairn) e nelle altre persone che incontra durante il suo viaggio. Ma soprattutto, come afferma Chloé Zhao, “…nella natura, mentre lei si evolve; nelle terre selvagge, nelle rocce, negli alberi, nelle stelle, in un uragano. È qui che trova la propria indipendenza“.

Nomadland, trailer ufficiale del film con Frances McDormand

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Nomadland, trailer ufficiale del film con Frances McDormand

È stato diffuso il trailer ufficiale di Nomadlandnuovo film di Chloé Zhao con protagonista la due volte premio Oscar Frances McDormand.

Nomadland segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio, Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio, The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

Nomadland, recensione del film di Chloé Zhao

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Nomadland, recensione del film di Chloé Zhao

Dopo l’esordio Songs My Brothers Taught Me e The Rider, bellissimo lavoro presentato a Cannes, Chloé Zhao, regista cinese con una formazione occidentale, tra Londra e New York, torna a raccontare comunità atipiche, dimenticate, ai margini del mondo con Nomadland, un viaggio tra le (non) comunità di nomadi che popolano gli Stati Uniti, spostandosi fra Sud e Nord Dakota, il Nebraska, il Texas.

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Il viaggio di Fern

La storia è quella di Fern, una donna che sceglie una vita da nomade dopo che la crisi economica ha causato la chiusura dell’azienda per cui lavorava, nelle campagne del Nevada, una crisi così nera che ha spinto l’intera cittadinanza del paesino costruito intorno all’azienda ad andare via, abbandonando quel posto, quelle case prefabbricata, lasciando dietro di sé solo polvere, arbusti e stoppa. Portando con sé tutti gli oggetti che in qualche modo le ricordano la vita in quel posto e suo marito, scomparso da qualche anno, Fern, a bordo del suo van percorre la strada, da sola o in compagnia, entrando di volta in volta in contatto con nomadi come lei, percorrendo il deserto, scrutando l’orizzonte, inventandosi una vita che non riconosce più e ancorandosi al ricordo del passato che non tornerà ma che continua a vivere proprio il quel ricordo. 

Nomadland è un omaggio a quella popolazione che sceglie di vivere su quattro ruote, è un’ispezione in punta di piedi di un territorio mozzafiato, ma è anche un viaggio interiore, una ricerca esistenziale e il racconto del dolore che spinge ad andare avanti ostinatamente, evitando qualsiasi altra possibilità di legame, di stanziamento, di relazione che non sia con i proprio ricordi. Così Fren stringe tante amicizie, intesse relazioni e rapporti, ma solo per poi lasciarli cadere una volta risalita a bordo del suo van. Persino quando un’amicizia romantica le offre la possibilità di un focolare domestico, lei rifiuta e ci sembra che in quel rifiuto ci sia rammarico, ma anche dispiacere e necessità di tornare indietro ai proprio ricordi.

Un vuoto incolmabile, uno spazio senza confini

Fren deve riempire il vuoto lasciatole dentro dalla perdita del suo posto, in cui per tanto tempo ha vissuto di ricordi, ma sceglie di farlo con tanti piccoli legami provvisori: l’amicizia con i nomadi che domani potrebbe non incontrare più, i lavoretti saltuari a seconda del posto in cui si trova. Solo tornare sui suoi passi e nei luoghi che ha lasciato la metterà in pace con se stessa.NOMADLAND Gotham Awards 2020Nomadland è un viaggio in quel’America post crisi, senza industrie, senza futuro, tra una generazione che a oltre metà della sua vita si è trovata senza lavoro, senza più certezze, persone con mille e una risorsa ma anche senza prospettive. Il racconto di Chloé Zhao è poetico, si avvale di immagini mozzafiato e di paesaggi spettacolari, ma è anche politico dal momento che fotografa una situazione di precarietà profonda. E ancora, Nomadland è un racconto umano e sociale, che evidenzia come, attraverso l’aiuto reciproco, anche questa precarietà si può arginare, come mostrano le sparute ma vivaci scene conviviali tra Fern e i nomadi che trova lungo la strada.

Chloé Zhao si affida a Frances McDormand che produce anche il film e che interpreta una Fren strepitosa. Ogni sua ruga, ogni sua espressione è dedicata ad una donna che sembra conoscere e capire intimamente, un ruolo che non fa altro che confermare la delicatezza di un’interprete che negli ultimi anni ha dato prova di migliorare film dopo film, performance dopo performance, nonostante partisse già da livelli altissimi. Ma oltre McDormand, i volti che restano davvero impressi nella mente sono quelli di Linda May, Swankie, Bob Wells, nomadi veri, persone autentiche.

Nomadland, chi è ricordato non muore mai

L’occhio di Zhao mostra e racconta con una compassione e una delicatezza rara, costruisce il film passo dopo passo così come i suoi protagonisti un pezzo alla volta ricostruiscono la loro vita, sempre proiettati lungo la strada come fossero carovane di pionieri senza però nulla da scoprire. La ricerca malinconica e disillusa di un nuovo posto in cui stare si rivela presto essere solo una scusa per continuare ad andare avanti, nel ricordo di persone e posti che non torneranno, ma che, proprio perché ricordati, non moriranno mai.

Nomadland, basato sull’omonimo romanzo di Jessica Bruder, ci accompagna lungo queste strade desertiche e queste umanità spezzate ma caparbie sulle note di Ludovico Einaudi che invadono la scena, spesso stringendo anche con le immagini di difficoltà, alle quali però conferiscono dignità e poesia. Zhao realizza un ritratto dell’America post-industriale profondo, delicato, dalla parte dei perdenti che comunque riescono a ingegnarsi e ad andare avanti, senza mai dirsi addio, così come è tradizione tra le comunità di nomadi. “Ci si vede lungo la strada” si dicono, un arrivederci a non si sa quando ma un saluto fiducioso verso un ignoto futuro.

Nomadland, il film vincitore dell’Oscar dal 29 Aprile al cinema

Nomadland, il film vincitore dell’Oscar dal 29 Aprile al cinema

Nomadland, il lungometraggio Searchlight Pictures vincitore di tre Premi Oscar come Miglior film, Miglior regista (Chloé Zhao) e Miglior attrice (Frances McDormand), arriverà il 29 aprile nelle sale italiane e il 30 aprile su Star all’interno di Disney+.

Diretto dalla regista vincitrice dell’Academy Award Chloé Zhao e interpretato dall’attrice Premio Oscar Frances McDormand, il film è basato sul libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta”, edito in Italia da Edizioni Clichy.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare Nomadland e altre produzioni originali

Dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna. Terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao, Nomadland vede nel cast la presenza dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nel ruolo di mentori e compagni di viaggio di Fern durante il suo vagare attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.

Nomadland vince il premio del pubblico al Toronto Film Festival 2020

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Come previsto, Nomadland di Chloe Zhao, già vincitore del Leone d’Oro a Venezia 77, ha vinto il premio People’s Choice del Toronto International Film Festival, che in molte occasioni si è rivelato una buona spia per il destino del film vincitore in vista degli Oscar.

One Night in Miami di Regina King, anche questo visto a Venezia 77, si è classificato al secondo posto, e Beans è arrivato terzo nella competizione del festival che quest’anno è stata presentata in formazione ridotta, con un sesto dei film in gara.

Ora la stagione autunnale dei Festival continua con il New York Film Festival, già cominciato e anch’esso in forma ridotta data la pandemia di COVID-19 che sta costringendo tutto il mondo a rallentare.

Nomadland in streaming dal 30 aprile 2021 su Star

Nomadland in streaming dal 30 aprile 2021 su Star

Searchlight Pictures ha annunciato oggi i seguenti piani di rilascio per l’Italia dell’acclamato lungometraggio diretto da Chloé Zhao, Nomadland, vincitore del Golden Globe nelle categorie Miglior film drammatico e Miglior regia, del Leone d’Oro come Miglior film alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e del People’s Choice Audience Award al Toronto International Film Festival.

La pellicola arriverà prossimamente al cinema. Nomadland debutterà il 30 aprile 2021 su Star all’interno di Disney+ e sarà disponibile per tutti gli abbonati Disney+ senza costi aggiuntivi.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Star e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Nomadland è interpretato dalla due volte vincitrice dell’Academy Award Frances McDormand (Fargo; Tre manifesti a Ebbing, Missouri), dal candidato all’Academy Award David Strathairn (Good Night, and Good Luck), e dai veri nomadi Swankie, Bob Wells e Linda May, i quali sono apparsi nell’acclamato libro di Jessica Bruder “Nomadland. Un racconto d’inchiesta” (edito in Italia da Edizioni Clichy), adattato per lo schermo da Chloé Zhao. Nomadland è incentrato su Fern (McDormand) che, dopo il collasso economico di una città aziendale nel Nevada rurale, carica i bagagli sul proprio furgone e si mette in strada alla ricerca di una vita fuori dalla società convenzionale, come una nomade moderna.

Il film è stato prodotto da McDormand (Olive Kitteridge), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Dan Janvey (Re della terra selvaggia), Mollye Asher (The Rider – Il sogno di un cowboy) e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Zhao si è inoltre occupata del montaggio, con il direttore della fotografia e scenografo Joshua James Richards (La terra di Dio – God’s Own Country) e insieme al team addetto al suono composto da M. Wolf Snyder (The Rider – Il sogno di un cowboy), Sergio Diaz (Roma) e Zach Seivers (Assassins).

Nomad: In the Footsteps of Bruce di Werner Herzog alla Festa del cinema

Alle 22.30, nella stessa sala, si terrà la proiezione di Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin di Werner Herzog. Con il suo nuovo film, il visionario regista offre il ritratto di uno degli scrittori più carismatici del ’900.

In Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin  quando Chatwin stava morendo, mandò a chiamare il suo amico Werner Herzog, chiedendogli di vedere il suo recente film sulle tribù del Sahara, e in cambio, come regalo d’addio, gli donò lo zaino che aveva portato con sé nei suoi viaggi per il mondo. Trent’anni dopo, prendendo con sé lo zaino di Chatwin, Herzog compie un viaggio ispirato dalla loro comune passione per la vita nomade, lungo il quale incrocia storie di dinosauri, tribù perdute, tradizioni aborigene, viandanti e sognatori. Dalla Patagonia, al Galles, fino all’Australia, il viaggio setaccia l’irrequietezza e l’erranza umane.

NOTE DI REGIA Bruce Chatwin era uno scrittore come nessun altro. Ha trasformato storie mitiche in viaggi della mente. Eravamo spiriti affini, lui come scrittore, io come regista. Volevo fare un film che non fosse una biografia tradizionale, ma una serie di incontri ispirati ai viaggi e alle idee di Bruce.
 Werner Herzog
 Louis Caulfield, Mike Paterson
 Marco Capalbo
 Ernst Reijseger
 Lucki Stipetic, Steve O’Hagan
 BBC Studios
 Sideways Film

Nolan svela Inception ad Empire

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Nolan svela Inception ad Empire

Il nuovo numero di Empire Magazine dedica buona parte dei propri articoli a Christopher Nolan e al suo ritorno sul grande schermo dopo il successo mondiale del Cavaliere Oscuro.
La copertina, ovviamente, è occupata interamente da Leonardo DiCaprio nei panni del protagonista di Inception, il kolossal fantascientifico di Nolan in arrivo a luglio negli Stati Uniti e in Inghilterra. Potete vederla qui sotto:

Un articolo è dedicato al film, ed ecco alcuni estratti grazie al forum di nolanfans.com: Leonardo DiCaprio: “Non c’è alcun playback né grossi monitor o sistemi particolari. C’è Christopher con le sue cineprese a mano, che gira, gira e gira materiale. Se gli piace, visto nel suo piccolo monitor a occhio nudo, in pellicola, andrà tutto bene. E’ molto veloce, efficiente, e non ci sono intoppi. Lui, i cameraman e gli attori. Boom, boom boom.”

Christopher Nolan: “Questo è assolutamente il mio film alla James Bond. Mi sono aggirato tra i film di Bond in qualsiasi cosa abbia fatto finora. Sono cresciuto adorandoli, e hanno sempre avuto una grande influenza sul mio lavoro. Quando devo costruire uno scenario completamente dalla mia immaginazione, penso che il mondo dei film di James Bond sia il posto naturale dove cercare ispirazione. Credo che Al Servizio Segreto di Sua Maestà sia il mio Bond preferito. E’ fantastico, regge benissimo anche visto oggi. Quello che ho cercato di replicare in Inception è l’equilibrio perfetto tra l’azione, l’epicità, il romanticismo, la tragedia e l’emozione. Di tutti i film di Bond, è sicuramente il più emozionante. C’è una storia d’amore. Anche Inception è una storia d’amore. Mi sto addolcendo, invecchiando..

Nel cast del film Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page, Tom Hardy, Cyllian Murphy. Inception uscirà il 16 luglio 2010 negli USA, da noi 24 settembre.

Fonte:Empire,

Nolan su Batman 3 e Superman

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Nolan su Batman 3 e Superman

Christopher Nolan, durante un’intervista con Geoff Boucher, ha svelato i primi dettagli dei suoi piani per rilanciare il franchise di Superman, ma ha anche parlato del terzo film di Batman, che sarà il suo prossimo progetto dopo Inception.

A quanto pare è Jonathan Nolan che attualmente fa il duro lavoro di scrivere la sceneggiatura basandosi su una storia di Goyer (com’era già accaduto per i primi due episodi del “nuovo” Batman): Mio fratello sta scrivendo la sceneggiatura per me, e aspetteremo di vedere come verrà fuori… sta combattendo duramente per mettere insieme una storia epica proprio come la volete voi.

Il prossimo passo quale sarà? Il Cavaliere OscuroSenza entrare troppo nello specifico, il cardine del terzo film è che ci dà la possibilità di concludere la nostra storia. Il nostro approccio sarà quello di concludere la storia, piuttosto che rimbalzarla continuamente in avanti per espanderla. I personaggi dei primi due film – e gli attori che li interpretano – saranno tutti nell’ultimo episodio. Abbiamo un ottimo gruppo, è una delle cose che mi fa venir voglia di girare questo terzo film, visto che abbiamo passato degli ottimi anni insieme.

Inutile dirlo: Nolan non vuole dire nulla sul villain del nuovo film…

Sono molto eccitato all’idea del finale che daremo al film, la conclusione, e quello che abbiamo fatto con i personaggi. Mio fratello ha tirato fuori delle idee molto eccitanti. Al contrario dei fumetti, queste non sono cose che vanno avanti all’infinito, e vedere tutto questo con la prospettiva di una storia con un finale ci è di grande utilità. Vedere il film come un finale, ti mette sulla strada giusta per trovare la conclusione adatta e trovare l’essenza di quello che stai raccontando, cioè la realtà in queste storie fantastiche. Ecco quello che facciamo.

Geoff Boucher, inoltre, ha pubblicato sul suo blog all’interno del sito del Times la versione estesa dell’articolo.

Ecco alcuni dei passi più interessanti:

E’ veramente eccitante, abbiamo una storia fantastica. E siamo sicuri di poterla fare al meglio. Conosciamo il genere e sappiamo come realizzare bene un film di questo tipo.

Nolan si riferisce al team che ha lavorato al riavvio di Batman: lui, suo fratello Jonathan Nolan (che, si rumoreggia, potrebbe dirigere la nuova pellicola di Superman) e David S. Goyer.

Il regista di Inception e del Cavaliere Oscuro, assieme a sua moglie – la produttrice Emma Thomas – intende mantenere il riserbo più assoluto sul progetto, ma anche fare chiarezza su alcuni punti e svelare i primi dettagli del prossimo film su Batman (che potete leggere qui). La Thomas si cela dietro una sorta di silenzio stampa:

Non so da dove sono venuti gli ultimi rumour…Nolan ammette di aver ammirato il film di Bryan Singer, in particolare per come si collega alla versione di Superman di Richard Donner, ma spiega che il suo film sarà molto diverso e vivrà di vita propria:

Molte persone si sono avvicinate a Superman in modi diversi. Io so solo la maniera che ha funzionato al meglio per noi è quella che applicherò per il film. Il mio Batman vive in un mondo nel quale sa di essere l’unico supereroe, e il nostro Uomo d’Acciaio avrà lo stesso approccio. Ciascuno dei due ha una logica interna, nella storia. Non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro.

Nolan spiega che l’idea di lavorare a un nuovo film di Superman è arrivata in un momento di totale mancanza di ispirazione per il terzo episodio di Batman (che, conferma, ora invece è in via di sviluppo): Goyer ha proposto al regista una sua versione “ideale” di un film su Superman:

In pratica mi ha detto: “Ho questa idea su come potresti lavorare a Superman.” Io l’ho capita subito, mi è piaciuta e ho pensato: ecco un approccio alla storia che non avevo mai visto prima, e che la rende incredibilmente eccitante. Ho coinvolto subito Emma per portare avanti il progetto e ottenere il via libera da parte deloo studio.

Goyer ora sta scrivendo la sceneggiatura, mentre Nolan tiene tutto sotto controllo. Sull’approccio vero e proprio al progetto, comunque, non dice nulla: non conferma se dirigerà il terzo episodio di Batman (anche se è praticamente scontato), perché come sempre vuole annunciarlo dopo aver finito di lavorare a Inception; e tuttavia conferma che non dirigerà lui il film di Superman, anche se non ha ancora idea di chi potrebbe farlo.

Il nostro approccio sarà simile a quello dei moderni film d’azione, nel senso che la gente troverà una storia incredibile cui tenere. Penso che l’approccio di David sia l’ideale da questo punto di vista.

Nolan ritorna a parlare di Batman 3 e Superman

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Nolan ritorna a parlare di Batman 3 e Superman

Il regista Christopher Nolan ha parlato brevemente di Superman e Batman 3  durante l’Hero Complex Film Festival, dove ha rivelato anche qualche aneddoto sul Cavaliere Oscuro…

Per prima cosa Nolan ha parlato del suo coinvolgimento nel reboot di Superman: Geoff Boucher (il giornalista di LA Times) ha spiegato che probabilmente “è troppo presto per parlarne” ma ha chiesto comunque a Nolan come mai lui, i cui personaggi sono di solito tormentati, vuole essere coinvolto nel reboot di Superman, un personaggio che non è tormentato. Ha dichiarato che lui sarà solo il produttore e ha raccontato nuovamente la storia di David S. Goyer che gli ha fornito un idea interessante. Non ha voluto dire quale sia l’idea.

Nolan ha poi parlato di Batman 3, spiegando che non intende seguire nessuna delle teorie dei fan e assolutamente di non leggerle:

Hanno chiesto a Nolan se è divertito dei fan cast su internet. Nolan ha risposto che non va su internet e non ha nemmeno l’e-mail o il telefono cellulare. Ha imparato molto presto sul set di Batman Begins che non è una grande idea leggere cosa dicono i fan. Dopo aver spiegato che la scena preferita de Il Cavaliere Oscuro è quella dell’interrogatorio tra Joker e Batman, Nolan ha provato a spiegare il perchè del successo del film:

Nolan si è detto totalmente sorpreso dal successo ottenuto da Il Cavaliere Oscuro e ha spiegato che il successo è dovuto ad un paio di ragioni tra le quali Heath Ledger. Un altro motivo è che quando uscì Batman Begins le persone erano nervose per via dei film precedenti e perchè l’idea del reboot era ancora estranea, a quel tempo. Quando uscì il Cavaliere Oscuro, le persone erano pronte a fidarsi di più.

Nolan ha concluso spiegando di non apprezzare la tecnologia 3D (trovate maggiori informazioni su cosa ne pensa del 3D sul nostro blog 3D-Life.it), ma nell’ultimo reportage su Hero Complex Geoff Boucher ha concluso spiegando che non è un mistero che la Warner Bros. abbia intenzione di fare pressioni per distribuire Superman e Batman 3 in 3D nel 2012, e che Nolan speri che ci siano dei miglioramenti tecnologici nel campo del 3D ora di allora:

Sono piacevolmente colpito da come si presenta Inception, è molto chiaro e molto nitido, quindi se la tecnologia migliorerà, queste differenze [con il cinema 3D] non si faranno più sentire, e questo è quello che spero.

Fonte: collider.com

Nolan e Inception: film senza limiti

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christopher nolan inceptionDopo la presentazione allo ShoWest 2010 dell’altro giorno, Christopher Nolan è stato intervistato da MTV, cui ha parlato ovviamente di Inception.

Nolan e Inception: film senza limiti

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Nolan e Inception: film senza limiti

Dopo la presentazione allo ShoWest 2010 dell’altro giorno, Christopher Nolan è stato intervistato da MTV, cui ha parlato ovviamente di Inception.

Il regista ha spiegato che il suo nuovo film ha l’ambizione di… non avere limiti:

“Penso che ci sia un equilibrio tra intrigare le persone sulla trama di un film, creare eccitazione e aumentare il senso di attesa nel pubblico per vedere qualcosa di originale e diverso dal solito. Presto dovremo iniziare a spiegare qualcosa sul film, rivelare alle persone di cosa parla Inception. Il film è un kolossal d’azione su larga scala. Inception parla del mondo dei sogni, e l’interno della mente umana. Racconta le vicende del personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio, che guida un team di persone le quali possono entrare nelle menti della gente tramite i loro sogni. Questo ci ha permesso di creare un film senza limiti, un film grazie al quale potremo portarvi ovunque vorremo, mostrare qualsiasi tipo di scenario d’azione, realtà differenti, giocare con il tessuto stesso che compone solitamente un grande film d’azione estivo.
Ovviamente abbiamo cercato di fondere alcuni degli elementi più intimi dell’animo umano e di come interagiscono gli umani tra loro, elementi che io trovo affascinanti, e uno stile di regia di larga scala come quello del Cavaliere Oscuro o Batman Begins…  ”

Inception  uscirà il 16 luglio 2010 negli USA, da noi 3 settembre 2010. La produzione è a cura di Emma Thomas e Nolan stesso, come accaduto per Il Cavaliere Oscuro.

Fonte: MTV

Nolan alla ricerca della location perfetta!

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chis nolan

Christopher Nolan, script alla mano, è già alla ricerca di location per girare The Dark Knight Rises. Lo rivela Geoff Boucher del Los Angeles Times, che lo ha contattato per un commento a caldo sulle nomination ai Golden Globes ottenute da Inception:

Nolan alla ricerca della location perfetta!

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Nolan alla ricerca della location perfetta!

Christopher Nolan, script alla mano, è già alla ricerca di location per girare The Dark Knight Rises. Lo rivela Geoff Boucher del Los Angeles Times, che lo ha contattato per un commento a caldo sulle nomination ai Golden Globes ottenute da Inception:

Chris Nolan sta visitando una serie di location in Asia per le riprese di Dark Knight Rises, è entusiasta delle nomination ai Globes.

Batman Begins era parzialmente ambientato in Tibet (ma le riprese erano state effettuate in Islanda), mentre Il Cavaliere Oscuro è stato girato in parte a Hong Kong. E’ possibile che nel terzo episodio Batman torni a visitare questi luoghi, ma alcuni sospettano che questo possa essere un indizio sull’ingresso nel cast di Talia Al Ghul (la cui madre, nei fumetti, è Cinese), possibile villain femminile per cui Nolan ha tenuto dei casting alcune settimane fa.

Noise: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Noise: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

Uno dei vantaggi apportati dalle piattaforme streaming è la possibilità di entrare in contatto con prodotti, siano essi film o serie, proveniente da paesi diversi dai soliti Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Si ha invece ora modo di imbattersi anche in opere proveniente da paesi poco esplorati a livello cinematografico, che proprio grazie a piattaforme come Netflix hanno dunque l’occasione di mostrarsi al mondo intero. Uno dei più recenti esempi a riguardo è il thriller Noise, proveniente dal Belgio. Diretto da Steffen Geypens, è questo un titolo che unisce mistero, introspezione psicologica e tanti colpi di scena.

Il risultato è un godibile film di genere che sta facendo parlare molto di sé. Attualmente, infatti, aiutato anche dal buon passaparola, si trova al 2° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Elemento su cui si fonda questo film è, come il titolo suggerisce, il sonoro. I rumori a cui si fa riferimento diventano infatti l’origine di una ricerca ossessiva da parte del protagonista, chiamato a risolvere grandi misteri sul proprio passato. Ma procediamo con ordine. Esploriamo qui di seguito sia la trama che il cast di attori protagonisti di Noise, per poi cercare di far luce sul suo significato complessivo.

La trama e il cast di Noise

Il film racconta la storia di Matthias, influencer e giovane genitore del neonato Julius, che, dopo essersi trasferito con la sua famiglia nella sua casa di infanzia,  scopre un oscuro segreto appartenente al passato del padre colpito da demenza. Inizia così un’indagine approfondita che lo porterà ad aprire un vero e proprio vaso di Pandora pieno di segreti e a scatenare più drammi familiari del previsto. Più prosegue nella sua ricerca ossessiva, più Matthias inizia dunque a sviluppare una forma di follia incontrollabile, che non può che preoccupare sua moglie Liv. La donna, pronta a tutto pur di non perderlo, dovrà però scontrarsi col fatto che potrebbe essere già troppo tardi per salvare l’uomo che ama.

Il bello di imbattersi in film proveniente da paesi cinematograficamente poco o per nulla a noi noti è dato anche dal fatto di scoprire nuovi attori, come quelli protagonisti di Noise. Ad interpretare Matthias, dunque, ritroviamo Ward Kerremans, noto in patria per serie come Grond, Billie vs Benjamin e Black Out. Accanto a lui, poi, vi è l’attrice Sallie Harmsen nel ruolo di Liv. La Harmsen è nota anche a livello internazionale per aver interpretato una replicante nel film Blade Runner 2049 e Carrie Price nella serie Diavoli. Vi è poi Johan Leysen nel ruolo di Pol, padre di Matthias. Questi è un prolifico attore belga, con all’attivo oltre 160 lavori tra cinema e televisione. Infine, George Kluger interpreta Julius, figlio di Matthias.

Noise-spiegazione

Noise: la spiegazione del film

Nel procedere ora con la spiegazione del film Noise, si renderà necessario riportare alcuni dettagli di trama che potrebbero rappresentare spoiler per chi non avesse ancora visto il film. Se dunque si desidera vederlo senza essere a conoscenza di tali dettagli, si suggerisce di interrompere qui la lettura e tornare ad essa in un secondo momento. Ma se invece si è già visto il film e si è in cerca di chiarimenti sul significato del suo racconto, ecco di seguito ciò che c’è da sapere.

Il mistero dietro la ricerca del protagonista porta ad avere a che fare con una fabbrica misteriosamente abbandonata vicino alla propria casa e che suo padre, Pol, gli mostra. Matthias scopre poi che il posto era un impianto chimico che era stato fondato ed era gestito dallo stesso Pol molti anni fa. Sebbene l’istituzione fosse stata accolta con favore dalla comunità dei quartieri circostanti in quanto creava opportunità di lavoro, le cose non sono rimaste a lungo così positive. Le acque reflue tossiche che venivano rilasciate dall’impianto chimico avevano infatti causato danni alle persone, tra cui irritazione agli occhi e difficoltà respiratorie.

Quando poi le camere della fabbrica un giorno si allagano e cinque lavoratori rimangono uccisi nell’incidente, Pol viene licenziato e la fabbrica viene chiusa. Nel portare Matt per la prima volta ai cancelli della fabbrica, Pol gli rivela che ci sono alcune cose che sono state accuratamente tenute nascoste ai media e che altri segreti erano rimasti taciuti. Da qui ha dunque inizio la ricerca ossessiva per la verità di Matthias, che porterà però a scoprire semplicemente che non ci sono affatto altri segreti. La follia che Matthias sviluppa nel corso di questa ricerca, però, si rivela essere il frutto di una psicosi postparto ereditata da sua madre.

Questa malattia spiega dunque la crescente instabilità mentale del protagonista, che ha iniziato a mostrarla già dopo la nascita del suo bambino. Mentre inizialmente sembrava che tutto ciò fosse dovuto alla sua indagine sulla fabbrica chimica, ora diventa chiaro che in realtà era il fatto di diventare genitore a causare questo cambiamento in lui. Impedendogli di suicidarsi come sua madre fece, Liv e Pol riescono infine a farlo rinsavire, ristringendo i rapporti con lui, così che Matthias possa a sua volta accettare il proprio ruolo di padre e assumersene le responsabilità. Tuttavia, viene lasciato il dubbio che la mente del protagonista non sia del tutto guarita, lasciando dunque spazio a possibili nuovi pericoli.

Il trailer di Noise e dove vederlo in streaming

Come anticipato, è possibile fruire di Noise grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb, DMTalkies

NoirFest2019 – Il festival fa pokerissimo

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NoirFest2019 – Il festival fa pokerissimo

Cambia la scena e cambiano i protagonisti ma il Noir in Festival che si apre venerdì 6 dicembre a Como non abbassa la guardia: tre giorni fitti di impegni, spettacoli e protagonisti sulle rive del Lago con un’offerta che raddoppia grazie alla collaborazione con AGICI (Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti), che ha scelto il festival come partner per il suo evento annuale, MICI19.

Come sempre in sintonia con la Città dei Balocchi grazie all’impegno dell’Associazione Amici di Como, storico partner del festival, il Noir 2019 si inaugura quest’anno nella cornice suggestiva di Villa Olmo messa cortesemente a disposizione dall’Amministrazione Comunale e per la quale ringraziamo l’attenzione dell’Assessore Carola Gentilini. Sullo sfondo neoclassico della storica Villa si daranno il cambio, tra venerdì e domenica, ospiti eccellenti provenienti da tutta Europa. Si comincia venerdì con i segreti del set più misteriosi nella storia del Noir, Il terzo uomo di Carol Reed con Orson Welles, Alida Valli e Joseph Cotten, raccontati da una protagonista d’eccezione come Angela Allen (allora segretaria di edizione a fianco del regista) che dialogherà con il direttore di Film London, Adrian Wootton, al termine della proiezione nella magnifica versione restaurata.

Sarà poi la volta di tre scrittori che declinano in modo personale il loro rapporto col genere: Piernicola Silvis, il cui racconto della corruzione negli organi dello stato è destinato a fare clamore (Gli illegali, SEM editore), presentato da Vittorio Nessi il 6 dicembre alle ore 18:15; Gino Vignali (della premiata ditta Gino&Michele) con le sue storie di cabaret e intrighi sul filo dell’ironia collocate questa volta nel mondo del fashion e dello spettacolo a Rimini (La notte rosa, Solferino Editore) presentato da John Vignola sabato 7 dicembre alle ore 18:00; per finire con Giancarlo De Cataldo, il maestro di Romanzo Criminale, che a Como porta il suo nuovo giallo storico, Quasi per caso, edito da Mondadori e ambientato ai tempi della repubblica romana nel 1848. A presentarlo sarà ancora John Vignola sabato 7 dicembre alle ore 19:00.

Il noir scandinavo è protagonista anche quest’anno a Como con l’anteprima della serie televisiva Stockholm Requiem in onda a gennaio su LaF dai romanzi di Kristina Ohlsson (da non perdere venerdì e sabato alle ore 15:00) ma anche con la trilogia cinematografica Intrigo diretta dal regista di Millennium, Daniel Alfredson, e ispirata ai romanzi dell’asso del noir svedese Håkan Nesser. Entrambi sono presenti al Noir per accompagnare l’anteprima italiana della trilogia di cui a Como sabato 7 dicembre si vedono i due primi capitoli Morte di uno scrittore (con Ben Kingsley) e Samaria. “Sin dall’inizio – dice Daniel Alfredson – ho avuto l’idea della trilogia, o meglio di un’antologia: tre storie ambientate nello stesso mondo creato da Nesser. Non perché coinvolgano gli stessi personaggi, ma perché affrontano gli stessi temi e il tempo ha in tutte le tre storie un ruolo essenziale. Così è nato il progetto Intrigo”.

E per finire il vincitore del Raymond Chandler Award, il grande scrittore americano Jonathan Lethem che riceverà il prestigioso riconoscimento, una sorta di Nobel per la letteratura noir, dalle mani di Dario Argento che torna a Como per il suo grande affetto per questa terra e i suoi misteri. Esponente di spicco della migliore letteratura postmoderna americana, grande appassionato di cinema e di noir, autore di Motherless Brooklyn, oggi diventato film con la regia di Edward Norton e presente in libreria con il suo romanzo Il detective selvaggio (La Nave di Teseo), Jonathan Lethem dialogherà a Villa Olmo con il critico Sebastiano Triulzi.

Ma il programma nel Noir 2019 (totalmente a ingresso libero) ha anche altre frecce al suo arco: dalla mostra dedicata a Diabolik, il campione del fumetto thriller all’italiana nell’anno in cui il festival celebra anche gli 80 anni del Cavaliere Oscuro, Batman, agli incontri del MICI19 che portano a Como oltre 50 tra autori, produttori e addetti ai lavori in un’edizione spettacolare tutta dedicata al cinema e alla televisione di genere, con la collaborazione della Ticino Film Commission, fino alla presentazione dei nuovi libri di Pietro Berra e Michele Lo Foco (il primo autentico genius loci del cinema sul Lario e il secondo comasco d’adozione).

E poi, da domenica sera… tutti a Milano nel campus universitario di IULM per un programma cinematografico e letterario ricco di sorprese da scoprire giorno dopo giorno, nel segno del noir all’italiana (con la presenza d’eccezione di Marco Bellocchio, invitato da IULM che gli conferisce la Laurea Honoris Causa) e del concorso internazionale per il cinema. Si chiude con le premiazioni la sera di mercoledì 11 dicembre per darsi appuntamento tra un anno, dal 4 al 10 dicembre 2020.

NoirFest 2014: a Courmayeur la doppia anima del Noir

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Sullo sfondo le montagne alla luce delle stelle; sulla neve le tracce di un delitto, un detective dalla silhouette inconfondibile e un enorme monolite-cinepresa caduto dallo spazio e piantato a terra. E’ l’immagine dell’anno disegnata per il Courmayeur Noir in Festival da Guido Manuli, il maestro del fumetto italiano cui rendiamo omaggio con una personalissima Compilation Noir.
Sarà un’edizione ricca di sorprese ed imprevisti quella che Giorgio Gosetti e Marina Fabbri hanno ideato e che andrà in scena ai piedi del Monte Bianco dal 9 al 14 dicembre.
Cominciamo dalla fine: un festeggiamento speciale per Gabriele Salvatores che quest’anno, con Il ragazzo invisibile, trasporta la sua passione per il mistero sul pianeta della fantasia raccontando quell’età inconoscibile che è il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. E poi: un pupazzo di neve… molto speciale per festeggiare l’inizio della stagione invernale; due compleanni altrettanto speciali per chi ama il giallo&nero in tutte le sue sfumature; e perfino un torneo di tennis tra appassionati e star all’insegna del Doppio Giallo.

Temi conduttori di quest’edizione saranno il Doppio, la Paura, la Memoria: tre facce di un solo percorso che da più di vent’anni caratterizza un festival unico nella sua “specialità della casa”.
L’ospite d’onore in una rassegna che da sempre mette insieme cinema e letteratura, sarà Jeffery Deaver, vincitore del Raymond Chandler Award nell’anno in cui Rizzoli manda in libreria L’ombra del collezionista che segna il ritorno della coppia Lincoln Rhyme / Amelia Sachs amati dal pubblico di tutto il mondo fin dai tempi de Il collezionista di ossa.
Esattamente 50 anni fa Mario Bava inaugurava il filone del thriller all’italiana con Sei donne per l’assassino, inimitabile modello per tutto un genere. Oggi, in occasione del centenario della nascita del regista, grazie ad Arrow Films e Cineteca di Bologna il film ritorna con uno smagliante restauro e lo accompagnano il figlio Lamberto Bava e Dario Argento, che presenterà a Courmayeur l’autobiografia, appena pubblicata da Einaudi, Paura. Ma sempre nel 1964 vedeva anche la luce il personaggio di George Smiley, il “doppio” letterario di John le Carré. Si girava La spia che venne dal freddo di Martin Ritt e Smiley faceva capolino nel coro degli agenti segreti a Berlino durante la Guerra Fredda.

A Courmayeur, in coincidenza con l’uscita de La Spia – A Most Wanted Man, di Anton Corbijn, i mille volti di George Smiley saranno raccontati dal direttore di Film London, Adrian Wootton.
Protagonisti del festival saranno inoltre, come ogni anno, le anteprime cinematografiche della Selezione ufficiale e i best seller della stagione letteraria proposti negli Incontri con gli autori. Tra i film confermati: l’inglese Snow in Paradise dell’esordiente Andrew Hulme; l’americano Things People Do di Saar Klein con il Wes Bentley di Hunger Games; la rivelazione dell’ultimo festival di Cannes, White God dell’ungherese Kornél Mundruczó, candidato all’Oscar; l’irlandese Calvary di John Michael McDonagh con un formidabile Brendan Gleeson, sacerdote alle prese con il segreto del confessionale e una minaccia di morte; l’opera prima italiana In the Box di Giacomo Lesina con Antonia Liskova; la travolgente black comedy prodotta da Almodóvar, Storie pazzesche di Damián Szifron e il western noir The Salvation di Kristian Levring con Mads Mikkelsen vendicatore solitario nel solco di Sergio Leone.

In prima internazionale assoluta entra in concorso anche Black Sea di Kevin Macdonald (trionfatore all’oscar con Forest Whitaker per L’ultimo re di Scozia) con un luciferino Jude Law degno della prossima statuetta come miglior attore. Black Sea viene distribuito in italia da Notorius Pictures cui va uno speciale ringraziamento del festival per aver creduto in noi come ideale piattaforma per un vero thriller d’autore.
È un grazie anche alla Walt Disney Italia che porta nella giornata conclusiva del NoirFest la prima assoluta di Big Hero 6 di Don Hall, Chris Williams, il fantastico cartoon natalizio per grandi e piccoli con Flavio Insinna a prestar voce all’avventuroso Baymax.

Tra gli scrittori attesi, oltre ai cinque finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco – La Stampa per il miglior romanzo noir italiano dell’anno: Gianrico Carofiglio (La regola dell’equilibrio, Einaudi), Carlo Lucarelli (Albergo Italia, Einaudi), Stefano Tura (Tu sei il prossimo, Fazi), Joakim Zander (Il nuotatore, Bompiani), Robert Karjel (Lo svedese, Rizzoli), Ingrid Astier (Omicidi sulla Senna, Bompiani), i campioni del noir Fois, Dazieri, Bonini, De Cataldo, Pandiani e Morchio con l’antologia I semi del male (Rizzoli) e la nuova “signora del thriller italiano” Elisabetta Cametti (K. Nel mare del tempo, Giunti).

Per i 90 anni dell’Istituto Luce il festival rinnova la collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, dedicata alla memoria italiana e si associa al Festival Trame per una giornata speciale intitolata Trame, il Sud in Bianco e Nero condotta da Gaetano Savatteri con materiali rari e inediti dell’archivio storico del Luce. In quest’occasione viene presentato anche il film-documento di Toni Trupia, Malerba (work in progress).
Insieme alla Scuola Holden il Noirfest organizza un incontro-laboratorio sulla nuova serialità televisiva con gli sceneggiatori e docenti della Scuola Stefano Sardo, Dario Bonamin e Francesca De Lisi, mentre Sky Atlantic e Fox Crime propongono le grandi serie americane che domineranno la prossima annata televisiva.

Tra le sorprese che non ti aspetteresti, ci saranno quest’anno una imprevedibile web-serie firmata dai Manetti Bros. con al centro il mitico Rex; i ritorni di Federico Zampaglione, Luca Argentero e Domiziano Cristopharo; un’incursione psycho-rock della band Bébé Donge che da sempre si ispira alla controversa personalità dell’avvelenatrice di Simenon; il controcanto delle ballate della mala di Stefano Covri; una serie di incontri con protagonisti dello spettacolo che prende il via in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni di Officine Artistiche.
E infine un insolito cocktail di campioni della racchetta, attori, registi e semplici appassionati, che danno vita alla prima edizione di Doppio Giallo, torneo di tennis a inviti che accoppierà a sorpresa le star e i dilettanti in una sfida all’ultimo tie break. Ricordando Farley Granger e la più bella partita di tennis della storia del cinema in Strangers on a Train di Alfred Hitchcock dal romanzo di Patricia Highsmith.

Noir in Festival: tutte le novità in programma perl la 34esima Edizione

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La 34ma edizione del Noir in Festival, diretto da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, si svolgerà a Milano dal 2 al 7 dicembre con un incontro di pre-apertura, domenica 1 dicembre alla libreria Rizzoli Galleria, dedicato all’esordio da “giallista” di Maurizio Mannoni con “Quella notte a Saxa Rubra” (La nave di Teseo). “Questa scelta – dice Marina Fabbri – è in qualche modo un ideale manifesto della nostra annuale indagine sul genere: un famoso giornalista, un romanzo con il sapore della scoperta, uno scenario che ha a che fare con la televisione e i nuovi media, una trama ideale per una serie tv o, magari, un film nel solco del cinema civile che in Italia è sempre andato di pari passo con giallo e noir”.

Promosso dalla Direzione Generale Cinema e audiovisivo del MiC, realizzato in collaborazione con l’Università IULM, sotto il patrocinio del Comune di Milano e reso possibile grazie al sostegno di partner pubblici e privati come la Cineteca Italiana, la Casa del Manzoni, Cinecittà, la Libreria Rizzoli, La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, il festival si sviluppa secondo le direttrici di cinema, letteratura, serialità, fumetto e new media coinvolgendo tutti i suoi luoghi elettivi a Milano.

Com’è ormai tradizione i festival si misurano partendo dai numeri e il Noir cerca una formula a «misura di spettatore» : 10 i film della selezione ufficiale di cui 8 in concorso per il Black Panther Award; 5 gli eventi speciali tra cui il prezioso restauro messo a disposizione da Cineteca Italiana di un classico sconosciuto come “Macadam”, ultima regia firmata nel 1946 da Jacques Feyder; 5 i titoli italiani in anteprima assoluta tra cui “Dedalus” di Gianluca Manzetti, i film di apertura e chiusura e due eventi speciali; 10 i paesi produttori dei film della selezione ufficiale e 5 le opere prime; infine sono 6 i titoli finalisti del Premio Claudio Caligari.

Sul fronte della letteratura invece gli appuntamenti alla libreria Rizzoli Galleria vedranno sette protagonisti tra cui, specialmente attesi: Maurizio De Giovanni con “Volver” il nuovo romanzo che esce tra pochi giorni per Einaudi, il singolare esordio di Carlo Calabrò“Meccanica di un addio”, pubblicato da Marsilio e la star del crime spagnolo Juan Gómez-Jurado (autore della fortunata serie Prime Video “Regina rossa”) con il best seller “Tutto torna”, appena uscito da Fazi. Agli autori ospiti alla Libreria Rizzoli si affiancano i «magnifici cinque» finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco per il miglior romanzo noir italiano dell’anno e il vincitore del Premio dei Lettori (in collaborazione con il Comune di Lignano Sabbiadoro), protagonisti della giornata inaugurale alla Casa del Manzoni il 2 dicembre.

Risplende di luce propria la vincitrice del Raymond Chandler Award, la grande scrittrice americana Joyce Carol Oates, premiata la sera del 5 dicembre al Teatro Franco Parenti (in collaborazione con La Milanesiana) e ospite, il giorno dopo, all’Università IULM. Nel primo appuntamento sarà Antonio Monda a dialogare con lei, a partire dal romanzo più recente, “Macellaio” edito in Italia da La nave di Teseo; nel secondo giorno sarà la rettrice dell’Università, professoressa Valentina Garavaglia a riceverla mentre saranno poi Fabio Vittorini e Anna Re a presentare l’incontro.

Tra gli ospiti di spicco di quest’edizione: il rapper Salmo; i membri della giuria per il cinema James Jones, Chiara Caselli, Fulvio Risuleo, Letizia Toni; Maurizio Mannoni, Félix Kysyl per “L’uomo nel bosco” di Alain Guiraudie, Gustav Moller (regista di “Sons”) Lin Jianjie (regista di “Brief History of a Family”), Asia Argento, Carlo Calabrò, Joyce Carol Oates, Maurizio De Giovanni, Fabrizio Ferracane, Matilde Gioli, Juan Gomez-Jurado, Antonio Monda, Daniele Orazi, Roberto Proia, Violetta Rocks, Gabriella Simoni, Pablo Trincia, Vanna Vinci

Tra le novità dell’anno i due incontri dedicati al linguaggio del podcast e al successo delle inchieste tra audio e video; la nuova fascia riservata ai linguaggi del fumetto con grandi matite a cominciare da Paolo Bacilieri che si misura con la Milano di Scerbanenco, la collaborazione con il festival triestino Shorts per il contest Shorts-Noir Comics Marathon e lo speciale omaggio “Alain Delon, non solo un Flic” realizzato in collaborazione con Institut Français – Milano.

«Ci piace pensare – osserva Giorgio Gosetti – che la prossima edizione del festival sia un territorio di scoperta emozionante e divertente come lo è stato per noi prepararlo. Grandi film come l’esordio di Steven Soderbergh nell’horror o l’adrenalinico “Zero”, black comedies all’inglese come “Fatti vedere” e serialità d’autore come “Gangs of Milano”, nuove voci del giallo italiano e grandi personaggi come il nostro Premio Chandler. Ecco il cocktail da sorseggiare in una Milano già addobbata per Natale, ma con le memorie inquietanti lasciate qua e là dalla penna inimitabile di Giorgio Scerbanenco e con la città notturna catturata dal tratto originale di Vanna Vinci, autrice della nostra immagine dell’anno”.

Noir in Festival: tra attualità e fantapolitica, arriva Vicente Vallés mentre le proteste infiammano la Scala

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Per il suo quinto giorno di appuntamenti tra letteratura e cinema il Noir in Festival, la più importante manifestazione italiana dedicata al genere noir che si svolge a Milano fino all’8 dicembre, partecipa in pieno al dibattito culturale e politico che ruota intorno all’apertura della Scala prevista per oggi 7 dicembre a Milano con l’opera russa Boris Godunov.

Ospite letterario di oggi 7 dicembre, alle ore 17.00, nella libreria Rizzoli Galleria a due passi dalla Scala, è infatti il noto volto del giornalismo spagnolo Vicente Vallés che presenta il suo romanzo di spionaggio Operazione Kazan (Salani) accompagnato dallo storico e scrittore Aldo Giannuli, che ha da poco pubblicato per Ponte alle Grazie il suo Spie in Ucraina, proprio sugli antefatti che hanno portato alle vicende belliche in corso in quella martoriata parte di Europa.

“Il noir si conferma essere il genere che più di ogni altro registra i cambiamenti della nostra epoca” – ribadiscono i direttori della rassegna Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – “e lo vediamo proprio con Operazione Kazan di Vicente Vallés, che racconta in forma di romanzo fantapolitico l’elezione in USA del prossimo Presidente (una donna) come il completamento di un grande complotto russo per impadronirsi dell’Occidente, cominciato dalla Rivoluzione di Ottobre e arrivato fino ai nostri giorni”.

Oggi pomeriggio Aldo Giannuli e Vicente Vallés discuteranno di questo argomento, condotti da Luca Crovi, a due passi dalla piazza in cui la comunità ucraina milanese ha annunciato di voler protestare contro la scelta dell’opera di apertura della stagione scaligera caduta proprio sul Boris Godunov del russo Mussorgsky.

Noir in Festival: omaggio a Lucio Fulci

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Noir in Festival: omaggio a Lucio Fulci

“Se rimango nella memoria di chi mi ha amato e mi ricorda, io vivo lo stesso. Questa almeno è la mia tesi”. Così si racconta Lucio Fulci, regista matto, geniale, allegro e disperatissimo, davanti alla regista Antonietta De Lillo e al critico Marcello Garofalo nella sorprendente e unica conversazione uncut Fulci Talks, che si vedrà in anteprima sulla piattaforma MYmovies lunedì 8 marzo nell’ambito del programma del Noir in Festival.

Il Noir in Festival, nella sua edizione del Trentennale in programma online dall’8 al 13 marzo prossimi, a 30 anni dal suo ultimo lavoro (Le porte del silenzio) rende omaggio a Lucio Fulci, che rimane un autore di culto e uno sperimentatore che non è possibile costringere dentro una sola definizione, anche se il suo successo si deve soprattutto a pellicole in cui il mistero e l’horror vanno a braccetto. “Alcuni mi ritengono completamente pazzo”, diceva di sé, “perché tento sempre di uscire dal genere, tento di essere un terrorista del genere”.

“Sono grata a Marcello Garofalo” – scrive Antonietta De Lillo nella presentazione al film – “per aver reso possibile questo incontro e per la sua lungimiranza nell’aver capito con tanto anticipo che il futuro del cinema sarebbe stato nel superamento delle barriere tra il cinema di genere e quello d’autore”. Dopo la presentazione del film, martedì 9 marzo verrà proposto un focus sul ritratto, alla presenza di Antonietta De Lillo, Marcello Garofalo, del musicista Fabio Frizzi e della figlia Antonietta Fulci, per raccontare il lavoro di recupero del materiale inedito di una delle ultime lunghe interviste rilasciate dal maestro trent’anni fa, in un’operazione di found footage e rielaborazione già sperimentata dalla regista in La pazza della porta accanto con la sua conversazione con Alda Merini. Questo incontro sarà visibile sui canali social del Festival (Facebook e YouTube).

L’omaggio a Lucio Fulci, che sarà articolato riproiettando 5 suoi film cult, prenderà il via, ad accesso gratuito e posti limitati, nella sala virtuale di MYmovies, al termine della serata di pre-apertura del Noir in Festival, domenica 7 marzo. A introdurre il primo film della rassegna, Una sull’altra (1969), una live notturna su social del festival tra Giorgio Gosetti e lo youtuber Federico Frusciante. Nelle altre serate della manifestazione verranno proiettati: Non si sevizia un paperino (1972), Sette note in nero (1977), Quando Alice ruppe lo specchio(1988) e il film di commiato Le porte del silenzio (1991).

“Il recupero di una tradizione preziosa del cinema italiano di genere”, dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, “una stagione in cui tra gli anni ’60 e ’70 fiorì una generazione di talenti che faceva della trasgressione e dell’inventiva la bandiera creativa, senza preclusioni e steccati fra cinema ‘alto’ e cinema ‘popolare’, è una delle caratteristiche del nostro programma di quest’anno. Siamo grati ad Antonietta De Lillo così come alle società di distribuzione Minerva Group e R.T.I. per averci consentito un’incursione nella memoria che è  indicazione preziosa per una nuova generazione di autori e spettatori”.

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