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Il Flauto recensione del film di Luciano Capponi

Il Flauto recensione del film di Luciano Capponi

il flauto recensione 2 Gennaro si ritrova su di un’isola molto particolare, in cui uomini in divisa vagano senza memoria sotto il controllo di uno strano staff. Manicomio? Carcere? In realtà è il luogo in cui le anime, senza memoria, attendono di nascere, gestite da una multinazionale aliena. Quel che è certo è che Gennaro sconvolge l’ordine vigente con l’unica arma in suo possesso: la semplicità.

Il secondo capitolo di Luciano Capponi sull’aldilà si ispira al netturbino di origini napoletane di Totò ne La livella ma la sceneggiatura che l’autore propone è una favola complessa e articolata tra i sentimenti umani e quello che le anime vivono e provano in questo limbo, fatto di ostacoli e avversità proposte da questi alieni che odiano gli esseri umani. La storia si contraddistingue per la sua ricchezza di maschere e personaggi vicini alla commedia dell’arte, che nel loro porsi, rappresentano i vizi e i problemi della nostra modernità. L’azione narrativa si articola sul punto di vista di Gennaro (Patrick Oliva) e il suo modo semplice e naturale di accettare questa morte e quella dei suoi compagni, manipolati e classificati in stereotipi contemporanei. Ciò che il film non riesce a trasmettere in tutta questa complessa allegoria è la sospensione e l’illusione di quello che viene visto. Lo spettatore rimane fin troppo cosciente nell’apprendere questa dimensione ultraterrena, non accettando sempre il compromesso che il regista ci propone e muovendo dubbi e critiche sull’ingenuità che molto spesso Gennaro commette nelle scelte che gli capitano.

il flauto recensioneLa storia volutamente non sceglie un genere ma per le sue battute predilige i tempi della commedia, che spesso non aiutano a creare l’illusione della favola che ci viene proposta, bensì ci portano fuori nella realtà spezzando così la storia in piccoli sipari ma contribuendo in qualche modo al ritmo interno del film. Dal punto della regia Capponi cura molto bene la fotografia e le inquadrature, così come i movimenti di dolly non sono mai banali ma ricercati nel dare un’altra lettura della sceneggiatura così ricca di metafore come ci viene mostrato nella sequenza della preghiera di Gennaro in cui successivamente la croce diventa il flauto. I raccordi di montaggio così come gli effetti visivi del film sono ciò che restituisce unità alla storia a differenza delle musiche e i testi delle canzoni scritte dallo stesso regista, che danno un contribuito prezioso alla morale del film ma che non uniscono la struttura del film.

Il Flauto è un film con delle chiare metafore sulla società moderna e i valori che ha perso con il suo evolversi e mutarsi, ma questo non è sufficiente ad ammaliare lo spettatore in questa sospensione temporale mancando così l’appuntamento per spingersi a riflettere di più sulle emozioni essenziali, molto spesso sfuggenti e effimere.

Dal 17 Ottobre al cinema.

Il Flauto conferenza stampa del film di Luciano Capponi

il-flauto-conferenza-stampaQuesta mattina alla Casa del Cinema di Villa Borghese è stato presentato il film Il Flauto di Luciano Capponi. Alla conferenza stampa hanno partecipato il regista, l’attore Patrizio Olivia e Totonno Chiappetta e il distributore Giacomo Carlucci.

Possiamo dire che il tema della reincarnazione è accennato e poteva essere spinto di più
L.C:
Mancano tre parole fondamentali nella vita, il buon senso, il rispetto e l’onestà, ed è quello che cerco di raccontare in realtà da sempre nella mia carriera d’autore post-contemporaneo, come mi hanno citato in una tesi di laurea. Quello che ho cercato di raccontare sono quelle tre parole, che credo che Patrizio sia riuscito a comunicarle, possono essere delle armi in realtà che forse ormai sono totalmente sommerse sotto il peso di una determinazione mediatica, ma che a mio avviso, forse dovremmo cominciare a rifletterci.

È un film di nicchia?
L.C.:
Io non sono d’accordo, e questa è una mia opinione personale. Perché io ho avuto sempre un mio pubblico ovunque io sia andato, anche con il mio teatro. Le mie cose piacciono specialmente ai bambini, quindi non credo che un bambino possa essere definito un ascoltatore della nicchia.

Mi diverte sempre credere che l’aldilà sia in realtà semplicemente una porta che si apre e mi diverte anche pensare che forse è apparentemente sconosciuta.
Io credo che siamo tutti molto piccoli, anche nelle dimensioni, questa è una scoperta iniziatica che ho fatto la prima volta che ho volato in aereo perché vedevo le macchinette piccoline mi sono immaginato un marito e moglie che litigavano e c’era da ridere!. Sono dei paradossi e me ne rendo conto, ma solo chi ha la volontà di accettare un apparente segreto può accogliermi quando dico che un grande segreto dell’esistenza è un piatto di spaghetti con il pomodoro mangiato con gli amici. Che sembra una sciocchezza un valore al lato, ma invece per me è una cosa molto importante.
Per me il film è l’emozione di un momento, non è la gloria dei riflettori, il divismo, folle di ragazzini, io sono sempre un po’ preoccupato di quello che faccio, perché sono sempre ‘sopra’ o ‘fuori’ però mi sembra di comprende che una volta tanto i presenti in questa conferenza stampa hanno colto il mio messaggio è questo è per me più di una speranza.

Patrizio come è stata la tua seconda esperienza d’attore?
P.O.:
Per me è stata un esperienza affascinante; non avrei mai pensato che sarei entrato in questo mondo, ci sono entrato per caso e devo dire che il calcio è stato galeotto. Luciano è il presidente di una squadra di calcio che si esibisce solo per beneficenza e per aiutare i bambini. Luciano mi vide nello spogliatoio insieme agli altri della squadra e mi disse ‘tu sei un bravo attore‘ e io gli risposi ‘no guarda mi hai confuso per qualcun altro, io sono Patrizio Oliva il pugile‘ e lui ‘no no, ti conosco, tu sei un bravo attore‘ e io gli ho detto ‘ma guarda può darsi pure ma mi dai l’impressione che tu sei pazzo perché io non ho mai recitato‘ e invece poi mi ha convinto mentre stava girando Butterfly Zone. Mi fece fare un cameo e fu anche molto apprezzato dai critici. Inseguito mi ha chiamato e mi ha dato questa ulteriore responsabilità dicendomi che stava scrivendo un altro film e che gli avrebbe fatto piacere se io interpretavo il protagonista e io lì ho pensato che era pazzo!
Mi ha convinto e io sono una di quelle che persone che tutto ciò che fa le fa con estrema serietà, con estrema professionalità perché so che mi gioco la mia storia sportiva e perciò quando faccio una cosa la voglio fare bene per non fallire. Allora ho cominciato ad andare da Luciano ogni fine settimana e abbiamo lavorato. E mi ha portato pian piano in questo mondo e vi posso dire che se non fosse stato Luciano il regista per questo film e per questa mia iniziazione, non so se avrei potuto sopportare un’altro regista che, come capita, mi avrebbe potuto aggredire perché io sono sempre stato un pugile, mi sono sempre scontrato ad armi pari con i miei avversari e non avrei mai potuto sopportare l’aggressione di un regista. Invece lui mi ha capito e mi ha insegnato a saper vivere il personaggio, mi ricordo che quando giravamo il film più volte mi richiamava e mi diceva ‘ no, no patrizio e stai facendo Patrizio Olivia‘ e io ‘Lucià che devo fa?‘ ‘Devi fare Gennaro Esposito, devi vivere il personaggio”’ capì così quello che Luciano voleva, non dovevo recitare dovevo essere vero, dovevo essere quello che sul ring ero sempre stato; capendo così chi era Gennaro Esposito quali erano i suoi sentimenti, i suoi valori, i suoi problemi e angosce, cercando di esprimerle.
Mi sono sentito realizzato nel fare questo lavoro.

Totonno com’è lavorare con Luciano Capponi?
T.C.:
Io e Luciano Capponi ci conosciamo da quarant’anni e lui per me resta, nonostante la sua grande preparazione nell’immagine, un grande raccontatore di favole e quello che avete visto, il Flauto ne è l’esempio. Lui è il vero poeta, io lo so perché conosco le sue canzoni di tanti anni fa, so che lui è stato il mio maestro che mi ha aperto quella porticina alla poesia. Ecco perché bisogna vedere le cose di Luciano con un attenzione particolare, anzi addirittura senza attenzione, perché arrivano meglio. Il Flauto rappresenta innanzitutto questa attesa, questo stupore di queste anime senza memoria, il traditore di ogni essere umano è il cervello anche se quello che conta è lo stomaco, le viscere.

Giacomo Carlucci, quante copie sono previste per la distribuzione?
G.C.:
Questa è una sfida che noi credo abbiamo vinto, ci siamo chiesti, perché delle pellicole così non possono raggiungere il grande pubblico? Lo sappiamo com’è l’ambiente del cinema, la produzione, la distribuzione e via dicendo. E Gennaro Esposito a fatto sì che questo film uscisse in 120 sale compresi i grandi circuiti quali l’UCI, 41 sale dell’UCI in tutt’Italia e nelle grande città. Ma questo film non muore adesso perché subito dopo comincia anche una tour teatrale di Patrizio “Due ore all’alba” e il film sarà contemporanee nelle province.
Noi ce l’abbiamo fatta nonostante tutto e tutti, nonostante i meccanismi che regolano questo settore, ce la facciamo a raggiungere il vasto pubblico che forse è l’obiettivo principale di Luciano Capponi, di raggiungere la gente.

Il fine settimana della croisette

Il fine settimana della croisette

Oggi 14 maggio, sulla Croisette si sono succeduti grandi e piccoli nomi, e tra questi alcuni che hanno portato dell’irreverenziale colore sul tappeto rosso più glamour d’Europa. Comincia la giornata Joseph Cedar, che con il suo film israeliano, Hearat Shulayim, porto in concorso una commedia pungente a sfondo familiare, dove un padre e un figlio, entrambi coinvolti nel mondo accademico della prestigiosa Talmud Hebrew University di Gerusalemme, trovano terreno fertile per un ultimo scontro che diventa professionale e generazionale. In concorso anche il regista Markus Schleinzer, con Michael, storia drammatica che racconta gli ultimi mesi di vita di un bambino e di un uomo di 35 anni.

Ma il vero movimento c’è stato nella sezione Fuori Concorso con un documentario su Bollywood, Bollywood: the greatest love story ever told, diretto da Rakesh Omprakash Mehra, pirotecnica lettera d’amore all’industria cinematografica indiana che ha contribuito nel tempo a difinire all’estero l’immagine dell’India e di Mumbai. Nel cast anche Aishwarya Rai.

Ma a Cannes oggi è stato tempo di Pirati, quelli che dal 2003 sono risorti dalle ceneri del passato cinematografico hollywoodiano grazie all’attrazione di un parco giochi, sbancando i box office soprattutto per merito di Johnny Deep, alias Jack Sparrow, presente oggi sulla Croisette. Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del Mare è la quarta avventura di Capitan Sparrow, presentato fuori concorso in presenza del cast. Anche Penelope Cruz torna ai blockbuster hollywoodiani nel ruolo della piratessa Angelica.

Domani sarà la giornata dei fratelli Dardenne che portano in concorso Il Ragazzo con la Bicicletta.

Il finale in due parti della saga di Fast & Furious potrebbe diventare una trilogia!

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La star di Fast X Vin Diesel anticipa che il decimo film della saga di Fast & Furious, in arrivo al cinema dal 18 maggio, darà il via a una trilogia finale. Parlando con Variety, infatti, Diesel ha confermato che Fast X non sarà più la prima di due parti del finale. Piuttosto che essere Fast & Furious 11 a concludere la serie, ci penserà un dodicesimo film a svolgere tale ruolo. “Entrando nella realizzazione di questo film, lo studio ha chiesto se potesse essere un film in due parti“, ha detto Diesel. “E dopo che lo studio ha visto questo, hanno detto: ‘Potreste fare il finale, una trilogia?‘”

A sostegno di questa notizia è arrivata anche l’attrice Michelle Rodriguez, dicendo: “Sono tre atti in ogni storia“, apparentemente ribadendo dunque l’affermazione di Diesel di una trilogia invece di un dittico. Quando però a Diesel è stato chiesto se stesse confermando un dodicesimo film di Fast & Furious, tuttavia, l’attore ha risposto all’intervistatore: “Mi metterai nei guai qui“. È probabile che un terzo capitolo possa dipendere da come andrà Fast X al box office. Se questo dovesse affermarsi come un buon successo economico, come già accaduto ai precedenti capitoli, un terzo film di quella che a questo punto diventerebbe una trilogia si farebbe più probabile.

Fast X, la trama e il cast del nuovo film della saga di Fast & Furious

La fine della corsa ha inizio. Fast X, il decimo film della saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli finali di uno dei più leggendari e popolari franchise cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i suoi cari.

In Fast & Furious 5 del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante.

Il finale della trilogia di Superman di Zack Snyder avrebbe risolto i suoi problemi “divini”

Se il DCEU avesse seguito la visione di Zack Snyder così come era stata pensata, le critiche sulla rappresentazione “divina” di Superman sarebbero state affrontate. Interpretato da Henry Cavill, non si può negare che l’Uomo d’Acciaio del DCEU sia stato raffigurato con forti parallelismi con un salvatore divino, una figura fortemente cristologica. Sebbene questa inquadratura sia stata spesso controversa, Zack Snyder ha confermato che doveva essere parte di un arco narrativo più ampio che avrebbe visto Superman riconnettersi con la sua umanità.

In seguito alla cancellazione dello Snyderverse del DCEU, Warner Bros. si sta preparando a lanciare un nuovissimo universo DC con James Gunn e Peter Safran al timone. Tuttavia, Zack Snyder ha continuato a rivelare e parlare di ciò che sarebbe stato in cantiere oltre Justice League. Ciò include quello che avrebbe potuto essere un finale molto avvincente per il Superman di Henry Cavill per quanto riguarda le percezioni del mondo e delle sue masse che sarebbero arrivate a vedere l’Uomo d’Acciaio come un dio letterale.

In L’Uomo d’Acciaio del 2013, Superman si rivela al mondo all’età di 33 anni (la stessa età che aveva Gesù quando fu crocifisso). Avendo scoperto il suo scopo dal suo vero padre Jor-El che non era di questo mondo, ci sono molti parallelismi tra Superman e Cristo nel primo film DC di Zack Snyder, incluso un momento piuttosto evidente in cui Jor-El racconta che il suo figlio che può salvare il mondo, poco prima che Kal-El voli nell’orbita terrestre con le braccia tese (come se fosse già su una immaginaria croce).

I parallelismi con Gesù e le rappresentazioni di Superman come un Salvatore simile a un dio continuano certamente in Batman v Superman: Dawn of Justice con l’umanità che innalza ma poi rifiuta Superman. Allo stesso modo, questo culmina anche con Superman che si sacrifica per fermare Doomsday prima di resuscitare, come visto in Justice League. In verità, è una visione molto fondata su come il mondo reale possa accettare qualcuno con un così grande potere come Superman, un essere che senza dubbio incontrerebbe la stessa quantità di critiche e riverenza.

La rappresentazione di Superman nel DCEU è stata certamente controversa per alcuni spettatori in base al modo in cui venivano rappresentati i Supermen live-action del passato. Tuttavia, Snyder ha recentemente confermato in un’intervista a GQ che questo status divino per Superman faceva tutto parte di un arco narrativo generale che si sarebbe concluso con Superman che si riconnetteva maggiormente con la sua umanità:

Avrebbe dovuto soccombere all’Anti-vita, essere distrutto, riportare indietro l’orologio e poi avere la sua possibilità per questa battaglia contro Darkseid. Se vuoi… questo avrebbe posto fine alla sua trilogia nel diventare questo guardiano e, in un certo senso, lo avrebbe riportato alla sua umanità.

Il fim di Assassin’s Creed uscirà il 22 Maggio 2015!

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Il fim di Assassin’s Creed uscirà il 22 Maggio 2015!

Finalmente arrivano notizie sul film basato sul popolare videogioco Assassin’s Creed della Ubisoft che come sappiamo vede al momento protagonista Michael Fassbender. Ebbena la pellicola ha una data di uscita ufficiale, che sarà durante il weekend del Memorial Day, il 22 Maggio 2015. Finora, nessun regista è stato annunciato per il film ma con la data di uscita ormai fissata a breve dovrebbero anche annunciare chi ci sarà al timone dell’adattamento. Inoltre sappiamo che sarà 20th Century Fox a distribuire il film che sarà co-prodotto a New Regency Pictures. La pellicola quindi dovrebbe uscire tre settimane dopo il secondo capitolo della Marvel The Avengers 2.

Tutte le info sul gioco:

Assassin’s Creed è un videogioco sviluppato da Ubisoft Montreal e pubblicato da Ubisoft. Il gioco è stato presentato nella conferenza dell’E3 2005 prima come esclusiva PlayStation 3 e poi è stato annunciato anche per Xbox 360. In seguito è uscito l’adattamento per Microsoft Windows nell’aprile 2008. È il primo episodio dell’omonima serie. Assassin’s Creed è ambientato nel 1191, periodo storico nel quale la Terra Santa è devastata dalla Terza Crociata.

La campagna in Terra Santa di Riccardo Cuor di Leone fece in parte dimenticare le sconfitte di alcuni anni prima e attraverso una saggia tregua i pellegrini cristiani ebbero il permesso di visitare Gerusalemme, che restava comunque in territorio musulmano. Questo fu uno degli eventi che più contribuirono a innalzare la fama di Saladino come condottiero leale e onesto. Nascosto nella segretezza dei loro rifugi un gruppo di guerrieri appartenenti alla setta degli Assassini intendono riportare la pace in Terra Santa eliminando i capi corrotti delle due fazioni. I giocatori assumono il ruolo di Altaïr Ibn La-Ahad (aquila in volo), uno dei priori della setta ed il più abile a padroneggiare le arti degli assassini, prescelto per diventare un giorno il capo della setta. Egli viene incaricato dal Gran Maestro Al Mualim di far finire la guerra nelle città della Terra Santa per riscattare il suo onore e il suo rango. Inoltre il suo abito bianco lo aiuta a mimetizzarsi meglio tra la folla e, in particolar modo, tra gli eruditi di un tempo, grazie al suo grande cappuccio. Altair si ritroverà ad affrontare i Crociati, gli Ospitalieri, i Templari, i Teutonici e i Saraceni e ovviamente le guardie cittadine.

Il filo nascosto: trama, cast e curiosità sul film con Daniel Day-Lewis

Sin dal suo esordio nel 1996 con Sydney, il regista Paul Thomas Anderson si è imposto come uno dei maggiori autori cinematografici contemporanei. Con le sue opere ha scandagliato l’animo umano e la sua storia nel corso del tempo, consacrandosi con titoli come Il petroliere e The Master, indicati come due tra i film più importanti del nuovo millennio. Nel 2017 Anderson regala poi al mondo un nuovo capolavoro, Il filo nascosto (qui la recensione), dove ancora una volta va a scavare nei rapporti umani, nelle loro dinamiche ed equilibri. Ne nasce un’opera tanto delicata quanto potente, con una storia destinata a rimanere eternamente nella memoria.

Interessatosi al mondo della moda londinese degli anni Cinquanta, Anderson era in cerca di una storia quando si ammalò improvvisamente. Fu sua moglie, l’attrice Maya Rudolph a prendersi cura di lui, ispirando nel regista l’idea giusta. Anderson raccontò infatti di aver temuto per un momento che sua moglie godesse del suo malanno, così da poterlo accudire a proprio piacimento. Se questa sia o meno un’esagerazione raccontata dal regista non è noto, ma l’evento gli ha certamente permesso di iniziare a svolgere una serie di ricerche per unire il contesto di suo interesse ad una storia dai torbidi rapporti tra i protagonisti.

Il filo nascosto si affermò poi come uno dei film più acclamati dell’anno e più importanti del decennio. Guadagnò infine anche 6 nomination al premio Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Per tutti gli appassionati di film intensi e imprevedibili, questa è un’opera assolutamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle sue frasi più belle. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il filo nascosto: la trama del film

Nella cornice glamour e scintillante della Londra degli anni Cinquanta, il sarto Reynolds Woodcock dirige insieme con sua sorella Cyril la celebre House of Woodcock, inconfondibile marchio di stile e bellezza, richiesto da reali, stelle del cinema, ereditiere e nobildonne. Nonostante la conoscenza dei desideri e della figura femminile, lo scapolo impenitente considera l’amore un privilegio precluso a un artista del suo calibro, e preferisce intrattenersi con donne diverse che gli forniscono la giusta dose di ispirazione e compagnia. Finché non incontra Alma, ragazza ambiziosa e caparbia che riesce a insinuarsi nel suo cuore come musa e come amante, sconvolgendo da un giorno all’altro la sua perfetta vita su misura.

Il filo nascosto cast

Il filo nascosto: il cast del film

Ad interpretare il ruolo dello stilista Reynolds Woodcock vi è l’iconico attore Daniel Day-Lewis. Tre volte premio Oscar, egli è noto per il suo studio maniacale dei personaggi interpretati. Per Il filo nascosto non ha fatto eccezioni, immergendosi completamente nel contesto della moda londinese e costruendo il carattere del personaggio basandosi su veri stilisti dell’epoca. L’attore prese inoltre lezioni di sartoria, arrivando infine a realizzare di proprio pugno un abito per sua moglie. La sua grande interpretazione lo ha infine portato ad ottenere la sua sesta nomination all’Oscar. L’aver partecipato a tale film si è però rivelata un’esperienza estremamente intensa emotivamente, dopo la quale Day-Lewis ha annunciato il suo ritiro definitivo dal mondo della recitazione.

Nei panni di Alma vi è invece Vicky Krieps. Grazie a questo film l’attrice ha avuto modo di ottenere fama mondiale, dovendo però superare a sua volta le difficoltà del set. L’attrice ha avuto pochi contatti con Day-Lewis, a cui si doveva rivolgere sempre con il nome del suo personaggio. Nei panni della sorella di Reynolds, Cyril, vi è invece l’attrice Lesley Manville. Questa ebbe invece modo di conoscere Day-Lewis molto prima delle riprese, così da poter sviluppare con lui quella reciproca intesa necessaria ad un rapporto tra fratelli. Anche per lei è poi arrivata una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. Nel film sono poi presenti gli attori Camilla Rutherford nei panni di Johanna, Gina McKee in quelli di Henrietta Harding e Brian Gleeson per il dottor Robert Hardy.

Il filo nascosto: le frasi più belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il filo nascosto è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 28 luglio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Si può cucire quasi ogni cosa nella stoffa di un soprabito. Da bambino ho cominciato a… nascondere cose nelle fodere dei vestiti, solo io ne conoscevo l’esistenza… segreti. (Daniel Day-Lewis)

  • Mi sembra di averti cercata per moltissimo tempo. Tu sei molto bella… bellissima. Ci sono alcune cose che voglio fare, cose che non posso fare senza di te. (Daniel Day-Lewis)
  • Reynolds ha realizzato i miei sogni e io gli ho dato in cambio ciò che desidera di più: ogni singola parte di me… (Vicky Krieps)
  • Posso metterti in guardia? Mio fratello tende a sentirsi condannato, crede che l’amore gli sia precluso (Lesley Manville)
  • Qualunque cosa farai… falla con delicatezza (Vicky Krieps)

Fonte: IMDb

Il filo nascosto: il trailer italiano del film di Paul Thomas Anderson

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Si intitola Il filo nascosto in italiano il nuovo film diretto da Paul Thomas Anderson con protagonista Daniel Day-Lewis, al suo ultimo ruolo per il grande schermo.

Di seguito il trailer:

La trama di Il filo nascosto

Ambientato in una elegante Londra del Dopo Guerra, negli anni ’50, Il filo nascosto racconta di un rinomato stilista, Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) e di sua sorella Cyril (Lesley Manville) che sono al centro della moda londinese, con incarichi reali, celebrità del cinema, ereditiere, mondanità, debuttanti e dame, tutte che si servono presso The House of Woodcock. Le donne vanno e vengono nella vita di Woodcock, lasciando allo scapolo incallito ispirazione e compagnia, fino a che non incontra una giovane donna, dalla volontà di ferro, Alma (Vicky Krieps), che presto diventerà un punto fisso nella sua vita amorosa e professionale. Una volta controllato e pianificatore, si troverà travolto dall’amore, con la sua carriera di sarto rovinata.

Daniel Day-Lewis si ritira dalla recitazione

Con il suo ultimo Il filo nascosto, Paul Thomas Anderson dipinge un illuminante ritratto di un artista e del suo viaggio creativo, e delle donne che fanno girare il suo mondo. Phantom Thread è l’ottavo film di Anderson, e la sua seconda collaborazione con Daniel Day-Lewis.

Il film dovrebbe anche essere l’ultimo della carriera dell’attore tre volte premio Oscar.

Il filo nascosto: il nuovo poster del film di Paul Thomas Anderson

Ecco il nuovo poster internazionale di Il filo nascosto, il nuovo film diretto da Paul Thomas Anderson (Magnolia, Boogies Nights, The Master, Punck- Drunk Love) con protagonista Daniel Day-Lewis (Lincoln, Gangs of New York).

Il film è ambientato nella Londra del 1950. Lo stilista Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) e sua sorella Cryli interpretata da Lesley Manille (Maleficient) sono al centro della moda britannica: vestono star del cinema, ereditiere, debuttanti e dame si vogliono distinguere con lo stile Woodcock. Reynolds incontra molte donne che lo corteggiano in quanto scapolo. A rubare il cuore di Reynolds sarà una giovane e forte donna, Alma, che diventerà la sua musa e la sua amante. L’amore entra nella vita estremamente organizzata e controllata di Reynolds e ne scardina i ritmi precisi. Anderson, che ha già diretto Day-Lewis nel 2007 ne Il Petroliere, racconta la vita creativa di un artista e di una donna che gli sconvolge la vita.

Daniel Day-Lewis nel trailer di Il filo nascosto, il suo ultimo ruolo

Nel cast troviamo anche Camilla Rutherford e Vicki Krieps. Il film è scritto e diretto da Paul Thomas Anderson e prodotto da Megan Ellison e da Joanne Sellar. Il film uscirà il 25 Dicembre 2017.

Fonte: Comingsoon

Il Filo Nascosto: Daniel Day-Lewis ha cucito un abito da zero

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Il Filo Nascosto: Daniel Day-Lewis ha cucito un abito da zero

Per prepararsi al ruolo di Reynolds Woodcock, protagonista de Il filo nascosto, nuovo film di Paul Thomas Anderson, Daniel Day-Lewis ha, come sua consuetudine, fatto le cose in grande.

L’attore tre volte premio Oscar ha seguito lezioni di Marc Happel, a capo del dipartimento dei costumi del New York City Ballet. Frutto di queste lezioni è stata la realizzazione di un abito Balenciaga da zero.

Ecco cosa ha raccontato l’attore a WMagazine: “L’abito Balenciaga era molto semplice. O almeno sembrava molto semplice fino a che ho capito il modo in cui era realizzato, e allora, mio dio, ho capito che era incredibilmente complicato. Non c’è niente di più bello nelle arti di qualcosa che appare semplice. E se provi a fare qualsiasi cosa nella tua vita, sia quanto è impossibile raggiungere quell’effetto di semplicità.”

Dal momento che non gli è stato possibile prendere in prestito il vestito che aveva visto, perché appartenente alla collezione dell’archivio di Parigi, l’attore ha realizzato degli schizzi, su cui poi ha lavorato a casa sua, utilizzando la moglie come modella.

Rebecca l’ha poi indossato, è davvero carino“, ha concluso Daniel Day-Lewis. L’attore ha ancora una volta dimostrato di avere grande dedizione per il suo lavoro, che comunque vuole abbandonare dopo questo film.

Sembra incredibilmente plausibile la prospettiva che Day-Lewis possa riuscire a collezionare il suo quarto Oscar con questa interpretazione, dato che gli è già valsa la nomination ai Golden Globes.

Il filo nascosto, il trailer italiano del film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis

Ambientato in una elegante Londra del Dopo Guerra, negli anni ’50, il film racconta di un rinomato stilista, Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) e di sua sorella Cyril (Lesley Manville) che sono al centro della moda londinese, con incarichi reali, celebrità del cinema, ereditiere, mondanità, debuttanti e dame, tutte che si servono presso The House of Woodcock. Le donne vanno e vengono nella vita di Woodcock, lasciando allo scapolo incallito ispirazione e compagnia, fino a che non incontra una giovane donna, dalla volontà di ferro, Alma (Vicky Krieps), che presto diventerà un punto fisso nella sua vita amorosa e professionale. Una volta controllato e pianificatore, si troverà travolto dall’amore, con la sua carriera di sarto rovinata.

Daniel Day-Lewis si ritira dalla recitazione

Con il suo ultimo film, Paul Thomas Anderson dipinge un illuminante ritratto di un artista e del suo viaggio creativo, e delle donne che fanno girare il suo mondo. Phantom Thread è l’ottavo film di Anderson, e la sua seconda collaborazione con Daniel Day-Lewis.

Il film dovrebbe anche essere l’ultimo della carriera dell’attore tre volte premio Oscar.

Il Filo Nascosto: dal 20 giugno in Home Video

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Il Filo Nascosto: dal 20 giugno in Home Video

Il tre volte premio Oscar Daniel Day-Lewis si aggiudica la sua sesta candidatura per l’interpretazione di Reynolds Woodcock, lo schizzinoso, maniaco del controllo stilista londinese la cui lussuosa e accurata vita fatta su misura viene improvvisamente sconvolta dall’amore. Il filo nascosto arriva in DVD, Blu-ray e a partire dal 20 giugno e in Digital HD dal 7 giugno con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Daniel Day-Lewis torna a lavorare con il plurinominato regista Paul Thomas Anderson, un film spettacolare definito come “puro delizioso piacere” (The Guardian).

Daniel Day-Lewis (Il Petroliere, Lincoln) incanta nel ruolo di un ossessivo ed elegante stilista, affiancato dalla candidata agli Oscar® Lesley Manville (Maleficent, Another Year) e Vicky Krieps (Hanna, The Colony) in un film di “seducente bellezza” (NY Times). Scritto e diretto da Paul Thomas Anderson (Il Petroliere, Boogie Nights), Il filo nascosto è ambientato nel glamour della Londra del dopoguerra. Il famoso stilista di abiti femminili Reynolds Woodcock (Day-Lewis) e sua sorella Cyril (Manville) sono al centro della moda britannica, vestendo reginette, star del cinema, ereditiere, aristocratiche, debuttanti e dame con l’originale stile di The House of Woodcock. Le donne vanno e vengono nella vita di Woodcock, dando allo “scapolo incurabile” ispirazione e conforto, fino a quando incontra una donna giovane e volitiva, Alma (Krieps), che presto diventa una presenza costante nella sua vita come musa e amante.

CONTENUTI SPECIALI NEL BLU-RAY:

  • Prove di scena – Con commento audio di Paul Thomas Anderson
  • For the hungry boy – Collezione di scene tagliate, Musica di Johnny Greenwood
  • House of Woodcock – Lo spettacolo della moda raccontato da Adam Buxton
  • Dietro le quinte – Fotografie del film di Michael Bauman con versioni della demo dalla colonna sonora di Johnny Greenwood

 

CONTENUTI SPECIALI NEL DVD:

  • Prove di scena – Con commento audio di Paul Thomas Anderson
  • For the hungry boy – Collezione di scene tagliate, Musica di Johnny Greenwood
  • House of Woodcock – Lo spettacolo della moda raccontato da Adam Buxton
  • Dietro le quinte – Fotografie del film di Michael Bauman con versioni della demo dalla colonna sonora di Johnny Greenwood 

INFORMAZIONI TECNICHE BLU-RAY™:

Genere: Drammatico

Dischi: 1

Durata: 2 ore e 10 minuti ca. 

Video: 1080i/p High-Definition Widescreen 1.85:1

Audio: Inglese DTS:X; Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco DTS Digital Surround 5.1

Sottotitoli: Italiano, Inglese N/U, Spagnolo, Danese, Olandese, Finlandese, Francese, Tedesco, Islandese, Norvegese, Portoghese, Svedese, Arabo, Hindi

Contenuti Speciali: • Prove di scena • For the hungry boy • House of Woodcock • Dietro le quinte

INFORMAZIONI TECNICHE DVD

Genere: Drammatico

Dischi: 1

Durata: 2 ore e 10 minuti ca. 

Audio: Itaiano, Inglese, Tedesco – Dolby Digital 5.1

Sottotitoli: Italiano, Inglese n/u, Tedesco, Danese, Finlandese, Norvegese, Svedese, Turco

Contenuti Speciali: • Prove di scena • For the hungry boy • House of Woodcock • Dietro le quinte

Il Filo Nascosto, recensione del film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis

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Si sono dette e si diranno tante meraviglie de Il Filo Nascosto, e non ci sono parole per descrivere l’eleganza e la bellezza con cui Paul Thomas Anderson ha diretto, pare per l’ultima volta, Daniel Day-Lewis, qui al coronamento di una carriera straordinaria. Il film sembra riassumere la dialettica dei rapporti di forza del cinema di Anderson, trasportando la brutalità dello scontro in amore, sensualità, passione, persino corteggiamento, per un breve momento. Il Filo Nascosto è una storia d’amore, prima di tutto, ma allo stesso tempo si complica nelle lieve mescolanza trai generi e nella scelta, così personale, di raccontare una vicenda che ha tantissimo di femminile, nonostante la mascolinità così netta del protagonista.

Day-Lewis interpreta Reynolds Woodstock, un sarto della Londra degli anni ’50. Con i suoi abiti veste nobildonne, reali e ricche londinesi, clienti preziose che vanno da lui alla ricerca di un vestito che possa rappresentarle, ma anche definirle, in quanto donne, nell’arco della loro vita e delle tappe importanti del loro cammino. Così Reynolds cuce insieme le insicurezze e le speranze di queste donne, padrone assoluto del suo atelier, che divide con le sue silenziose operai, ossequiose donne che conosce per nome e che saluta con affetto, con sua sorella Cyril (Lesley Manville), granitica presenza in una vita fatta di abitudini, e con il fantasma della madre, morta tanti anni prima eppure sempre vivida nella sua quotidianità, presenza rassicurante nei gesti delicati e precisi che lei stessa gli ha insegnato a percorrere su quei preziosi tessuti.

Alma, la donna che “tira” Il Filo Nascosto

A queste costanti, Reynolds alterna una donna, un’ispirazione, una compagna che di volta in volta esaurisce la sua curiosità e viene “scartata”, sostituita con la prossima, fino a che non arriva Alma (Vicky Krieps). Dolce, goffa, con un corpo che si scosta dai canoni della moda per l’artista dell’ago e filo, la donna fa breccia nella testa del nostro, che la innalza immediatamente a sua musa. La ragazza però si rivelerà molto diversa della altre donne della sua vita. Con docile trasporto prima e con ferrea volontà poi, Alma si aggrappa a questo amore che si fa spazio, inaspettatamente, anche in lui e riesce a scacciare per un attimo il fantasma, le sartine, persino Cyril.

Attraverso la voce di Alma ci viene raccontata la storia del film, un punto di vista privilegiato al fianco di Reynolds. C’è un filo nascosto in un particolare tipo di cucitura che realizzano le macchine automatiche; tirando quel filo, la cucitura intera si sfalda, il tessuto si apre, in vestito si crepa. Alma è la mano che tira quel filo, interrompendo la routine, chiedendo attenzione, sfaldando la routine, difendendo Reynolds da se stesso, dalla bellezza del suo lavoro eppure costringendolo a farsi riamare.

Anderson costruisce un dialogo tra luoghi e manie, città e campagna, spazi aperti e scale della grande e immacolata casa del protagonista, teso a dare spazio al suo dramma che cede persino al thriller in alcuni frangenti, per poi tornare dolce, volto completamente alla decostruzione di Reynolds, così come lo abbiamo conosciuto. Alma è colei che scaccia il fantasma rassicurante vestito da sposa della madre, quella che finalmente lo rende debole e che si rende indispensabile.

La rappresentazione feroce dell’egoismo

Dal canto suo, il sarto da cui tutte le donne di Londra vogliono essere vestite e rassicurate, si abbandona consapevolmente a questo veleno d’amore, tra le braccia dell’unica che sia riuscita ad entrare nelle maglie della sua vita, tra una cucitura e l’altra.

Si sono dette e si diranno tante meraviglie de Il Filo Nascosto, tutte vere, ma in fondo il film di Paul Thomas Anderson è una feroce, terrificante rappresentazione dell’egoismo, nella sua forma sublimata.

Il filo nascosto arriva in dvd e blu-ray

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Il filo nascosto arriva in dvd e blu-ray

Il tre volte premio Oscar Daniel Day-Lewis si aggiudica la sua sesta candidatura per l’interpretazione di Reynolds Woodcock, lo schizzinoso, maniaco del controllo stilista londinese la cui lussuosa e accurata vita fatta su misura viene improvvisamente sconvolta dall’amore. Il filo nascosto arriva in DVD, Blu-ray e a partire dal 20 giugno e in Digital HD dal 7 giugno con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Daniel Day-Lewis torna a lavorare con il plurinominato regista Paul Thomas Anderson, un film spettacolare definito come “puro delizioso piacere” (The Guardian).

Daniel Day-Lewis (Il Petroliere, Lincoln) incanta nel ruolo di un ossessivo ed elegante stilista, affiancato dalla candidata agli Oscar Lesley Manville (Maleficent, Another Year) e Vicky Krieps (Hanna, The Colony) in un film di “seducente bellezza” (NY Times). Scritto e diretto da Paul Thomas Anderson (Il Petroliere, Boogie Nights), Il filo nascosto è ambientato nel glamour della Londra del dopoguerra. Il famoso stilista di abiti femminili Reynolds Woodcock (Day-Lewis) e sua sorella Cyril (Manville) sono al centro della moda britannica, vestendo reginette, star del cinema, ereditiere, aristocratiche, debuttanti e dame con l’originale stile di The House of Woodcock. Le donne vanno e vengono nella vita di Woodcock, dando allo “scapolo incurabile” ispirazione e conforto, fino a quando incontra una donna giovane e volitiva, Alma (Vicky Krieps), che presto diventa una presenza costante nella sua vita come musa e amante.

Il filo nascosto CONTENUTI SPECIALI NEL BLU-RAY:

  • Prove di scena – Con commento audio di Paul Thomas Anderson
  • For the hungry boy – Collezione di scene tagliate, Musica di Johnny Greenwood
  • House of Woodcock – Lo spettacolo della moda raccontato da Adam Buxton
  • Dietro le quinte – Fotografie del film di Michael Bauman con versioni della demo dalla colonna sonora di Johnny Greenwood

Il filo nascosto CONTENUTI SPECIALI NEL DVD:

  • Prove di scena – Con commento audio di Paul Thomas Anderson
  • For the hungry boy – Collezione di scene tagliate, Musica di Johnny Greenwood
  • House of Woodcock – Lo spettacolo della moda raccontato da Adam Buxton
  • Dietro le quinte – Fotografie del film di Michael Bauman con versioni della demo dalla colonna sonora di Johnny Greenwood

 

Il filo invisibile: trailer del film Netflix con Filippo Timi

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Il filo invisibile: trailer del film Netflix con Filippo Timi

Netflix ha diffuso il trailer del film Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni prodotto da Viola Prestieri e Valeria Golino con Filippo Timi, Francesco Scianna, Francesco Gheghi, Oscar Matteo Giuggioli, Giulia Maenza, Jodhi May, Gerald Tyler, Emanuele Maria Di Stefano, Mauro Conte, Alessia Giuliani e con Valentina Cervi. Il filo invisibile uscirà in cinema selezionati il 21-22-23 febbraio su Netflix dal 4 marzo.

La trama Il filo invisibile

Leone, 16 anni e due papà, Simone e Paolo, è nato in California grazie a Tilly, una donna americana che ha aiutato i suoi genitori a farlo venire al mondo. Leone poi è cresciuto in Italia come tutti gli altri bambini, ma vivendo anche le lotte per i diritti a cui la sua famiglia ha partecipato. Tutto questo è raccontato in un breve video che Leone sta preparando per la sua scuola insieme a Jacopo, il suo migliore amico. Proprio mentre, schivando pregiudizi ed equivoci intorno alla sua sessualità, Leone sta per vivere la sua prima storia d’amore, la solidità della sua famiglia sembra andare in crisi… Vivere questa complessa situazione familiare spingerà Leone a riflettere sulla vera natura del “filo invisibile” che lo lega ai suoi papà e a tutti coloro che hanno voluto la sua nascita.

Il filo invisibile: intervista ai protagonisti

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Il filo invisibile: intervista ai protagonisti

Arriva in sala per un’uscita speciale il 21-22-23 febbraio Il filo invisibile, il nuovo film di Marco Simon Puccioni, con Filippo Timi e Francesco Scianna. Il film sarà disponibile dal 4 marzo su Netflix e questo è il nostro incontro con il cast che ha raccontato com’è stato lavorare al servizio di questa storia così moderna e così classica allo stesso tempo.

Il filo invisibile di Marco Simon Puccioni prodotto da Viola Prestieri e Valeria Golino con Filippo Timi, Francesco Scianna, Francesco Gheghi, Oscar Matteo Giuggioli, Giulia Maenza, Jodhi May, Gerald Tyler, Emanuele Maria Di Stefano, Mauro Conte, Alessia Giuliani e con Valentina Cervi. Il filo invisibile uscirà in cinema selezionati il 21-22-23 febbraio su Netflix dal 4 marzo.

La trama Il filo invisibile

Leone, 16 anni e due papà, Simone e Paolo, è nato in California grazie a Tilly, una donna americana che ha aiutato i suoi genitori a farlo venire al mondo. Leone poi è cresciuto in Italia come tutti gli altri bambini, ma vivendo anche le lotte per i diritti a cui la sua famiglia ha partecipato. Tutto questo è raccontato in un breve video che Leone sta preparando per la sua scuola insieme a Jacopo, il suo migliore amico. Proprio mentre, schivando pregiudizi ed equivoci intorno alla sua sessualità, Leone sta per vivere la sua prima storia d’amore, la solidità della sua famiglia sembra andare in crisi… Vivere questa complessa situazione familiare spingerà Leone a riflettere sulla vera natura del “filo invisibile” che lo lega ai suoi papà e a tutti coloro che hanno voluto la sua nascita.

Il filo invisibile, recensione del film con Filippo Timi e Francesco Scianna

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Si intitola Il filo invisibile il nuovo film di Marco Simon Puccioni, che dopo un’uscita speciale in sala, dal 21 al 23 febbraio, sarà disponibile su Netflix dal 4 marzo. Un film che è un piccolo miracolo di scrittura e interpretazione, per come nasce e come si sviluppa, e come cresce inesorabile nel cuore dello spettatore.

Di cosa parla Il filo invisibile

Come si fa a misurare l’amore? C’è chi lo esprime sui social, in questi anni strani, chi lo sbandiera, chi lo tiene nascosto. Non c’è un modo giusto per raccontare il proprio amore ma c’è, e questo è un dato di fatto, chi deve per forza affermare la forza e la purezza del proprio amore rispetto agli altri, perché quell’amore che prova deve essere “giustificato”. È il caso di Simone e Paolo, coppia omosessuale che, agli occhi del figlio Leone (nato in California da madre surrogata) e a quelli di tutta la loro cerchia di amici deve apparire perfetta, più innamorata della coppie “normali”. Ma cosa succede quando questo amore si spezza? Come viene percepito dal mondo intorno a loro il fatto che una coppia omosessuale si perda? 

Come sopravvive (o muore) un amore

Marco Simon Puccioni ci racconta una storia che si fonda sull’amore, quello verso il partner, quello fresco e adolescenziale, quello che si coltiva negli anni, quello verso i figli e verso i genitori, quello che finisce e quello che si trasforma. Lo fa con una leggerezza e un’ironia davvero rare e si appoggia al talento indiscusso di Filippo Timi e Francesco Scianna che si mettono in discussione con due ruoli che, sulla carta, potevano rappresentare l’ennesimo cliché del cinema che prova a raccontare la coppia omosessuale. Invece Il filo invisibile pone l’accento su quello che di normale c’è in tutte le coppie, anche quelle dello stesso sesso, ovvero la difficoltà di far sopravvivere l’amore di fronte al tempo che passa, alla routine, alla pigrizia di alcune dinamiche che subentrano in ogni tipo di relazione. 

L’amore al tempo dell’adolescenza

L’altro aspetto davvero interessante del film è quello dedicato a Leone, il figlio di questa coppia, interpretato da Francesco Gheghi, che con grande purezza sembra affrontare il mondo e l’adolescenza senza cintura di sicurezza. Proprio per questo, Leone si fa male, come tutti gli adolescenti: esce dall’incantesimo di cui sono vittime quasi tutti i bambini, che vedono i propri genitori perfetti e fatti l’uno per l’altro, ma soprattutto comincia a vivere, si innamora, cerca il suo spazio nel mondo e impara ad affrontare anche gli aspetti più complessi e oscuri di quegli adulti che ha sempre visto come due fari, solidi e inamovibili. E tutto questo viene messo a fuoco con grande leggerezza e intelligenza. 

Il filo invisibile evita i luoghi comuni

Le premesse per toccare i luoghi comuni della commedia omosessuale romantica ci sono tutti, eppure Il filo invisibile riesce, pezzo per pezzo, a smontare ogni pregiudizio, ogni banalità, rivelandosi un onesto racconto sull’amore, su come si vive, si affronta e come si fa durare. Ma soprattutto come si trasforma, quando la coppia non funziona più.

Il filo invisibile che collega tutta la piccola cerchia di persone che circondano la nostra quotidianità, tra famiglia e amici, è una connessione intima e indissolubile, non è dettata dal sangue o dal DNA, ma dal legame umano che le circostanze e il tempo ci portano a costruire. Questa è la conclusione semplice ma per nulla scontata del film di Puccioni, che arriverà in sala il 21, 22 e 23 febbraio e dal 4 marzo su Netflix.

Il film sui vampiri di Ryan Coogler con Michael B. Jordan uscirà nel 2025

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Ryan Coogler e Michael B. Jordan hanno collaborato a numerosi progetti, tra cui i film delle serie Black Panther e Creed. La loro prossima collaborazione, tuttavia, sarà un “film evento” IMAX ancora senza titolo per la Warner Bros. che avrà come protagonista Jordan e che il pubblico potrà scoprire l’anno prossimo, dato che la Warners ha fissato la data di uscita del progetto al 7 marzo 2025, secondo quanto riportato da Deadline, con le riprese che dovrebbero avere inizio ad aprile a New Orleans. I dettagli sul film sono ancora scarsi, ma si prevede che sarà molto diverso dai precedenti progetti di Coogler e Jordan.

Sebbene la Warner Bros. non abbia confermato alcun punto della trama, un rapporto di Puck dell’inizio dell’anno ha affermato che il film avrà come protagonista Jordan nei panni di una coppia di vampiri succhiasangue. Puck ha aggiunto che si ipotizza che il film sia ambientato nel Sud americano negli anni ’30, con l’era Jim Crow che avrebbe avuto un ruolo importante. Jordan dovrebbe dunque ricoprire più ruoli all’interno del film, che dovrebbe dunque avere anche un’ambientazione fissata nel passato. Coogler produrrà anche il film con la sua Proximity Media insieme a Zinzi Coogler e Sev Ohanian.

LEGGI ANCHE: Il nuovo film di Ryan Coogler con Michael B. Jordan trarrà ispirazione dagli Anime

Ryan Coogler e Michael B. Jordan insieme per la quinta volta

Come già riportato, questo film segnerà la quinta collaborazione tra Jordan e Ryan Coogler. Dopo il film indipendente Prossima fermata: Fruitvale Station e lo sportivo Creed – Nato per combattere, spin-off della serie di Rockyi due hanno lavorato ai blockbuster Black Panther Black Panther: Wakanda Forever. Dopo queste due esperienze, sembra ora che i due siano pronti per qualcosa di completamente diverso, che potrebbe portarli in territori nuovi e inesplorati all’interno delle rispettive carriere. Si attendono dunque maggiori notizie.

Il film sugli Oasis verrà girato durante il tour di reunion del duo dal creatore di Peaky Blinders

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Gli Oasis ha annunciato che verrà prodotto un film nel corso del tour di reunion quest’anno, un progetto creato e prodotto da Steven Knight (“Peaky Blinders“, “Locke“) e diretto da Dylan Southern e Will Lovelace (“Meet Me in the Bathroom“).

Non sono state fornite informazioni sulla natura del film, ma il fatto che Southern e Lovelace abbiano diretto un documentario/film concerto per LCD Soundsystem, “Shut Up and Play the Hits“, potrebbe indicare un formato ibrido simile per il film sugli Oasis.

Il progetto sugli Oasis sarà prodotto da Magna Studios, con Sam Bridger e Guy Heeley come produttori e Marisa Clifford e Kate Shepherd come produttori esecutivi. Sarà distribuito da Sony Music Vision, con Krista Wegener di Sony Music Vision a capo delle vendite globali.

Peaky Blinders: ecco tutto quello che sappiamo sul seguito di Netflix

Non è stata fissata una data di uscita per il film e non ci saranno ulteriori informazioni sulla sua uscita per l’immediato futuro. Oltre a produrre e creare “Peaky Blinders“, Knight ha anche scritto il recente film biografico su Maria Callas “Maria” con Angelina Jolie, “Eastern Promises” di David Cronenberg e “Dirty Pretty Things” di Stephen Frears e ha prodotto, diretto e scritto “Locke”, con Tom Hardy.

Il tour degli Oasis inizierà il 4 luglio a Cardiff e dovrebbe durare fino a novembre.

Il film su Assassin’s Creed ha uno sceneggiatore

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Il film su Assassin’s Creed ha uno sceneggiatore

A tutti gli appassionati delle avventure di Altair, Ezio e del nuovo arrivato Connor la notizia piacerà senz’altro. Stiamo parlando del famosissimo gioco della Ubisoft, Assassin’s Creed e della sua trasposizione cinematografica.

La scorsa estate l’attore Michael Fassbender si è associato al progetto come protagonista e produttore. Adesso la Ubisoft, in partnership con la New Regency e la 20th Century Fox, ha stabilito delle scadene per portare avanti il progetto. Entro l’estate 2013 si dovrebbe quindi avere un nome per la regia e una sceneggiatura. A questo scopo è stato assunto Michael Lesslie, che avrà sulle spalle tantissime aspettative, non solo da parte della produzione ma soprattutto da parte dei fan, che non tollererebbero uno scempio di un tale gioiello di home entertainment.

La storia ruote intorno a Desmond (Fassbender) che scopre di essere il discendente degli Assassini quando viene rapito da una società segreta che a sua volta discende dai Cavalieri Templari. Fonte: WP

Il film su 50 sfumature di grigio uscirà nel 2014

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Il film su 50 sfumature di grigio uscirà nel 2014

50-sfumature-di-grigioArriva finalmente la conferma dalla Universal che l’adattamento atteso di 50 sfumature di grigio uscirà nel 2014. L’annuncio arriva dal presidente in persona Adam Fogelson,

Il film su 24 non si farà

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Il film su 24 non si farà

24: season seven logo.A gennaio 2012 Kiefer Sutherland rivelò che le riprese di 24: The Movie sarebbero cominciate ad aprile 2012. Questo non è avvenuto, prevalentemente perchè

Il film più atteso del 2025 di Fandango non è quello che ti aspetti

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Il 2025 si preannuncia come un anno eccezionale per gli amanti del cinema e, grazie al sondaggio di Fandango sui film più attesi, ora sappiamo cosa c’è in cima alla lista dei film da vedere e, se vogliamo essere onesti, siamo un po’ sorpresi dalla scelta del numero uno. Il gigante della biglietteria online ha intervistato oltre 9.000 spettatori e quest’anno i fan dei film in franchising sono in gran spolvero. Da Captain America: Brave New World della Marvel al canto del cigno di Tom Cruise in Mission: Impossible – The Final Reckoning, c’è un’abbondanza di esplosioni, di spacconate e di azione da blockbuster per tutti i gusti.

E se i numeri del sondaggio sono un indizio, le persone sono pronte a entrare nelle sale. Quasi l’89% degli appassionati ha dichiarato di voler vedere più film nel 2025 rispetto all’anno scorso, con il 53% che prevede di vedere almeno sei film sul grande schermo, mentre il 79% degli intervistati ritiene che niente sia meglio dell’esperienza in sala e il 60% ha intenzione di optare per formati premium come IMAX o Dolby Cinema per godere appieno dello spettacolo. Shawn Robbins, direttore delle analisi di Fandango, ha rilasciato una dichiarazione di accompagnamento:

“Il 2024 è stato un anno forte sia per gli spettatori che per le sale cinematografiche, con sequel, prequel e nuovi franchise originali che hanno unito il pubblico di tutte le età per vivere storie brillanti sul grande schermo. Il 2025 si preannuncia un anno impressionante, con molti film originali e collaudati franchise in arrivo nelle sale”.

Quali sono i film più attesi del 2025?

https://youtu.be/bbOIm1GfrKQ

In cima alla lista dei più attesi c’è Captain America: Brave New World, la prima uscita da solista di Anthony Mackie nei panni del Capitan America di Sam Wilson. Tom Cruise si prepara per la sua ultima missione in Mission: Impossible – The Final Reckoning, mentre Jurassic World Rebirth rilancia l’azione dei dinosauri con un altro tentativo, questa volta coinvolgendo Scarlett Johansson.

I fan attendono anche From the World of John Wick: Ballerina, uno spinoff guidato da Ana de Armas, e Marvel’s The Fantastic Four: First Steps, che introduce l’iconica squadra nel MCU con Pedro Pascal nel ruolo di protagonista. Se si aggiungono il prossimo capitolo di James Cameron, Avatar: Fuoco e cenere, e l’attesissimo 28 anni dopo, è chiaro che il 2025 è ricco di film di grande richiamo.

L’elenco completo dei film più attesi da Fandango nel 2025

  • Capitan America: Brave New World
  • Mission: Impossible – La resa dei conti
  • Jurassic World Rebirth
  • From The World of John Wick: Ballerina
  • The Fantastic Four: First Steps
  • Avatar: Fuoco e cenere
  • Wicked Parte Due
  • The Accountant 2
  • Superman
  • 28 anni dopo

Ecco chi gli spettatori sono più ansiosi di vedere nel 2025:

  • Scarlett Johansson i Jurassic World Rebirth
  • Pedro Pascal in The Fantastic Four: First Steps
  • Ana de Armas in From The World of John Wick: Ballerina
  • Brad Pitt in F1
  • Nicholas Hoult in Superman

Il sondaggio di Fandango ha anche classificato i film più attesi per genere, e diciamo che ce n’è per tutti i gusti:

Azione/Avventura

  • Capitan America: Brave New World
  • Mission: Impossible – La resa dei conti
  • Jurassic World Rebirth
  • From The World of John Wick: Ballerina
  • I Fantastici Quattro: Primi passi

Film per famiglie

  • Wicked Parte Due
  • Zootopia 2
  • Dragon Trainer
  • Biancaneve
  • Lilo & Stitch

Horror/Thriller

  • 28 anni dopo
  • Wolf Men
  • The Untitled Conjuring Finale
  • M3GAN 2.0
  • The Black Phone 2

Qual è il film che non vedete l’ora di vedere nel 2025?

Il film in live-action per Capitan Planet

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Il film in live-action per Capitan Planet

Chi ricorda la serie animata di Capitan Planet e i Planeteers? Si tratta di una serie in onda su RaiUno e RaiDue negli anni ’90 a tema ambientalista.

Il film evento di Steven Spielberg spostato a giugno 2026

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Il film evento di Steven Spielberg spostato a giugno 2026

Come riportato da Deadline, il prossimo film evento di Steven Spielberg con la Universal non arriverà più al cinema il 15 maggio 2026, bensì il 12 giugno dello stesso anno, occupando uno slot precedentemente occupato dal prossimo film senza titolo del duo premio Oscar I Daniels (Everything Everywhere All at Once). Il film, la cui trama è ancora sotto chiave e che si dice parli di UFO, si trova ora in una posizione migliore nel calendario, condividendo il fine settimana con il reboot di Scary Movie e sulla scia di Masters of the Universe degli Amazon MGM Studios e precedendo di una settimana Toy Story 5 della Disney/Pixar.

Nel complesso, si tratta quindi di una finestra meno competitiva per il pubblico del film. Nella data precedente, il film diretto da Spielberg e scritto da David Koepp sarebbe stato affiancato dal nuovo Avengers: Doomsday due settimane prima e The Mandalorian & Grogu appartenente al franchise di Star Wars, una settimana dopo. Uscendo il 12 giugno, il nuovo film di Spielberg potrà invece avere il giusto spazio per una promozione che gli permetta di avere quanta più attenzione possibile. A questo punto non resta che attendere maggiori informazioni su questo misterioso progetto.

Cosa sappiamo sul nuovo film di Steven Spielberg

Il prossimo film, attualmente senza titolo, segna il ritorno di Spielberg al genere fantascientifico insieme allo sceneggiatore e collaboratore di lunga data David Koepp. Il film dovrebbe richiamare i precedenti film di Spielberg, che ricordano Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Ancora senza titolo, il film dovrebbe inoltre essere interpretato da Emily Blunt, Josh O’Connor, Colman Domingo, Colin Firth, Wyatt Russell e Eve Hewson. Al momento, però, non è noto quali ruoli questi attori ricopriranno nel film.

In particolare, Spielberg non realizza un blockbuster di fantascienza molto apprezzato da tempo. Il suo ultimo sforzo nel genere è stato Ready Player One nel 2018, che ha ricevuto reazioni contrastanti. Prima di allora, La guerra dei mondi del 2005 è stata la sua ultima uscita fantascientifica di rilievo. Tuttavia, il curriculum di Spielberg nel genere è leggendario, con film come Minority Report e classici già citati Incontri ravvicinati del terzo tipo ed E.T. Mentre l’acclamato The Fabelmans si allontanava dai soliti blockbuster del regista, l‘imminente progetto fantascientifico di Spielberg segna il suo ritorno alla cinematografia su larga scala e ad alto tasso di spettacolo.

Il film di Baz Luhrmann su Giovanna d’Arco è in lavorazione da 30 anni: “Aspettavo il momento giusto”

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Il prossimo film di Baz Luhrmannn su Giovanna d’Arco è in lavorazione da decenni. “È una cosa di cui parla da 30 anni”, ha detto la moglie e partner creativo Catherine Martin sabato al LACMA Art+Film Gala, dove Luhrmann è stato premiato insieme alla scultrice Simone Leigh.

L’adolescente Giovanna d’Arco divenne un’eroina dopo aver condotto l’esercito francese alla vittoria a Orléans nel 1429, prima di essere bruciata sul rogo nel 1431. La Warner Bros. ha confermato a settembre che Luhrmann si sarebbe occupato dell’epica storia dell’eroina nazionale e santa francese Giovanna d’Arco.

Il film è basato su “Rosso sangue, sorella rosa”, il romanzo del 1974 su Giovanna d’Arco dell’autore di “Schindler’s List” Thomas Keneally.

Ho quasi fatto Alessandro Magno e poi, a un certo punto, stavo seguendo la strada di Napoleone, ma più che mai mi sono reso conto che stavo aspettando il momento giusto per raccontare questa storia e l’idea di questa storia di adolescenza per eccellenza ambientata in una guerra di 100 anni”, ha detto Luhrmann. “È una ragazza che viene da una piccola città e riesce a dire a questo re venticinquenne: ‘Riusciremo a unire il Paese e tu sarai il re’. È un’ispirazione, un’elevazione. È come se la generazione attuale dovesse fare quello che ha fatto quella che ci ha preceduto, cioè fare spazio, sollevare le nuove voci e la nuova energia e fare in modo che siano presenti per sfondare questo mondo ossificato”.

Il ruolo del protagonista non è ancora stato scelto. “Come Elvis, faccio il mio processo”, ha spiegato Luhrmann a Variety. “È lo stesso in cui non ho pregiudizi, identifico tutti i possibili talenti e faccio il lavoro. È un processo di esplorazione. È quello che sto facendo adesso”.

La Martin ha detto di aver preparato il progetto del film visitando luoghi significativi della Francia legati a Giovanna d’Arco, tra cui il suo luogo di nascita, Domrémy. “È affascinante perché tutti parlano di lei come di una pastorella, ma in realtà suo padre era il capo della città e avevano l’unica casa in pietra”, ha detto. “Quindi c’era un certo grado di raffinatezza in quella casa. Penso che sia un argomento affascinante, soprattutto in un periodo in cui la gioventù si sente molto esclusa. Penso che Joan si sentisse allo stesso modo. E avendo una figlia adolescente, mi rendo conto che quando le ragazze adolescenti si mettono in testa di fare qualcosa, possono cambiare il mondo”.

La storia di Giovanna d’Arco è stata raccontata molte volte al cinema e in televisione, anche nel film di Luc BessonThe Messenger: The Story of Joan of Arc” di Luc Besson, con Milla Jovovich. “Jeanne”, un film drammatico francese diretto da Bruno Dumont e interpretato da Lise Leplat Prudhomme, è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes nel 2019.

Foto di copertina: Baz Luhrmann arriva al 13° Annual LACMA Art + Film Gala 2024 – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com

Il figlio di Philip Seymour Hoffman protagonista del nuovo film di Paul Thomas Anderson

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È THR a rivelare che il protagonista del nuovo film di Paul Thomas Anderson sarà Cooper Hoffman, nientemeno che il figlio di Philip Seymour Hoffman, collaboratore e amico del regista, scomparso prematuramente nel 2014.

Per molto tempo non si è saputo niente del film se non che era ambientato negli anni ’70 e raccontava di un giovane protagonista, uno studente delle superiori che è anche un attore bambino di successo. Ora sappiamo che il figlio diciassettenne dell’attore vincitore dell’Oscar è stato scelto per questo ruolo.

Recentemente è stato rivelato che anche Benny Safdie, uno dei fratelli Safdie, che ha intervistato Anderson lo scorso anno in un ampio podcast, si era unito al film. THR aggiunge anche ulteriori dettagli, incluso il fatto che il film senza titolo è fondamentalmente una storia di formazione, ma coinvolgerà più trame, il che dà credito al paragone con Altman.

THR dice che il personaggio di Cooper Hoffman, che sarà comunque il protagonista, apparirà in più storie, proprio come accade in Magnolia, ma con un personaggio più centrale rispetto agli altri. Alana Haim della band pop di Los Angeles Haim – Anderson ha girato molti dei loro video musicali – è stata recentemente avvistata sul set del film.

Philip Seymour Hoffman è apparso in cinque dei film di Anderson, tra cui Hard Eight, Boogie Nights, Ubriaco d’amore, The Master e Magnolia.

Fonte

Il figlio di Babbo Natale: recensione del film

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Il figlio di Babbo Natale: recensione del film

Arriva anche in Italia Il figlio di Babbo Natale, film d’animazione della Sony, ormai consolidatasi nel campo dell’animazione CGI dopo i successi di Piovono polpette e l’ultimo I Puffi. Questa volta la divisione animation del colosso giapponese si confronta con l’evento più atteso dai bambini di tutto il mondo: il Natale, e lo fa con un’operazione riuscitissima su tutta la linea.

La storia di Il figlio di Babbo Natale ruota intorno ad un punto di partenza decisamente vincente ovvero la divertente rappresentazione del polo nord, un harem supertecnologico che ha ormai abbandonato slittino e biscotti.

Alla domanda “Come può Babbo Natale fare il giro del mondo in una sola notte?”, la risposta è presto data: si tratta di un’operazione tecnologicamente avanzata con un esercito di un milione di elfi (in versione Ethan Hunt) a prestare servizio, un’enorme slitta supersonica (alla Star Trek) e un vasto centro di controllo sotto i ghiacci del Polo, sotto la ferrea guida del primogenito della famiglia, ovvero il figlio maggiore di Babbo Natale. Tuttavia, nonostante la tecnologia sia avanzatissima, l’errore è dietro l’angolo, e a porre rimedio all’irrimediabile ci penserà il secondogenito di Babbo Natale: Arthur, un giovane un po’ ingenuo ma unico portatore della vera magia del Natale.

Sorretto da una brillante ed esilarante scrittura, Il figlio di Babbo Natale decolla sin dalle prime battute regalando momenti di puro divertimento e altrettanti attimi di commozione che piaceranno sia ai più giovani e agli adulti. L’asso nella manica della pellicola è proprio questo: voler raccontare una storia universalmente adatta ad un pubblico esteso, senza limiti di età e barriere, con il piglio giusto di chi si serve delle immagini per regalare e comunicare il vero senso e la magia del Natale, dimostrandosi all’altezza del compito. Il tutto assecondato da un ritmo vertiginoso e da una splendida composizione d’immagini e colori. Forse unico neo, il poco utilizzo del 3D in tutta la prima parte ma fortunatamente protagonista assoluto nella seconda parte di Il figlio di Babbo Natale.

Il Figlio di Babbo Natale – intervista al cast

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Dal 23 dicembre al cinema. In 3D. Come può Babbo Natale fare il giro del mondo in una sola notte? La risposta è un’operazione tecnologicamente avanzata al Polo Nord con un esercito di un milione di elfi in campo, un’enorme slitta supersonica e un vasto centro di controllo sotto i ghiacci del Polo.

Il Figlio dell’Altra: recensione del film Lorraine Lévy

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Il Figlio dell’Altra: recensione del film Lorraine Lévy

In Lorraine Lévy durante la visita di leva per il servizio militare, che in Israele inizia a 18 anni e dura 3 anni, Joseph scopre di non essere figlio biologico dei suoi due genitori, è stato scambiato con un altro bambino, nato da una donna palestinese che partoriva nello stesso ospedale. L’errore fu commesso nell’evacuazione dell’ospedale per un bombardamento. Le due famiglie si troveranno così ad affrontare questioni di divisioni e saranno costrette a valutare ed avere esperienza della vita di quello che prima era semplicemente l’altro popolo nella terra mediorientale.

Lo scambio di persona, l’equivoco, è il motore di molte storie cinematografiche: da Hitchcock ad Antonioni, ci si scambia l’identità, volontariamente o meno, per curiosità o perché qualcuno ci vuole mettere alla prova.

Questo è il caso dei due protagonisti, Yacine e Joseph, ragazzi cresciuti in posti vicini ma mai così diversi come sono Israele e Palestina, divisi da un muro ma da anni di odio e tensione. Tutti e due vivono la contraddizione di questo territorio mediorientale sulla propria pelle; di punto in bianco non sono più quello che sapevano di essere, e devono ricostruire la loro identità. Sperimentano anche le assurdità ideologiche della religione, per la quale, anche se sei stato circonciso e hai seguito i dettami della Torah per una vita, se non sei ebreo di sangue, non lo sei e basta.

Gioca sul filo del giudizio, la regista Lorraine Lévy, senza sbilanciarsi mai in una posizione pro o contro la situazione palestinese, ma è molto brava nell’evidenziarne l’assurdità generica e radicata, soprattutto nelle vecchie generazioni.

Per rimanere su questo equilibrio, lei, ebrea non israeliana, ha consultato due intellettuali importanti delle due culture rappresentate: Yasmina Khadra, intellettuale arabo e Amos Oz scrittore e pacifista israeliano. Grazie alla consulenza soprattutto del primo, la regista è riuscita a rendere il film un’opera in equilibrio tra le due parti, anche se, inevitabilmente, alcune assurdità emergono ad ogni modo.

Si tratta di una coproduzione israelo-francese, che ha dalla sua la bellezza di essere multilingue, la difficoltà di interagire passa anche per la lingua e così dal francese si passa all’ebraico e all’inglese, fino all’arabo e alla gestualità, quando proprio non c’è altro modo di farsi capire.

La questione israelo-palestinese è complicata, ma ciò che il film lascia è quella che è la sensazione comune anche di chi visita quei territori: l’impossibilità almeno apparente di un dialogo, che è ben rappresentato dal contrasto che si viene a creare tra due dei genitori, ognuno dei quali ha le sue ragioni per sentirsi dalla parte giusta della lotta. Stato d’animo che però non porta da nessuna parte.

Un po’ di speranza viene riposta nelle nuove generazioni, aperte all’altro e anche a capire quello che succede aldilà dei propri confini, e in questo caso, proprio a pochi chilometri da casa propria.

Il Festival di Torino compie 40 anni: prime anticipazioni dell’edizione

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Martedì 22 marzo, nel corso di un incontro con la stampa presso Casa Argentina en Roma, il Direttore del Torino Film Festival Steve Della Casa insieme a Enzo Ghigo e a Domenico De Gaetano – rispettivamente Presidente Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino – ha annunciato le linee guida che caratterizzeranno la 40ma edizione.

Voglio innanzitutto ringraziare il mio predecessore, Stefano Francia di Celle e tutta la sua squadra, per lo straordinario lavoro svolto in questi due anni così difficili e il Museo Nazionale del Cinema per la fiducia accordatami – ha dichiarato Steve Della CasaFin da subito la sintonia con il presidente Enzo Ghigo e il direttore Domenico De Gaetano, è stata totale, così come con i vertici della Film Commission Torino Piemonte, nella comune consapevolezza dell’importanza di consolidare ulteriormente la collaborazione e la sinergia tra gli enti del sistema cinema torinese, in ambito artistico così come in ambito industriale. In questo campo stiamo preparando con Gaetano Renda un convegno internazionale sul rapporto tra cinema e sala. La 40ma edizione del Torino Film Festival dovrà essere all’insegna del rinnovamento ma nel solco della tradizione, ritrovare quella vitalità identitaria che per forza di cose nei due anni di pandemia si è persa, tornando a coniugare sperimentazione, cinema popolare e di genere.”

“Gli ultimi due anni del Torino Film Festival sono stati fortemente condizionati dalla pandemia – sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema – e questa sarà la prima vera edizione del post-Covid. Per il Museo Nazionale del Cinema, che organizza anche i festival Lovers e CinemAmbiente oltre al TorinoFilmLab, il TFF è una grande vetrina con risonanza nazionale e internazionale, e ancor di più lo sarà quest’anno con l’edizione speciale per il quarantennale. Siamo certi che i contenuti e le proposte artistiche ideate da Steve Della Casa coinvolgeranno la città in una bellissima festa, in linea con i grandi eventi che vedranno Torino protagonista nel 2022”.

E nella direzione indicata da Steve Della Casa va la scelta di dedicare all’attore Malcolm McDowell un omaggio a riconoscimento del suo straordinario apporto al cinema d’autore, al cinema popolare e alle serie tv, e nello spirito delle grandi retrospettive che hanno caratterizzato il Torino Film Festival negli anni.

L’attore sarà ospite del TFF e protagonista di una masterclass condotta da David Grieco, regista di Evilenko, uno dei sei titoli – insieme a Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e Caligola di Tinto Brass – che lo stesso McDowell ha scelto come più esemplificativi della sua carriera.

Il 40° TFF sarà un festival più snello. Il programma comprenderà 4 sezioni competitive – Concorso internazionale lungometraggiConcorso documentari internazionali, Concorso documentari ItalianiConcorso cortometraggi italiani -, un Fuori Concorso dedicato alla produzione più interessante dell’anno in corso e alcuni Programmi Speciali.

Tra i Programmi Speciali, sempre nello spirito e nella tradizione del festival, sarà dedicata al western una mini retrospettiva. Saranno proposti 6 titoli, scelti in una rosa di 20, diretti o interpretati da registi e attori cult e presentati in sala da cinefili e studiosi del genere, tra i quali Francesco Ballo e Marco Giusti.  “Questi film caratterizzeranno il TFF per quello che deve tornare ad essere, cioè il luogo geometrico (anche) della cinefilia più estrema” dichiara Steve Della Casa.

Per festeggiare degnamente i 40 anni del Torino Film Festival, inoltre, la serata di apertura – sorprendente e pop al tempo stesso – si terrà al Teatro Regio e sarà trasmessa in diretta.

Ad affiancare il Direttore ci sarà un nuovo Comitato di selezione composto da Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio e Caterina Taricano. Consulenti alla direzione artistica saranno Luca Beatrice, Claudia Bedogni, David Grieco, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e Luciano Sovena.

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