Il Favoloso Mondo di Amélie è il film di
successo del 2001 diretto da e con protagonisti nel cast
Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz e Johnny
Depp.
Anno: 2001
Regia:
Jean-Pierre Jeunet
Cast:
Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Rufus, Lorella Cravotta,
Serge Merlin, Jamel Debbouze, Clotilde Mollet, Claire Maurier,
Isabelle Nanty, Dominique Pinon, Artus de Penguern, Yolande Moreau,
Urbain Cancelier, Maurice Bénichou, Valerie Zarrouk, Michel Robin,
Flora Guiet, Amaury Babault, André Dussolier.
Trama: Amélie ha
avuto un’infanzia particolare. Traumatizzata dalla morte della
madre e la freddezza del padre cresce solitaria. Una volta adulta è
completamente indipendente e ha trovato un lavoro al Café des 2
Mulins. Vive in un mondo immaginario, tutto suo, ma arriverà Nino
che le farà rendere conto di voler abbandonare la finzione per
vivere nella realtà.
Il Favoloso Mondo di Amélie, romanticismo
francesce
Analisi: Il mondo
di Amélie è un universo a sé stante, ma allo stesso tempo
plausibilmente reale. Per quanto i personaggi risultino strambi, i
luoghi del film, dal Café des 2 Mulins alle stazioni
Parigi, li collocano in una dimensione a noi vicina. Protagonista è
Amélie (Audrey
Tautou), l’eroina delle persone bizzarre che le
difende dalla mediocrità dominante. Sin da piccola ha avuto a che
fare con tali persone, primi fra tutti i suoi genitori, che le
davano particolari attenzioni: l’unico contatto fisico con il padre
dottore era lo stetoscopio durante le visite mediche, mentre la
madre maestra era affetta da preoccupanti tic.
Forse sono stati proprio loro la
causa che le ha permesso di costruire il favoloso mondo di
Amélie. Arriva il tempo di crescere, di abbandonare
l’immaginazione e magari riuscire a conquistare Nino
(Mathieu Kassovitz), senza nascondersi dietro
infantili cacce al tesoro. Con i suoi occhioni Amélie scruta il
mondo con ingenuità, gioca con le passioni umane, veste i panni
della paladina mascherata, ma con il passare del tempo sarà
costretta a uscire allo scoperto e vivere nel mondo reale.
Un film unico e originale
I personaggi che la
circondano non sono mai sempliciotti, anche da loro possono venire
lezioni di vita. C’è l’uomo di vetro (Serge
Merlin), un vecchio solitario che sta chiuso in casa a
dipingere La colazione dei canottieri di Renoir e si
chiede come rendere al meglio l’espressione di una ragazza del
quadro; potrà scoprirlo solo attraverso gli attimi di vita
appositamente registrati da Amélie su videocassette. In realtà i
due personaggi sono pressoché speculari, tanto che l’anziano
aiuterà la ragazza a farle capire il comune sbaglio. La pellicola è
una fiaba per adulti, composta da una sceneggiatura credibile di
Guillaume Laurant che starebbe bene anche in un film d’animazione.
In due ore lo spettatore viene continuamente stupito dalla storia,
senza mai stancarsene.
L’immaginazione
visionaria del regista Jean – Pierre Jenuet, si
colloca bene all’interno del film rendendolo unico e originale,
sebbene ci siano alcune citazioni che lo colleghino ad altre opere
e registi, in particolare a François Truffaut. Il carattere
immaginifico della pellicola non deve far pensare a un film per
bambini, ma può essere visto come la straordinaria capacità di
semplificare la natura umana e ciò che la regola, una sorta di
riassunto della psicanalisi freudiana. Ognuno di noi ha fissazioni
e nevrosi inconsce e, per questo, segrete che ci fanno capire
quanto queste possano collocarsi sul sottile confine tra ragione e
follia.
Il filone cinematografico ripreso
da Jenuet è quello di Forrest Gump o,
almeno, la morale è la stessa: il folle è spesso il più semplice e
ragionevole, anche tra quelli che paradossalmente sono convinti di
essere “sani”.
Al contrario di
Forrest
Gump, Il favoloso mondo di Amélie ha ottenuto le
nomination per miglior film straniero, migliore sceneggiatura
originale, migliore fotografia, migliore scenografia, miglior
sonoro, ma non ne ha vinto nessuno. In compenso rimane un film da
non perdere e di cui difficilmente rimanere delusi.
Il fascino discreto della
borghesia è un film del 1972 diretto da Luis
Buñuel con protagonisti Fernando Rey, Paul
Frankeur, Delphine Seyrig, Milena Vukotic, Michel Piccoli, Bulle
Ogier, Julien Bertheau, Stéphane Audran e Jean-Pierre
Cassel.
Pedagogia o esorcismo? Delirio
onirico o realtà? Cinismo o oggettività? Sembrerà forse bizzarro
analizzare il cinema inquieto di Luis Buñuel, ponendo quesiti di
questo calibro. Il film in questione, già nel titolo ingannevole
Il fascino discreto della borghesia, ci illumina
parodiando delle risposte.
Il soggetto della
trentesima pellicola del regista spagnolo, è appunto la borghesia,
i cui rappresentanti appaiono come un unico manichino tragico,
composto da corpi convenzionali che imprigionano anime perverse:
Don Rafael, (Fernando Rey), l’ambasciatore dell’irreale repubblica
di Miranda, i suoi compari Thévenot (Paul Frankeur) e Sénéchal
(Jean-Pierre Cassel), accompagnati dalla signora Thévenot (Delphine
Seyrig), concubina segreta di Don Rafael, dalla signora Sénéchal
(Stéphane Audran), dalla bella Florence (Bulle Ogier), vassalla dei
signori Thévenot, ed infine dal vescovo (Julien Bertheau), futuro
giardiniere di casa Sénéchal.
I tre bontemponi, invischiati in un
traffico illecito di droga, costantemente in guardia senza mai
spalleggiarsi, vagano perduti in nastri di celluloide, rincorrendo
il desiderio di poter consumare un pasto in comunione. Durante
tutta la pellicola, immagini fallaci danzano intorno alla realtà in
veste di macabri incubi, dove le paure più profonde della classe
borghese fagocitano il suo fascino discreto, rendendola schiava del
proprio subconscio.
Il regista del
Perro andaluso, gioiello del cinema surrealista, catapulta
il suo pubblico in un allucinogeno terzo girone dantesco, quello
dei golosi, la cui punizione consiste nel tenere celate le più
oscure ambizioni e i più bassi desideri, alla ricerca di un
equilibrio fittizio.
L’armonia bramata, raggiungibile
attraverso la condivisione del cibo, è soltanto sfiorata durante
incredibili viaggi onirici che mai si realizzano. I sogni infatti
sollecitano la fantasia dei personaggi con violenza, tirando
lentamente fuori gli istinti animaleschi, sintomi di un inguaribile
frustrazione.
Il fascino discreto della
borghesia, il film
Il burattinaio Buñuel, maneggiando
con maestria i fili della trama senza farli intrecciare, riesce a
delineare le anamnesi dei personaggi, scelti per mettere in scena
una grottesca commedia. In questo contesto, la sceneggiatura sembra
parafrasare l’interpretazione dei sogni di Freud, dove la cupidigia, l’intolleranza e
l’insoddisfazione appaiono nel sonno come fantasmi di un vissuto
irrisolto.
Ciò che più colpisce è forse la
capacità del regista di non creare delle aspettative: l’intreccio
sospeso e convulso, la fruizione voyeuristica, e il ritmo stonato
che caratterizzano il film, rendono impossibile allo spettatore sia
di immedesimarsi nei personaggi, sia di sperare nella loro catarsi.
Per questo forse la pedagogia Buñueliana viene scambiata per puro
cinismo. In realtà ciò che Buñuel vuole lasciar intendere è che la
solitudine dei personaggi, di fatto respinta, è in realtà
profondamente voluta, rappresentando il vero traguardo.
Nella loro individualità infatti
ogni cosa è permessa, ogni azione è priva di vincoli morali, e il
patto hobbesiano della civile convivenza viene sacrificato in nome
dell’autoaffermazione. Eppure l’emancipazione sociale ed economica
dei personaggi sembrerebbe delineare una condizione ideale, che
invece viene smentita dalle loro continue ossessioni. Ciò che
vivono è un buffo paradosso: intenti a mantenere il fascino
discreto, combattono contro i loro istinti primitivi, tenendo
separati i due scomparti esistenziali grazie all’ipocrisia. Il
quadro che scarica il peso sul chiodo della coscienza, è però
troppo fragile per sostenere l’insostenibile…
Il Faraone, il Selvaggio e
la Principessa, nuovo film d’animazione del regista,
sceneggiatore e animatore francese Michel Ocelot
(Dilili
a Parigi), sta per arrivare nelle nostre sale.
Presentato in occasione della 46esima edizione del Festival
internazionale del film d’animazione di Annecy il 14 giugno 2022 e
distribuito in Francia a partire dal 19 ottobre 2022, la pellicola
sarà rilasciata in Italia il prossimo 14 dicembre.
Prodotto, almeno in parte, con il
contributo del Museo del Louvre e proiettato alla 17esima Festa del Cinema
di Roma nella sezione Alice nella Città, il film giunge dunque
nei cinema nostrani con circa dodici mesi di ritardo. E riporta su
grande schermo le avventure animate di un cineasta che, nel corso
degli ultimi 25 anni, ha saputo dare vita a un inconfondibile stile
grafico e narrativo da mille e una notte.
Il Faraone, il Selvaggio e la
Principessa: la trama
A seguito del racconto quasi
“decameroniano” di Principi e Principesse e della
(per ora) trilogia dedicata alle vicende di Kirikù, conclusasi
ormai dieci anni fa, Ocelot torna a frammentare il
proprio minutaggio; e affida a una stravagante narratrice, a
colloquio con il proprio pubblico, tre fiabe dal consueto sapore
esotico. Un viaggio attraverso i secoli guidato dalle forze di
amore, destino e desiderio.
Nella terra di Kush, regno del Sudan
di 3000 anni fa, il giovane Re Tanwekamani è innamorato della
principessa Nasalsa, ma la madre di lei, la regina, ritiene che il
solo faraone sia degno di chiederne la mano. Tanwekamani decide
allora di risalire il Nilo e conquistare l’Egitto. Un’impresa che
esige forza e saggezza; qualità necessarie per tornare in patria
trionfante.
Un castello nell’Alvernia medievale
è invece la cornice del secondo racconto, là dove il figlio di un
Signore, costantemente sgridato dal padre, decide un giorno di
rubare le chiavi del carceriere per liberare un prigioniero.
Condannato a morte per tradimento, ma risparmiato dai suoi
esecutori e abbandonato nel bosco, il ragazzo cresce lontano dal
castello. Fino a quando le scorribande del “Bel Selvaggio”,
divenuto eroe popolare leggendario, si intrecciano nuovamente con
gli affari di corte.
A fare da sfondo alla terza e ultima
storia è infine l’Oriente del XVIII secolo, terra d’incontro tra la
Principessa delle rose, dama bellissima e ambita, e il cosiddetto
Principe delle frittelle, costretto a fuggire dal proprio paese a
causa di un gruppo di assassini e divenuto venditore in una città
vicina sotto mentite spoglie. La bontà delle leccornie preparate
dal giovane fornisce ai due ragazzi l’occasione di condividere
alcuni momenti insieme, sebbene il sultano e le circostanze lottino
strenuamente per separarli.
Un grande libro di racconti
Visionare un lungometraggio di
Michel Ocelot equivale insomma, il più delle
volte, a immergersi in un grande libro di racconti; a perdersi nei
meandri favolistici di fiabe semplici, sovente slegate, unite però
da un fil rouge tematico nonché stilistico. Ragion per cui
Il Faraone, il Selvaggio e la Principessa assume
oggi, almeno in apparenza, le sembianze di una prosecuzione quasi
prestabilita dell’opera dell’autore; capitolo nuovo, e innocuamente
inserito, di una narrazione ormai settata e priva di sorprese.
Dopotutto queste tre nuove storie
del regista – ancora storie di principi e principesse – si
integrano perfettamente all’interno del percorso artistico
dell’animatore francese. Sono favole “moraleggianti” e
conciliatorie, pensate per un pubblico generalmente infantile;
fiabe della buonanotte che raccontano d’amore, di coraggio e
generosità; fiabe che pescano da stilemi riconoscibili e
ritornanti, provenienti da un sottobosco popolare che nei decenni
ha necessariamente ispirato differenti autori e case di produzione.
Fiabe che dunque, inevitabilmente, risentono di echi facilmente
individuabili, per lo più riconducibili a tradizioni culturali a
lungo tramandate e mescolatesi l’una con l’altra.
Resistenza stilizzata
Eppure, sospesa nei “silenzi” tra
una storia e la successiva, chirurgicamente dosata negli attimi di
respiro della narrazione, la cornice de Il Faraone, il
Selvaggio e la Principessa è forse il suo elemento più
significativo. Richiamo classicheggiante di una struttura tipica e
al contempo lettura estremamente lucida del presente audiovisivo
dominato dalla dimensione piattaforma; lì dove le più disparate
richieste degli spettatori sagomati nei primi istanti di pellicola
paiono poter configurare la narratrice come un ideale e
servizievole algoritmo, chiamato a soddisfare qualsiasi richiesta
del proprio pubblico.
E chissà che, a fronte di questo
variegato melting pot di input, la scelta di
Ocelot di distribuire i diversi spunti con ordine
senza assommarli in un unico confuso agglomerato dai mille
ingredienti, non sia allora da interpretare come un atto di
resistenza alla dittatura del tutto, subito e tutto insieme.
L’ennesimo silenzioso atto di forza di un regista che nell’epoca
della tecno-rivoluzione oppone ancora l’ombra stilizzata delle
proprie silhouette. Alla ricerca della meraviglia.
Michel Ocelot torna
a dedicarsi all’animazione quattro anni dopo il suo ultimo film,
Dililì a Parigi (2018), con Il
Faraone, il Selvaggio e la Principessa, presentato
nell’ambito di
Alice nella Città in occasione della Festa del Cinema
di Roma. Con questa sua ultima prova, il regista fa
ritorno allo stile narrativo che ha sempre prediletto: il segmento
breve, a cui ha dato forma tramite serie televisive e cortometraggi
solo in secondo luogo inglobati in lungometraggi diventati ormai
celebri, tra cui Principi e
Principesse (2000) e IRacconti della Notte (2011).
Il Faraone, il Selvaggio e la
Principessa: la trama
Ai tempi dell’Antico Egitto, un
giovane re diventa il primo faraone nero a meritare la mano della
sua amata. Nel Medioevo francese, un misterioso ragazzo selvaggio
ruba ai ricchi per dare ai poveri. Nella Turchia del XVIII secolo,
un principe che cucina meravigliose frittelle e la principessa
delle rose fuggono dal palazzo per vivere il loro amore.
Con questa nuova opera di Ocelot, ci
distacchiamo dalla sperimentazione di Kirikù e la
strega (1998), vero e proprio spartiacque nell’animazione
francese o Azur e Asmar (2006), per fare ritorno a
un progetto audiovisivo che vede nella suddivisione per racconti il
mezzo perfetto per unire la tradizione orale del racconto ai mezzi
di fruizione tipici della contemporaneità.
Non ci sono gli ormai iconici
proiezionisti, ma una narratrice-cantastorie che ravviva
l’atmosfera di un cantiere di lavoro catturando gli operai con
racconti esoterici, lontani nel tempo e nello spazio, parentesi
ludiche in cui rifugiarsi dalle fatiche di ogni giorno. Per
Ocelot, le storie sono soprattutto questo: il
ponte tra passato e presente, l’attimo di sperimentazione
inafferrabile in cui possiamo diventare chi vogliamo, vestirci con
gli abiti che più ci affascinano e confidare sempre nella giustizia
di un lieto fine.
Poca attualità ma un’immensa
bellezza visiva
Siamo di fronte a un’opera meno
ambiziosa di Didilì a Parigi, sicuramente più
convenzionale nel modo in cui si aggancia alla tradizione
stilistica del regista, ma non per questo meno interessante.
Laddove è possibile tracciare delle chiavi di lettura comuni tra i
tre segmenti narrativi, fulcri tematici archetipici delle fiabe e
della filmografia di Ocelot – la parabola di
riscatto, la perseveranza che conduce agli obiettivi, il bigottismo
genitoriale contrapposto all’intraprendenza giovanile – ogni storia
presentataci si differenzia per registro linguistico e linee di
disegno, adattandosi perfettamente all’atmosfera in cui è
inserita.
L’animazione 2D portata avanti con
orgoglio da Ocelot si rivela il mezzo perfetto per
sondare le potenzialità grafiche di ogni racconto; dalla
bidimensionalità quasi geroglifica de “Il faraone” si passa alle
tonalità cupe e alle architetture gotiche de “Il selvaggio”,
episodio ambientato nel medioevo, per culminare con le linee
arabeggianti de “La principessa”, un tripudio di colori e
scenografie dinamiche.
Il richiamo all’attualità, la
capacità di adattamento a un’universo animato che sta dando tanto
negli ultimi anni – è doveroso citare il Cartoon
Saloon di Tomm Moore, Paul
Young e Nora Twomey – ne Il Faraone,
il Selvaggio e la Principessa è forse più debole rispetto
ad altre opere di Ocelot. Sembra difficile trovare
una collocazione adatta a questa micro raccolta di racconti, quando
il mezzo animato è ormai diventato uno dei canali privilegiati per
la riscoperta della pluralità culturale di tantissime aree
geografiche, distanziandolo dall’attinenza fiabesca che gli è
sempre stata affibbiata e piegandolo a un’urgenza creativa che ha
indubbiamente a che fare con l’oggi.
Nonostante ciò, la qualità tecnica
del cinema di Ocelot rimane indubbia: Il
Faraone, il Selvaggio e la Principessa è uno spettacolo
per gli occhi e sfrutta ogni potenzialità circostanziale per
delineare al meglio uno scenario visivo e narrativo in cui la fiaba
vuole ancora, prepotentemente, esistere. In cui è ancora un veicolo
di comunicazione, non importa se tra lo ieri e l’oggi, se tra noi e
gli altri o se tra tradizioni culturali differenti, che trovano
nelle analogie caratteriali dei loro protagonisti il modo migliore
per garantirne l’ascolto.
Si allarga il cast del film tratto
dai racconti di Oscar Wilde, Il
fantasma di Canterville. Il film diretto da
Kim Burdon può contare ora su un cast davvero alla
portata delle migliori aspettative: si sono uniti a Hugh
Laurie (che tutti noi conosciamo per aver interpretato il
Dottor House) e a Stephen Fry
(Lo Hobbit: La desolazione di Smaug),
Imelda Staunton, Freddie
Highmore, Miranda Hart e Toby
Jones.
Il fantasma di
Canterville proporrà la storia di Sir Simon
de Canterville che ha infestato la sua amata dimora per
oltre trecento anni, spaventando chiunque abbia mai avuto
l’intraprendenza di abitarla. Il lungometraggio animato sarà girato
come un live-action ed è ora in fase di pre-produzione. Stiamo
parlando di un prodotto adatto a tutta la famiglia e, da quanto
trapela, sembra proprio che ci sarà da divertirsi!
Nel frattempo, qui di seguito, vi
proponiamo una prima locandina del film. Non ci resta che attendere
ulteriori notizie!
È in fase di sviluppo un film basato
sul popolare romanzo e musical Il Fantasma
dell’Opera, destinato a diventare un moderno thriller
psicologico. Il romanzo di Gaston Leroux, Le Fantome de L’Opera, ha
ispirato il famoso spettacolo di Broadway. È diventata un’opera
ampiamente conosciuta e amata, resa popolare dai suoi numeri
musicali spettacolari, personaggi memorabili e romanticismo
tragico. Si è trasformato in un film live action nel 2004 con
Emmy Rossum e Gerard Butler che
ha ottenuto due nomination all’Oscar.
Ora Deadline riporta che è in fase
di sviluppo un altro film basato sul libro. Questo nuovo film si
chiamerà Phantom e sarà una versione modernizzata
della storia ambientata nella scena musicale contemporanea di
Londra. Si dice che il film sarà un thriller psicologico allo
stesso modo di Black Swan e
Misery ed esplorerà la relazione romantica e
distruttiva originariamente rappresentata nel romanzo di Leroux.
Con questa versione della storia, l’obiettivo non è quello di
romanticizzare la relazione, ma di abbracciarne la suspense e
l’orrore.
Dopo le tante chiacchiere sulla nuova
versione di Star
Wars, uscita nel nuovo cofanetto completo, ecco arrivare le
interessanti opinioni di un fan sfegatato della serie: Christopher
Nolan.
Si sono concluse le
riprese de Il Falsario, il nuovo film
Netflix
prodotto da Cattleya, parte di ITV Studios, diretto da Stefano
Lodovichi e scritto da Sandro Petraglia, con un cast d’eccezione
che include Pietro Castellitto, Giulia Michelini,
Andrea Arcangeli, Pierluigi Gigante, Aurora Giovinazzo con
Edoardo Pesce e con Claudio Santamaria.
Roma, anni ’70. Quando
Toni arriva in città nel suo bagaglio ha soltanto il talento per la
pittura e il sogno di diventare un grande artista. Ma la sua fame
di vita, il destino e forse anche la Storia lo porteranno a
diventare il più grande di tutti i falsari, nonché una figura
centrale nei misteri più fitti del nostro Paese.
1 di 4
Pietro Castellitto -
Credits: Lucia Iuorio/Netflix
Hayao Miyazaki
– A ventisei anni dalla sua uscita al cinema in
Giappone e ad oltre dieci anni da una timida uscita per l’home
video, arriva nelle nostre sale finalmente Il castello del
cielo di Hayao Miyazaki, noto ai fan come
Laputa, uno dei primi e più amati lungometraggi del
maestro dell’animazione giapponese, che l’anno scorso ha
festeggiato i settant’anni di una carriera coronata da successi e
riconoscimenti non solo a livello giapponese.
Hayao
Miyazaki è riuscito a convincere i peggiori detrattori
dell’animazione giapponese sulla validità della sua produzione
artistica, che va oltre a quelli che sono indubbiamente alcuni dei
limiti evidenti degli anime, quali la serializzazione e la
sudditanza, spesso, all’industria del marketing per vendere gadget
e simili, caratteristica comunque non certo aliena alla produzione
animata a stelle e strisce.
Una carriera di oltre quarant’anni,
la sua, che ha toccato l’animazione giapponese dagli anni Sessanta
ad oggi, creando film e personaggi unici e portando il suo tocco a
personaggi e storie di altri. Ma occorre andare per ordine, per
ricostruire le tappe di un percorso ancora non certo concluso,
anche se negli ultimi anni Hayao Miyazaki sembra più interessato a
supervisionare.
Il fabbricatore di sogni
dal paese del Sol Levante: Hayao Miyazaki
Nato nel 1941 a Tokyo, pochi mesi
prima dell’entrata del Giappone in guerra, che influenzerà lui e
altri colleghi suoi coetanei, sia pure in maniera diversa,
Hayao Miyazaki cresce in una famiglia dove il
padre ha una fabbrica di componenti per aerei, che gli farà nascere
una passione poi presente nella maggioranza delle sue opere per il
volo, gli aerei, il cielo. Un altro fatto che influenza la sua
infanzia è una grave malattia che colpisce la madre, tema che si
ritroverà in film come Tonari no totoro e il recente
Arietty.
Negli anni Cinquanta,
sull’onda dell’opera che sta facendo Osamu Tezuka di creazione di
fumetti made in Japan, simili a tratti ma molto diversi dai loro
omologhi a stelle e strisce, Hayao Miyazaki, da sempre bravo
disegnatore, si appassiona al mondo delle nuvole parlanti, e dopo
essersi laureato in Scienze politiche entra a lavorare alla Toei,
allora la più importante casa di produzioni animate.
Il suo primo lavoro importante è
come animatore chiave e scenografo per Horusu no daiboken,
uscito in italiano con i due titoli La grande avventura del
piccolo principe Valiant e Il segreto della spada del
sole, che segna anche l’inizio del suo sodalizio con il
collega e amico Isao Takahata. Nel1971 Hayao Miyazaki collabora
alla prima serie di Lupin III, dal manga di Monkey Punch,
e dal 1973 con Isao Takahata inizia invece un sodalizio con la
Zuiyo Pictures, poi Nippon Animation, adattando in animazione
alcuni classici per bambini occidentali, quali Heidi del
1974, Marco da Dagli Appennini alle Ande di De
Amicis e Anna dai capelli rossi, che lo faranno conoscere
non solo in Giappone.
Nel 1978 decide di adattare il
romanzo di fantascienza per ragazzi The incredible tide di
Alexander Key, che diventa la serie Conan, il ragazzo del
futuro, considerato a tutt’oggi uno dei migliori anime
giapponesi seriali di sempre, per il quale Hayao Miyazaki è
regista, disegnatore, scenografo e supervisore degli storyboard. Il
suo primo lungometraggio come regista è dell’anno successivo ed è
Lupin III il castello di Cagliostro, per molti fan il
migliore film dedicato al celebre ladro in salsa nipponica, che
stravolge le atmosfere del manga in chiave favolistica e steam
punk.
Dopo alcuni lavori in serie
televisive, come Il fiuto di Sherlock Holmes, coprodotto
con la Rai nel 1982, Hayao Miyazaki pubblica sulla rivista Animage
il manga fantasy post apocalittico Nausicaa nella valle del
vento, che poi decide di trasporre in animazione nel 1984. Il
successo di questa storia di un’eroina che, in un mondo medievale
post nucleare, dove le scorie hanno creato nuove creature e dove
l’avidità di conquista vorrebbe risvegliare le antiche armi, è
grandissimo e spinge Miyazaki con Isao Takahata a fondare un loro
studio, lo studio Ghibli, che produrrà tutte le loro opere
successive.
Il castello del
cielo del 1986 è proprio il primo lungometraggio dello studio,
e finalmente si potrà vedere anche da noi su grande schermo questa
avventura che mescola Jonathan Swift e Jules Verne, tra pirati
dell’aria e mondi fluttuanti nel cielo, arcani e con tecnologie
incredibili e pericolose.
Nel 1988 Hayao Miyazaki realizza
invece il più intimista e fiabesco Il mio vicino Totoro,
dove due bimbe in una campagna reale ma incantata incontrano uno
spirito misterioso a forma di grosso gatto che le consola dei loro
problemi familiari. Totoro diventa il logo dello studio Ghibli, che
nel 1989 bissa il successo con la commedia fantastica Kiki’s
delivery service, storia di una streghetta che va in una
cittadina terrestre a fare il suo apprendistato e che si inventa
un’attività grazie alla sua scopa che le farà conoscere nuovi
amici.
Nel 1992 è la volta di Porco
rosso, film in cui l’autore dà libero sfogo alla sua passione
per l’aviazione, leit motiv di tutti i suoi film, storia di un
pilota da caccia con il volto di maiale che vive le sue avventure
nell’Europa tra Grande guerra e avvento dei totalitarismi.
Negli anni successivi Hayao
Miyazaki si occupa di sceneggiare, produrre e supervisionare altre
opere dello studio Ghibli, finché nel 1997 non fa uscire
Princess Mononoke, che batte ogni record d’incassi in
Giappone e lo fa finalmente conoscere ufficialmente al pubblico
internazionale, complice anche un doppiaggio statunitense con star
del calibro di Claire Danes, Minnie Driver e Gillian Anderson.
Princess Mononoke, fiaba ecologica dello scontro tra la foresta
magica e impenetrabile e un Giappone medievale ma metafora di
quello contemporaneo, con la sua voglia di costruire distruggendo
la natura, propone un’eroina selvaggia e guerriera, cresciuta dai
lupi e desiderosa di difendere il suo mondo anche se entra in
contatto con quello dei suoi simili.
Nel 2001 nuovo successo
con La città incantata, fiaba morale contro lo spreco di
cibo, tra antiche leggende e il mondo di oggi, che vale al maestro
l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e l’Oscar 2003 per il migliore
lungometraggio animato, che però Hayao Miyazaki non va a ritirare
per protesta contro la guerra in Iraq.
Nel 2004 è la volta della
trasposizione animata del romanzo fantasy di Diana Wynne Jones, una
delle ispiratrici di Jk Rawling per il suo Harry Potter, Il
castello errante di Howl, storia di una ragazzina intrappolata
nel corpo di una donna anziana che cerca di liberare un giovane
mago da una maledizione, un film che viene presentato a Venezia,
dove l’anno dopo, nel 2005, Miyazaki viene omaggiato con il Leone
d’Oro alla carriera.
Il suo ultimo film come regista è
la fiaba del 2008 Ponyo sulla scogliera, rilettura moderna
ed ecologista della Sirenetta ma non solo, film che viene
realizzato tutto con tecniche di disegno tradizionali a contrastare
l’uso della grafica computerizzata, ormai unica tecnica dei cartoni
animati della Disney, e largamente usata dagli anime.
Negli ultimi anni lo studio Ghibli
supervisiona Terramare, del film di Hayao Miyazaki, Goro,
tratto dal ciclo fantasy di Ursula K. Le Guin, mentre Hayao
Miyazaki sceneggia Arietty, favola anti spreco dal romanzo
di Mary Norton.
Nei suoi film Hayao Miyazaki parla
di rapporti tra le generazioni, di amore e rispetto per l’ambiente
e tutte le specie animali, di pacifismo e non violenza, di fantasia
partendo dalle cose più semplici, di fiaba e fantastico che nascono
nella vita di tutti i giorni, di sogni verso l’infinito del cielo e
di quotidianità, tra poesia e sogno, tra i colori del verde e dei
fiori e i richiami alla tradizione, tra leggende e classici steam
punk, con macchine sempre inserite in mezzo alla natura. Uno stile
lontano da molta altra animazione giapponese e da un mondo animato
occidentale sempre più dominato dall’informatica e da logiche di
vendita, che ha reso le opere del maestro amate come capolavori del
cinema tout court, oltre che legati all’animazione giapponese.
In attesa di nuove opere o
riproposizione di film di Miyazaki comunque è da vedere Il
castello nel cielo, tra avventura e sogno, riflessione sui
limiti della scienza e anelito verso l’infinito dei cieli e della
fantasia.
Il Duetto di Margherita Buy e Silvio Orlando, ormai uno degli
appuntamenti più attesi nella sezione Extra della quinta kermesse
capitolina, che ha visto negli anni passati, sul palco
dell’Auditorium, confronti tra Muccino e Tornatore, Servillo e
Verdone, Bertolucci e Bellocchio.
Ogni film western vanta sempre un
certo fascino, specialmente se al suo interno si ritrovano
tematiche che vanno dalla vendetta al desiderio di giustizia.
Elementi, questi, che si ritrovano entrambi nel lungometraggio del
2016 Il duello, diretto da Kieran
Darcy-Smith. Qui al suo secondo lungometraggio dopo
Wish You Were Here, il regista dà vita ad una
sceneggiatura di Matt Cook che da tempo aspettava
di essere portata sul grande schermo. Prende da qui vita uno dei
film di questo genere meno noti eppure particolarmente affascinanti
tra quelli usciti negli ultimi anni.
La sceneggiatura di Cook circolava
infatti già dal 2009, anno in cui venne inserita nella Black
List dei migliori script ancora non realizzate. Noto anche per
aver scritto film come Boston: Caccia all’uomo e
The Informer – Tre secondi
persopravvivere, Cook trovò in Darcy-Smith
l’uomo giusto per far prendere vita alla sua storia. Molto del
merito va anche ad un cast di grandi attori che danno qui vita a
personaggi complessi e ricchi di sfumature, perfettamente calati in
un contesto western particolarmente curato. Nonostante tali
elementi, Il duello mancò di diventare un titolo
particolarmente noto, passando invece in sordina.
In breve, però, gli amanti del
genere lo hanno riscoperto come un titolo a suo modo affascinante
per la trattazione delle sue tematiche, per l’interpretazione dei
due protagonisti e per l’intero contesto di contorno. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Il duello: la trama del film
La vicenda qui narrata si svolge nel
Texas del 1887. Abraham Brant, conosciuto da tutti
come “il predicatore”, è un despota dai fantomatici poteri divini
che governa gli abitanti di Monte Hermon con soprusi e
intimidazioni. Quando la voce su una serie di cadaveri ritrovati
sulle rive del Rio grande giunge sino alla capitale del Texas, il
governatore Ross decide di inviare il suo
miglior ranger, David Kingston, per indagare sulla
vicenda e risolvere il problema. A Brant, ovviamente, non va
affatto a genio che qualcuno da fuori venga a ficcare il naso nei
suoi affari e nei suoi illeciti.
Una volta a destinazione insieme a
sua moglie Marisol, David, celatosi sotto falsa
identità, riconosce in Abraham l’uomo che vent’anni prima uccise
suo padre durante un duello. Accecato dalla sete di vendetta, il
ranger decide di abbandonare la via della legge per dare inizio a
una guerra senza esclusione di colpi per liberare la cittadina dal
giogo del suo oppressore e vendicare la morte del genitore. Ma
quando il predicatore mette in pericolo sua moglie, la missione si
complica irrimediabilmente. Per David la vendetta acquisterà a quel
punto tutto un altro valore.
Il duello: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
tirannico Abraham Brant vi è l’attore candidato all’Oscar
Woody Harrelson.
Celebre per film come Tre manifesti a Ebbing,
Missouri e per la saga di Hunger Games, egli si è
preparato per questo ruolo ispirandosi parzialmente ad un villain
già interpretato in precedenza. Si tratta di Harlan DeGroat, a cui
aveva dato vita nel 2013 per il film Il fuoco della
vendetta. Accanto a lui, nei panni del ranger David Kingston
vi è invece l’attore Liam Hemsworth. Egli è
noto in particolare per aver interpretato il personaggio di Gale
Hawthorne in tutti e quattro i film della saga di Hunger Games, dove recitava
proprio al fianco di Harrelson.
Accanto a loro, nei panni della
moglie di David, Marisol Kingston, vi è invece l’attrice
Alice Braga. Originaria
del Brasile, questa si era già fatta notare in film come City
of God, Io sono leggenda e nei
panni della villain Cecilia Reyes nel film The New
Mutants. Nel film si ritrovano poi Emory
Cohen nel ruolo di Isaac Brant e Felicity
Price in quelli di Naomi. William Sadler,
noto per i film 58 minuti per morire – Die
Harder e Le ali della libertà, interpreta invece
il governatore Lawrence Sullivan Ross. Questi è una personalità
realmente esistita, che ha ricoperto la carica di governatore del
Texas dal 1887 al 1891. Sono infine presenti gli attori
Benedict Samuel nel ruolo di George e
Jason Carter in quelli di William.
Il duello: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il
duello è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 13
giugno alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Disney Italia ha diffuso in
rete una spettacolare clip da Il Drago
Invisibile, l’atteso film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Di seguito potete vedere Eliott il drago che
spicca il volo con Pete. Il film arriva oggi, 10 agosto, nelle sale
italiane.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Ecco il trailer italiano de
Il Drago Invisibile, il nuovo film
Disney, remake che arriva a 40 anni
da Elliot, il Drago Invisibile con gli
effetti visivi della WETA Digital. Nel film Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford.
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Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley (Hunger Games), Karl
Urban (Star Trek), Oona Laurence (Southpaw –
L’Ultima Sfida), Isiah Whitlock, Jr. (Benvenuti a Cedar
Rapids) e il premio Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor Meacham (Robert
Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha affascinato i
bambini della sua città raccontando le storie di un feroce drago
che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest. Per sua figlia
Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia forestale,
queste storie non sono altro che leggende… finché non incontra Pete
(Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci anni, senza
casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta insieme a un
gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle descrizioni di
Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago presente nei
racconti del signor Meacham. Con l’aiuto dell’undicenne Natalie
(Oona Laurence), figlia di Jack (Wes Bentley) proprietario della
segheria locale, Grace deciderà di scoprire la verità su Pete e sul
suo incredibile drago.
Il film è diretto da David Lowery
(Senza Santi in Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley (Hunger Games), Karl
Urban (Star Trek), Oona Laurence (Southpaw –
L’Ultima Sfida), Isiah Whitlock, Jr. (Benvenuti a Cedar
Rapids) e il premio Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor Meacham (Robert
Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha affascinato i
bambini della sua città raccontando le storie di un feroce drago
che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest. Per sua figlia
Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia forestale,
queste storie non sono altro che leggende… finché non incontra Pete
(Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci anni, senza
casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta insieme a un
gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle descrizioni di
Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago presente nei
racconti del signor Meacham. Con l’aiuto dell’undicenne Natalie
(Oona Laurence), figlia di Jack (Wes Bentley) proprietario della
segheria locale, Grace deciderà di scoprire la verità su Pete e sul
suo incredibile drago.
Il Drago
Invisibile
Il film è diretto da David Lowery
(Senza Santi in Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Ecco la prima clip da
Il Drago Invisibile, l’atteso
film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Diretto da David Lowery, il
film è un remake del classico Disney Elliott il Drago
Invisibile.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Ecco un nuovo trailer ufficiale de
Il Drago Invisibile, l’atteso
film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Diretto da David Lowery, il
film è un remake del classico Disney Elliott il Drago
Invisibile.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Disney Italia ha diffuso in
rete una nuova clip de Il Drago
Invisibile, l’atteso film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Nella clip vediamo i protagonisti alle prese
con Elliot, il drago del titolo.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Disney Italia ha diffuso in
rete un’altra clip de Il Drago
Invisibile, l’atteso film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Nella clip vediamo i due giovani protagonisti
che parlano tra loro: il drago è un amico immaginario?
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Disney Italia ha diffuso in
rete via Youtube una nuova clip de Il Drago
Invisibile, l’atteso film con Bryce Dallas
Howard e Robert
Redford. Nella clip icontriamo Elliot, il drago verde
del titolo.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
Il 10
agosto arriverà nelle sale italiane il nuovo film Disney live
action Il Drago Invisibile, interpretato da
Bryce Dallas Howard (Jurassic
World), Oakes Fegley (This
is Where I Leave You), Wes Bentley
(Hunger Games), Karl Urban
(Star Trek), Oona
Laurence (Southpaw – L’Ultima
Sfida), Isiah Whitlock, Jr.
(Benvenuti a Cedar Rapids) e il premio
Oscar Robert Redford (Captain America: The Winter
Soldier).
Per anni il signor
Meacham (Robert Redford), un vecchio intagliatore di legno, ha
affascinato i bambini della sua città raccontando le storie di un
feroce drago che si nasconde nelle foreste del Pacific Northwest.
Per sua figlia Grace (Bryce Dallas Howard), che lavora come guardia
forestale, queste storie non sono altro che leggende… finché non
incontra Pete (Oakes Fegley). Pete è un misterioso bambino di dieci
anni, senza casa né famiglia, che sostiene di vivere nella foresta
insieme a un gigantesco drago verde di nome Elliott. Stando alle
descrizioni di Pete, Elliott sembra estremamente simile al drago
presente nei racconti del signor Meacham. Con l’aiuto
dell’undicenne Natalie (Oona Laurence), figlia di Jack (Wes
Bentley) proprietario della segheria locale, Grace deciderà di
scoprire la verità su Pete e sul suo incredibile drago.
Il film è diretto da David
Lowery (Senza Santi in
Paradiso), scritto da Lowery e Toby Halbrooks sulla
base della sceneggiatura di Malcolm Marmorstein e prodotto da Jim
Whitaker, p.g.a. (L’Ultima Tempesta, Friday Night Lights), mentre
Barrie M. Osborne (Il Signore degli Anelli – La Compagnia
dell’Anello, Il Grande Gatsby) è il produttore
esecutivo.
A quasi 50 anni dall’uscita sugli
schermi americani de Il Dottor
Zivago di David Lean, tratto dal famoso romanzo di
Boris Pasternak, ecco spuntare un nuovo trailer del film curato
dal British Film Institute.
Il video arriva in occasione della
nuova uscita nelle sale dopo il restauro a 4K, prevista in America
e in Inghilterra il 27 novembre prossimo.
Considerato tra i maggiori e più
importanti registi di sempre, Robert Altman ha nel
corso della sua carriera dato vita a grandi capolavori di generi
diversi, legati però tra loro dal forte elemento satirico nei
confronti di vari aspetti della società e dei suoi costumi. Tra gli
ultimi film da lui realizzati vi è la commedia Il
dottor T e le donne, uscito in sala nel 2000 e ancora
oggi considerato uno dei suoi lavori più sottovalutati. Si tratta
però di una brillante analisi di un certo modo di vedere la
femminilità, che in quegli anni assumeva nuove sfumature anche
grazie ad una serie di opere cinematografiche e televisive che
manifestavano il crescente desiderio di emancipazione.
Girato nella città di Dallas, il
film presenta infatti un ampio spettro di figure femminili, ognuna
con le sue problematiche e i suoi vizi. Come sempre nel cinema di
Altman, la satira diventa un modo per decostruire una realtà e
presentarla sotto punti di vista nuovi, che ne pongono in evidenza
tutte le fragilità e le mancanze. A sostenere tutto ciò vi è un
grande cast di interpreti, principalmente femminili, attraverso cui
i personaggi acquistano credibilità e fascino. Difficile rimanere
indifferenti nei confronti delle vicende narrate dalla
sceneggiatrice Anne Rapp, la quale aveva già
collaborato con Altman per il precedente La fortuna di
Cookie.
Nonostante le buone premesse e una
buona accoglienza di critica, Il dottor T e le donne finì
con l’essere pressocché snobbato dal pubblico. Con un incasso di
appena 22 milioni di dollari, il film finì infatti con il passare
inosservato nonostante la sua presentazione alla Mostra del Cinema
di Venezia. Ad oggi, dunque, è un titolo assolutamente da
riscoprire in tutta la sua ancora attuale satira. Prima di
intraprendere una visione del film, proseguendo qui nella lettura
sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
bizzarro finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Il dottor T e le donne: la trama
del film
Protagonista del film è il dottor
Sullivan Travis, da tutti noto come il Dr.
T. Questi è il ginecologo preferito dalle donne dell’alta
società di Dallas, essendo quanto mai esperto e diligente nel suo
lavoro. Se nel suo studio appare essere impeccabile, altrettanto
non si può dire nella vita privata. In casa, infatti, egli fa
fatica a comprendere le donne che lo circondano, dalla moglie
Kate alle figlie Dee Dee e
Connie. La sua vita apparentemente perfetta inizia
però a mostrare tutte le sue falle nel momento in cui Kate viene
colpita da un disturbo psichiatrico che la porta a regredire, al
punto da rendere necessario il suo ricovero in una clinica
specializzata. A partire da tale scioccante evento, il dr. T si
ritrova a dover fare i conti con tutte le donne che fanno parte, in
modo più o meno invadente, della sua vita.
Tra queste vi è
Carolyn, la sua segretaria da sempre innamorata di
lui ma mai corrisposta, la quale cercherà ora di avere una nuova
possibilità di conquistarlo. L’uomo sembra però più interessato
alla bella Bree, istruttrice di golf con la quale
ha una relazione piuttosto complessa. Oltre a loro, da dover
gestire vi sono anche la cognata Peggy, la quale
si intromette in ogni cosa, come anche le due figlie. Dee
Dee, prossima al matrimonio, è in realtà innamorata della
sua damigella Marilyn, mentre
Connie è sempre più affascinata da strane teorie
complottiste. Nel tentativo di dover gestire tutte queste
situazioni senza mai perdere la calma che lo contraddistingue,
Travis riuscirà forse a capire una volta per tutte il complesso
universo femminile.
Il dottor T e le donne: il cast del film
Come anticipato, il cast del film è
composto da alcuni tra i più noti interpreti cinematografici di
livello internazionale, tra cui anche alcuni premi Oscar. In
primis, ad interpretare il dottor Sullivan Travis vi è Richard Gere.
Per prepararsi al ruolo di un medico ginecologo, l’attore ha
approfittato della nascita di suo figlio per fare una visita
generale al reparto delle nascite, così da poter comprendere meglio
l’atmosfera che vige in questo. Nei panni delle due figlie
dell’attore si ritrovano Kate Hudson per
Dee Dee e Tara Reid per il ruolo di Connie.
Nonostante quest’ultima interpreti la sorella minore, ha in realtà
circa tre anni in più rispetto alla Hudson. Nei panni di Marilyn,
l’amante di Dee Dee, si ritrova invece l’attrice Liv Tyler.
Nei panni della moglie Kate vi è
l’attrice Farah Fawcett. Pur di lavorare con
Altman, questa accettò di fare avanti e indietro tra Dallas e la
Nuova Scozia, pagandosi da sé i voli aerei. La Fawcett ha inoltre
raccontato di non aver avuto alcun problema ad interpretare una
scena di nudo, trovando la cosa perfettamente sensata per il
personaggio. L’attrice ha così accettato di recitare nuda davanti
alle tante comparse, nonostante il regista avesse proposto di farla
essere sola per metterla più a suo agio. Nel film sono poi presenti
le premio Oscar Helen Hunt nei panni della
golfista Bree e Laura Dern in
quelli della cognata Peggy. Shelley Long, invece,
è la segretaria Carolyn.
Il dottor T e le donne: il finale,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Durante le riprese del film lo
stesso Gere dichiarò di non aver compreso del tutto il finale del
film. Questo assume infatti un significato prevalentemente
metaforico. Come già avvenuto per il finale di America
oggi, anche in Il dottor T e le donne si verifica un
evento naturale che porta ad una generale “risoluzione” dei
principali conflitti. A prendere forma qui è un vero e proprio
diluvio universale, che porta il protagonista ad allontanarsi dal
contesto in cui aveva sempre vissuto. Nell’ultima scena, infatti,
lo si ritrova nel bel mezzo del deserto texano, impegnato a far
partorire una donna messicana. Niente più vita raffinata e viziata
per lui, che sembra invece tornato ad una realtà più umile.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il dottor T e le donne è
infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 20
marzo alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
Nel corso degli anni Novanta
l’attore Eddie
Murphy era uno dei re della commedia, ed ha portato
sul grande schermo personaggi divenuti iconici. Tra questi si
annovera anche quello di John Dolittle, protagonista del film
Il dottor Dolittle, uscito nei cinema di
tutto il mondo nel 1998. Dato il grandissimo successo della
pellicola, nel 2001 è stato realizzato un sequel semplicemente
intitolato Il dottor Dolittle 2, sempre con Murphy nei
panni del dottore in grado di parlare con gli animali. Questa non è
la prima volta che il personaggio viene portato al cinema, essendo
già stato protagonista di un film nel 1967. La versione di Murphy
vanta però una particolarità che lo rende unico.
Il personaggio del dottor Dolittle
nasce dalla serie di storie per bambini scritte da
HughLofting nel 1920. Il film
con Murphy, tuttavia, hanno in comunque con queste soltanto il
personaggio protagonista. Contrariamente al film del 1967, questi
due nuovi film dedicati a Dolittle sono infatti delle complete
rivisitazioni della storia originale, e non utilizzano nella loro
trama nessuno degli elementi presenti nei libri. Ciò ha permesso ai
produttori e agli sceneggiatori di avere a disposizione una
maggiore libertà creativa. Molto dei film si basa anche sulla
semplice presenza di Murphy, vero e proprio mattatore in grado di
garantire il successo delle pellicole.
Insieme i film vantano infatti un
budget complessivo di circa 140 milioni di dollari, molti dei quali
investiti negli effetti speciali, ed un guadagno a livello mondiale
di oltre 470 milioni. Tale successo spinse lo studios di
produzione, la Davis Entertainment, a realizzare ben tre sequel.
Murphy però non volle riprendere i panni di Dolittle, e così questi
si concentrarono sulla figura della figlia del celebre dottore, la
quale possiede i suoi stessi poteri. Concentrandosi però sui due
veri e propri film della serie, si possono ritrovare numerose
curiosità. Di seguito, inoltre, si vedrà dove è possibile trovare
in streaming i due film.
Il dottor Dolittle: la trama dei
film
Il dottor Dolittle (1998)
Protagonista del film è John
Dolittle, il quale sin da ragazzo si ritrova con la straordinaria
capacità di poter comunicare con gli animali. I genitori, però,
sono spaventati dalla cosa, e decidono di far esorcizzare il
figlio. Questi finisce così per dimenticare tale potere, crescendo
come un ragazzo come un altro. Diventato adulto, Dolittle è ora uno
stimato chirurgo di San Francisco, sposato e con due figlie. La sua
vita è ricca di successi, ma prende una direzione inaspettata nel
momento in cui, rischiando di investire un cane, riscopre il potere
dimenticato da tempo. In breve, le sue capacità diventano note tra
gli animali della zona, i quali iniziano a rivolgersi a lui in
cerca di aiuto.
Notando strani comportamenti in
lui, la famiglia prende la dolorosa decisione di far rinchiudere
John in una clinica psichiatrica. Qui questi ha modo di riflettere
sulle sue mancanze nei confronti della famiglia, e una volta uscito
di lì si ripromette di essere un marito e un padre migliore.
Mantenere la promessa diventa però complesso nel momento in cui una
tigre si rivolge a lui in cerca di aiuto per la sua terribile
emicrania. Dolittle dovrà dunque venire a patti con il suo dono,
accettando la missione di salvare la vita ai suoi nuovi inaspettati
amici.
Il dottor Dolittle 2 (2001)
Divenuto ormai celebre per la sua
capacità di parlare con gli animali, Dolittle è sempre più
indaffarato nel suo lavoro. Ciò lo porta a trascurare la famiglia,
e in particolare la figlia Charisse. La crisi definitiva con questa
arriva nel momento in cui si trova a dover rimandare i
festeggiamenti per potersi recare ad un appuntamento di lavoro.
Durante questo, però, Dolittle viene più volte interrotto da un
procione ed un opossum, che gli chiedono di seguirli nel bosco.
Attratto da quel mistero, il dottore arriva nel cuore di questo e
si ritrova ad essere chiamato ad una nuova missione. Gli animali lì
presenti, infatti, lo informano che la foresta sta per essere
distrutta da un’azienda di legname.
L’unico modo che Dolittle sembra
avere per poter impedire il disboscamento, e il conseguente
sfollamento degli animali, è approfittare della presenza dell’orsa
Ava. Questa appartiene infatti ad una rarissima sottospecie del
grizzly. Trattandosi dell’ultimo esemplare della sua specie, va
assolutamente protetta. Ottenuta dunque l’ingiunzione dal tribunale
per far fermare i lavori, Dolittle deve però ora assicurarsi che la
specie sopravviva. Per ottenere ciò, va alla ricerca di un orso con
cui poter far accoppiare Ava. Lo trova in Archie, maschio della
stessa specie cresciuto in un circo. L’unico problema è che questo
non è mai stato in una foresta, e non sa come relazionarsi né con
l’ambiente né con Ava.
Il dottor Dolittle: il cast dei
film
Scelto per interpretare il ruolo
del protagonista, Eddie Murphy rivelò soltanto un
piccolo grande problema. L’attore era infatti terrorizzato all’idea
di recitare insieme a veri animali, e richiese perciò che quanto
più possibile questi venissero realizzati digitalmente. Quando ciò
non era possibile, l’attore faceva lo sforzo di condividere la
stanza con questi, ma ognuna di queste scene è riconoscibile poiché
termina con Murphy in preda alle grida. Tale sforzo fu però
ricompensato, poiché grazie al dottor Dolittle Murphy ebbe modo di
consolidare ulteriormente la propria popolarità anche presso un
pubblico di piccoli spettatori. Nonostante ciò, dopo aver recitato
anche nel sequel, l’attore preferì non riprendere ulteriormente il
ruolo, preferendosi dedicare ad altri progetti.
Accanto all’attore, si ritrovano
poi gli interpreti Kristen Wilson in quelli di
Lisa Dolittle, Kyla Pratt nel ruolo di Maya
Dolittle, e Raven-Symoné per Charisse Dolittle.
Peter Boyle dà invece vita al personaggio di
Calloway, Olive Platt recita nei panni di
Mark Weller, Paul
Giamatti è Blaine Hammersmith, e Jeffrey
Tambor ricopre il ruolo del dottor Fish. Nel primo film a
dar voce agli animali protagonisti sono invece Norm
MacDonald per il cane Lucky, Chris
Rock per il maialino della Guinea Rodney,
Albert Brooks per la tigre Jacob, John
Leguizamo dà voce ad un topo e Jenna
Elfman ad un gufo. Nel sequel, invece, l’orso Archie
ha la voce di Steve Zahn, mentre l’orsa Ava è
doppiata in originale da Mandy
Mooree in italiano da Luciana
Littizzetto.
Il dottor Dolittle: dove vedere i
film in streaming e in TV
Per gli appassionati dei film, o
per chi desidera vederli per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla loro presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. I due film de Il
dottor Dolittlesono infatti presenti su
Google Play, Infinity, Tim Vision e su
Disney+. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video. Il dottor Dolittle 2 è inoltre
in programma in televisione per giovedì 8 ottobre
alle ore 21:10 sul canale Paramount
Channel.
20th Century Fox Italia ha
diffuso il trailer diIl domani
tra noi (The
Mountain Between Us in originale), con protagonisti
Idris Elba e Kate Winslet. Il
film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo
di Charles Martin e diretto dal regista
palestinese Hany Abu-Assad (Paradise Now).
Il domani
tra noi doveva essere interpretato inizialmente
da Charlie Hunnam (Sons of
Anarchy) e Rosamund Pike
(L’amore bugiardo Gone Girl).
Di seguito la trama del
romanzo: Un aereo da turismo cade sulle montagne innevate
dello Utah. Ha solo due passeggeri: un ortopedico di trentanove
anni, Ben Payne, e una giornalista di trentaquattro, Ashley Knox.
Lui ha fretta di tornare a casa per rappacificarsi con la moglie
con la quale aveva litigato, lei è in procinto di sposarsi. Il volo
che avrebbero dovuto prendere a Salt Lake City per Denver è stato
annullato per l’arrivo di una tempesta e Ben aveva noleggiato un
aereo privato offrendo un passaggio alla ragazza conosciuta
all’aeroporto. Ben, che ha delle costole rotte, e Ashley che ha una
frattura al femore, devono affrontare una situazione al limite
della sopravvivenza. Per fortuna lui è uno sportivo, un
appassionato trekker e quindi in grado di organizzare riparo e di
trovare cibo. Ben parla costantemente alla moglie in un piccolo
registratore che lei gli ha regalato, rievocando la loro storia
d’amore nel tentativo di riconciliarsi con lei. Ashley, che sente
parti del monologo, incomincia a interrogarsi sulla reale natura
del suo rapporto col fidanzato e si rende conto ogni giorno di più
della forte attrazione che prova nei confronti di Ben. Finalmente,
dopo un’odissea di settimane, i due raggiungono un punto abiato e
vengono trasportati all’ospedale dove lei è raggiunta dal
fidanzato. E Lui torna dalla moglie… La vita potrebbe riprendere
come prima… ma niente è come appare e Ben e Ashley si troveranno di
fronte a scelte del tutto inaspettate.
Le storie di sopravvivenza, in
special modo quelle che si svolgono in luoghi impervi e ai confini
del mondo civilizzato, sono il più delle volte un buono modo per
affrontare tematiche esistenziali e legate all’animo umano. Titoli
come Arctic,Cast Away, Vita di Pi o il più
classico Un tranquillo weekend di
paura sono alcuni esempi perfetti di questo filone
narrativo. Nel 2017 è arrivato al cinema anche un altro titolo a
suo modo appartenente a questo. Si tratta di Il domani
tra di noi (qui la recensione), diretto dal
regista palestinese candidato all’Oscar Hany
Abu-Assad.
Scritto da Chris
Weitz e J. Mills Goodloe, questo è
l’adattamento cinematografico del romanzo The Mountain Between
Us (in italiano tradotto come Le parole tra di noi).
Si tratta dell’ottavo romanzo dello scrittore Charles
Martin, pubblicato nel 2010. Per via dei numerosi premi
vinti e dall’ottima accoglienza di pubblico che il libro ha
suscitato, la Fox non ha esitato ad acquistarne i diritti per
realizzare una trasposizione cinematografica. Ha così preso vita un
racconto dove la speranza e l’ottimismo si riaffermano come valori
necessari all’uomo per poter andare avanti contro le avversità.
Interpretato da due celebri attori
di Hollywood e girato in vere location naturali, Il domani tra
di noi si è a sua volta affermato come un buon successo,
trovando in particolare l’approvazione degli appassionati del
genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il domani tra di noi: la
trama del film e il finale
Il film ha inizio con due
sconosciuti che si incontrano al gate, in attesa di imbarcarsi
sull’ultimo volo disponibile. Lei è Alex Martin,
una fotoreporter di successo in viaggio per partecipare alle sue
nozze. Lui è Ben Payne, un medico di ritorno da
una conferenza per un’operazione chirurgica programmata nel giorno
seguente. Quando il volo viene cancellato per maltempo, Ashley
pensa di noleggiare un aereo privato e suggerisce a Ben di dividere
il mezzo. Il pilota riesce ad aggirare la tempesta ma un tragico
incidente, mentre sorvolano le montagne del Colorado, fa
precipitare l’aereo con i due passeggeri a bordo.
Ashley e Ben sopravvivono
all’impatto, riportando gravi ferite su tutto il corpo. Smarriti in
cima a un’isolata vetta innevata, sanno che a causa di un errore
del pilota le squadre di soccorso non arriveranno mai, e che
l’unica speranza di sopravvivenza è spostarsi in cerca di un
riparo. Così il medico e la giornalista, estranei fino a poche ore
prima, dovranno unire le forze e usare tutte le conoscenze a loro
disposizione per individuare i primi segni di civiltà. Nel
periglioso viaggio che dovranno affrontare ci sarà spazio per i
ricordi, i racconti personali, e la nascita di un’inaspettata
attrazione reciproca.
Per quanto riguarda il finale del
film, senza fare qui spoiler, è necessario sapere che questo
differisce parzialmente da quello del libro. I due protagonisti,
infatti, non si rincontrano in un caffe, bensì in un altro luogo.
Qui, oltre a parlare di quanto loro accaduto, si confidano gli
ultimi segreti ancora non raccontati l’uno all’altro. Si compiono
così una serie di rivelazioni sul passato di Ben, ma anche sulle
rispettive vite presenti. Pur modificando aspetti di questo tipo,
il film arriva ugualmente alla stessa conclusine, sottolineando
dunque le emozioni e i sentimenti che hanno permesso ai due di
affrontare quanto capitatogli.
Il domani tra di noi: il
cast del film
Prima di arrivare ai due attori che
hanno poi effettivamente interpretato i protagonisti, sono stati
necessari diversi provini. Inizialmente, il ruolo di Ben Payne era
stato offerto a Michael Fassbender e
Charlie Hunnam, i quali hanno però rinunciato per
via di altri impegni, portando a far ottenere la parte a Idris Elba. Per
il ruolo di Alex Martin erano invece state prese in considerazione
le attrici Margot Robbie e Rosamund
Pike, ma la loro impossibilità a partecipare, anche in
questo caso per via di altri impegni, ha spinto i produttori a
contattare la premio Oscar Kate Winslet,
che ha accettato.
La Winslet si è poi dedicata anima e
corpo al suo personaggio, facendo pressione sul regista e i
produttori affinché le permettessero di girare una scena immersa
nell’acqua ghiacciata. Davanti alla loro titubanza, la Winslet
sottolineò il fatto di essere più che preparata per questo tipo di
scene, facendo riferimento all’esperienza del film
Titanic. La sintonia generatasi poi tra la Winslet ed Elba
ha favorito il rapporto che si genera tra i loro rispettivi
personaggi. Accanto a loro, completano il cast gli attori
Beau Bridges nei panni di Walter e Dermot
Mulroney in quelli di Mark, il fidanzato di Alex.
Linda Sorensen è Pamela, mentre Mercy
Myrdal interpreta Sarah.
Il domani tra di noi: il
trailer e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
domani tra di noi grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 6 dicembre alle ore
21:25 sul canale Rete 4.
È arrivato al cinema il film
IlDomani Tra di Noi, diretto da
Hany Abu-Assad, adattamento del romanzo
The Mountain Between Us di Charles
Martin, dove due sconosciuti vengono uniti dal destino in
un evento che gli cambierà la vita.
Ne IlDomani Tra di Noi Lei, Alex Martin, interpretata
da Kate Winslet è una donna pratica e curiosa:
zaino in spalla, cappello da avventura in testa e una macchinetta
fotografica sempre in mano, pronta a catturare il momento perfetto.
Lui invece, Ben Bass, è un elegante neurochirurgo con il volto di
Idris Elba, sempre attaccato al suo telefono e
molto riservato. Si incontrano per caso davanti al banco del
check-in, dopo che il loro volo per Baltimora viene cancellato per
via di una tempesta in arrivo. Ma Alex deve assolutamente partire,
perché non può di certo mancare al suo matrimonio e così prenota un
volo privato e sentendo che Ben deve operare un bambino il giorno
dopo, gli “offre un passaggio”.
Tempo di entrare nell’hangar e
vedere il piccolo aereo su cui dovranno volare, che si capisce che
qualcosa andrà storto ed infatti poco dopo precipitano sulla cima
di una montagna innevata, salvandosi non si sa in che modo, insieme
al cane del pilota (che non sopravvive allo schianto) e con solo
tanta, tantissima neve intorno a loro. Inizia così una corsa alla
sopravvivenza: non solo per il freddo, la neve, il ghiaccio e il
maltempo, ma anche per lo scarseggiare di cibo e le tante insidie
che si nascondo nelle montagne.
Il domani tra noi: il
trailer del film con
Kate Winslet e Idris Elba
La montagna è senza dubbio la terza
protagonista di questa storia, un vero survival movie che si svolge
nel più classico dei modi: due persone totalmente opposte che messe
in una situazione estrema stringono una amicizia, se non di più,
imparando a collaborare, scontrandosi ma anche riuscendosi a
capire. Ma se da una parte l’occasione ci invita ad indagare
nell’aspetto psicologico dei due protagonisti, il regista ci fa
rimanere sempre e solo sulla superficie con dialoghi telegrafici,
non arrivando mai a farceli capire del tutto, ma anzi rendendo
alcune loro azioni quasi incomprensibili dal nostro punto di
vista.
Lasciando perdere effetti speciali
sofisticati, la forza di Il Domani Tra di Noi sta
nelle riprese realistiche dell’elemento naturale, girate da
Abu-Assad e la sua troupe a grandi altezza e in mezzo alle
intemperie, che fanno mantenere alta la tensione per grand parte
del film e regalano fotografie spettacolari delle montagne
canadesi.
Kate Winslet si ritrova suo malgrado in una
situazione di sopravvivenza e anche qua, dopo aver lasciato andare
Leonardo DiCaprio e essersi presa tutto il posto sulla
porta, dimostra una bella dose di egoismo misto a testardaggine,
che mettono anche in quest’occasione il suo compagno di avventura
in pericolo. Indubbia la sua bravura, ma questo non è di certo un
film degno della carriera della Winslet, né tanto meno di quella di
Idris Elba.
Il film funziona finché rimane una
corsa alla sopravvivenza per Ben e Alex, ma il finale prende delle
svolte inaspettate dove si cerca anche un po’ di forzare la mano su
una storia d’amore quasi inesistente fino a poco prima.
Occasioni mancate e una
sceneggiatura banale, rendono Il Domani Tra di Noi
un film decisamente dimenticabile nella filmografia dei suoi
talentuosi protagonisti.
Verrà presentato il prossimo 16
novembre presso il cinema Barberini, nell’ambito del Festival del
Cinema di Roma Storia di un ragazzo
calabrese, docu-film dedicato alla vita di
Enzo Mirigliani, per oltre 50 anni organizzatore
del concorso di Miss Italia. Madrina
dell’evento, Caterina Murino, che sul palco
del concorso di bellezza più famoso d’Italia ha mosso i primi passi
della carriera, nel 1997.
La pellicola seguirà le vicende del
protagonista, partendo dal paese natio di Santa Caterina dello
Jonio fino ai successi del concorso, attraverso le parole di coloro
(amici, famigliari, ovviamente le sue Miss) che ne hanno incrociato
la strada.
Il progetto, ideato e realizzato da
un gruppo di giovani, capitanato da Nicola Pisu
Mirigliani nipote del protagonista, e dal regista
Simone di Maria (entrambi poco più che ventenni),
insieme agli sceneggiatori Marco Brozzi e
Myriam Caratù intende rivelarne al pubblico
aspetti prima poco conosciuti, soffermandosi soprattutto sulla
storia precedente al successo, lontana dai riflettori, raccontando
una vicenda umana che ha attraversato la distruzione della guerra,
ma che ha poi rappresentato lo spirito di rivalsa e la voglia di
realizzazione che ha dominato la ricostruzione, fino all’ideazione
del concorso, che in parte contribuì a ricreare un clima di
‘normalità’ e ‘leggerezza’ in Italia dopo il difficile periodo
post-bellico.
Il docu-film, realizzato anche
grazie al contributo della Regione Calabria, si avvale dei filmati
storici del concorso, anche tratti dall’archivio dell’Istituto
LUCE, ma anche di filmati amatoriali che riprendono la vita privata
di Mirigliani. Tra le testimonianze contenute nella pellicola,
quelle della figlia del ‘patron’ Patrizia Mirigliani, della moglie
Rosy Ragno, Fabrizio Frizzi e Carlo Conti, do Martina Colombari,
Denny Mendez, Mirka Viola, degli ex dirigenti di Raiuno Paolo De
Andreis e Mario Maffucci.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO
CONTIENE SPOILER SU SPIDER-MAN: NO WAY HOME
Ci sono alcune prove in
Spider-Man:
No Way Home che sembrano supportare la teoria che
Doctor Strange sia stato malvagio per tutto il
tempo. Benedict Cumberbatch interpreta ancora
una volta Doctor Strange nel film MCU, ma questa volta non sembrava
essere proprio se stesso. Sin dal debutto dei primi trailer di
Spider-Man:
No Way Home, le azioni di Doctor Strange sono sembrate
sbagliate, in particolare il suo desiderio di aiutare Peter Parker
con un incantesimo che ha conseguenze così disastrose.
Oltre a ciò, la sua mancanza di
empatia per i cattivi raccolti dal multiverso sembra
particolarmente insolita per qualcuno che dovrebbe essere un
Vendicatore. Inoltre, Strange è distante per tutto il film, senza
che ci venga mai fornito il suo punto di vista.
Un’ulteriore conferma sulle prove
che Strange non fosse se stesso in Spider-Man: No Way Home è
l’intera sequenza di esecuzione dell’incantesimo stesso, che
attraversa le parti conosciute e sconosciute del multiverso. Wong
mette in guardia Strange sull’usare l’incantesimo, ma Strange lo
esegue comunque, come se fosse una cosa semplice. La mancanza di
spiegazioni a Peter prima di lanciare l’incantesimo, in particolare
con Peter che lo interrompe, e la mancanza di controllo di Strange
su ciò che sta facendo, suggerisce che qualcosa non va nel buon
dottore.
Doctor Strange è sempre stato
arrogante e competitivo
Il dottor Strange è sempre
stato un personaggio un po’ burbero, pieno di un’arroganza
sfacciata che deriva dai suoi giorni come chirurgo di successo. In
molti modi, questo è legato al fatto che il suo personaggio è
ambizioso, il che può avere risultati devastanti per qualsiasi
personaggio. Dopo il suo incidente d’auto in Doctor Strange, cerca
modi per guarire se stesso e quando viene esposto alle possibilità
di ciò che potrebbe imparare dallo Stregone Supremo, diventa
ossessionato dall’apprendimento e dalla padronanza di quelle
abilità. Alla fine usa i suoi nuovi doni a fin di bene, ma anche la
minima deviazione da ciò avrebbe potuto portarlo in una direzione
diversa.
Lo si vede di nuovo in Thor:
Ragnarok dove aiuta Thor e Loki a trovare il loro
padre, Odino, anche se tortura un po’ Loki con i suoi portali (un
altro indizio sulla propensione di Strange per la mancanza di
simpatia verso i cattivi). Le sue ultime due apparizioni in
Avengers: Infinity War e Avengers:
Endgame lo mostrano combattivo con Tony Stark,
nell’alterco sull’affermarsi sull’altro (che ribatte a tono), anche
se alla fine si setta sul quello che è un ruolo più eroico, dando a
Stark la risposta di cui ha bisogno per battere finalmente Thanos.
Alla fine ha sempre fatto la cosa giusta, ma la tendenza
all’arroganza potrebbe facilmente trasformarlo in un Doctor Strange
che imbocca la strada sbagliata, e c’è già un precedente per questo
nel MCU.
L’MCU ha già anticipato quanto
sarebbe facile avere un malvagio Doctor Strange
Il dottor Strange che
diventa malvagio è già stato esplorato nel MCU nella serie Disney+What
If…? dopo che la conseguenza del suo incidente d’auto
non sono le mani maciullate ma la morte di Christine Palmer (Rachel
McAdams). La storia alternativa di quella storia vede Strange
ancora alla ricerca delle arti mistiche, ma diventa ossessionato
dall’idea di tornare indietro nel tempo per salvare Palmer. Fa
molti tentativi di salvarla, ma la storia finisce sempre con la sua
morte, un risultato che non può accettare.
Inizia ad assorbire altri esseri
magici per diventare uno stregone onnipotente, deciso nella sua
missione di salvare Christine senza riguardo per le conseguenze.
Alla fine, diventa “Strange Supreme” e combatte il suo io buono,
che assorbe per ottenere abbastanza potere per salvare Christine.
Tuttavia, lei lo respinge nella sua forma malvagia; mostrando così
che ha distrutto l’universo per niente e lasciandolo a soffrire da
solo con il suo dolore e con ciò che è rimasto. Sebbene questa sia
solo una realtà, è una perfetta intuizione di quanto lontano
potrebbe spingersi Strange se si trovasse di fronte a un tale
dilemma nell’attuale MCU, un percorso verso il male
totale e completo.
Il comportamento di Doctor Strange
No Way Home sembra strano
Per qualcuno che è
diventato il nuovo erede al titolo di Stregone Supremo alla fine
del suo primo film da solista, Doctor Strange sembra aver perso il
suo tocco in Spider-Man:
No Way Home. Wong è il nuovo Stregone Supremo, poiché
ha assunto il ruolo quando Strange è stato fuori gioco per cinque
anni, dopo i fatti di Avengers: Infinity War.
Strange ha aiutato nella battaglia finale di Avengers: Endgame, ma la sua
abilità magica in No Way Home non ha la sua solita
precisione e concentrazione. L’atteggiamento di Strange sembra
quasi ribelle, in particolare verso Wong quando avverte Strange dei
pericoli di lanciare quel particolare incantesimo.
Le sue azioni non tornano, e la sua
mancanza di umiltà nel rifiutarsi di ammettere di aver permesso che
l’incantesimo fosse manomesso dall’inizio suggerisce che non è se
stesso.
È anche strano che metta
l’adolescente Peter Parker a capo di una spedizione per radunare i
cattivi del multiverso. Potrebbe arruolare più stregoni per
contribuire a portare a termine il compito, o altri Vendicatori, ma
non lo fa, e la sua decisione di non farlo fa sembrare che stia
cercando di mantenere segreto l’incidente. Arriviamo a porci la
domanda: Doctor Strange aveva ulteriori motivi per cancellare la
conoscenza di Spider-Man? Per non parlare dell’apertura di un
multiverso per consentire ai cattivi di filtrare attraverso le
fessure dello stesso.
L’attitudine di Strange verso la
morte è molto sospetta
Quando i cattivi del
multiverso iniziano ad apparire, Strange non solo costringe
Spider-Man ad andare a radunarli, ma è pronto a mandarli
immediatamente a morire. Mentre Spider-Man, che incontra per la
prima volta questi nuovi cattivi in No Way Home, scopre che
possono essere riscattati o salvati, salvando potenzialmente molte
vite in altri universi, Strange è categoricamente contrario. Questo
alterco genera uno scontro trai due che sembra più una battaglia
tra il bene e il male che un semplice malinteso morale.
Avendo appena salvato metà
dell’universo, si potrebbe pensare che Strange sia disposto a
salvare più vite, ma in questo caso vuole semplicemente che i
villain spariscano premendo un pulsante. La sua posizione sulla
volontà di mandare queste persone alla morte non è mai
razionalizzata come “un bene più grande”, ma più come un problema
che semplicemente non vuole affrontare.
Strange è estremamente incline a
lasciar morire la gente, e anche alla fine, quando poi realizza il
suo incantesimo, lo esegue con la fretta di sistemare un pasticcio
che ha combinato, con l’ansia di farsi scoprire.
Il trailer di Doctor Strange 2
anticipa un malvagio Doctor Strange
Il più grande indizio di
un Dottor Strange malvagio arriva sotto forma di scena dei titoli
di coda, un teaser per
Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Strange
ha chiesto per la prima volta l’aiuto di Wanda Maximoff, alias
Scarlet Witch, che si è dilettata nelle arti oscure e ha causato
gravi danni durante gli eventi di WandaVision. Ma l’inquadratura finale mostra
Strange che affronta una versione malvagia di se stesso che
assomiglia in modo sorprendente a Strange Supreme di What
If…?.
Questa versione malvagia di Doctor
Strange dice: “Le cose sono appena sfuggite di mano”, il che
potrebbe certamente essere parte della sua spiegazione rivolta allo
Strange buono, in merito a ciò che ha causato la sua discesa nella
cattiveria. Questa scena anticipata del sequel contiene forse le
chiavi del comportamento di Strange in Spider-Man: No Way
Home, forse alludendo al fatto che è stato sotto
l’influenza di forze oscure per tutto il tempo, e sulla quali
potrebbe non aver avuto alcun controllo. Tutto sarà (probabilmente)
rivelato quando
Doctor Strange in the Multiverse of
Madness uscirà il 6 maggio 2022.
Casey Affleck sembra vicino a
trovare un compratore per il suo strano documentario su Joaquin
Phoenix: la Magnolia è infatti in trattative per acquistare i
diritti…