Il successo di Hotel
Transylvania, che sta andando oltre le più rosee
aspettative, sembra aver definitivamente convinto la Sony a
metterne in cantiere un sequel, che era già nei programmi, ma per
il quale si aspettava comunque l’esito nelle sale.
Il sequel sembra dunque ora
definitivamente in cantiere, e addirittura già si parla di una data
di uscita, ovviamente al momento del tutto teorica, fissata per il
25 settembre 2015. A parte la conferma della realizzazione, il
progetto attende infatti sia uno sceneggiatore che un regista.
I dubbi maggiori riguardano proprio
Genndy Tartakovsky, il cui stile di animazione è
stata la principale ragione del successo del primo film: la sua
partecipazione è in dubbio, poiché il prossimo anno lo vedrà
impegnato a tempo pieno sul suo nuovo progetto, che nel 2014
porterà sugli schermi Braccio di Ferro.
Più probabile invece la conferma
del cast delle voci originali al completo, con Adam
Sandler, Kevin James,Andy
Samberg, Steve Buscemi, CeeLo
Green, David Spade e gli altri.
Ecco il primo trailer
ufficiale in italiano de Les Misérables, l’adattamento
cinematografico dello spettacolo teatrale più amato dalle platee di
tutto il mondo, visto da oltre 60 milioni di persone
Nel corso di un’intervista
rilasciata ad Empire Mark Millar, autore di
fumetti come Kick-Ass e principale
consulente per il settore della Fox, per la quale
supervisionerà anche i progetti legati alla Marvel, ha recentemente parlato dei
prossimi progetti che lo vedranno coinvolto per il grande schermo,
a partire proprio dal secondo capitolo di Kick-Ass, che sarà un
filo più oscuro del precedente.
Lo scrittore scozzese lo ha
paragonato a L’impero colpisce ancora
nella saga di Guerre Stellari: il mondo in cui operano i
protagonisti si ingrandirà, ma diverrà anche più oscuro. Il film
naturalmente seguirà quanto letto nel secondo ciclo di storie a
fumetti dedicate ai personaggi, in qualche caso edulcorare per
evitare un’eccessiva dose di violenza, ma Millar ha rassicurato che
il film non si risparmierà in quanto a durezza.
Millar ha parlato anche più in
generale del suo lavoro di consulenza e supervisione dei progetti
Marvel targati Fox: pur non potendo
essere specifico, Millar ha spiegato di avere in mente un piano da
sviluppare nel corso dei prossimi tre – quattro anni.
Kick-Ass 2, il film
Kick-Ass
2 uscirà nei cinema americani il 23 giugno
2013. Tornano i protagonisti dell’irriverente commedia d’azione sui
supereroi del 2010 diventata in breve tempo un cult
cinematografico.
In Kick-Ass
2 la ragazza assassina Hit Girl
(Chloë
Grace Moretz) e il giovane vigilante Kick-Ass
(Aaron
Taylor-Johnson) stanno entrambi cercando di vivere
come due normali teenager con i nomi di Mindy e Dave. Preoccupato
del diploma di fine anno e di un futuro alquanto incerto, Dave crea
la prima squadra di supereroi “mondiali” insieme a Mindy.
Sfortunatamente però la ragazza viene scoperta nei panni di Hit
Girl, ed è costretta a ritirarsi, restando sola ad affrontare il
terrificante mondo della scuola, popolato da malvagie studentesse.
Nel frattempo Red Mist sta creando la propria squadra per far
pagare ai suoi acerrimi nemici – Kick-Ass e Hit Girl – per ciò che
hanno fatto a suo padre…
La Warner Bros ha scelto Will Gluck
(Easy Girl, Amici di
letto) per dirigere uno dei prossimi progetti,
Richer or Poorer. Il film, basato su una sceneggiatura
scritta da John Aboud e Michael
Coulton, segue una coppia rimettersi insieme per rapinare
il Museo di Storia Naturale di New York attraverso la messa in
scena di un finto matrimonio. A produrre il film saranno
Peter Principato e Paul
Young.
Altro film molto atteso è Marfa girl
di Larry Clark che oggi sarà al Festival di Roma e sfilerà sul red
carpet. Purtroppo la pellicola non convince la critica. Ecco il
commento a caldo della nostra guida Marco Stancati:
Ecco foto e video di Adrien
Brody al Festival del film di Roma 2012. L’attore ha presentato al
pubblico Back to 1942, nuovo film nel quale riveste i
panni di un foto reporter in Cina durante la seconda guerra
mondiale.
Per il momento sono solo rumors ma
dopo aver appreso che Brad Bird dirigerà per la Disney un film
sugli Ufo intitolato 1952, e ispirato a Incontri
ravvicinati
Il regista Feng
Xiaogang, notissimo in Cina per i suoi film “sbanca
botteghino” si è voluto prendere un rischio e ha messo in piedi una
poderosa macchina produttiva, per un costo di circa 35 milioni di
dollari, mettendo in scena questo vero e proprio esodo di massa, un
episodio sconosciuto a più della metà della popolazione cinese
contemporanea e attuale. Con Back to 1942, il
regista racconta con uno stile epico la fuga dalla fame della
popolazione della regione dell’Henan, i tentativi di portare
all’attenzione del Governo cinese questa situazione drammatica da
parte del giornalista del NY Times, Theodore White (Adrien
Brody), il coinvolgimento piuttosto marginale della
comunità religiosa cattolica cinese e la riluttanza dei capi ad
interessarsi e a risolvere concretamente il problema della fame e
della carestia.
Nel film Back to
1942 la Seconda Guerra Mondiale dilania la popolazione
mondiale e nella regione nel cuore della Cina incombe una tremenda
carestia che costringerà 10 milioni di persone ad abbandonare le
proprie case e spostarsi a ovest, alla ricerca di cibo e di
salvezza. Il Governo centrale non bene al corrente della dimensione
della tragedia, o forse mancando di proposito della volontà di
aiutare i civili, lasciò morire di fame oltre 3 milioni di
persone.
Back to 1942, il film
Il regista riesce a trattare con
occhio lucido ma anche abbastanza coinvolto il dramma umano che a
più livelli coinvolge i dolorosi protagonisti della vicenda.
Back to 1942 che ha anche la valenza
documentaristica che può avere un film sulla deportazione degli
ebrei da parte dei nazisti, per la portata storica e l’intensità
drammatica. La ricostruzione scenografica e costumistica rivela una
grandissima cura del dettaglio e una grande attenzione alla verità
storica. Back to 1942, annunciato come un Via col
Vento d’oriente, è un bell’esempio di film storico che non mancherà
di stupire, soprattutto in patria.
Maria Bello si
unisce al cast di Prisoners,
della Alcon Entertainment production. Reciterà quindi accanto a
Hugh Jackman,
Jake Gyllenhaal, Paul Dano e Melissa
Leo, diretta da Denis Villeneuve, già
regista di Incendies. Prisoners è la storia di un falegname che
vive in una piccola città. Sua figlia viene un giorno rapita
insieme alla migliore amica.
In Prisoners
dopo molte ricerche la polizia si arrende mentre l’uomo, Keller,
decide di proseguire le indagini da solo anche se il suo percorso
viene ostacolato dal detective Loki, un poliziotto “testa calda” al
quale viene assegnato il caso. La Bello, che vedremo anche in Grown
Ups 2, interpreterà la moglie di Jackman. Le riprese partiranno
probabilmente nell’autunno del 2013.
Dopo il successo di
Silent Soul, Alexey
Fedorchenko torna a raccontare la sua regione, la magia,
la tradizione, l’animismo che si mescola alla religione, le
credenze e le superstizioni in Spose Celesti dei Mari
di Pianura.
Protagonisti di Spose
Celesti dei Mari di Pianura sono i Mari di pianura,
l’etnia appartenente ai popoli ungro-finnici che si rifugiò sugli
Urali dopo la caduta del regno di Khan di Kazan. Il film procede
raccontando brevemente non solo le storie, ma a volte semplicemente
i pensieri o le singole vicende che accadono a delle donne, le
spose celesti del titolo, che affrontano la vita immerse in un
mondo che sembra risalire a tantissimi anni fa.
Fedorchenko ci racconta tutte le
sue storie realizzando una specie di Decameron dei Mari, in cui
storie e situazioni diverse, a volte surreali, altre volte reali,
ma sempre misteriose, si susseguono senza alcun legame, disegnando
però nel complesso un quadro affascinante delle donne dei Mari.
Ogni personaggio, per quanto poco possa durare il suo “episodio”,
si fa veicolo di una credenza o di un uso, con lo scopo forse di
conservarlo nel tempo, o semplicemente di farlo vedere al di fuori
della comunità dei Mari. Le donne sembrano esaurirsi completamente
nella dimensione sessuale e domestica della vita: la maggior parte
degli episodi infatti è legato alla sessualità, alla ricerca di un
marito o alla preparazione del corpo e dello spirito in prospettiva
del matrimonio, alla preparazione dei pasti, che mai (o quasi)
vengono consumati dalle donne stesse.
L’affascinante affresco corale di
Fedorchenko si esaurisce però nel momento in cui il film fa
riferimento a degli usi così circoscritti a livello geografico che
difficilmente possono essere compresi da un pubblico estraneo,
soprattutto perché il tutto viene mostrato con un approccio
documentaristi privo di qualsiasi commento. Il regista si limita
quindi a registrare ciò che si vede, offrendoci una carrellata di
ritratti femminili, apparentemente liberi da qualsiasi riferimento
al mondo reale.
Spose Celesti dei Mari
di Pianura è un film affascinante e misterioso, che
però risulta difficile da seguire per un pubblico non istruito a
quel tipo di cultura.
Dopo La guerra è
dichiarata, film in cui Valérie
Donzelli narrava con toni da commedia la lotta (vinta)
contro la malattia del figlio di appena 18 mesi, la regista si
dedica alla commedia pura.
In Main dans la
Main Helene è un’insegnante di danza della prestigiosa
Opera di Parigi, è una bella donna più sui cinquanta che sui
quaranta; Joakim vive nella provincia con la sorella Vero e fa il
vetraio. Un giorno i due si incontrano e si baciano. Da quel
momento nulla li può separare, vivono, dormono e mangiano insieme,
non si conoscono, ma si copiano, ognuno muovendosi come l’altro.
Insieme a loro abita Constance, amica squattrinata e poco costante
di Helene, mentre Joakim ha un rapporto controverso ma
indissolubile con la sorella Vero.
Sulla scia di una certa tendenza
del cinema francese, che pende per la commedia da qualche anno a
questa parte (è successo anche al nostro cinema, quindi è possibile
che i “cugini” siano stati contagiati), la Donzelli crea una storia
a tratti sopra le righe con rimandi a molto cinema del passato, con
alcune chicche cinefile come ad esempio i riferimenti alla
Nouvelle Vague e a Truffaut in
particolare, fino al cinema americano un po’ surreale, appunto,
di Wes Anderson, ricordato nelle inquadrature
simmetriche dedicate ai due personaggi. Main dans la
Main poi racconta più di una storia d’amore, e del
comportamento delle persone rispetto ad esso. Ovviamente, in
primo piano c’è il rapporto tra una donna matura ed ragazzo di
dieci anni più giovane di lei, ma al fianco di questa ci sono
l’amore, materializzato nell’amicizia con l’amica Constance, e il
rapporto intenso e teso di Joakim con la sorella Vero.
Per alcuni aspetti,
però, tutto questo interlacciare rapporti crea invece mancanze e
solitudini, i personaggi sono alla fine soli, anche se
inseparabili. La regista si è lasciata molte libertà nella
creazione delle immagini e delle inquadrature, la storia si mescola
continuamente con immagini oniriche, sequenze sgranate date dalla
pellicola Super8, sovrimpressioni, e virtuosismi interessanti che
però in alcuni casi possono far distogliere l’attenzione dalla
storia, se si cerca appunto il senso di una storia.
L’impressione è in effetti che la
regista sfrutti l’idea più vecchia del mondo, la storia d’amore,
come trampolino per sperimentare con le immagini e le
sequenze, come per creare delle sensazioni relative alla
storia raccontata piuttosto ch a raccontare la stessa. Quindi, il
fuoco si sposta da ciò che accade ai protagonisti, e lo scorrere
del tempo c’è dato solo dall’aggravarsi della malattia di uno di
loro, a quello che i protagonisti provano, alla libertà che cercano
, per loro stessi e nel loro rapporto. A dimostrazione di ciò,
parte del film è girato a New York, terra del sogno e soprattutto
o, perlomeno sulla carta, della libertà.
Oggi all’Auditorium è
stata la giornata di Paul Verhoeven, il regista di
Atto di Forza e
Robocop, tra gli altri, che ha
accompagnato la proiezione del suo ultimo
Steekspel con una lezione di cinema. Il
film è un esempio di
Ecco i commenti al
caldo per la nostra rubrica Twitt dal Festival, conduce Marco
Stancati. Molti i film visti fino ad ora che spaziano dal Fuori
Concorso, al Concorso fino a CinemaXXI
P.J. Hogan
presenta a Roma Fuori Concorso il suo ultimo film
Mental, una commedia drammatica che
racconta di una famiglia particolare, i Moochmore, composta da un
padre, politico locale, assente e donnaiolo, da una madre con crisi
di nervi che non riesce a far fronte a tutte le incombenze della
casa e della famiglia e da cinque figlie, ognuna con una diversa
fissazione su malattie mentali più o meno esistenti.
Quando la madre collassa e viene
ricoverata in una clinica psichiatrica, il padre porta a casa una
donna con lo scopo di dare alle ragazzine una regola,
un’educazione, un punto di riferimento. La donna, Shaz, novella
Mary Poppins, si rivelerà essere non meno strana di chi è chiamata
a “educare” e così le cinque ragazze scopriranno una nuova
prospettiva del mondo, una nuova lettura della realtà e una nuova
considerazione di sé. PJ Hogan si mette a nudo e
racconta una storia autobiografica in maniera quasi filologica,
ripercorrendo la sua infanzia australiana sulla Gold Coast.
Mental: il film
Mental
non da scampo, si rivela dall’inizio essere un delirante affresco
di una famiglia alla deriva, dove i punti di riferimento, in genere
intesi come i genitori, vengono meno e dove la prole assorbe forse
involontariamente tutte le mancanze dei genitori. Superstar del
film è Toni Collette che interpreta l’esuberante,
folle e a tratti inquietante Shaz. L’attrice conferma il suo
immenso talento, mostrando le prime rughe d’età e un fascino
intramontabile, aumentato dall’incredibile magnetismo recitativo,
oltre che dalla noncuranza nel mettersi a nudo con un ruolo sopra
le righe. Altro volto molto noto presente nel film è quello
magnificamente espressivo di Liev Schreiber, che interpreta un cacciatore
di squali, anche lui in bilico tra la follia e la normalità.
Ma
infondo quello che il film insegna è proprio che la normalità è un
concetto relativo, al contesto e soprattutto a chi ci guarda. Oltre
ai volti noti però il film si fregia anche di incredibili attrici
in erba, sono le cinque giovani protagoniste che interpretano le
sorelle Moochmore, genuine e divertenti. PJ Hogan
conduce il racconto con grande sensibilità, costruendo una gag
comica dopo l’altra senza mai perdere di vista il fuoco della
vicenda raccontata: una cronaca familiare in cui la malattia
mentale finisce per inghiottire tutti se abbandonata a se
stessa.
La sceneggiatura, basata sulla
chiara intenzione del regista di raccontarsi, spicca per il brio
dei dialoghi e il divertente distacco dalla realtà di alcune
sequenze. Ennesimo protagonista del film è il colore che
contrassegna la regione geografica, ma anche la vivacità delle
persone che attraversano la storia rendendola allegra e surreale,
commovente e triste, straordinariamente equilibrata.
La regista francese
Valérie Donzelli ha presentato alla stampa
festivaliera il suo terzo film, che gareggia nel Concorso ufficiale
della settima edizione del Festival internazionale del film di
Roma, Main dans la Main. Con lei in
conferenza stampa erano presenti i protagonisti del film:
Geremie Elkaum e Valérie
Lemercier.
Claudio Giovannesi
torna al cinema con Alì ha gli occhi
azzurri, la sua seconda opera cinematografica, dopo
il documentario Fratelli d’Italia, e
trasforma un episodio di quest’ultimo in una storia di fiction, in
cui Nader, un ragazzo di origine egiziana, ma nato e cresciuto ad
Ostia, vive con sentimenti contrastanti il suo essere un italiano a
metà, in dovere verso il suo retaggio culturale e giustamente
vincolato dalla fede che professa.
Alì ha gli occhi
azzurri racconta una settimana nella vita di Nader, che
viene lasciato fuori casa dalla madre perchè pretende di avere una
ragazza (italiana) contro i precetti dell’islamismo. Il ragazzo si
ostinerà a rimanere fuori casa per tutta la settimana procurando
dolore alla famiglia e cacciandosi in diversi guai. Quando però il
suo migliore amico Stefano mostra interesse per la sorella di
Nader, Laura, quest’ultimo comincerà a cambiare posizione, entrando
in conflitto con se stesso e con tuoo ciò che poco prima riteneva
giusto.
Alì ha gli occhi azzurri, il film
Claudio Giovannesi
ci accompagna ancora una volta nella periferia romana, nelle strade
del centro e sul Lido di Ostia, seguendo quella popolazione di
adolescenti che sempre con maggiore insistenza e caratterizzazione
costituiscono l’emblema della decadenza sociale e culturale del
nostro paese. Nader, interpretato con grande naturalezza da
Nader Sarhan, è un giovane musulmano che ha preso
tutto il peggio del “sottobosco” ostiense, incarnando un futuro
uomo che fondamentalmente non si accetta, che sente la necessità di
mettere le lenti a contatto azzurre per sfuggire da quella
classificazione razziale che lui per primo fa pesare a se stesso.
Come abbiamo accennato, Giovannesi parte dal primo episodio di
Fratelli d’Italia per sviluppare la sua storia, ma se lì il
documentario dava un inaspettato tocco di brio alla narrazione, qui
i toni di fiction si fanno più duri, dando al personaggio di Nader
la caratteristica antipatia, il tipico atteggiamento di onnipotenza
che hanno nell’ultimo periodo gli adolescenti di tutte le razze, i
colori, le religioni.
Giovannesi scandisce il racconto
come un diario, segnalandoci in maniera costante il passaggio di
una giornata, durante la quale nader non sa cosa mangiare nè dove
andare a dormire, pur di non darla vinta alla madre. Nel finale il
film perde la sua tensione, riducendosi ad un andare avanti ad
oltranza dello “sciopero” del ragazzo. Forse una chiusura
drammatica avrebbe maggiormente dato un senso di chiusura, appunto,
di compiutezza al racconto, che in questo modo sembra semplicemente
dissolversi nel nero, senza trovare una sua dimensione di racconto
concluso. Alì ha gli occhi azzurri è
stato presentato in Concorso alla settima edizione del
Festival
internazionale del film di Roma.
Le voci si rincorrevano già da
diverso tempo, ma adesso Variety ha dato la conferma definitiva:
sarà Benedict Cumberbatch a interpretare Julian
Assange nel biopic a lui dedicato.
Nel film, diretto da Bill Condon(
Dreamgirls, The Twilight Saga: Breaking Dawn) e scritto da
Josh Singer Cumberbatch ritroverà James McAvoy, col quale aveva già
lavorato in Starter for 10 e
Espiazione, nei panni di Daniel
Domscheit-Berg, braccio destro di Assange dal 2007 al 2010.
Considerando che il caso di Assange
è ancora oggetto di discussione, non dubitiamo che il ritratto
offerto dalla produzione Hollywoodiana non sarà particolarmente
lusinghiero.
Non ci sono ancora notizie in
merito all’inizio delle riprese, che sicuramente dovranno essere
programmate tenendo conto della fitta agenda professionale dei due
attori principali e in particolare di McAvoy, che presto tornerà
sul set del sequel degli X Men diretto da Bryan Singer.
La LucasFilm ha confermato che sarà
Michael Arndt a scrivere lo script per il nuovo episodio di
Star
Wars che la Disney( fresca acquirente della LucasFilm e del
Franchise) ha messo in cantiere per il 2015.
Michael Arndt ha già vinto
un Oscar con Little Miss Sunshine ed è stato nominato per Toy
Story 3, uno dei fiori all’occhiello della Pixar, oltre ad essere
già co-sceneggiatore per Hunger Games: Catching Fire.
Il film racconterà di una nuova
generazione di eroi ma non si farà probabilmente mancare camei da
membri storici della saga come Luke Skywalker( Mark Hamill)e la
Principessa Leila( Carrie Fisher): fonti interne alla produzione
dicono che potrebbe esserci la possibilità di riavere anche
personaggi defunti dei capitoli precedenti, pronti a tornare in
forma di spiriti guida.
Trovato lo sceneggiatore,
l’incognita più grande resta quindi la regia, che i più vorrebbero
attribuita a Brad Bird.
E’ stata diffusa una nuova clip per
Le cinque Leggende( The Rise of the Guardians), attesa pellicola
d’animazione di Peter Ramsey prodotta da Guillermo Del Toro. Il
film, che sarà presentato in anteprima al Festival di Roma, uscirà
nelle sale italiane a fine novembre e racconterà le avventure dei 5
Guardiani, universali icone dell’infanzia( Babbo Natale, Jack
Frost, il coniglietto di Pasqua etc.), impegnati a proteggere i
loro bambini dagli Oscuri poteri del Malvagio Uomo Nero.
La Warner Bros ha diffuso un banner
per
Beautiful Creatures – La Sedicesima, primo capitolo
della nuova saga fantasy che cercherà di prendere il posto del
franchise di Twilight nel cuore dei fan.
Tratto dal romanzo di Kami Garcia e
Margaret Stoh,
Beautiful Creatures – La Sedicesima verrà presentato
in anteprima al Festival di Roma e uscirà nelle sale il 13
febbraio.
Primo giorno al Festival di Roma 2012,
nuova edizione diretta da Marco Mueller, e come ogni anno iniziamo
la nostra rubrica Twitt dal Festival di Roma.
Arriva dopo molti mesi di attesa il
primo teaser trailer di World War
Z, film con protagonista Brad Pitt in
un mondo assediato dagli zombie. Ecco le prime immagini del
film:
Ecco altre belle immagini dal set
di Una Notte
da Leoni 3, in cui possiamo anche vedere John
Goodman e Ken Jeong insieme al
mitici protagonisti Bradley Cooper, Zach Galifianakis, Ed
Helms e Justin Bartha.
Ricordiamo che nel film ci saranno
ancheHeather Graham, Jamie Chung,
Mike Epps, Mike Tyson, Jeffrey
Tambor e Melissa McCarthy.
Si dichiara felicissimo
di essere per la prima volta a Roma Takashi Miike
il regista di culto amatissimo nel mondo del cinema d’autore
orientale e non solo. E’ venuto al Festival a presentare in
concorso il suo ultimo film, il thriller psicologico
Aku no kyôten (Il Canone del
male da noi).