Il 5 dicembre tornerà
sul grande schermo Ritorno al futuro, il
primo episodio della saga cult diretta da Zemeckis. L’evento è
organizzato da Nexo Digital
La leggenda del cinema di Hong Kong ha calcato ancora il suolo romano. Johnnie To, regista action per eccellenza e modello per il cinema di genere asiatico e mondiale, ha presentato in Concorso al Festival di Roma il suo ultimo film Drug War/Duzhan. Per la prima volta il regista si è spostato, girando il suo film nella Cina continentale, dove, ha detto “le pistole finte non sono belle come quelle che fanno ad Hong Kong”. “La cosa che mi interessava mostrare era che gli spacciatori sono persone senza scrupoli, sono cattivi. Inoltre l’abbiamo girato in Cina e qui per chi spaccia c’è la pena di morte, mentre ad Hong Kong vai in galera. E’ un paese molto diverso.”
I fratelli Skolimowski, figli di Jerzy, uno dei più importanti registi polacchi, hanno realizzato dopo The hollow men, presentato ad un passato festival di Venezia, il loro secondo lungometraggio. I due avevano collaborato con il padre sul set di The essential killing, opera con molte poche battute e una performance interessante di Vincent Gallo, presentato sempre ad un passato festival di Venezia. Ixjana è un film che pesca da molto cinema europeo ed americano. La struttura è quella di un thriller psicologico, con rimandi alle luci usate da Cronenberg in molti suoi film, ci sono infatti fonti di luce decise di blu, rosso e verde che danno alla scena una tonalità surreale, e anche qualcosa che ricollega a Lynch, soprattutto nello straniamento dato dalla storia.
In Ixjana Marek, un giovane scrittore, sta cercando di risolvere il mistero della notte in cui è morto il suo amico Artur. Ricostruisce i passaggi della serata, a partire da una festa in maschera da un editore, fino ad un viaggio nei bassifondi della città. In tutto questo, si aggiunge una donna che ha a che fare con tutti e due.
Il progresso del racconto infatti non è lineare, ma è un continuo muoversi longitudinalmente sulla linea temporale tornando su azioni avvenute ore, forse giorni prima o scene future. Lo spettatore si perde, così come anche lo scrittore, che non ha più il dominio della sua storia. Marek, autore di un unico best seller che lo ha reso ricco e famoso, dal titolo quasi profetico: “Mio fratello, il mio assassino”, cerca nella sua memoria, come in Memento, e viene ingannato da questa stessa come accade in altri classici del cinema di tensione, primo fra tutti La donna che visse due volte di Hitchcock.
A dare al film una patina di mistero ancora più decisa è la morte improvvisa, avvenuta in India dopo aver contratto una malattia che lo ha ucciso in due settimane, del più piccolo dei fratelli Skolimovski, Jozef, che aveva composto le musiche per questa pellicola e si trovava in India per delle ricerche per il prossimo film.
Ecco Scarlett Johansson come Janet Leigh in una
nuova clip tratta dal film Hitchcock con Anthony Hopkins nei panni
del leggendario regista Inglese.
Ieri su Red Carpet di Roma la folla è impazzita per Sylvester Stallone, l’unico vero grande divo di Hollywood presente quest’anno al Festival di Roma 2012, aspettando domani James Franco. Il pubblico numeroso ha accolto l’attore al grido di uno dei suoi personaggi più famosi Rocky. Sly ha presentato al pubblico dell’Auditorium il suo ultimo film Bullet to the Head diretto dal grande regista Walter Hill. La nostra recensione del film: Bullet to the Head. Ecco tutte le foto gallery dal red carpet.
La Sony ha rilasciato il primo atteso Trailer di Shadowhunters – Città di ossa diretto da Harald Zwart. Il film è l’adattamento cinematografico della saga ideata da Cassandra Clare.
Interpreti di Shadowhunters – Città di ossa sono Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Robert Sheehan, Jemima West, Kevin Segers, Kevin Durand, Robert Maillet, Lena Headey, Jared Harris, Godfrey Gao, Aidan Turner, CCH Pounder e Jonathan Rhys Meyers.
In italia la pellicola si intitolerà Shadowhunters – Città di ossa come il primo romanzo in Italia, mentre la serie in America avrà il titolo The Mortal Instruments: City of Bones
Ecco il primo poster:
Fonte: comingsoon.net
Arriva Goltzius and The Pelican Company, il nuovo film di Peter Greenaway. Hendrik Goltzius, incisore, stampatore ed editore, contemporaneo di Rembrandt, è in viaggio verso l’Italia assieme alla compagnia teatrale del Pellicano. Sulla strada decide di fermarsi in Alsazia, ospite del margravio locale, un laido individuo che oltre a governare e a defecare in pubblico, sbucciando mele per le sue scimmie, si diletta di mecenatismo.
Goltzius vorrebbe convincerlo a finanziere la realizzazione dei suoi libri con le storie dell’antico testamento viste in maniera erotica e ambiguamente metaforica, in particolare la storia di Lot e delle sue figlie, di Davide e di Betsabea e di Sansone e Dalila. Il margravio però esita a farsi convincere, così l’incisore gli propone di mettere in scena per lui sei rappresentazioni, una per sera, insieme agli attori della compagnia del Pellicano. Allettato dalla prospettiva di partecipare attivamente in messinscene erotiche il Margravio accetta. Ma la finzione si fonde con la realtà e così prende il via un perfido gioco di sesso, sangue e potere.
Dopo il film su Rembrandt, Greenaway realizza il secondo capitolo della sua personale trilogia dedicata all’arte fiamminga, che si concluderà con un lungometraggio dedicato a Hieronymus Bosch. Il risultato è a dir poco superbo. La bellezza folgorante delle immagini si fonde con un testo profondo, ma ironico, sovversivo, ma incredibilmente logico, dove con l’innocenza di un fanciullo si dichiara che in fondo la parola God (Dio) atro non è che la parola cane (Dog) letta a contrario, oppure che il detto “una mela al giorno toglie il medico di torno” sia una conseguenza di quanto avvenuto con Adamo ed Eva.
La tecnologia digitale è di valido supporto alla pittura su schermo di Peter Greenaway che riesce a sviluppare le ricerche visive iniziate con il suo ormai lontano Prospero’s Book (L’ultima Tempesta), che accostato a questa nuova opera appare oggi quasi un taccuino di schizzi. Il compositing si fa complesso, multistratificato, con intarsi estremamente complessi e green-screen al servizio dell’arte espressiva e non degli effetti spettacolari. Addirittura entrano in gioco modellazioni in 3D volutamente dichiarate come tali e lasciate in uno stadio intermedio, per voler dare un senso straniante di progettazione architettonica che irrompe nelle realtà. Goltzius, Piranesi, Rembrandt e tutta una folta schiera di artisti citati esplicitamente o negli stupefacenti giochi di collages digitali esprimono la loro arte avendo a disposizione una tavolozza tecnologica che ai loro tempi non sarebbe stata minimamente pensabile. E infatti Greenaway apre il suo film con una breve disquisizione proprio sull’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie espressive.
In Goltzius and The Pelican Company la storia si svolge all’interno della corte del margravio, genialmente ricostruita, o meglio adattata in una vecchia fabbrica dimessa, con caldaie a vapore, vasche d’acqua stagnante e tutto un fantasmagorico patrimonio di archeologia industriale che magicamente si sposa con l’epoca barocca grazie al lavoro dello scenografo Ben Zuydwijk e dei costumisti Marrit Van Der Burgt e Blanda Budak. Le musiche dell’italiano Marco Robino accompagnano egregiamente questa messinscena di sapore elisabettiano ibridata con le atmosfere di Brecht e Weill.
Peccato che non vedremo mai in sala o in dvd “Goltzius and The Pelican Company” a causa della sua carica sovversiva, intelligente, colta, divertente, sensuale (e mai erotica) che tanto potrebbe dar fastidio ad un pubblico assoggettato alla visione passiva di standard in-espressivi ormai imposti, definiti, o meglio somministrati come un farmaco cretinizzante.
Ecco la versione italiana del secondo trailer de Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi, con un cast d’eccezione che comprende James Franco, Michelle Williams, Mila Kunis, Rachel Weisz, Abigail Spencer e Zach Braff.
Presentato in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, E la chiamano Estate è un film diretto da Paolo Franchi che vede protagonisti Isabella Ferrari e Jean-Marc Barr nel ruolo della coppia protagonista, mentre intorno a loro gravitano una serie di volti più o meno noti tra cui Luca Argentero e Filippo Nigro.
In E la chiamano Estate Dino e Anna sono una coppia di quarantenni. Si amano tantissimo ma tra loro non c’è mai stato un rapporto fisico, pur stando insieme da quasi un anno. E’ Dino a non voler avere rapporti con la bella compagna, perché dentro di sé avverte una scissione tra l’intenso e sincero amore che prova per Anna, e il sesso, che invece fa più volte e con diverse partner occasionali, anche prostitute. L’uomo decide così di andare alla ricerca degli uomini che Anna ha avuto nella sua vita, chiedendo loro notizie sul loro rapporto, arrivando persino a chiedere ad uno di loro di diventare l’amante della sua compagna; in nome dell’amore che lui prova per lei infatti non vuole che Anna rinunci al sesso solo perché lui non riesce ad avere rapporti con lei, arrivando persino a dire alla compagna di trovarsi un amante. In realtà la sua profonda sofferenza per la sua situazione ha radici profonde che affondano nel dolore per il suicidio del fratello e per l’abbandono da parte della madre. La loro situazione sembra così senza soluzione e Dino e Anna trascinano le loro vite affogando nella solitudine lei e cercando sempre più convulsamente la compagnia promiscua lui.
Parlare di E la chiamano Estate risulta davvero difficile in quanto si tratta di un prodotto particolarmente ermetico, che cerca di comunicare una sfaccettatura dell’amore poco trattata al cinema ma lo fa in modo confuso e a tratti presuntuoso, senza cercare di avvicinarsi allo spettatore per agevolare la comunicazione, ma rimanendo chiuso nel suo ‘bozzolo’ di autoreferenzialità. Il peggior difetto del film va ricercato purtroppo nella sceneggiatura, e nei dialoghi che talvolta banalizzano eccessivamente una sofferenza reale nel protagonista. Anche il ritmo, dilatato, e lo stile, che predilige inquadrature sfuocate, non contribuiscono alla facile o anche solamente alla piacevole fruizione del film. Buona però la performance degli attori che si dimostrano all’altezza di scene anche impegnative, che richiedono una certa padronanza del proprio corpo e delle proprie emozioni.
E la chiamano Estate è uno di quei film che si rivolgono ad un pubblico molto ristretto e la cui narrazione confusa e poco fruibile ne impedirà quasi sicuramente il successo al botteghino.
Comincia con un appello in favore di Cinecittà la conferenza stampa di Bullet to the Head, presenziata da Walter Hill, regista, da Alessandro Camon, sceneggiatore, e dall’intramontabile Sylvester Stallone. E’ proprio l’attore ad esordire dicendo che poche realtà possono vantare un edificio simbolico che possa rappresentarle nel mondo, “e voi avete Cinecittà. Spero che il Governo, insieme a voi che siete appassionati di cinema, possa riuscire a salvarla e a portarla avanti”.
Nonostante un carnet ricco di impegni, in gran parte possibili blockbuster –The Tomb, Grudge Match, Bullet To The Head – Sylvester Stallone ha trovato il tempo di partecipare anche a un progetto di più contenute dimensioni. Si tratta di Reach Me, che l’attore pare abbia già finito di girare, nonostante del progetto non si sappia ancora granché, a partire dal ruolo recitato da Sly; da quel poco che si sa della trama, invece, tutto ruoterà attorno a un gruppo di persone legate tra loro da un libro di auto-aiuto, scritto da un ex allenatore di football ritiratosi nell’anonimato.
Il film è stato scritto e diretto da John Herzfeld ( Two Days In The Valley, 15 Minutes, The Life And Death Of Bobby Z), amico di vecchia data di Stallone, a fianco del quale recitò in Cobra, interpretando il ruolo di Cho; più recentemente, il regista ha diretto il documentario dedicato al making of di The Expendables, inserito nella versione dvd del film. Il cast di reach me include, tra gli altri, Danny Aiello, Ving Rhames, Elizabeth Henstridge, Omari Hardwick e il rapper Nelly. Nulla è ancora dato di sapere riguardo la data di uscita.
Fonte: Empire
Dopo che solo pochi giorni fa era uscita la notizia della sua non partecipazione ad American Assassin, giunge quella del possibile arrivo di un nuovo film nell’agenda di Chris Hemsworth: l’attore di Melbourne sarebbe in trattative per far parte del cast di Candy Store, crime thriller diretto da Stephen Gaghan.
Il regista sta assemblando in questi giorni il cast del film, al quale sono stati avvicinati i nomi di Brad Pitt e Christoph Waltz; nel caso le trattative vadano a buon fine, Hemsworth dovrebbe interpretare un superagente segreto che perde tutto e scompare, ricominciando da zero come semplice poliziotto, solo per scoprire che il cartello criminale contro cui aveva combattuto da agente, ora opera proprio nella zona di sua competenza.
Candy Store non è l’unico progetto per il quale Hemsworth è stato dato trai possibili protagonisti ultimamente: ad esempio si è parlato di una sua possibile partecipazione al biopic dedicato a Steve McQueen, incentrato sulla storia dell’amicizia tra l’attore e la sua controfigura, Bud Elkins. Il film potrebbe addirittura vedere uniti sul set i due fratelli Hemsworth, Chris e Liam. Chris Hemsworth ha appena finito di girare Thor: The Dark World, mentre sarà a breve sugli schermi americani nel remake di Alba Rossa.
Fonte: Empire
Mentre è alle battute finali per il terzo episodio di Iron Man, Robert Downey Jr ha cominciato a guardarsi attorno, alla ricerca dei film da mettere in agenda per il 2013; ultimo in ordine di tempo: The Judge.
Il film dovrebbe vedere Downey Jr nel ruolo di un avvocato dai pochi scrupoli e il grande successo che torna a casa per partecipare al funerale della madre, vittima di un omicidio; qui scoprirà che ad ucciderla potrebbe essere stato addirittura il padre, malato di Alzheimer e dunque incapace di ricordare cosa sia realmente accaduto, che in effetti viene prima sospettato e poi accusato dell’omicidio.
Il protagonista deciderà così di difenderlo in tribunale, finendo per scoprire un nuovo e migliore lato di se. A produrre il film potrebbe essere lo stesso Downey Jr, assieme alla moglie Susan: per il ruolo del padre del protagonista si sta cercando di ottenere la partecipazione di Jack Nicholson. La sceneggiatura è stata scritta da Nick Schenk; David Dobkin dovrebbe partecipare come regista e co-produttore.
Fonte: Empire
Nuova commedia in vista per Cameron Diaz, l’che potrebbe partecipare a The Other Woman; possibile anche il coinvolgimento di Kristen Wiig. La storia, scritta da Melissa Stack, vede la protagonista scoprire di essere il ‘terzo lato’ di un triangolo amoroso e in seguito unire le forze alla moglie tradita del caso per vendicarsi del marito fedifrago.
Il film appare seguire un pò le orme del Club delle prime mogli, in cui Bette Midler, Goldie Hawn e Diane Keaton si coalizzavano per punire i rispettivi mariti traditori. Il progetto è in corso di sviluppo, e al momento ancora privo di un regista. Vista di recenti in Cosa aspettarsi quando si aspetta, Cameron Diaz sarà a breve nella sale in Gambit, ha appena finito di girare The Counselor di Ridley Scott e sarà anche nel cast di A Liar’s Autobiography.
Fonte: Empire
Dei vari progetti ispirati alle serie tv degli anni ’80 e ’90, quello dedicato a MacGyver, non aveva finora riscosso grandi attenzioni: tuttavia le cose potrebbero essere cambiate, dato che ora ad essere entrato in trattative per realizzare il film è stato James Wan (Insidious).
Di un film dedicato all’avventuriero si parla dal 2009: attualmente i diritti sono nelle mani della New Line; la serie tv, trasmessa dalla ABC, durò sette anni, a cavallo tra gli ’80 e i ’90; Richard Dean Anderson vestiva i panni del protagonista, la cui particolarità era quella di cavarsi d’impaccio grazie a pochi oggetti, in genere di uso comune, a prima vista difficilmente utili in situazioni di emergenza.
Una caratteristica che ne ha perpetutato la memoria anche dopo la fine della serie, decretata nel 1992: il personaggio è diventato un pò il simbolo dell’uscire da situazioni problematiche usano mezzi di fortuna, per quanto spesso le trovate presenti nel telefilm per quanto geniali finissero per essere ben poco credibili: tutto ruotava in effetti attorno al fatto che per quanto strambe, puntualmente funzionassero alla perfezione…
Il film dovrebbe essere prodotto da Raffaella De Laurentiis, mentre Jason Richman, Brian Gunn e Mark Gunn, avrebbero già scritto un abbozzo di sceneggiatura; se le trattative con Wan dovessero andare a buon fine, il risultato potrebbe essere sorprendente.
Fonte: Empire
Proseguendo la moda che sempre più spesso delle giovani popstar dal successo mondiale portare le loro ‘gesta’ sul grande schermo (ricordiamo il recente esempio di Justin Bieber), ecco che anche gli One Direction si preparano a invadere le sale. La notizia non stupisce, a meravigliare semmai è il fatto che a dirigere il film a quanto sembra sarà Morgan Spurlock, che in passato si è dedicato a progetti di ben maggiore spessore, come Supersized Me e Che fine ha fatto Bin Laden?
Gli One Direction – Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles, Louis Tomlinson – partecipano all’edizione 2010 di X Factor, classificandosi terzi e attirando l’attenzione di Simon Cowell, produttore discografico e televisivo ideatore tra l’altro di America’s Got Talent e del suo ‘gemello’ britannico, nonché conosciutissimo personaggio televisivo, dato che ha partecipato a talent show nel ruolo di giurato nei suoi stessi programmi.
Spurlock ha commentato il progetto come un’incredibile opportunità, che arriva in un momento stupefacente per la bandd; catturare le immagini del tour del gruppo e condividerlo col pubblico di tutto il mondo rappresenta un’impegno epico del quale il regista si è detto fiero. Il film si tradurrà probabilmente come una serie di brani dal vivo inframezzati con riprese nel backstage.
Fonte: Empire
Alla fine della prima parte, Bella (Kristen Stewart) aveva appena partorito la piccola Renesmee, concepita quando ancora la ragazza era umana durante il viaggio di nozze con Edward. Il parto l’aveva dissanguata e quindi il suo compagno l’aveva trasformata in vampiro per farla sopravvivere. Da qui inizia la seconda parte dell’ultimo capitolo della saga di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, Bella è una “neonata” anche lei, insieme alla piccola che ha partorito.
Subito, Edward (Robert Pattinson) vede quali sono i suoi doni: forza, velocità e autocontrollo, molto utili nel momento in cui l’arrivo della bambina sembra aver rotto la pace tra le varie famiglie. Ogni saga deve avere la sua fine. Con la seconda parte di Breaking Dawn, girata in contemporanea alla prima da Bill Condon, ma uscita un anno fa, si chiude un’altra epoca cinematografica, dopo quella decennale di Harry Potter.
La saga di Twilight ha dalla sua il pregio di aver riesumato il personaggio del vampiro dai clichès della bara e del palo nel cuore, modernizzando e rendendo quello che è: l’essere romantico per eccellenza: pallido, esangue, turbato. Come racconta il regista, con l’ultima parte della saga si conclude anche un discorso che ha toccato tutte le facce dell’amore: l’attrazione, la scelta, la separazione, il ritorno e l’unione. Bella ed Edward sono stati uniti e divisi, come ogni buona storia d’amore che dai tempi di Romeo e Giulietta deve fare, per poi ritrovarsi.
A livello registico sono cambiate diverse cose, dal primo quasi indipendente Twilight; una cosa su tutti, la più evidente, una maggior cura e sicuramente un maggiore investimenti tecnico e di forze nella realizzazione degli effetti visivi. Dove, come raccontava nel lontano 2008 Catherine Hardwicke, la prima regista della saga, che veniva dal successo del piccolo film Thirteen, molti effetti erano realizzati artigianalmente, come il tapis roulant sotto i ragazzi per simulare la velocità nella corsa dei vampiri. Ora invece Condon si avvale evidentemente di post-produzione digitale, che rende molto fluide e intense le scene di lotta o di corsa.
The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 è nettamente diviso in due parti, ben bilanciate e sopratutto di molto intrattenimento, ci sono anche alcuni momenti di autoironia e citazione degli episodi precedenti, che di sicuro saranno causa di commozione tra i fan. Gli attori, poi, hanno subito lo stesso trattamento dei protagonisti della saga tratta dai romanzi di J.K Rowling; ovvero, sono cresciuti. Da attori esordienti sono diventati presenze ricorrenti sugli schermi con ruoli molto diversi e molto distanti dall’innocente Bella e dall’innamorato Edward. Tentativi di abbandonare il personaggio prima di essere mangiati dal personaggio, che però non hanno impedito un credibile ritorno nei suoi panni a nessuno dei due protagonisti.
Che su questo capitolo ci sia stata molta più cura lo si vede anche dai titoli di testa, che sono un mix di tutte le aperture dei precedenti episodi riarrangiate da Carter Burwell, uno dei più grandi compositori di musica per film, a lui si devono tutte le colonne sonore dei film dei fratelli Coen, e che ritorna alla cura della colonna sonora della saga dopo essersi occupato del primo episodio. Le sue note accompagnano l’amore, le lotte e la vita dei Cullen. The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 esce in sala il prossimo 14 Novembre.
Ecco la video intervista a Guillermo Del Toro sul red carpet del Festival di Roma 2012, arrivato a Roma per presentare Le cinque leggende e ritirare il premio Vanity Fair
Il Conte Dracula,
tenebroso personaggio leggendario, ha ispirato molti film da quasi
un secolo. Un pozzo senza fondo a cui ha attinto anche il massimo
esponente dell’horror in Italia, Dario Argento,
regista amato e apprezzato anche all’estero (specie negli Usa e in
Francia). Il suo diciannovesimo film, a 3 anni di distanza da
Giallo del 2009, avrà come protagonista
proprio il noto Vampiro e s’intitolerà inequivocabilmente
Dracula 3D. Anche il regista di
Profondo rosso e
Suspiria – considerati i suoi
lungometraggi più riusciti – si affida dunque agli occhialini
bicolori.
Quattordici anni fa, la figlia di William Joyce ha chiesto al padre se Babbo Natale e il Coniglio Pasquale fossero amici. La domanda incuriosì molto Joyce, che pensandoci su cominciò a dare corpo alla storia che ha visto la sua realizzazione nella collana di 13 storie intitolata “Guardians of Childhood”.
Le storie sono finalmente diventate un film, Le 5 Leggende, e oggi al Festival di Roma, Guillermo del Toro in veste di produttore esecutivo, la produttrice Christina Steinberg e il regista Peter Ramsey sono intervenuti a presentare il film nella sezione Fuori Concorso. “Tutti conosciamo i personaggi – ha raccontato Ramsey – ma nessuno sa veramente bene cosa è capitato loro. Bill (William Joyce, ndr) voleva raccontare tutto in modo diverso, per vedere cosa esprimono veramente i personaggi. E da qui abbiamo cominciato a costruire i protagonisti”.
Al Festival arriva il giorno del primo film dal Sud America in Concorso, Mai Morire, pellicola messicana diretta da Enrique River, già autore nel 2008 del film Parque vía.
Mai Morire racconta la storia di Chayo che fa ritorno a Xochimilco, suo paese natale, per prendersi cura dell’anziana madre e affrontarne la morte. Circondata da amore e da una bellezza sublime, Chayo si ritroverà a rinunciare a ciò che come donna e madre è irrinunciabile. E sarà proprio questo il prezzo della sua liberazione.
L’opera si presenta come un’affascinante insieme di suggestioni, sensazioni e tradizioni del Messico, che fa della suo misticismo una delle peculiarità più sfruttate nel cinema ma anche uno degli aspetti più sensazionali. Questo aspetto è così presente e invadente da rappresentare anche il limite più grande del film, se pensiamo alla difficile condizione nella quale la protagonista muove i suoi passi, fatti non tanto di avvenimenti, quanto di sensazioni da provare, luoghi da visitare, mani da sfiorare.
Quello che maggiormente colpisce del film è l’incomunicabilità che accomuna gran parte dei personaggi, salvo forse i due bambini, figli della protagonista, che nel film rappresentano l’innocenza. E’ questa incomunicabilità che rende più difficile affrontare i rapporti della protagonista che ritorna nella sua terra natia per redimersi dal passato.
Enrique River al suo secondo lungometraggio riesce nell’intento di trasporre in immagini un mondo incredibile che fa della fede e del culto dei morti una delle ragioni di vita, anche grazie ad una splendida fotografia e ad un’amabile sensibilità per i piccoli gesti e l’inafferrabile silenzio che contaminano tutto il lavoro. Non sarà forse il film migliore del Festival ma di certo è il più coerente dei lavori.
E se le storie che raccontano ai bambini fossero vere? Se Babbo Natale esistesse davvero? E’ proprio quello che racconta Le 5 Leggende, film d’animazione della DreamWorks, che vede protagonisti appunto Babbo Natale (Santa), La fata dei denti (Dentolina), il Coniglio Pasquale (Calmoniglio), Sandman (Sandy) e Jack Frost. Ma se tutti i ‘buoni’, i Guardiani esistono davvero, allora forse esiste anche la loro ombra, il temibile Uomo Nero e gli incubi che porta con sé, infilandosi nei sogni dei bambini.
Il film, che da noi uscirà con il titolo de Le 5 Leggende, racconta proprio del tentativo dell’Uomo Nero (Pitch) di prendere possesso del mondo, inducendo tutti i bambini della terra a non credere più ai loro guardiani. Il primo passo da compiere quindi e sabotare il loro “lavoro”, inducendo così i bambini a disperare. Ma i Guardiani hanno un asso nella manica: Jack non ricorda nulla della sua vita precedente, non sa da dove viene, né qual è il suo scopo. Unirsi alle leggende lo aiuterà a ricordare e a capire, inducendolo a combattere accanto a Babbo Natale, Calmoniglio, Dentolina e Sandy per la salvezza dei bambini.
La DreamWorks fa un’altra volta centro e realizza un film appassionante e divertente, dalle scenografie maestose che si avvale di un 3D spettacolare e sfrutta al massimo gli effetti coreografici dei “super poteri” che i protagonisti mettono a disposizione dell’azione. A doppiare, nella versione originale, i fantastici protagonisti del film sono stati chiamati Alec Baldwin per interpretare Babbo Natale, grande grosso e sempre allegro, meravigliosamente (in tutti i sensi) buono.
Dentolina invece è stata doppiata con il consueto brio che la contraddistingue, da Isla Ficher, mentre chi meglio in un australiano DOC poteva doppiare l’energumeno Calmolino se non Hugh Jackman? A completare il quadro dei buoni, si aggiunge Chris Pine, che presta la voce ad un riluttante Jack Frost. Dal versante del cattivo invece troviamo la magnifica voce di Jude Law, che interpreta l’Uomo Nero. Un cast all star per un film molto adatto ai bambini per temi e storia, ma che può interessare anche ai grandi che non dimenticano la bellezza della speranza e dell’ingenuità di fronte alle meraviglie del mondo.
Peter Ramsey dirige un film molto classico dal punto di vista dello sviluppo narrativo, che mette insieme gli eroi dei più piccoli, facendoli diventare veri e propri super eroi senza far perdere loro nemmeno un pizzico della loro magia.