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Reality: recensione del film di Matteo Garrone

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2012 e vincitore del Gran Premio della giuria arriva nelle sale il nuovo film di Matteo Garrone (Gomorra), fra i pochi in Italia ad essere autore di un cinema capace di raccontare storie personali ma allo stesso tempo raggiungere ampio respiro e grandi platee. Non è da meno quest’ultimo lavoro, Reality, un racconto fortemente radicato nel territorio e sul filo del rasoio fra realtà e sogno, fra aspirazioni e illusioni, fra contorni fiabeschi e grande virtuosismo registico.

Reality racconta una storia semplice: Luciano è un pescivendolo napoletano che per integrare i suoi scarsi guadagni si arrangia facendo piccole truffe insieme alla moglie Maria. Grazie a una naturale simpatia, Luciano non perde occasione per esibirsi davanti ai clienti della pescheria e ai numerosi parenti. Un giorno, spinto dai familiari, partecipa a un provino per entrare nel Grande Fratello. Da quel momento la sua percezione della realtà non sarà più la stessa.

Reality, il film

Reality film

Nella sua semplicità, quello che colpisce di Garrone è senza dubbio la capacità di mettere in scena una storia dalle innumerevoli sfumature e dai connotati di grande cinema, e nello stesso tempo capace di affrontare una riflessione sincera, umile ed innocente su un paesaggio contemporaneo e su un contesto sociale forse troppo legato alle apparenze e alle illusioni, allontanatosi troppo in fretta dai valori veri e dalle emozioni reali. Un paesaggio che assuefatto dalla società di consumi perde la testa e smarrisce la strada, perdendosi negli inganni e nei trabocchetti di una macchina divoratrice di sogni e di speranza. Ma la favola descritta dall’autore è anche qualcosa di estremamente leggero, tanto da diventare un viaggio attraverso i meandri di un giovane Pinocchio che ben presto dovrà fare i conti con il grillo parlante e con la realtà della sua esistenza, fatta di una famiglia  e di amici che lo amano e che lo sostengono anche e soprattutto nei momenti difficili, peccando forse d’ignoranza, ma diventando un parafulmini infallibile dalle saette della “macchina del consumo” grazie alla loro innocenza.

Reality ancora una volta è girato magnificamente, con sorprendenti piani sequenza, che confermano la grande padronanza del linguaggio del regista, sottolineati e raffigurati in uno splendido gioco di luci e ombre che è l’ultima fotografia del grande Marco Onorato. Da menzione speciale in fine è la “favolosa” partitura di Alexander Desplat che sostiene la messa in scena del regista e portano il film in una dimensione fiabesca di grande fattura, com’è del resto anche l’interpretazione di tutto il cast principale. Se bisogna trovare un neo a questa pellicola è forse nel ritmo che presenta i punti di debolezza, generati prevalentemente da una sceneggiatura a tratti ridondante che tuttavia, non impedisce alla spettatore di arrivare nella splendida sequenza finale, un vero fiore all’occhiello del cinema contemporaneo.

Nuovo poster di Les Misérables!

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La piccola Cosette è protagonista del nuovo poster di Les Miserables. L’addatamento cinematografico del famoso musical tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo uscirà sui nostri schermi all’inizio del 2013:

Stallone no a Rambo 5 ma nuovo film sul romanzo Hunter!

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Sylvester Stallone aveva progettato un Rambo 5 sottotitolato The Savage Hunt, uno nuovo film della serie dove il protagonista andava lala ricerca di una creatura semiumana  frutto dell’ingegneria genetica,

Il Trailer di Promised Land di Gus Van Sant con Matt Damon

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Ecco il trailer di Promised Land, nuovo film di Gus Van Sant con protagonista Matt Damon. La pellicola è basata su di John Krasinski, inizialmente sviluppata dallo scrittore Dave Eggers

The Wolverine: prima foto ufficiale!!

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Ecco la prima foto di Hugh Jackman nei panni di The Wolverine nel nuovo adattamento. La pellicola ariverà nell’estate 2013 in Italia con il titolo THE WOLVERINE, il film, distribuito dalla 20th Century Fox, che vede il ritorno di Hugh Jackman nei panni del più famoso mutante della Marvel.

Basato sul celebre arco narrativo a fumetti, in The Wolverine troviamo Logan, il guerriero eterno, in Giappone. Lì, l’acciaio dei samurai si scontrerà con gli artigli d’adamantio, mentre Logan affronterà una misteriosa figura dal suo passato, in un’epica battaglia che lo cambierà per sempre.

 

Moviemov Roma – Asian New Wave 2012: Il cinema asiatico invade Roma!

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Dal 27 al 30 settembre 2012 la Casa del Cinema di Roma ospiterà il MOVIEMOV ROMA_ASIAN NEW WAVE, diretto da Goffredo Bettini e realizzato dalla A.C. Playtown

Concorso di cortometraggio in omaggio a Michelangelo Antonioni

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Prorogato fino al 15 ottobre il termine ultimo per partecipare al Concorso di cortometraggio in omaggio a Michelangelo Antonioni, nel centenario della sua nascita, dal titolo “Omaggio a Michelangelo Antonioni”,

Box Office USA del 24 Settembre 2012

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E’ finita la stagione estiva, e si vede. Il box office di questa settimana dei film più visti nelle sale americane è completamente rimescolato e pieno di nuove uscite tra i primi posti. End of watch in cui Jake Gyllenhall veste i panni di un poliziotto minacciato di morte dal cartello della droga, si posiziona infatti in prima posizione, con un incasso di 13 milioni di dollari. Alla regia, David Ayer, che di storie di poliziotti, più o meno corrotti ma comunque nei guai è un esperto, avendo scritto Training day, film di Antoine Fuqua con Denzel Washington e Ethan Hawke. In seconda posizione si ferma, a parimerito, House at the end of the street, con appunto un incasso di 13 milioni di dollari e con protagonista Jennifer Lawrence, reduce dal successo di Hunger games. Il terzo posto è occupato dall’apparente versione ottuagenaria di Moneyball con Brad Pitt. Anche in The trouble with the curve il protagonista è un allenatore di baseball che però ha le sembianze di Clint Eastwood, il casta è interessante, visto che sono presenti anche Amy Adams e Justin Timberlake. Il film ha incassato poco meno dei primi due in classifica: 12,7 milioni di dollari. In quarta posizione troviamo la versione rimasterizzata ed adattata al 3D di Finding Nemo, che incassa 9 milioni di dollari, per arrivare ad un totale di 30. Al quinto posto scende in picchiata Resident Evil: Retribution, ultimo capitolo della saga decennale, che forse inizia un po’ a stancare. Il film ha incassato quasi 7 milioni di dollari, portando il suo totale a 33. In sesta posizione troviamo il remake di Dredd, in versione 3D, in cui Karl Urban prende il posto di Stallone come Judge Dredd, un’operazione, che, visti i risultati di Total recall, altro classico anni ’90 rifatto quest’anno, non sembra funzionare moltissimo. Il film incassa 6 milioni di dollari. Il settimo posto è occupato dall’atteso film su Scientology (apparentemente) di Paul Thomas Anderson, The master, con Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman freschi vincitori a parimetrito della coppa Volpi per l’intepretazione maschile all’ultimo Festival di Venezia. Il film ha incassato 6 milioni di dollari. L’ottavo posto è occupato dal film horror The possession, che scende inesorabilmente nel gradimento, incassando solo 2 milioni di dollari questa settimana per un totale di 45. In nona posizione scende a picco Lawless, con un incasso settimanale di 2 milioni di dollari che portano il suo totale a 34, dopo un mese in sala e in classifica, chiude la classifica il film di animazione ParaNorman che ha incassato 2 milioni di dollari questa settimana portando il suo totale a 52.

 La prossima settimana si aspettano le uscite di: Hotel Transylvania, un film di animazione russo, Looper, un film d’azione con un cast di tutto rilievo: Joseph Gordon Levitt, Emily Blunt e Bruce Willis e Won’t back down con Maggie Gyllenhall.

Uscite al cinema dal 25 settembre 2012: Reality e Resident Evil: Retribution

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Martedì 25 –  The Story of the Film: Mark Cousins regista e storico, adatta il suo libro dal medesimo titolo in una 15 ore di esplorazione del cinema come arte, con una prospettiva globale, dall’epoca del muto all’era digitale.

Mercoledì 26 –  Magical Mystery Tour: Per i nostalgici del gruppo musicale più famoso del mondo, un lungometraggio che li vede protagonisti di un tour canoro sullo sfondo del paesaggio inglese. Il film, del quale i Beatles sono anche autori e registi, era stato richiesto dalla televisione inglese nel 1967.

Venerdì 28 –  Reality: Luciano è un pescivendolo napoletano che per integrare i suoi scarsi guadagni si arrangia facendo piccole truffe insieme alla moglie Maria. Grazie a una naturale simpatia, Luciano non perde occasione per esibirsi davanti ai clienti della pescheria e ai numerosi parenti. Un giorno, spinto dai familiari, partecipa a un provino per entrare nel “Grande Fratello”. Da quel momento la sua percezione della realtà non sarà più la stessa.

Elles: Anne ha un marito, due figli, una bella casa a Parigi. Anne è una giornalista del magazine “Elle” per il quale ha recentemente condotto un’inchiesta intervistando due studentesse che si prostituiscono. L’incontro con la polacca Alicja e con la francese Lola (che poi le rivelerà di avere un altro nome) la turba profondamente. Mentre un mattino sta tentando di trasformare le interviste in un articolo e intanto prepara la cena che vedrà come ospiti il capo del marito con sua moglie, quanto confidatole in quegli incontri si rivela sempre più perturbante.

Resident Evil: Retribution: Il film precedente, sul ponte dell’Arcadia. Ci sono 3 tipi di zombi: “Russians”, “Las Plagas” e quelli di Tokyo. Il look degli zombie è più realistico questa volta, ce ne sono di più ma si muovono in piccoli gruppi. Alcuni vecchi personaggi, che erano morti, sono tornati in vita grazie all’Umbrella, la quale lavora anche alla clonazione.

Appartamento ad Atene: Nel 1943, ad Atene, un appartamento viene requisito per ospitare un ufficiale tedesco. Nell’appartamento vivono gli Helianos, una coppia di mezza età un tempo agiata. Hanno un ragazzo di dieci anni, animato da melodrammatiche fantasie di vendetta, e una bambina di dodici. Con l’arrivo del capitano Kalter, tutto è cancellato. Metodico, ascetico, crudele, Kalter è un dio-soldato che impone il terrore. E gli Helianos si sottomettono, remissivi. Sono servi, adesso, senza altra identità che la loro acquiescenza.

L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva: Manny, Sid, Diego, Ellie e Scrat sono stati completamente ghiacciati, ma un museo dei giorni nostri decide di esporre i nostri eroi non sapendo che in realtà sono ancora vivi.

The Five-Year Engagement: Tom e Violet si sono fidanzati ufficialmente, ma il loro piani di matrimonio vengono regolarmente sconvolti da qualche avvenimento che finisce col prolungare all’inverosimile il periodo del loro fidanzamento.

ParaNorman: recensione del film in stop-motion

Arriva al cinema ParaNorman, il nuovo film in stop-motion diretto da Chris Butler e Sam Fell e distribuito dalla Universal Pictures. Nella piccola e tranquilla cittadina di Blithe Hallow il giovane Norman Babcock non ha una vita semplice e felice. Apparentemente normale ed uguale agli altri ragazzi, il nostro Norman ha una dote non proprio convenzionale: può vedere e parlare con gli spiriti…coloro passati a miglior vita.

Questa particolarità gli crea non pochi problemi dovuti alla diffidenza e allo scetticismo della gente; in casa deve sorbire le quotidiane ramanzine di un padre disperato nel vedere un figlio tanto strambo oltre al dileggio da parte di Courtney, una sorella alquanto altezzosa. Solo la madre cerca di comprenderlo e giustificarlo pur palesando una certa inquietudine verso le stranezze del figlio.

A scuola le cose non vanno di certo meglio in quanto il nostro giovane protagonista è puntualmente oggetto di scherzi e battute che hanno come ispiratore principale Alvin, il classico bullo della scuola tutto muscoli e niente cervello. E’ così a Norman non rimane che l’amicizia di Neil, un ragazzino grassottello e pavido con cui condivide una solitudine forzata.

ParaNorman

Intanto a Blithe Hallow è prossimo l’anniversario della morte di una terribile strega che duecento anni prima lanciò una maledizione sul giudice e la giuria che sentenziarono la sua condanna. Lo zio di Norman, uno svitato ed eccentrico eremita, unico a riconoscere le capacità occulte del nipote, lo avvertirà che solo lui è in grado di leggere la formula per evitare il ritorno della strega pronta a invadere la tranquilla cittadina con un piccolo esercito di zombie e dare così compimento alla sua maledizione…sarà in grado il giovane Norman di salvare la comunità?

In uscita nelle sale italiane dal prossimo 11 ottobre, ParaNorman  è l’ultimo prodotto della premiata ditta Focus Feauteres e LAIKA già note per il precedente successo di Coraline e La porta magica. Come per Coraline anche per ParaNorman  assistiamo all’uso della tecnica in stop-motion con la particolarità, non trascurabile, di vedere combinata questa tecnica con la concezione stereoscopica ossia fotografata in tredimensioni.

LAIKA ha una lunga storia nello studio e nella sperimentazione animata in stop-motion, basta ricordare che ha dato un contributo tecnico fondamentale ad un altro lungometraggio, poi premiato con l’Oscar, La sposa cadavere diretto nel 2005 da Tim Burton. ParaNorman si propone quindi un risultato ancora più sorprendente che, associando le due tecniche, ambisce a realizzare un film in cui lo spettatore si senta davvero parte integrante, protagonista in ogni singola sequenza.

Per chi non conoscesse la tecnica stop-motion accenniamo semplicemente al fatto che fotogramma per fotogramma gli animatori manipolano meticolosamente oggetti tangibili, veri, reali (sia personaggi che parti della scenografia) collocandoli su un piano di lavoro. Ogni inquadratura viene fotografata e le migliaia di inquadrature sono poi proiettate in sequenza animandosi in un movimento continuo. Questo per rendere l’idea dell’enorme mole di lavoro affrontato dai tecnici e dalla coppia di registi che hanno reso possibile questo film di animazione: Sam Fell e Chris Butler.

Il risultato è indubbiamente interessante e ammirevole. La tecnica stop-motion conferisce un realismo agli oggetti così come ai personaggi che va oltre la semplice animazione mentre la tecnica stereoscopica dovrebbe aggiungere quel pizzico di magia di ultima generazione (essendo la stop-motion  una tecnica ben più datata). E qui sorgono i nostri dubbi nel senso che il 3D non conferisce quel qualcosa in più che ci aspetterebbe, non riesce a proiettarti dentro ad ogni sequenza, non lascia una traccia particolarmente tangibile. Riguardo la trama narrativa di ParaNorman  siamo in difficoltà nel catalogare questo film come un film per bambini, essendo a nostro avviso più adatto ad un pubblico che quantomeno parta dai 13-14 anni in su, sino agli adulti.

E’ vero che il mondo dell’horror con i suoi mostri, i fantasmi e gli zombie qui viene esorcizzato con una continua lettura comica e demenziale ma alcune sequenze sono di una tensione eccessiva per un pubblico troppo giovane. Quella di Norman è una storia semplice e non certo originale, la storia di un ragazzo diverso che fatica ad essere accettato in una società convenzionale e chiusa. Quindi la storia si inerpica su sentieri più tortuosi in cui ad un certo punto si crea una sorta di contrapposizione tra il mondo dei morti, gli zombie, e il mondo dei vivi, non meno zombie e non meno inquietanti; questa è la sfumatura che più ci è piaciuto sottolineare.

Il finale prende una tangente eccessivamente complicata e confusa, dove si vuole mescolare un insieme di luoghi comuni e sentimentalismi che ne riducono l’incisività e l’immediatezza. In ogni caso ParaNorman è indubbiamente un interessante modello di animazione proposta con criteri tecnici innovativi ed abbastanza efficaci, un film da vedere che sa far ridere e persino spaventare, un film per grandi e piccini, anche se non troppo piccini.

ParaNorman: quando i loser…vincono!

Se la vostra città subisse un attacco da parte degli zombie, chiedereste sicuramente aiuto a quello che vi sembra il ragazzino più sveglio e intraprendente del luogo… e sbagliereste. Ve lo dimostrerà ParaNorman, il nuovo film d’animazione della Laika Entertainment, nelle sale italiane dal 12 ottobre. La pellicola, così come la precedente Coraline e la porta magica, candidata all’Oscar nel 2010, è girata con la tecnologia stop-motion e sarà distribuita anche nella versione in 3D.

Infermiere barbare per Daniel Barnz

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Un fantasy ‘ospedaliero’? No, più semplicemente una commedia a sfondo socio-politico, tratta dall’omonimo romando di Hector Tobar: questo il nuovo progetto messo in cantiere da Daniel Barnz (Beastly, Won’t back down). Al centro della storia, i Torres-Thompsons, una coppia di origini messicane e statunitensi, che impiega come collaboratrice domestica Araceli, immigrata illegale anch’essa messicana.

In seguito a una serie di accadimenti, avviati da alcuni cattivi investimenti e proseguiti con una causa relativa a un giardino lasciato incolto, i due, all’insaputa l’uno dell’altra, decideranno di ‘scomparire’ per qualche giorno, lasciando la domestica sola con i loro tre figli. Non sapendo cosa fare, la giovane decide così di portarli dal loro nonno messicano, proseguendo la catena di equivoci che prima le costeranno un’accusa di rapimento e poi porteranno il caso sui media, facendo esplodere addirittura tensioni razziali, in un clima e in una concatenazione di eventi che ricorda in parte Il falò delle vanità di Tom Wolfe. Nel frattempo, Barnz porterà a breve sugli schermi Wont’ back down, con Maggie Gylenhaal e Viola Davis.

Fonte: Empire

Matt Bomer in Winter’s Tale

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Dopo aver scelto gran parte del cast del suo debutto da regista, Winter’s Tale, Akiva Goldsman prosegue nel ‘reclutamento’: le più recenti new entries nel progetto sono Matt Bomer, Lucy Griffiths ed Eve Marie Saint, Oscar per Fronte del Porto e protagonista di Intrigo internazionale. Lo stesso Goldsman ha scritto il film, adattamento dell’omonimo raccordo di Mark Helprin. Protagonista sarà Colin Farrell, un ladro che penetrato in un lussuoso appartamento di Manhattan, finirà per innamorarsi della giovane donna che lo abita, in procinto di morire (Jessica Brown Findlay).

Questa è però solo una delle vicende raccontate nel libro, che si snoda dal 19esimo secolo ai giorni nostri. Del cast faranno parte anche William Hurt, Russell Crowe e Will Smith, questi ultimi due solo in brevi apparizioni. Bomer e Griffith interpreteranno i genitori del personaggio di Farrell (per lo più in flashbak); sul ruolo assegnato a Eve Marie Saint vige al momento il più stretto riserbo. Goldsman avvierà le riprese il mese prossimo. Bomer, conosciuto più che altro per la serie tv White Collar, ha recentemente interpretato uno degli spogliarellisti di Magic Mike. Lucy Griffith, dopo essere apparsa in Robin Hood e Collision è apparsa nell’ultima stagione di True Blood. Eve Marie Saint, ritiratasi da tempo dalla scene, si concede qualche sporadica apparizione: la più recente, quella in Superman Returns (2006).

Fonte: Empire

Carrie: ecco la pagina Facebook!

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In attesa del suo arrivo nelle sale, previsto nel marzo 2013, ecco la pagina  Facebook dedicata al nuovo adattamento di Carrie,

Sherlock – Stagione 2, episodio 3: recensione dell’episodio “The Reichenbach Fall”

Ne Sherlock – Stagione 2, episodio 3 “Il Professor James Moriarty” non è un avversario comune: l’iconica nemesi di Sherlock Holmes, assoldata da Sir Arthur Conan Doyle allo scopo di eliminare un protagonista talmente famoso e amato da essere divenuto scomodo e ingombrante, ha sempre affascinato la cultura popolare ben oltre i limiti imposti dalla pagina scritta, colpevole di aver esaurito la figura del villain nelle poche pagine del racconto “The Final Problem” (presente nella raccolta Le Memorie di S. H.); difficile trovare un adattamento che abbia resistito alla tentazione di ampliare il più possibile la storia del Napoleone del Crimine, per regalare ad Holmes uno scontro degno di questo nome  e portare sotto i riflettori le leggendarie Cascate di Reichenbach, iconico luogo dove il Detective sembra perire insieme al suo nemico e che fa venire i brividi a tutti gli appassionati del Canone.

“Is the Napoleon of crime, Watson. He is the organizer of half that is evil and of nearly all that is undetected in this great city. He is a genius, a philosopher, an abstract thinker. He has a brain of the first order. He sits motionless, like a spider in the center of its web, but that web has a thousand radiations, and he knows well every quiver of each of them.” ( Sherlock Holmes, The Final Problem, Arthur Conan Doyle).

Col terrorizzante nome di Moriarty pronto a far capolino sin dal primo episodio, sapevamo che anche per lo Sherlock della BBC il momento della resa dei conti sarebbe presto arrivato: ciò che ignoravamo era che Steven Thompson, terzo sceneggiatore della serie spesso considerato la penna più debole del team(per alcune ingenuità in The Blind Banker, suo precedente episodio), sarebbe stato in grado di costruire la complessa architettura di un finale tanto splendido ed efficace, pronto a sorprendere e commuovere come mai prima.

Concepito come il lungo flashback di un distrutto John Watson (Martin Freeman) , ritornato da quella terapista che ben 18 mesi prima era stata resa inutile dall’incontro con Sherlock (Benedict Cumberbatch), The Reichenbach Fall rompe gli indugi svelando subito ciò che fu per i primi lettori di Doyle uno shock senza precedenti: Sherlock Holmes è morto, lasciando l’amico John a sopportare il peso di un mancanza talmente dolorosa e assurda da dover essere quasi rinnegata, come un brutto incubo dal quale è ancora possibile svegliarsi (”You… you told me once that you weren’t a hero. Umm, there were times I didn’t even think you were human. But let me tell you this, you were the best man, the most human… human being that I’ve ever known, and no-one will ever convince me that you told me a lie, so there. I was so alone, and I owe you so much. But, please, there’s just one more thing, one more thing, one more miracle, Sherlock, for me. Don’t be… dead. Would you do that just for me? Just stop it. Stop this.).

Se il disappunto dei fan vittoriani per la fine di Holmes fu tale da costringere il suo autore a rimediare con una lesta resurrezione, oggi sappiamo per certo che la salvezza del personaggio non è più in discussione, ma continuiamo egualmente ad attendere questo momento con impazienza non tanto preoccupati per il destino del Detective quanto per il povero Dottore, lasciato nello sconforto e tenuto all’oscuro di un disegno che puntualmente vorremmo rivelargli.

Sherlock 2×03, l’episodio

Eccoci allora 3 mesi prima dell’evento, quando tutto sembra andare per il meglio e la fama di Sherlock, indissolubilmente legata all’eccezionale ritrovamento del quadro” Le Cascate di Reichenbach ” di William Turner (furbo stratagemma per introdurre la location senza davvero utilizzarla), è in costante ascesa. Quando le sorprendenti capacità di Holmes sono ormai universalmente riconosciute Jim Moriarty (Andrew Scott) torna in scena in grande stile, usando una misteriosa chiave d’accesso per violare la sicurezza di tre dei luoghi più blindati del Regno Unito: la Torre di Londra, la Banca di Inghilterra e la Prigione di Pentonville restano improvvisamente prive di protezione, mentre il Criminale attende comodamente l’arrivo degli agenti sulla sedia dell’Incoronazione deciso a farsi arrestare.

Dopo un processo farsa che gli rende la libertà in breve tempo, con la pazienza di un ragno (nelle parole di Sherlock e dello stesso Conan Doyle) Moriarty continua a tessere la sua tela per raggiungere l’obiettivo a lungo prefissato di schiacciare l’avversario, non grazie a una rapida morte ma a una totale e irreparabile distruzione della sua reputazione: Sherlock Holmes è solo un impostore, l’uomo comune che ha assunto un attore di nome Richard Brook per impersonare il ruolo di Moriarty, null’altro che una persona ordinaria con manie di protagonismo alla ricerca di notorietà; le capacità deduttive di Sherlock sono troppo straordinarie per essere vere ed è più facile credere che non siano mai esistite, piuttosto che accettare la realtà.

Dopo aver compreso che la Corsa di Moriarty potrà fermarsi solo col suicidio del finto Detective, pubblica ammissione di colpa per la grande menzogna raccontata, Sherlock si presenta sul tetto del St Bartholomew’s Hospital ed affronta il suo avversario, certo di poter scambiare il codice di accesso a tutti i sistemi di sicurezza che ogni criminale di Londra sta disperatamente cercando: auspicando un finale degno delle sue aspettative Moriarty è pronto a rispondere ad arte mettendo sotto tiro John, Lestrade (Rupert Graves) e Mrs Hudson (Una Stubbs) per farli uccidere all’istante se Sherlock si rifiuterà di saltare dall’edificio; per essere sicuro che il suo avversario non possa risalire al comando necessario a fermare i suoi cecchini, Jim Moriarty esce di scena sparandosi un colpo alla testa, costringendo quindi Holmes a mettere fine alla sua vita per salvare i suoi amici.

Precipitatosi sul posto dopo essere stato allontanato dallo stesso Sherlock con uno stratagemma( qui è un presunto incidente mortale a Mrs Hudson, sulla carta era la malattia improvvisa di una Signora sconosciuta), John riceve una straziante telefonata dall’amico: la confessione fra le lacrime di aver mentito sin dall’inizio e un ultimo addio prima di saltare nel vuoto sotto gli occhi atterriti del fido Watson.

La parola fine in Sherlock 2×03 sembra così scritta sulla lapide di Holmes, suggellata dal saluto militare che John riserva al compagno d’avventure che l’aveva salvato dalla solitudine: sopravvissuto alla caduta in circostanze sconosciute Sherlock rimane in disparte,  guardando l’amico allontanarsi. C’era una volta un detective brillante e solitario(“Alone is what I have, Alone protects me”), talmente sicuro delle sue capacità da essere disposto a rischiare la vita pur di provare la propria superiorità intellettuale: il sociopatico iperattivo di A Study in Pink sembra molto lontano dall’uomo che abbiamo visto in The Reichenbach Fall, deciso a gettare via nome e reputazione per seguire le ragioni del cuore.

Anche se privata della spettacolare location delle Cascate, la soluzione del “problema finale” offerta dalla seconda serie di Sherlock non solo conserva il fascino dell’originale, ma piuttosto amplifica l’epicità dello scontro con un intreccio ricchissimo, abile a mischiare le classiche trame della lotta fra bene e male con le ambizioni di un thriller dal sapore quasi Nolaniano: l’eroe getta la maschera e sacrifica il simbolo positivo che incarna per proteggere un bene superiore, mentre quel mondo che non era pronto ad accoglierlo sceglie di abbracciare la menzogna solo perché è più facile convivere con la mediocrità che con l’eccezione.

In una non troppo velata critica al potere dei media e alle morbose manipolazioni della stampa (forse il più eclatante punto debole di cui soffre il Regno Unito) Thompson fa un balzo degno del miglior cinema di genere, riservando al famigerato Genio del Crimine un congedo sconvolgente: molti troveranno il suo suicidio una forzatura imprevista, ma quando Moriarty comprende che Sherlock non è più un affascinante Doppelgänger ed è pronto a mettere gli affetti al di sopra di tutto, la sfida perde improvvisamente d’ interesse e la fine è l’unica soluzione auspicabile(“ Every fairy tale needs a good old-fashioned villain. You need me or you’re nothing. Because we’re just alike, you and I, except you’re boring. You’re on the side of the angels”).

La prova di Andrew Scott, vincitore del BAFTA come migliore attore non protagonista, è impeccabile, ma il controllo della scena rimane ancora una volta ben saldo fra le mani del gigantesco Sherlock di Benedict Cumberbatch: il suo addio a Watson, ancora più straziante perché raccolto per telefono e non per lettera, è una scena che porteremo nel cuore per molto tempo e dinanzi alla quale le lacrime sono quasi inevitabili; dall’altra parte della strada, un attonito Martin Freeman completa l’episodio grazie a una performance perfettamente in sintonia col suo personaggio, leale fino alla fine contro tutto e tutti ( “I know you for real”) e pur trattenuto dinanzi alla morte dell’amico, costretto a lasciare che il contegno militare e la sua indole introversa prendano il sopravvento per sopravvivere alla sofferenza.

Sappiamo per certo che Sherlock è sopravvissuto e che la dolce patologa Molly Hooper( Louise Brealey) ha avuto un ruolo determinante(il Detective le chiede aiuto poco prima di affrontare Moriarty), ma questo non rende la ferita meno dolorosa: abbiamo bisogno che Sherlock e John tornino subito da noi, di nuovo insieme, di nuovo uniti più che mai. Il countdown per la terza serie, prevista per l’autunno 2013, è già iniziato.

Kevin Feige e l’avvento di Thanos

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Nel corso di una recente intervista Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige si è soffermato sul personaggio di

Box Office ITA del 24 settembre 2012

Apre in testa Magic Mike, seguito da Prometheus e Ribelle – The Brave. Discreti incassi per le altre new entry.

John Travolta tra Killer e Football

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Dopo anni in cui ha fatto notizia più per tragedie famigliari e scandali che per i propri film, per John Travolta sembra si stia aprendo una nuova fase, in cui la sua attività di attore sembra fortunatamente destinata ad avere un ruolo centrale: dopo aver partecipato a Le Belve di Oliver Stone, l’attore ha annunciato di aver in cantiere altri due progetti.

Il primo è il reboot di The Killer di John Woo, mentre il secondo è un biopic dedicato al pluridecorato coach di football americano Vince Lombardi; a questo secondo progetto Travolta tiene particolarmente: suo padre fu infatti allenato da Lombardi a inizio carriera. L’allenatore vince due Super Bowl con i Green Bay Packers negli anni ’60, e lo stesso trofeo è intitolato a lui. Per quanto concerne il remake del film di Woo, Travolta sarà diretto da  John H. Lee. Nel frattempo, lo vedremo assieme Robert De Niro in Killing Season. Altro pogetto in cantiere, il fim dedicato alla cosca mafiosa italo-americana dei Gotti, per ora lasciato in stand-by.

Fonte: ComingSoon.It

Emmy 2012: ecco i vincitori!

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Sono stati   consegnati ieri sera gli Emmy 2012, i premi più prestigiosi della tv americana. Tra i premiati le serie tv Homeland e Modern Family

Indana Jones 5: Steven Spielberg aspetta George Lucas

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Da tanto tempo si parla di un quinto Indiana Jones, ma il progetto non parte mai; nel frattempo, gli anni si accumulano sulla schiena di Harrison Ford: siamo a quota 70. In una recente intervista, Steven Spielberg ha spiegato che tutto potrebbe partire se soltanto George Lucas si decidesse a dare un colpo sull’acceleratore. Sentiamo Spielberg:

“Tutto è nelle mani di George. Io ci sono, Harrison è pronto: sta a George realizzare la sceneggiatura o almeno preparare la scaletta e la storia”

Ricordiamo che farà parte del progetto anche Shia LaBeouf. Ma davvero si andrà fino in fondo? I fan cominciano a temere che il procrastinarsi della cosa possa mestamente portare a un nulla di fatto. L’ultimo capitolo della saga, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, è uscito nel 2008.

Fonte: Movies

The story of the film: recensione del documentario

Un documentario ambizioso scritto e diretto da Mark Cousins, nato da una profonda passione per il cinema e i viaggi, e tratto dal suo omonimo libro. The story of the film – nelle sale dal 25 settembre – è un progetto ammirevole che, nel soffermarsi sulle tappe fondamentali dell’innovazione cinematografica, ne ripercorre l’intero ciclo evolutivo, dalla genesi, nel lontano e magico 1895, fino alla rivoluzione odierna.

Cousins ha girato il mondo, esplorato luoghi inenarrabili – come l’appartamento di Ejzenstein a Mosca o il villaggio indiano in cui fu girato Pather Panchali di Satyajit –  raccolto testimonianze, preziosi spunti e frugato nelle menti di alcuni tra i più grandi maestri del cinema.

Da Hollywood a Mumbai, dalla Londra di Hitchcock a Tokyo, passando per Parigi, Mosca, Dakar, e Teheran, tutti i luoghi esplorati sembrano conservare ancora quell’essenza vintage e sublime del cinematografo di un tempo. Cruciali incroci di idee, di registi e attori leggendari, attraverso i quali Cousins ci racconta come il cinema sente e riflette i cambiamenti storici, esaltandone l’esuberanza e la tristezza.

The story of the film, il film

Poderosa opera filmica, un puzzle di circa mille spezzoni di film, che cerca di tracciare i confini di epoche che, nell’incessante sovrapporsi, si contraddistinguono in quanto a peculiarità tecniche e concettuali. 15 capitoli per 15 ore, non il semplice frutto di un collage di interviste, fotografie e grafici, ma il risultato di una profonda urgenza comunicativa, non un banale compendio della storia del cinema, bensì la volontà di trasmetterne l’anima e la poesia. In quest’ottica vanno interpretate le tante scene girate all’alba e al crepuscolo con una voce fuori a campo a suggerisce un pò l’effetto di lampada magica.

A dare mordente, ad esempio, ai due episodi proiettati – La devastazione della guerra e il nuovo linguaggio filmico del secondo dopoguerra e Il nuovo cinema americano dal ’67 al ’79 – è la capacità del regista di descrivere stili, generi, influenze e contaminazioni, andando alla riscoperta di preziose pellicole, adoperando raffronti di inquadrature tesi ad evidenziare le conquiste tecniche e stilistiche. Si pensi alla rivoluzione della profondità di campo, inaugurata da Ford e legittimata da Welles, o alla de-drammatizzazione voluta dal Neorealismo italiano che, al contrario del contemporaneo cinema hollywoodiano, bandiva eventi forzati ed esagerati per dare spazio a inquadrature povere, traballanti e tragicamente aderenti alla realtà.

Pregevole anche il dibattito sul nuovo cinema americano, su come esso sia stato attraversato, all’alba delle rivoluzioni studentesche, da correnti antagoniste ma ugualmente influenti. Da una parte il cinema manierista di Bogdanovich e Peckinpah,  devoto al cinema classico, di cui propone una versione rivisitata; dall’altra, un cinema d’opposizione sdoganato dagli avventurosi Hopper a Altman fino a Coppola e Scorsese. Ma c’è anche il filone satirico che, nel proclamare la sua estraneità al dibattito, sbeffeggiava la società – in malora – sul modello dei fratelli Marx.

The story of the film è tutto questo, un’ode al cinema e alla sua magia, ma anche il racconto personale di un viaggiatore nel tempo e nello spazio, nonché il tramite prediletto della sua curiosità e delle sue emozioni.

Appartamento ad Atene: recensione del film

Torniamo indietro nel passato ma neanche di troppo, per plasmare dei racconti narrati dai nostri nonni e che improvvisamente paiono divenire reali. Appartamento ad Atene, di Ruggero Dipaola, prende come spunto la storia vera di Glenway Wescott per innescare le storie che i suoi cari gli hanno raccontato nel tempo e trasmettere il senso del disagio che nasce laddove la parola libertà non trova più il suo posto.

Il protagonista di questo film (Appartamento ad Atene) è un appartamento, la casa di una famiglia benestante, gli Helianos, che per via dei suoi spazi ampi e raffinati è stata scelta dal Capitano Kalter per soggiornarvi e viverci. Le stanze luminose, ben arredate e che esprimono il carattere dei singoli personaggi sono improvvisamente colonizzate da uno straniero, che in un primo momento non usa alcuna cortesia per gli indigeni di quel luogo. La storia si articola in un via vai continuo narrando l’evoluzione di un rapporto e il suo tragico epilogo.

Appartamento ad Atene, il film

Appartamento ad Atene

All’interno di questo microcosmo si assiste al nervosismo di una madre, intollerante verso la prepotenza di uno straniero e gelosa per i suoi spazi, accuditi con molta dedizione, da contrapporre alla gentilezza e comprensione del capo famiglia per un uomo dall’occhio vitreo e impenetrabile, che pare subire un lieve cambiamento, tale da alterare i limiti instaurati e da ingannare la percezione di chi lo accoglie. Il racconto del regista non si immerge a pieno nel dramma di una guerra, ma utilizza solo degli elementi per mettere in risalto le relazioni umane, per paragonare le conseguenze causate da atteggiamenti diversi ed esprimere quanto il concetto di cultura e morale possa cambiare radicalmente da una formazione ad un’altra.

Così, lo spettatore osserva delle dicotomie che cercano di trovare il giusto ingranaggio per una migliore convivenza: il piccolo Alex, scontroso e irrisorio, si oppone alla personalità inesistente e vanitosa della sorella maggiore Leda, la forza e determinazione di una madre è affiancata alla cortesia e troppa pacatezza del Signor Helianos e infine la cultura e lungimiranza di quest’utlimo sembra inizialmente accostarsi all’animo del Capitano, ma questo finto abbaglio condurrà, inevitabilmente, verso un dramma senza speranza.

In Appartamento ad Atene, il regista affianca delle situazioni molto simili, degli eventi che mutando, determinano il capovolgimento dei ruoli ma al contempo evidenzia quanto diverse siano le reazioni di chi vive eventi simili ma letti e analizzati da prospettive lontane fra loro.

Un Hulk movie? Ok, ma dopo The Avengers 2. Parola del boss Marvel Kevin Feige

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Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige, intervistato da MTV, ha parlato della possibilità di vedere nei prossimi anni un nuovo film interamente dedicato a Hulk,

Innocence of Muslims può restare su Youtube. Taglia di 100mila dollari sull’autore

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Innocence of Muslims, breve e artigianale film anti musulmano che sta incendiando il Medio Oriente, può restare su Youtube: nessun effetto infatti ha sortito il tentativo di Cindy Lee Garcia,una

Tragedia sul set di The Lone Ranger

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Un membro della troupe di The Lone Ranger, film Disney con Johnny Depp, è morto per arresto cardiaco mentre era immerso in una vasca piena d’acqua; la stava preparando per una sequenza subacquea. Inutile il tempestivo elisoccorso. Lo studio ha confermato la tragedia (senza render noto il nome dello sventurato) con queste righe:

“Ci dispiace confermare che un membro della troupe di The Lone Ranger è morto dopo il trasporto in un ospedale locale. In questo momento i nostri cuori e pensieri sono con la sua famiglia, gli amici e i colleghi, e l’indagine su questa sciagura avrà tutto il nostro appoggio”

 

In The Lone RangerJohnny Depp interpreta il guerriero indiano Tonto, fedele amico del protagonista il cui ruolo è stato affidato ad Armie Hammer. Depp e Hammer saranno affiancati da un cast di stelle internazionali tra cui Tom Wilkinson, nominato due volte dall’Academy Award per “Michael Clayton” e per “In the Bedroom”, vincitore di un Emmy e di un Golden Globe; William Fichtner, il vincitore di un Emmy, Barry Pepper; James Badge Dale; Ruth Wilson, star televisiva in “Jane Eyre” e “Luther”; Helena Bonham Carter, due nomination all’Oscar e sei nomination ai Golden Globe (“Il discorso del re” “Alice in Wonderland”). L’uscita del film è prevista per il 31 maggio 2013.

The Lone Ranger è un emozionante film d’avventura intriso di azione e humor, in cui il famoso eroe mascherato torna a rivivere attraverso nuovi occhi. Il guerriero indiano Tonto (Johnny Depp) racconta la storia di John Reid (Armie Hammer), uomo di legge che divenne leggenda, trascinando il pubblico in un’avventura fatta di imprese epiche e rocambolesche, vissute dai due eroi impegnati nella lotta all’avidità e alla corruzione.

The Lone Ranger è scritto da Ted Elliott e Terry Rossio (“Pirati dei Caraibi”), Eric Aronson e Justin Haythe. Mike Stenson, Chad Oman, Ted Elliott, Terry Rossio, Eric Ellenbogen ed Eric McLeod sono i produttori esecutivi della pellicola.

Fonte: TMZ

Scary Movie 5, Lindsay Lohan e Charlie Sheen in una scena del film!

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Le riprese di Scary Movie 5 sono iniziate da appena due settimane ed ecco che già arriva la prima immagine del film in cui vediamo insieme due dei protagonisti, Charlie Sheen e Lindsay Lohan.

Pacific Rim: Guillermo Del Toro cambia idea sul 3D!

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Dopo le dichiarazioni che  Guillermo del Toro aveva rilasciato al Comic-con di San Diego nel quale sosteneva che il suo nuovo film non sarebbe stato riconvertito in 3D, perché la stereoscopia limitava la portata di Pacific Rim sembrava una vera sorpresa l’annuncio della Warner Bros di pochi giorni fa della riconversione in 3D della pellicola. Ora arrivano le dichiarazioni dello stesso regista che spiega il cambio di opinione sulla riconversione, sostenendo che non tutte le scene saranno riconvertite in 3D e lo stesso processo che in genere dura poche settimana durerà invece ben 40 settimane e che le scene completamente in Computer grafica verranno realizzate in 3d nativo.

Uo chiesto (e ottenuto) che mi venisse concesso del budget extra da dare alla ILM in modo che le scene completamente in computer grafica vengano realizzate in 3D nativo. Sembra che le premesse a questa riconversione che ha spiazzato molti siano molto buone. Vi ricordiamo che la pellicola è attesa negli USA per il 12 Luglio del 2013.

Pacific Rim uscirà nelle sale il 12 luglio 2013.

Quando legioni di mostruose creature, note come Kaiju, iniziano a sorgere dai mari, avrà inizio una guerra che porterà via milioni di vite e consumerà per anni le risorse dell’umanità. Per combattere i giganteschi Kaiju verrà sviluppato uno speciale tipo di arma: degli imponenti robot, chiamati Jaegers, controllati simultaneamente da due piloti le cui menti vengono collegate tramite un ponte neuronale. Ma anche gli stessi Jaegers sono quasi indifesi di fronte agli implacabili Kaiju. Ormai sull’orlo della sconfitta, le forze di difesa dell’umanità non avranno altra scelta se non quella di mandare avanti due improbabili eroi – un ex pilota in declino (Charlie Hunnam) e un’apprendista inesperta (Rinko Kikuchi) – uniti per pilotare un leggendario, ma al contempo obsoleto Jaeger del passato. Insieme, rappresenteranno l’ultima speranza dell’umanità contro l’imminente apocalisse.

Due nuovi attori per Thor: The Dark World!

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Secondo Comicbookmovie altri due volti nuovi si sono aggiunti al cast del sequel Marvel Thor: The Dark World. Si tratta di Clive Russell e Richard Brake, il primo ha preso parte a Sherlock Holmes: gioco di ombre e a Game of Thrones, il secondo(nella foto) invece uccise i genitori di Bruce Wayne in Batman Begins. Invece, non è stato rivelato con quali ruoli prenderanno parte al film, attualmente in fase di riprese in Gran Bretagna. Per ulteriori info sul film vi ricordiamo il nostro speciale Thor: The Dark World

Diretto da Alan Taylor Thor: The Dark World vede nel cast Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Idris Elba, Christopher Eccleston, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Kat Dennings, Ray Stevenson, Zachary Levi, Tadanobu Asano e Jaimie Alexander con Rene Russo e Anthony Hopkins nei panni di Odino.

Il film Marvel Thor: The Dark World riporta sul grande schermo Thor, il potente vendicatore, in lotta per salvare la Terra e i Nove Regni da un oscuro nemico più antico dell’universo stesso. Dopo i film Marvel Thor e The Avengers, Thor torna a combattere per riportare l’ordine tra i pianeti… ma un’antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far ripiombare l’universo nell’oscurità. Di fronte a un nemico al quale né Odino né Asgard riescono a opporsi, Thor deve intraprendere il viaggio più pericoloso e introspettivo della sua vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo costringerà a sacrificare tutto per la salvezza dell’intero universo.

 

Lo Hobbit: il poster con protagonista Bilbo!

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Dopo un po’ di giorni dall’uscita del trailer arriva un nuovo sorprendente poster de Lo Hobbit: un viaggio inaspettato, con protagonista assoluto Bilbo, interpretato da Martin Freeman.

Una Notte da Leoni 3: anche Melissa McCarthy nel cast?

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Stando alle ultime indiscrezioni, Melissa McCarthy (nomination come miglior attrice non protagonista agli Oscar 2012 per l’interpretazione in Le amiche della sposa), sarebbe in trattative per entrare a far parte del cast di Una Notte da Leoni 3. Per quanto i dettagli riguardo al suo ruolo siano ancora segreti, si tratterà probabilmente di un cameo o di un ruolo minore come quello riservato a Mike Tyson in Una notte da leoni 2. Il cast di Una notte da leoni 3 vanta già interpreti come Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Gillian Vigman, Jamie Chung e Sasha Barrese, le ultime tre nei panni delle mogli dei protagonisti.