La Lombardia film
Commission sta pensando ad un film festival
ispirato all’ Expo. Alberto Contri, il direttore generale
della commissione Lombardia, ha detto
Mila Kunis parla su Interview
I nuovi Posters Character Breaking Dawn parte II
Nell’attesa di vedere i tre protagonisti della quarta e ultima parte della Twilight Saga, Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner che parteciperanno al panel
Il Cavaliere Oscuro il Ritorno: lo streaming della premiere mondiale
Ecco il live streaming della premiere mondiale de Il Cavaliere Oscuro il Ritorno direttamente da New York. Il film chiude la trilogia del Cavaliere Oscuro.
Ecco di seguito il video:
Box Office USA del 16 Luglio 2012
Ancora una volta, le nuove
uscite al cinema nelle sale nordamericane, segnano un cambiamento
nella classifica del botteghino. L’uscita di Ice Age:
Continental drift, scalza il numero uno della scorsa
settimana, The Amazing Spiderman. L’ultimo
capitolo della saga di Sid e soci, incassa questa settimana 46
milioni di dollari. L’uomo ragno lo segue di misura in seconda
posizione incassandone 35 milioni, ma per un totale di 201.
In terza posizione troviamo un film “normale”, cioè nè di animazione nè ispirato ad un fumetto, ma ad una fantasia infantile: Ted si mantiene alto in classifica con un incasso settimanale di 22 milioni di dollari per un totale di 159. Il quarto posto è occupato da The brave, il film Pixar che dopo 4 settimane in sala è ancora alto nel gradimento del pubblico, che questa settimana gli ha fatto incassare quasi 11 milioni di dollari per um totale di 196.
A metà del percorso troviamo Magic Mike che arriva ad un totale di quasi 92 milioni di dollari. In sesta posizione sale di qualche posizione il nuovo film di Oliver Stone Savages, che questa settimana incassa quasi 9 milioni di dollari per un totale di 31. In settima posizione la commedia en travesti Madea’s witness protection che incassa altri 5 milioni di dollari portando il suo bottino a 55, e resta nella zona bassa della classifica anche il “documentario” sulla vita di Katy Perry, Katy Perry: part of me, in ottava posizione con un incasso di 18 milioni di dollari dopo 2 settimane di classifica.
Al nono posto resiste tra i dieci film più visti nelle sale USA anche Moonrise Kingdom di Wes Anderson, che dopo due mesi in sala ha raggiunto un incasso totale di 32 milioni di dollari. Chiude la classifica Madagascar 3: Europe’s most wanted che si appresta ad uscire di classifica dopo aver raggranellato ben 204 milioni di dollari.
La prossima settimana usciranno: The dark knight rises, l’ultimo capitolo della trilogia diretta da Cristopher Nolan su Batman, e poco altro di interessante. Si preannuncia quindi un nuovo cambiamento in vetta al Box office.
Cinefili e gastrofanatici? Al Kino una rassegna a tema
Il Kino continua con le
interconnessioni tra presente e passato. Lunedì 30 Luglio,
nell’arena di Parco San Sebastiano alle Terme di Caracalla a Roma,
verrà sonorizzato da Leonardo Celeri e Daniele Pozzovio uno dei
capolavori di Charlie Chaplin, Tempi Moderni.
Inizia anche una altra sperimentazione, che sulla carta appare già vincente: le Kinocene, ovvero cene a tema ispirato dal film in programmazione, in fondo ogni buon cinefilo è anche una buona forchetta, in fondo. La prima portata sarà quella di Estomago, film brasiliano che mette in scena il “ristorante che è la vita”, che verrà proiettato il 18 Luglio, Mozzarella Stories, il 25 Luglio, che vedrà il regista, Edoardo De Angelis, presente sia a cena che al tavolo.
Un altro evento del tutto speciale sarà la proiezione di una versione riveduta e ampliata, una sorta di Director’s cut per un film culto, Le iene di Quentin Tarantino, di cui quest’anno cade il ventennale.
Giffoni Film Festival 2012: arriva Jessica Alba!
E’ iniziato da due giorni l’edizione 2012 del Giffoni Film Festival ed è già tempo di accogliere la prima star internazionale della manifestazione campana famosa in tutto il mondo e dedicata completamente ai giovani. Da Los Angeles arriva la bellissima Jessica Alba
Man of Steel: ecco il teaser poster
Dopo il teaser trailer (in versione bootleg) presentato ieri al Comi Con di San Diego, ecco il teaser poster di Man of Steel, l’atteso reboot di Superman diretto da Zach Snyder ed interpretato, nel doppio ruolo di Clark Kent/Superman da Henry Cavill.
Ecco il poster, cosa ne pensate?
Comic Con 2012: l’entusiasmante panel de Lo Hobbit!
Intervista a Tony Gilroy, regista di The Bourne Legacy!
L’ideatore e sceneggiatore della saga
cinematografica di Bourne, Tony Gilroy, prende le redini della regia in questo nuovo
attesissimo quarto episodio: The Bourne Legacy.
Uscite al cinema del 20 luglio 2012
La leggenda del cacciatore di vampiri: Il giovane Abraham, dopo aver scoperto che la madre è stata assassinata da una creatura misteriosa, darà inizio ad una caccia ai vampiri che durerà per tutta la sua vita.
Edward Norton, Jeremy Renner e Tony Gilroy a Roma parlano di The Bourne Legacy
Box Office ITA del 16 luglio 2012
Debutta in testa
Biancaneve e il Cacciatore, seguito
dalla buona tenuta di
The Amazing Spider-Man. Dietro
Il Dittatore, risultati ‘estivi’.
Roger Corman e le cheerleader giganti
Total Recall: nuove anticipazioni al Comic-Con
Silent Hill: Revelation 3D, prime scene al Comic-Con
Comic-Con: arriva la conferma per Ant-Man
Guillermo del Toro ancora intenzionato a scalare le Montagne della Follia
In occasione del Comic-Con attualmente in costo a San Diego, oltre a parlare del suo prossimo progetto, Pacific Rim, Guillermo Del Toro è tornato sulla vicenda della mancata realizzazione di Alle montagne della follia, tratto dal racconto di H.P. Lovecraft a causa della concomitante realizzazione di Prometheus di Ridley Scott.
Del Toro ha sottolineato come la chiusura dell’adattamento lovecraftiano sia stata un brutto colpo: il lavoro infatti era già a buon punto: le creature del film erano già state disegnate, i set in buona parte realizzati, le location in fase di ricerca; la sceneggiatura aveva già sperimentato varie stesure; poi, tutto venne stoppato, a causa della scelta da parte della 20th Century Fox di puntare su Prometheus.
I due film infatti avrebbero condiviso il concetto di fondo, così come alcuni sviluppi della trama: va infatti ricordato che lo stesso racconto di Lovecraft fu una delle fonti di ispirazione per il primo Alien. Del Toro ha comunque confermato di non aver rinunciato all’idea – si tratta del resto di un progetto che ha in mente da anni – ma di voler prima vedere Prometheus per capire l’effettiva affinità trai due progetti.
Fonte: Empire
Faito Doc Festival 2012: il manifesto
Si avvicina l’edizione 2012 del Faito Doc Festival, evento cinematografico estivo dedicato ai documentari e alla varietà di questa categoria che al mondo viene prodotta.
Christopher Nolan: Il Signore degli anelli qualcosa di differente!
Tornano i Mercenari, con una marcia in più
Squadra che vince non
si cambia. Anzi, si migliora. Quando un paio di anni fa
Sylvester Stallone decise di celebrare il suo
pensionamento dal cinema d’azione realizzando un film con tutti i
suoi colleghi delle ultime decadi e per passare metaforicamente il
testimone a Jason Statham, forse aveva immaginato
che l’operazione avrebbe avuto successo, puntando dritta al cuore
di chi i suoi film, e quelli dei suoi colleghi, li ammirava con
devozione, ma non tanto da prevedere un sequel e poi chissà.
Comic-con 2012: Guillermo del Toro conferma Hellboy 3!
Il Cavaliere Oscuro il Ritorno: nuova clip e intervista ad Anne Hathaway
Ecco una nuovo clip de Il cavaliere oscuro – Il ritorno in cui il medico diagnostica a Bruce Wayne un problema alle ginocchia. Il montaggio della prima parte dle video, abbastanza ironico, potrebbe (ovviamente) essere diverso da qui al film. Inoltre nella parte finale diverse mini scene inedite. Ecco il video:
Dopo la gaffe che David Letterman ha fatto in sua presenza, ecco una intervista ad Anne Hathaway che arrossisce ai complimenti della giornalista. Da notare il poster 3D alle sue spalle! Ecco il video:
Sylvester Stallone: la star più criticata e longeva di Hollywood
Nel panorama cinematografico mondiale, e hollywoodiano in particolare, non esiste altro attore che abbia legato indissolubilmente il proprio volto a quello dei suoi personaggi più celebri: Sylvester Stallone, detto anche Sly, è stato, è e sarà per tutti e per sempre Rocky Balboa e John Rambo.
Eppure, dietro a questo volto che oggi appare innaturalmente deformato dalla chirurgia estetica e da sconsigliabili rimedi sintetici contro la vecchiaia, si cela un uomo la cui storia di vita merita di essere raccontata a tutti coloro che non dovessero conoscerla. E’ una storia fatta di grandi successi raggiunti attraverso grandi difficoltà, grandi sconfitte e delusioni figlie di scelte sbagliate, rinascite e ricadute continue collocate all’interno di una vicenda umana e familiare spesso tormentata e caratterizzata dal dolore e da grandi tragedie personali.
Sylvester Stallone: la star più criticata e longeva di Hollywood
Sylvester Gardenzio Stallone nasce a New York il 06 luglio del 1946 in un istituto di carità di Manhattan chiamato in modo sinistro “Hell’s kitchen”, la cucina dell’inferno. I genitori sono emigranti provenienti dalla vecchia Europa: il padre Frank è un barbiere di origini italiane, pugliesi più precisamente (Gioa del Colle, Bari) mentre la madre Jaqueline Labofish è un’astrologa figlia di emigranti ucraini e francesi. Dalla coppia nascerà anche un secondogenito: Frank Jr.
La vita per Sly comincia subito in salita infatti durante il parto, in seguito ad un utilizzo inappropriato del forcipe, gli viene rescisso un nervo facciale sulla parte sinistra del volto e nei primi anni di vita dovrà affrontare altri problemi di salute come il rachitismo. Non è uno studente modello, tutt’altro, è un giovane e vivace ragazzo indomabile che si farà espellere da 14 scuole quando non avrà ancora compiuto i 15 anni. La situazione in famiglia non lo aiuta di certo: la madre è un’alcoolista e dopo essersi separata dal marito se ne andrà di casa lasciando i due figli alla severa educazione del padre.
Ma questa situazione non durerà molto infatti a poco più di 15 anni Sylvester e il fratello Frank raggiungeranno la madre e il suo nuovo compagno a Filadelfia dove frequenterà il college ottenendo diverse borse di studio per meriti sportivi; football e scherma ma anche palestra, un ambiente che conoscerà a fondo, e che tanto inciderà nella sua carriera. Siamo alla fine degli anni ’60 e Sylvester grazie allo sport non solo supera i limiti fisici che lo hanno tormentato per tutta l’infanzia ma vede aprirsi possibilità di studio inaspettate; si iscrive alla facoltà di arte drammatica della University of Miami ma i libri non fanno per lui e dopo poco lascerà gli studi per dedicarsi, nella pratica, alla carriera di attore.
1969, Stallone torna a New York, la città della sua infanzia. Prime piccole particine in produzioni off-Brodway, prime sceneggiature scritte sotto falsi nomi, pseudonimi come Q Moonblood. La prima apparizione cinematografica fotografa fedelmente le sue precarie condizioni di vita e la sua disperata necessità di lavorare: è un film hard, Porno proibito – Italian Stallion. Per quella scrittura riceverà 200 dollari e poco dopo otterrà una parte da protagonista nel film Rebel – fuga senza scampo.
Nei primi anni ’70 comparirà in vari film ma sempre con ruoli molto secondari, tra gli altri ricordiamo Il dittatore dello stato libero di Bananas diretto da Woody Allen. Ma se non fatica a trovare parti e particine, ancora nel genere erotico in un opera teatrale minore, sarà scartato dal casting per una parte ne Il padrino di Francis Ford Coppola.
Siamo quindi nel 1974 un anno che sarà molto importante per Stallone, primo per il suo matrimonio con l’attrice Sasha Czack da cui avrà due figli maschi: Sage e Seth; secondo perchè deciderà di lasciare New York per Los Angeles. Nella città degli angeli le cose sembrano girare per il verso giusto quando ottiene una parte di un certo rilievo nel film con Henry Winkler Happy Days – La banda dei fiori di pesco e soprattutto quando interpreta Frank Nitti in Quella sporca ultima notte.
Ma un’ennesima delusione è subito lì, dietro l’angolo, quando presentatosi al casting di Guerre stellari di George Lucas, per il ruolo di Han Solo, verrà irrimediabilmente scartato. La carriera di Stallone è però sempre stata caratterizzata da un’incredibile alternarsi di alti e di bassi, e anche in questa occasione ad una delusione segue un capitolo positivo e quello che accadrà nel 1975 sarà la vera e decisiva svolta della sua vita.
Il famoso manager
pugilistico Don King, vero e indiscusso padre padrone della boxe
professionistica statunitense, decide di organizzare un singolare
incontro tra Mohammed Alì, campione del mondo in carica, e uno
sconosciuto sfidante Chuck Wepner. Wepner, invece di vestire i
panni della vittima sacrificale, rimane in piedi per tutte e 15 le
riprese togliendosi anche il lusso di stendere al tappeto il
campione alla nona ripresa; finirà KO solo all’ultimo gong. Tra gli
spettatori increduli e sbalorditi dalla tenacia e dal coraggio di
quel pugile sconosciuto c’è, guarda caso, anche Sylvester
Stallone.
La sceneggiatura del film si scrisse praticamente da sola in appena tre giorni e dopo qualche correzione Sly la propose subito a tutti i produttori che riuscì a contattare. Gli unici lungimiranti che gli diedero retta furono Irwin Winkler e Robert Chartoff i quali però avevano intenzione di acquistare i diritti dello script per affidare poi la parte principale ad un attore già affermato. E’ in questo delicatissimo frangente che Stallone si è giocato tutta la sua fortuna seguente; determinato, ostinato e risoluto non ha mai ceduto alle lusinghe dei produttori che arrivarono a mettere sul piatto cifre importanti, anche fino a 300 mila dollari, tanti per un attore e sceneggiatore scapestrato che in banca aveva sì e no un centinaio di bigliettoni verdi. Rocky Balboa, il protagonista del film, doveva essere interpretato da lui, da quella condizione Sly non si volle muovere.
Il resto è storia: Rocky, la storia di un povero e ignorante pugile italo-americano che vive nella periferia di Filadelfia, ovviamente, e che arriverà a sfidare il campione del mondo dei pesi massimi, avrà il volto angoloso di Sylvester Stallone e sarà l’inizio del mito. Dieci nomination all’Oscar, tre quelli vinti: film, regia e montaggio e per Stallone la soddisfazione anche di ricevere una nomination per la miglior interpretazione e per la miglior sceneggiatura originale, un binomio che nel passato era riuscito solo a due mostri sacri quali Chaplin e Orson Welles.
Più di 200 milioni di incassi, ottima critica, un successo incontestato e assoluto capace di sbaragliare concorrenti di tutto rispetto quali Taxi Driver, Quinto potere e Tutti gli uomini del presidente. Ma soprattutto l’inizio di una delle saghe cinematografiche più amate e seguite dal grande pubblico che da lì in avanti accompagnerà e segnerà nel bene e nel male, negli ultimi anni, la carriera di Stallone. Nel 1979, senza perdere tempo, dirigerà lui personalmente il sequel Rocky II che otterrà altrettanto successo di critica e pubblico.
Il successo di
Rocky giunge alla fine degli anni ’70 e
con gli anni ’80 si apre per Sly il decennio più prolifico e
importante per la sua carriera, il periodo dove l’attore, regista e
sceneggiatore si afferma come protagonista e icona mondiale del
genere action–movie. Basta pensare che in questo
decennio magico Stallone uscirà nelle sale con I falchi della
notte, 1980 di Bruce Malmuth, bellissimo poliziesco in cui
veste i fortunatissimi panni dell’agente Deke Da Silva e nello
stesso anno con Fuga per la vittoria di John Huston.
Nel 1982 è la volta di Rocky III quindi l’anno successivo dirigerà Staying alive, sequel de La febbre del sabato sera con John Travolta. Nel 1985, in piena guerra fredda, uscirà nelle sale con il quarto capitolo di Rocky, film in cui il nostro eroe deve vedersela con un gelido e spietato campione sovietico; Rocky IV ancora oggi è al primo posto assoluto nella classifica di incassi per i film di genere sportivo. Cobra (1986), Over the top (1987), Tango e Cash e Sorvegliato speciale (1989) sono gli altri grandi successi di botteghino con cui Sly chiude un decennio magico che lo ha definitivamente incoronato come icona mondiale del cinema d’azione hollywoodiano.
Ma a farlo entrare una volta per tutte nell’immaginario collettivo sarà un altro personaggio su cui Stallone costruirà una seconda e fortunatissima saga cinematografica: stiamo ovviamente parlando di John Rambo. Personaggio nato dalla penna di David Morrell e da un suo celebre romanzo del 1972, Rambo è un violento berretto verde reduce dalla guerra in Vietnam, esperienza che ha irrimediabilmente scalfito la sua vita e la sua personalità ormai quasi incapace di approcciarsi al prossimo.
Quando Ted Kotcheff nei primi anni ’80 viene incaricato di dirigere un riadattamento cinematografico del romanzo di Marrell saranno parecchi i nomi proposti per la parte del protagonista: da Steve McQueen, molto interessato ma ritenuto troppo vecchio, a Clint Eastwood, Al Pacino, Jeff Bridges sino a De Niro e Travolta. Stallone sbaragliò la concorrenza grazie al planetario successo di Rocky e ottenne non solo la parte ma anche la possibilità di limare a suo piacimento il carattere del protagonista che Sly rese più umano e “buono” rispetto al romanzo.
Dal 1982, anno di Rambo, the first blood, seguiranno altri due seguiti campioni di incassi al botteghino: Rambo II – la vendetta, uscito nella stessa stagione di Rocky IV, e nel 1987 Rambo III, quello che raccoglierà l’accoglienza più tiepida e delusa.
Come per l’ultimo Rocky
anche queste tre pellicole, in cui il muscoloso e invincibile
marine stermina interi eserciti di cattivi con occhi a mandorla o
con divise sovietiche, diventano oggetto di discussione e polemica
socio-politica in quanto ritenute bieco strumento di propaganda e
retorica patriottarda al servizio dell’amministrazione Reagan. E’
in quel frangente infatti che il “reaganesimo” era all’apice del
suo attacco concentrico all’URSS. Indubbiamente queste critiche e
queste discussioni giovarono alla popolarità stessa del film e del
suo personaggio.
Finiti i magici anni ’90 Stallone inizia una fase di carriera dalle fortune più alterne. Film discretamente riusciti come Cliffhanger diretto da Harry Harlin nel 1993 e meritevole di tre nomination agli Oscar ad altri decisamente meno fortunati come Demolition Man di Marco Brambilla , Assasins in cui recita al fianco di Banderas e Julienne Moore e soprattutto il pessimo Dredd – La legge sono io di Danny Cannon.
Ma come di suo solito il caro Sly, come la mitica fenice, sa sempre come risollevarsi dai propri insuccessi e da un periodo poco brillante ne esce con quella che molti critici considerano la sua migliore interpretazione di sempre: stiamo parlando di Freddy Helfin, il timido e disorientato sceriffo di un distretto di New York protagonista di Cop Land riuscitissimo film sulla corruzione della polizia newyorkese diretto da James Mangold. Per questa complicata e inusuale interpretazione Stallone arriva ad ingrassare sino a 18 chili immergendosi in un ruolo molto diverso e lontano dai suoi precedenti .
Purtroppo nell’ultimo decennio Sly non ha voluto continuare la strada tracciata da Cop land e perseguire con ruoli più adatti ad un attore non più giovane e non più fisicamente adatto a certe parti da superuomo. Il nuovo millennio ha visto Stallone riproporsi in film da blockbuster dove interpreta in modo poco convincente e quasi caricaturale quei personaggi da lui creati e da cui sembra non riuscire più a liberarsi. Stiamo parlando di Rocky Balboa del 2006 e John Rambo del 2008; due ennesimi ed estenuanti sequel dei sequel che lui stesso anni fa aveva promesso e garantito di non voler fare; forse non prevedendo quel drastico calo di popolarità che è poi sopraggiunto.
Ma dal 2009 ad oggi Sly la fenice ha avuto il suo ennesimo colpo di reni; capito che forse era meglio appendere definitivamente i guantoni al chiodo e di lasciare la guerra del Vietnam tra i libri di storia, Sylvester ha ideato una serie di film che rimanendo nel genere d’azione si sono però liberati dalle catene dei vecchi personaggi ormai fuori moda. Quindi, trovando la determinante co-partecipazione di altri mostri del genere come Arnold Scwarzneggere , Jean-Claude Van Damme, Chuck Norris e addirittura Bruce Willis, ecco presentarsi nelle sale con gli ultimissimi I mercenari- The Expendables, film del 2009, di cui è già pronto il sequel in uscita il prossimo mese di agosto. Sempre in fase di lancio anche The Tomb, thriller carcerario in cui reciterà ancora al fianco di Schwarzy oltre che con 50 Cent e Jim Caviezel.
Non saranno capolavori nel senso più estetico del termine ma hanno raccolto un importantissimo gradimento da parte del pubblico da multisala.
Sylvester Stallone è indubbiamente un personaggio controverso per cui il successo come icona di un certo genere cinematografico ha sempre camminato in parallelo allo scetticismo dei critici sulle sue reali capacità artistiche. Il suo nome è scolpito dal 1984 sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles, che AskMen.com lo colloca al terzo posto nella classifica “dei più grandi attori d’azione viventi” e la rivista Empire al 92mo posto tra gli attori di sempre.
Tre matrimoni alle spalle, il secondo molto discusso e oggetto di inverosimili maldicenze con la giunonica attrice e modella Brigitte Nielsen e cinque figli: due, come già detto, dalla prima moglie e tre femmine avute dall’ultima consorte Jennifer Flavin sposata nel 1997.
Una vita famigliare difficile e disseminata da grandi dolori: il secondogenito Seargeoh “Seth”, il piccolo neonato che compare in Rocky II, è affetto da una forma di autismo mentre, ed è triste cronaca di questi giorni, il primogenito Sage Stallone, con cui recitò in Rocky V, è stato trovato morto in un appartamento di Los Angeles dove viveva come un eremita in mezzo ad immondizia e farmaci.
Una vita piena dove non gli è mancato nulla, nel bene e nel male, anche un’imputazione nel 2007 per essere stato colto dalla polizia australiana con grandi quantità di anabolizzanti.
Lui, Sly, non da peso ai detrattori e a chi lo considera un classico caso di uomo e attore “tutto muscoli e niente cervello”; va da sé che la Miami University gli abbia conferito una laurea al merito, che sia un pittore surrealista di un certo successo (potete visitare una sua permanente a St Moritz) o che a breve lancerà una nuova linea di abbigliamento maschile. Ed è forse di poco conto che in tutta la sua carriera abbia fatto tantissima beneficenza, fondando anche un’associazione internazionale in aiuto dei bambini colpiti da autismo. Insomma non proprio solo muscoli e niente cervello, il buon Sly è anche molto altro e in questi giorni di grande dolore personale è a lui che va il nostro caloroso saluto.
Sospesi nel tempo: recensione del film di Peter Jackson
Sospesi nel tempo è il film cult del 1996 di Peter Jackson con protagonisti nel cast Michael J. Fox, Trini Alvarado, Peter Dobson, John Astin, Jeffrey Combs, Dee Wallace, Jake Busey, Chi McBride, Jim Fyfe, Troy Evans, Julianna McCarthy, R. Lee Ermey, Elizabeth Hawthorne.
Sospesi nel tempo, la trama: L’architetto Frank Bannister ha abbandonato il suo lavoro a causa di un misterioso incidente d’auto in cui la moglie è rimasta uccisa. Ha la capacità di comunicare con gli spettri e grazie all’aiuto di tre di questi (il giudice, Cyrus e Stuart), si guadagna da vivere come disinfestatore di fantasmi. Tuttavia, dopo una serie di misteriose morti e di numeri che Bannister vede impressi sulla fronte delle persone, si rende conto che in città c’è uno spirito spietato che miete vittime stritolandogli il cuore. Bannister, con l’aiuto di Lucy Lynskey, un’affascinante dottoressa, indagherà e scoprirà anche qualcosa sul suo passato.
Sospesi nel tempo, l’analisi
Se volessimo attribuire un aggettivo a questo film, esilarante sarebbe il più adatto. Non ci si può di certo annoiare con una commedia horror dei primi anni di Peter Jackson. Tra i suoi lavori più famosi ricordiamo Fuori di testa, uno splatter del 1987 rimasto un modello per gli amanti del genere, Splatters – Gli schizzacervelli e Creature del cielo. Nel medesimo periodo possiamo collocare Sospesi nel tempo, che si allontana dallo splatter per concentrarsi sull’horror e sull’humor nero.
Per tutta la durata del film non ci sarà un attimo di tregua dall’azione e dalla tensione, persino le scene comiche a volte potranno concludersi in tragedia. Nella trama ben congeniata, ogni personaggio ha un ruolo ben preciso e nulla è lasciato al caso. Persino lo schizofrenico agente FBI (interpretato da Jeffrey Combs) non verrà messo da parte durante il procedere della storia. I continui colpi di scena non permetteranno a Frank Bannister (Michael J.Fox) di tirare un sospiro di sollievo e, al contrario, dovrà redimersi per non aver sfruttato adeguatamente il suo dono. In questo modo, grazie alla sua bravura Michael J. Fox offre al suo personaggio spontaneità e coraggio, utili a reggere ai fini della storia.
Tra i protagonisti
compaiono i fantasmi, fedeli collaboratori di truffe di Bannister,
ma anche spietati come Johnny Bartlett (Jake
Busey), che faticherà ad uscire dalla mente dello
spettatore per il sorriso spietato e gli occhi sgranati. Ognuna di
queste “essenze ectoplasmatiche” conserva la propria identità, come
per rammentare che la condotta assunta durante la vita terrena è
determinante anche dopo la morte. L’originalità non manca, dal
vecchio giudice (John Astin) in depressione per il
suo ectoplasma quasi del tutto essiccato, al militare custode del
cimitero (R. Lee Ermey) che ha il compito di
tenere i defunti in riga, o meglio, in tomba (lo stesso attore ha
interpretato il Sergente Hartman in Full Metal
Jacket).
Una difficoltà per film di questo genere riguarda gli effetti speciali. Al regista non bastava mostrare i fantasmi come le solite figure bianche e trasparenti che deambulavano fluttuando, ma li ha rivisti dentro le mura, a sollevare tappezzeria, tappeti, quadri e così via a dare l’impressione di superfici elastiche. Pur riconoscendo che si tratta di effetti speciali datati, ma innovativi per la metà degli anni ’90, la pellicola non perde il suo fascino.
La frenesia dell’azione mista a momenti di comicità sono stati un mix efficace e ben distribuito. Molto prima de Il Signore degli Anelli, Peter Jackson mostrava promettenti capacità, tanto da rendere i suoi film cult indimenticabili.
Superman: Man of Steel – Teaser Trailer in versione bootleg!
E’ stato pubblicato in versione bootleg il teaser trailer di Superman: Man of Steel presentato al Comic-Con di San Diego. Ecco il video
Nel pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconoscibile e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un giovane intorno ai vent’anni che si sente alienato dai suoi poteri che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda “Perché sono finito quaggiù?”. Plasmato dai valori dei suoi genitori adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner), Clark scopre che l’avere delle straordinarie abilità conduce a dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor più grande. Clark dovrà diventare l’Uomo d’Acciaio per proteggere le persone che ama e per ergersi a salvatore del genere umano.
Man of Steel L’Uomo d’Acciaio uscirà il 14 giugno 2013.
Comic Con 2012: logo e primo concept art de I Guardiani della Galassia
Al Comic Con di San
Diego la Marvel ha cominciato a concedere
qualche assaggio de I Guardiani della Galassia, cavallo di
battaglia del 2014 (annunciata la data d’uscita
Comic Con 2012: ecco l’armatura di Tony Stark in Iron Man 3!
E’ stata svelata al
Comic Con l’armatura che Tony Stark indosserà nell’attesissimo
Iron
Man 3! Il terzo capitolo del franchise, diretto da Shane Black,
uscirà