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La Warner pensa a Mandrake

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Fumetti al cinema, non solo Marvel: la Warner sarebbe seriamente intenzionata a portare sugli schermi Mandrake, personaggio che tra gli anni ’30 e ’40 godè negli Stati Uniti di un’enorme popolarità, trai primi a varcare i confini delle pagine disegnate, per approdare in radio e al cinema; il personaggio ebbe una certa notorietà anche in Italia, con la pubblicazione delle sue strisce e perfino un’esilarante parodia ad opera di Jacovitti.

Da decenni Mandrake è ormai stato consegnato agli archivi, diventando materiale per appassionati di memorabilia, ma ora la Warner ne vuole rinverdire i fasti. Sebbene sia stato ribattezzato Mandrake Il Mago, il personaggio non ha poteri soprannaturali: si tratta invece di un illusionista che decide di usare le sue potentissime facoltà di ipnosi e suggestione per raddrizzare torti e combattere il male; ad aiutarlo c’è Lothar, un forzuto africano suo fedele compagno.

Nel corso delle sue avventure, Mandrake si ritrova a combattere criminali comuni, alieni e anche il classico gemello malvagio con poteri analoghi ai suoi. Il personaggio è stato protagonista  di un breve revival negli ’80, quando venne inserito nel cast delle serie animata Defenders of The Earth, a fianco di altri personaggi ripescati dal passato, come Phantom e Tarzan. L’idea di riportare il personaggio sullo schermo venne accarezzata negli anni ’60 anche da Federico Fellini; a inizio anni ’80 al progetto si dedicò Michael Almereyda, ma il tutto sfumò dopo poche settimane.

In anni recenti, vi era stato l’interesse della Disney: per il ruolo del protagonista si fecero i nomi di Jonathan Rhys Meyers e Hayden Christiansen.  Arrivando ai tempi attuali, della produzione è stato incaricato Charles Roven (The Dark Kinght); a quanto sembra, per Mandrake la Warner vuole seguire lo stesso percorso di riattualizzazione già compiuto per Sherlock Holmes.

Fonte: Empire

Olivia Wilde innamorata di… Jason Sudeikis

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E’ quanto avverrà in Relanxious, esordio alla regia del produttore e sceneggiatore Christopher Storer: Sudeikis sarà George, un uomo affetto da agorafobia incapace anche solo di uscire di casa che incontrerà, online, Barrett, una donna con seri problemi di ansia. La loro relazione si svilupperà attraverso lunghe conversazioni telefoniche e, col tempo, li spingerà a superare le proprie paure ed ansie per poter vivere pienamente la loro storia d’amore.

Saranno nel cast Brie Larson (prossimamente in 21 Jump Street) nel ruolo della sorella della protagonista e Fred Amirsen in quello dell’unico amico e legame col mondo di George. Olivia Wilde ha appena finito le riprese di The Incredible Burt Wonderstone, a fianco di Steve Carell e ha ottenuto una parte in Rush di Ron Howard, mentre Sudeikis sarà prossimamente sugli schermi con Movie 43 e con The Campaign, commedia politica di Jat Roach con Will Ferrell e Zach Galifianakis.

Fonte: Empire

Prometheus: Charlize Theron presenta il Trailer!

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Charlize Theron annuncia la data ufficiale dell’uscita del Full Trailer in video. Ecco:

Piccole bugie tra amici arriva in Italia

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Il 6 aprile arriverà finalmente in Italia Piccole bugie tra amici, la commedia francese di successo diretta da Guillaume Canet, con Marion Cotillard, François Cluzet e il neo Premio Oscar Jean Dujardin.

The Hunger Games premiere a L.A.: Jennifer Lawrence

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The Hunger Games premiere a L.A.: Jennifer Lawrence

Ecco la bellissima Jennifer Lawrence alla premiere di ieri sera a Los Angeles del suo ultimo film, The Hunger Games.

L’attrice protagonista di Un Gelido Inverno,

The Hunger Games: nuovo poster

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The Hunger Games: nuovo poster

All’indomani della premiere mondiale ecco un altro poster di The Hunger Game, l’attesissimo film tratto dal romanzo omonimo di Suzanne Collins.

Daed Spy Running vuole Jonathan Levine

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Dopo il bellissimo 50/50, il regista 35enne Jonathan Levine ha Hollywood in mano, o almeno così sembra considerando che tutti vogliono lui! Levine ha ricevuto adesso un’offerta soffiando il posto a McG.

John Carter – Intervista al regista Andrew Stanton!

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John Carter – Intervista al regista Andrew Stanton!

Il regista Andrew Stanton, ci parla di John Carter, dal 7 Marzo al Cinema.  Un nuovo Eroe in un mondo lontano… John Carter, il film evento in 3D dell’anno vi aspetta al Cinema. John Carter è la storia del veterano di guerra John Carter, che viene inspiegabilmente trasportato su Marte, dove si ritrova coinvolto in un conflitto di proporzioni epiche tra gli abitanti del pianeta. 

Anna Karenina ha una data d’uscita

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L’atteso film di Joe Wright, Anna Karenina, ha finalmente una data d’uscita USA. Si tratta del prossimo 9 novembre, e cioè un paio di mesi dopo l’uscita del film in UK.

Skyfall: Javier Bardem biondo sul set di 007

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Skyfall: Javier Bardem biondo sul set di 007

Ecco alcune immagini rubate dal set di Skyfall, il prossimo film dedicato a 007 dalla produzione più che turbolenta. Nella immagini vediamo un inedito Javier Bardem dalla chioma biondanei panni di un poliziotto britannico che si riveleranno probabilmente una copertura.

L’attore spagnolo sarà lui infatti (è quasi certo) il villain di turno che si contrapporrà al Bond edizione 2000 Daniel Craig.

Ecco le foto:

clikka sulle immagini per vederle ingrandite

Fonte: comingsoon

Woody Allen si trasferisce a Copenhagen

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La sua incursione a Parigi gli ha appena fruttato un Oscar, e Woody Allen, dopo aver lasciato Roma si potrebbe apprestare a trasferirsi a Copenhagen. Dopo Londra, Barcellona,

The Avengers: poster a edizione limitata

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The Avengers: poster a edizione limitata

Continua la massiccia campagna promozionale per The Avengers, film che vedrà riuniti i super eroi Marvel per fronteggiare la minaccia di Loki, perfido fratello di Thor.

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro: recensione

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro: recensione

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro è il film del 2009 di Iain Softley con protagonisti Brendan Fraser (Mortimer “Mo” Folchart); Andy Serkis (Capricorno); Eliza Bennett (Maggy); Paul Bettany (Dita di Polvere); Helen Mirren (Elinoir); Sienna Guilloty (Theresa “Resa”); Jamie Foreman (Basta); Jim Broadbent (Fenoglio); Rafi Gavron (Farid) e Jennifer Connelly (Roxane).

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro, la trama: Mortimer, un appassionato rilegatore di libri antichi, è da tempo alla ricerca di Inkheart, un libro letto molti anni prima per l’ultima volta alla piccola Meggie, sua figlia, insieme alla moglie Resa. Purtroppo in quell’occasione Mo scopre il suo incredibile dono; lui è una lingua di fata capace di animare l’inchiostro di ogni libro si trovi a leggere a voce alta.

La scoperta ebbe pero conseguenze drammatiche perché quella sera la moglie Resa fu intrappolata nel libro. Inizia così la disperata ricerca dell’ultima copia del libro rimasta ancora in circolazione, con la quale Mortimer spera di riportare nel suo mondo la moglie, resa prigioniera del perfido Capricorno, intento quest’ultimo a creare un grande regno con l’aiuto del malvagio Ombra.

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro, l’analisi

E’ il fantastico mondo dei libri. Vivere una realtà altra diversa dalla nostra, sradicarsi completamente da ogni connotato che possa offuscare la nostra immaginazione e lasciarci liberi di viaggiare con la mente in quelle terre e in quelle epoche in cui aleggia sempre quel non so che di illusorio, ma allo stesso tempo incredibilmente realistico; un’alienazione mentale attraverso la quale si è in grado di sconfinare oltre ogni tempo, oltre ogni spazio conosciuto.

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro si colloca proprio in questo scenario, noto già con La storia infinita di Wolfgang Petersen.

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro, tratto dall’omonimo romanzo di Cornelia Funke, vede come protagonista Brendan Fraser, oramai perfettamente calatosi nelle vesti dell’eroe alla scoperta di verità millenarie e di tesori oltreoceano, il cui ruolo è stato fortemente preteso dall’autrice, entusiasta di una riproduzione cinematografica del suo libro. Purtroppo il riscontro dei botteghini non ha sortito il medesimo entusiasmo da parte del pubblico, tanto da costringere un dietro front da parte della New Line Cinema per la produzione dei due sequel Inkspell e Inkdeath. Nonostante il tema di fondo sia assolutamente lodevole, sebbene confinato a pochi strascichi rammentati superficialmente durante il film, la pellicola non soddisfa le aspettative del box office, relegandolo ad un pubblico meno esigente e decisamente meno influente.

Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro

Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro si confonde così tra gli esperimenti di coloro che confidando nel successo del romanzo, cercano di eguagliarsi in meriti e in riscontri economici attraverso una riproduzione affrettata e banale, avallandosi di straordinari effetti speciali che soli non bastano però a conferire la giusta qualità dalla quale dipende il successo della pellicola.

Diversamente dalla Storia infinita, con Inkheart – La leggenda di cuore d’inchiostro si diventa non solo protagonisti della storia, ma autori della stessa, in grado di dispiegare a proprio piacimento le dinamiche del racconto. Queste, almeno, sono le intenzioni che trapelano dalla pellicola, la volontà di  promuovere un coinvolgimento non solo passivo, limitato alla partecipazione degli eventi, ma rendersi ideatori di ciò che si vive sfogliando di volta in volta le pagine di un libro.

La grande magia della lettura è ben ribadita da Helen Mirren, l’eccentrica zia di Meggie, già a pochi minuti dall’inizio del film, quando, rivolgendosi alla nipote, racconta affascinata delle sue avventure vissute nei più lontani paesi e nei tempi più remoti, in quella grande sala, colma solo di migliaia di libri, il suo vero ed unico tesoro di tanta ricchezza palesata. Il modo marcato con il quale il regista Iain Softley decide di svelare la reale ratio del film a pochi minuti dall’inizio, fa pensare ad un rimedio veloce e indispensabile che possa ovviare a delle carenze narrative, durante le quali, senza una opportuna e preventiva premessa, sarebbe effettivamente difficile carpirne il vero messaggio.

C’è comunque di vero in tutto questo che i libri amano chiunque li apra.

Uscite al cinema del 14, 16 e 19 marzo 2012

Uscite al cinema del 14, 16 e 19 marzo 2012

Mercoledì 14 –  Non me lo dire: Lello è un noto attore comico impegnato con la sua compagnia teatrale in una fortunata tournée che lo porta a calcare i palcoscenici di numerosi e prestigiosi teatri. Una sera come tante, rientrando a casa, trova un biglietto della moglie Silvia che, stanca dell’arroganza e della presunzione del marito, ha deciso di lasciarlo. Lello entra in crisi e abbandona il teatro, mettendo in seria difficoltà la compagnia che, senza il suo leader carismatico, non riscuote più i successi di un tempo.

Magnifica Presenza: recensione del film di Ferzan Ozpetek

Magnifica Presenza: recensione del film di Ferzan Ozpetek

Ritorna al cinema Ferzan Ozpetek, dopo il suo ultimo Mine Vaganti, e lo fa nuovamente con una storia dalle tinte grottesche, al limite del teatrale; un film, Magnifica Presenza che mescola divertimento, lacrime e dramma. Nel cast del film Elio Germano, Margherita Buy, Beppe Fiorello, Paola Minaccioni, Maria e Vittoria Puccini.

Magnifica Presenza vede protagonista Pietro, 28 anni, che arriva a Roma dalla Sicilia con un unico grande sogno, fare l’attore. Tra un provino e l’altro sbarca il lunario sfornando cornetti tutte le notti. E’ un ragazzo timido, solitario e l’unica confusionaria compagnia è quella della cugina Maria, apprendista avvocato dalla vita sentimentale troppo piena. Dividono provvisoriamente lo stesso appartamento legati da un rapporto di amore e odio in una quotidianità che fa scintille. Ma arriva il giorno in cui Pietro trova, finalmente, una casa tutta per sé, un appartamento d’epoca, dotato di un fascino molto particolare e Pietro non vede l’ora di cominciare la sua nuova esistenza da uomo libero. La felicità dura solo pochi giorni: presto cominciano ad apparire particolari inquietanti. E’ chiaro che qualcun altro vive insieme a lui. Ma chi?

Magnifica Presenza, il film

Nonostante le buone premesse e un discreto coinvolgimento iniziale, Magnifica Presenza è l’ennesima occasione persa per il nostro cinema, che rimane confinato negli evidenti limiti di racconto, che ormai, fatte pochissime eccezioni, attanagliano un po’ tutta la produzione italiana. Le buone intenzioni di Ozpetek non bastano a far decollare un film che ha nello sviluppo centrale della storia i suoi problemi più grossi. Quello che di primo acchito sembra essere un coinvolgente film dall’intricata trama e dalle innumerevoli contaminazioni di genere, via via discorrendo risulta essere l’ennesima farsa di un cinema che diventa un pretesto per raccontare se stessi ed una realtà completamente teatralizzata di una vita di disagio interiore.

Quella del regista di origine turche è inoltre l’ennesima occasione per dispiegare un cinema autoreferenziale che ripete la propria formula all’infinito, esasperandone il significato e banalizzandone i concetti. Il tutto amalgamato con un’idea un po’ presuntuosa di voler parlare di troppi temi in un’unica rappresentazione che inevitabilmente finisce per diventare un brodo dalle tinte riscaldate e mai veramente originali. L’affresco che viene fuori è quello di un’occasione troppo ghiotta per essere sprecata in malo modo, e seppur rimangono di buona fattura le ambientazione e l’atmosfera, la grande assente è proprio la capacità del regista di raccontare una storia semplice e completa, che arrivi con immediatezza allo spettatore senza appesantirne il senso e la portata. Sembra che il nostro cinema abbia in un certo senso dimenticato la capacità di sintesi e di racconto che può avere una magica sequenza, una sottile smorfia di un viso o anche un elegante piano sequenza rivelatore.

Il difetto più grande di Magnifica Presenza, è proprio quello di sottovalutare la capacità di comprensione dello spettatore e di anteporre, a sequenze e inquadrature, l’interminabile farsa di dialoghi “spiegoni” lunghi un giorno che non fanno altro che appesantire il racconto, portandolo su binari morti e difficilmente risollevabili. Su questo scenario nulla può il cast di attori di tutto rispetto, dal protagonista Germano che contribuisce all’occasione persa con una recitazione sempre enfatizzata e mai sincera, fino alla Buy, Fiorello e Puccini, che ahimè rimangono sullo sfondo, non certo aiutati da una sceneggiatura che li accenna, limitandone la comprensione e l’approfondimento.

Magnifica Presenza – Intervista a Elio Germano!

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Il protagonista di Magnifica Presenza, Elio Germano racconta il film.

Magnifica Presenza – Ferzan Ozpetek presenta il film!

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Magnifica Presenza – Ferzan Ozpetek presenta il film!

Ferzan Ozpetek racconta il suo ultimo film, dal titolo Magnifica Presenza, prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci, con Elio Germano, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Beppe Fiorello, Paola Minaccioni, Cem Yilmaz, Andrea Bosca, Claudia Potenza.

On the road – Trailer Ufficiale

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On the road – Trailer Ufficiale

Ecco il Trailer ufficiale del nuovo Adattamento dell’omonimo romanzo culto del 1957 di Jack Kerouac, pubblicato in Italia con il titolo “Sulla strada”. Nel cast . Ulteriori info nella nostra scheda: Sulla strada

Box Office USA del 12 Marzo

La nuova settimana non porta cambiamenti in vetta al box office dei film più visti negli Stati Uniti in cui troviamo sempre Lorax, la storia eco friendly su di un guardiano delle foreste molto particolare realizzata dalla Illumination entertainment.

Questo fatto, ossia che un cartone animato il cui protagonista è un animale anarchico ed ecologista sta facendo ironicamente parlare i media degli Stati Uniti, in piena campagna elettorale per le presidenziali, che vedono favorito un candidato repubblicano ultraconservatore, Rick Santorum, e dove il democratico e innovativo Obama si trova a dover raccimolare consensi.

Il film questa settimana ha guadagnato altri 39 milioni di dollari, arrivando in sole due settimane dall’uscita a ben 122 milioni di dollari. In seconda posizione appare la nuova uscita, presente anche nelle nostre sale, John Carter, la prima fatica in live action del regista di molti capolavori Pixar, Andrew Stanton, che incassa 30 milioni di dollari.

Il terzo posto è occupato da un film di ambientazione tipicamente americana. La festa al college per la conclusione degli studi di Project X, che si caratterizza anche per aver fatto, prima dell’uscita in sala una campagna viral in cui con un contest si poteva vincere l’ingresso alla festa dopo la prima del film. L’incasso totale raggiunge, con gli 11 milioni di questa settimana, 40 milioni di dollari.

Il thriller Silent House è in quarta posizione con un incasso di 7 milioni di dollari. Non convince però troppo i critici questa pellicola. A metà classifica troviamo Act of valor, un film di guerra, che alla terza settimana di classifica, incassa altri 7 milioni di dollari portandosi ad un totale di 56. In sesta posizione si ferma A thousand words, un nuovo film con Eddie Murphy che di sicuro non vive momenti d’oro con la critica dopo i battibecchi legati al suo abbandono della presentazione dlla serata degli Oscar. Il film, uscito questa settimana, incassa 6 milioni di dollari.

In settima posizione scende il film con Denzel Washington Safe House, che incassa quasi 5 milioni di dollari questa settimana, arrivando comunque ad un totale ragguardevole di 116, mentre in ottava resiste, sebbene scenda ogni settimana di più, il dramma romantico The Vow, che dopo 5 settimane di classifica ha un totale di 118 milioni di dollari 4 dei quali incassati questa settimana. Il nono posto è occupato dalla commedia di spie This means war, che arriva quasi ad un incasso di 47 milioni di dollari, comunque poco rispetto al cast, composto da Reese Witherspoon, Tom Brady e Chris Pine. Chiude infine la classifica Journey 2: the mysterious island, che coi i 3 milioni di dollari di questa settimana, arriva a quota 91 milioni di dollari.

La prossima settimana si aspettano le uscite di 21 Jump street, il film ispirato alla serie tv che 20 anni fa vide l’esordio di Johnny Depp davanti la macchina da presa, Casa de mi padre, una nuova commedia con Will Ferrell e Solo per vendetta, che doveva uscire la scorsa settimana, con Nicolas Cage.

Box Office ITA del 12 marzo 2012

Box Office ITA del 12 marzo 2012

Posti in piedi in Paradiso e Quasi amici reggono saldamente in prima e seconda posizione. John Carter batte Johnny Groove di Ti stimo fratello

I primi due posti del podio sono occupati saldamente dalle pellicole già affermatesi la scorsa settimana.
Posti in piedi in Paradiso rimane infatti primo con 2,1 milioni di euro: il film di Carlo Verdone arriva così a ben 6,4 milioni di euro in dieci giorni.
Quasi amici conferma la seconda posizione per la terza settimana consecutiva: l’acclamata commedia francese perde ancora pochissimo grazie all’ottimo passaparola e incassa 1,4 milioni giungendo a quota 5,8 milioni totali.

Battaglia per il terzo posto fra due new entry. A spuntarla è John Carter, con 1,2 milioni di euro raccolti (anche dalle copie in 3D) in oltre 300 sale. Apre così al quarto posto Ti stimo fratello, che non arriva neppure al milione nonostante le oltre 400 copie a disposizione: il film con Giovanni Vernia/Johnny Groove raccoglie infatti 975.000 euro e dubitiamo che possa migliorare gli incassi nelle prossime settimane…

Safe House – Nessuno è al sicuro scende al quinto posto con 603.000 euro sfiorando i 2 milioni complessivi, mentre Viaggio nell’isola misteriosa arriva a 4 milioni totali con altri 548.000 euro.

The Double esordisce al settimo posto: il thriller con Richard Gere incassa solo 301.000 euro. Segue In Time, arrivato a 3,8 milioni con altri 213.000 euro.
Hugo Cabret scende in nona posizione, superando quota 7 milioni complessivi con altri 179.000 euro. Chiude la top10 The Woman in Black, che con 176.000 euro arriva a 2,4 milioni in dieci giorni.

Da segnalare infine il pessimo risultato delle altre novità del fine settimana. La sorgente dell’amore, molto apprezzato all’ultimo Festival di Cannes, è quattordicesimo con 98.000 euro, mentre A Simple Life (Coppa Volpi alla migliore attrice all’ultima Mostra di Venezia) raccoglie 54.000 euro in sole 20 sale.
Ultima posizione della top20 per Young Adult, l’apprezzato film con Charlize Theron, che ottiene soli 28.000 euro in appena 13 copie.

Prometheus – Teaser Italiano che anticipa il Trailer Ufficiale!

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Prometheus – Teaser Italiano che anticipa il Trailer Ufficiale!

Il prossimo 14 settembre, distribuito dalla 20th Century Fox, uscirà nei cinema italiani “Prometheus”, di Ridley Scott, con Charlize Theron, Noomi Rapace e Michael Fassbender.  Ridley Scott, regista di “Alien” e “Blade Runner”, ritorna al genere che ha contribuito a definire. Con PROMETHEUS, crea una rivoluzionaria mitologia, nella quale un gruppo di esploratori scopre un indizio sull’origine del genere umano sulla Terra, che li porterà ad un viaggio avvincente verso gli angoli più oscuri dell’universo. Lì, dovranno combattere una terrificante battaglia per il futuro della razza umana. Qui di seguito, potete vedere il teaser da 20” che anticipa il trailer ufficiale, il quale sarà online domenica 18 marzo su Youtube:

Il mio migliore incubo – Trailer Italiano

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Il mio migliore incubo – Trailer Italiano

Ecco il trailer della commedia “Il mio migliore incubo” , diretto da ANNE FONTAINE (Coco Avant Chanel), con un’inedita ISABELLE HUPPERT nello spassoso ruolo di Agathe, l’attore comicoBENOÎT POELVOORDE, e l’inossidabile ANDRÉ DUSSOLLIER, amato volto del cinema francese dall’umorismo sofisticato.

Matt Damon compra un zoo con l’aiuto di Scarlett Johansson in La mia vita è una zoo

Rimasto da poco vedovo, il giornalista Matt Damon decide di sanare il  lutto dando una svolta radicale alla propria vita, e a quella dei due figli, trasferendosi nella campagna inglese e imbarcandosi nell’impresa di risollevare le sorti di uno zoo in stato di semiabbandono; ad aiutarli, ci sarà il personale dello stesso zoo, guidato da Scarlett Johannson.

Tratto da una vicenda realmente accaduta e raccontata dal protagonista Bejamin Mee nel romanzo We bought a zoo (che è poi diventato anche il titolo originale del film), La mia vita è uno zoo sancisce il ritorno al cinema di Cameron Crowe, a circa sei anni di distanza da Elizabethtown..

Quel film (che peraltro prendeva anch’esso le mosse da un lutto famigliare, in quel caso la perdita del padre da parte del protagonista),  non riuscì però a replicare i successi di suoi illustri predecessori, come Almost Famous o Vanilla Sky, inducendo probabilmente il regista a prendersi una pausa, almeno dal cinema. Nel lungo periodo di assenza, tuttavia, Crowe non è rimasto con le mani in mano, mettendo le proprie capacità al servizio del mondo della musica,  in particolare collaborando coi Pearl Jam (per il video del brano The Fixer e per il documentario Pearl Jam Twenty) e con Elton John (per il documentario The Union).

Per questo ritorno, Crowe si affida a Matt Damon, qui alle prese con un genere, la commedia (per quanto connotata da risvolti drammatici) non troppo frequentato in passato e questo rappresenta uno dei maggiori motivi di curiosità suscitati dal film.  Ad affiancare l’attore del Massachussetts è Scarlett Johansson, anch’essa non così spesso impegnata in commedie (l’ultima in ordine di tempo, è stata La verità è che non gli piaci abbastanza, risalente a un paio di anni fa). Del cast fanno parte anche Elle Fanning, Tomas Haden Church e Angus MacFadyen.

La vicenda del film non offre forse esaltanti spunti di originalità (il padre di famiglia che molla tutto per elaborare il lutto può ricordare ad esempio, la serie tv Everwood, mentre l’impresa impossibile volta a ‘esorcizzare il Male’ era al centro de L’ultimo sogno con Kevin Kline nel ruolo di un padre che, condannato da una malattia incurabile,  si imbarcava nella costruzione di un’intera casa coinvolgendo il figlio, e questi sono solo due esempi di un filone già abbastanza esplorato), tuttavia le critiche negli USA, dove il film è uscito in occasione dello scorso Natale,  sono state tutto sommato positive. In attesa di capire se sarà un ‘bel vedere’  c’è da essere comunque  sicuri che quanto meno sarà un bell’ascoltare: come d’abitudine, anche in questo caso Cameron Crowe ha dato primaria importanza alla colonna sonora (ricordiamo che trai primi lavori del regista californiano vi fu Singles, esile commediola che nei primi anni ’90 ebbe soprattutto il merito di far conoscere al grande pubblico band come Pearl Jam, Alice In Chains e Soundgarden): in questo caso Crowe si è affidato alle sonorizzazioni di ‘Jonsi’ Birgisson, cantante e chitarrista dei Sigur Ròs e a  brani della stessa band islandese.

Assieme a loro,  una lista quanto mai eterogenea di autori (per una trentina di pezzi) che vanno da Tom Petty a Randy Newman, da Mike McCready (chitarrista dei Pearl Jam) agli Stone Temple Pilots (progetto ‘estemporaneo’ che includeva membri degli stessi Pearl Jam e dei Soundgarden), da Bob Dylan a Neil Young, passando per la new wave di Echo & The Bunnymen, il reggae degli Upsetters, e i Wilco, alfieri del rock ‘alternativo’ degli ultimi anni. L’uscita del film in Italia è prevista per il 16 marzo.

Stephen Daldry: l’uomo delle nomination

Stephen Daldry: l’uomo delle nomination

Stephen Daldry è un uomo di teatro, un produttore, con una carriera relativamente breve da regista cinematografico. Ma coi suoi 4 film finora si è sempre (solo) guadagnato delle nomination all’Oscar. La ragione di questo, checché si dica delle pellicole, alcune delle quali hanno suscitato e suscitano dibattiti e talvolta aspre critiche e polemiche, va ricercata nella sua capacità di fondere le vicende private, personali dei protagonisti su cui si sofferma il suo acuto sguardo, approfondendole e facendo appassionare ad esse lo spettatore, con la dimensione pubblica, lo sfondo storico sociale di quelle storie, che finisce per essere in qualche misura protagonista e non resta mai esclusivamente uno sfondo.

È stato questo, ad esempio, uno dei punti di forza del suo esordio cinematografico: Billy Elliot, che inquadrava perfettamente la vicenda personale del piccolo Billy, in lotta per diventare un ballerino contro il volere della sua famiglia di minatori, nel contesto sociale dell’Inghilterra thatcheriana degli anni ’80. Ma in altri casi, per questo è stato anche criticato. C’è chi lo ha accusato di utilizzare la leva dei sentimenti per “ammorbidire” il giudizio storico sull’Olocausto col suo The Reader, e chi ha definito eccessivamente retorico il suo sguardo nell’ultima fatica Molto forte, incredibilmente vicino, nonché  poco rispettoso nell’accostarsi a un evento tragico della nostra storia recente come l’11 settembre. Ad ogni modo, questo gentleman inglese di cinquantun anni è riuscito nella non facile impresa di conquistare l’Academy di Hollywood, che gli ha sempre riservato un posto in lizza per gli Oscar, tributandogli un indiscusso riconoscimento. Ed è anche grazie a lui se due talentuose attrici come Nicole Kidman e Kate Winslet hanno potuto stringere tra le mani l’ambita statuetta hollywoodiana.

Stephen Daldry e il teatro

Gli inizi della carriera di Stephen Daldry, inglese del Dorset, sono tutti teatrali. Dopo la laurea all’università di Sheffield, infatti, dirige spettacoli in numerosissimi teatri inglesi, fino ad approdare, nel 1992, al londinese Royal Court Theatre, che dirigerà per molti anni. Alcuni dei suoi spettacoli approdano anche a Broadway, come accade per An Inspector Calls , che tra ’93 e ’94 gli frutta il Laurence Olivier Award, il Drama Desk Award e il Tony Award come miglior regista teatrale. E poi con altri successi come  Via Dolorosa, mentre il nome di Daldry comincia a risuonare in tutto il mondo. In Inghilterra è anche al Gate Theatre e al Royal National Theatre, dove ottiene grande riscontro di critica e pubblico con Machinal.

Nel 2000, dopo il cortometraggio Eight, arriva l’esordio cinematografico vero e proprio, che rivela sensibilità e acutezza del regista inglese. Billy Elliot è uno riuscitissimo esordio, che diventa anche un piccolo caso cinematografico. Ottiene il BAFTA Award come miglior film e nomination all’Oscar per la regia di Stephen Daldry,  per l’attrice non protagonista (Julie Walters) e per la sceneggiatura di Lee Hall. Il  film è così fortunato che Daldry deciderà di portarlo anche nei teatri sotto forma di musical. Riscuoterà ancora un grande successo, vincendo il Tony Award nel 2009 e sbarcando a Broadway. Ciò che ha fatto la fortuna di questa pellicola, che potremmo definire un piccolo capolavoro, è proprio l’abile connubio di cui abbiamo parlato in apertura.

Tanti infatti i temi che vengono affrontati grazie alla doppia prospettiva individuale e sociale: la forza della passione che porta a realizzare ciò che sembrava irrealizzabile (in questo caso la passione è quella di Billy per la danza); la libertà individuale e la possibilità di emancipazione, contro ogni determinismo sociale; il tema dell’omosessualità e del pregiudizio all’interno delle piccole comunità, anche della civilissima Inghilterra; una riflessione sulla necessità di trovare nuove strade, quando un modello sociale ed economico (come quello dell’Inghilterra fatta di industrie e miniere, prima dell’era Thatcher) entra in crisi; le contraddizioni e le difficoltà messe in luce da questa crisi. Per raccontare tutto ciò, Stephen Daldry si avvale di un’ottima sceneggiatura, di un giovane e talentuoso protagonista come Jamie Bell, di una grande attrice inglese come Julie Walters, che interpreta la maestra  di danza di Billy, colei che lo incoraggerà a seguire la sua passione, ma anche di un bravissimo Gary Lewis, nel ruolo del padre. La colonna sonora a base di Clash e quant’altro sia attinente all’epoca e al tema trattato fanno il resto, permettendo a Daldry di confezionare una commedia godibilissima e che fa riflettere al tempo stesso.

Il drammatico e toccante The Hours

Due anni dopo il regista del Dorset tenta il bis con un’operazione ambiziosa: la trasposizione cinematografica di un romanzo di Michael Cunningham da cui trae il drammatico e toccante The Hours: tre donne in epoche diverse, accomunate da un libro, Mrs. Dalloway, e non solo, sono il pretesto per riflettere sulla condizione femminile, ma più in generale su ciò che accade quando l’esistenza che conduciamo non ci soddisfa più, ci sentiamo schiacciati da essa, oppressi da ruoli che interpretiamo, ma che non ci appartengono. Le tre protagoniste della pellicola si trovano quindi a fare scelte importanti, in un contesto sociale che non sembra aver subìto grandi mutamenti nel corso dei decenni. Si tratta di Nicole Kidman nei panni della scrittrice Virginia Woolf, in un’interpretazione che le vale l’Oscar, di Julianne Moore che interpreta Laura, mentre una Meryl Streep sempre in ottima forma è Clarissa. Tutte e tre le attrici ottengono l’Orso d’Oro a Berlino e l’operazione può considerarsi ottimamente riuscita. Per Daldry un’altra nomination all’Oscar come miglior regista.

Fa molto discutere, coniugando ancora una volta grandi eventi storici e “piccole” storie private il successivo The Reader, che pone al centro la vicenda di un adolescente e la sua storia d’amore con una donna vent’anni più grande di lui, ma tratta anche il tema dell’Olocausto. Nella seconda parte del film, infatti, la donna, Hanna/Kate Winslet, si scopre essere una ex SS, che deve subire un processo per la morte di trecento ebrei. Dunque una realtà complessa che ha per protagonisti personaggi altrettanto complessi, di cui Stephen Daldry indaga le molte sfaccettature e ci mostra l’evoluzione nel tempo. Hanna è allo stesso tempo donna avvinta da passione per il giovane Michael, come per i libri; ma anche aguzzina, assieme ad altre colleghe, di trecento donne ebree; e poi ancora vittima di un sistema che fa di lei il capro espiatorio (le  colleghe del campo fanno in modo che ogni responsabilità cada su di lei); e donna schiacciata da sensi di colpa e debolezze. Kate Winslet le dà corpo magistralmente, meritando senza dubbio la statuetta  che le viene assegnata dall’Academy, così come il Golden Globe e l’EFA. L o stesso Michael, interpretato da David Kross (e, da adulto, da Ralph Fiennes) è un personaggio con luci ed ombre: si lascia prendere dalla passione per questa donna, che sembra amare, ma allo stesso tempo è colui che può scagionarla e sceglie di non farlo. È in un certo senso un altro percorso di formazione, come era stato quello di Billy Elliot, seppur in un contesto del tutto diverso. Grande Storia e storie di singoli individui, ma siamo in ogni caso di fronte a un film e ad un regista che senza dubbio vogliono farci riflettere, come già era accaduto in passato, e restituirci una realtà che va oltre ogni rigido schematismo, tornando ad affrontare ancora una volta, con sguardo problematico, il tema dell’Olocausto. Anche stavolta arriva per Daldry la nomination all’Oscar come miglior regista, ma il nostro non acciuffa il premio.

Nel 2011 Stephen Daldry, non pago delle sfide raccolte finora, decide di cimentarsi con un altro grande evento tragico della nostra storia, l’attentato alle Torri Gemelle di New York l’11 settembre. E per farlo sceglie la chiave che ormai conosciamo. Protagonista del suo Molto forte, incredibilmente vicino, ancora tratto da un testo come i due lavori precedenti, è un ragazzino, Oskar/Thomas Horn, che si trova alle prese con quanto di più difficile e doloroso ci sia da accettare nella vita, specie se si è così giovani: la morte del proprio genitore. Infatti il padre di Oskar, interpretato da Tom Hanks, è morto proprio nelle Torri l’11 settembre. Dunque, un pezzo importante di storia, visto attraverso la lente di un percorso individuale, di un’esperienza formativa di crescita per un giovane ragazzo. Il film, presentato fuori concorso al Festival di Berlino e poi candidato agli Oscar come miglior pellicola e per la migliore interpretazione da non protagonista (Max Von Sydow), è stato tacciato da alcuni di eccessiva retorica e di solleticare un po’ troppo le corde sentimentali dello spettatore, anche potenziando il riferimento all’11 settembre rispetto al romanzo di Jonathan Safran Foer da cui la pellicola è tratta. Staremo a vedere quale sarà il giudizio del pubblico italiano, che la vedrà in sala dal prossimo 23 maggio.

Daredevil: recensione del film con Ben Affleck

Daredevil: recensione del film con Ben Affleck

Daredevil è il film del 2003 di Mark Steven Johnson con protagonisti Ben Affleck, Jennifer Garner, Colin Farrell, Michael Clarke Duncan, Joe Pantoliano e Jon Favreau.

Daredevil, la trama: Chi non vorrebbe avere un avvocato come Matt Murdock? Requisito necessario è l’innocenza, altrimenti la giustizia opererà sotto il nome di Daredevil, l’alter ego vendicatore dell’avvocato.

Tuttavia la sua vita non è trascorsa in nome della rettitudine, l’ideale che Murdock si propone di difendere nelle aule di tribunale. Vissuto a Hell’s Kitchen (New York), veniva continuamente schernito dai suoi coetanei, mentre il padre, un ex pugile, era rimasto solo a prendersi cura del figlio dopo che la moglie li aveva abbandonati. Il quartiere è uno dei più malfamati della città e, per sopravvivere, il padre di Matt era impiegato nello sporco lavoro di strozzino. Il figlio vedendolo esercitare la sua professione, scappa indignato e nella fuga rimane vittima di un incidente dove del liquido radioattivo lo renderà cieco. Da questo momento in poi gli altri sensi di Matt diventeranno acutissimi, mentre svilupperà un senso-radar che farà della cecità non più un ostacolo.

Ma quando nasce il diavolo senza paura? Daredevil nascerà nel sangue, rosso come i petali della rosa lasciata sul corpo del padre misteriosamente assassinato. Non si perderà d’animo e si allenerà nei vicoli di Hell’s Kitchen.

Matt Murdock (Ben Affleck) intrapresa la carriera da avvocato, insieme a Foggy Nelson (Jon Favreau), difenderà elusivamente gli innocenti. I colpevoli sconteranno le loro pene di notte attraverso la mano della giustizia di Daredevil. Il nemico principale sarà Kingpin (Michael Clarke Duncan), boss della mafia, che assolderà Bullseye (Colin Farrel) come sicario.

In questo ambiente oscuro ci sarà un po’ di bellezza ad illuminare le buie sagome scorte dall’avvocato, grazie a Elektra Natchios (Jennifer Garner), che inizierà a frequentare dopo un (ridicolo) combattimento in strada.

Daredevil, l’analisi

Analisi: Il film, uscito nelle sale nel 2003, non ha ottenuto il record d’incassi negli Stati Uniti (circa 102 milioni e mezzo di dollari) come anche in Italia (quasi 4 milioni di dollari), ma si è mantenuto nella media.

Probabilmente ha pagato non solo il fatto che Devil fosse un eroe poco conosciuto, ma anche le polemiche per non aver ripreso del tutto la storia del fumetto Marvel. Creato nel 1964 dalla penna di Stan Lee e Bill Everett, Daredevil è stato inizialmente considerato un eroe di serie B, quasi un rifacimento dell’Uomo Ragno privato dei suoi poteri. È successivamente rinato alla fine degli anni ‘70 grazie a Frank Miller che ne realizzò una versione più dark e aggressiva, molto vicina a Batman (reinventato per la DC dallo stesso sceneggiatore). Tuttavia Daredevil se la deve vedere con la vita da avvocato, di certo meno agiata del facoltoso Bruce Wayne e, nonostante tutto, ha fatto del suo handicap un potere straordinario.

Per chi non conoscesse il fumetto, la pellicola può risultare un intrattenimento piacevole e ben fatto con una scenografia incentrata sul panorama notturno di New York, mentre l’eroe scivola silenzioso tra i palazzi, accompagnato da un’invidiabile colonna sonora di cui fanno parte gli esponenti più importanti dell’alternative rock, metal e post-grunge tra cui The Calling, Seether ed Evanescence.

Le linee direttrici seguite dal regista Mark Steven Johnson sono fondate sulla solita morale che il bene trionferà sul male e che un uomo senza paura ha pur bisogno di aggrapparsi a qualcosa, come la fede. Il tutto è coadiuvato da alcune modifiche alla storia. Esempi sono il colore della pelle di Kingpin che pare confermare una celata credenza americana, in altre parole il malvivente è spesso di colore.

Al di là di questo, Kingpin costituisce il nemico che Daredevil e Murdock hanno in comune: lo affrontano sia in strada che nei tribunali. Per quanto riguarda Colin Farrel, l’attore ha messo tutto il suo carisma per rendere al meglio una versione distorta di Bullseye, spogliato del suo fumettistico costume. Non poteva mancare Elektra, grande amore di Devil nel fumetto, che non lascia una traccia indelebile sullo schermo e passa velocemente davanti agli occhi di Devil e degli spettatori. Per portarla alla ribalta si farà anche uno spin-off del 2005, diretto da Rob Bowman e interpretato dalla stessa Jennifer Garner, ma l’esito sarà alquanto disastroso.

Tornando a Daredevil, il regista ha tentato di emulare quello che Sam Raimi aveva fatto con Spider-Man l’anno prima: il risultato è un film dal ritmo veloce, monotono nella componente ironica, che paga la scarsa capacità espressiva di Ben Affleck. Esiste anche la Director’s Cut, uscita nell’aprile 2005 in Italia, dotata di 19 minuti in più che approfondiscono la sfaccettata personalità di Murdock, mostrandolo come difensore di Dante Jackson (il rapper Coolio) e contando la presenza di Robert McKensie (Jude Ciccolella).

Non sono mancati i cameo come nella maggior parte dei film Marvel: Stan Lee veste i panni di un anziano che viene fermato da Matt Murdock prima che attraversi con il semaforo rosso, oppure Frank Miller viene ucciso da Bullseye con una penna in testa. Alcuni importanti tributi sono stati quelli di Kevin Smith che lavora in un obitorio con il nome di Kirby, in onore di Jack Kirby (disegnatore della Marvel), mentre il nome di padre Everett ci ricorda il co-creatore nel fumetto.

Al tempo si era sfiorata l’idea di un sequel per il quale Mark Steven Johnson aveva proposto di basarsi su un’altra storia del fumetto. Tutto però è rimasto lettera morta e col passare degli anni la decisione è stata quella di un reboot, attualmente nelle mani di David Slade e dello sceneggiatore Brad Caleb Kane. Attendiamo dunque notizie in quest’anno, sperando in un risultato più convincente.

Yattaman – il film

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Anno: 2009

Regia: Takashi Miike

Trama: Ganchan e la sua ragazza Janet progettano e costruiscono robot ma quando il mondo è  minacciato dal malvagio trio Drombo composto dalla bellissima e perfida Miss Dronjo, e dai suoi tirapiedi Boyakki e Tonzula si trasformano nei supereroi Yattaman 1 e Yattaman 2. L’occasione per una nuova impresa si presenta quando la giovane Shoko chiede il loro aiuto per ritrovare il padre, scomparso in Egitto mentre era sulle tracce di uno dei quattro frammenti della potente Pietra Dokrostone: è il momento di una nuova battaglia per il possesso della Drokostone e per il destino del mondo…

Cannes, apertura affidata a Moonrise Kingdom

Sarà il nuovo film di Wes Anderson ad aprire l’edizione 2012 della rassegna francese:
ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi  Thierry Fremaux, direttore artistico del 65° Festival di Cannes. Nel presentare la scelta, Fremaux ha dichiarato che Anderson è una delle potenze emergenti del cinema americano, col suo tocco personalissimo, che in Moonrise Kingodm compie un ulteriore passo in avanti in quanto a libertà creativa.

Ammiratore di Fellini e Renoir, Anderson si sta imponendo come cineasta brillante ed inventivo. Per il regista si tratta della prima assoluta a Cannes, mentre il cinema americano apre la rassegna per il secondo anno consecutivo, dopo Midnight in Paris, scelto nel 2011. Presentato a Cannes il 16 maggio, Moonrise Kingdom scritto insieme a Roman Coppola, protagonisti Bruce Willis, Bill Murray, Edward Norton tra gli altri, uscirà il 25 maggio sugli schermi USA e britannici.

Fonte: Empire

Rosemarie DeWitt nel nuovo film di Gus Van Sant

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L’attrice di New York (vista, tra gli altri, in Rachel sta per sposarsi), sarà la protagonista femminile di Promise Land, a fianco di Matt Damon e John Krasinski. Il film avrebbe dovuto inizialmente segnare il debutto alla regia dello stesso Damon, il quale in seguito ha però rinunciato, lasciando il progetto nelle mani esperte di Gus Van Sant.

Il film è stato scritto dagli stessi Damon e Krasinski, partendo da una prima stesura, opera di Dave Eggers. Damon reciterà la parte di un agente di commercio che, giunto in una piccola città, vedrà la propria intera vita messa in discussione; Krasinski avrà il ruolo di un concorrente di Damon; sulla parte data alla DeWitt non vi sono ancora dettagli, come anche per il ruolo svolto da Frances McDormand, anch’essa nel cast. Nel frattempo, la DeWitt sarà sugli schermi americani in estate, con Neighborhood Watch (a fianco di Ben Stiller e Vince Waughn) e con The Odd Life of  Timothy Green.

Fonte: Empire

Edgar Ramirez sul set per Richard Kelly

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L’attore venezuelano, che vedremo prossimamente ne La furia dei Titani, è entrato nel cast di Corpus Christi, film che segnerà il ritorno dietro la macchina da presa del regista di Donnie Darko a tre anni di distanza da The Box. La storia, ambientata nel 2014, seguirà le vicende di Paciencia de La Rosa (Ramirez) un veterano della guerra in Irak, sofferente di sindrome da stress post-traumatico, che stringe una pericolosa alleanza con un industriale texano. Kelly ha raccolto le risorse necessarie a girare il film grazie al contributo di amici come Eli Roth e Robert Rodriguez, che ha posto il progetto sotto l’ala protettrice della sua compagnia, la Quick Draw.

Lo stesso Rodriguez ha dichiarato recentemente che un film come Corpus Christi risponde pienamente allo scopo per cui è nata la Quick Draw: dare a registi innovativi la possibilità di realizzare le proprie idee e stupire così il pubblico. Kelly dovrebbe avviare le riprese il luglio in Texas, ad Austin e (ovviamente) a Corpus Christi.

Fonte: Empire

Emma Roberts in Empire State

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Dopo aver rinunciato a partecipare a Spring Breakers, prossimo film di Harmony Korine, Emma Roberts sale a bordo di un altro progetto, Empire State, diretto da Dito Montiel (tre film, all’attivo, il più noto probabilmente l’esordio di Guida per riconoscere i tuoi santi). La Roberts si unisce a un cast del quale fanno già parte  Dwayne Johnson e Liam Hemsworth: quest’ultimo dovrebbe ricoprire il ruolo di uno dei due protagonisti, impegnati a rapinare un deposito di auto blindater.

Johnson sarà invece il detective inaricato di seguire il caso, mentre la Roberts sarà una cameriera, coinvolta sentimentalmente col personaggio interpretato dallo stesso Hemsworth. Il copione è stato scritto da Adam Mazer (Breach), basandosi su un fatto realmente avvenuto nel 1982. L’ultimo apparizione della Roberts risale a Scream 4; l’attrice newyorkese ha da poco cominciato a lavorare sul set di Adult World, a fianco di John Cusack.

Fonte: Empire

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