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Il fine settimana della croisette

Oggi 14 maggio, sulla Croisette si sono succeduti grandi e piccoli nomi, e tra questi alcuni che hanno portato dell’irreverenziale colore sul tappeto rosso più glamour d’Europa. Comincia la giornata Joseph Cedar, che con il suo film israeliano, Hearat Shulayim, porto in concorso una commedia pungente a sfondo familiare, dove un padre e un figlio, entrambi coinvolti nel mondo accademico della prestigiosa Talmud Hebrew University di Gerusalemme, trovano terreno fertile per un ultimo scontro che diventa professionale e generazionale. In concorso anche il regista Markus Schleinzer, con Michael, storia drammatica che racconta gli ultimi mesi di vita di un bambino e di un uomo di 35 anni.

Ma il vero movimento c’è stato nella sezione Fuori Concorso con un documentario su Bollywood, Bollywood: the greatest love story ever told, diretto da Rakesh Omprakash Mehra, pirotecnica lettera d’amore all’industria cinematografica indiana che ha contribuito nel tempo a difinire all’estero l’immagine dell’India e di Mumbai. Nel cast anche Aishwarya Rai.

Ma a Cannes oggi è stato tempo di Pirati, quelli che dal 2003 sono risorti dalle ceneri del passato cinematografico hollywoodiano grazie all’attrazione di un parco giochi, sbancando i box office soprattutto per merito di Johnny Deep, alias Jack Sparrow, presente oggi sulla Croisette. Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del Mare è la quarta avventura di Capitan Sparrow, presentato fuori concorso in presenza del cast. Anche Penelope Cruz torna ai blockbuster hollywoodiani nel ruolo della piratessa Angelica.

Domani sarà la giornata dei fratelli Dardenne che portano in concorso Il Ragazzo con la Bicicletta.

Emile Hirsch in “Venuto al Mondo” di Castellitto

Il cast di “Venuto al Mondo”, nuovo film da regista per Sergio Castellitto, si arrichisce di un altro volto internazionale: il bravo e giovane Emile Hirsch.

The Tree of Life: clip esclusiva

A pochi giorni dall’uscita di The Tree of Life e della sua presentazione a Cannes, ecco una clip esclusiva che vede protagonista Brad Pitt nel quinto film di Terrence Malick.

Homevideo: Accordo Dall’Angelo Pictures – Movie On Demand

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Dall’Angelo Pictures e la società piemontese Movie On Demand (MOD) hanno sottoscritto un accordo per la distribuzione in Italia di prodotti cinematografici e televisivi via internet.

Miss Bala fa il suo esordio a Cannes

Nel giorno in cui Nanni Moretti presenta il suo attesissimo “Habemus Papa”, Cannes si prepara a conoscere il primo dei due film messicani presenti alla rassegna: Miss Bala di Gerardo Naranjo.

Cars 2: come nasce la soundtrack

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Alla colonna sonora di Cars 2 hanno partecipato grandi nomi della musica internazionale, del calibro degli Weezer e Robbie Williams, oltre al premio Oscar Michael Giacchino.

Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare – ecco Angelica

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Tra gli elementi più avvincenti di Pirati dei Caraibi: Oltre i Confini del Mare, l’incontro tra Capitan Jack Sparrow e la misteriosa donna del suo passato, Angelica, riserverà sicuramente delle sorprese.

Polisse: agenti di polizia a Cannes

Polisse di Maïwenn Le Besco è il film che, in questa terza giornata di Cannes 2011, si contende i riflettori con il papa titubante di Nanni Mortti, per quello che riguarda il Concorso.

Un papa sulla Croisette

Questa sera, nella sala Lumière, é prevista la proiezione del primo dei due film italiani in concorso:

Bob De Niro e Diane Keaton insieme sul set

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Robert De Niro e Diane Keaton tornano a lavorare allo stesso film, e questa volta reciteranno insieme.

Melancholia di Lars Von Trier: prima clip

Ecco una clip sottotitolata in francese di Melancholia, l’ultimo film che verrà a breve presentato  Cannes da Lars Von Trier che torna sulla croisette dopo due anni dl controverso Antichrist.

Gandalf e il 3D

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Ian McKellen ha pubblicato una sua foto molto particolare sul suo account Flickr.

Andrew Niccol dirigerà The Host

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Andrew Niccol dirigerà l’adattamento cinematografico di The Host, romanzo di Stephenie Meyer, stessa autrice della saga di Twilight.

Bill Hader è Warhol in Man in Black 3

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Bill Hader vestirà i panni di Andy Warhol in Man in Black 3, le cui riprese sono ora in corso a New York. Nello specifico Hader avrà un piccolo cameo durante una festa e la scena è stata girata in un loft in presenza del protagonista Will Smith e di altre comparse. La scenaè un party a tema Andy Warhol. Ecco alcune foto che ha pubblicato il Daily Mail:

Fonte: Daily Mail via BadTaste.it

Cannes 2011 – foto dal red carpet

Ieri è stata la giornata Di Mia Wasikowska, che per Gus Van Sant ha messo d’accordo critica e fotografi. Ecco qualche attore presente ieri sul red carpet.

Secondo giorno a Cannes

Il secondo giorno sulla Croisette ha portato in sala diversi prodotti cinematografici di diversa fattura e qualità.

Restless di Van Sant apre Un certain regard

Apre oggi, nel secondo giorno del festival di Cannes, anche la sezione Un certain regard, con una pellicola di tutto rispetto: Restless di Gus Van Sant. Il regista, pupillo della competizione, che ha vinto ben due volte, nel 2003 con Elephant e nel 2007 con la naturale evoluzione dello stesso, ossia Paranoid park, presenta un film che sulla carta sembra promette un viaggio onirico nella vita di due dropout sociali che si incontrano ad un funerale.

Tema a sostegno del film è la morte, appena vissuta da uno dei protagonisti, che ha perso i genitori in un incidente, e quella che incombe su Anabel, l’altra protagonista, malata terminale di cancro. I due farano un percorso di riscoperta, anche del dolore, insieme, accompagnati da altri strani personaggi, il piú metaforico e particolare dei quali è il fantasma di un kamikaze giapponese della seconda guerra mondiale. Il film viene proiettato  questa sera e sul red carpet è attesa la protagonista Mia Wasikowska, l’Alice di Tim Burton, presidente di giuria del Festival lo scorso anno.

Paul: recensione del film con Simon Pegg

Anomalo road movie all’insegna del citazionismo sfacciato e autoreferenziale, Paul sovverte tutta la leggendaria cronologia costruitasi negli anni intorno agli alieni e ne mostra un esemplare umanizzato che parla la nostra lingua e che pare aver preso un sacco di cattive abitudini dagli umani, fumo e parolacce comprese.

Graeme Willy e Clive Collings, due nerd inglesi appassionati di fantascienza, partono per gli Stati Uniti alla volta del ComiCon. Decidono di proseguire il loro tour negli States percorrendo con un camper tutte le mete di avvistamento UFO entrate nella leggenda. Nel loro viaggio si imbattono però nella cosa più assurda ed inaspettata che potesse loro capitare: Paul!

I due nerd del caso sono interpretati da Simon Pegg e Nick Frost, inglesi doc, che si confrontano con le dimensioni estese del deserto americano. Come al solito ottimi attori di commedia demenziale all’inglese, rasentano la più assurda stupidità mantenendo un contegno che può essere solo made in Uk, dove addirittura i poliziotti non girano armati…ma come faranno mai a sparare alle persone?

Tuttavia nonostante la bravura dei protagonisti e una certa freschezza di scrittura, i tempi del film troppo spesso di alternano tra lunghi tempi morti e inseguimenti rapidi che sfociano poi nel finale a sorpresa con tanto di (prevedibilissima) guest star. Caricaturale il personaggio di Jason Bateman, agente federale che sembra uscito direttamente da un film di James Bond, ma qui siamo dall’altro lato del Pacifico, e lui non è al servizio di Sua Maestà. Infarcito di citazioni, sin dall’inizio il film rivela il suo essere un omaggio a quella fantascienza il cui capostipite è senza dubbio Steven Spielberg, con gli inflazionati (anche in questo film) E.T. e Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo. Per quanto sia divertente per lo spettatore medio (ma anche per il critico più snob) prevedere le battute e le vicende di un film mentre lo si guarda, nel caso di Paul la prevedibilità diventa imbarazzante, talmente sono ovvi i riferimenti ad altri classici di genere, anche da un punto di vista delle battute, che scatenano larghi sorrisi, probabilmente perché quelle stesse battute, nate al cinema, sono entrate nella vita quotidiana di tanti appassionati, ed ora, forse impropriamente, vengono restituite allo schermo.

I soliti sospetti: la recensione del capolavoro di Bryan Singer

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Presentato fuori concorso al 48º Festival di Cannes, I soliti sospetti (The Usual Suspects, 1995) di Bryan Singer è uno dei thriller più acclamati degli anni ’90. Un film che ha ridefinito il concetto di narratore inaffidabile, mescolando struttura labirintica, ritmo serrato e un finale tra i più sorprendenti della storia del cinema.

Con Kevin Spacey, Chazz Palminteri, Gabriel Byrne, Kevin Pollak, Stephen Baldwin e Benicio Del Toro, la pellicola è diventata un punto di riferimento per registi e sceneggiatori del genere.

Trama de I soliti sospetti

Dopo la misteriosa esplosione di una nave nel porto di Los Angeles, il truffatore invalido Roger “Verbal” Kint (Kevin Spacey) viene interrogato dall’agente doganale Dave Kujan (Chazz Palminteri). L’uomo ricostruisce l’intera vicenda attraverso una lunga deposizione che diventa il cuore del racconto.

Tra flashback e testimonianze ambigue, emergono i membri di una banda criminale: l’ex poliziotto corrotto Dean Keaton (Gabriel Byrne), lo scassinatore Todd Hockney (Kevin Pollak) e i ricettatori McManus (Stephen Baldwin) e Fenster (Benicio Del Toro). Tutti sono legati da un episodio misterioso che li porterà a compiere una serie di colpi sempre più pericolosi.

Ma dietro ogni azione si nasconde l’ombra di Keyser Söze, un boss leggendario, temuto anche dal crimine organizzato. Nessuno lo ha mai visto, eppure la sua presenza domina ogni scena, sospesa tra mito e paranoia.

Perché il film di Bryan Singer è diventato un cult

Kevin Spacey in I soliti sospetti (1995)

La forza di I soliti sospetti risiede nella sua architettura narrativa: una trappola perfetta costruita dalla sceneggiatura di Christopher McQuarrie, premiata con l’Oscar nel 1996 insieme a quello assegnato a Kevin Spacey come miglior attore non protagonista. Il film procede su due binari – il racconto di Verbal e la ricerca della verità da parte dell’agente Kujan – che si sovrappongono e si contaminano fino a fondersi.

Il montaggio di John Ottman, anche autore della colonna sonora, guida lo spettatore attraverso i salti temporali e i punti di vista contraddittori, creando una tensione costante. Ogni inquadratura sembra suggerire qualcosa e, al tempo stesso, depistare.

Rivisto oggi, il film mantiene intatta la sua efficacia perché non vive solo del colpo di scena finale, ma della costruzione minuziosa della menzogna. Ogni dettaglio – una tazza, un sguardo, una pausa – acquista senso solo nel momento conclusivo, rivelando la precisione chirurgica con cui Singer orchestra il gioco.

Il mito di Keyser Söze

Keyser Söze non è soltanto un personaggio, ma un’idea: la personificazione del male invisibile, un’entità che si alimenta della paura e della leggenda. Nel film, la sua identità diventa oggetto di narrazione collettiva, trasformando il racconto in una riflessione su come il potere nasce dalle storie che gli uomini si raccontano.

Singer e McQuarrie costruiscono Söze come una figura mitologica contemporanea, allo stesso tempo onnipresente e inesistente, il cui fascino continua a esercitare un’influenza enorme sull’immaginario del cinema crime.

A quasi trent’anni dall’uscita, I soliti sospetti rimane un film fondamentale nella storia del thriller moderno. La regia calibrata, la scrittura impeccabile e le interpretazioni di un cast straordinario lo hanno trasformato in un riferimento per tutti i racconti basati sull’inganno e sulla percezione.

Oltre il suo twist finale, è un film che riflette sulla natura del racconto stesso: su quanto sia facile credere a una storia ben raccontata e su come la verità, al cinema come nella vita, possa nascondersi dietro il potere delle parole.

Scarface, il film Brian De Palma con Al Pacino

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Scarface è il film culto del 1993 di Brian De Palma con protagonisti nel cast Al Pacino, Steve Bauer, Michelle Pfeiffer, Mary Elizabeth Mastrantonio e Robert Loggia.

Il film Scarface è il remake dell’omonimo lungometraggio del 1932 diretto da Howard Hawks. Nell’originale Scarface, che si svolge ai tempi del proibizionismo a Chicago, l’oggetto dei traffici illeciti era l’alcool, mentre nell’opera di Brian De Palma, l’ambientazione è nella Miami degli anni ottanta dove si svolgeva un considerevole traffico di cocaina: un adeguamento ai tempi e ai differenti interessi della malavita.

ScarfaceNel 1980 Fidel Castro consente a 125000 cubani di lasciare Cuba per approdare negli Stati Uniti e riabbracciare i loro parenti anche se in verità lo scopo principale è di svuotare parte delle carceri cubane e quindi di mettere in libertà gran parte di malviventi. Ha luogo l’Esodo di Mariel, il più imponente esodo cubano del Novecento. Tra i profughi ci sono Antonio Montana e Manolo Ribera, che come gran parte degli altri immigrati cubani vengono portati alla Freedom Town, un ghetto di popolazione cubana.

 Scarface, il film cult e remake diretto da Brian De Palma

I due riescono ad andarsene in fretta grazie all’omicidio di Emilio Rebenga, un potente politico che ha perso la fiducia di Castro e che, tra l’altro, si era precedentemente messo contro un potente capo criminale di Miami, Frank Lopez, al vertice di un Cartello della droga saldamente affermato. Ottenuta la carta verde di residenza, i due amici cominciano a lavorare come camerieri e lavapiatti in una sorta di fast food, ma Tony dimostra insofferenza per la nuova vita.

Non appena Lopez si rifà vivo tramite il suo tirapiedi Omar Suarez, Tony e Manny lasciano il lavoro al fast food per mettersi in attività con lui, e diventare così dei gangster. Incarico dopo incarico Tony Montana mette in evidenza la sua capacità di saper trattare e la sua audacia, facendosi largo con prepotenza in quel losco mondo.

Ma il proverbio “Chi troppo vuole nulla stringe” vale anche per lui…

Per la stesura del film, lo sceneggiatore Oliver Stone consultò la polizia di Miami e la DEA (Drug Enforcement Administration) per consigli riguardanti le organizzazioni malavitose presenti nella città in modo tale da includere nel film anche crimini reali. Una delle scene del film, in cui un affiliato di Tony Montana viene brutalmente ucciso con una motosega, è presa proprio da un fatto realmente avvenuto.

Come attore c’è Al Pacino che grazie al film acquistò nuovamente fama e successo.

Per le riprese fu scelta come principale location la Florida, ma venne sostituita dopo che la produzione ricevette varie proteste da parte della comunità cubana per vari aspetti presenti nel film. In particolare gli immigrati cubani contestavano il fatto di venire rappresentati come degli spacciatori di droga e richiesero alla produzione l’introduzione nella sceneggiatura del film di aspetti anticastristi. Dopo varie negoziazioni, però, i produttori rifiutarono le richieste affermando che il film si sarebbe basato solo sulle organizzazioni malavitose dedite allo spaccio della droga piuttosto che alla politica di Fidel Castro.

ScarfacePer evitare incidenti durante le riprese, i set del film furono spostati a Los Angeles tranne per alcune riprese in esterna che dovevano necessariamente essere fatte a Miami.

A causa della forte violenza presente in questo lungometraggio varie scene vennero censurate mentre la critica lo accolse con pareri diversi. Nonostante ciò il film ricevette una buona accoglienza al botteghino e nel corso degli anni ha avuto un così grande successo, da farlo diventare un “cult” del genere gangster.

La parola fuck viene ripetuta 182 volte. 226 contando anche le parole contenenti fuck (fucking, fucked, fucker, motherfucker). Nella versione italiana del film il suo corrispettivo, vaffanculo, viene ripetuto 25 volte, di cui solo 3 non vengono detti da Tony Montana.

Quando il doppiogiochista Omar viene impiccato sull’elicottero, quello che penzola dal veicolo con il cappio al collo è uno stuntman vero e proprio.

Nel film Natural Born Killers, in una scena con la tv accesa, si possono chiaramente vedere le scene del film Scarface in cui i colombiani uccidono con la motosega Angel, l’amico di Tony.

Durante la scena dello scontro finale tra Montana e i sicari di Sosa, Pacino si ustionò gravemente una mano con il fucile d’assalto che imbracciava. Interrogati al riguardo, i tecnici che non avevano spiegato all’attore come maneggiare correttamente l’arma si giustificarono dicendo che, nella loro idea, trattandosi di Al Pacino, pensarono tutti che sapesse già usare le armi, senza ulteriori delucidazioni.

La pellicola ha incassato 41.000.000 di dollari negli Stati Uniti, di cui 23.000.000 dal noleggio. E’ stato anche oggetto di due rifacimenti per videogames: il primo, Scarface: The World Is Yours, sviluppato dalla Radical Entertainment e distribuito dalla Vivendi Universal Games ed uscito per le piattaforme Wii, PS2, Xbox e per il PC, narra la storia di Tony Montana nel caso in cui alla fine del film non fosse morto.

Il secondo videogioco, Scarface: Money. Power. Respect., uscito solo per PSP, è molto simile al primo anche se più incentrato sul controllo della droga e dell’impero rispetto alle lotte tra gang rivali come in Scarface: The World Is Yours.

I pirati caraibici capitolo quarto, dal 18 maggio

Il prossimo 18 maggio è una data da segnare nel proprio calendario, almeno per coloro i quali hanno lasciato qualche anno fa il capitano Jack a bordo di una bagnarola dirigersi verso altre avventure, dopo essersi impossessato della Mappa.

Anche Cristiana Capotondi sbarca ad Hollywood

Da Cannes arrivano interessanti novità dal Mercato del cinema, soprattutto per quello che riguarda i talenti ‘nostrani’.

Hai paura del buio: recensione del film

Al suo primo lungometraggio Massimo Coppola – già autore radio – televisivo per Rai ed Mtv, filosofo, nonché uno dei più lucidi intellettuali d’oggi (e forse uno dei pochi rimasti) – continua l’esplorazione dell’universo giovanile iniziata con la serie di documentari Avere Ventanni. Suo talento, ora come allora,  visivamente parlando, è senz’altro quello di scovare paesaggi, in Italia e in questo caso anche in Romania, che non si vedono mai solitamente, cogliere con il particolare taglio di un’inquadratura scorci suggestivi nella loro disperata alienazione, desolatamente emblematici, che fanno scoprire lati nascosti e ignorati delle nostre città, sposandosi ottimamente allo stato di confusione e disillusione dei giovani oggi. Dal punto di vista del contenuto, lo sguardo sulle vicende esistenziali dell’individuo innesca riflessioni di ordine generale, che riguardano la dimensione collettiva. Questo è il mondo duro e per nulla consolatorio di Hai paura del buio.

E viene da dire, viste le musiche dei Joy Division (ma non solo) che fanno da degno accompagnamento musicale al film: tutto il mondo è Manchester. Vi sono, qui, una Romania e un’Italia intrinsecamente dark, e in ciò simili all’Inghilterra industriale e post industriale in cui è nata, cresciuta e morta la band di Ian Curtis. A Bucarest c’è la fabbrica in mezzo ai palazzoni orrendi e algidi. Una fabbrica in cui lavorano in tute scure operai che visti dall’alto sembrano formiche. C’è pioggia. A Melfi c’è la fabbrica in mezzo ai campi, con tutte le sue macchine parcheggiate in ordinatissime angoscianti file. Macchine dentro, macchine fuori. Melfi battuta dal vento, pale eoliche. La fabbrica che è entrata a forza nell’Italia rurale e ne è diventata il fulcro, l’unico orizzonte possibile per chi vive in quei luoghi. Fabbrica che è vita, ma può essere anche morte. Questi i contesti in cui si muovono le due protagoniste: Eva/Alexandra Pirici e Anna/Erica Fontana.

In Hai paura del buio Eva, perso il lavoro in fabbrica a Bucarest, parte per Melfi alla ricerca di qualcuno, la cui identità si scoprirà pian piano. Qui incontra Anna, operaia alla Fiat, che la ospita. Anche Anna perderà il lavoro e dovrà trovare un punto dal quale ripartire. I numerosi primi piani scandagliano l’universo interiore delle due ragazze, entrambe intense nelle loro interpretazioni – Erica Fontana all’esordio. Il suo personaggio, Anna, appare chiuso, rancoroso verso un mondo esterno che ingabbia in un ruolo, verso una vita che già a vent’anni sembra non avere altro da offrire che una famiglia di origini modeste e una quotidianità di fatica e rinunce. La nonna (Angela Goodwin), alla quale è molto legata, è gravemente malata; il padre (Manrico Gammarota) è disoccupato e lei condivide con la madre (Antonella Attili) il peso della responsabilità familiare. Ottimi gli attori appena citati nei rispettivi ruoli.

Eva è invece più aperta, determinata, cerca scampoli di felicità in mezzo alla desolazione, mentre persegue il suo obiettivo. La sua storia si scopre poco a poco nel film, sul filo della tensione: la ragazza individua la persona che stava cercando, la segue e la spia, fino a un durissimo faccia a faccia. Lì scopriamo cosa covava dentro di sé la dolce Eva: il dolore tenuto dentro per anni, che rivolge contro il suo “bersaglio”, conto chi glie ne pare la causa. Ad accomunarla ad Anna è un universo di solitudine interiore, d’isolamento, un senso d’impotenza che vuole finalmente scrollarsi di dosso. Due ventenni apparentemente senza sogni, dunque, come tanti ventenni di oggi. Due ragazze che un evento, in questo caso la perdita del lavoro, spinge a fare scelte importanti, a cercare una svolta per la propria vita, non rinunciando più a sé stesse, alle proprie aspirazioni.

Non può sfuggire allo spettatore, strettamente legata alla vicenda delle protagoniste, una riflessione sul valore del denaro nella società occidentale. Denaro vitale, da cui dipendono tutte le scelte esistenziali, ma in nome del quale si finisce per sacrificare l’umanità delle relazioni sociali e familiari. Hai paura del buio affronta anche il tema dell’immigrazione in un’Italia impreparata e poco memore di sé stessa, che oscilla fra accoglienza e diffidenza. Le strade della rumena Eva e dell’italiana Anna si incrociano e loro camminano l’una a fianco all’altra, ma un vero rapporto tra le due inizierà a nascere solo alla fine di Hai paura del buio.

Le ambientazioni sono da documentario: senza nessun tipo di fronzolo, scene di vita quotidiana, non modificate per darne un’immagine più “gentile”, anzi, quanto più realistiche si può. Non c’è niente di consolatorio, che dipinga un quadro più leggero della realtà in cui le protagoniste si muovono, proprio come nei brani che accompagnano la narrazione. La scelta di inquadrature ed effetti visivi è invece dettata da un preciso senso artistico ed espressivo, che spesso riesce a coinvolgere e affascinare lo spettatore.

Coppola, dunque, torna finalmente a fare quello che gli riesce meglio: fotografare l’esistente e darne una lettura acuta e profonda, mai scontata, e al tempo stesso largamente accessibile. Lo fa con l’aiuto di Indigo Film – già produttrice degli esordi cinematografici di Paolo Sorrentino e Andrea Molaioli – MTV e BIM, anche distributrice della pellicola (per ora a Roma in due sole sale). Non può che farci piacere.

Una cascata di nuove foto da Una Notte da Leoni Parte II

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La Warner Bros ha rese note un gran numero di immagini da Una Notte da Leoni Parte II, La maggior parte sono inedite!

Ecco alcune delle immagini, mentre su Collider potrete trovare le altre! Diretto da Todd Phillips, Una Notte da Leoni Parte II, vede ritornare nel suo cast Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha, Jamie Chung, e Ken Jeong. Il film uscirà nei cinema il 26 maggio.

Fonte: collider

Midnight In Paris di Woody Allen accolto positivamente!

E’ stato Midnight in Paris di Woody Allen, il film d’apertura dell’edizione 2011 del Festival di Cannes. Come al solito c’erano tante attese attorno alla pellicola che dava il via alla kermesse.

Cannes 2011: primo giorno, prime foto!

Ecco l’arrivo a gran completo della giuria presieduta da Robert De Niro, con conferenza stampa. E’ JustJared ha pubblicare le primissime immagini da Cannes!

Real Steel: trailer italiano

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Walt Disney Studios Motion Pictures ha diffuso il trailer italiano ufficiale di Real Steel, il film diretto da Shawn Levy con Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo, Kevin Durand, Anthony Mackie, Hope Davis, James Rebhorn, Olga Fonda.

Il film Real Steel è basato sul racconto “Steel“, scritto da Richard Matheson, pubblicato originariamente nell’edizione di maggio 1956 di The Magazine of Fantasy & Science Fiction e successivamente adattato in un episodio di Twilight Zone del 1963. Il film ha come protagonista un ex pugile (Hugh Jackman) il cui sport è ora praticato da robot. Deve costruire e allenare il suo robot insieme a suo figlio. Real Steel è stato in fase di sviluppo per diversi anni prima di iniziare la produzione il 24 giugno 2010. Le riprese si sono svolte principalmente nello stato americano del Michigan. Per il film sono stati costruiti robot animatronici e la tecnologia di motion capture è stata utilizzata per rappresentare le risse da rodeo dei robot e degli animatronici generati al computer.

Bop Decameron: ecco il titolo del film romano di Woody Allen.

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E’ Variety, che in un articolo svela ufficialmente il titolo del nuovo film di Woody Allen che girerà a roma: Bop Decameron. Inoltre, vengono svelati anche alcuni dettagli sulla trama.

Patrick Dempsey e John Malkovich nel nuovo spot di Transformers 3!

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Finalmente vediamo per la prima volta immagini di Patrick Dempsey  e John Malkovich in Transformers:  Dark of the Moon. Fino ad ora nessuna foto e nessuna immagine si era vista. E’ uno spot francesce pubblicato da Fox Prime.