Home Blog Pagina 1699

Ixjana: recensione del film dei fratelli Skolimowski

0
Ixjana: recensione del film dei fratelli Skolimowski

I fratelli Skolimowski, figli di Jerzy, uno dei più importanti registi polacchi, hanno realizzato dopo  The hollow men, presentato ad un passato festival di Venezia, il loro secondo lungometraggio. I due avevano collaborato con il padre sul set di The essential killing, opera con molte poche battute e una performance interessante di Vincent Gallo, presentato sempre ad un passato festival di Venezia. Ixjana è un film che pesca da molto cinema europeo ed americano. La struttura è quella di un thriller psicologico, con rimandi alle luci usate da Cronenberg in molti suoi film, ci sono infatti fonti di luce decise di blu, rosso e verde che danno alla scena una tonalità surreale, e anche qualcosa che ricollega a Lynch, soprattutto nello straniamento dato dalla storia.

In Ixjana Marek, un giovane scrittore, sta cercando di risolvere il mistero della notte in cui è morto il suo amico Artur. Ricostruisce i passaggi della serata, a partire da una festa in maschera da un editore, fino ad un viaggio nei bassifondi della città. In tutto questo, si aggiunge  una donna che ha a che fare con tutti e due.

Il progresso del racconto infatti non è lineare, ma è un continuo muoversi longitudinalmente sulla linea temporale tornando su azioni avvenute ore, forse giorni prima o scene future. Lo spettatore si perde, così come anche lo scrittore, che non ha più il dominio della sua storia. Marek, autore di un unico best seller che lo ha reso ricco e famoso, dal titolo quasi profetico: “Mio fratello, il mio assassino”,  cerca nella sua memoria, come in Memento, e viene ingannato da questa stessa come accade in altri classici del cinema di tensione, primo fra tutti La donna che visse due volte di Hitchcock.

A dare al film una patina di mistero ancora più decisa è la morte improvvisa, avvenuta in India dopo aver contratto una malattia che lo ha ucciso in due settimane, del più piccolo dei fratelli Skolimovski,  Jozef, che aveva composto le musiche per questa pellicola e si trovava in India per delle ricerche per il prossimo film.

Iverson: trailer del docu-film presentato al Tribeca, dedicato a The Answer

0

Uscirà il 27 aprile al Tribeca Film Festival il documentario Iverson, film che parla della vita del leggendario MVP e futuro membro della Hall of Fame, Allen Iverson. Nel trailer possiamo vedere alcuni illustri colleghi come Dwayne Wade e Carmelo Anthony elogiare quello che è stato un’icona e un’ispirazione per intere generazioni di appassionati di NBA.

Fonte: Variety

Ivan Zaytsev presta la voce a Bumblebee: l’intervista

0
Ivan Zaytsev presta la voce a Bumblebee: l’intervista

Il capitano della nazionale italiana di volley maschile, Ivan Zaytsev, ha prestato la voce, per un ruolo “compresso”, a Bumblebee, il protagonista del nuovo film (omonimo) della saga dei Transformers, dal 20 dicembre in sala.

Di seguito, ecco cosa ci ha raccontato lo sportivo sulla sua esperienza di doppiatore, di spettatore dei Transformers e di volto di uno sport, la pallavolo, che sta diventando sempre più amato e praticato in tutta Italia:

Bumblebee: Ivan Zaytsev doppierà il protagonista

A dirigere il film c’è Travis Knight, già regista di Kubo e la Spada Magica per la Laika. Protagonista del film è Hailee Steinfeld. Nel cast anche John Cena, Jorge Lendeborg Jr., Abby Quinn, Rachel Crow, Ricardo Hoyos, Gracie DziennyJason Drucker. La sceneggiatura del film è firmata da Christina Hodson.

Ecco la prima sinossi del film:  “Durante il 1987, Bumblebee trova rifugio in una discarica in una piccola cittadina di mare della California. Charlie (Hailee Steinfeld), in procinto di compiere 18 anni e mentre cerca di trovare il suo posto nel mondo, scopre Bumblebee, scarico, ammaccato e spezzato. Quando Charlie gli restituisce la vita, impara immediatamente che non si tratta di un ordinario maggiolino giallo WV.”

Ivan Reitman per Draft Day

0

La Paramount Pictures ha messo nelle mani esperte di Ivan Reitman la commedia a base di football americano Draft Day, scritta da Rajiv Joseph (Nurse Jackie – Terapia d’urto) e

Ivan Reitman parla di Ghostbusters 3

0
Ivan Reitman parla di Ghostbusters 3

Fino ad ora le notizie su questo terzo capitolo della serie Ghostbusters si sono susseguite l’una dopo l’altra, confermate e smentite. Hanno parlato un po’ tutti, da Dan Aykroyd a Bill Murray etc. Sino ad ora l’unico che non si è mai sbilanciato è stato il regista Ivan Reitman. Questo volta però è proprio lui a fornire alcune interessanti indiscrezioni sul progetto.

Gli aggiornamenti sono questi: a quanto pare gli sceneggiatori Gene Stupnitsky e Lee Eisenberg hanno consegnato un mese fa l’ultima versione del copione alla produzione. Tuttavia la stessa produzione ha girato il copione a  Bill Murray per le note e / o approvazioni. Approvazione che in qualche modo dia  il via alla pre-produzione.

Tuttavia però è lo stesso regista che intervistato recentemente ha smentito sia questo aggiornamento sia tutte le voci su casting, storia, trama etc.

Ecco le dichiarazioni del regista:

Non c’è quasi nulla che dia una linea precisa del film … Non c’è niente … voglio dire, tutte queste storie che si sono sentite …  niente di tutto ciò è vero.

Alla domanda specifica sulla possibilità che nella storia sia presente un  figlio di Dana che prenda l’eredita di Venkman ha risposto:

Oh, no, sì … voglio dire, Sigourney Weaver ha un ruolo in questo film. Tutti i personaggi originali sono dentro. Oltre ad un sacco di nuovi personaggi … abbiamo preso una storia davvero buona. Forse la migliore di tutta la serie. Mi auguro che si arriva a farlo.

Che dire, noi rimaniamo fiduciosi sul progetto e attendiamo ulteriori notizie e conferme.

Fonte: slashfilm

Ivan Franek: intervista al protagonista di Kalavria

0
Ivan Franek: intervista al protagonista di Kalavria

Presentato al Bif&st 2024, Kalavria è il nuovo film di Cristina Mantis, un documentario, ma anche un viaggio alla scoperta di una affascinante terra di confine, dove il passato e presente si fondono. Ne abbiamo parlato con Ivan Franek, il protagonista di questa specie di Odissea, in cui lui, Ulisse/naufrago, sbarca su queste terre e le attraversa.

-Il personaggio del naufrago è un protagonista, ma anche un narratore. Proprio come Ulisse nell’Odissea, che ha vissuto le sue avventure, ma le racconta anche. Che tipo di preparazione ha richiesto questo duplice ruolo?

Mi sono messo completamente nelle mani di Cristina Mantis, la regista. La preparazione più importante è stata quella di liberarmi di tutto quello che c’era intorno a me, di spogliarmi metaforicamente e mettermi a nudo. Essere vuoto per poter accogliere e capire, per poter comunicare con le persone e cercare se stessi, una condizione invisibile, dentro di me.

-Il film è ambientato in Calabria, terra di confine. Ma nel film stesso si dice che il confine tra le terre non esiste, perché per ogni periferia del mondo, c’è un confine che si sposta più in là. Soprattutto nei territori in cui passato e presente si incontrano. Secondo te cosa c’è di tanto misterioso e affascinante in questi luoghi?

Penso che ci sia un’energia del tempo che si è fermato. La natura nel suo essere rimasta selvaggia e le persone in cui ci vivono che sono come le radici di quella terra., queste persone che ho incontrato lì fanno parte di questa terra, come l’ultimo brigante, o la signora dei gabbiani, tutti personaggi che ho incontrato in questo viaggio. I confini non esistono, la Terra è unica. Il mare non è un confine.

-Sei reduce da I Tre Moschettieri, produzione molto ricca e sontuoso. Kalavria invece è molto piccolo come progetto. Come scegli i progetti a cui partecipare?

Sicuramente il copione e il tema che affronta la storia sono elementi importanti. A volte voglio semplicemente lavorare con un regista in particolare, come è capitato con Besson. Ma mi piace molto affrontare diversi tipi di cinema e diversi generi. Sono tornato da poco da Praga, c’è un giovane regista francese che sta finendo la scuola di cinema e ha bisogno di un attore che interpreti il diavolo che tenta una novizia. Mi è piaciuto il soggetto e il progetto e ho accettato.  Mi piace molto lavorare con i giovani perché sono molto curiosi e pieni di buona volontà. Ma se un copione non mi piace rifiuto. Non sono mai i soldi a condizionare le mie decisioni.

-Gli attori sono un po’ come Ulisse: sono curiosi e girano il mondo. Ma l’eroe omerico ha poi il forte desiderio di tornare a casa. È così anche per gli attori?

Sì, è così anche per gli attori. Devo dire che io ho tre posti che posso chiamare casa, sono posti dove sono i miei cari, dove ho sempre piacere di tornare, in Repubblica Ceca, in Francia e qui a Roma. Per me è casa ogni posto dove posso tornare e dove ci sono i miei affetti. È come se avessi tre vite in tre Paesi diversi, e poi c’è il quarto, che è una mia dimensione. Per me sono tre posti importanti e dove è un piacere tornare.

It’s Only The End Of The World: la foto dal film di Xavier Dolan

0
It’s Only The End Of The World: la foto dal film di Xavier Dolan

Dopo le prime clip dal film, ecco le prime immagini ufficiali di Juste la fin du monde, nuovo progetto del prodigio canadese Xavier Dolan, che gareggerà in concorso al Festival di Cannes 2016 con il titolo internazionale di Only The End Of The World.

[nggallery id=2738]

A dispetto del “piccolo film” però, il regista non si risparmia nella scelta delle star, e seleziona un cast stellare formato da Léa Seydoux, Vincent Cassel, Nathalie Baye e Gaspard Ulliel, e come ciliegina sulla torta, Marion Cotillard nei panni della protagonista.

Il film, annunciato durante il Festival di Cannes 2015 dove Dolan era in giuria, precederà il suo esordio in lingua inglese nel film con protagonisti Jessica Chastain e Kit Harington, ovvero The Death and Life of John F. Donovan.

It’s Only the End of the World 3Il merito al film, Dolan ha dichiarato: “Il film è semplice, parla della famiglia e di quanto è difficile amarsi reciprocamente. Credo che non sia un grande cambiamento per me. ma ho sempre provato ad avventurarmi il territori sconosciuti. Si tratta sempre di amore tra madri e figli, dinamiche intime, amore non richiesto, la lotta di persone differenti che cercano di entrare nelle mode della società. Queste cose miinteressano perché hanno una risonanza perme e per la mia vita (…) Nel mio cuore ho sempre sentito che si sarebbe trattato di un punto di svolta. Un cambio di tono, forse di stile. Non cambierò mai perché mi occuperò sempre di cose che mi interessano, ma allo stesso tempo sento che It’s Only The End Of The World e anche Donovan marcano la fine di una serie davvero personale di film e quello che seguirà sarà un po’ più esotico. Thriller, film di genere, tv… la verità è che per la prima volta non so cosa arriverà. Ma so che, per quanto sarà sempre qualcosa di personale, non sarà mai così intimo. In termini di film riguardo a me stesso e ai miei demoni, credo di aver chiuso il cerchio”.

Fonte

Itziar Ituno: 10 cose che non sai dell’attrice

Itziar Ituno: 10 cose che non sai dell’attrice

Celebre attrice spagnola, Itziar Ituño si è negli anni guadagnata una discreta fama grazie a ruoli cinematografici e televisivi. Il successo mondiale è però arrivato solo negli ultimi anni grazie alla serie Netflix La casa di carta, dove interpretando l’ispettore Raquel Murillo, alias Lisbona, ha sfoggiato le sue doti di interprete ottenendo le attenzioni di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Itziar Ituño.

Itziar Ituño film

1 I film e la carriera. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 2001, quando prende parte al film Aguejeros en el cielo. Seguono ruoli in El final de la noche (2003), Arkadia (2005), Izarren Argia (2010), Loreak (2014), il quale è tra i cinque selezionati per rappresentare la Spagna all’Oscar di quell’anno, Igelak (2015) e Errementari – Il fabbro e il diavolo (2017). Con questi ultimi tre riesce ad ottenere una maggiore fama.

2 Le serie TV. Il primo ruolo in televisione di Itziar Ituño risale al 1997 con il film per la TV Agur Olentzero. Nel 2002 lavora invece alla serie Goenkale, la più longeva telenovela prodotta dalla televisione ufficiale dei Paesi Baschi. Partecipa inoltre alle serie TV Teilatupean (2000), Platos sucios (2002), Kilker Dema (2002), Cuentame como paso (2016). Nel 2017 compie invece il salto a livello nazionale con La casa di carta, trasmessa sulla piattaforma Netflix.

Itziar Ituño Instagram

3 Ha un profilo personale. L’attrice detiene un proprio account di Instagram, seguito da 2,1 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere foto scattate durante momenti di svago o di lavoro. Molto presenti sono anche i dietro le quinte dai set frequentati e foto scattate durante le premier a cui l’attrice ha preso parte.

Itziar Ituno

Itziar Ituño cantante

4 La musica è la sua passione. Itziar Ituño unisce il suo lavoro nel cinema e nella televisione alla sua altra grande passione, quella per la musica. L’attrice è infatti anche la cantante di ben tre gruppi: i Dangiliske, gli EZ3 e i LINGOTTO.

Itziar Ituño politica

5 E’ stata criticata per le sue idee politiche. L’attrice è una convinta sostenitrice dell’autonomia dei Paesi Baschi, e questo credo politico l’ha resa invisa a molti in Spagna. Spesso è stata accusata di avere legami ideologici con il nazionalismo ETA.

Itziar Ituño La casa di carta

6 E’ pessimista riguardo il futuro della serie. Con la terza stagione da poco conclusasi, Itziar Ituño ha rivelato alcuni dettagli della quarta attualmente in lavorazione. Stando alle parole dell’attrice, le cose inizieranno a mettersi molto male per i protagonisti, i quali si troveranno ad affrontare un grande nemico proprio all’interno della banca.

7 Si considera molto diversa dal suo personaggio, ma la adora. All’interno della serie l’attrice interpreta Raquel Murillo, alias Lisbona. In più di un intervista Itziar Ituño ci ha tenuto a precisare di essere molto diversa dal suo personaggio, e che spesso è difficile interpretarla per via delle sue contraddizioni. Tuttavia ne ammira la forza e la fragilità, la sua sensibilità e la sua vulnerabilità.

Itziar Ituno

Itziar Ituño vita privata

8 Mantiene uno stile di vita molto riservato. L’attrice ha sempre cercato di evitare di mischiare carriera e vita privata, tenendo quest’ultima alla larga dai social network. In alcune interviste ha tuttavia dichiarato di aver conosciuto suo marito durante un viaggio di 4 mesi in Amazzonia, nell’ambito di un progetto culturale.

Itziar Ituño studi

9 Ha studiato sociologia. Appassionata da sempre di recitazione, Itziar Ituño ha studiato presso la Escuela de Teatro de Basauri. Parallelamente ha anche frequentato il corso di laurea in sociologia. Tra i due ambiti ha infine prevalso quello della recitazione, che l’attrice ha sempre inseguito fino ad ottenere il successo mondiale.

Itziar Ituño età e altezza

10 E’ nata a Basauri, nei Paesi Baschi, il 18 giugno 1974. L’attrice è alta rispettivamente 164 centimetri.

Fonti: IMDB

Itzan Escamilla: 10 cose che non sai sull’attore

Itzan Escamilla: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per il suo ruolo nella serie Netflix Élite, l’attore spagnolo Itzan Escamilla ha davanti a sé una promettente carriera. Pur essendo per ora comparso sul grande schermo in un’unica occasione, l’attore ha tuttavia avuto modo di dimostrare le sue doti in diversi progetti televisivi. Ormai sempre più noto, per Escamilla è giunto il momento di fare il salto di qualità dando prova di poter diversificare con successo, ricoprendo ruoli inediti con cui stupire i suoi fan. Ecco 10 cose che non sai di Itzan Escamilla.

Parte delle cose che non sai di Itzan Escamilla

Itzan Escamilla: i suoi film e le serie TV

1. È stato protagonista di un lungometraggio. Nel novembre del 2019 esce in Spagna il film Planeta 5000, che lo vede protagonista nel ruolo di Sergio, giovane ragazzo che desidera entrare a far parte di una misteriosa setta. Qui conoscerà Iris, che, al contrario, desidera uscire dal circolo di cui è entrata a far parte. La storia tra i due si dimostrerà così più complicata del previsto.

2. È noto per i suoi ruoli televisivi. Escamilla debutta in televisione con la serie spagnola Seis hermanas (2016), dove recita in un episodio. Nello stesso anno prende parte a Victor Ros, dove recita in un totale di sette puntate nel ruolo di Juan. Dopo ulteriori ruoli in El final del camino (2017), El ministerio del tiempo (2017) e Le ragazze del centralino (2017), ottiene grande popolarità recitando nel ruolo di Samuel Garcìa Domìnguez nella serie Netflix Élite (2019-in corso).

Itzan Escamilla è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 4 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere curiosità quotidiane, ma anche numerose foto scattate in momenti di svago. Non mancano poi fotografie realizzate per servizi di moda o per promuovere i suoi progetti da interprete.

itzan-escamilla-instagram

Itzan Escamilla è fidanzato?

4. È molto riservato. Da quando ha raggiunto una più ampia popolarità l’attore è stato particolarmente attento a tenere privata la propria vita sentimentale, evitando di condividere particolari notizie sui social media. Ad ogni modo, secondo alcune testimonianze, Escamilla avrebbe avuto una relazione con Victoria Torresy fino al 2017, ma da quel momento pare che sia tornato ad essere single.

5. Potrebbe avere una relazione con una sua collega. Stando ad un post pubblicato su Instagram dalla cantante e attrice Danna Paola, quest’ultima e l’attore potrebbero avere una relazione sentimentale, anche se non vi sono state conferme ufficiali. I due si sono conosciuti sul set della serie Élite, dove Paola interpreta il personaggio di Lucrecia Montesinos.

Parte delle cose che non sai di Itzan Escamilla

Itzan Escamilla e Ester Exposito

6. Sono entusiasti dello sviluppo intrapreso dai loro personaggi. Nella seconda stagione della serie, i personaggi interpretati dagli attori Escamilla ed Exposito intraprendo una relazione che, seppur ricca di complicazioni, permette ai due personaggi di trascorrere molto più tempo insieme. I due attori si sono dichiarati entusiasti di questa possibilità, affermando che lo sviluppo dei rispettivi personaggi è stato particolarmente stimolante da interpretare.

Itzan Escamilla in Élite

7. Adora il suo personaggio. In diverse interviste l’attore ha affermato di essere particolarmente legato al personaggio di Samuel, ritrovando in lui numerosi sentimenti comuni dell’adolescenza. In particolare, l’attore si è detto entusiasta di poter dar vita al suo senso di colpa e al suo desiderio di vendetta.

itzan-escamilla-elite

8. Aveva già lavorato con un attore presente nella serie. In Élite, ad interpretare il ruolo del fratello maggiore di Samuel è l’attore Jaime Lorente, noto anche per La casa di carta, e con cui Escamilla aveva già collaborato nella serie Victor Ros.

9. Si è allenato per ottenere un fisico scultoreo. Uno dei motivi del fascino di Samuel nella serie spagnola è il suo fisico particolarmente curato. Escamilla ha infatti da sempre una grande attenzione nei confronti del proprio corpo, cercando di esaltarsi al meglio. Stando a quanto riportato da alcuni attori della serie, al momento di girare delle scene a petto nudo Escamilla sarebbe solito esercitarsi con alcune flessioni poco prima delle riprese, così da gonfiare i muscoli.

Itzan Escamilla: età e altezza

10. Itzan Escamilla è nato a Madrid, in Spagna, il 31 ottobre 1997. L’altezza complessiva dell’attore è di 173 centimetri.

Fonte: IMDb

Ithaca: trailer ufficiale del film diretto da Meg Ryan con Tom Hanks

0

Guarda il trailer di Ithaca, film che segna il debutto di Meg Ryan alla regia e che per l’occasione ha chiamato l’amico e collega di Insonnia d’amore e C’è posta per te Tom Hanks per un cameo.

Ithaca è l’adattamento del romanzo del 1943 The Human Comedy, scritto dal premio Pulitzer William Saroya e già oggetto di trasposizione cinematografica. È la storia di formazione di Homer Macauley (Alex Neustaedter) che, durante la Seconda guerra mondiale in California, s’impegna come corriere in bicicletta per mantenere la famiglia mentre il fratello maggiore è partito per combattere.

Nel cast ci sono la stessa regista, Sam Shepard, Molly Gordon, Hamish Linklater e Jack Quaid, figlio di Meg Ryan e Dennis Quaid. Il film uscirà in distribuzione limitata in America il 9 settembre.

Fonte

Italy: Love it or Leave it: recensione del film

Italy: Love it or Leave it: recensione del film

In Italy: Love it or Leave it Gustav e Luca vivono insieme e improvvisamente, dopo sei anni, ricevono una lettera di sfratto, devono abbandonare il loro amatissimo appartamento. Gustav, altoatesino e da sempre insofferente all’Italia e sopratutto agli italiani, propone: approfittiamo di questo segnale del destino e lasciamo questo paese, trasferiamoci all’estero…a Berlino, l’Italia non ha più nulla da darci. Luca è romano e al contrario molto attaccato alle sue origini, alla sua terra e ai luoghi della sua infanzia, si Berlino è una città stupenda ma perchè e come abbandonare l’Italia, un paese stupendo.

I due risolvono la questione stringendo un patto: sei mesi, un viaggio di sei mesi lungo lo stivale per decidere cosa fare. Se al termine di quel periodo Gustav non si sarà convinto allora Luca accetterà l’idea di trasferirsi in Germania. Ed è così che inizia un lungo e schizofrenico viaggio che porta i due simpatici protagonisti da un capo all’altro dell’Italia da nord a sud, da est a ovest.

Italy: Love it or Leave it, il film

Per Gustav Hofer e Luca Ragazzi è il secondo film-documento realizzato in coppia. Il primo è stato “Improvvisamente l’inverno scorso” del 2009. Hofer è da anni corrispondente per l’Italia di un canale franco-tedesco di cultura mentre Ragazzi è un giornalista e fotografo; spiegano di aver realizzato “Italy: love it or leave it” perché troppe cose di questo paese non gli piacciono più, una caduta progressiva di valori e di fiducia verso stato e istituzioni ma al contempo la sensazione che dopo alcuni fatti concreti (vedi elezioni amministrative della scorsa primavera e referendum) forse nella coscienza civile qualcosa stia cambiando.

Italy: Love it or Leave it è un film ironico e divertente, un film che affronta un’analisi della nostra contemporaneità in modo completo e duplice ma sempre con grande serietà. E’ molto apprezzabile la contrapposizione delle due posizioni che i protagonisti rappresentano, colui che vede il bicchiere mezzo vuoto e vuole scappare e colui che lo vede mezzo pieno e spinge per rimanere. Come affermato dai due registi stessi i veri protagonisti del film non sono loro bensì i personaggi che incontrano durante il loro viaggio e che raccontano storie dell’Italia di oggi, storie di disoccupazione, sfruttamento e difficoltà ma anche storie di speranza, coraggio e orgoglio italiano. Le sequenze filmate di cui si può apprezzare una buonissima fotografia sono inframmezzate da ausili animati molto originali e spesso divertenti i quali completano il racconto e accompagnano in modo molto efficace le voci fuori campo.

Italy: Love it or Leave it è un film sull’Italia di oggi e per l’Italia di oggi che può aiutare a risvegliare coscienze sopite e a far capire a tutti noi italiani l’obbligo morale di rispettare e valorizzare di più e meglio questo meraviglioso paese. Quello che a mio avviso stona e che rappresenta un elemento non sempre in linea con il proposito del film è l’eccessivo coinvolgimento della politica e dei suoi protagonisti. Tra una sequenza e l’altra ci si imbatte troppo spesso con immagini televisive e non relative al berlusconismo sempre, ovviamente, rappresentato in modo ironico o allusivo. Berlusconi come sorgente di ogni male e di ogni degenerazione morale, Berlusconi come ossesso da eliminare. In contrappeso a questo l’intervista a Vendola appare come a dire: ecco la strada da seguire, ecco l’antidoto.

Ora lungi da me commentare o fare delle valutazioni di carattere politico, quello che alla lunga mi ha infastidito è questa invasione di campo della partigianeria politica nel mondo del cinema e della narrazione del film. Una presa di posizione eccessiva e che a mio avviso si poteva evitare in quanto inutile; rimanere nell’ambito della società civile e dare risalto ad essa e ai suoi protagonisti così come denunciare i casi di malgoverno di questo paese era sufficiente. Esagerare nella demonizzazione anti-berlusconiana trascina il film ai limiti del propagandistico e questo è un peccato.

Italy: Love it or Leave it su iTunes e dal 4 gennaio al Politecnico Fandango di Roma

0

Dal 4 gennaio al Politecnico Fandango di Roma Italy: Love it or Leave it, il nuovo “docu-trip” di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, un viaggio in Italia alla ricerca dei buoni motivi per amarla o lasciarla. Il film è disponibile su iTunes dal 26 dicembre in vendita e in versione on-demand, dopo essere stato presentato al Milano Film Festival, dove ha ottenuto il premio come miglior lungometraggio, oltre allimportante premio del Pubblico.

Il film ha avuto numerosi riconoscimenti anche in festival internazionali, da Rio de Janeiro ad Helsinki, da Cape Town ad Annecy (Premio della Giuria dei giovani), da Zurigo a Tolosa. Il film prosegue anche il suo “tour” nelle sale di tutta Italia (distribuito da ZaLab) e nei festival italiani ed internazionali.

Gustav e Luca sono una coppia di italiani: il primo, altoatesino e di madrelingua tedesca, è pragmatico e animato da una forte coscienza politica; il secondo, romano, è indolente, pigro, sarcastico, fatalista. Di recente hanno assistito all’esodo di molti amici, loro coetanei, partiti per Berlino, Londra, Barcellona, la Nuova Zelanda. Seguire il loro esempio o restare in Italia? Gustav crede che andarsene sia la cosa migliore da fare, Luca vuole convincerlo che il Paese è pieno di buoni motivi per restare, di persone appassionate che ogni giorno conducono una battaglia silenziosa perché le cose possano cambiare. Prima di prendere una decisione, si danno sei mesi per capire se è ancora possibile tornare a innamorarsi dell’Italia. Il docu film è il diario di quei sei mesi in viaggio attraverso il Belpaese (o ciò che ne resta) e i suoi abitanti.

Italy in a Day: trailer ufficiale del film di Gabriele Salvatores

0

Guarda il Trailer ufficiale del film di Gabriele Salvatores Italy in a Day, l’edizione italiana del noto progetto del regista americano Ridley Scott. Il film è stato presentato a Venezia e di seguito trovate tutti le nostre pubblicazioni, compresa l’intervista al regista. Dal 23 Settembre al cinema

LEGGI ANCHE: Dallo spazio alle lenzuola: Gabriele Salvatores racconta Italy in a Day

LEGGI ANCHE: Venezia 71: Italy in a Day recensione del film di Gabriele Salvatores

Italy in a Day è l’edizione italiana, curata da Gabriele Salvatores, di un progetto di Ridley Scott: è stato chiesto agli italiani di inviare dei video realizzati con qualsiasi mezzo (telecamere, smartphones, fotocamere) da girare durante le 24 ore del 26 ottobre 2013. Desideri, sogni, paure, riflessioni, qualsiasi cosa considerata importante che accadeva quel giorno o anche, semplicemente, quello che si vedeva dalla finestra di casa. Italy in a Day è 44.197 video ricevuti, oltre 2200 ore di immagini, 632 video montati, una squadra di 40 selezionatori coordinati da Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti. Italy in a Day è un diario emotivo, un censimento delle emozioni e dei pensieri degli italiani, una confessione laica, la voglia di condividere i propri sentimenti attraverso le immagini, un collettivo psicodramma italiano, di volta in volta tenero, arrabbiato, divertente o disperato. Ma anche una coinvolgente riflessione, sincera e senza filtri intellettuali, sul senso stesso di questo nostro viaggio sul pianeta Terra, in questi anni. Nell’epoca della comunicazione digitale, della condivisione istantanea, dello strapotere delle immagini Italy in a Day è il primo esperimento italiano di film collettivo, dove il materiale narrativo (le immagini e i pensieri) vengono forniti da chiunque ne abbia voglia e l’organizzazione del racconto è affidata a chi lo fa per mestiere. Non un social network, ma un social movie realizzato con passione, rispetto e senso di responsabilità, senza rinunciare a uno “sguardo necessario” e al punto di vista personale sulla realtà.

Italy in a day: Ridley Scott in versione italiana

0
Italy in a day: Ridley Scott in versione italiana

A qualche anno dall’esperimento di Life in a day, promosso e realizzato dalla Scott free di Ridley Scott, che raccolse i filmati di persone comuni in giro per il mondo e dopo le esperienze in Giappone, con Japan in a day, il 26 Ottobre sarà il turno del nostro paese con il titolo Italy in a day.

L’iniziativa è promossa dalla Rai che mette a disposizione il suo portale, di cui uno sarà dedicato all’evento, in collaborazione con la casa di produzione del regista americano e con un regista d’eccezione e internazionalmente riconosciuto: Gabriele Salvatores.

L’iniziativa è stata presentata oggi a Roma, in previsione del lancio pubblicitario che inizierà il prossimo 30 Settembre, e Salvatores, in collegamento da Trieste dove si trova per girare il suo ultimo film, si è definito entusiasta di questa iniziativa, alla quale non ha voluto rinunciare assolutamente, vista la possibilità di mettersi in gioco in un ruolo nuovo per lui: organizzare del materiale che non conosce.

Il materiale verrà organizzato in maniera cronologica, dalla mezzanotte di Sabato 26 Ottobre fino alle 23.59 dello stesso giorno, e tutti sono invitati a partecipare con un video realizzato con ogni mezzo digitale, dalla fotocamera allo smartphone alla più canonica videocamera e caricarlo sul sito della Rai www.italyinaday.rai.it.

Quello che preoccupa di più il regista premio Oscar sarà dover scegliere il materiale e soprattutto conciliare il tutto in una storia, un intreccio comune che leghi immagini prodotte da mani diverse, per fare questo, sono state delineate alcune linee guida attraverso tre temi agli antipodi: paura, amore e vita. Le interpretazioni sono molteplici quindi e la libertà va dalla finzione alla documentazione dalla finestra di casa. Ci saranno alcune sicurezze di sicuro impatto, la produzione, Indiana Film, si è assicurata che alcuni ospedali sul territorio forniranno le immagini delle nascite di quei giorni, ma non si sa se verrà dato spazio a immagini più forti o di rottura. Salvatores sottolinea che una linea principale sarà quella di rappresentare la vita delle persone e le bellezze naturali del nostro paese, per dare un’immagine completa dalla notte al giorno, della vita in un giorno qualunque nel nostro paese. Il regista definisce anche questo un esempio di larghissima democrazia, in cui il suo ruolo sarà quello di mettere in ordine con un senso collettivo, immagini che sono importanti per altre persone. Agli antipodi, a detta sempre di Salvatores,  rispetto a quello che è il cinema normalmente in Italia: la visione di un regista attraverso delle immagini da lui stesso concepite.

Italy in a Day: recensione del film di Gabriele Salvatores

0

In principio ci fu Life in a Day, film documentaristico di Ridley Scott che racconta la vita degli esseri umani dall’alba al tramonto di una sola giornata. Poi Gabriele Salvatores ha deciso di realizzare Italy in a Day, un racconto che ha alla base lo stesso principio del progetto originale di Scott e che è stato realizzato con il contributo degli italiani che hanno inviato quasi 45mila video che raccontano tante piccole storie, situazioni quotidiane, scelte di vita, vite semplici e vite importanti, vite di italiani all’estero, di giovani e vecchi, di malati, di carcerati e sofferenti, di coppie (eterosessuali e omosessuali) che provano a mettere insieme una famiglia nonostante le difficoltà, diverse per ognuno.

Salvatores realizza un maxi montaggio in cui il filo conduttore è lo svolgersi della giornata, dalla mezzanotte alla mezzanotte del 26 ottobre 2013, e attraverso pochi maxi blocchi racconta la notte dei solitari, dei lavoratori notturni, le mattine dei bambini, le colazioni, l’inizio della scuola e del lavoro in ufficio, ma anche la solitudine degli anziani e la gioia delle nuove vite che arrivano, la difficoltà di un trentenne di trovare una collocazione nella società produttiva e anche le storie di chi, proprio per diventare un membro produttivo della società, ne sceglie un’altra e si trasferisce all’estero.

Il prodotto finale è commovente e divertente, come le storie che vengono raccontate, una boccata d’aria e un invito a sorridere delle nostre piccole manie, dei gaffi che dormono con noi, dei bimbi che ci tengono svegli la notte, dei nonni che non ricordano i nomi dei loro figli ma sono comunque in grando di grandi pensieri poetici.

Italy in a Day è un’esperienza, una finestra sull’Italia e sulla vita che tutti noi condividiamo in un Paese “che soffre con dignità, ma che ha ancora una finestra aperta verso il futuro.”

Italy in a Day: continua il successo del social movie di Gabriele Salvatores

0

Italy in a DayContinua il grande successo  di Italy in a Day, il film collettivo di Gabriele Salvatores, prodotto da Indiana Production con Rai Cinema in associazione con Scott Free.

LEGGI ANCHE: Dallo spazio alle lenzuola: Gabriele Salvatores racconta Italy in a Day

LEGGI ANCHE: Venezia 71: Italy in a Day recensione del film di Gabriele Salvatores

Già accolto da un lunghissimo applauso dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia – Fuori Concorso, il film è stato proposto ieri, martedì 23 settembre, con una uscita evento in un’unica giornata,  in 56 sale sparse in tutta Italia incassando più di 38mila euro, con una media copia di rilievo pari a 709 euro, la più alta della giornata.

Un risultato al di là di ogni aspettativa per un evento che ha visto il pubblico  rispondere con sorprendente partecipazione ad una proposta culturale innovativa, a un nuovo modo di fare cinema, reagendo con lacrime, risate e applausi a scena aperta alle immagini  sperimentali e rivoluzionarie di quello che può essere definito il primo social movie italiano.

Salvatores ha selezionato circa 600 filmati, dopo averne raccolti e visionati più di 44mila! Una grande partecipazione popolare da parte degli italiani, che supera di gran lunga quella registrata dalla precedente edizione britannica. Un lavoro reso possibile anche grazie alle forze messe in campo da tutta la Rai, in una operazione sinergica con pochi precedenti.

ITALY IN A DAY  andrà in onda in prima serata sabato 27 settembre su Rai3.

Italy in a day, il social movie di Gabriele Salvatores oggi al cinema

Italy in a DayIl 23 settembre 01 Distribution presenta in 60 sale cinematografiche, per un’unica giornata speciale, Italy in a day, il film collettivo di Gabriele Salvatores prodotto da Indiana Production con Rai Cinema in associazione con Scott Free.

LEGGI ANCHE:

Gabriele Salvatores presenta Italy in a Day: “L’Italia è un paese che soffre con dignità”

Italy in a Day: trailer ufficiale del film di Gabriele Salvatores

Il 26 ottobre 2013 era stato chiesto agli italiani di realizzare un breve filmato sul nostro paese. La risposta è stata travolgente: oltre 44.000 video ricevuti per 2200 ore di materiali. Le persone che hanno partecipato, hanno raccontato attraverso queste immagini, i loro desideri, i sogni, le paure, le riflessioni, o più semplicemente, ciò che hanno visto dalla finestra di casa quel giorno. Alla fine sono stati selezionati circa 600 video. Il risultato è Italy in a day, un vero e proprio “Social Movie”, accolto con entusiamo da pubblico e critica all’ultimo Festival di Venezia, dove è stato proiettato Fuori Concorso.

LEGGI ANCHE:

Dallo spazio alle lenzuola: Gabriele Salvatores racconta Italy in a Day

Venezia 71: Italy in a Day recensione del film di Gabriele Salvatores

A proposito del film Mary Corliss sul prestigioso Time ha scritto “in una rivoluzione del pianeta, l’Italia ha scritto a se stessa questa irresistibile lettera d’amore. Possa leggerla presto il mondo intero”.

Italo: due clip del film con Marco Bocci

0

E’ attualmente al cinema il film Italo con protagonista Marco Bocci alla sua prima pellicola da protagonist al cinema dopo il successo di Squadra Antimafia. Ebbene ecco due clip del film:

Il film ispirato ad una storia vera è interpretato da Marco Bocci, Elena Radonicich, Barbara Tabita, Tomal (il cane), Vincenzo Lauretta, Martina Antoci, Matteo Korreshi, Lucia Sardo, Andrea Tidona, Marcello Perracchio, Tuccio Musumeci e Leo Gullotta (voce narrante).

Nel 2009, nelle campagne di Scicli, provincia di Ragusa, arriva un randagio che conquista l’affetto dell’intera cittadina fino a diventarne simbolo. Tratto da un’ incredibile storia vera il film racconta la vita di Italo, cane straordinario al punto da meritare la cittadinanza onoraria. Una commedia romantica e divertente che tocca temi importanti quali l’amicizia, il pregiudizio e l’amore incondizionato a cui fa da cornice una Sicilia piena di colori e tradizioni. L’eroe di Squadra Antimafia, Marco Bocci, nel suo primo ruolo da protagonista sul grande schermo.

Italo Spinelli racconta la sua Gangor

0

italo_spinelli

La scrittrice e giornalista Lidia Ravera (autrice nel 1976 di Porci con le ali) ha introdotto la conferenza stampa a cui hanno preso parte il regista di Gangor, Italo Spinelli e la protagonista Pryanka Bose. Erano presenti anche i produttori, Angelo Barbagallo (Bibi film) , Carlo Brancaleone (Rai Cinema) e Luciano Sovena (distribuzione, Cinecittà Luc ).

Italo al Festival di Taormina

0

italoNotorious Pictures presenta lunedì 16 giugno, in anteprima alla 60ª Edizione del TaorminaFilmFest, ITALO, l’emozionante storia vera dell’omonimo meticcio color miele che, spuntato dal nulla tra le strade del piccolo paese siciliano di Scicli, conquistò pian piano il cuore di tutti gli abitanti fino a diventarne cittadino onorario.

Una commedia delicata e divertente – firmata da Alessia Scarso ed interpretata da Marco Bocci, Elena Radonich e Barbara Tabita – che tocca temi importanti quali l’amicizia, il pregiudizio e l’amore incondizionato a cui fa da cornice una Sicilia piena di colore e tradizioni. Il film arriverà nelle sale italiane nel 2015.

Italica Noir: I ferri del mestiere, intervista ai filmmaker della serie

0

In occasione del Noir in Festival 2023, ecco l’intervista a Jake La Furia, Federico Cadenazzi e Girolamo Lucania, rispettivamente voce narrante, regista e sceneggiatore della seconda stagione di Italica Noir: I ferri del mestiere, disponibile dall’11 dicembre su Mediaset Infinity. La serie è una co-produzione Infinity LAB, laboratorio permanente di Mediaset Infinity che individua e premia il talento di filmmaker e case di produzione indipendenti.

Italica Noir è la docu-serie di genere true crime che combina tecniche di animazione e ricostruzione storica, dalle atmosfere tipiche del cinema e della letteratura noir, per indagare sui fatti di cronaca più sanguinosi e scioccanti della Storia italiana. Dopo il successo della prima stagione – con la voce narrante di Adriano Giannini e già disponibile su Mediaset Infinity – arriva Italica Noir: I Ferri del Mestiere, narrata dal rapper Jake La Furia.

La nuova stagione di Italica Noir racconta attraverso la voce di Jake La Furia, varie facce della malavita milanese dagli anni ’40 fino all’inizio degli anni ’80 in quattro episodi antologici. Piombo, grandi rapine, rapimenti, bande criminali e ladri solitari, conflitti a fuoco, ma anche gentiluomini, patti di non belligeranza, ingegno. Un quarantennio di rinascita e ricchezza, ma anche di piombo e sangue. Dalla storia di Vallanzasca e Turatello alla “Rapina del Secolo” di Ugo Ciappina; dal Robin Hood moderno, Ezio Barbieri, e il suo “erede” Luciano Lutring alla fuga più sanguinosa che la cronaca ricordi.

Italia’s Got Talent 2021, al via la nuova edizione, ecco la giuria

0

C’è aria di novità a Italia’s Got Talent, con la nuova edizione che approda su Sky Uno e in streaming su NOW da gennaio con una irresistibile new entry in giuria: al tavolo dei giudici, con i confermatissimi Federica Pellegrini, Mara Maionchi e Frank Matano, ci sarà infatti Elio. Nello show prodotto da Fremantle per Sky, la ricerca dei migliori talenti del nostro Paese sarà guidata ancora dalla travolgente Lodovica Comello, alla conduzione per il sesto anno consecutivo.

Salda al timone nel viaggio della nuova edizione, e sempre pronta a incitare i concorrenti nel backstage, ci sarà Lodovica Comello, trascinante padrona di casa a IGT.

In giuria quattro personalità tanto diverse tra loro ma capaci di coniugare estro e ingegno, che nella nuova edizione di Italia’s Got Talent torneranno a dare la caccia ai migliori talenti a partire da ottobre, quando a Cinecittà prenderanno il via le Audizioni.

La giuria

Elio, cantante, musicista e scrittore, con gli Elio e Le Storie Tese ha pubblicato dieci dischi in studio, ma nel corso degli anni è diventato anche un amatissimo personaggio al quale il fiuto per il talento di sicuro non manca. Al suo fianco il grande ritorno di Federica Pellegrini, la “Divina”, plurimedagliata e campionessa olimpica, reduce da Tokyo 2020 dove ha raggiunto il record storico della quinta finale olimpica consecutiva nei 200 stile libero; l’amatissima, vera icona dell’industria discografica e della TV italiana Mara Maionchi; e, per la settima edizione consecutiva, Frank Matano, comico e attore irresistibile, pronto a provocare ancora i colleghi al tavolo e a far ridere il pubblico col suo umorismo nonsense.

Elio dichiara: «Sono felicissimo di entrare nella famiglia di Italia’s Got Talent. Non vedo l’ora di sedermi al tavolo dei giudici, il più lontano possibile da Frank Matano, di usare il Golden Buzzer totalmente a caso, di insegnare il dialetto milanese a Federica, di tornare al fianco di Mara Maionchi per rubarle i segreti del mestiere e tutti i soldi. Sarò apparentemente amichevole ma in realtà sono qui per stracciare i miei avversari perché per me nella vita contano solo il danaro e la vittoria».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming di Sky Italia, afferma: «Nella valigia di Italia’s Got Talent, quest’anno, mettiamo un po’ di novità: diamo il benvenuto in squadra a Elio, un talento versatile e irresistibile, già nostro compagno di viaggio in altre avventure, che sa mettere la sua inconfondibile firma in tutto quello che fa. E ringraziamo Joe Bastianich, straordinario giudice per due stagioni di Italia’s Got Talent e che continuerà a far parte della famiglia Sky con nuovi progetti. Con Elio, diamo il bentornato a Federica, Mara, Frank e alla padrona di casa Lodovica, che hanno saputo fare di Italia’s Got Talent uno show tra i più amati dal pubblico, capace di riunire davanti alla tv tutta la famiglia in grandi serate di intrattenimento puro.

Italia’s Got Talent è tra i flagship show più distintivi e coerenti con la nostra offerta di intrattenimento Sky e come tale affiancherà i nostri titoli più identitari come X Factor, MasterChef Italia e il neo arrivato Pechino Express, solo per citarne alcuni. Una ridefinizione della nostra strategia editoriale che punterà alla soddisfazione degli abbonati con i grandi show in pay tv, mentre nuovi format e l’ingresso di nuovi volti accendono la programmazione free to air di TV8. Il viaggio di Italia’s Got Talent può iniziare, mettiamoci comodi: ci sarà da divertirsi»

Gabriele Immirzi, Chief Executive Officer di Fremantle, dice: «Siamo felici di dare il benvenuto a Elio nella grande famiglia di Italia’s Got Talent, un format in cui la sua passione per i talenti più estrosi e per i personaggi più bizzarri potranno certamente trovare terreno fertile. Colgo l’occasione per ringraziare Joe Bastianich per la passione e l’entusiasmo con cui ha partecipato al programma negli ultimi due anni e a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per i progetti futuri.

Vedere Lodovica per il sesto anno consecutivo guidare la grande macchina di IGT con sempre maggiore confidenza e sicurezza ci rende orgogliosi di aver creato una squadra coesa ed efficace. Saranno 9 puntate di sano e puro divertimento».

Italiano Medio: Trailer ufficiale del film di Maccio Capatond

0

Guarda il Trailer ufficiale del film Italiano Medio di Maccio Capatonda commedia in arrivo nei cinema italiani il prossimo 29 gennaio distribuita da Medusa.

 

Trama: Giulio Verme (Maccio Capatonda) è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita.

L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.

Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.

[nggallery id=1258]

Italiano MedioItaliano Medio scritto da Marcello Macchia, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Daniele Grigolo, Danilo Carlani e Luigi Luciano ė interpretato da Maccio Capatonda (Marcello Macchia), Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Rupert Sciamenna (Franco Mari), Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia (Adelaide Manselli), Ivo Avido (Enrico Venti) con la partecipazione di Nino Frassica.

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita.
L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.
Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.
Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio.
Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita…

ITALIANO MEDIO è distribuito in Italia da Medusa Film ed uscirà nelle sale il 29 gennaio 2015.

Italiano Medio: trailer del primo film di Maccio Capatonda

0

Fino ad ora eravamo abituati a vederlo dilettarsi tra i trailer di film quantomeno fantasiosi, ma a quanto pare è giunta l’ora per Maccio Capatonda (al secolo Marcello Macchia) di confrontarsi seriamente con la macchina da presa ed il grande schermo. Italiano Medio sarà il titolo del film di debutto del comico abruzzese, pellicola che si ispira ad un omonimo trailer realizzato in passato in collaborazione con i fedeli Herbert Ballerina ed Ivo Avido. Prodotto da Medusa, il film non ha ancora una data di rilascio ufficiale, ma è certo che le riprese avranno il via al finire della stagione estiva.

Intanto, per stuzzicare la fantasia del pubblico e presentare ufficialmente il progetto, Maccio Capatonda ha rilasciato un primo trailer del film attraverso il proprio canale ufficiale Youtube:

Fonte: Maccio Capatonda Official

Italiano Medio: imperdibile clip con Maccio Capatonda

0

Italiano Medio,  una clip imperdibile: Giulio & Giulio a confronto, il balletto dell’italiano medio VS quello dell’uomo verme.

ITALIANO MEDIO, scritto da Marcello Macchia, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Daniele Grigolo, Danilo Carlani e Luigi Luciano, è interpretato da Maccio Capatonda (Marcello Macchia), Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Rupert Sciamenna (Franco Mari), Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia (Adelaide Manselli), Ivo Avido (Enrico Venti) con la partecipazione di Nino Frassica.

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita.
L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.
Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.
Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio.
Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita…

Italiano Medio: data d’uscita del film di Maccio Capatonda

0

Maccio-Capatonda-italiano-medioUscirà il prossimo 29 gennaio Italiano Medio, il primo lungometraggio diretto e interpretato da Maccio Capatonda (Marcello Macchia) – prodotto da Marco Belardi per Lotus Production e da Medusa Film – che vedrà il popolarissimo volto del web e della tivù nel suo primo vero film tratto da un finto trailer.

ITALIANO MEDIO scritto da Marcello Macchia, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Daniele Grigolo, Danilo Carlani e Luigi Luciano ė interpretato da Maccio Capatonda (Marcello Macchia), Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Rupert Sciamenna (Franco Mari), Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia (Adelaide Manselli), Ivo Avido (Enrico Venti) con la partecipazione di Nino Frassica.

Sinossi:

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita. L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento. Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente. Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio. Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita…

Italiano Medio in vetta alla classifica Box Office ITA

0

Dopo una settimana passata in testa alla chart senza rivali, Italiano Medio con Maccio Capatonda continua la sua corsa battendo anche tutte le new entry del weekend. Più forte dello sci-fi dei Wachowski Bros (“Jupiter-Il destino dell’universo”, 84.413 euro), più forte del pluricandidato agli Oscar “Birdman”, 56.232 euro, e del campione di incassi francese “Non sposate le mie figlie” (61.668 euro). Un successo ‘in crescendo’ dunque quello di “Italiano medio” – prodotto da Medusa Film e da Marco Belardi per Lotus Production e distribuito in sala da Medusa Film – che con i 116mila euro (115.558) incassati nella giornata di ieri, si trova ormai alle soglie dei 3 milioni di euro (2.713.206) in appena una settimana di programmazione.

Italiano MedioITALIANO MEDIO, scritto da Marcello Macchia, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Daniele Grigolo, Danilo Carlani e Luigi Luciano, è interpretato da Maccio Capatonda (Marcello Macchia), Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Lavinia Longhi, Barbara Tabita, Rupert Sciamenna (Franco Mari), Gabriella Franchini, Francesco Sblendorio, Rodolfo D’Andrea, Matteo Bassofin, Anna Pannocchia (Adelaide Manselli), Ivo Avido (Enrico Venti) con la partecipazione di Nino Frassica.

Giulio Verme è un ambientalista convinto in crisi depressiva, che alla soglia dei 40 anni si ritrova a fare la ‘differenziata’ in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Avvilito, furioso, depresso è ormai totalmente incapace di interagire con chiunque: con i colleghi di lavoro, con i vicini, con la famiglia e con Franca, la compagna di una vita.
L’incontro con l’agguerrita anche se poco credibile associazione ambientalista dei “Mobbasta” lo convince a combattere fervidamente contro lo smantellamento di un parco cittadino, ma per Giulio è l’ennesimo fallimento.
Non ci sono più speranze per il nostro protagonista fino a quando incontra Alfonzo, un suo vecchio e odiato amico di scuola che ha però un rimedio per tutti i suoi mali: una pillola miracolosa che gli farà usare solo il 2% del proprio cervello anziché il 20%, come si dice comunemente.
Ed è proprio così che Giulio supera la depressione: non pensa più all’ambiente ma solo a sé stesso, alle donne, ai vizi, passioni e virtù di ogni italiano medio.
Una battaglia senza esclusioni di colpi si consuma nel cervello e nella vita di Giulio tra l’Italiano Medio e quello impegnato ma inconcludente che lo porterà non solo a diventare il Vip più famoso d’Italia ma anche a cambiare gran parte della sua vita…

Italiani ‘emigrati’: Pinocchio e gli altri.

Italiani ‘emigrati’: Pinocchio e gli altri.

L’ultima notizia arrivata in ordine di tempo sull’imminente realizzazione di un nuovo rifacimento del delizioso Pinocchio di Carlo Collodi, inevitabilmente pone noi italiani in una posizione che ci faccia quantomeno riflettere. Questo Pinocchio si aggiunge a quei progetti internazionali che continuano a trarre fonte d’ispirazione nella nostra tradizione letteraria (o fumettistica come accade per l’imminente uscita del film targato Warner Bros su Dylan Dog)…come se Hollywood abbia esaurito i film da (ri)fare e i suoi romanzo da trasporre e inizi a buttare l’occhio su altre strade percorribili, lasciate opzionabili dalle mancanze dei legittimi proprietari. Sempre più opere italiane vengono portate sul grande schermo da molti “stranieri” e sempre meno progetti italiani hanno il coraggio di assumersi delle responsabilità doverose e rendere giustizia ad un’italianità letteraria e fumettistica che ci appartiene.

Qualcuno potrebbe nuovamente iniziare a nascondersi dietro alle differenti dimensioni economiche che intercorrono fra le due realtà produttive, il che è vero ma non deve costituire un alibi dietro il quale nascondersi, soprattutto in un momento così fiorente per i nostri incassi. Ma forse, il punto nevralgico intorno a cui ruota questo nostro ormai storico difetto è che a noi manca il coraggio. Manca il coraggio di sapersi assumere dei rischi, di saper ricercare nuovo modelli produttivi, di saper individuare quelle realtà visionarie che in altri paesi riescono ad emergere, come quest’anno è successo a L’illusionista di Sylvain Chomet, incantevole film d’animazione francese che concorre agli Oscar per il miglior film d’animazione. Dove sono i nostri coraggiosi e intrepidi produttori? … Riusciamo ad avere successo, ma sempre seguendo la stessa formula, ormai esausta e limitativa. Nonostante la chiarezza di questa situazione, qualcuno tenterà di nascondersi dietro ad un secondo alibi, ovvero quello dello spettatore italiano che vuole andare al cinema soltanto per ridere e divertirsi. Anche questo assioma è destinato a crollare sotto i numeri di una miriade di spettatori che sempre più premia la qualità, il coraggio, la novità, come dimostra l’inesorabile sconfitta di un certo cinema natalizio che sta iniziando a subire battute d’arresto. Forse lo spettatore inizia finalmente a mostrarsi intelligente. Allora perché non sfidarlo in un impeto coraggioso e sorprenderlo, riuscire finalmente a dare una risposta concreta ad un mercato sempre più ben disposto alla novità?

A questo proposito abbiamo sentito uno degli autori più coraggiosi e “anomali” del panorama italiano: Stefano Bessoni; che ci regala un affascinante e suggestiva sua impressione sul tema.

Un burattino conteso

Guillermo Del Toro è da molti anni uno di miei maggiori punti di riferimento nel panorama cinematografico odierno, perché ritengo che abbia saputo trovare un misurato compromesso tra una forte esigenza autoriale ed una naturale commerciabilità. I suoi film sono avvincenti, godibili, visivamente mirabolanti e al tempo stesso intrisi di un proprio mondo poetico, nonché disseminati di stilemi personali immediatamente riconoscibili.

Sapere quindi che da qualche tempo Del Toro sia impegnato in un progetto per portare Pinocchio sullo schermo in versione dark non può che darmi grande piacere, soprattutto apprendendo che la colonna sonora sarà curata da Nick Cave, altro mio grande chiodo fisso. Tuttavia Del Toro non ne sarà il regista, ma solamente il produttore; il film sarà infatti diretto da Gris Grimly, autore di un fumetto del 2002 su cui si baserà la trasposizione cinematografica e da Mark Gustafson, regista esperto in animazione stop-motion, tecnica con cui sarà interamente realizzato. La produzione sarà invece della Jim Henson Company.

Pinocchio
PINOCCHIO (Pictured) GUILLERMO DEL TORO. Cr. mandraketheblack.de/NETFLIX © 2020

Ma passato l’entusiasmo iniziale, dovuto anche al fatto che il progetto sembra essere finalmente partito, mi prende invece un grande sconforto. Perché direte voi? Beh, semplicemente perché sono vent’anni che lavoro su Pinocchio e perché vorrei tanto farne una mia trasposizione oscura e macabra. Allo stesso tempo sono altrettanti anni che mi sento dire dai produttori che è una cosa che non vende, che non interessa a nessuno, che è un progetto fallito in partenza. Poi improvvisamente arriva qualcuno dall’estero, come Del Toro appunto, che ci mette le mani sopra e con grande gusto ed intelligenza ci lavora, e quelle stesse persone gridano “Colpo di genio”, “perché non ci abbiamo pensato noi?”, o peggio “Noi certe cose non le sappiamo proprio fare”.

Sarebbe un discorso lungo da approfondire in questa sede, un discorso che comunque mi ripropongo di affrontare per riuscire a capire il perché oggi non si riesca più a fare nulla in Italia, o quantomeno per avere una valvola di sfogo e raccontare quello che un autore è costretto a subire nel suo tentativo di costruire una personale forma di espressione cinematografica in un panorama divenuto a dir poco agghiacciante.

Comunque, torniamo al nostro caro Pinocchio.

Ho amato il libro di Collodi fin da quando ho memoria, poi, nel 1972, arrivò lo straordinario sceneggiato televisivo di Luigi Comencini, che assieme alle strabilianti illustrazioni di Enrico Mozzanti della prima edizione del 1883, hanno formato immagini indelebili nella mia mente. Ricordo che ero così colpito dalle gesta del burattino che il “mi babbo”, per dirla alla Collodi, passò giornate intere sul terrazzo di casa a fabbricarmi un Pinocchio in legno a grandezza naturale con il quale condividere i miei giochi. Ho sempre odiato invece la versione della Disney, con la sua ambientazione tirolese, con tanto di calzoncini con le bretelline e orologi a cucù. Peccato che per molti bambini sia diventata proprio quella l’immagine del “vero” Pinocchio, vittima innocente insieme alla povera Alice di una bieca quanto insensata forma di revisionismo fiabesco.
Quando iniziai a voler fare cinema cominciai a progettare una mia versione del Pinocchio e ne 1997 feci un lavoro televisivo, molto sperimentale, una sorta di video-teatro dal titolo “Pinocchio apocrifo”, dove contaminavo la fiaba collodiana con influenze lombrosiane e shelleyane. Il mio Pinocchio era una sorta di piccola creatura muta ed infelice che portava su di se le stigmate anatomiche del “Criminale nato” di Cesare Lombroso e la perturbante diversità del Frankenstein. Nonostante il lavoro di allontanamento dalla favola per ragazzi ricevetti addirittura il patrocinio della Fondazione Collodi ed il lavoro ebbe un ottimo riscontro in molti festival.

Certo si trattava di una cosa molto sperimentale, forse un po’ troppo intellettuale, ma proprio quell’esperienza mi spinse a cercare di trovare un compromesso più commerciale per cominciare a pensare ad una mia trasposizione cinematografica che potesse arrivare ad un pubblico più ampio. Cominciai così a buttare giù idee e disegni, cercando appoggi produttivi e strade valide per far partire il progetto.

Ma un bel giorno arrivò  Roberto Benigni, che in preda a suggestioni felliniane si approprio di Pinocchio e ne fece una sua versione, sicuramente fedele allo spirito originale, ma discutibile e bislacca per alcune scelte. Il nostro Benigni era assolutamente più pinocchiesco in alcune ispirate inquadrature de “La voce della luna” che nel film in questione. D’altronde fu proprio Fellini ad instillare nell’attore toscano il primo germe dell’idea di lavorare sulla realizzazione di una nuova versione de “Le avventure di Pinocchio”; diceva sempre che Roberto incarnava lo spirito di due grandi italiani: Giacomo Leopardi e Pinocchio.

Così abbandonai l’idea, riproponendomi di far passare qualche anno per far decantare la questione e poi ricominciare a ripensare alla mia rivisitazione in chiave macabra in un momento più adatto. Furono anni non del tutto tranquilli, perché qua e là si riaffacciava ogni tanto qualche Pinocchietto strambo, come quello del bel fumetto di Ausonia “Pinocchio – Storia di un bambino” o dello spiazzante film giapponese intitolato “964 Pinocchio”.

Ora Guillermo Del Toro ha dato nuovamente inizio al gioco. Che fare? Beh, prima di tutto auguro tutta la fortuna possibile al nuovo Pinocchio, rimanendo in fremente attesa di poter vedere presto il risultato. Ed poi farò decantare ancora un po’ la cosa, aspetterò altri anni, continuando a buttare giù idee e schizzi. Ma nel frattempo mi dedicherò ad un altro progetto che parte anch’esso da suggestioni lontane nel tempo, suggestioni arrivate da un opera letteraria sicuramente meno famosa di Pinocchio, ma per me altrettanto importante: I Galgenlieder (Canti della forca) dello scrittore tedesco Christian Morgenstern.

Stefano Bessoni

 

La storia di Stefano (Bessoni) è come poche, l’occasione mancata che colpisce  chi invece sarebbe pronto a coglierla ma che viene ostacolato da ciò che di più meschino c’è al mondo: il denaro. Denaro che purtroppo serve per realizzare sogni, ma che viene forse speso per qualcosa di più simile al reale, qualcosa che non spaventa e non stimola l’immaginazione. Meno male che ancora qualcuno c’è che non ha paura di sognare e di lottare per un sogno. Forse, se ci fossero state più persone come Stefano, Dylan Dog non sarebbe uscito dal nostro paese, né avrebbe subito le mutilazioni di cui è stato vittima nella prossima scialba trasposizione Made in Usa. Noi ci rivolgiamo principalmente a quelli che materialmente possono fare qualcosa, per aiutare questi pensieri, questi progetti, e ci auguriamo che questa “lunga notte” finisca presto.

Chiara Guida

Italian Race: riprese al Mugello per Matteo Rovere

0

Italian raceMatteo Rovere torna alla regia con un film d’azione sul mondo delle auto da corsa, assai amato e seguito ma poco raccontato dal cinema, dal titolo ITALIAN RACE. La pellicola, prodotta da Domenico Procacci, una produzione Fandango con Rai Cinema, è interpretata da Stefano Accorsi. Diverse scene del film saranno ambientate all’interno di alcune tappe del Campionato Italiano Gran Turismo ACI-CSAI 2014, coinvolgendo i veri team in gara, tra i quali: ANTONELLI MOTORSPORT (Porsche), EBIMOTORS (Porsche), IMPERIALE RACING (Lamborghini), GDL RACING (Mercedes), BONALDI MOTORSPORT (Lamborghini), RC MOTORSPORT (Corvette), MP1 CORSE (Ferrari) e SCUDERIA BALDINI (Ferrari).

Il 12 e 13 luglio la troupe sarà ospite dell’Autodromo del Mugello, tappa del campionato Gran Turismo.

Le riprese ufficiali del film partiranno a Roma il 1 settembre.

ITALIAN RACE è scritto da Matteo Rovere, Filippo Gravino e Francesca Manieri, la fotografia è di Michele D’Attanasio, il montaggio è di Gianni Vezzosi, le scene sono di Alessandro Vannucci, i costumi di Cristina La Parola e il suono di Angelo Bonanni.

“La prova dei Campionati italiani auto in programma al Mugello nel weekend 11-13 luglio si arricchisce di nuovi motivi di interesse grazie alla presenza della casa di produzione Fandango, impegnata con Rai Cinema, nella realizzazione di un film sul mondo dell’automobilismo italiano. Siamo certi che il tracciato, le facilities dell’impianto  e l’ambiente nel quale il circuito del Mugello è incastonato, rappresenteranno un valore aggiunto per questa interessante iniziativa”

Paolo Poli, direttore Autodromo Mugello

Italian Pavilion: a Venezia 77 la “casa italiana” della Mostra anche sul web

0

Torna la Mostra del Cinema di Venezia, e torna uno dei luoghi e degli appuntamenti più abituali per i suoi frequentatori: l’Italian Pavilion. Lo spazio professionale che nei principali Festival europei – Venezia, Cannes, Berlino – rappresenta la casa italiana per tutti gli operatori nazionali ed esteri che seguono artisticamente e a livello industriale il nostro cinema. E come la Mostra, l’Italian Pavilion in questa stagione si adegua alle esigenze di sicurezza sanitaria e distanziamento sociale. Con una formula ibrida, che quest’anno nei giorni della manifestazione unisce ai consueti spazi nell’Hotel Excelsior del Lido, una nuova versione digitale. Così, accanto alle aree dei Saloni Tropicana dedicati agli incontri e ai one to one, in quest’edizione l’Italian Pavilion ospiterà sulla piattaforma  www.italianpavilion.it (on line dall’ultima settimana di agosto) tutte le attività che avranno luogo all’interno dello spazio. Ciò sarà reso possibile grazie ad uno studio allestito nel Pavilion, dotato di tecnologia per lo streaming che consentirà le riprese live, nonché la registrazione, di tutte le attività.

italianpavilion.it conterrà tutte le registrazioni video degli eventi, materiali promozionali scaricabili, il calendario delle attività in corso. E soprattutto si potrà assistere e prendere parte da remoto a qualsiasi evento. Questa versione online ha avuto già una sua importante anteprima durante l’ultimo Marché du Film di Cannes, ospitando con efficacia vari incontri professionali. Sulla scorta di questo successo il sito si presenta a Venezia come la piattaforma più adatta e versatile per tutti gli operatori del settore.

Nell’anno segnato dal Covid l’importanza della luce è basilare. Così gli spazi fisici dell’Italian Pavilion 2020 sono contraddistinti dal concetto di luce: una luce naturale, colorata da lastre trasparenti. E nell’anno dedicato a Federico Fellini, altrettanto forte è il concetto di sogno. Da qui l’idea di creare un’atmosfera soffusa, positiva, mutante e delicata. Lo spazio è aperto, non ci sono muri e la luce dall’esterno si modula naturalmente con lo scorrere delle ore. Per questo, dalla mattina al tramonto, lo spazio avrà diverse colorazioni. Una ricerca allestitiva e grafica originale, per accogliere visivamente al meglio chi vive la location.

E a Federico Fellini è dedicato il logo dell’Italian Pavilion, realizzato reinterpretando la grafia del Maestro, con una font originale, il ‘Fellini Script’ creata dallo Studio Cappelli Design. Un segno grafico che accompagnerà tutti i materiali di questa edizione. L’Italian Pavilion è promosso e realizzato dalle istituzioni che si occupano dell’internazionalizzazione del nostro cinema: Istituto Luce-Cinecittà, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Mibact, Maeci, ICE e Anica.