E’ stato definito dall’inizio della
sua carriera uno dei cattivi ragazzi di Hollywood, sempre alle
prese con gli eccessi tipici delle giovani star (alcool e droga su
tutti). La verità è che lui ad Hollywood non ci vuole proprio
stare, legato com’è alla sua Irlanda. E’ Colin Farrell, classe 1976, che ha
lavorato per quasi tutti i registi che contano senza mai disdegnare
piccole partecipazioni e collaborazioni a film indipendenti.
Colin Farrell, biografia
La vita di Colin sarebbe dovuta
essere scandita dai calci al pallone, venendo da una famiglia con
buone tradizioni calcistiche, ma il fuoco dell’arte si impossessa
di lui tanto che a 17 anni prova ad entrare nella band dei Boyzone,
ma viene scartato. Dopo un anno vissuto in Australia, dove viene
anche accusato di omicidio e poi rilasciato, si iscrive in Irlanda
alla Gaiety School Of Acting per coltivare la passione per
la recitazione che sta prendendo il sopravvento.
I suoi primi rapporti con il cinema
sono subito di primo livello poiché ha a che fare con personaggi di
primo livello nel panorama cinematografico mondiale: nel 1999 è
diretto da Tim Roth in Zona di Guerra, e
nel 2000 è accanto a Kevin Spacey in una piccola
parte per Un Perfetto Criminale.
Colin Farrell, filmografia
Nello stesso anno avviene il
debutto da protagonista in Tigerland, in cui Farrell
interpreta lo scapestrato soldato Roland Bozz, ruolo che gli
permetterà di accedere ad Hollywood. A dirigerlo infatti sarà
Joel Schumacher che in futuro si avvarrà ancora
del suo talento. Se nel 2001 Colin partecipa ad un film di poca
importanza e di modesto risultato artistico, Gli Ultimi
Fuorilegge, in cui interpreta un anacronistico e giovane Jesse
James, il 2002 è un anno decisivo per la sua carriera. In
quest’anno Gregory Hoblit (Schegge di
paura, Il caso Thomas Crawford) lo vuole nel suo
Sotto corte Marziale, accanto ad una star del calibro di
Bruce Willis. Il giovane Colin supera la prova
garantendosi un futuro abbastanza solido in ruoli da duro, che però
non soddisfano completamente la sua ambizione né rendono giustizia
al suo talento.
Sempre del 2002 è la sua
collaborazione con una coppia d’assi, Steven Spielberg infatti lo sceglie
come avversario di
Tom Cruise in
Minority Report, ma con la sua seconda collaborazione
con Schumacher Colin mette veramente alla prova le sue doti: In
Linea con l’Assassino è un one man show in cui il nostro
sostiene la tensione di 98 minuti completamente sulle sue spalle
riuscendo a catturare l’attenzione dello spettatore con una trama
esile e pochissimi elementi di richiamo.
Anche il 2003 è un
anno molto attivo per Farrell che partecipa a ben cinque film: in
Veronica Guerin ritrova Schumacher e recita accanto a
Cate Blanchett, poi partecipa all’action SWAT –
squadra speciale anticrimine con
Samuel L. Jackson e
Michelle Rodriguez e ne La regola del
sospetto incontra la leggenda Al Pacino, che
lo definisce il miglior attore della sua generazione. Con Pacino,
Colin inanella un’altra grande performance, riuscendo a dare grande
spessore a James Douglas Clayton, giovane intenzionato ad entrare
nei corpi di spionaggio USA.
Ancor prima che i cine-fumetti
diventassero un’abitudine, Colin Farrell
interpreta Bullseye, nel rifacimento cinematografico del fumetto DC
Daredevil, con
Ben Affleck nei panni dell’eroe cieco. In un
film ingiustamente considerato non riuscito, il cattivo psicopatico
interpretato da Farrell rappresenta senza dubbio uno dei momenti
più alti e divertenti. Ma come ha sempre fatto, Colin alterna alle
grandi produzioni anche film indipendenti, è il caso di
Intermission, prodotto corale irlandese in cui diversi
personaggi finiscono per incrociare i loro
destini. Colin Farrell interpreta il
ladruncolo Lehiff e presta la sua voce per la bonus track sui
titoli di coda I fought the law, rifacimento
dell’originale dei Clash del 1979.
Dotato di un corpo asciutto
ma non troppo muscoloso e di un fascino ombroso, Farrell ha avuto
anche una vita privata molto turbolenta con un matrimonio
brevissimo e un figlio affetto dalla sindrome di Angelman,
un rarissimo disturbo genetico. Proprio nel 2003 il settimanale
People lo inserisce trai 50 uomini più belli del mondo,
consacrandolo a sex symbol e in qualche modo ostacolandone il
percorso artistico. Se infatti è vero che Colin ha sempre avuto una
vita sentimentale varia ai limiti del promiscuo, è anche vero che
gli sono stati attribuiti falsi flirt con ogni attrice con cui a
lavorato da quel momento in poi. Anche sul set di Una Casa alla
Fine del Mondo si è detto che il bel Colin avrebbe insidiato
Robin Wright, allora Signora Penn, niente di
più infondato: la coppia Wright – Penn ha resistito ancora qualche
anno, mentre Colin ha partecipato ad uno dei film forse più
sottovalutati della sua carriera.
E’ il 2004 e in questo anno arriva
per lui una collaborazione importante e un personaggio complesso.
Oliver Stone lo vuole per interpretare il suo
Alessandro Magno; nessuna scelta sembra meno adatta di questa e le
prime immagini di Colin con tanto di capelli biondi suscitano a
dire il vero non poca ilarità, a questo si aggiunge poi l’eccessiva
lettura politica che la critica ha fatto del film, con il risultato
di aver letteralmente demolito sia l’interpretazione che la
persona.
Dopo
Alexander, per il quale ottiene una nomination ai
Razzie Awards come peggior attore, per Farrell comincia un periodo
abbastanza complicato, l’aver messo tanto impegno in un personaggio
così complesso e l’aver raccolto ingiustamente pareri così negativi
ha profondamente minato la sicurezza di un uomo che a dispetto
degli eccessi privati e della fama di cattivo ragazzo è in realtà
un artista sensibile e accorto.
Dopo un periodo di relativa stasi,
Colin lavora a
The New World di Terrence
Malick accanto a
Christian Bale e all’esordiente sedicenne
Q’Orianka Kilcher; anche questa volta l’attore
irlandese viene considerato la parte peggiore del film, che a sua
volta viene sottostimato da una critica forse poco attenta. Il
ritratto dell’avventuriero John Smith che ci offre Colin è quello
di un uomo curioso del mondo ma anche desideroso di andare avanti e
conscio della sua inadeguatezza di fronte all’integrità e alla
purezza di un mondo che non conosce fino infondo.
Dopo la sospensione malickiana,
Colin Farrell viene coinvolto dal grandissimo
regista Michael Mann impegnato nella versione
cinematografica di
Miami Vice, in cui il nostro interpreta Sonny
Crockett accanto a
Jamie Foxx nel ruolo di Ricardo “Rico” Tubbs.
Dopo un periodo difficile, finalmente la performance di Colin mette
d’accordo la critica, forse intimorita dal nome del regista.
Probabilmente però Colin
Farrell è uno di quegli attori che paga la sua giovinezza
sregolata anche successivamente dal momento che nonostante le
critiche degli eminenti esperti di cinema si siano sempre abbattute
su di lui talvolta con ferocia, tutti i grandi registi l’hanno
sempre voluto nelle loro produzioni, con nessuna eccezione: a
partire da Schumacher, per passare poi a Stone, Malick, Mann a
successivamente
Neil Jordan, Peter Weir e
Woody Allen.
Dopo Miami
Vice, Colin incontra sul set proprio Allen e
Ewan McGregor, con cui metteranno in piedi uno
dei peggiori film del regista newyorkese, Cassandra’s
Dreams, da noi Sogni e Delitti, per il quale Colin
interpreta anche il brano della colonna sonora Show Me the Way
to Go Home.
Nel 2008, diretto dall’inglese
Martin McDonagh, partecipa a In Bruges – la coscienza
dell’assassino, accanto a Brendan Gleeson e
Ralph Finnies. La sua interpretazione del killer
in piena crisi di coscienza per un omicidio “sbagliato” gli vale
diversi riconoscimenti tra cui il Golden Globe come miglior attore
in una commedia o musical, mentre il film riceve una nomination
agli Oscar per la migliore sceneggiatura e viene scelto per aprire
il Sundance Film Festival.
A fine 2008 Farrell è a Roma per
presentare Pride and Glory – il prezzo dell’onore, in cui
recita in coppia con Edward Norton, mentre nel
2009 sempre al Festival Internazionale del Film di Roma vengono
presentati i suoi due film successivi: il primo è Triage
di Danis Tanovic, in cui Farrell è il fotografo di
guerra Mark Walsh alle prese con il trauma subito sul campo; poi è
il turno di
Parnassus – l’uomo che voleva ingannare il diavolo, di
Terry Gilliam, in cui lui insieme a
Johnny Depp e
Jude Law hanno sostituito
Heath Ledger, da poco scomparso, per ultimare
le riprese del film interpretando il protagonista Tony nei mondo
paralleli creati dal Dottor Parnassus (Christopher
Plummer). Anche in questo caso il Tony numero 3
interpretato da Farrell è quello più oscuro e cattivo che perderà
per sempre l’anima della protagonista (Lily Cole).
Già l’anno prima Colin Farrell aveva incrociato il
cammino di Ledger che era stato scelto al suo posto per il film su
Bob Dylan Io non sono qui. Depp, Law e Farrell
hanno poi devoluto il loro compenso per il film di Gilliam al fondo
fiduciario di Matilda Ledger, figlia dell’amico
scomparso.
Nello stesso anno ha la possibilità
di rimettere in mostra la sue discrete doti canore in
Crazy Heart, film che fa ottenere a
Jeff Bridges l’agognato Oscar e che permette a
Colin di avere un altro piccolo ruolo ben scritto e interpretato.
Con
Neil Jordan, nel 2010, partecipa al fantasy
naturalistico
Ondine – il segreto del mare, sul set del quale
incontra la madre del suo secondo figlio, l’attrice polacca
Alicja Bachleda.
Nello stesso anno Farrell partecipa
all’epocale ritorno alla regia del regista australiano
Peter Weir che porta al cinema The Way
Back, film tratto dalla storia vera di profughi russi che
attraverso tutta la Siberia trovarono salvezza in India, nel
periodo della Seconda Guerra Mondiale. Dopo il trascurabile
London Boulevard al fianco di Keira
Knightley, Colin Farrell si mette alla
prova con un ruolo fastidioso e grottesco in Come ammazzare il
capo e vivere felici. Nel film è Bobby Pellitt, sgradevole
grasso e stempiato capo di Kurt (Jason Sudeikis):
Farrell lavora in autonomia alla costruzione sia fisica che
psicologica delpersonaggio, ritagliandosi un piccolo ruolo gioiello
all’interno di una commedia che da una premessa brillante scivola,
forse inevitabilmente, nella banalità. In linea con i tempi
cinematografici, Colin Farrell non rinuncia al
ruolo del vampiro, e in Fright Night – il vampiro della porta
accanto, è Jerry, sanguinario succhia-sangue che terrorizza il
quartiere e la famiglia del giovane Charley Brewster (Anton
Yelchin).
Per il 2012 Colin
Farrell ha appena completato le riprese di Seven
Psychopaths sul set del quale ha ritrovato Martin
McDonagh, il regista di In Bruges, e ha lavorato
fianco a fianco con Sam Rockwell, Mickey
Rourke e Christopher Walken per una
commedia che si preannuncia scoppiettante. Aspettiamo invece a
breve, il prossimo 11 ottobre, l’uscita italiana di Total
Recall – atto di forza, il remake dell’omonimo film che vide
protagonista, nel 1990, Arnold Schwarzenegger.
Impegnatissimo anche a livello
sociale e umanitario, Colin Farrell preferisce
aiutare un senzatetto dandogli soldi personalmente e convincendolo
a cambiare vita, piuttosto che fare grosse donazioni anonime a
grosse associazioni mondiali; anche nella beneficenza è
estremamente concreto agendo sul campo a beneficio di quelli che
riesce ad aiutare.
La sua carriera, caratterizzata da
alti e bassi, ha contribuito a formarne il carattere e a
stabilizzarne lo stile di vita che ora, a 36 anni, sembra essersi
rasserenato. La maggior parte del tempo che Colin non passa sul
set, la dedica ai figli e alle molteplici iniziative benefiche,
continuando a preferire la verde e fresca Irlanda alle assolate
strade di Los Angeles, senza curarsi troppo dei cachet che gli
offrono e continuando a costruirsi una carriera sui generis
all’insegna dello stimolo artistico e dell’interesse personale per
quello che c’è da raccontare.