Le avventure di Tintin: il segreto
dell’Unicorno, il film in 3D che vede affiancati Steven Spielberg e Peter Jackson, il primo
come regista, il secondo come produttore
Le avventure di Tintin approdano a Roma!
Ex, amici come prima: conferenza stampa
Dennis Christopher nel cast di Django Unchained di Quentin Tarantino
Dennis Christopher
si è unito al cast del southern spaghetti western di Quentin
Tarantino Django
Unchained. L’attore si affiancherà quindi al
protagonista Leonardo di Caprio, per interpretare Leo Moguy,
l’avvocato del villain del film Calvin Candie (Leonardo
DiCaprio).
Django Unchained è atteso per il Natale 2012 negli USA. Nel
cast del film Jamie Foxx, Leonardo DiCaprio, Gerald McRaney,
Christoph Waltz.
Fonte: Variety
Damon Lindelof parla di Prometheus di Ridley Scott!
Damon Lindelof, chiamato da Scott a riscrivere il precedente script di Jon Spaihts, ha rilasciato a MTV una ricca intervista, rivelando particolari sulla trama dell’attesissimo film Prometheus, nato da una costola del prequel di Alien.
Evoca un po’l’idea alla base di Blade Runner, come se il film fosse visto dal punto di vista del robot. E’ come se gli avessimo chiesto “Cosa ne pensi di tutto questo? Cosa sta succedendo? Cosa ne pensi di questi umani che ti circondano?”. Sarebbe fico trovare una maniera per rispondere a queste domande.
Questo è un altro degli elementi familiari ripresi dai film di Alien, ovvero gli interessi delle corporazioni economiche. Secondo me, Charlize Theron porta nuova linfa a quella vecchia variabile. E’ un remix….Non è viscida come il personaggio di Paul Reiser in Aliens. Non è la faccia ingannevole e dalla parlantina rapida della compagnia. E comunque la domanda “Ma quale multinazionale rappresenta?” fornisce gran parte del divertimento. Mentre stavamo sviluppando la sceneggiatura, ha avuto delle idee davvero valide che hanno confezionato un abito che non siete abituati a vedere.
Ritengo che il mettere insieme un gruppo davvero tosto di attori e giocare con il dubbio che inevitabilmente attanaglierà il pubblico che si domanderà “Chi sarà ancora vivo alla fine del film? Forse tutti. Ma, molto probabilmente, non sarà prorio così” sia un elemento molto importante, e divertente, di quello che ci apprestiamo a fare.
Prometheus uscirà l’8 Giugno 2012 in 3D. E’ diretto da Ridley Scott e nel cast figurano Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Sean Harris, Kate Dickie e Logan Marshall-Green.
Robert Duvall in One Shot! Ecco Tom Cruise sul set!
Robert Duvall starebbe per entrare a far parte del cast del thriller One Shot, adattamento cinematografico diretto da Christopher McQuarrie dell’omonimo romanzo scritto da Lee Child.
Cillian Murphy visto sul set di Il cavaliere oscuro il ritorno!
Lo spionaggio dei fan di Batman e
Christopher Nolan procede a gonfie vele.
Infatti nelle ultime ore è arrivata la notizie dell’avvistamento di
Cillian Murphy, attore che in Batman Begins e The Dark Knight ha
interpretato Jonathan Crane, alias lo Spaventapasseri sul set del
terzo capitolo.
Assassin’s Creed Revelations Trailer!
Il fumetto Area 52 sarà presto un film!
Amici di Letto: recensione del film con Justin Timberlake
Jamie e Dylan sono belli, giovani, in carriera ed entrambi disincantati. L’amore non esiste, e quindi perché non fare sesso e basta senza complicazioni sentimentali? – Le premesse di Amici di Letto (Friends with Benefit) sono praticamente identiche a quelle di Amici, amanti e… visto qualche mese fa. L’unica eccezione sono i protagonisti: da un lato Natalie Portman e Ashton Kutcher bellissimi e tanto romantici, dall’altro Mila Kunis e Justin Timberlake, un vero e proprio concentrato di erotismo, una coppia che fa scintille e ne dice di tutti i colori.
La commedia in questione ha come punti di forza infatti i due protagonisti, perfettamente assortiti, e i dialoghi, sboccati, divertenti e taglienti, tuttavia come ogni commedia che si rispetti il risultato è scontato. Tutti si aspettano esattamente quello che succede e nessuno rimane sorpreso. Non che un film debba per forza sorprendere, può anche felicemente intrattenere, ma un po’ di coraggio ogni tanto andrebbe mostrato, 500 giorni insieme docet. Al timone Will Gluck, lo stesso che ha portato sullo schermo il geniale Easy Girl con Emma Stone (qui in una piccola parte), che qui però pecca di pigrizia e realizza grandi ritratti di New York e di Los Angeles perdendo però il filo del racconto nella seconda parte e allungando troppo. Amici di Letto si fregia però di un grandissimo Woody Harrelson, gay impenitente e volga rotto nell’esprimersi ma dal cuore d’oro e dalla vista lunga.
Come è capitato già in altri casi le spalle sono i personaggi scritti meglio, e qui lo stereotipo dell’amico gay è sfruttato bene facendogli cambiare fronte: è la spalla di lui e non di lei. Come abbiamo già accennato la coppia protagonista crea una bella alchimia in scena merito sicuramente della bravura di Timberlake e del magnetismo degli occhi della Kunis, due autentici fari. Amici di Letto è una buona commedia che pecca di qualche lungaggine ma diverte, intrattiene e indulge nello scontato happy end che il pubblico di tutti i paesi e tutte le età non si è ancora stancato di guardare.
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Abduction: recensione del film con Taylor Lautner
Arriva al cinema Abducation, il film thriller diretto da John Singleton e con protagonisti Taylor Lautner e Lily Collins. In Abduction Nathan (Taylor Lautner) è in apparenza un normale adolescente di famiglia benestante, che occupa il suo tempo tra le ricerche scolastiche, le feste e le ragazze. Proprio a causa di un compito a casa, incapperà in una sua foto da bambino, inserita in un database di persone scomparse.
Questo avvenimento lo porterà a voler indagare la verità sulla sua vita, atto che lo porterà ad attraversare Stati, saltare giù da treni e scivolare sulle vetrate di un ascensore di uno stadio di baseball mentre fugge dallo spietato Kozlow, l’assassino di sua madre e dei genitori adottivi. Applicare il sistema Bourne ad un ragazzo che va ancora al liceo. Questa deve essere l’idea che è venuta in mente allo sceneggiatore Shawn Christensen, che ha trovato supporto nella produzione, che gli ha effettivamente affiancato buona parte del team che ha realizzato la trilogia dell’agente della CIA con memoria resettata, interpretato da Matt Damon.
Nathan, però, al contrario di Bourne, ha fin troppe identità, visto che scopre di avere due famiglie, oltre che di avere un destino segnato. Come Bourne, però, ci sono i viaggi, i soldi, l’azione, la prestanza fisica del protagonista, Taylor Lautner, che, alla sua prima prova da protagonista, tenta da un lato di scrollarsi di dosso il personaggio di Jacob della trilogia saga di Twilight, ma allo stesso tempo non delude le sue fan, che posso ammirarne prestanza e agilità già nei primi 15 minuti di film.
Abduction, il film
Il film è infatti più che altro costruito sul personaggio interpretato da Taylor, per attirare un pubblico diversificato, sebbene comunque di target adolescenziale, in sala, piuttosto che su di una storia originale, visto che di Bourne Identity si ricalcano perfettamente i ritmi e lo sviluppo.
Le famiglie protagoniste non sono esattamente comuni, tutte addestrate alle arti marziali e con programmi di vacanze in barca di settimane, Nathan non è un ragazzo comune già nella sua vita prima di scoprire di essere ricercato da un criminale internazionale.
A dare un punto di vista diverso e un tocco che non stia semplicemente ad contemplare le gesta del protagonista ci pensa la regia di John Singleton, autore assurto alla fama grazie a Boyz ‘n the hood che gli valse la candidatura all’Oscar come miglior regista a soli 24 anni, e che poi si è specializzato nei film d’azione da 2 Fast 2 Furious al remake del classico anni ’70 della Blaxploitation Shaft.
Infatti le scene d’azione, soprattutto la lunga sequenza del treno, sono ben montate e architettate per costruire tensione e azione.
A prendere in cura i due giovani protagonisti, due grandi attori come Sigourney Weaver e Alfred Molina che funzionano proprio da mentori e danno un maggiore corpo alla storia. Un film di per sé riuscito, che centra l’obiettivo di creare un “Bourne per le nuove generazioni”, anche se con alcuni aspetti decisamente da migliorare, primo fra tutti, capire come dare un seguito alla storia.
Céline Sciamma racconta il suo Tomboy
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A Dangerous Method: recensione del film di David Cronenberg
A Dangerous Method – Ogni opera di David Cronenberg è stata sempre difficile da decifrare, faticosamente collocabile all’interno di un qualsiasi tentativo di segmentazione proposto dalla odierna divisione in genere, che per certi versi con autori come il regista canadese può senz’altro aiutare nel comporre il puzzle concepito dalla sua mente, ma il più delle volte finisce per rappresentare un mero tentativo di semplificazione di fronte alla complicatissima e sfaccetta poetica cronenberghiana.
Il suo ultimo lavoro A
Dangerous Method sorprende molto. A prima vista si
presenta come un prezioso nuovo contributo a temi molto cari al
regista come la malattia, la deviazione patologica e la
degenerazione del corpo dell’individuo protagonista delle sue
storie; il che ben collima con l’acceso dibattito scientifico fra
il patriarca della psicoanalisi Freud e il giovane brillante Jung,
che non ha raccolto l’eredità lasciatagli dal predecessore. Ma
passata una prima parte interessante, la pellicola si dimostra
incapace di apportare un ulteriore contributo alla filmografia
dell’autore peccando in un’ingenua e troppo scontata fedeltà al
testo di riferimento, il libro di John Kerr Un
metodo molto pericoloso.
Tutto ciò relega A Dangerous Method ad una semplice trasposizione cinematografica priva di quegli spunti geniali che hanno permesso a David Cronemberg di affermarsi e di essere apprezzato. Il film privo della sua natura cronenberghiana sconfina in inusuali registri melodrammatici che sorprenderanno i fan del regista e entusiasmeranno i suoi detrattori. L’unico punto che lega il film alla vena d’autore è il concetto di metamorfosi, che qui è senz’altro ripreso ma che diventa quasi un gioco fra i due amanti, più una maschera intercambiabile che un effettivo cambiamento.
In tutto questo rimane ingabbiato anche il talentuoso cast del film composto da una brava Keira Knightley che forse pecca per un’eccessiva esasperazione dell’interpretazione e da un ormai onnipresente Michael Fassbender. Su tutti Viggo Mortensen, nel ruolo di Freud che seppure ammirevole, diventa un personaggio patinato da romanzo ottocentesco.
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Tomboy: recensione del film di Céline Sciamma
Tomboy è un film sulla ricerca della propria identità, sull’avventura di crescere ritrovandosi a essere altro rispetto a ciò che si credeva. Tutto si incastra alla perfezione. Dal ritratto dei bambini a quello degli adulti e della famiglia. In Tomboy Laure ha 10 anni e si è appena trasferita, insieme ai genitori e alla sorellina Jeanne, in un nuovo quartiere di Parigi. Un po’ per gioco e un po’ per realizzare un sogno segreto Laure decide di presentarsi ai nuovi amici come un maschio Mickael. In questi nuovi panni è perfettamente accettato dalla comitiva. L’estate però sta per finire, tra poco inizierà la scuola e il gioco dei travestimenti piano piano si complica.
Con l’utilizzo della camera a mano Céline Sciamma cala il suo pubblico in un’atmosfera profondamente intensa. Lo fa dolcemente, con un tocco materno volto alla protezione, ma anche con poesia insita in ogni momento dell’opera, emozionando ininterrottamente lo spettatore. La seconda opera della talentuosa regista francese si impone per la sua straordinaria semplicità e per una naturalezza assoluta che spiazza e coinvolge lo spettatore. La Sciamma riesce a sviscerare, le personalità dei personaggi senza lasciare nulla al caso. Infatti, nonostante la profonda intensità delle situazioni ciò che prepotentemente emerge è proprio la descrizione e lo studio dei caratteri dei personaggi.
Tomboy, il film
Il dilemma che la protagonista vive rispetto la propria identità, scissa tra ciò che il suo corpo le impone d’essere e l’irrefrenabile desiderio della sua mente che desidera l’opposto, non scade mai in un’eccessiva drammatizzazione delle situazioni. I dialoghi non sono molti, Céline Sciamma lascia molto spazio all’intensità e all’espressività dei volti. I micromovimenti di questi visi, caratterizzati da una struggente bellezza, ci parlano di speranza, timore, gioia, paura, sensualità, facendoci comprendere quanto le parole siano superflue.
Non solo un film sull’infanzia, un’età che molti credono destinata all’innocenza, ma in realtà carica di sensualità e ambigue emozioni, ma sull’identità, in particolare sulla formazione e l’affermazione del proprio “io” più profondo in una delle più delicate stagioni della vita. La giovane regista gioca subito sull’identità ambigua della protagonista: con i capelli cortissimi e con i suoi vestiti da maschiaccio facciamo fatica a riconoscerla come una bambina.
Inoltre Céline Sciamma riesce a incorniciare perfettamente la sintonia e la complicità che nasce tra due sorelle. Il rapporto tra Laure e la piccola Jeanne, carico di un affetto incondizionato, commuove per la sua totale purezza di sentimenti. I piccoli interpreti sono straordinari. La loro è una recitazione naturale, semplice e divertita capace di esprimere senza alcuna falsità o caricatura un’età, l’infanzia, fondamentale per la formazione di un essere umano.
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Snow White and the Huntsman procede nella sua fase di produzione, e dopo le immagini delle prove costume, i famosi first look, Rupert Sanders va avanti con le riprese,
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Ecco altre due foto dal set di Dark Shadows diffuse dalla Warner Bros. Oltre a Johnny Depp, Tim Burton dirigerà un cast molto importante: Chloe Moretz, Helena Bonham Carter, Eva Green, Michelle Pfeiffer, Christopher Lee e Jackie Earle Haley.